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Politica, alterazione e violenza nella fiction di Irvine Welsh

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Academic year: 2021

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Indice ...1

Introduzione ...2

1. Irvine Welsh: the Poet Laureate of the Chemical Generation 4 .... 1.1. Un’esistenza a rischio ...4

1.2. Tra Rinascimento culturale e degrado urbano: alcune note contestuali ...9

1.3. Una letteratura degli estremi ...12

2. Rottura con la tradizione e fuga per l’indipendenza: vent’anni di storia politica ...23

2.1. Skagboys: i figli dell’era Thatcher ...23

2.2. Trainspotting: oltre il nazionalismo simbolico scozzese e i confini del Regno Unito ...27

2.3. La fuga di Renton come metafora di indipendenza ...33

2.4. Porno e l’apoteosi del consumismo ...36

2.5. Welsh portavoce dell'indipendenza della Scozia ...39

3. Storie di alterazione chimica. Differenti esperienze per differen-ti comunità ...43

3.1. Trainspotting: il moto perpetuo ed estraniante della dipendenza da eroina 43 .. 3.2. Storie di amori chimici e house music ...48

3.3. LSD e l’esperienza del “fuori” ...57

4. Condannare o comprendere? La questione morale della vendet-ta nei romanzi di Irvine Welsh ...62

4.1 Francis Begbie e la violenza come hobby ...62

4.2 Vendetta e questione morale: due casi di giustizia personale ...67

4.3 Il marabù come simbolo del male assoluto ...74

Conclusioni ...82

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Introduzione

Il presente lavoro nasce con lo scopo di isolare alcuni caratteri fon-danti della produzione di Irvine Welsh. In un momento storico in cui l’opera dell’autore scozzese è stata inclusa, di fatto, nella manualistica di settore, uno studio degli elementi che caratterizzano lo stile e le te-matiche di Welsh romanziere e autore di racconti può essere d’aiuto a comprendere il ruolo che occupa nella letteratura contemporanea.

Dopo aver delineato la vicenda biografica dell’autore per meglio comprenderne il macrotesto, ci si concentrerà, inizialmente, sull’at-tenzione riservata da Irvine Welsh alle vicende storico-politiche che dal Regno Unito si sono estese fino in Scozia, modificandone il tessu-to sociale e trovando ampio spazio nei romanzi dello scrittessu-tore.

Successivamente, l’analisi si spingerà a considerare come le scelte politiche compiute dal governo di Margaret Thatcher abbiano influito sulla diffusione delle droghe pesanti e del virus dell’HIV tra i giovani scozzesi, i quali, mossi da un forte spirito di aggregazione, hanno dato vita a delle vere e proprie comunità, siano esse identificabili con il mondo delle droghe, con la rave culture o con fenomeni tipici della realtà sociale della Gran Bretagna di fine millennio.

Nel capitolo finale si affronterà il tema della violenza soprattutto in relazione alla sua questione morale: andando oltre gli estremismi rap-presentati dal personaggio di Francis Begbie in Trainspotting, la cui personalità spicca per la totale insensatezza della sua violenza, ci si soffermerà su episodi che pongono degli interrogativi su quanto la moralità sia, o debba essere, considerata un fattore nel momento in cui la violenza trova motivazione nel desiderio di vendetta.

Strumento essenziale ai fini dell’analisi è rappresentato dai testi, dai quali è possibile ricavare direttamente i tratti dello stile e del pen-siero dell’autore. Se, da una parte, lo stile si contraddistingue per la compresenza di slang e digressioni filosofiche, il punto di vista di Welsh è, d’altra parte, desumibile dalla caratterizzazione di alcuni

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per-sonaggi di riferimento e dall’ottica adottata dal narratore su questioni di stretta attualità sociale e politica.


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1. Irvine Welsh: the Poet Laureate of the

Chemical Generation

1.1. Un’esistenza a rischio

Reale elemento di rottura e innovazione con la tradizione letteraria scozzese, Irvine Welsh si afferma nella varietà del panorama britanni-co britanni-contemporaneo grazie a una prosa che ridisegna l'appartenenza a quella nazione che Craig Beveridge e Ronald Turnbull descrivono come a land of no gods or heroes. La vicenda biografica dell'autore è 1 in un evidente rapporto simbiotico costante con la produzione dello stesso.

La vita e produzione letteraria di Irvine Welsh risultano controverse fin dalla nascita. Lo stesso Welsh dichiara di essere nato a Leith, peri-feria nord di Edimburgo, il 27 settembre 1958, da Peter e Jean, rispet-tivamente operaio presso il vicino centro portuale del quartiere, e ca-meriera. In seguito a uno dei numerosi arresti, però, la polizia di Gla-sgow registrò come data di nascita ufficiale dell’autore il 1951, facen-do fede a quanto riportato sul certificato di nascita. 2

Quando Irvine aveva quattro anni, la famiglia Welsh si trasferì a Muirhouse, centro residenziale di nuova costruzione fatto dai classici alloggi popolari riservati alla classe operaia. Al contrario di quanto auspicato dai progetti governativi, Muirhouse si trasformò presto in una sorta di ghetto, diventando uno dei luoghi in cui il consumo di eroina risultava tra i maggiori di tutta la Scozia. Di conseguenza, dagli anni '80, il needle sharing divenne dilagante, come la diffusione dell'-HIV.

! C. Beveridge, R. Turnbull, The Eclipse of Scottish Culture, Edinburgh, Poly

1

-gon, 1989, p.112.

R. McKay, “Would the real Irvine Welsh shoot up?”, The Guardian, 4 Feb

2

1996, http://www.theguardian.com/theobserver/1996/feb/04/featuresreview.re-view

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Il giovane Welsh non rimase immune all'alcolismo e alla tossicodi-pendenza, tanto che abbandonò gli studi a sedici anni, dopo aver fre-quentato la Ainsle Park High School. Successivamente prese una qua-lifica come perito elettronico che gli permise di lavorare come ripara-tore di televisori e, dopo aver messo da parte il necessario, avvertì la necessità di andare via da Muirhouse. Così, nel 1978, partì per Londra in cerca di fortuna, come testimonia Sandy Macnair, compagno e ami-co di Welsh:

Erano gli anni migliori, erano gli anni peggiori. Il grande George Best stava sistemando le cose su a Easter Road, ma gli Hibs erano ancora a rischio retrocessione. Mentre gli anni Settanta tiravano gli ultimi, Irvine Welsh e io stavamo lì nelle case popolari, a pensare di mollare i nostri tremendi posti statali. Non avevamo nessuna particolare ispirazione – a parte una voglia travolgente di sfuggire alla grinfie del General Register Office prima di rincretinirci completamente. 3

Una serie di arresti per futili motivi (spesso a causa disturbo della quiete pubblica legato all'eccessivo consumo di alcolici e sostanze stupefacenti) e una condanna con sospensione della pena per aver di-strutto un centro sociale nel nord di Londra, convinsero Welsh a ridi-mensionare il suo stile di vita.

Dopo un paio d'anni trascorsi a dormire tra Green Park, la stazione di King's Cross e qualche commissariato sparso per la Gran Bretagna, le droghe pesanti e la scena punk londinese, Irvine Welsh diventa par-te attiva della scena musicale inglese, mai segnalandosi per un partico-lare successo, ma riservando alla musica il ruolo di diversivo nelle serate in cui il pub era un'alternativa troppo costosa:

Di certo avrebbe dovuto essere l'ambiente ideale per i Pubic Lice, i Pidocchi Pubici. Perché erano una band adesso. O no? Non è che forse, come era successo con il primo gruppo di Irvine, i Southside Wasters – i Perditempo del Southside – si trattava un po' di una finzione? […] Il pri-mo finto successo musicale di Welsh fu come paroliere, insieme a me, dei

! S. Macnair, Carspotting: birra, calcio & Irvine Welsh, Milano, Edizioni 3

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Southside Wasters, un complesso rock fasullo che misi in piedi quando

abitavo da quelle parti. Detto altrimenti, quando non avevamo soldi per andare al pub ce ne stavamo a casa a comporre parodie sulle note di fa-mosi classici del rock. 4

All'età di venticinque anni Irvine perde il padre, che intanto aveva lasciato il lavoro al porto per diventare venditore di tappeti, per pro-blemi di salute. Sfruttando il boom edilizio degli anni '80, lo scrittore divenne una sorta di speculatore immobiliare, cosa che gli consentì di dare una sterzata alla sua precaria situazione economica:

My big break was falling out of the top deck of a bus when it toppled over in a traffic accident. I was in Scotland for a cup game and the bus was involved in a collision. I received £2,000 in compensation. If it had happened 18 months before, I'd have spent the lot on drugs, but instead I secured a mortgage on an £8,000 flat in Hackney and sold it for £15,000 18 months later. I then bought a house for £17,000 in south-east London and, again, sold it for £52,000 18 months later. In three years my working capital went from zero to £40,000. I'd shown no entrepreneurial skills whatsoever; I was just exceptionally lucky to be living in London during the Eighties' property boom. From then on I became a post-code sociolo-gist, buying flats in emerging areas. You could see the gentrification star-ting in Camden and slowly creeping through Islington and Hackney. 5

Sul finire degli anni '80, fresco di matrimonio, Welsh fece ritorno a Edimburgo dove trovò lavoro presso il Consiglio Distrettuale come responsabile alla formazione del settore immobiliare, professione che gli consentì di guadagnare abbastanza per iscriversi a un master in

bu-siness administration alla Heriot-Watt University. È qui che scrisse i

primi abbozzi di Trainspotting, che fecero le loro prime apparizioni come short stories per The Clocktower Press di Duncan McLean, il quale si permise di inviare una copia del manoscritto alla Secker, casa editrice indipendente di Robin Robertson. 6

S. Macnair, Carspotting, p.93.

4

! A.Wintle, Irvine Welsh: “I was a heroin addict – then I found buy-to-let”, The 5

Telegraph, 07 June 2015, http://www.telegraph.co.uk/finance/personalfinance/

fameandfortune/11653606/Irvine-Welsh-I-was-a-heroin-addict-then-I-found-buy-to-let.html

J. N. Munro, Lust For Life! Irvine Welsh and the ‘Trainspotting’ Phenomenon,

6

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Grazie allo stesso Robertson, Welsh prese contatti con la casa edi-trice Jonathan Cape, la quale decise di mandare il libro in stampa. Era il 1993 e Trainspotting si rivelò destinato a diventare uno spartiacque per la letteratura scozzese della post-devolution. Il romanzo riscosse 7 subito ampi consensi, tanto che venne inserito nella lista dei dieci candidati al Booker Prize di quell'anno. Raggiunse ben presto cifre da best seller, arrivando, ad oggi, a contare più di un milione di copie vendute solo nel Regno Unito. Racconta McNair che:

quando Trainspotting irruppe nelle librerie nel 1993 ebbe un impatto istantaneo. […] fui travolto dalla potenza del testo e dall'umorismo nero che sprigionava. Sono veramente pochi i libri che ti lasciano con la sensa-zione di aver sostenuto quindici riprese contro Mike Tyson, ma questo era sicuramente uno di quelli. Provavo lo stesso senso di reverenziale timore che aveva fatto seguito alla lettura di Sulla Strada di Kerouac, Furore di Steinbeck o Il Signore degli Anelli di Tolkien. 8

Dunque un romanzo che fece rumore e che instillò parecchi dubbi nella critica sulla sua qualità letteraria.

A una lettura superficiale, le perplessità dei lettori si potrebbero giustificare con la scelta di un linguaggio complicato, quello slang scozzese di difficile comprensione per chi fosse abituato a una lettera-tura prodotta in inglese standard. Lo stesso autore, in un’intervista ri-lasciata a Feed Magazine, conferma che

When I started writing Trainspotting, I started writing it in standard English at first, but it just seemed pretentious. It seemed affected. I really like standard English but it is an administrative language, an imperialist language. It's not very funky. I think it's got its place in academia, when you've got to understand concepts in a very cold and analytical sort of way. But I think in terms of drama, fiction, literature, it's quite limited

B. Schoene, “Introduction” to B. Schoene (ed.), The Edinburgh Companion to

7

Irvine Welsh, Edinburgh, Edinburgh University Press, 2010, p.1.

S. Macnair, Carspotting, p.184.

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really.[…] I don't think literature should necessarily be about ideas. It's always got to be about characters doing things. 9

Dalle parole di Welsh si evince che il linguaggio è solo il mezzo attraverso il quale dare voce ai personaggi che popolano le pagine del romanzo. Abbandonare la freddezza della lingua del regno, accademi-ca e imperiale, serviva per meglio fotografare una realtà che pone al centro di essa la working-class di Edimburgo e da dimensione alla tos-sicodipendenza.

A tre anni dalla sua pubblicazione, la trasposizione cinematografica di Trainspotting ebbe la grossa fortuna di diventare una delle pellicole più note e influenti degli anni '90. Dirette dal regista Danny Boyle, le vicende di Mark Renton, Sick Boy, Spud, Frank Begbie, irrompono sul grande schermo, garantendo, sia al romanzo che all'autore, un po-sto di rilievo nella cultura contemporanea scozzese. Una credibilità che non scaturisce soltanto da una nuova rappresentazione della classe operaia, dei sobborghi di Edimburgo, o della drug culture minuziosa-mente descritta, ma da una vera e propria rappresentazione della Sco-zia contemporanea, accompagnata da una precisa scelta stilistica che 10 si ripercuote nella vasta produzione di Irvine Welsh.

A Trainspotting seguono otto romanzi e due raccolte di short

sto-ries, affiancati da qualche sceneggiatura televisiva e cinematografica.

Una fervida creatività, unita a un discreto successo commerciale, ha fatto in modo che Welsh diventasse un fenomeno culturale, una voce 11 che dal 2003 trova peraltro regolare spazio, ancora oggi, sulle colonne del Daily Telegraph.

Nel 2005, Welsh ricopre l'incarico di insegnante di scrittura creati-va presso il Columbia College di Chicago, città in cui si trasferisce

William O'Shea and Deborah Shapiro talk to the author of Trainspotting about

9

populist literature, the drug novel and surviving the millennium, Feed Magazine, http://trainspotting.czweb.org/w01.htm

K. Innes, “Mark Renton's Bairns: Identity and Language in the post-Trainspot

10

-ting Novel”, in B. Schoene (ed.), The Edinburgh Companion to Contemporary Scottish Literature, Edinburgh, Edinburgh University Press, 2007, p.301.

M. McGuire, “Welsh's Novels”, in B. Schoene (ed.), The Edinburgh Compa

11

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dove sposa in seconde nozze Beth Quinn. In seguito al ritorno dagli Stati Uniti, si divide tra Amsterdam e Dublino e diventa collaboratore cinematografico di due case indipendenti, Four Ways e Jawbone Films.

È notevole come la vicenda di Mark Renton possa essere assimilata alla vita del suo ideatore: entrambi, seppur mossi da differenti motiva-zioni, abbandonano reiteratamente la Scozia per periodi più o meno lunghi. Ciononostante, per ammissione dello stesso autore, tutta la 12 sua opera è indelebilmente legata a Leith, a Edimburgo e alla Scozia in generale:

I always thought that Scotland was mundane, through growing up there, but it was only my familiarity with it. Now, having travelled all over the place, it seems the most exotic, interesting, crazy place I've ever been. It's always a struggle for me not to write about Scotland. I seem to see where I come from more clearly when I'm outside of it. I've never been that concerned with capturing 'Scotland' or 'Edinburgh' in any objec-tive sense, I don't think that's possible. I'm not a journalist, I'm quite hap-py to project it all through my own personal clouded lens. 13

A Trainspotting, nell'ordine seguono: Marabou Stork Nightmares (1995), Filth (1998), Glue (2001), Porno (2002), The Bedroom Secrtes

of the Master Chefs (2006), Crime (2008), Reheated Cabbage (2009), Skagboys (2013), The Sex Lives of the Siamese Twins (2014), A De-cent Ride (2015); ai romanzi si intervallano due raccolte di short sto-ries, quali The Acid House (1994) e Ecstasy: Three Tales of Chemical Romance (1996).

1.2. Tra Rinascimento culturale e degrado

ur-bano: alcune note contestuali

In Trainspotting Renton lascia Edimburgo tradendo la fiducia degli amici per

12

fuggire ad Amsterdam, mentre in Porno si trattiene solo per una breve sosta ad Edimburgo, per poi ripartire alla volta di San Francisco.

I. Peddie, “Speaking Welsh: Irvine Welsh in Conversation”, Scottish Studies

13

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I primi anni '80, fino all'inizio del decennio successivo, furono par-ticolarmente significativi per la storia letteraria della Scozia. Proprio come nel Rinascimento Scozzese, si avvertì allora la necessità di un 14 nuovo vigore e un rinnovato canone estetico in seguito ad una crisi politica. Anno cruciale è il 1979, in cui la popolazione non solo dovet-te affrontare il fallimento di un processo devoluzionario, ma anche un governo britannico sordo alle richieste di indipendenza di una Scozia, tagliata fuori dal welfare e dalla successiva espansione industriale. I risultati furono una disoccupazione più che raddoppiata nei tre anni successivi e l'aumento del divario economico tra classi sociali che si accentuò raggiungendo i livelli precedenti alla seconda guerra mon-diale. 15

Il fallimento del primo referendum ebbe come conseguenza una forte esplosione di creatività popolare. Le ambizioni nazionaliste fu-rono spente completamente in seguito alla nomina di Margaret That-cher come primo ministro, evento che amplificò il senso di sudditanza percepito dagli scozzesi nei confronti del governo di Londra. La lette-ratura, quindi, divenne il mezzo attraverso il quale manifestare dissen-so, espressione reazionaria di una nazione che reclamava la propria unità. 16

Letteratura e politica, in un contesto sociale sano, dialogherebbero tra loro, ma questo allontanamento progressivo dei due poli ha fatto in modo che il popolo scozzese esprimesse una volontà di indipendenza dal governo centrale attraverso la voce dei propri scrittori. In un pro-cesso graduale, iniziato intorno al 1950, il pensiero letterario scozzese si è abituato allo stridore insito nell'idea inglese di devolution – intesa

Anche noto come Rinascimento letterario scozzese, è un movimento culturale

14

che si attesta intorno alla prima del XX secolo e che mirava a una rivalutazione della tradizione letteraria autoctona a cavallo delle due Guerre Mondiali.

M. Gardiner, “Arcades – The 1980s and 1990s”, in Ian Brown and Alan Rich

15

(eds.), The Edinburgh Companion to Twentieth-Century Scottish Literature, Edinburgh, Edinburgh University Press, 2009, p.181.

B. Schoene, “Going Cosmopolitan: Recontituing 'Scottishness' in Post-devolu

16

-tion Criticism”, in B. Schoene (ed.), The Edinburgh Companion to

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come management individuale – e quella scozzese, basata sul concetto di comunità. 17

In un'intervista rilasciata a Ian Peddie, lo stesso Irvine Welsh af-ferma che

[…] there was a great sense of frustration in the wake of 1979. After the Union of the Crowns, and after 1707, for instance, which actually happened not necessarily because Scots wanted it but out of expediency, though it's fair to say that some Scots wanted it while others certainly did not, well, much the same is at work today. There are some very similar levels of frustration around now, the same kind of exasperation with poli-tics, which today is all soundbites anyway. There probably will be some form of Scottish autonomy or independence at some stage in the future. In terms of the impact of all this on writing, well, there were so many people writing in Edinburgh in the 1980s. I remember one literary competition where instead of the usual six or seven entries, the organizers received hundreds of submissions. So in that sense, yeah, 1979 had quite an im-pact. Also, there's a political point of view that says being working-class in post-Thatcherite Britain is to be disenfranchised, and the additional factor of being Scottish within an English dominated union makes you doubly marginalized. I think it's a lot more complicated than that, but it does have some basis. After the 1979 devolution debacle, there was the feeling in Scotland that we had no voice. I don't think it's an entire co-incidence that you suddenly had all these working-class writers emerging at this time. I think that there is an idea of working-class, urban voices represented in fiction now, much more so than before. I think it's also great that you have other voices, giving a different view of the country. It's a multi-ethnic and multi-cultural society, so no one voice or one set of voices should be allowed to dominate. 18

Si tratta, quindi, di una tradizione letteraria emergente che coincide con quella che Deleuze e Guattari hanno descritto come minor

litera-ture, le cui caratteristiche sono:

(a) 'the impossibility of not writing because national consciousness, uncertain or oppressed, necessarily exists by means of literature', (b) 'that

M. Gardiner, “Literature, Theory, Politics: Devolution as Iteration” in B.

17

Schoene (ed.), The Edinburgh Companion to Contemporary Scottish Literature, p.46.

I. Peddie, Speaking Welsh, pp.132-133.

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everything in it is political', and (c) 'that in it everything takes on a collec-tive value'. 19

Una letteratura considerata secondaria che esiste parallelamente ad una letteratura principale, e che porta i tratti della caratteristica lettera-tura postcoloniale, ovvero una narrazione che è spesso permeata dal-l'uso di un linguaggio più intimo, non convenzionale –– come può es-sere lo slang utilizzato da Irvine Welsh. Essendo in continua scoperta di se stessa, la minor literature è senza dubbio una forma di scrittura più attiva, con un canone che si ridefinisce in continuazione. 20

1.3. Una letteratura degli estremi

Prima di entrare nel dettaglio dei testi, è necessario considerare, in base a quanto afferma Robert Morace, come il mondo secondo Welsh sia a place of unemployment, giro schemes, scruffiness, violence,

drugs, prostitution, and the God of 'Granton Star Cause', a mean-spi-rited old drunk, che trova modo di emergere grazie a una certa pluri21 -discorsività dei protagonisti che lo popolano.

Caratteristica predominante della maggior parte delle opere di Welsh è una collocazione equamente distante dalla cultura mainstream e da quella più marginale, meno commerciale: le opere di Welsh pro-iettano il lettore al di là del consentito, spingendo i limiti di ognuno oltre la sottile linea rossa del politicamente corretto, rompendo con ogni tradizione – soprattutto quella scozzese – che contiene in sé un complesso di inferiorità estetica nei confronti dei canoni della lettera-tura inglese. 22

Rottura che si esemplifica nella personalità ibrida ed eterogenea di Mark Renton, contemporaneamente eroe/anti-eroe, protagonista

G. Deleuze and F. Guattari, Kafka: Toward a Minor Literature, Minneapolis/

19

London, University of Minnesota Press, 1986, pp.16-17. M. Gardiner, “Literature, Theory, Politics.”, p.48

20

I. Welsh, “Trainspotting” and “Headstate”, London, Minerva, 1996, p.83.

21

B. Schoene, “Introduction” to B. Schoene (ed.), The Edinburgh Companion to

22

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cipale e secondario che, in Trainspotting, tende a eclissarsi dalla nar-razione in più di un'occasione, per lasciar spazio alle altre voci narran-ti. Di origini umili, Renton non nasconde tratti medio-borghesi quali la capacità di esprimersi sia in dialetto scozzese, che in inglese standard. Figlio di padre protestante e madre cattolica, Mark vegetariano, ma con un odio mal celato nei confronti degli animali; un discreto aman-te, sessualmente promiscuo e disimpegnato, disponibile verso le spe-rimentazioni ed umanamente egoista. Non mancheranno, infatti, oc23 -casioni in cui egli viene apostrofato come a traitor,a grass, a cunt, a

scab, a selfish egoist, […] a hypocrite, a winner who played at being 24

a loser. 25

Se è vero quanto afferma Kurt Wittig in The Scottish Tradition in

Literature, ovvero che i testi dovrebbero sempre essere letti senza

tra-lasciare la tradizione che gli autori hanno alle spalle, va considerato 26 come veritiero anche il suo contrario. Lo stesso Welsh, infatti, afferma la qualità anti-classicista delle sue opere, mostra di voler fare a meno di ogni influenza e ostentatamente trascende da ogni canone letterario:

I don't have any literary heroes at all […] I don't take references from other writers, but from lyrics, from video and soap operas and stuff. I try and keep away from 'the classics' […] as possible. 27

Più che aderire a un canone letterario preciso, Welsh trae linfa crea-tiva dalla cultura contemporanea, dalle televendite, dai programmi tv, dalla musica, da avvenimenti di costume, da partite di calcio, dalla cronaca storico-politica, dal galoppante aumento del consumo di dro-ghe sintetiche tra i giovani di tutto il Regno Unito, da ogni sorta di

B. Schoene, “Introduction” to B. Schoene (ed.), The Edinburgh Companion to

23

Irvine Welsh, p.5.

I. Welsh, Porno, London, Jonathan Cape, 2002, p.206.

24

Ibidem, p.456.

25

K. Wittig, The Scottish Tradition in Literature, Edinburgh, Mercat Press, 1978,

26

p.4.

J. Walsh, “The Not-so-shady Past of Irvine Welsh”, The Independent, Weekend

27

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fenomeno popolare capace di influenzare – sia positivamente, sia ne-gativamente – le vite della classe popolare.

Trainspotting, in questo senso, ha senz'altro rappresentato l'opera di

maggior fortuna di Irvine Welsh, nonostante la critica abbia notato come l’eccessiva frammentarietà della narrazione lo riduca a una serie di episodi apparentemente sconnessi uniti da uno scenario comune, una sorta di raccolta di short stories tenute assieme dalla contiguità delle vicende dei protagonisti. 28

Un'altra parte della critica, al contempo, considera la frammentarie-tà e la polifonia caratteristiche peculiari e necessarie per rendere al meglio il caos e l'imprevedibilità delle vite di una comunità, andando oltre la parabola di un singolo personaggio. 29

Non a caso, il valore dei testi di Welsh si misura con il contributo che ha fornito al canone letterario scozzese tramite l'introduzione di diverse tipologie culturali. Le opere hanno un certa importanza poiché si elevano a voce di una categoria che sembrava non avere avuto anco-ra modo di emergere dalle pagine di nessun romanzo. Welsh parla per la classe operaia e lo fa con il suo stesso gergo, dall'interno, senza giudicare o fornire indicazioni morali, anzi, rispettando e celebrando una diversità culturale attraverso l'utilizzo del dialetto come sovver-sione delle gerarchie classiste che stavano per instaurarsi nel prossimo futuro storico. La sua fiction non ruota attorno ad artisti solitari, la30 -voratori sfruttati, guidatori di autobus o insegnanti di scuola, bensì si focalizza su una generazione che non ha mai lavorato, che probabil-mente mai lo farà, fornendo una testimonianza di come il New Labour rimpiazzi una società fondata sul lavoro, con una basata invece sul consumismo e sul consumo: di eroina, nel caso di Trainspotting, di 31 ecstasy, nell'omonima raccolta di short stories, o cocaina, in Porno.

M. McGuire, “Welsh’s Novels”, p.19.

28

Ibidem, p.20.

29

G. Miller, “Welsh and Identity Politcs” in Berthold Schoene (ed.), The Edin

30

-burgh Companion to Irvine Welsh, 2010, p.89.

M. McGuire, “Welsh’s Novels”, p.21.

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In Marabou Stork Nightmares (1995) è ampiamente evidenziato la condizione poco definita della Scozia, tra vittima e carnefice dell'im-perialismo britannico. Protagonista è Roy Strang, cittadino di Edim-burgo, che giace in ospedale in stato comatoso in seguito a un tentati-vo fallito di suicidio effettuato con l'intento di autopunirsi dopo aver partecipato allo stupro di gruppo di una sua amica, Kirsty Chalmers. La narrazione è un viaggio allucinato e visionario che il protagonista compie durante la degenza, il cui unico obiettivo è quello di uccidere il marabù, uccello predatore, che rappresenterebbe l'incarnazione della violenza priva di scopo. Roy oscilla tra momenti di squilibrio dovuti al coma e ricordi di una infanzia vissuta tra il degrado e la miseria a Muirhouse, una permanenza temporanea in Sud Africa e le vicende come affiliato a una delle numerose casual degli Hibernians. 32

Welsh descrive l’apartheid in Sud Africa per accostarla al classismo di Edimburgo che egli ha vissuto. Gli Strangs, da emarginati in terra scozzese, trovano maggiore considerazione a Johannesburg, città in cui la discriminazione avveniva in base al colore della pelle e non per estrazione sociale:

Edinburgh to me represented serfdom. I realised that it was exactly the same situation as Johannesburg; the only difference was that the Kaffirs were white and called schemies or draftpaks. Back in Edinburgh, we would be Kaffirs; condemned to live out our lives in townships like Mui-rhouse or So-Wester-Hailes-To or Niddrie, self-contained camps with fuck all in them, miles fae the toon. Brought in tae dae the crap jobs that nae other cunt wanted tae dae, then hassled by the polis if we hung around at night in groups. Edinburgh had the same politics as Johanne-sburg: it had the same politics as any city. Only we were on the other side. I detested the thought of going back to all that shite. 33

La cultura casual è legata a quella degli hooligans, ma ne differisce per la ne

32

-cessità di utilizzare un vestiario meno appariscente in modo da non essere facil-mente identificati dalle forze dell'ordine.

I. Welsh, Marabou Stork Nightmares, London, Vintage Books, 2004, p.83.

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L'identificazione tra razza e classe è evidente: Welsh racconta le sofferenze di un gruppo per descriverne la vessazione da esso compiu-ta ai danni di un altro.

Oltre alla dicotomia razza/classe, il romanzo volge lo sguardo alla violenza come prerogativa maschile: non c’è volta che il padre di Roy non inciti il figlio affinché aggredisca il fratello Bernard, reo di essere troppo effeminato. In Sud Africa, lo stesso Roy è vittima di abusi ses-suali da parte dello zio. Una volta adulto, il tedio di una vita da tecni-co di tecni-computer è bilanciato da una stecni-cossa di adrenalina proveniente dalla violenza negli stadi. Alla fine del romanzo, lo stesso Roy, in un faccia a faccia con il suo datore di lavoro, capisce che questo eccesso di aggressività e brutalità non aveva come obiettivo gli stadi o la fa-miglia, ma la società capitalista.

Razzismo e omofobia sono il lato oscuro della classe operaia, ai quali va aggiunta una massiccia dose di patriarcalismo e misoginia, evidenti nell'episodio dello stupro subìto da Kristy, la quale, in seguito alla negata giustizia, decide di fare visita a Roy e di vendicarsi aspor-tandogli i genitali.

In Filth (1998), terzo romanzo di Welsh, sotto accusa indiretta sono le forze di polizia. Sullo sfondo del consueto cerimoniale poliziesco, il detective Bruce Robertson ha l'incarico di risolvere l'omicidio di Efan Wurie, giornalista ghanese. La particolarità del testo risiede in una sorta di doppia narrazione data dalla voce di un parassita intestinale che irrompe (anche tipograficamente) tra le pagine del testo. e si af-fianca a quella del protagonista-narratore, Robertson.

Robertson è il tipico anti-eroe welshiano. Lungi dall'essere il detec-tive carismatico che si potrebbe pensare, è piuttosto quanto di più ri-pugnate Welsh abbia potuto produrre: poliziotto corrotto, frequentato-re di prostitute, consumatofrequentato-re assiduo di cocaina, alcolista, tipo dalla moralità disturbata, misogino e razzista, assetato di potere e misantro-po. Con il corso degli eventi, si nota come Robertson utilizzi il suo ruolo di insospettabile come copertura, essendo lui stesso l'assassino

(17)

che cerca. Il racconto termina con il suicidio del protagonista, a sanci-re la finale sovrapposizione delle figusanci-re speculari di detective e ricer-cato, paladino della società e suo avversario.

Filth è un romanzo con il quale Welsh sperimenta nuove tecniche

narrative: la narrazione in prima persona di Robertson è sporadica-mente interrotta da quella del parassita che, a causa di uno stile di vita sregolato, cresce sia nelle viscere del protagonista, sia come secondo narratore, diventando la voce del suo 'io' interiore. Welsh sovverte il genere del thriller poliziesco per mettere in discussione l'integrità delle forze di polizia, e, allo steso tempo, studia le personalità multiple del 34 cittadino contemporaneo.

Con Glue (2001) si ritorna alla pluridiscorsività tipica di

Trainspot-ting. I protagonisti sono Billy Birrel, Andrew Galloway, Carl Ewart e

Terry Lawson, i quali avevano rivestito ruoli marginali nei romanzi precedenti. Come nel primo romanzo, il concetto di comunità risulta particolarmente accentuato: risiede già nel titolo, che allude all'unità e al desiderio di coesione sociale dei protagonisti, le cui storie – traccia-te parallelamentraccia-te – percorrono una linea traccia-temporale di circa quaran-t'anni, partendo dall'infanzia fino alle porte della mezza età, passando attraverso sconnesse storie adolescenziali.

Evidente è il cambio di prospettiva nella narrazione che, dall'intro-duzione dei personaggi in medias res di Trainspotting, qui diventa tra-dizionale, facendo del contesto storico il vero protagonista del roman-zo. I personaggi fungono, ancora una volta, da mezzo per descrivere i cambiamenti socio-politici avvenuti in Scozia dagli anni '70 in poi. 35

Glue è seguito da Porno (2002), sequel ufficiale di Trainspotting,

alla cui rosa di personaggi si aggiunge Nicky Fuller-Smith, giovane studentessa di letteratura. Il romanzo può essere considerato il ritorno a casa di Irvine Welsh e dei personaggi a cui è più affezionato. Infatti, anche Sick Boy e Renton fanno ritorno a Leith dopo anni vissuti

A. Kelly, Irvine Welsh, Manchester, Manchester University Press, 2005, p.153.

34

Ibidem, p.176.

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spettivamente a Londra e Amsterdam, proprio come il loro autore. Tuttavia, come ogni quartiere popolare, anche Leith è stata soggetta a quel processo di rivalutazione e snaturazione delle periferie, che dagli anni '90 ne ha cambiato i connotati, rendendole un luogo più adatto all'avanzante classe borghese. Contemporaneamente, anche l’atteg-giamento di Sick Boy e Mark Renton cambia, traendo vantaggi dal-l'imborghesimento progressivo della società post-industriale. Spud, invece, è in piena lotta con la riabilitazione e con il tentativo fallimen-tare di redigere un memoriale della stessa Leith, mentre Begbie, appe-na uscito di prigione, non mostra particolari difficoltà nei confronti dei cambiamenti in atto, continuando a vivere la consueta condizione di alcolista reietto e antisociale.

Il ritorno ai vecchi protagonisti è stato letto come un tentativo di Welsh di rimpinguare le sue casse, sfruttando la notorietà e la fortuna dei personaggi e dei luoghi di Trainspotting. Ciononostante, non biso-gna sottovalutare che la decisione di descrivere gli scenari dell'indu-stria del porno, da qui il titolo del romanzo, è l'ennesimo tentativo provocatorio dell'autore di evidenziare qualcosa di oscuro, di proibito, un tema su cui la letteratura seria non aveva ancora prodotto molto.

Porno descrive un altro oggetto di consumo, diventato virale a partire

dagli anni ’90: un oggetto permeato di voyeurismo maschile, di stru-mentalizzazione del corpo delle donne e consumo di droghe. 36

Nikki, da studentessa di larghe vedute, diventa attrice dei film per adulti prodotti da Sick Boy. Inizialmente descritta come una ragazza emancipata che pensa di manipolare gli uomini facendo leva sulla li-bido – credendo di ridefinire la sessualità femminile e come essa si relaziona con il mondo politicamente problematico della pornografia – Nikki prende coscienza di come sia complicato ottenere una stabilità socio-economica attraverso la prostituzione, la quale serve soltanto ad assecondare la richiesta di piacere altrui.

M. MacGuire, “Welsh’s Novels”, p.28.

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The Bedroom Secrets of the Master Chefs (2006) è il sesto romanzo

dell'autore. Ruota attorno alle vite parallele di Danny Skinner e Brian Kibby, due giovani ispettori di ristoranti presso il comitato comunale di Edimburgo. Giocando con il tema del doppio, Welsh descrive la natura opposta delle personalità dei protagonisti: Skinner è un alcoli-sta cocainomane affiliato alla casual degli Hibernian, mentre Kibby è una persona sobria e posata, che trascorre il tempo lontano dal lavoro facendo passeggiate con un club di escursionisti.

La morte del padre di Kibby rivela il legame tra i protagonisti, fra-telli di sangue misto. Come nei romanzi precedenti, anche in Bedroom

Secrets vengono descritte dinamiche comportamentali estreme e

vio-lente contornate da fenomeni mediatici, in questo caso l'ascesa verti-cale dei cooking show che hanno trasformato gli chef in personaggi dello star system. Il titolo si riferisce a un libro infarcito di racconti culinari e sessualità eccessiva che funge da vademecum per Skinner, tracciando le linee guida di una società contemporanea insaziabilmen-te viziosa.

Mosso da una forte gelosia e competitività, Skinner dà sfogo ad ogni sua frustrazione sulla persona di Kibby, il quale inizia a soffrire gli eccessi della sua controfigura malvagia. La fantasiosa trama incen-trata sulla personalità sdoppiata adottata da Welsh fornisce gli spunti adeguati per analizzare il grado di coinvolgimento dell'ambiente e del clima scozzese con l'abuso di alcol.

La narrazione, in questo caso lineare, avanza contemporaneamente alla necessità di Skinner di ricostruire le sue origini e ricongiungersi alla figura del padre, credendo che ciò fosse utile per spiegare la natu-ra dei suoi comportamenti sregolati.

Crime (2008) ritrova uno dei personaggi di Filth, il detective Ray

Lennox, in vacanza a Miami nel tentativo di alleviare lo stress causato da un caso di stupro seguito da omicidio e per riabilitarsi dalla cocai-na. Lennox si imbatte casualmente in due donne che, in preda all'inco-scienza causata dall'alcol, lo invitano ad una festa dove assiste a un

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nuovo tentativo di stupro. A subirlo è Tianna, la figlia di dieci anni di una delle due donne. Da qui, Lennox comprende di essere accerchiato da un manipolo di pedofili e si erge a tutore della ragazzina al fine di proteggerla a tutti i costi da loro.

Skagboys (2012) segna il terzo atto della saga inaugurata con Trainspotting e seguita da Porno. Seppur pubblicato nel 2012,

crono-logicamente è il primo episodio della trilogia, tant'è che affonda le ra-dici nel pieno degli anni '80. Il romanzo, abitato sempre dai giovani Renton & co, segna la prima tappa del viaggio che avvicina i ragazzi di Leith al vortice dell'eroina e del degrado, per allinearsi con le vi-cende narrate in Trainspotting. Irvine Welsh, in un’ intervista rilasciata poco dopo l'uscita di Skagboys, giustifica il rischio del terzo ritorno a dei protagonisti ormai noti al pubblico con ragioni prettamente affetti-ve, ritenendolo

[…]a personal thing. They're the first characters that I wrote and they're very close to me. I feel like I've kind of been each one of them, at different times in my life. I understand intimately the stuff that goes on with them, more so than other characters that I've written. […] Hopefully, I've not been Begbie. But I can identify a lot with the anger and the ener-gy of the different characters. They're partly me and partly people I've grown up with. It just all feels kind of entwined into the whole history and the whole fabric of me. It's great to go back to them. 37

Inoltre, sarebbe riduttivo considerare Skagboys solo come il flash-back utile a spiegare i motivi per i quali i protagonisti iniziano ad abu-sare dell'eroina, dal momento che – come afferma lo stesso autore

It's also important […] to see recurring themes in recent history, how we don't really seem to learn from the past, just make the same mistakes over and over again. There's a whole new band of people coming up tel-ling us that these policies, these socioeconomic policies that fucked things up 30 years ago are suddenly going to work and miraculously transform the place into a land of opportunity, which clearly isn't the case.

J. Chaplinsky, “Politics of the Past: Irvine Welsh Revisits the 80's with Skag

37

-boys”, in Lit Reactor, 18 Sept. 2012,

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I also thought it would be interesting to remind people, remind myself of what actually happened back in the 80's. What is still happening and what will continue to happen unless we try and be a bit more imaginative in economic and social policy. 38

Dunque, prendendo per buone le parole di Mark Renton, secondo il quale life can only be understood backwards, but it must be lived

for-wards, il tentativo di Welsh è chiaramente quello di rianalizzare il 39 quadro politico-culturale degli anni '80. Il governo di Margaret That-cher e gli scioperi dei minatori fanno da apertura al suo primo roman-zo “storico”, fornendo il background e i motivi di alcune scelte fatte dall'autore, mentre l'alba della tossicodipendenza fornisce uno spunto narrativamente accattivante e, al tempo stesso, coerente con la durezza e la violenza tipiche del resto delle opere.

La vasta produzione di Welsh si completa con The Acid House e

Ecstasy, due raccolte di short stories pubblicate rispettivamente nel

1994 e nel 1996. Già dai titoli, si evince come entrambe le opere striz-zino l'occhio alla cosiddetta rave culture, fenomeno di contro-cultura sviluppatosi intorno all'uso di droghe sintetiche che, da lì a poco, avrebbe coinvolto la gioventù d'oltremanica, modificandone attitudini e tendenze musicali.

La natura varia e frammentaria dello stile di Welsh, indicata dalla critica come poco adatta ai romanzi, trova ora, nel carattere episodico, tipico di questo genere letterario, espressione forse più compiuta. Alle classiche storie di sesso corrotto, allucinazioni indotte dall'uso di dro-ghe, alterazioni di coscienza e alcolismo, si affiancano storie di meta-morfosi kafkiane e di incontri divini e paranormali.

The Acid House, raccolta successiva a Trainspotting, comprende

ventuno episodi e un racconto finale. Le storie racchiudono il solito l'universo di luoghi e personaggi fissato in precedenza (al punto che Spud è il protagonista del racconto conclusivo), condito da vicende

Ibidem, https://litreactor.com/interviews/politics-of-the-past-irvine-welsh-revi

38

-sits-the-80s-with-skagboys

I. Welsh, Skagboys, London, Jonathan Cape, 2012, p.551.

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grottesche e surreali: la testa di un uomo mozzata, tenuta in vita da macchinari, e costretta ad assistere alla relazione extraconiugale intra-presa dalla moglie; una nonna che procura dosi al nipote eroinomane; la fantasiosa convivenza di Kim Basinger, Kylie Minogue, Madonna e Victoria Principal che si prodigano in commenti triviali in merito alle vite private e professionali dei propri colleghi; l'incontro che un ra-gazzo, reduce da una difficile giornata, ha avuto con Dio in un pub, il quale, per punirlo della sua vigliaccheria, lo costringe a vivere il resto della vita nel corpo di una mosca.

Shaun Whiteside descrive l'intera raccolta come

[…] sick, horrific, occasionally moving, and very funny. The stories are better than the novella, and the shorter forms allow Welsh free play to develop his narrative devices without showing off. 40

Ecstasy, la seconda delle due raccolte, si compone di tre episodi

distinti, “Lorraine goes to Livingstone”, “Fortune's Always Hiding” e “The Undefeated”, i quali tracciano dei contorni ancora più sordidi e degradanti rispetto al precedente Acid House.

Prendere una pasticca di 'E' è il punto di contatto tra le storie della raccolta. È un atto che libera le vite dei protagonisti dai limiti in cui si sono cristallizzate, proiettandoli al di là delle loro orbite sociali. Anco-ra una volta si tAnco-ratta di esponenti della working-class, una categoria che è obbligata a servire il capitale, più che lavorare: infermiere, ma-nager, scrittori, star della TV e spacciatori trovano nella rave culture gli ultimi barlumi di speranza per resistere alla società post-industria-le.

I temi emersi in questo breve excursus sulle opere di Irvine Welsh tornano con particolare evidenza nella sua opera capitale,

Trainspot-ting, alla cui analisi è fondamentalmente dedicato il resto di questo

lavoro.

S. Whiteside, “Street Smarts”, in New Statesman and Society, 1 Apr. 1994, p.

40

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2. Rottura con la tradizione e fuga per

l’indipendenza: vent’anni di storia politica

2.1. Skagboys: i figli dell’era Thatcher

Quasi atavicamente, la Scozia moderna ha visto le proprie stretta-mente legate alla politica impostata dall'Inghilterra in tutto il Regno Unito. Una sensazione che, prescindendo da ogni ideologia, ha portato gli stessi scozzesi a vivere come un popolo assoggettato a Londra, te-stimoni di una sorta di colonizzazione indiretta da loro sempre infrut-tuosamente combattuta. Gli stessi scozzesi che, pur coltivando una chiara e precisa identità geografica e culturale, non sono riusciti ad assicurarsi una completa indipendenza. Negli anni si è quindi svi41 -luppato un dibattito, tuttora in auge, tra il desiderio di autonomia fon-data su un governo che tagli il cordone ombelicale con l'Inghilterra, e la totale condivisione della legislatura di Westminster. 42

La voglia di indipendenza è culminata con la prima richiesta di de-volution tramite il referendum del 1979. All’epoca, il tentativo di au-tonomia fallì anche a causa di una clausola, inserita poche ore prima della chiamata alle urne, che imponeva il raggiungimento di un quo-rum del 40% degli aventi diritto. 43

A tal proposito, in brevi capitoli sparsi in Skagboys, numerati e inti-tolati Notas on an Epidemic, Irvine Welsh inserisce, di volta in volta, poche righe che tracciano sinteticamente le conseguenze della politica thatcheriana sulla vita degli scozzesi:

Notes on an Epidemic 1

At a national referendum on 1 March 1979, the people of Scotland voted by a majority to reinstitute a parliament. This would restore some

T. Nairn, Faces of Nationalism: Janus Revisited. London, Verso, 1997, p.187.

41

G. Farred, “Wankerdom: Trainspotting as a Rejection of Postcolonial?” in The

42

South Atlantic Quarterly, vol.103, n.1, Winter 2004, pp.215-216.

R. Morace, Irvine Welsh, London, Palgrave Mcmillan 2007, p.14.

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degree of sovereignty to their country, after almost three hundred years of undemocratically imposed union with England. George Cunningham, a Scottish, London-based Labour MP, put forward an amendment to the Devolution Bill, which rejigged the rules so that this parliament would not be automatically offered to Scottish citizens.

The Conservative Party, led by Margaret Thatcher, came to power in May 1979. With a meagre percentage of the Scottish vote, it was thus argued that they had no democratic mandate, but they steadfastly opposed and vetoed the setting up of the Edinburgh parliament. 44

Da questa discrepanza tra governati e governanti, consegue una forte crisi d'identità derivante, appunto, da una scarso senso di identi-ficazione che la popolazione scozzese nutre nei confronti dei propri rappresentanti che siedono nel Parlamento londinese. In Quaderni dal

Carcere, Antonio Gramsci definisce chiaramente questo fenomeno

politico con la teoria dell'interregno:

Se la classe dominante ha perduto il consenso, cioè non è più 'dirigen-te', ma unicamente 'dominan'dirigen-te', detentrice della pura forza coercitiva, ciò appunto significa che le grandi masse si sono staccate dalle ideologie tra-dizionali, non credono più a ciò in cui prima credevano ecc. La crisi con-siste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati. 45

Inoltre, nel periodo che va dal governo conservatore di Margaret Thatcher, seguito da John Mayor e concluso con il New Labour di Tony Blair, il riformismo alla base della struttura politica britannica – testimone dell'avvicendamento sulla scena elettorale sostanzialmente di due partiti, Tories e Laburisti social-democratici – venne gradual-mente distrutto. Come afferma David Cannadine:

Underlying this 'fall of class' on the Left in Britain is a broader change in the conventional vocabulary of political discussion and social percep-tion, namely, the shift from the traditional preoccupation with people as collective producers to the alternative notion of people as individual con-sumers. This was partly Margaret Thatcher's achievement, and she very

I. Welsh, Skagboys, pp.56-57.

44

A.Gramsci, Quaderni dal Carcere, Torino, Einaudi, 1975, p.311.

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much knew what she was doing. She attacked the trade unions, because the represented organized, collective, productive labor. She stressed the market, the public, the customer, and the individual, which undermined the language of social solidarity based on productive classes. […] As a result of her policies and her rhetoric, Thatcher thus went long way to-ward achieving her ambition of banishing the language of class from pu-blic discussion and political debate about the structure of British society. 46

Una politica, quella della Iron Lady, sublimata nella famosa frase

there is no such thing as society, ripresa dallo stesso Welsh nell'incipit

di Skagboys, con la quale anche l'idea di classe viene bandita come concetto politico.

Gli obiettivi della Thatcher, quelli di privatizzare le industrie e le aziende di stato e alleviare la pressione fiscale per le classi più ricche, hanno generato tre eventi cruciali nella storia politica britannica. Il primo fu la guerra nelle Falklands, promossa come ultima strategia 47 di un impero inglese che, dopo alla Seconda Guerra Mondiale, era da tempo sulla via del declino internazionale.

Alla simbolica vittoria nelle Falklands seguì un secondo evento particolarmente rilevante: in seguito all'annuncio della chiusura della miniera di Cortonwood – e di numerosi altri siti di estrazione del car-bone, con il conseguente licenziamento di oltre 20.000 operai – il sin-dacato dei minatori inglese indisse massicci scioperi a cavallo tra il 1984 e il 1985, che coinvolsero principalmente i lavoratori di Scozia e Nord Irlanda. Dopo quasi un anno di tensioni, le proteste cessarono, indebolendo la forza del sindacato e permettendo al Primo Ministro di consolidare la propria linea neoliberista.

Irvine Welsh fa rivivere la natura degli scontri a Mark Renton il quale segue il padre nel picchetto organizzato dai sindacati presso la miniera di Orgreave, cittadina non lontana da Sheffield:

D. Cannadine, Class in Britain, London, Yale University Press, 1998, p.14.

46

Conflitto combattuto nella primavera del 1982 che ha riannesso al Regno Uni

47

-to le Isole Falklands, arcipelago situa-to nell'Oceano Atlantico meridionale, al largo delle coste del sud dell'Argentina. Una dimostrazione di forza che ebbe come effetti un rinvigorimento dello spirito nazionalista inglese, rinforzando il governo di Margaret Thatcher.

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Suddenly a roar ay applause ripples through the crowd, as Arthur Scargill appears tae a rock star’s welcome, and the ‘Victory to the Mi48

-ners’ chant starts up. […] The mi-ners’ leaders, including Scargill, are up arguing wi the top coppers, telling them that we’re no getting tae stand where we fuckin well need tae, in order tae properly picket, n we’re pen-ned intae this field which is way too far fae the plant. 49

La narrazione continua per tutta la durata degli scontri che hanno visto coinvolto anche il giovane Renton, descrivendo la condotta vio-lenta delle forze dell'ordine nei confronti dei manifestanti, siano essi donne o anziani:

Maist people are wearing ordinary clathes, a few have thick donkey jaykits, but naebody has weapons tae protect themselves and when the polis attack, waving their batons, there’s mass panic among the strikers, as it aw goes oaf. Ah git hit oan the back, then the airm, which makes me feel sick, then smacked in the temple. The blows feel different tae bein punched or kicked, ye kin feel them daein damage under the skin, but the adrenalin is the best anaesthetic […] n ah’m standin, paralysed between 50

thought and action, just jammed, and an aulder copper looks at me, glan-ces at the younger polis, then barks right in ma face, ‘GET THE FUCK OUTTA HERE NOW, OR YOU’LL GET FUCKIN KILLED!’ 51

Dileguatosi dalla zona calda della protesta, tra l'ansia e la paura che sia accaduta qualcosa al padre, Renton si chiede

[…] how far up this goes; the Chief Constable, Home Secretary, That-cher … whether they gied the orders or no, they wir complicit. Anti-union laws and big pay rises for the polis when everybody else in the public sector’s dosh and conditions are getting cut back … the cunts fuckin pri-med them for this… 52

Il terzo provvedimento fondamentale del governo Thatcher riguar-da il varo, tra il 1989 e il 1990, della Community Charge, altresì nota

Arthur Scargill è stato leader del NUM (National Union of Mineworkers) dal

48

1981 al 2000. Attualmente è il capo del Partito Laburista Socialista. I. Welsh, Skagboys, p.17. 49 Ibidem, p.18. 50 Ibidem, p.19. 51 Ibidem, pp.22-23. 52

(27)

come poll-tax, imposta patrimoniale molto simile al testatico, riscos53 -sa in base alla popolazione e non al reddito e promulgato con lo scopo di rendere più autonome le amministrazioni locali. Tutto ciò generò una serie di scontri piuttosto aspri che, dalla Scozia, si propagarono fino a Londra, contribuendo alle dimissioni del Primo Ministro che furono presentate il 28 Novembre del 1990.

L’ostilità all’ideologia radicale è perpetuata anche dal successivo governo, anch'esso conservatore, di John Major, il quale, continuando sulla linea della Iron Lady, si mosse verso una classless society. Il go-verno del New Labour, promosso dal successivo Primo Ministro, Tony Blair, di estrazione laburista, sfruttò il lavoro dei predecessori per im-postare il cosiddetto Third Way Capitalism, basato su una politica economica dai benefici trasversali che prescindesse da vecchie ideolo-gie conservatrici o socialdemocratiche. 54

Da allora, il fatto politico di maggior rilievo per la Scozia è stato il secondo referendum del 1997. Grazie ad esso, la Scozia ha ottenuto il proprio parlamento, seppur il suo futuro e la sua vicenda politica ri-mangano ancora legati alle leggi promulgate a Westminster.

2.2. Trainspotting: oltre il nazionalismo

simbo-lico scozzese e i confini del Regno Unito

È in un contesto di oppressione e ineguaglianza – unite all'incapaci-tà dell'amministrazione locale di migliorare le sorti dei cittadini – che Welsh colloca la politica britannica. Soprattutto in Trainspotting e

Skagboys, egli ha come obiettivo quello di analizzare la condizione

patologica e fallimentare della società scozzese, dall’epoca thatcheria-na al capitalismo del New Labour come traspare in Porno.

Spesso utilizzato nel XIV secolo per tassare annualmente, senza distinzione di

53

sesso o di età, e in egual misura la popolazione per la sola ragione di appartenere a una comunità.

A. Kelly, Irvine Welsh, p.7.

(28)

Ambientato in paesaggi post-industriali, desolati e desolanti, di Leith, Trainspotting si pone come l'antitesi di ogni velleità romantica tipica del nazionalismo scozzese, lo stesso che ha motivato le esaltanti gesta di William Wallace rese poi famose da Mel Gibson in

Brave-heart. Anziché sottolineare la magnificenza dei paesaggi delle

Low-lands, e la poesia dei castelli medievali, Irvine Welsh rappresenta la Scozia come uno scenario grigio, ma non meno interessante;

Train-spotting dà voce ai reietti, a coloro che rifiutano la versione romanzata

del loro patriottismo, in favore di un caustico attacco nei confronti della Scozia stessa, oltre che dell'Inghilterra. 55

Nessuno si era fino ad allora spinto a ridicolizzare il desiderio di una Scozia indipendente come invece succede in Trainspotting. Per ricostruire il quadro storico che fa da sfondo a Trainspotting è oppor-tuno compiere un passo indietro e iniziare l'analisi da Skagboys, il quale, riportando il calendario storico-politico scozzese agli anni '80, consente una comprensione migliore delle dinamiche che hanno spin-to Renspin-ton e compagnia a condurre la loro vita da junkies.

Seguendo sempre la linea tracciata da Notes on an Epidemic, Welsh sembra voler utilizzare la cronaca come strumento per un maggiore coinvolgimento del lettore, permeando la sua fiction di elementi di plausibilità e verosimiglianza e, al contempo, rendendo la narrazione il quanto più possibile simile a un documentario che indaga sulle con-nessioni tra disoccupazione e consumo di eroina:

Notes on an Epidemic 2

UNDER THE LABOUR government of James Callaghan (1976–79), inflation and unemployment began to rise to post-war record levels.

The Conservative Party produced a zeitgeist election poster, featuring semi-dejected people waiting in a dole queue, with the slogan ‘LABOUR ISN’T WORKING.’

Following the election of Margaret Thatcher, in the spring of 1979, unemployment levels tripled from 1.2 million to 3.6 million in 1982, and would stay over the three million mark till 1986.

G. Farred, “Wankerdom: Trainspotting as a Rejection of Postcolonial?”, p.217.

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The same period saw an increase in the number of long-term unem-ployed to over one million.

It was estimated that thirty-five people were chasing one vacancy. […] Through all the political squabbling during this era, one factor remains incontrovertible: hundreds of thousands of young, working-class people in the UK had a lot less money in their pockets and a lot more time on their hands. 56

Abbandonata l'università, tornato a vivere con i suoi genitori, Mark Renton ricomincia a frequentare Spud, Sick Boy e Begbie, riempendo le giornate con il passatempo più in voga tra i disoccupati di Edimbur-go: appuntare i numeri delle locomotive della British Railways che passano dalla stazioni di Leith e Gorgie Central.

Abusare di droghe sintetiche, diventare alcolisti, compiere furti di poco conto e, più in generale, atti di microcriminalità, era sintomatico della decadenza socioeconomica di Edimburgo e della scarsa propen-sione di giovani come Renton a cercarsi un lavoro:

I’m a fucking trainspotter, Renton thinks, as he looks up and watches

a good train pass overhead. 57

È verso la fine di Skagboys, mentre i ragazzi di Leith si apprestano ad entrare di straforo in un deposito farmaceutico per rubare della morfina, che Renton prende per la prima volta coscienza della sua condizione di trainspotter e di ciò che significa. È una sorta di epifa-nia che gli consente di capire che stava diventando come quel senza-tetto che, all'inizio del romanzo, giudicava un wanker, come qualcuno che

he’s tae pride, tae politics. […] He’s been beaten tae a pulp by the system, and aw the parasite can dae is try tae scrounge offay people whae’ve goat the bottle tae fight back. 58

I. Welsh, Skagboys, p.165. 56 Ibidem, p.605. 57 Ibidem, p.11. 58

(30)

Una posizione, quella di Renton, identica alla categoria oggetto del suo disgusto. Capisce troppo tardi di essere stato fagocitato inconsa-pevolmente dalle spire del sistema voluto dalla Thatcher.

Lo stesso Welsh, intervistato dall'Herald, descrive la sua genera-zione come la prima ad essere stata scaricata e abbandonata a sé stessa dal governo, ammettendo che la droga sia stata per molti l'unica scap-patoia dalla noia e dalla depressione:

People need to do something. They need a void to be filled. If there's no work available, no outlet for their energy and creativity, they'll turn it on themselves because everybody needs compelling drama in their life, particularly when they're young. It gives them something to do, going out and looking for drugs. That's why it's different being a middle-class ad-dict. You've had some kind of education, you've got contacts. You've got something to actually come off the drug for. If you're living off a giro in a scheme, there is nothing there. What are you going to do when you come off drugs? You've no education, no money, no opportunities; nobody gives a toss about you. Why should you give a toss about yourself? 59

I ragazzi come Renton si ritrovano a fine giornata con il nulla in mano e senza la possibilità di compiere qualcosa di sensato; guardano il mondo passargli davanti sotto forma di locomotive e treni merci, di risse e siringhe molte volte infette, passatempi senza scopo, né tanto-meno divertenti.

Trainspotting mette il luce proprio il prodotto marcio del

thatcheri-smo. È un romanzo in cui l’ eroina rivela la sfiducia dei giovani e la loro disaffezione nei confronti di chi siede nelle stanze di Westminster. Il senso di inutilità che pervade le giornate dei ragazzi di Leith è assimilabile all’ atteggiamento di quasi tutti i cittadini scozzesi, ormai troppo passivi sudditi dell’Inghilterra. Renton esprime così questo punto di vista:

T. Jamieson, “I hated Thatcher, but I was one of the people who benefited. It

59

was a kind of liberation”, in The Herald Scotland, 23 April 2012, http://www.he- raldscotland.com/arts_ents/13055436._I_hated_Thatcher__but_I_was_one_of_-the_people_who_benefited__It_was_a_kind_of_liberation_/

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Fuckin failures in a country ay failures. It’s nae good blamin it oan the English fir colonising us. Ah don’t hate the English. They’re just wankers. We are colonised by wankers. We can’t even pick a decent, vibrant, heal-thy culture to be colonised by. No. We’re ruled by effete arseholes. What does that make us? The lowest of the fuckin low, the scum of the earth. The most wretched, servile, miserable, pathetic trash that was ever shat intae creation. Ah don’t hate the English. They just git oan wi the shite thuv goat. Ah hate the Scots. 60

Il passo è interamente percorso da descrizioni del rapporto conflit-tuale tra colonizzati e colonizzatori, ma trascende il vittimismo, esclu-dendo ogni volontà di distinguere la Scozia – e di conseguenza i suoi cittadini, descritti come the lowest of the fuckin low, the scum of the

earth – quale migliore rispetto a chi la ha politicamente “invasa”. È un

atto di denuncia nei confronti di uno stato pathetic, colpevole di la-sciarsi colonizzare da wankers e governare da arseholes; un’inettitu-dine, quella scozzese, estremizzata e aggravata perfino dall'incapacità di scegliersi 'una cultura sana e decente per farci colonizzare'.

Con una leggera forzatura, Farred afferma che Renton, esprimen-dosi in questi termini, non disdegni totalmente l'idea di una colonizza-zione alternativa, in qualche modo migliore, purché diversa da quella inglese, annichilendo, così, ogni speranza di indipendenza scozzese. 61

Continuando ad analizzare lo sfogo di Mark Renton, si potrebbe arrivare a considerare non soltanto i ragazzi di Leith come failures, ma con loro anche il resto della Scozia, tramutando così i giovani in me-tonimia ed emblema della nazione intera. Consegue, l'apatia autoin-dotta tramite la droga e la pigrizia derivante dalla disoccupazione col-lidono con la spavalderia e l'orgoglio di personaggi mitici e simbolici della forza patriottica della nazione, quali, ad esempio, William Wal-lace. Come osserva lo stesso Renton, la Scozia ora è diventato luogo di caccia politica popolato da gente poco attenta a ciò che accade realmente, preoccupata soltanto del loro tornaconto:

I. Welsh, Trainspotting, London, Vintage Books, 2004, p.85.

60

G. Farred, “Wankerdom: Trainspotting as a Rejection of Postcolonial?”, p.218.

(32)

Fuck the facts, these trivial things, they petty jealousies become part ay the mythology in a place like Leith, a place fill ay nosey cunts who willnae mind their ain business. A place ay dispossessed white trash in a trash country fill ay dispossessed white trash. Some say that the Irish are the trash ay Europe. That’s shite. It’s the Scots. The Irish hud the bottle tae win thir country back, or at least maist ay it. 62

Questa è la prova della relazione metonimica cui si accennava in precedenza; Renton allarga a tutta la Scozia l'incapacità, a quanto pare tipica di Leith, di avere a cuore le sorti della propria comunità, della propria nazione. È un continuo ricordare al lettore come l'essere scoz-zesi coincida con l'essere la feccia dell'Europa, incapace di promuove-re il riscatto sociale e sottrarsi alla condizione di subordinazione al-l'Inghilterra. Addirittura si manifesta un'ammirazione nei confronti degli irlandesi, ai quali spettava, secondo tradizione, lo status di ultimi nel continente, ma, in seguito alla conquista della parziale indipenden-za della loro isola, la Scozia li ha sostituiti come fanalino di coda nelle gerarchie internazionali.

Sul finire del secolo scorso, il thatcherismo ha svuotato la Scozia di ogni spinta vitale, ne ha minato l’orgoglio e l’identità politica, favo-rendo il senso di smarrimento che ha indotto molti ad assumere dro-ghe, ad annullarsi individualmente e in quanto comunità oltre che, come dimostra Renton, contemplare la fine della Scozia come nazio-ne. I ragazzi di Leith, abbandonati dalle istituzioni, sono stati lasciati 63 liberi di percorrere una strada che li ha portati all’autodistruzione. Da qui, quindi, deriva il totale senso di distacco che la Scozia prova nel confronti del Regno Unito, un regno che resta unito soltanto nelle in-segne dei vecchi pub di Londra, come quello in cui Renton si ferma a Hammersmith Broadway; da solo con la sua pinta, egli rimugina i pensieri di aspra critica nei confronti dell'imperialismo britannico che culmina con l'ennesima accusa all'ormai poco credibile orgoglio na-zionale scozzese:

I. Welsh, Trainspotting, p.204.

62

G. Farred, “Wankerdom: Trainspotting as a Rejection of Postcolonial?”, p.221.

(33)

The pub sign is a new one, but its message is old. The Britannia. Rule Britannia. Ah’ve never felt British, because ah’m not. It’s ugly and artifi-cial. Ah’ve never really felt Scottish either, though. Scotland the brave, ma arse; Scotland the shitein cunt. We’d throttle the life oot ay each other fir the privilege ay rimmin some English aristocrat’s piles. Ah’ve never felt a fuckin thing aboot countries, other than total disgust. They should abolish the fuckin lot ay them. Kill every fuckin parasite politician that ever stood up and mouthed lies and fascist platitudes in a suit and a smarmy smile. 64

Una repulsione che sembra essere viscerale piuttosto che ideologi-ca, dal momento che Renton si scaglia contro l'idea stessa di nazione, per la quale non nutre particolare interesse e che, al contrario, gli pro-voca quasi il disgusto. Senza il rischio di sbagliare, la nazione che oc-cupa il primo posto tra quelle da eliminare è indubbiamente la Scozia. Secondo Farred, Renton non vede alcun valore nella nazione-stato, simbolo di individualismo, di indipendenza, di emancipazione nei confronti del colonizzatore; l'antipatia che Renton riserva al progetto nazionalista scozzese nasce dal disprezzo nei confronti del mito della Scozia, della legenda delle Highlands che, oltre a essere inflazionato, risulta vetusto e sicuramente inefficace nella realtà contemporanea. 65

2.3. La fuga di Renton come metafora di

indi-pendenza

La soluzione, secondo Renton, è l'allontanamento da Leith, da Ox-gangs, da Gorgie e dai loro apparati culturali, in modo da staccarsi de-finitivamente sia dalla Scozia che dalla Gran Bretagna. L’occasione si presenta in seguito alla conclusione di un affare che vede Renton, Sick Boy, Spud, Begbie e Secondo Premio coinvolti nella vendita di un grosso carico di cocaina ad un tale Gilbert, spacciatore londinese. Ap-profittando di un momento di euforia derivante dalla buona riuscita

I. Welsh, Trainspotting, pp.242-243.

64

G. Farred, “Wankerdom: Trainspotting as a Rejection of Postcolonial?”, p.223.

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