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VOGLIAMO UN FUTURO PER LE AZIENDE ?

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Academic year: 2022

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Carica istituzionale

VOGLIAMO UN FUTURO PER LE AZIENDE ?

MARIO DEL VECCHIO Università degli Studi di Firenze

(2)

Gli elementi di un puzzle complicato

modelli di governance risorse

processi professionisti

bisogni e attese politica e

istituzioni

servizi

(3)

I modelli di governance

AMMINISTRAZIONE: coesistenza nel medesimo perimetro istituzionale di politica ed esecuzione, enfasi su command and control, le USL e il «governo tramite delibera»

AZIENDE: distinzione istituzionale tra indirizzo e attuazione, autonomia nella sintesi tra interessi diversi pur nel rispetto di un

"governo politico", governo indiretto tramite stimoli e orientamenti

IMPRESE PUBBLICHE: aziende pubbliche in un mercato (non necessariamente competitivo), le scelte tra orientamenti della proprietà ed esigenze mercato

MERCATO: separazione tra acquisto (committenza) e produzione (erogazione), produzione affidata al privato, il governo tramite

contratti

(4)

Perché il baricentro sulle aziende (ex post)

La politica deve essere meglio separata dalla gestione, è possibile (utile) un governo indiretto

Attese e interessi differenti devono essere contemperati, creazione di uno spazio di governo relativamente autonomo e accountable tra sistema/politica e processi produttivi (il management tra politica e professionisti)

Persone e processi complessi non possono essere governati

(orientati) solo attraverso gerarchia e meccanismi ma necessitano di management, identità e senso di appartenenza

Sistemi complessi hanno bisogno di responsabilità intermedie

(esplicite e legittimate) anche per garantire bilanciamento degli

interessi e accountability

(5)

Il grip back e la de-aziendalizzazione

Una tendenza diffusa (The Center Strikes Back):

reazione alla managerializzazione (NPM);

ripresa del controllo politico (primacy of politics);

esigenze rinvigorite dalla crisi.

Nei sistemi sanitari regionali:

aumento nella dimensione delle aziende, diminuzione del numero fino alle aziende regionali;

diffusione di entità (aziende?) intermedie anche a fini di governo;

vincoli e prescrizioni rispetto a stimoli e orientamenti.

Le idee (retorica) che hanno accompagnato il cambiamento:

l'intervento sui disegni (assetti) come risposta ai problemi (tutti);

le aziende come contenitori "neutri" per i processi produttivi;

le aziende e i DG come "costi della politica"

(6)

Le questioni aperte

Le riforme senza teoria (obiettivi):

come guidare la transizione;

come misurare e riflettere sui risultati.

Quando cessa il modello aziendale e torna l'amministrazione (preferibilmente rivisitata):

differenze tra aziende e sub regioni;

rapporti tra politica e amministrazione;

come assicurare il governo (amministrativo/professionale e non politico) delle lunghe catene tra centro e periferia;

come riaggiustare un equilibrio a tre livelli (stato, regioni, aziende) e transitare verso un equilibrio bipolare (stato, regioni)

(7)

Le questioni aperte

Se si vogliono mantenere le aziende:

come assicurare un grado sufficiente di autonomia e legittimazione;

come ripensarne la governance;

come differenziarne le forme a fronte della varietà di funzioni e dimensioni.

Sul terreno più strettamente aziendale:

isomorfismo organizzativo (es. il dipartimento in aziende significativamente più estese) e la necessità di un nuovo vocabolario;

il decentramento organizzativo (autonomia e responsabilità) e che farne del modello deliberativo (le decisioni formalizzate).

Sul terreno istituzionale e aziendale :

le collettività locali (quali) sono ancora legittimi portatori di interessi;

se lo sono, come garantire e produrre una sufficiente accountability delle aziende posto che una azienda è diversa da una partizione organizzativa (un bilancio è diverso da un report di contabilità analitica).

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