• Non ci sono risultati.

CITTA' DI MESSINA LAVORI DI REALIZZAZIONE DI UNA PISTA CICLOPEDONALE "LAGUNA DI CAPO PELORO" STUDIO IMPATTO AMBIENTALE REGIONE SICILIANA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CITTA' DI MESSINA LAVORI DI REALIZZAZIONE DI UNA PISTA CICLOPEDONALE "LAGUNA DI CAPO PELORO" STUDIO IMPATTO AMBIENTALE REGIONE SICILIANA"

Copied!
22
0
0

Testo completo

(1)

REGIONE SICILIANA

CITTA' DI MESSINA

PROVINCIA DI MESSINA

LAVORI DI REALIZZAZIONE DI UNA PISTA CICLOPEDONALE

"LAGUNA DI CAPO PELORO"

A3 STUDIO IMPATTO AMBIENTALE

Città di Messina

Piazza Unione Europea, 98122, Messina (ME)

R.U.P. Ing. Domenico Ruvolo

(2)

Sommario

1.PREMESSA ... 1

2.QUADRO AMBIENTALE ... 2

2.1 Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro ... 2

2.2 Ambito territoriale ... 2

2.3 Paesaggio Locale n. 1 Stretto di Messina ... 2

2.4 L’ambito di protezione speciale e interesse comunitario ... 3

2.4.1 ZPS “ITA030042 - Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello Stretto di Messina” ... 4

2.4.2 Caratteristiche generali del sito ... 9

2.4.3 Qualità e importanza ... 9

2.4.4 Vulnerabilità ... 9

2.4.5 Il SIC ITA030008 ... 10

3. PROGETTO ... 13

3.1 Circuito di progetto ... 13

3.2 Nodo A ... 15

4. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ... 16

4.1 Interferenze con il paesaggio e materiali di progetto ... 16

4.2 Interferenze relative al cantiere e gestione delle terre ... 17

4.3 Interferenze con le componenti abiotiche ... 17

4.4 Interferenze con le componenti biotiche ... 17

4.4.1 Flora ... 17

4.4.2 Fauna ... 17

4.5 Connessioni ecologiche... 18

4.6 Risultati della valutazione ... 18

5. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ... 19

(3)

1.PREMESSA

L’oggetto della presente procedura di verifica è il progetto di realizzazione del primo lotto della pista ciclopedonale “Laguna di capo Peloro”, così come previsto nell’ambito del PON CITTÀ METROPOLITANE 2014-2020: CITTÀ DI MESSINA, all’interno della scheda identificata dal codice progetto ME2.2.3b. Tale progetto nasce con l’obiettivo di collegare i villaggi Torre Faro e Ganzirri alla maglia urbana del trasporto pubblico locale, creando un’intermodalità tra bici e mezzi di trasporto pubblico gommato, al fine di disincentivare l’uso dei mezzi privati, a favore di quelli pubblici e alla diffusione della bicicletta come rapido, ecologico ed economico mezzo di trasporto. La procedura di verifica è rivolta a stabilire se il progetto considerato deve essere assoggettato a procedura di VIA, in accordo a quanto sancito dall'art. 20 del D. Lgs. 152/2006. Il sito di progetto si configura come un’ampia superficie all’interno del territorio del Comune di Messina. Quest’area è incastonata in uno splendido scenario marittimo, sulla cuspide nord-orientale della Sicilia, affacciata sullo Stretto di Messina. La laguna è composta da due specchi d’acqua: il Lago di Ganzirri (o Pantano grande), con superficie allungata a forma di otto e il Lago Faro (o Pantano piccolo), che ha una forma quasi circolare ed è situato più a nord rispetto al primo. Due canali permettono l’ingresso di acqua dal mare e vengono tenuti aperti o chiusi in base all’esigenza di ossigenare le acque, mentre un terzo canale lo collega al lago di Faro. Comunica col mare attraverso il canale Faro e il canale degli Inglesi.

Anticamente i laghi esistenti erano quattro. All’interno di un contesto di tale pregio, il progetto si pone come obiettivo quello di generare un nuovo circuito dedicato alla mobilità dolce, che ben si integri con il quadro naturale e urbanistico esistente.

Figura 1- Foto aerea del sito oggetto di intervento

(4)

Figura 2- Individuazione ambiti territoriali del PTSR

2.QUADRO AMBIENTALE

2.1 Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro

L’intervento in questione ricade all’interno della “Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro”, istituita nel 2001, le cui caratteristiche ambientali e paesaggistiche sono tra le più pregevoli dell’intero territorio comunale, ma sottoposte all’aggressione dell’inquinamento del traffico veicolare, particolarmente intenso nella stagione estiva per effetto del turismo balneare. Si tratta di un’area naturale protetta della Regione Siciliana, che occupa una superficie complessiva di 68,12 ettari e ricade sotto la gestione della Provincia di Messina.

2.2 Ambito territoriale

Le linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTSR) della Regione Siciliana, suddividono il territorio siciliano in ambiti territoriali, e per la delimitazione di queste aree sono stati utilizzati gli elementi afferenti ai sottosistemi abiotico e biotico, in quanto elementi strutturanti del paesaggio. L’Ambito 9 interessa l’area della Catena settentrionale afferente i Monti Peloritani e viene definito così come nelle Linee Guida del P.T.P.R., con lievi modifiche lungo suo confine ovest, adottate per uniformalo ai confini amministrativi dei comuni interessati per una più agevole lettura ed applicazione da parte degli Enti Territoriali. All’interno del confine dell’Ambito 9 è ricompreso l’intero territorio comunale di Messina. Il Piano paesaggistico dell’ambito 9 ha riconosciuto e definito i cosiddetti Paesaggi Locali in base ai fattori naturali, antropici e culturali che caratterizzano singoli settori territoriali, determinando un’identità morfologica, paesaggistica e storico-culturale unitaria, definita e riconoscibile. La Laguna di Capo Peloro appartiene al Paesaggio Locale n. 1 “Stretto di Messina”.

2.3 Paesaggio Locale n. 1 Stretto di Messina

Esso comprende il versante nord orientale della catena peloritana, e, conseguentemente, la beach rock di Capo Peloro e dall’omonima laguna, formata come già detto, dal pantano di Ganzirri e dal lago Faro che comunicano tramite antiche canalizzazioni artificiali, attraversando la zona umida (Piano Margi), dai terrazzi marini del pleistocene medio, per lo più presenti nell’area di Campo Italia, Faro Superiore, Sperone e dalle cave di calcare a polipai. Tra Capo Peloro e la zona portuale, la costa, bassa e sabbiosa sino alla foce del Torrente SS Annunziata, si articola in piccole cale per concludersi con la penisola di San Raineri, superata la quale, si trasforma

Figura 3- Identificazione del Paesaggio Locale n.1

(5)

in ciottolosa e rettilinea. La vegetazione nell’area sommitale è composta da vaste aree boschive demaniali prevalentemente formate da pinete. Nella fascia costiera Nord (ove è ricompresa punta Faro) sono presenti importanti endemismi messi a rischio dall’espansione edilizia incontrollata e dall’eccessiva proliferazione di lidi balneari. L’area urbana, costituita dalla saldatura del centro storico con i villaggi costieri, si sviluppa senza soluzione di continuità da Capo Peloro a Galati con la perdita delle connotazioni tipologiche ed urbanistiche originarie. Il Centro storico di Messina, sorto dopo il terremoto del 1908, riproponeva con il piano Borzì la giacitura urbanistica precedente adattandola alle esigenze della legge sismica che richiedeva strade ampie e tipologie edilizie con altezze rapportate alla larghezza dell’asse viario e comunque non più alte di tre elevazioni fuori terra.

Dopo la lunga pausa della prima guerra mondiale la ripresa edilizia arricchì la città di episodi architettonici ancora ispirati al Liberty, al neo classicismo ed in genere al repertorio italiano dei secoli passati, inframmezzati da sporadici ma interessanti interventi in stile razionalista, concentrati maggiormente nell’area portuale. Sotto il profilo urbanistico la città ricostruita, riproponendo la sua identità storica, gravitava integralmente sul mare e veniva delimitata a monte dalla cinta dei viali (circonvallazione) che si raccordavano con le fiumare Boccetta e Zaera definendone lateralmente il perimetro. Oltre questi limiti si sviluppavano i villaggi costieri e collinari ciascuno con la propria individualità storica e culturale. L’entroterra collinare della zona Sud è costellato da villaggi contadini sorti in età medievale lungo le aste dei torrenti. Differente è l’origine dell’area collinare nord, dove i nuclei rurali sorgono, di norma, su alture panoramiche e traggono principalmente origine da masserie a servizio di dimore signorili utilizzate per la villeggiatura. L’arredo verde cittadino che sino alla metà del XX secolo era un elemento distintivo della città, attraversata da una maglia ortogonale di larghe strade alberate, è quasi completamente scomparso e le poche alberature superstiti sono prive delle più elementari opere di salvaguardia. Il fronte mare cittadino è sconnesso dal centro urbano sia da interventi nell’area portuale, sia dalla realizzazione della rete tramviaria che, oltre a disturbare la percezione visiva dell’area costiera, in assenza di razionali opere d’attraversamento, ne ostacola anche la fruizione fisica. Grandi cave hanno raso al suolo le pendici collinari della riviera Nord con gravissimo danno al paesaggio percettivo caratterizzato da una forte configurazione geomorfologica e da emergenze naturalistiche, panoramiche, archeologiche. La sottostante litoranea è soggetta ad un’eccessiva pressione antropica che si concretizza in agglomerati edilizi edificati a ridosso dei villaggi che a loro volta stanno progressivamente perdendo le caratteristiche tipologiche originarie.

2.4 L’ambito di protezione speciale e interesse comunitario

L’area di intervento è interessata, nell’ambito della rete “Natura 2000”, sia dalla ZPS “ITA030042 - Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello Stretto di Messina” sia dal SIC “ITA030008 (Laghetti di Ganzirri)”

(6)

2.4.1 ZPS “ITA030042 - Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello Stretto di Messina”

Dal Formulario standard relativo a questa ZPS e dagli allegati di cui alle direttive “Habitat” e “Uccelli”

si ricavano le seguenti informazioni.

Codice identificativo: ITA030042 e ITA030008 Area (ha): 27.995,00 e 60,00

Regione bio-geografica: Mediterranea

(7)
(8)

..

(9)
(10)
(11)

2.4.2 Caratteristiche generali del sito

Imponente dorsale montuosa che dallo stretto di Messina si estende verso sud lungo la dorsale dei Peloritani. Nonostante il continuo disturbo antropico (disboscamento, pascolo, urbanizzazione, incendio, attività agricole, rimboschimenti, ecc.) quest’area conserva a tutt’oggi aspetti floristico vegetazionali di notevole interesse paesaggistico e naturalistico. Nella fascia costiera si rinviene, limitatamente ai substrati sabbiosi, un’associazione dei Malcolmetalia, rappresentata dall’Anthemido-Centauretum conocephalae, in Sicilia esclusiva di quest’area. Un’altra associazione molto peculiare a carattere termo-xerofilo propria del litorale di Messina è il Tricholaeno- Hyparrhenietum hirtae. Sono inoltre presenti, nell’estrema punta settentrionale, dei laghi costieri (Laghi di Ganzirri) di grande interesse naturalistico oltre che paesaggistico. Lo Stretto di Messina, per le peculiarità delle sue correnti, favorisce l’insediamento di biocenosi particolari e uniche in Mediterraneo, tra le quali spicca una prateria a Posidonia oceanica che si estende da Ganzirri a Messina.

2.4.3 Qualità e importanza

Il perimetro comprende aree che rivestono un’importanza strategica nell’economia dei flussi migratori dell’avifauna che si sposta nell’ambito del bacino del Mediterraneo. In particolare, la zona di Antennamare e lo Stretto di Messina, insieme allo Stretto di Gibilterra e al Bosforo, rappresentano le tre aree in cui nel Mediterraneo si concentrano i flussi migratori, soprattutto in periodo primaverile.

Dallo Stretto di Messina transitano infatti da 20.000 a 35.000 esemplari appartenenti a numerose specie di uccelli, soprattutto rapaci, alcune delle quali molto rare e/o meritevoli della massima tutela.

La dorsale dei Monti Peloritani offre inoltre possibilità di nidificazione a specie dell’avifauna rilevanti per la tutela della biodiversità a livello regionale e nazionale, quali Aquila chrysaetos, Falco biarmicus e Alectoris greca withakeri. Anche i laghi di Faro e Ganzirri offrono rifugio e opportunità trofiche alle specie in migrazione, in particolare agli uccelli acquatici, e per alcune di esse rappresentano anche dei significativi siti di nidificazione. Da non sottovalutare infine la particolare malacofauna di questi ambienti lacustri che ospita popolazioni talora molto differenziate ed esclusive di questo particolarissimo ecosistema acquatico. L’area riveste un notevole significato fitogeografico soprattutto per la presenza di specie rare o endemiche. Inoltre, vi sono circoscritte alcune associazioni vegetali molto peculiari e specializzate assenti nel resto dell’isola. I popolamenti a Laminariales, così come il popolamento a Cystoseira usneoides, presenti nello Stretto di Messina, sono molto particolari e tipici , legati alle intrinseche caratteristiche idrodinamiche di questo ambiente.

2.4.4 Vulnerabilità

L’ urbanizzazione molto elevata dei territori contermini sia alla dorsale di Antennamare che ai laghi di Capo Peloro determina fenomeni di frammentazione e isolamento degli habitat, inquinamento da scarichi fognari nei corpi idrici e un generale disturbo per tutta la fauna selvatica. Un ulteriore disturbo

(12)

2.4.5 Il SIC ITA030008

Il sito si estende per una superficie complessiva di 60 ettari, includendo dei laghi costieri di grande interesse naturalistico, oltre che paesaggistico, localizzati in prossimità di Capo Peloro, sullo Stretto di Messina. Floristicamente non presentano un particolare interesse, in quanto le piante che si insediano in questa area umida sono in massima parte abbastanza comuni nell'isola. Si tratta perlopiù di elofite, alofite e idrofite, che non costituiscono delle particolari associazioni a causa del forte disturbo antropico e del fatto che la fascia in cui si localizzano è piuttosto stretta e non consente il differenziarsi di cenosi. Il perimetro comprende aree che rivestono un’importanza strategica nell’economia dei flussi migratori dell’avifauna che si sposta nell’ambito del bacino del Mediterraneo.

Infatti, i laghi di Faro e Ganzirri offrono rifugio ed opportunità trofiche alle specie in migrazione, in particolare agli Uccelli acquatici, e per alcune di esse rappresentano anche dei significativi siti di nidificazione. L’area è interessata inoltre da un ampio flusso migratorio di Fringillidi, sia in periodo primaverile che autunnale. Dal punto di vista idro-geologico si tratta di un'area depressa con fondali rocciosi frammisti a limo e sabbia alimentata da acque marine attraverso dei canali di collegamento con la riva e da acque meteoriche. Sotto il profilo climatico l'area risulta interessata da un bioclima termomediterraneo subumido con precipitazioni medie annue intorno agli 800 mm e temperature medie annue di 18 °C. Da non sottovalutare infine la particolare malacofauna di questi ambienti lacustri, che ospita popolazioni talora molto differenziate ed esclusive di questo particolarissimo ecosistema acquatico. Per quanto riguarda gli habitat dell’Allegato I della Direttiva 42/93 CEE, nel territorio ricadono i seguenti (con l’asterisco sono indicati i “prioritari”):

- 1150*: Lagune - 1170: Scogliere

- 1310: Vegetazione annua pioniera di Salicornia e altre delle zone fangose e sabbiose - 1410: Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi).

(13)
(14)
(15)

3. PROGETTO

3.1 Circuito di progetto

Il progetto, descritto nella presente relazione, si pone come obiettivo quello di generare un nuovo circuito dedicato alla mobilità dolce, che ben si integri con il contesto naturale e urbano esistente.

Per raggiungere tale ambizioso traguardo, il punto di partenza è stata un’attenta analisi dei flussi di traffico di tutte le arterie interessate dal progetto, della presenza di pedoni, di poli di aggregazione, di lavoro, scolastici o turistici, dei tempi di percorrenza degli assi stradali (con differenziazione tra

(16)

giorni feriali e festivi), e dell’incidenza del traffico sulle tempistiche di attraversamento. Ciò è coadiuvato dalla categorizzazione delle strade del centro Messinese, in base a fattori quali:

ampiezza della carreggiata, senso di percorrenza, presenza di marciapiedi e di aree di sosta, ecc. I risultati derivati da questa preliminare fase di analisi, hanno imposto una diversificazione dei caratteri peculiari dei tratti che compongono il circuito di progetto. La schematizzazione di quanto dichiarato, è esplicitata nella Figura 4. La creazione di un percorso ciclabile permetterà, inoltre, la valorizzazione di un ambiente particolarmente importante dal punto di vista naturale, turistico, in quanto i villaggi a ridosso della laguna sono molto frequentati nei periodi estivi, e paesaggistico, poiché l’area si affaccia sullo splendido scenario dello Stretto di Messina e sui due pantani. Pertanto, il collegamento tra questi 3 grandi elementi paesaggistici e la loro valorizzazione, corrisponde a una premessa e a una volontà inderogabile del progetto qui esposto. Importante, infine, sottolineare che le scelte materiche ed estetiche, siano mirate al rispetto dei caratteri naturali, alla garanzia di sostenibilità e alla perfetta integrazione con l’esistente.

Il tracciato del percorso ciclopedonale di progetto consiste in:

- un tratto principale sul lungomare con corsia riservata, bidirezionale, separata dallo spazio destinato ai veicoli a motore da opportuno spartitraffico. Tale tratto si caratterizza per l’ulteriore separazione tra ciclisti e pedoni;

Figura 4- Circuito di progetto

(17)

- un più piccolo tratto del lungomare con corsia riservata, mono direzionale, separata dallo spazio destinato ai veicoli a motore da opportuno spartitraffico. Tale tratto si caratterizza per l’ulteriore separazione tra ciclisti e pedoni;

- una serie di tratti promiscui ciclabili e veicolari in cui saranno adottate solo misure di mitigazione del traffico veicolare attraverso il miglioramento della segnaletica verticale e orizzontale;

- due tratti destinati a percorso promiscuo ciclabile e pedonale. Uno di progetto, in sede propria, quindi separata dalla corsia per i veicoli a motore e uno esistente.

- integrazione del marciapiede esistente con nuovi tratti, sia a lato mare, sia lato monte, che si pongano in continuità con le caratteristiche estetiche e materiche già presenti;

- realizzazione di un nuovo spazio pubblico, dotato di pavimentazione ecologica e drenante, e di aiuole destinate a verde, che preserverà le alberature esistenti.

Il progetto pone una particolare attenzione anche all’aspetto materico. La maggior parte dei materiali scelti sono a basso impatto ambientale e di grande pregio estetico

3.2 Nodo A

Il piazzale previsto dal progetto (con superficie di circa 540 mq) risponderà alle esigenze di garantire agli utenti del circuito, e non solo, uno spazio di sosta, di rifornimento, e di socializzazione. Esso sarà caratterizzato da un ampio spazio con pavimentazione ecosostenibile, drenante e a colorazione

neutra (340 mq). A ciò si aggiungeranno una serie di aiuole destinate a verde, spazi per la sosta ela predisposizione di spazi per futura installazione di colonnine per la ricarica di bici elettriche, un sistema di fontane e uno spazio per eventuale futura attività commerciale o di ristorazione.

Figura 5- Nodo A

(18)

4. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

I comparti ambientali per i quali è ipotizzabile una interazione con i lavori e le strutture di progetto, sia in fase di cantiere, sia di gestione della centrale e di funzionamento a regime, sono i seguenti:

▪ Suolo e sottosuolo

▪ Acque

▪ Aria e clima

▪ Rumore

▪ Vegetazione

▪ Fauna ed ecosistemi

▪ Elementi paesaggistici/visivi

▪ Benessere e salute umana

▪ Viabilità locale

4.1 Interferenze con il paesaggio e materiali di progetto

I lavori, oggetto della presente relazione, non incideranno negativamente sul paesaggio, in quanto non determineranno ne aumento della volumetria complessiva dell’abitato, ne scavi di fondazione di elevata profondità. I colori e i materiali degli elementi di progetto, sono tali da legarsi e omogenizzarsi con l’esistente in maniera ottimale, senza comprometterne la bellezza, ma esaltandola. Una particolare attenzione va posta sui materiali che andranno a costituire il nuovo spazio pubblico in corrispondenza del nodo A. Oltre all’inserimento di nuove superfici destinate a verde pubblico, l’area di progetto conterrà un piazzale con pavimentazione naturale, ecologica, drenante, dalla colorazione neutra. La superficie drenante consentirà di mantenere il suolo sempre asciutto e sicuro, evitando i ristagni d’acqua. La pavimentazione non ingiallirà, poiché contiene leganti con filtri UV, che ne garantiscono una colorazione viva e naturale nel tempo. Anche per quanto concerne la stratigrafia delle piste ciclabili, sono stati selezionati materiali a basso impatto ambientale. Un’altra tipologia di pavimentazione drenante costituirà la parte più esterna e favorirà, con la sua composizione, il corretto deflusso delle acque (Sp. 10 cm), a questo strato seguirà quello di Tout venant di cava, costituito da ghiaie grosse alluvionali, di natura mineralogica prevalentemente calcarea, proviente da cave autorizzate, esso costituisce una struttura di fondazione ad elevata capacità portante (Sp.

10 cm). Mentre la stratigrafia del marciapiede è stata progettata come segue:

1. Pavimentazione in monostrato vulcanico, identico a quello utilizzato per il tratto di marciapiede esistente (Sp. 3 cm), il quale costituisce una pavimentazione antiscivolo per esterni. È composto in un unico corpo omogeneo pressato impiegando supercementi e granulati di marmi siciliani;

2. Massetto in calcestruzzo con rete elettrosaldata (20x20 cm);

3. Orlatura in pietrame calcareo (dimensioni 15 x 20 cm) con mini fondazione in cls ( dimensioni 10 x 25 cm).

(19)

4.2 Interferenze relative al cantiere e gestione delle terre

La realizzazione delle opere corrisponde ad un piccolo cantiere edile di breve durata ad emissioni molto ridotte, e prive di materiali o procedure di particolare polverulenza. All’interno del cantiere, per ottemperare alla realizzazione degli interventi, potranno essere utilizzati mezzi di modeste dimensioni, anche elettrici. Inoltre, non sono previste, al suo interno, attività che possano comportare un’alterazione significativa dei livelli acustici o di inquinamento dell’aria.

Infine, si prevede che sia attuata una corretta gestione delle terre provenienti dallo scavo. Il materiale prelevato verrà posizionato al bordo e preventivamente sottoposto ad operazioni di bagnatura.

4.3 Interferenze con le componenti abiotiche

La stabilità del terreno non sarà compromessa dai lavori in quanto i movimenti di terra saranno molto limitati. La natura dell’opera e la localizzazione del sito portano a escludere interferenze significative con corpi idrici, sia superficiali che profondi. Infatti, i lavori prevedono scavi di fondazione che avranno una profondità massima di 35 cm. Troppo superficiali per potere toccare eventuali acque di falda o influire sui canali che confluiscono nei due Pantani. Le opere di fognatura rendono praticamente nullo il rischio di contaminazione del terreno e delle falde acquifere. L’utilizzo del circuito ciclopedonale non comporta variazione delle caratteristiche climatiche (temperatura, composizione dell’aria, umidità, ecc.) del sito, anzi contribuirà a favorire l’utilizzo di mezzi ecologici, come la biciletta, riducendo il traffico dei veicoli a motore e le emissioni di gas serra.

4.4 Interferenze con le componenti biotiche 4.4.1 Flora

Si può affermare che:

- Non vi sarà alcuna sottrazione di vegetazione di pregio naturalistico;

- Non vi sarà alcuna alterazione nella composizione e nella struttura delle fitocenosi;

- L’emissione di inquinanti in atmosfera avrà effetti momentanei. Si tratta di composti quali monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo, (SOx), idrocarburi (HC), idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Questi composti potrebbero rallentare i normali processi vegetativi come la fotosintesi, l’accrescimento e la fioritura, ma, al cessare dell’attività di cantiere, in breve tempo si ripristineranno le condizioni originarie;

- Eventuali perturbazioni saranno di carattere temporaneo e comunque irrilevante. Si fa riferimento, nello specifico, al sollevamento di polveri, all’allontanamento di insetti pronubi (con minore probabilità di trasporto dei pollini), all’estirpazione di vegetazione annuale di tipo banale.

4.4.2 Fauna

L’area di intervento non riguarda in alcun modo uno snodo di passaggio per la fauna terrestre, poiché zona cittadina altamente urbanizzata. La scarsa presenza acclarata di animali appare plausibile,

(20)

quando si pensi che il micro-ecosistema è stato compromesso dall’uomo sia in modo diretto, che in modo indiretto (la presenza umana disturba e condiziona le abitudini degli animali, siano essi uccelli, mammiferi o altro, che preferiscono porre i propri rifugi in zone più tranquille). Per i motivi di cui sopra, pertanto, può valutarsi trascurabile il rischio di interferenza tra il progetto redatto e la fauna:

le uniche perturbazioni potranno consistere, nella fase di cantiere, nei rumori e nella presenza degli operai, entrambi limitati nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda la possibilità di interferenze con il flusso migratorio degli uccelli, anche in questo caso, la risposta non può che essere negativa per i medesimi motivi.

4.5 Connessioni ecologiche

L’orientamento della Commissione Europea sull’interpretazione di questo quesito non lascia dubbi:

gli unici habitat che bisogna prendere in considerazione sono quelli naturali; solo di questi l’Unione Europea ha interesse a promuovere la conservazione o il ripristino. Nel caso in esame non è lecito parlare di «habitat naturale», e di conseguenza non è da porsi neanche il problema relativo al pericolo di una sua frammentazione, poiché la superficie sottratta percentualmente non incide che in alcun modo sulla superficie totale del SIC e della ZPS, e perché il progetto non prevede l’innalzamento di nuovi muri o aumento di volume edificato.

4.6 Risultati della valutazione

Gli impatti generati dagli interventi sui comparti ambientali sono stati classificati secondo una scala di entità basata sulla capacità di naturale recupero o sulla necessità di interventi esterni di mitigazione /compensazione.

Matrice di impatto ambientale

Comparto ambientale Impatto Opere di mitigazione Impatto residuo

Suolo e sottosuolo

Realizzazione pavimentazione permeabile, naturale, ecologica : impatto lieve

Impatto nullo

Acque Impatto nullo Impatto nullo

Aria e clima Produzione polveri in fase di cantiere: impatto lieve

Sistemi di lavaggio pneumatici;

Pulizia stradale.

Impatto nullo

(21)

Rumore

Produzione di rumore in fase di cantiere: impatto lieve

Attenuazione dei rumori del traffico veicolare:

Impatto positivo

Schermature antirumore;

Utilizzo di mezzi gommati;

Gestione degli orari e delle modalità di transito mezzi.

Impatto nullo

Vegetazione

Mantenimento delle alberature presenti:

Impatto positivo Aumento di superficie destinata a verde: Impatto positivo

Aggiunta di nuove

alberature: Impatto positivo

Impatto positivo

Fauna Impatto nullo Impatto nullo

Elementi paesaggistici/

visivi

Riqualificazione del lungomare: Impatto positivo

Riqualificazione Nodo A:

Impatto positivo

Impatto positivo

Benessere e salute umana

Utilizzo materiali ecosostenibili: impatto positivo

Incentivazione all’utilizzo di mezzi di trasporto ecologici : impatto positivo

Impatto positivo

Viabilità locale

Presenza mezzi di cantiere: impatto lieve Disincentivazione dell’uso del mezzo di trasporto privato: impatto positivo Decongestione del traffico:

Impatto positivo

Impatto positivo

5. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare: https://www.minambiente.it/pagina/schede- e-cartografie

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare: https://www.minambiente.it/pagina/rete- natura-2000

Regione Siciliana: http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/bca/ptpr/lineeguida.htm Regione Siciliana:

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/bca/ptpr/documentazioneTecnicaMessina2019.html

(22)

Capo Peloro Riserva Naturale Orientata di Sicilia: http://www.riservacapopeloro.com/la-riserva/

WWF SICILIA NORD OCCIDENTALE ODV: https://www.wwfsicilianordoccidentale.it/riserve/siti-interesse- comunitario-sicilia/

Riferimenti

Documenti correlati

La Fondazione “Distretto Turistico Sicilia Occidentale - Distretto Turistico della Regione Siciliana”, con il presente avviso pubblico, intende acquisire manifestazioni

La situazione batimetrica e le caratteristiche morfologiche del fondo marino sono riportate nella tav.3, ripresa dalla Carta dell’Istituto Idrografico della Marina alla

Il progetto prevede che, a causa delle problematiche evidenziate nello stato di fatto, nella parte terminale della Via Primo Palazzo, il marciapiede lato monte, si riduca in

Allegato 3.10.2d Emissioni in acqua (alla capacità produttiva) Allegato 3.10.2e Contratti con i gestori impianti di trattamento reflui Allegato 3.10.3a Fonti di emissione

Per il dimensionamento della condotta di fognatura in pressione è necessario calcolare le perdite continue e localizzate che si verificano lungo il suo tracciato in

Per la definizione dello stato di qualità dei corsi d’acqua presenti nell’area di studio e direttamente interessati dalla realizzazione della nuova bretella

Come si diceva, Fornero evita ragionamenti paludati e desume il diritto di morire dal valore del paziente come persona, centro a se stesso, ricostruendo, alla luce della

Studio di fattibilità per la creazione di un nucleo di supporto alla costruzione di progetti