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Innovazione – Pag.18 1 dicembre 2008

INTERVISTA CON GIULIANO MURGIA PRESIDENTE DI SARDEGNA RICERCHE

Impresa e tecnologia, così la Sardegna può competere nel mercato globale

I risultati finora ottenuti sono buoni: ora gli obiettivi sono quelli di spendere i fondi europei secondo i termini prestabiliti e portare sempre avanti lo cultura di avvicinamento dell'imprenditoria alla tecnologia e all'innovazione, indispensabili per competere nel mercato globale.

Giuliano Murgia è il presidente di Sardegna Ricerche, l'organo creato dalla Regione nel 1985 con il nome di "Consorzio Ventuno". Un nome diverso, ma lo stessa mission di promozione della ricerca e del trasferimento tecnologico e nello sviluppo dell'economia della conoscenza, nonché una attività di "intermediazione" e consulenza alle imprese che vogliono "svoltare", attraverso i numerosi bandi pubblici dedicati ai più vari settori dell'economia sarda.

Sardegna Ricerche si avvale di una struttura operativa che ha lo sede principale nel Parco tecnologico, a Pula, in provincia di Cagliari. Sono inoltre presenti uffici a Nuoro presso l'Ailun e a Iglesias presso l'AUSI, Associazione per l'Università del Sulcis Iglesiente. Il Parco tecnologico ha anche una sede ad Alghero gestita dalla società Porto Conte Ricerche. Per il presidente Murgia il primo impegno professionale preciso è stato quello di animatore culturale alla Società Umanitaria di Cagliari, poi c'è stato l'impegno nella formazione sindacale della FLM nazionale (sindacato metalmeccanici). Per tre anni ha diretto il sindacato in Emilia, e dopo il suo ritorno in Sardegna nel 1993 ha lavorato in CGIL come membro della segreteria regionale prima e come segretario poi. È stato assessore all'Industria e ha poi svolto attività di consulenza e supporto per progetti di innovazione. "In CGIL sono stato uno dei propugnatori di una nuova idea di ‘nuova qualità dello sviluppo’ che partisse dall'innovazione e il sostegno alle attività di ricerca e di alta formazione, già nel 1985-86".

Si potrebbe fare di meglio in Italia e in Sardegna per quanto riguarda le risorse destinate alla ricerca, all'Università, all'innovazione tecnologica?

Intanto va detto che il tema dell'innovazione e della ricerca ha visto crescere lo sua importanza nel tempo, nel senso che lo globalizzazione ha fatto sì che anche in Sardegna, come in tutto l'Occidente, lo competitività sulla base della riduzione dei costi sia diventata sempre più difficile,per cui o si smette di fare certe attività e si va a farle in

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Paesi a basso costo, o si cerca di affinare lo produzione in modo tale da avere un incremento di valore delle merci e dei servizi tale da compensare il più alto costo dei fattori di produzione qui da noi.

L'impegno per lo formazione e l'innovazione non è un optional, ormai è diventato una necessità per la sopravvivenza delle imprese. L'Italia investe poco nella ricerca, lo Stato investe poco e l'impresa pochissimo, e questo è uno dei più grossi problemi, confermato da tutti gli indici europei. Bisogna distinguere tra spese per lo ricerca e spese per l'innovazione: in teoria in Sardegna si può fare innovazione anche senza fare ricerca, perché l'impresa sarda può attingere tutto il sapere che c'è in tutto il mondo, è indifferente cioè per una impresa che una nuova tecnologia venga da Boston, da Quartucciu o da Monserrato.

Quindi c'è il tema di mettere le imprese sarde allo stesso livello dei loro competitori esterni dal punto di vista delle tecnologie e quello di investire su alcuni elementi peculiari di ricerca in Sardegna per risolvere dei particolari problemi. come quello di malattie autoimmuni come diabete, sclerosi multipla, talassemia, per le quali i ricercatori. hanno raggiunto livelli di eccellenza notevoli rispetto al resto del mondo. In altri casi, possono essere problemi specifici della nostra regione, come ad esempio il ripristino ambientale della miniere dimesse, e qui il trasferimento tecnologico non basta, ma si tratterebbe di sviluppare lo ricerca per trovare soluzione adeguate.

Ci sono poi i settori come l'ICT,che sono a livello avanzato nella nostra regione, come Tiscali. In questo caso è utile sviluppare lo ricerca per creare nuovi prodotti che aumentino lo competitività.

E per quanto riguarda invece le piccole e medie imprese di dimensioni e anche possibilità inferiori a quelle di Tiscali, quali sono le loro disponibilità a spendere parte delle loro risorse in innovazione tecnologica e che risposte ha Sardegna Ricerche sul territorio rispetto alle sue proposte e i suoi bandi?

C'è un problema di scarsa domanda di innovazione, credo dipenda un po' dalla dimensione dell'impresa sarda e un po' anche da una certa diffidenza: si pensa forse che intraprendere lo strada dell'innovazione tecnologica sia più complicato di quanto non sia, che i costi siano eccessivi. In realtà, se ben congegnata, lo quota di co-finanziamento che spetta all'impresa è abbastanza bassa e può essere in larga misura anche fornita in natura: l'attrezzatura, il tempo dei dipendenti ecc.. Qui ci sono una serie di attrezzature e di esperti, quelle che noi chiamiamo le piattaforme tecnologiche, cioè laboratori che forniscono alle imprese servizi di innovazione e di ricerca a costi veramente bassi e con

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un atteggiamento molto collaborativo e partecipativo. Inoltre l'attività di ricerca spesso coincide con una alta formazione dei dipendenti dell'impresa.

lo riscontro un fatto curioso: la propensione all'innovazione è quasi più diffusa nei settori più tradizionali che non in certe aree manifatturiere o metalmeccanico. Ci sono progetti di ricerca nel settore della vitivinicoltura, nel lattiero caseario e anche nel settore edile per quanto riguarda, ad esempio, il risparmio energetico. Fino a qualche anno fa il fatto di essere un'isola poteva essere un elemento di protezione dalla concorrenza, mentre oggi non ci sono più nicchie protette, per cui bisogna imparare a nuotare in mare aperto.

Cosa deve fare una impresa che vuole rivolgersi a Sardegna Ricerche per una consulenza o un aiuto?

Ci sono diversi livelli di rapporto con le imprese: ci sono delle attività di servizio, forme di partecipazione, delle attività di studio e ricerca su filoni specifici sulla base di valutazioni nostre e della Regione e sul confronto delle organizzazioni imprenditoriali. Si tratta dei cosiddetti progetti cluster: le imprese vengono invitate a partecipare ad attività collegiali nelle quali si affrontano i problemi di un determinato settore e si ricorre a competenze esterne. Normalmente, l'impresa che desidera sviluppare un suo filone di ricerca particolare lo fa in proprio, anche perché non deve condividere le sue strategie e i suoi prodotti con gli altri. Per cui si ha una assistenza individuale. L'impresa che tiene d'occhio il nostro portale trova una serie di filoni di sviluppo interessanti. come le biotecnologie o il riciclo delle scorie industriali. Poi ci sono, periodicamente, i bandi di ricerca: ad esempio nell'ICT,nelle energie rinnovabili. C'è stato un grosso bando "de minimis" rispetto al quale ci sono un'ottantina di progetti ancora in corso. Oggi possiamo stimare in 120-140 i soggetti impegnati a vario titolo in qualche attività di ricerca nella nostra regione. Ci sono poi dei settori molto specializzati che riguardano il sostegno agli spin-off universitari e accademici, o i bandi per le imprese innovative di giovani laureati. con una trentina di progetti già approvati.

In quale proporzione i fondi europei, nazionali e regionali concorrono alla organizzazione e gestione di queste attività?

In generale cerchiamo di considerare i nostri fondi di dotazione come fonte di co- finanziamento. Direi che secondo una stima prudente il rapporto è di un terzo di fondi regionali reperiti in Sardegna, e due terzi recuperati sul mercato, fra fondi europei e nazionali del Ministero e fondi dei privati.

Stiamo investendo molto sulle attrezzature e le piattaforme tecnologiche perché entro dicembre dobbiamo riuscire a spendere i fondi del vecchio POR, ma comunque in futuro,

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nonostante l'uscita dall'Obiettivo l, ci saranno delle risorse notevoli. Sono abbastanza ottimista perché vedo segnali nuovi nelle imprese e l'interesse dei giovani imprenditori, e nelle stesse organizzazioni di categoria come la Confindustria il livello di interlocuzione è molto interessante, così come il rapporto con l'Università.

Quali le prossime iniziative a breve scadenza?

Per Sardegna Ricerche le prossime scadenze tecnico-amministrative saranno quelle relative alla gestione della nuova legge sulla ricerca in Sardegna e l'avvio di un Piano specifico, e la programmazione comunitaria. Sardegna Ricerche inoltre in ottobre parteciperà alla V edizione di Bioforum2008 a Milano, e allo ZeroEmission Rome 2008, l'evento internazionale dedicato alle energie rinnovabili, oltre che allo SMAU2008 e al Cebit di Hannover nel 2009.

(F.M)

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