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7.2d Risultati complessivi tra i siti
Confrontando i risultati medi ottenuti sulla base dei valori numerici assegnati alle varie entità dei danni nei differenti siti, otteniamo la seguente rappresentazione grafica. I seguenti grafici riporteranno in ascissa il numero relativo alla giornata del sopralluogo (1s.= primo sopralluogo; 2s.=secondo sopralluogo; ecc.), mentre in ordinata i valori corrispondenti all’entità del danno (compresi tra 0 e 4).
Il grafico seguente (fig. 29) mostra l'entità dei danni ai muri a secco nei siti oggetto di studio.
Fig.29 Evoluzione dei danni ai muri a secco nei 3 ecosistemi
Innanzitutto è possibile osservare come nell’ecosistema boschivo 'C' non erano presenti danni ai muretti a secco in quanto l’ecosistema boschivo non presentava superfici terrazzate.
Inoltre risulta evidente come dal primo spralluogo in poi nell'ecosistema oliveto 'B' i danni causati ai muretti a secco siano rimasti costanti fino al terzo controllo in cui era avvenuto il ripristino da parte dell'uomo.
1s. 2s. 3s. 4s. 5s. 6s. 7s. 8s. 9s. 10s. 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 Ecosistema A Ecosistema B Ecosistema C
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Nel caso dell'ecosistema vigneto 'A' i danni sono progressivamente aumentati nel tempo, non a causa della presenza del cinghiale, ma per l’azione delle acque meteoriche che trovano in questi varchi creati lungo i muri a secco, dei percorsi di scorrimento preferenziali.
Il grafico (fig.30) mostra l'evoluzione del danno causato dal sentieramento.
Fig.30 Evoluzione dei danni da sentieramento nei 3 ecosistemi
Il grafico mette in evidenza come i danni da sentieramento non superino mai il valore 2 sia nell'ecosistema A che B, anche però come inentrambi gli ecosistemi non si assista al fenomeno di ripristino del danno,e risultino assenti danni di tale tipo nell'ecosistema C. Il terzo grafico (fig.31) mostra i danni causati dal grufolamento nei tre ecosistemi.
1s. 2s. 3s. 4s. 5s. 6s. 7s. 8s. 9s. 10s. 0 0,5 1 1,5 2 2,5 Ecosistema A Ecosistema B Ecosistema C
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Fig.31 Evoluzione dei danni da grufolamento nei 3 ecosistemi
Si può vedere come i danni da grufolamento siano stati presenti in tutti gli ecosistemi, ma con andamenti diversi.
Nel caso dell’ecosistema A la superficie grufolata è presente solo nei primi due controlli, in quanto la nascita degli inerbimenti ne ha impedito il rilevamento. Lo stesso andamento avviene nell’ecosistema B, dove però nell’ultimo controllo vi è un aumento notevole di questa tipologia di danno al suolo.
Nell’ ecosistema C abbiamo una progressiva riduzione dei danni visibili da grufolamento, per una rinascita costante delle specie erbacee ed arbustive presenti nel sottobosco.
Il grafico mostra l'evoluzione dei danni causati alle specie arboree (fig.32). 1s. 2s. 3s. 4s. 5s. 6s. 7s. 8s. 9s. 10s. 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 Ecosistema A Ecosistema B Ecosistema C
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Fig.32 Evoluzione dei danni alle specie arboree nei 3 ecosistemi
Dal grafico si nota chiaramente come questo tipo di danno riguardi prevalentemente l'habitat preferito dal cinghiale, il bosco, in quanto tale danno è fortemente correlato al numero degli animali e al tempo di permanenza. Tali danni riscontrati hanno tempi di ripristino molto lunghi, ecco perchè si assiste ad un istogramma con barre costanti. Il ripristino naturale è possibile solo se tali danni non sono molto gravi e vi sia un’assenza degli animali per un luogo periodo Nel caso dell'oliveto invece questo tipo di danno non è stato mai evidenziato durante tutto il periodo sperimentale tranne durante l'ultimo controllo, dove l’ecosistema è stato visitato a lungo dai cinghiali.
I dati nel loro complesso confermano quanto già osservato nei risultati riguardanti i singoli siti: la necessità del ripristino antropico dei muretti è di fondamentale importanza come unico metodo di contenimento del danno; la difficoltà e i tempi molto lunghi del ripristino ambientale, nel caso dei danni causati dal sentieramento e dallo scortecciamento. Per i danni da grufolamento presenti in quesati ecosistemi, si può affermare che risultino più facilmente ripristinabili perché il suolo ha subito solamente una sorta di ‘aratura’ pertanto mantiene inalterate le proprie capacità rigenerative della vegetazione. 1s. 2s. 3s. 4s. 5s. 6s. 7s. 8s. 9s. 10s. 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 Ecosistema A Ecosistema B Ecosistema C