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Cap 2 2.1. Janie and Sula: “Women on the Edge of Possibility”

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Academic year: 2021

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Cap 2

2.1. Janie and Sula: “Women on the Edge of Possibility”

In TEWWG e in Sula le autrici condividono l’interesse nella raffigurazione realistica della donna nera all’interno della società dominata dal razzismo e dal sessismo: in entrambi i romanzi viene rappresentato il conflitto tra l’affermazione individuale femminile e la subalternità all’uomo. Diana Matza sottolinea l’affinità tra Hurston e Morrison nella raffigurazione del ruolo di antagonista della comunità nei confronti di Janie e di Sula:

“[..] among Black writers Morrison is doing something new; yet we have only to look to the Harlem Renaissance to find another Black woman writer, Zora Neale Hurston, also writing a novel above social realism and ‘writing about race and women symbolically.’ Both writers share an interest in women, what they are, what they can be, and what they need; and in the role of the community as a moral evaluator.”1

In Sula, Morrison ritrae un quadro della società americana dagli anni Venti ai Sessanta del Novecento: a causa della discriminazione razziale, le opportunità lavorative riservate alla comunità nera erano molto limitate. Le donne erano destinate alle mansioni di domestica e di bambinaia a servizio dei bianchi: per sopravvivere l’unica alternativa possibile era la prostituzione. I personaggi femminili presenti nei romanzi appartengono a queste categorie: in TEWWG Nanny diventa una bambinaia dopo aver lavorato precedentemente come domestica in condizione di schiavitù,

1Matza, D., “Zora Neale Hurston’s Their Eyes Were Watching God and Toni Morrison’s Sula: A

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mentre la figlia Leafy, dopo una breve carriera come insegnante, si prostituisce e abbandona la figlia. Nel corso del romanzo, primaJanie affianca la cura della casa al lavoro nei campi e in seguito si occupa dell’emporio di alimentari di proprietà del marito. Negli Everglades aiuta il marito nella coltivazione delle piantagioni della concimaia. In Sula Nel ed Eva lavorano come domestiche, mentre Hannah e Rochelle intraprendono la strada della prostituzione.

Janie e Sula raffigurano la donna “on the edge of possibility”:2 entrambe sfidano gli stereotipi di madre e di angelo del focolare tradizionalmente associati alle donne nere all’interno della letteratura afroamericana. Le protagoniste ambiscono alla realizzazione personale, nonostante vengano scoraggiate dalle nonne e dalla società in cui vivono: sin da bambina, Janie sogna di esplorare il mondo fino all’orizzonte e si interroga sul futuro che la aspetta: “She was seeking confirmation of the voice and vision, and everywhere she found and acknowledged answers. A personal answer for all other creations except herself. She felt an answer seeking her, but where? When? How?” (TEWWG, p. 15). La protagonista non si accontenta della vita scelta per lei da Nanny e rifiuta la sicurezza economica che il matrimonio con Logan le garantisce. In Morrison la protagonista decide di partire alla ricerca di un’alternativa al ruolo di moglie al quale sono destinate le donne di Medallion: durante dieci anni di assenza Sula frequenta il college e viaggia in vari paesi, vivendo in grandi città, tra le quali New York. Dopo il ritorno nella cittadina d’infanzia si intuisce dalle sue parole che le ambizioni della donna non si sonoconcretizzate:

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Nel was one of the reasons she had drifted back to Medallion, that and the boredom she found in Nashville, Detroit, Diego. All those cities held the same people, working the same mouths, sweating the same sweat. The men who took her to one or another of those places had merged into one large personality: the same language of love, the same entertainments of love, the same cooling of love. (Sula, p. 120)

Oltre a Janie e a Sula, anche Nel esprime il desiderio di affermare se stessa e di ribellarsi ai tentativi della madre di frenare ogni sua ambizione: il controllo di Helene è raffigurato dall’abitudine della bambina a stirare i capelli e a indossare una molla per stringere il naso considerato troppo largo. Anche in Sula come in TEWWG, il modello di bellezza femminile è rappresentato dalle donne bianche: Helene condivide con Mrs. Turner il disprezzo per i tratti tradizionalmente associati alla cultura afroamericana. Nel romanzo di Hurston il naso e i capelli ricci vengono associati all’inferiorità razziale nelle parole della donna: “Look at me! Ah ain’t got no flat nose and liver lips. Ah’m a featured woman. Ah got white folks’ features in mah face.” (TEWWG, p. 190)

In The Bluest Eye,3 Morrison descrive le conseguenze distruttive derivanti dal

modello di bellezza femminile attraverso la storia di Pecola Breedlove, la donna di colore che sogna di avere gli occhi azzurri come Shirley Temple.

Nel romanzo di Hurston, oltre a Mrs. Turner, l’accondiscendenza alla comunità bianca caratterizza i personaggi di Nanny e di Joe Starks: la donna vive nella casa dei Washburn, e permette a Janie di indossare gli abiti dismessi dai loro

3

T. Morrison, The Bluest Eye, London, Chatto & Windus, 1979. Dopo aver subito violenze sessuali da parte del padre, la donna rimane incinta: nonostante i tentativi di salvare il bambino, questi muore e il dolore di Pecola si esprime attraverso la pazzia. La donna si convince di avere gli occhi azzurri, grazie ai quali riesce a vedere solo il lato positivo delle cose: la bellezza prende il sopravvento sul disprezzo della società nei confronti di chi, come Pecola, non rientra negli stereotipi di superiorità associati alla donna bianca.

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figli, causandole per questo problemi di integrazione con i compagni di scuola. La nonna ammira Mrs. Washburn e incoraggia la nipote ad ambire al rispetto della donna da parte della comunità, raggiunto attraverso il matrimonio con un nuovo benestante. Il personaggio di Joe Starks viene presentato sin dall’inizio esibendo i suoi modi di fare così simili a quelli dei bianchi: dopo aver lavorato tutta la vita per loro, l’uomo ha acquisito un portamento sicuro e una voce potente che a Janie ricorda la famiglia dove lavora la nonna.

It was a cityfied, stylish dressed man with his hat set at an angle that didn’t belong in these parts. His coat was over his arm, but he didn’t need it to represent his clothes. The shirt with the silk sleeveholders was dazzling enough for the world. He whistled, mopped his face and walked like he knew where he was going. He was a seal-brown color but he acted like Mr. Washburn or somebody like that to Janie. (TEWWG, p.37)

La forte personalità e l’attitudine al comando di Joe suscitano allo stesso tempo ammirazione e invidia nei cittadini di Eatonville, che lo paragonano a un uomo bianco. Dopo poco tempo però, la comunità inizia a disprezzare l’ostentazione della ricchezza e del potere da parte del sindaco e non accetta di sentirsi inferiore a un uomo di colore: l’autostima di Joe è frutto dei beni materiali e degli oggetti che gli ricordano i suoi ex-padroni (come la sputacchiera e la casa che assomiglia a quelle dei ricchi bianchi).

In Sula, anche Helene riesce ad affermarsi all’interno della comunità grazie al carattere autoritario: la maschera di superiorità che la donna indossa nel corso degli anni, si rivela essere un’arma fragile all’incontro con il controllore bianco sul treno. Al ritorno dal viaggio a New Orleans, Nel riflette sulla reazione della madre e sullo sguardo dei soldati neri nei suoi confronti: la bambina corre a osservarsi allo specchio e promette a se stessa di non diventare come Helene. Come accade a Janie

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in TEWWG, il bisogno di dichiarare la propria identità avviene dopo la scoperta della propria immagine riflessa:

“I’m me” she whispered. “Me”.

Nel didn’t know quite what she meant, but on the other hand she knew exactly what she meant.

“I’m me. I’m not their daughter. I’m not Nel, I’m me. Me”.

Each time she said the word me there was a gathering in her like power, like joy, like fear. (TEWWG, p. 28, corsivo nel testo.)

La personalità remissiva e conformista di Nel viene incoraggiata a ribellarsi all’autorità materna dall’amicizia con Sula: “After she met Sula, Nel slid the clothespin under the blanket as soon as she got in the bed. And although there was still the hateful hot comb to suffer enough each Saturday evening, its consequences- smooth hair- no longer interested her.” (Sula, p. 55)

Per quando riguarda la caratterizzazione fisica di Janie e di Sula, entrambe possiedono un particolare che le distingue dalle altre donne: in TEWWG i capelli diventano il simbolo della bellezza della protagonista, mentre Sula possiede un segno sull’occhio. Entrambi rappresentano l’alienazione delle due donne all’interno della comunità. Il corpo delle due donne diventa l’oggetto del desiderio e dell’invidia delle donne: nel romanzo di Hurston la bellezza di Janie è presentata sin dall’inizio attraverso i commenti dei concittadini, mentre Sula è definita una strega per la mancanza dei segni della vecchiaia.

Among the weighty evidence piling up was the fact that Sula did not look her age. She was near thirty and, unlike them, had lost no teeth, suffered no bruises, developed no ring of fat at the waist or pocket at the back of her neck. It was rumored that she had no childhood diseases, was never known to have chicken pox, croup or even a runny nose. (Sula, p. 115).

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In TEWWG i mariti di Janie sono affascinati dalla sua chioma, ma la differente attitudine nei riguardi della donna permette un confronto tra loro: Logan smette di accarezzare i capelli della moglie dopo neanche un anno di matrimonio, mentre la gelosia di Joe la obbliga a nasconderli con un fazzoletto in pubblico. La remissione della donna nei confronti del marito suscita l’invidia dei concittadini, che riconoscono la sua autorità:

‘He gits on her ever now and then when she make a little mistakes round the store.’ ‘What make her keep her head tied up lak some ole ‘oman round de store? Nobody couldn’t git me tuh tie no rag on mah head if Ah had hair lak dat.’

‘Maybe he make her do it. Maybe he skeered some de rest of us mens might touch it round dat store.’ (TEWWG, p. 66, corsivo mio.)

Come afferma B.D. Ashe, i capelli di Janie diventano il simbolo della mancanza di libertà della protagonista all’interno della coppia e nella comunità: “The lack of freedom for Janie’s hair then, becomes for her a symbol not only of Joe’s domination, but of her lack of freedom to join Eatonville’s social circle”.4

Subito dopo la morte di Joe, la donna brucia tutti i copricapo e libera i capelli, riscoprendo la sua identità a lungo repressa. Tea Cake, al contrario, le insegna ad ammirare il proprio corpo e a guardarlo attraverso gli occhi di lui. La sera in cui il giovane dichiara le sue intenzioni alla donna, le confessa inoltre il desiderio di toccare e pettinare i capelli provato sin dal loro primo incontro:

4Ashe, Bertram D., “ ‘Why Don’t He Like My Hair?’: Constructing African-American Standards of

Beauty in Toni Morrison’s Song of Solomon and Zora Neale Hurston’s Their Eyes Were Watching

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‘Why, Tea Cake? Whut good do combin’mah hair do you? It’s mah comfortable, not yourn’.

‘It’s mine too. Ah ain’t been sleepin’so good for more’n uh week cause Ah been wishin’so bad tuh git mah hands in yo’hair. It’s so pretty. It feels jus’ lak underneath uh dove’s wing next to mah face’. (TEWWG, p. 138, corsivo nel testo.)

In Sula, la protagonista è caratterizzata da un segno sopra un occhio a forma di una rosa con lo stelo, che negli anni diventa sempre più scuro e che le dona uno sguardo affascinante e allo stesso tempo intimidatorio.Nella fantasia della comunità, il segno acquista differenti connotazioni e viene associato a più immagini: da ragazzina viene identificato con una rosa, il simbolo della passione e dell’amore, mentre dopo il ritorno della donna a Medallion la cittadina riconosce nel marchio le ceneri di Hannah e il legame della donna con il demonio. Il marchio è la metafora del percorso di Sula dall’innocenza della fanciullezza alla perdizione di cui è accusata dalla comunità. Oltre a Nel, solo Shadrack collega al segno un’immagine positiva: sin dal loro primo incontro il pescatore vede nel volto della ragazzina un girino, il suo animale preferito. Esso rappresenta il punto d’incontro tra i due personaggi, poiché entrambi alienati dalla società e destinati alla solitudine. Il marchio della protagonista è il simbolo della sua personalità e della volontà di essere libera, come sostiene C.M. Jones: “[..] Sula’s mark is that of a self who is absolutely unbounded and free. The mark as rose and snake signifies the beauty and danger of Sula’s kind of freedom. Ultimately, it symbolizes her absolute refusal to see life.”5

La varietà di interpretazioni del segno rappresenta l’incapacità di definire la protagonista dentro gli stereotipi predefiniti: Sula è un personaggio controverso, unico e assolutamente originale. Morrison contraddistingue la protagonista di una

5 Jones, Carolyn M.; “Sula and Beloved: Images of Cain in the Novels of Toni Morrison”, African

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grande energia che diviene distruttiva per se stessa e per gli altri poiché non riesce a sublimarla. Per tale motivo Sula risulta un personaggio simpatetico: la presenza a Medallion ha il potere di cambiare in maniera positiva tutta la comunità. Il timore che infonde nelle altre donne le incoraggia a essere madri e mogli migliori: la donna diventa la pariah, il capro espiatorio di una società che si nasconde dietro l’ipocrisia di una morale bigotta, ed è incapace di riconoscere i propri peccati. In una conversazione con Robert Stepto,6 Morrison confessa la difficoltà nella creazione del personaggio di Sula:

“Sula? I think this was really part of the difficulty? I didn’t know anyone like her. I never knew a woman like that at any rate. But I knew women who looked like that, who looked like they could be like that. And then you remember women who were a little bit different in the town, you know; there’s always a little bit of gossip and there’s always a little bit of something. There’s a woman in our town now who is an absolute riot. She can do anything she wants to do. And it occurred to me about twenty years ago how depleted that town would be if she ever left. Everybody wanted her out, and she was a crook and she was mean and she had about twenty husbands and she was just, you know, a huge embarrassment. Nevertheless, she really and truly was one of the reasons that they called each other on the telephone. They sort of used her excitement, her flavor, her carelessness, her restlessness, and so on. And that quality is what I used in Sula.”

A differenza di Sula, Nel si integra nella comunità incarnandone a pieno i valori: si sposa e dedica le sue attenzioni alla famiglia, partecipando alle attività sociali e aiutando il prossimo. Sula, al contrario, si autoesclude dalla cittadina poiché disprezza profondamente le scelte di vita delle donne che la circondano. Janie incarna in sé le personalità opposte delle due donne: desidera inserirsi nella comunità ma, come Sula, rifiuta di adeguarsi alle aspettative che la gente ha su di lei.

In TEWWG il ruolo della donna nella società è espresso mediante le parole di Nanny: “[…] the nigger woman is de mule uh de world so fur as Ah can see” (p. 29).

6 T. Morrison and Robert Stepto, “ ‘Intimate Things in Place’: A Conversation with Toni Morrison”,

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I riferimenti all’animale sono presenti sin dal primo capitolo, quando gli uomini seduti nel portico vengono paragonati a bestie che hanno riconquistato le condizione di umanità dopo la giornata lavorativa. Nanny forza Janie a sposare Killicks a soli sedici anni per sottrarla alla vita di schiavitù lavorativa patita in prima persona: ben presto le speranze della nonna vengono disattese quando una mattina, il marito parte in cerca di un mulo più docile e adatto alla moglie, affinché lei possa aiutarlo nei campi durante la stagione estiva. Il parallelismo tra Janie e l’animale viene rafforzato dal racconto della storia del mulo giallo di Matt: la bestia, malnutrita e troppo debole per arare, diventa la vittima degli scherzi e delle storie dei cittadini di Eatonville. Un giorno, mentre gli uomini si divertono a tormentare l’animale, Joe si accorge della moglie in disparte e ascolta le parole di compassione in difesa della bestia:

‘They oughta be shamed uh theyselves! Teasin’ dat poor brute beast lak They is! Done been worked tuh death, done had his disposition ruint with mistreatment and now they got tuh finish devilin’im tuh death. Wisht Ah had mah way wid’em all.’ (TEWWG, p. 75)

Joe decide di comprare l’animale da Matt per liberarlo e porre fine alle sue sofferenze: esaudisce il desiderio di Janie, che non si accorge di essere stata ascoltata dal marito. Julie A. Haurykiewicz7 sottolinea il parallelismo tra Janie e il mulo: “This description of mules in general reveals some striking parallels to the situation of African-Americans in the aftermath of slavery and to Janie Crawford’s life in particular. Like a mule, Janie is the product of mixed parentage.” Come il mulo, Janie è il frutto di un’unione interrazziale e sin dal principio diventa l’oggetto delle chiacchiere dei concittadini. Inoltre malgrado la sua volontà, è costretta a lavorare

7 Cfr. Haurykiewicz, Julie A.; “From Mules to Muliebrity: Speech and Silence in Their Eyes Were

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all’emporio e a subire umiliazioni dal marito, che la considera come una delle sue proprietà. Il comportamento di Joe nei confronti della moglie è simile all’atteggiamento verso l’animale: al loro primo incontro l’uomo promette a Janie una vita di libertà dalla schiavitù domestica, ma in seguito le nega la possibilità di esprimere la propria voce e la partecipazione alla vita della cittadina e la costringe a lavorare all’emporio.

Il mulo è un simbolo centrale nel materiale raccolto da Hurston in Mules and

Men: nei due racconti di cui è protagonista, “Why They Always Use Rawhide on a

Mule” and “The Talking Mule!”,8

l’animale riesce a ribellarsi al padrone grazie alla propria testardaggine e alla capacità di parlare. Anche Janie, come l’animale di Matt, percorre il medesimo sentiero dalla schiavitù verso l’emancipazione: le associazioni sono presenti nel romanzo fino a quando la donna riesce a tenere un discorso in pubblico nel quale elogia il marito, e in seguito quando replica alle umiliazioni dell’uomo. Già durante i primi anni di matrimonio con Joe, la protagonista afferma il diritto delle donne a esprimersi contro il potere che gli uomini credono di avere su di esse:

8 Z. N. Hurston, Mules and Men (1990), cit. in Haurykiewicz, Julie A., op. cit., 1997, pp. 46-49. In

“Why They Always Use Rawhide on a Mule” viene narrata la storia di mulo che rivela a Ole Massa l’inganno da parte del bue, che si finge malato per non lavorare. Il padrone decide di punire la disonestà del bue mandandolo al macello e così il mulo deve caricarsi anche del peso del lavoro destinato al compagno, che in seguito torna a tormentare l’animale per vendicarsi del torto subito. La storia serve a mostrare l’avventatezza del mulo nel rivelare la verità senza aver prima considerato le eventuali conseguenze del suo gesto: nell’obiettivo di compiacere il padrone, la bestia si ritrova in una situazione peggiore di quella iniziale. Nel racconto “The Talking Mule” il protagonista è un mulo di nome Bill: una mattina decide di parlare e di spaventare così il padrone, per evitare il lavoro quotidano. Viene aiutato anche dal cane dell’uomo, anche lui dotato della capacità della parola: i due animali riescono a farla franca, mentre il padrone, terrorizzato, scappa via abbandonando la terra e gli animali che si godono il meritato riposo. In questo caso l’abilità dell’animale nel parlare al momento opportuno rappresenta la sua salvezza e la vittoria sul padrone.

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‘Sometimes God gits familiar wid us womenfolks too and talks His inside business. He told me how surprised He was ‘bout y’all turning out so smart after Him makin’ yuh different; and how surprised y’all is goin’ tuh be if you ever find out you don’t know half as much ‘bout us as you think you do. It’s so easy to make yo’self out God Almighty when you ain’t got nothin’ tuh strain against but women and chickens.’ (TEWWG, pp. 100-101).

Dopo la morte di Joe, il parallelismo con l’animale è ancora più presente nel romanzo: la protagonista ha finalmente completato la trasformazione da “silenced wife, Mrs. Mayor Starks, to the new woman of Janie Crawford Killicks Starks Woods who gives voice to her thoughts in an unbridled manner”.9

La comparazione tra il mondo femminile e quello animale è presente anche in

Sula: al passaggio di Sula e Nel davanti alla gelateria di Medallion, le ragazzine

vengono guardate con desiderio dagli uomini presenti e paragonate alla “pig meat” (p. 50) da Ajax. Inoltre, Nel viene descritta con la pelle scura abbastanza da riuscire a evitare il disprezzo delle donne anziane nei confronti dei mulatti, considerati alla stregua dei muli:

Nel was the color of wet sandpaper-just dark enough to escape the blows of the pitch-black truebloods and the contempt of old women who worried about such things as bad blood mixtures and knew that the origins of a mule and the mulatto

were one and the same. (Sula, p. 52, corsivo mio).

Come accade a Janie in Huston, le due ragazzine comprendono di avere poche possibilità di emergere in una società maschilista e fortemente fondata sui valori dei bianchi: “As very young girls both Nel and Sula realize that being ‘neither white nor male ... all freedom and triumph were forbidden to them” (Sula, p. 52). Anche in Morrison il parallelismo con il mondo animale ha lo scopo di sottolineare la

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mancanza di rispetto nei confronti della donna e la condizione di sottomissione all’uomo. Un ulteriore riferimento ai muli è presente nel romanzo, ma questa volta attraverso le parole di un uomo bianco, il barcaiolo che scopre il cadavere di Chicken Little nel fiume. Come nell’incipit di TEWWG, qui tutta la comunità di neri è paragonata a bestie capaci solo di sostenere la fatica del lavoro: “When, he wondered, will those people ever be anything but animals, fit for nothing but substitutes for mules, only mules didn’t kill each other the way niggers did.” (Sula, p.63).

2.2 La solidarietà tra donne in TEWWG e in Sula

Il romanzo di Hurston anticipa Sula per quanto riguarda il percorso di affermazione femminile: nonostante le personalità delle due protagoniste siano molto differenti, il percorso di vita è molto simile. A differenza di Janie, Sula possiede un individualismo assoluto che la costringe a rifiutare ogni legame affettivo che possa ostacolare la realizzazione dei propri desideri: “It is this difference and Sula’s more isolated - because more selfish - position that explains why the independent spirit is not as triumphant in Sula as it is in Their Eyes Were Watching God.”10

Janie possiede in sé delle caratteristiche comuni anche a Nel e a Sula: con la prima condivide il dono dell’immaginazione e il desiderio d’avventura ma, come Nel, per tutta la vita sogna di trovare un uomo che la completi e soddisfi l’ideale

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romantico dei due individui che si fondono in uno solo. Alla fine dei due romanzi, Janie e Nel acquisiscono la consapevolezza della possibilità per la donna di vivere una vita al di fuori del matrimonio.

Morrison dichiara di aver concepito i personaggi delle due protagoniste di

Sula come due metà di uno stesso personaggio: “[..] an alterity of agents - two sides

of the same person, or two sides of one extraordinary character”.11

Sula è passionale, impulsiva e ribelle, mentre Nel è razionale, pratica e incapace di vivere la vita impulsivamente. La diversa reazione delle ragazzine alla morte di Chicken Little pone in contrasto le loro personalità opposte: Sula viene presa dallo sconforto e dal dolore mentre Nel rimane impassibile alla vista delle acque chiudersi davanti a sé. Durante il funerale Sula scoppia in lacrime mentre Nel è terrorizzata dall’idea di essere giudicata colpevole dell’accaduto:

Nel and Sula did not touch hands or look at each other during the funeral. There was a space, a separateness between them. Nel’s leg turned to granite and she expected the sheriff or Reverend Deal’s pointing finger at any moment. Although she knew she had “done nothing,” she felt convinced and hanged right there in the pew-[..]

Sula simply cried. Soundlessly and with no heaving and gasping for breath, she let

the tears roll into her mouth and slide down her chin to dot the front of her dress. (Sula, pp. 64-65, corsivo mio).

L’impulsività spinge Sula a compiere delle azioni ingiustificate persino agli occhi dell’amica: un giorno le ragazzine passano di fronte a un gruppo di ragazzi bianchi che si divertono a tormentarle. Quando il gruppetto le circonda impedendo loro il passaggio, Sula decide di reagire: estrae uno sbucciatore e si ferisce al dito, per dimostrare la capacità di difendersi senza alcun timore. Come Eva nei confronti

11 Spillers, Hortense J.; “A Hateful Passion, A Lost Love” in Bloom, Harold (ed.), Toni Morrison’s

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dei propri figli, anche Sula è pronta a sacrificare una parte di se stessa per salvare Nel: il gesto altruista la spaventa, che guardando il volto dell’amica percepisce la distanza tra loro. Le due donne posseggono ognuna qualcosa che manca all’altra e sin da bambine trovano e si danno conforto reciprocamente: a causa della madre apprensiva, Nel non possiede la libertà e lo spirito passionale di Sula, mentre la seconda trova in Nel la razionalità e l’autocontrollo che necessita. Nel rappresenta per l’amica il porto sicuro nel quale tornare dopo anni di solitudine e lo stesso accade alla donna al ritorno di Sula a Medallion:

Her old friend had come home. Sula. Who made her laugh, who made her see old thing with new eyes, in whose presence she felt clever, gentle and a little raunchy. Sula, whose past she had lived through and with whom the present was a constant sharing of perceptions. Talking to Sula had always been a conversation with herself. (Sula, p. 95).

Morrison rafforza l’ideale del female bond già anticipato da Hurston: la vita delle donne può essere completa grazie al confronto con una persona appartenente allo stesso sesso, con la quale potersi esprimere in modo disinteressato. Alla fine del romanzo Morrison dà a Nel la possibilità di essere finalmente felice, poiché la libera dalla palla grigia che aleggia accanto alla sua testa.

Sula sottolinea l’importanza del legame d’amicizia e della solidarietà femminile: nonostante le divergenze e gli anni passati lontane, le donne rimangono l’una accanto all’altra fino alla fine dei loro giorni. Nel è l’ultima persona con la quale Sula si confronta prima di morire e con la quale desidera condividere le proprie esperienze. Dopo aver vissuto ogni esperienza possibile e aver cantato ogni canzone

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inventata,12 avverte l’esigenza di condividere ogni scoperta con Nel, proprio come quando erano ragazzine.

S. A. Demetrakopoulus13 sostiene che la conclusione del romanzo è in linea con la tesi secondo cui il legame d’amicizia tra donne sia l’unico destinato a durare in eterno. Anche in punto di morte, Sula capisce di aver bisogno di Nel: “Sula felt her face smiling. ‘Well, I’ll be damned’, she thought, ‘it didn’t even hurt. Wait’ll I tell Nel.’” (Sula, p. 149). A differenza di Janie, sin dall’adolescenza Sula comprende che un uomo non può rappresentare un compagno di vita per una donna: “She had been looking all along for a friend, and it took her a while to discover that a lover was not a comrade and could never be - for a woman.” (Sula, p. 121). L’amicizia con Nel costituisce l’unico rapporto autentico per la protagonista, ma dopo il suo ritorno scopre che l’amica è pronta a sacrificare il loro rapporto piuttosto che perdonarla per il tradimento di Jude. Solo alla conclusione del romanzo e grazie alle parole di Eva, Nel capisce di non essere diversa da Sula e che l’incapacità di perdonare l’amica l’ha resa una persona sola e infelice.

Per concludere, possiamo affermare che Morrison prosegue il cammino iniziato da Hurston in TEWWG: infatti, così come Janie ha bisogno dell’amica Phoeby per poter raccontare le sue avventure, Nel prende coscienza di se stessa grazie a Sula.

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Cfr. Sula, op. cit., p. 137: “There aren’t any more new songs and I have sung them all. I have sung all the songs there are”.

13 Cfr. S. A. Demetrakopoulos; “Sula and the Primacy of Woman-to Woman Bonds”, in Bloom,

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2.3. Janie e Sula e la possibilità di essere artiste

Sia Hurston che Morrison caratterizzano le protagoniste di una passione artistica: sin da bambine sia Janie che Sula possiedono la capacità di reinventare il presente, creando un mondo immaginario per compensare la solitudine della loro esistenza. In TEWWG Janie si interroga sul futuro e immagina di poter inventare parole e pensieri nuovi da associare alle sue fantasie: “So new thoughts had to be thought and new words said. She didn’t want to live like that.” (TEWWG, p. 108). Il desiderio di esprimere la sua voce si manifesta durante le riunioni dei cittadini di Eatonville nel porticato: Janie inventa storie sul mulo di Matt che non vengono mai raccontate ad alta voce a causa del divieto di Joe alla moglie a partecipare alle chiacchiere tra uomini. La donna non rinuncia mai alle fantasie adolescenziali e, durante il matrimonio con Joe Starks, impara a separare le sue emozioni: lascia correre la ragazzina che vive in lei libera di sdraiarsi sotto il pero in fiore e mostra al mondo solo l’immagine di donna fedele e remissiva che tutti si aspettano che lei sia. In questo modo Janie riesce a sopportare la solitudine e il silenzio in cui è intrappolata:

Then one day she sat and watched the shadow of herself going about tending store and prostrating itself before Jody, while all the time she herself sat under a shady tree with the wind blowing through her hair and her clothes. Somebody near about making summertime out of lonesomeness. (TEWWG, p. 103).

Soltanto dopo l’incontro con Tea Cake la protagonista riesce a riunirsi alla parte di sé rimasta ad aspettare il vero amore: grazie all’uomo riesce finalmente a dare voce ai pensieri e alle parole a lungo immaginate. Nonostante la sua giovane età, Tea Cake insegna a Janie a esprimere i suoi sentimenti senza aver paura dei

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giudizi della gente, come lei stessa confessa a Phoeby: “So in the beginnin’ new thoughts had tuh be thought and new words said. After Ah got used tuh dat, we gits’long jus’fine. He done taught me de maiden language all over.” (TEWWG, p.153).

SecondoMichael Awkward,14 il percorso di Janie consiste in “astruggle for a voice”: l’incontro con Tea Cake rappresenta solo l’ultima tappa del cammino della protagonista verso l’affermazione della sua identità che si realizza attraverso la partecipazione allo storytelling, dopo i tentativi di frenarla da parte prima di Nanny, di Logan e infine di Joe.

Dopo la morte del secondo marito, Janie rivela a Phoeby la gioia che le deriva dall’essere finalmente libera dalla presenza autoritaria di un uomo. Come accade a Nel e Sula, anche Janie dichiara il desiderio di vivere a pieno la sua vita, invece di sedersi aosservarla come fanno le altre donne della città:

‘Phoeby, dese educated women got uh heap of things to sit down and consider. Somebody done tole’em what to set down for. Nobody ain’t told poor me, so sitting’still worries me. Ah wants tuh utilize mahself all over.’ (TEWWG, p. 150, corsivo mio).

Dopo l’incontro con Tea Cake e il trasferimento negli Everglades, Janie realizza il sogno di raccontare storie e di partecipare alla vita della comunità: “The men held big arguments here like they used to do on the store porch. Only here, she could

14Cfr. Awkward, M.; New Essays on Their Eyes Were Watching God, Cambridge, Cambridge

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listen and laugh and even talk some herself if she wanted to. She could tell big stories herself from listening to the rest.” (TEWWG, pp. 179-180).

Dopo la morte di Tea Cake, Janie viene processata con l’accusa di omicidio del marito: durante il processo la donna raccontagli avvenimenti che l’hanno portata a sparare per legittima difesa, dal morso del cane rabbioso a Tea Cake durante l’uragano fino alla scoperta della pistola nascosta sotto il cuscino da parte dell’uomo. Al lettore questo passaggio viene narrato attraverso la voce del narratore in terza persona e non vengono trascritte le parole di Janie. Per questa ragione, alcuni critici, tra i quali Robert Stepto, sostengono che l’assenza della voce di Janie implichi la mancata affermazione della sua personalità ed emancipazione.15

A mio avviso il fatto che le parole di Janie durante il processo non vengano presentate direttamente nel testo indica l’intento dell’autrice di mostrare il dolore e l’incapacità da parte della protagonista di raccontare la storia d’amore con Tea Cake di fronte a estranei chiamati a giudicarla. Per la prima volta nel corso del romanzo, le scelte di Janie non vengono commentate in maniera diretta dalla comunità, che non ha il diritto di criticare il rapporto di Janie e Tea Cake. La donna viene accusata dalla folla di neri della concimaia accorsi al processo, ma alla fine viene dichiarata innocente dalla corte di bianchi.

Nonostante la perdita dell’uomo che ama, la storia di Janie ha un lieto fine: la protagonista riesce a raggiungere la serenità che le deriva dall’aver vissuto la propria vita a pieno. Inoltre, trova un posto all’interno della comunità grazie al ruolo di

15 Cfr. Stepto, Robert; From Behind the Veil (1979), in Clarke, Deborah; “ ‘The Porch Couldn’t Talk

for Looking’: Voice and Vision in Their Eyes Were Watching God”, African American Review, 35, 4, 2001, p. 559.

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storyteller: Phoeby si fa portavoce dell’intera cittadina, che si riunisce nel suo portico

al tramonto.16 Dopo aver ascoltato il racconto, la donna confessa di sentirsi diversa e di voler condividere con il marito una delle esperienze di Janie:

‘Lawd!’ Phoeby breathed out heavily, ‘Ah done growed ten feet highter from jus’ listenin’ tuh you, Janie. Ah ain’t satisfied wid mahself no mo.’ Ah means tuh make Sam take me fishin’ wid him after this. Nobody better no criticise yuh in mah hearin.’ (TEWWG, p. 257).

Il racconto di Janie rappresenta la voce di tutte le donne rimasta a lungo repressa e grazie alla scrittura e al racconto, si può superare la solitudine e reinventare se stessi, come accade a Janie e Phoeby: “In doing so, she redeems herself from a stifled creativity and thus re-creates herself via the available source of art in her life. For Janie, it is storytelling. She assimilates the earlier experiences of her grandmother, mother, and of herself, studies them, and tells of them to Phoeby.”17

Sula, come Janie prima di lei, possiede una forza creativa che non riesce a sublimare in forma artistica e che la rende distruttiva per se stessa e per la comunità che la circonda:

In a way, her strangeness, her naiveté, her craving for the other half of her equation was the consequence of an idle imagination. Had she paints, or clay, or knew the discipline of the dance, or strings; had she anything to engage her tremendous curiosity and her gift for metaphor, she might have exchanged the restlessness and preoccupation with whim for an activity that provided her with all she yearned for. And like an artist with no art form, she became dangerous. (Sula, p. 121).

16 Cfr. Dubek, Laura; “ ‘Jus’ listenin’ tuh you’: Zora Neale Hurston’s Their Eyes Were Watching God

and the Gospel Impulse”, The Southern Literary Journal, 41, 1, 2008, p. 119.

17 Cfr. Emma J. Waters Dawson, “Redemption Through Redemption of the Self in Their Eyes Were

Watching God and The Color Purple”, in Howard, Lillie P. (ed.), Alice Walker and Zora Neale Hurston, Westport (CT), London, Greenwood Press, 1993, p. 72.

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Anche in Morrison la protagonista si dimostra capace di inventare pensieri e parole nuove: in più episodi la donna raffigura un mondo utopico attraverso le sue parole. Nel discorso rivolto a Jude, la protagonista sostiene la tesi secondo la quale l’uomo di colore sia la creatura più amata del mondo: l’ossessione degli uomini e le donne bianche riguardo alla sessualità rivelerebbe l’invidia nei confronti della comunità nera al punto tale di sottometterla. Secondo Sula, l’uomo di colore sarebbe un oggetto del desiderio universale: “You hear of solitary white men, but niggers? Can’t stay away from one another a whole day. So. It looks to me like you the envy of the world.” (Sula, p. 104)

Anche in punto di morte Sula dà prova della straordinaria capacità di

storyteller, descrivendo a Nel un futuro in cui tutti riusciranno finalmente ad amarla:

“Oh, they’ll love me all right. It will take time, but they’ll love me. The sound of her voice was soft and distant as the look in her eyes.” (Sula, p. 145). In questo episodio è evidente come la fantasia rappresenti per la donna un mezzo grazie al quale compensare la mancanza dell’amore nella vita reale.

Anche Nel, come Phoeby, interpreta il ruolo di ascoltatrice delle avventure dell’amica: non riuscendo a realizzare il sogno di viaggiare verso luoghi lontani poiché in tutta la vita Nel non si sposta mai da Medallion, durante l’assenza di Sula immagina le città e le esperienze vissute dalla donna. I giorni di Nel trascorrono occupandosi della casa e dei figli, ma al ritorno di Sula la sua vita sembra acquisire un colore e una magia nuovi: “Although it was she alone who saw this magic, she did no wonder at it. She knew it was all due to Sula’s return to the Bottom. It was like getting the use of an eye back, having a cataract removed.” (Sula, p. 95). Il rapporto tra Sula e Nel è simile a quello descritto tra Janie e Phoeby: le esperienze vissute in

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prima persona rispettivamente da Sula e Janie, hanno la capacità di cambiare l’ascoltatrice. Phoeby e Nel svolgono un ruolo altrettanto importante per il successo del racconto, perché aiutano le amiche a riflettere e a vedere le cose da una prospettiva differente, come sostiene Janie all’inizio del romanzo: “so ‘tain’t no use in me telling you somethin’ unless Ah give you de understandin’ to go long wid it. Unless you see de fur, a mink skin ain’t no different from a coon hide.” (TEWWG, p.10).

In entrambi i romanzi, il dono dell’immaginazione e la capacità di trasformarla in narrazione svolgono un ruolo fondamentale nella vita delle protagoniste ma anche nella comunità, e sono profondamente radicate nella cultura afroamericana: grazie all’arte e alla memoria si trasmette la resistenza e capacità di imparare dalle proprie esperienze passate.

2.3 L’importanza del legame famigliare nello sviluppo

femminile.

Il confronto tra i due romanzi sottolinea analogie nella descrizione dei personaggi femminili: Janie e Sula provengono da una famiglia di tipo matriarcale, poiché entrambe mancano di una figura paterna.Janie non ha mai conosciuto l’uomo che ha abusato della madre, mentre il padre di Sula muore quando la bambina non era che una neonata. Nel caso di Nel la figura paterna è quasi del tutto assente

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nonostante l’uomo sia vivo: questi non compare mai direttamente nella scena e la sua voce è subordinata a quella della moglie Helene.

In entrambi i romanzi, i personaggi femminili hanno un rapporto complesso con la madre: Janie viene abbandonata da Leafy in fasce, mentre nonostante Sula viva con Hannah nella grande casa, le due donne non raggiungono mai un rapporto di complicità. Un giorno, mentre Hannah chiacchiera con le altre mamme del rapporto con le figlie, la ragazzina ascolta le parole della madre: “[…] You love her, like I love Sula. I just don’t like her. That’s the difference.” (Sula, p. 57, corsivo mio). Dopo aver ascoltato il rifiuto della madre nei suoi confronti, Sula corre in camera e si immerge in pensieri cupi. Ashraf H. A. Rushdy18 analizza l’importanza dell’episodio e sostiene che esso svolge il ruolo di “primal scene” nel processo di formazione della bambina in donna: secondo l’autore, le parole di Hannah scatenano in Sula una violenza repressa che da lì a poco si esprimerà con la morte di Chicken Little.

Molti anni dopo, Sula cerca di ricondurre il momento scatenante della sua

experimental life e i pensieri ritornano alle parole di sua madre. La donna capisce che

proprio quell’episodio le ha insegnato a non poter fare affidamento né sulla madre, né su se stessa:

As willing to feel pain as to give pain, to feel pleasure as to give pleasure, hers was an experimental life - ever since her mother’s remarks sent her flying up those stairs, ever since her one major feeling of responsibility had been exorcised on the bank of a river with a closed place in the middle. The first experience taught her there was no other that you could count on; the second that there was no self to count on either. (Sula, p. 119).

18 Cfr. Rushdy, Ashraf H.; “ ‘Rememory’: Primal Scenes and Constructions in Toni Morrison’s

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Anche Nel mantiene un legame conflittuale con la madre: la nascita della figlia rappresenta per Helene la possibilità di manipolare e creare un individuo a sua immagine e somiglianza. L’obiettivo della donna diventa quello di spegnere ogni entusiasmo nella figlia ed educarla secondo i dettami della morale cattolica: “Under Helen’s hand the girl became obedient and polite. Any enthusiasm that little Nel showed were calmed by the mother until she drove her daughter’s imagination underground.” (Sula, p. 18). Helene è contenta che Nel non ha ereditato la sua bellezza e cerca tuttavia di assottigliare i “difetti” della bambina: il naso troppo piatto e le labbra carnose. Helene incarna lo stereotipo della madre apprensiva e autoritaria: dopo aver abbandonato la città natale e le sue origini, la donna priva la figlia della possibilità di conoscere parte del suo passato e di avere rapporti con la nonna. Le due donne vivono distaccate dal resto della comunità: nonostante sia coinvolta nelle attività legate alla Chiesa, Helene si pone su un piedistallo dal quale giudica tutti. Come per Nanny in TEWWG, il passato di Helene viene descritto attraverso un flashback: il breve racconto della sua infanzia e del viaggio verso New Orleans ha la funzione di mostrare il ruolo di primal scene per Nel: l’asservimento della madre al controllore bianco e lo sguardo di disprezzo dei soldati sul treno provocano un sentimento di vergogna nella bambina, che si manifesta nel desiderio di essere diversa da sua madre. Dopo il tradimento di Jude con Sula, i pensieri di Nel corrono a quel particolare momento: “You did, Jude. And if only you had not looked at me the way the soldiers did on the train.” (Sula, p. 105).

Sia per Sula sia per Nel gli episodi descritti hanno un’importanza fondamentale nello sviluppo della loro personalità, ma soprattutto nel rapporto con le madri: “In Sula, Morrison presents the story of two daughters who lose faith in their

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mothers - one because her mother did not care, the other because her mother sold out to a dominating culture.”19

Il complesso rapporto genitori-figli coinvolge anche la famiglia Peace: BoyBoy, il marito di Eva, abbandona la moglie e i figli a causa di una relazione extraconiugale, proprio come Jude. Eva e Nel sono costrette a sacrificare parte di se stesse per poter provvedere alla loro famiglia: il sacrificio di Eva è fisico, poiché la donna perde un gamba dopo essersi gettata sotto a un treno per poter incassare i soldi dell’assicurazione. La povertà costringe la donna a vivere della carità da parte della comunità per un certo periodo, e il ricordo di una notte d’inverno si ripete più volte nel romanzo: Eva sacrifica l’ultimo pezzo di cibo per poter salvare il figlio Plum dalle sofferenze di un blocco intestinale.

Come avviene per Nanny e Helene, l’inserimento della storia di Eva ha lo scopo di scavare e indagare nella psicologia del personaggio: il racconto aiuta il lettore a contestualizzare il passato della donna e a comprendere le difficoltà incontrate nel corso della vita. Morrison ritrae la vita delle donne in tutte le sue complessità e, dopo aver analizzato le motivazioni che spingono Eva a compiere crimini come l’omicidio del figlio Plum, il narratore non condanna né giustifica la donna ma ne descrive il dolore attraverso la confessione alla figlia Hannah:

‘[..] I kept on dreaming it. Dreaming it and I knowed it was true. One night it wouldn’t be no dream. It’d be true and I would have done it, would have let him if I’d had the room but a big man can’t be a baby all wrapped up inside his mamma no more; he suffocate. I done everything I could to make him leave me and go on and live and be a man but he wouldn’t and I had to keep him out so I just thought of a way he could die like a man not all scrunched up inside my womb, but like a man.”

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Eva couldn’t see Hannah clearly for tears, but she looked up at her anyway and said, by way of apology or explanation or perhaps just by way of neatness. “But I held him close first. Real close. Sweet Plum. My baby boy.” (Sula, pp. 71-72).

Dopo la morte di Plum, ancora una volta è un incendio la causa della morte di Hannah: Eva tenta di salvare la figlia dalle fiamme, anche al costo di sacrificare la propria vita. Pur essendo impossibilitata a muoversi a causa dell’invalidità, la donna si getta dalle scale con tutte le sue forze e cerca di raggiungere il corpo della figlia per spegnerlo con il suo. Mettendo a confronto queste due scene, Morrison rappresenta l’amore di Eva nei confronti dei figli, nonostante il crimine commesso. Lo stesso accade in Beloved,20 il capolavoro di Morrison, in cui l’omicidio della

figlia è raccontato attraverso il dolore e l’esperienza della giovane madre. Nel corso del romanzo, viene narrata la vita di schiavitù e di abusi subiti da Sethe da parte dei padroni bianchi, che provocano uno shock psichico tale da bloccare la donna in una dimensione surreale in bilico tra il passato e il futuro. Morrison non giustifica le azioni della donna, ma rivive tutte le tappe prima e dopo l’omicidio, analizzando le motivazioni che hanno spinto la protagonista a sacrificare la figlia e le conseguenze che il gesto comporta nella sua vita.

Janie e Sula hanno un rapporto conflittuale anche con le nonne, che rappresentano la figura materna più vicina ad una madre: entrambe vengono cresciute rispettivamente da Nanny ed Eva, ma entrambe tentano di frenare le ambizioni delle nipoti, per proteggerle da una vita di delusioni. Nanny costringe la nipote a vivere la vita che lei desiderava per se stessa: nel tentativo di assicurarle una

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stabilità economica e una posizione di rispetto all’interno della comunità, la costringe a sposarsi contro la sua volontà. La donna prova a dissuadere Janie dalla ricerca dell’amore: “Dat’s de very prong all us black women gits hung on. Dis love! Dat’s just whut’s got us uh pulli’ and uh haulin’ and sweatin’ and doin’ from can’t see in de mornin’till can’t see at night.” (TEWWG, p. 31, corsivo mio). Nanny rappresenta un ostacolo nel percorso di crescita di Janie: il ricordo della nonna vive nella coscienza della nipote accompagnandola in ogni decisione, come avviene all’incontro con Joe Starks: “He spoke for change and chance. Still she hung back.

The memory of Nanny was still powerful and strong.” (TEWWG, p. 39, corsivo mio).

Janie si ribella al pensiero della nonna e solo dopo molti anni la protagonista riesce a dare voce ai suoi sentimenti, liberandosi per sempre del suo rancore per la donna:

Here Nanny had taken the biggest thing God have ever made, the horizon- for no matter how far a person can go the horizon is still way beyond you- and pinched it in to such a little bit of a thing that she could tie it about her granddaughter’s neck tight enough to choke her. She hated the old woman who had twisted her so in the name of

love. (TEWWG, p. 120, corsivo mio).

In Sula, Eva è descritta come una donna autoritaria e indipendente: dopo l’abbandono del marito cresce da sola i suoi figli, sviluppando una corazza con la quale difendersi dai propri sentimenti. Come Nanny e Helene, anche lei cerca di soffocare le ambizioni della nipote, insistendo affinché si sposi e costruisca una famiglia, invece di desiderare di essere indipendente:

“Well, don’t let your mouth start nothing that your ass can’t stand. When you gone to get married? You need to have some babies. It’ll settle you.”

“I don’t want to make someone else. I want to make myself.”

“Selfish. Ain’t no woman got no business floatin’ around without no man.” (Sula, p.92).

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Il rapporto con la nipote è però più complesso che in TEWWG: la donna vede Sula guardare Hannah bruciare senza accorrere in suo aiuto. L’episodio scatena in lei un odio nei confronti di Sula: al ritorno della nipote a Medallion, Eva vede nello stormo di pettirossi un cattivo presagio e la accoglie in casa con la stessa ostilità mostrata nei confronti del marito Boyboy. Eva crede che la nipote sia destinata alla perdizione e teme per l’incolumità della propria vita:

“Don’t talk to me about no burning. You watched your own mamma. You crazy roach! You the one should have burnt!”

“But I ain’t. Got that? I ain’t. Any more fires in this house, I’m lighting them!” “Hellfire don’t need lighting and it’s already burning in you…” (Sula, p. 93, corsivo mio.)

La rivalità tra le due donne non permette loro di vivere nella stessa casa, così presto si avvera il presentimento di Eva: Sula decide di rinchiudere la nonna in una casa di riposo perché teme la stessa sorte toccata allo zio Plum.

Nanny ed Eva rimangono in qualche modo all’interno delle convenzioni sociali e incoraggiano le nipoti a seguire un determinato modello comportamentale femminile. In entrambi i romanzi le donne si fanno portavoce dei pensieri della comunità e ignorano i desideri delle nipoti, come sostiene Matza:

Sula and Janie hate their grandmothers, caring not that they acted out of love in their attempts to make their granddaughters recognize an authority other than themselves. Sula’s claim that she wants to create herself is a more clearly articulated statement of purpose than Janie ever utters. Curiosity and a desire to explore mark both women, and both are trapped to some degree by the world’s expectations of them.21

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Nonostante i personaggi di Nanny e Helene scompaiano relativamente presto nel romanzo, la loro voce continua a vivere nella coscienza delle nipoti, svolgendo un ruolo cruciale nelle loro vite. Eva ha il compito di mostrare la verità a Nel: analogamente all’episodio della morte di Hannah, anche in questo caso la donna accusa la donna di aver “guardato” Chicken Little morire senza correre in suo soccorso e per questo di essere complice della nipote:

“Tell me how you killed that little boy.” “What? What little boy?”

“The one you threw in the water. I got oranges. How did you get him to go in the water?”

“I didn’t throw no little boy in the river. That was Sula.”

“You. Sula. What’s the difference? You was there. You watched, didn’t you? Me, I never would’ve watched.” (Sula, p. 168, corsivo mio).

Eva ha il ruolo di matriarca all’interno della famiglia e nella comunità: nel corso della vita decide di accogliere nella sua casa bambini senza famiglia, come i Dewey. A loro la donna dona una nuova identità e una casa in cui vivere, senza chiedere nulla in cambio: è lei il personaggio che più si avvicina allo stereotipo tradizionale della madre buona, nonostante sia colpevole della morte del figlio Plum. In TEWWG e in Sula, tutte le relazioni madre-figlia sono caratterizzate dall’incapacità di comunicare da parte di entrambe: la mancanza di dialogo ha come riflesso la difficoltà delle protagoniste ad affermare la propria voce, come nel caso di Janie e di Sula, mentre il conflitto tra Sula e Hannah pone le radici per il rifiuto di ogni legame affettivo da parte della protagonista.

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2.4 La visione del matrimonio in TEWWG e in Sula

Il conflitto all’interno del matrimonio è un tema presente sia in TEWWG che in Sula: in entrambi prevale una visione negativa dell’istituzione, poiché nella maggior parte delle unioni coniugali rappresentate la donna vive una condizione di infelicità e di subordinazione al marito.

M. F. Rudolphi22 afferma che Morrison condivide con Hurston la volontà di descrivere l’amore o l’assenza di esso all’interno del matrimonio e che esso rappresenti una costante nelle loro opere: “Zora Neale Hurston also shares with Toni Morrison this tenacity to write about love or its absence.”

Mettendo a confronto i due romanzi, si notano alcune analogie nella descrizione del conflitto uomo-donna all’interno del matrimonio, concepito come una conseguenza dell’oppressione sociale. In TEWWG sono presenti alcuni elementi autobiografici: come Janie, l’autrice si sposa più volte ma le relazioni terminano dopo un breve periodo e senza figli. Dopo un’intensa storia d’amore con un uomo più giovane, la scrittrice trascorre il resto della vita sola e lontana dagli affetti famigliari, trovando conforto nella scrittura. Il desiderio della protagonista di affermare la propria voce rappresenta la volontà della scrittrice di rimanere indipendente dagli uomini, pagando il prezzo della solitudine.23

In TEWWG il matrimonio viene descritto per la prima volta attraverso il punto di vista di Nanny, secondo la quale esso rappresenta l’unica opportunità per le donne nere di salvarsi da una vita di soprusi e violenze. Dopo averle vissute in prima

22 Cfr. Rudolphi, M. F.; “ ‘Marriage Doesn’t Make Love’: Zora Neale Hurston’s Their Eyes Were

Watching God”, REDEN 6, 9, 1995, p. 38.

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persona e aver visto la propria figlia Leafy tornare una notte “crawling in on her hands and knees” (TEWWG, p. 26), la nonna convince Janie a sposare Logan Killicks e assicurarsi in tal modo una posizione di rispetto grazie ai possedimenti terreni dell’uomo. Alla visione di Nanny si oppone quella di Janie, secondo la quale il matrimonio riflette l’unione armonica nella natura:

She saw a dust bearing bee sink into the sanctum of a bloom; the thousand sister-calyxex arch to meet the love embrace and the ecstatic shiver of the tree from root to tiniest branch creaming in every blossom and frothing with delight. So this was a

marriage! She had be summoned to behold a revelation. (TEWWG, p. 15)

Dopo essersi interrogata sul significato dell’amore, la ragazza si lascia convincere dalla nonna che l’amore nei confronti dell’uomo sarebbe arrivato dopo averlo sposato. Dopo poco tempo Janie si accorge dell’inganno della nonna e comprende che la passione nei confronti del marito non potrà mai nascere e decide di lasciarlo per inseguire il vero amore.

Dopo la fine del matrimonio con Logan, la protagonista sceglie volontariamente di sposare Joe Starks e Tea Cake. Anche nel secondo matrimonio le speranze di Janie svaniscono in fretta e l’amore cede il posto alla solitudine: “A feeling of coldness and fear took hold of her. She felt away from things and lonely.” (TEWWG, p. 62).

Seguendo le definizioni di Lotman24 sul ruolo del simbolismo dello spazio nell’opera letteraria, in TEWWG la prima opposizione che si presenta è tra lo spazio

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J.M. Lotman, La struttura del testo poetico, Mursia, Milano, 1970, cit. in Marchese, Angelo,

L’officina del racconto: semiotica della narratività. Arnoldo Mondadori Editori, Milano, 1983.

“Lotman ha dimostrato come l’opera letteraria sia per lo più costruita su un principio di opposizione binaria, e cioè in modi antitetici che quasi sempre hanno una realizzazione spaziale nella quale un

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chiuso della casa nel cortile dei Washburn dove vivono Nanny e la nipote e il mondo esterno, che rappresenta l’ignoto per Janie. Il superamento della frontiera permette alla bambina di prendere coscienza della differenza tra i bianchi e i neri: l’invidia dei compagni a causa della somiglianza ai bianchi, rappresenta il primo passo verso l’alienazione della donna nella comunità. Il cancello di Nanny rappresenta un’ulteriore frontiera per la adolescente: qui avviene l’incontro e il bacio con Johnny Taylor, che scatena la reazione della nonna e l’allontanamento di Janie dalla casa materna.

Nei primi due matrimoni, la casa diventa la proiezione del mondo interiore della protagonista e si oppose all’esterno, che rappresenta l’impossibilità per Janie di integrarsi nella comunità.S. J. Walker25 descrive lo spazio occupato da Janie nei due matrimoni: nel primo la cucina (“The kitchen area”) assume un ruolo fondamentale nella vita della protagonista e il grembiule diviene il simbolo della subordinazione della donna al marito. Nell’ultimo dialogo tra i coniugi, Logan rimprovera alla moglie di trascurare il lavoro nei campi, mentre Janie rivendica il proprio posto in casa:

‘Come help me move dis manure pile befo’ de sun gits hot. You don’t take a bit of interest in dis place. Tain’t no use in foolin’round in dat kitchen all day long’. […] ‘You don’t need mah help out dere, Logan. Youse in yo’place and Ah’m in

mine’. (TEWWG, pp. 41-42, corsivo mio).

limite - la frontiera - contraddistingue e separa due realtà. Il superamento del limite, e quindi il passaggio dall’una all’altra parte dello spazio, che l’eroe compie infrangendo il divieto, determina il processo diegetico o l’avvenimento.” (p. 117).

25 Cfr. Walker, S. Jay. “Zora Neale Hurston’s Their Eyes Were Watching God: Black Novel of

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Anche in questo caso il cancello di casa rappresenta la frontiera per la protagonista: in attesa di un possibile cambiamento futuro, è al confine della casa che Janie incontra Joe Starks e dove l’uomo le chiede di partire con lui. Il superamento del limite indica la fine del matrimonio con Logan: liberandosi dal grembiule, Janie si ribella alla vita scelta per lei da Nanny e dall’infelicità della vita con l’uomo. Attraverso la scelta del personaggio, Hurston rivendica il diritto delle donne di uscire dalla “prigionia” domestica e le incoraggia a spingersi fino all’orizzonte.

Nel matrimonio con Joe, il porticato (“The Porch Area”) simboleggia lo spazio destinato alla donna e il copricapo indica l’oppressione del marito: dopo la morte di quest’ultimo Janie brucia tutti i fazzoletti liberando il suo spirito dai sentimenti nei confronti dell’uomo.

This is the reason why, at the end of what S. Jay Walker calls “THE PORCH ERA”, Hurston’s metaphor sends a double message to the women of the world. By burning all the head rags in the house, and letting Janie’s hair shine, Hurston is not only liberating Janie’s body, but also her mind.26

Come nel primo caso, Hurston sviluppa la teoria secondo la quale il matrimonio basato sugli interessi materiali non porta alla felicità: nonostante abbia mantenuto la promessa fatta alla moglie di fare di lei una moglie e una donna rispettabile, Joe non comprende le ragioni della sofferenza di Janie. L’uomo pone la moglie su un trono dall’alto del quale poter osservare il resto della comunità ma non comprende il desiderio della moglie di farne parte e di sentirsi amata da lui:

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Joe returned to the store full of pleasure and good humor but he didn’t want Janie to notice it because he saw she was sullen and he resented that. She had no right to be, the way he thought things out. She wasn’t even appreciative of his efforts and had plenty cause to be. Here he was just pouring honor all over her, building a high chair for her to sit in and overlook the world and she here pouting over it! (TEWWG, p.83).

La porta dell’emporio raffigura la nuova frontiera per Janie: la donna è descritta sempre all’interno del negozio, mentre osserva a distanza gli uomini che si riuniscono all’esterno dopo il lavoro. Il superamento del limite avviene solo alla morte del marito e all’incontro con Tea Cake, quando finalmente la protagonista si siede a giocare a dama e a ridere insieme agli altri.

Anche la casa raffigura il confine per Janie: essa si distingue nettamente dalle altre secondo la volontà di Joe e come la moglie, doveva costituire un elemento di superiorità rispetto al resto della cittadina. Sin dal primo momento, l’uomo chiarisce il posto destinato alla moglie: “Ah never married her for nothin’ lak dat. She’s uh

woman and her place is in de home.” (TEWWG, p. 57, corsivo mio). Il contrasto tra il

ruolo pubblico di Joe come sindaco e la remissione della moglie è rappresentato dall’impossibilità della donna di essere presente al funerale del mulo di Matt. Tutta la cittadina si reca alla discarica alle porte di Eatonville, mentre Janie è costretta a rimanere sulla soglia del negozio: “..and left Janie standing in the doorway.” (TEWWG, p. 81).

La camera da letto della coppia diventa il simbolo della loro mancanza di intimità, in contrasto con l’osservanza delle apparenze:

The spirit of the marriage left the bedroom and took to living in the parlour. It was there to shake hands whenever company came to visit, but it never went back inside the bedroom again. [..] The bed was no longer a daisy-field for her and Joe to play

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in. It was a place where she went and laid down when she was sleepy and tired. (TEWWG, pp. 95-96).

Dopo l’umiliazione in pubblico da parte di Janie, l’uomo abbandona definitivamente il letto coniugale e ogni tipo di rapporto con la moglie. Quando il marito si ammala gravemente, a Janie viene proibito l’accesso nella sua stanza: la difficoltà di costruire un dialogo viene espressa mediante l’allontanamento fisico dei due coniugi all’interno della propria casa. Dopo l’incontro con Tea Cake, essa non viene più descritta come uno spazio chiuso, ma diventa il rifugio d’amore per i due amanti che amano trascorrere le serate nel porticato a ridere e a scherzare. L’orizzonte rappresenta l’ultima frontiera da superare per Janie: il sogno si realizza quando la coppia si trasferisce negli Everglades: qui la protagonista non è confinata in uno spazio chiuso, ma la vita della coppia si svolge all’esterno e a stretto contatto con la natura e con la comunità.

Nel romanzo Hurston descrive il ruolo subalterno della donna attraverso varie forme di oppressione: è evidente soprattutto nel secondo matrimonio Joe, in cui la protagonista subisce una violenza psicologica e fisica da parte del marito. All’interno della coppia prevale il conflitto: al progressivo affrancamento della voce di Janie corrisponde una maggiore violenza fisica da parte dell’uomo. La prima volta il marito colpisce la donna per motivi futili, mentre la seconda volta Janie viene aggredita in pubblico per aver replicato alle offese di lui. La virilità dell’uomo viene messa in ridicolo dalle parole della moglie, così egli tenta di ferirla allo stesso modo, colpendola con tutta la forza che possiede: “So he struck Janie with all his might and drove her from the store.” (TEWWG, p. 107).

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In maniera analoga, anche Tea Cake usa la violenza su Janie quando avverte che la sua autorità è messa in pericolo dall’amicizia della moglie con Mrs. Turner. All’arrivo del fratello della donna alla concimaia, il marito picchia Janie per consolidare il ruolo di dominio agli occhi dell’intera comunità:

Before the week was over he had whipped Janie. Not because her behavior justified his jealousy, but it relieved that awful fear inside him. Being able to whip her reassured him in possession. No brutal beating at all. He just slapped her around a bit to show he was boss. (TEWWG, p. 196).

In entrambi i casi l’aggressione nasce dall’esigenza dell’uomo di affermare il proprio ruolo di predominio all’interno della società. La posizione di Hurston riguardo alla violenza sulla donna è ambivalente e i due episodi appena citati vengono descritti in maniera diversa tra loro: il gesto di Joe segna la rottura definitiva del matrimonio, mentre la violenza di Tea Cake consolida l’unione e l’amore nella coppia. Inoltre nel secondo caso, all’episodio precede uno schiaffo da parte di Janie all’uomo durante una lite: il gesto della donna sembra voler in qualche modo giustificare il comportamento seguente di Tea Cake.

Non vi è alcuna condanna del gesto da parte dei concittadini ma, al contrario, i segni evidenti sul corpo di Janie suscitano l’invidia degli uomini e delle donne. La remissività della donna viene elogiata nelle parole di Sop-de-Bottom:

‘Uh person can see every place you hit her. Ah bet she never raised her hand tuh hit yuh back, neither. Take some uh dese ol’ rusty black women and dey would fight yuh all night long and next day nobody couldn’t tell you ever hit’em. Dat’s de reason Ah done quit beatin’ mah woman. You can’t make no mark on’em at all.’ (TEWWG, pp. 196-7).

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