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2. PIANIFICAZIONE URBANISTICA L'intervento progettato dovrà

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2. PIANIFICAZIONE URBANISTICA

L'intervento progettato dovrà essere conforme al Piano Strutturale approvato nel 2001 e al Regolamento Urbanistico adottato il 21 febbraio 2013 e che sarà approvato nel corso di quest’anno.

Si riportano dunque gli stralci del piano ove sono indicate le destinazioni d'uso previste per l’area oggetto di studio e gli interventi possibili.

2.1. Piano Strutturale

2.1.1. Sistemi e sub sistemi territoriali

L’area oggetto di intervento ricade nel Sistema Territoriale della Pianura (art. 44 N.T.A.) e in particolare nel Sub Sistema territoriale della pianura alluvionale (art. 53 N.T.A.) “Per questo subsistema il P.S. prevede la tutela del patrimonio storico edilizio esistente, il completamento e la riqualificazione del sistema insediativo di recente formazione, sia residenziale che produttivo e di servizio e la riorganizzazione del sistema infrastrutturale. In particolare il P.S. individua come obbiettivi principali:

- la densificazione e il riordino morfologico degli insediamenti più recenti e dei tessuti radi e informi delle aree marginali e di frangia;

- l'incremento e la riqualificazione del sistema degli spazi pubblici mediante un disegno unitario morfologicamente definito;

- la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente; - l'incentivazione dell'attività turistico - ricettiva;

- la riqualificazione e il riordino delle aree produttive anche in funzione dell'utilizzazione specialistica o plurima e complessa;

- il recupero e la riqualificazione delle aree produttive dismesse;

- il riordino e la compatibilità delle suddette con i tessuti insediativi delle aree in cui sono collocate le attività e le funzioni marginali;

- la valorizzazione delle risorse agro-ambientali;

- la realizzazione di percorsi turistici - ambientali, in particolare lungo le aste fluviali.”11

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2.1.2. Sistema funzionale insediativo

L’area oggetto di intervento ricade all'interno del Limite Urbano – art. 37 N.T.A. – che “rappresenta l'ambito in cui, in sede di R.U., dovranno essere individuati in dettaglio gli interventi di conservazione, mantenimento, densificazione, ristrutturazione urbanistica ed ampliamento del tessuto insediativo esistente e dovrà essere localizzata la parte di maggior consistenza della nuova offerta edilizia prevista dal P. S.”12. Inoltre, come si

evince dalle tavole di Piano, per quanto riguarda il Subsistema funzionale insediativo della residenza – art. 72 e segg. N.T.A. –, l’area fa parte della Città Compatta. La città compatta – art. 77 N.T.A. – è “l'ambito delle aree urbane edificate con sostanziale continuità per lo più sviluppatesi intorno agli insediamenti storici principali, caratterizzate generalmente da lottizzazioni edificate con tipi edilizi misti con prevalenza di edifici mono – bifamiliari. È inoltre l'ambito nel quale individuare la nuova urbanizzazione a completamento, come occasione di riqualificazione dell'esistente struttura urbana. Il P.S. si pone come obiettivo l'individuazione e il riconoscimento di quelle parti costitutive riguardanti l'assetto urbano, l'impianto fondiario, il tipo edilizio, il sistema degli spazi verdi e scoperti, l'individuazione e il riconoscimento di quelle parti in cui tali caratteristiche sono state alterate o contraddette, garantendo il mantenimento della maglia insediativa, della giacitura, della larghezza della viabilità nello sviluppo dell'assetto urbano”13.

2.1.3. U.T.O.E. – Unità Territoriali Organiche Elementari

U.T.O.E. n° 4 – “La città di Pietrasanta”

L’area ex Pierotti ricade all’interno di questa U.T.O.E.

Descrizione geografica: Impianto storico compatto ed omogeneo sviluppatosi secondo le direttrici della viabilità antica (via Francigena) nella stretta fascia pedecollinare che ne definisce l’insediamento. L’agglomerato urbano è segnato da un notevole dislivello territoriale delimitato dalla linea ferroviaria che ne definisce i limiti verso la pianura. Caratteristiche: Il tessuto urbanizzato si presenta eterogeneo con insediamenti di tipo residenziale misto ad amministrativo, commerciale e produttivo. Il centro storico artistico e le attività artigianali qui collocate con la notevole presenza di gallerie d’arte ad esse

12

Cfr. art. 37, NTA Piano Strutturale di Pietrasanta, cit.

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congiunte, rappresentano una peculiarità ed un’attrattiva di forte richiamo turistico e commerciale.

Obiettivi qualitativi funzionali:

- Tutela e recupero delle fasce comprese tra il centro storico e la ferrovia e tra la ferrovia e la via Aurelia;

- Recupero del patrimonio edilizio esistente; - Recupero dell’ex Ospedale Lucchesi; - Realizzazione del Museo della Scultura; - Parco urbano nell’ex stadio;

- Viabilità carrabile di collegamento alla Rocca di Sala;

- Sistemazione e potenziamento della viabilità carrabile e ciclopedonale.14

Misure di mitigazione: Gli interventi previsti di recupero del patrimonio edilizio esistente con la realizzazione di nuovi alloggi, non possono prescindere da una verifica della capacità della rete fognaria relativa alle acque bianche. La fognatura nera attualmente serve nella sua interezza il territorio in oggetto, così come la rete di adduzione del metano.

Gli interventi infrastrutturali relativi al potenziamento della viabilità carrabile, devono essere accompagnati da azioni di risanamento acustico, relativo al traffico veicolare attuale, nonché da quello previsto. In particolare i tratti interessati sono la via Sarzanese, la via Aurelia (nel tratto in cui attraversa il centro) e via Oberdan.

La riorganizzazione funzionale della viabilità carrabile dovrà essere accompagnata dall’individuazione di un sistema efficace e rapido di piste ciclo-pedonali che disincentivino l’uso dei mezzi di trasporto privati ed in subordine pubblici, a favore di soluzioni ambientalmente compatibili, per i trasferimenti all’interno della città, o per i trasferimenti tra la città ed i quartieri peri urbani.

Qualsiasi intervento relativo alla viabilità carrabile ed in particolare quello relativo al collegamento con la Rocca di Sala, dovranno essere accompagnati con opere di mitigazione paesaggistica ambientale (al fine di minimizzare l’impatto), nonché con opere di regimazione delle acque superficiali, volte anche al recupero ed al riutilizzo delle medesime per l’irrigazione. Su tale tratto, dato l’esiguo volume di traffico non dovrebbero essere presenti problematiche legate al rumore.

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Tra gli interventi relativi al recupero della fascia compresa tra la ferrovia ed il centro storico è necessario prevedere delle opere di bonifica per mitigare l’inquinamento acustico che il traffico ferroviario induce sul centro urbano.

Ultimo aspetto ma non meno importante, è relativo (per il tratto che interessa questa UTOE) al recupero, risanamento, valorizzazione e ripristino delle fasce riparie del corso d’acqua denominato “Canale Santa Maria”. Lo stato della qualità delle acque del Canale Santa Maria, è legato prevalentemente a problematiche di inquinamento da reflui urbani presenti nella situazione a monte, in particolare dovuto alla frazione collinare di Capezzano Monte. La riapertura del canale nel tratto tombato potrebbe essere un intervento di grande impatto positivo in una zona della città particolarmente povera di verde e dove le attività artigianali ed industriali hanno avuto una forte impronta sulla morfologia del territorio.15

Il dimensionamento del Piano Strutturale

Il dimensionamento complessivo del P. S. è stato elaborato secondo i seguenti criteri: - gli studi e dalle analisi svolti in sede di Quadro Conoscitivo, contenente i dati

inerenti alle tendenze demografiche e migratorie;

- la lettura dell'attuazione del vigente strumento urbanistico;

- l'attuazione e l'effettiva esistenza o reperibilità degli standards urbanistici;

15

Cfr. Allegato n° 2 alle NTA Piano Strutturale di Pietrasanta, Valutazione degli Effetti Ambientali, pag. 50. Figura 15: Piano Strutturale, Tavola delle U.T.O.E., particolare; originale in scala 1:10000

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28 - la valutazione della criticità delle risorse;

- la verifica dei limiti ammissibili prescritti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale;

- i contenuti e le finalità del Piano di indirizzo e di regolazione degli orari di cui alla LR 38/98.

Il dimensionamento comprende anche parte delle previsioni di P.R.G.C. vigente non attuate come i lotti edificabili della Zona “B” e comparti urbanistici della Zona “C”. Il Quadro Conoscitivo del Regolamento Urbanistico contiene lo stato di attuazione del Residuo del P.R.G.C. vigente con il conseguente aggiornamento della “Tabella Dimensionamento del P.R.G.C.” di cui all’art. 100 delle N.T.A. del P. S..

Di seguito si riporta la tabella sinottica del dimensionamento

Abitazioni

ERP Abitazioni Edilizia Privata Turistico

Ricettivo Industriale Artigianale Commerciale Direzionale U.T.O.E. Alloggi Alloggi per residenti Alloggi per non residenti Alloggi TOTALE

ALLOGGI Camere S.U.L. S.U.L.

N.C. N.C. N.C. REC. N.C.+REC. N.C. N.C. N.C.

4

Pietrasanta - 17 8 95 120 30 - 1.000

Il dimensionamento delle aree residenziali: Il P. S. individua i parametri massimi di riferimento per il dimensionamento delle aree residenziali da distribuire all'interno e all'esterno delle U.T.O.E. per un totale di 2010 alloggi, distribuiti come segue:

a) massimo insediamento di alloggi all'interno delle U.T.O.E.: 1900 di cui:

- nuova edificazione di alloggi di edilizia privata: 647 (400 per residenti e 247 per non residenti);

- interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente: 369 (derivanti da frazionamento e cambio di destinazione d'uso);

- nuova edificazione di alloggi di ERP: 884;

b) massimo insediamento di alloggi fuori delle U.T.O.E.: 110 di cui:

- nuova edificazione: 80 (di cui 48 per residenti e 32 per non residenti);

- interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente: 30 (derivanti da frazionamento e cambio di destinazione d'uso).

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Regolamento Urbanistico e di tutta la strumentazione attuativa del P. S..

Il dimensionamento delle aree a destinazione commerciale-direzionale: Il P. S. individua i parametri massimi di riferimento per il dimensionamento di nuova costruzione a de-stinazione commerciale-direzionale da distribuire all'interno delle U.T.O.E. per un totale di 74.000 mq di Superficie Utile Lorda.

Tale parametro costituisce limite massimo inderogabile per il dimensionamento del Regolamento Urbanistico e di tutta la strumentazione attuativa del P. S..

Il dimensionamento delle aree a destinazione industriale-artigianale: Il P. S. individua i parametri massimi di riferimento per il dimensionamento di nuova costruzione a destinazione industriale ed artigianale, da distribuire sia all’interno che all’esterno delle U.T.O.E., per un totale di 327000 mq di SUL di cui:

- massimo insediamento all’interno delle U.T.O.E.: 322000 mq di S.U.L.; - massimo insediamento fuori delle U.T.O.E.: 5000 mq di S.U.L..

Tale parametro costituisce limite massimo inderogabile per il dimensionamento del R. U. e di tutta la strumentazione attuativa del P. S..

Il dimensionamento delle aree a destinazione turistico-ricettiva: Il P. S. individua i parametri massimi di riferimento per il dimensionamento di nuova costruzione a destinazione turistico-ricettiva da distribuire all’interno e all’esterno delle U.T.O.E. per un totale di 500 camere di cui:

- massimo insediamento all’interno delle U.T.O.E.: 450 camere; - massimo insediamento fuori delle U.T.O.E.: 50 camere.

Tale parametro costituisce limite massimo inderogabile per il dimensionamento del R. U. e di tutta la strumentazione attuativa del P. S..16

16

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2.1.4. Invarianti strutturali

Invariante strutturale relativa alle infrastrutture

La via Aurelia fa parte della viabilità storica presente al 1825, ovvero i tracciati viari fondativi come la Via Provinciale per Vallecchia e la Via Sarzanese.17

Attribuzione degli interventi: Il grado di tutela previsto è il recupero (“ove sia necessario intervenire per ripristinare i livelli di prestazione e di funzione dell'Invariante Strutturale, criterio da conseguirsi anche con parziali interventi di modificazione e trasformazione che comunque conservino i caratteri e la memoria dell'Invariante Strutturale stessa”18),

attraverso il mantenimento degli aspetti strutturali quali il tracciato, la giacitura, le sistemazioni e le relative opere d'arte e, se non sussistono particolari esigenze, le caratteristiche dimensionali essenziali, al fine di garantirne la percorribilità e l'accessibilità con prestazioni consone all'attuale sistema di mobilità19.

2.2. Regolamento Urbanistico

In data 21 febbraio 2013, il Consiglio Comunale di Pietrasanta ha votato l’adozione del primo Regolamento Urbanistico della nostra città. L’Amministrazione Comunale, dopo la necessaria fase di recepimento delle osservazioni al Piano, prevede di arrivare all’approvazione del documento entro il mese di giugno 2014.

17

Cfr. art. 31, NTA Piano Strutturale di Pietrasanta, cit.

18

Cfr. art. 34, NTA Piano Strutturale di Pietrasanta, cit.

19

Cfr. art. 35, NTA Piano Strutturale di Pietrasanta, cit.

Figura 16: Regolamento Urbanistico, Tavola 5P, Dettaglio delle previsioni – Centro e Pietrasanta di Levante, particolare; originale in scala 1:2000

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Nella tavola 5P del Quadro Progettuale del R. U. sono illustrate le previsioni per il centro e la zona orientale di Pietrasanta, nella quale ricadono l’area e gli edifici oggetto del presente studio.

L’area è indicata con colore rosa, che indica le aree storiche, definite all’art. 33 delle N.T.A. del nuovo R. U. come “le parti di territorio interessate da insediamenti che rivestono carattere storico, posti in pianura o in collina, compreso il loro ambiente circostante, anche se in parte trasformate”.

Sul lotto si trova inoltre la sigla UR10, che sta a significare il fatto che l’area è riconosciuta come Unità di Recupero e Rigenerazione; queste sono definite come aree nelle quali si è formato un insieme di edifici produttivi, dismessi e non, storici e recenti, fabbricati precari, residenze, tali da presentare elementi di degrado e di pregio che corrispondono alle definizioni e alle finalità indicate nel capo IV bis della L.R. 1/2005 (Disposizioni volte ad incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente e per la rigenerazione delle aree urbane degradate). In queste aree gli interventi ammessi sono:

- per gli elencali superiori e gli edifici di base e seriali gli interventi indicati in cartografia e collegati alle definizioni tipologiche;

- per gli altri edifici interventi di ristrutturazione edilizia anche con demolizione e ricostruzione, di ripristino tipologico, di sostituzione edilizia, di ristrutturazione urbanistica. Gli interventi si realizzano a parità di superficie utile lorda con un incremento del 10% che può essere raddoppiato nel caso di ricostruzioni con soluzioni che rispettino gli standard qualitativi definiti al precedente articolo 12 punti 1) e 4) (Obiettivi di qualità ambientale ed architettonica), innovazioni tecnologiche e risparmio energetico e l’altezza massima è di ml 7.

Le aree sono soggette ad un progetto planivolumetrico unitario che può essere attuato con piano di recupero o singoli interventi convenzionati. Il progetto, definiti analiticamente i caratteri del patrimonio edilizio esistente e gli elementi di degrado (nel rispetto delle finalità dell’articolo 74 ter della L.R. 1/2005) può proporre:

- il restauro e il ripristino di condizioni storicamente documentate mediante demolizioni e ricostruzioni secondo il metodo del ripristino tipologico, quando l’area è connotata da una prevalenza di edifici classificati quali elencali superiori e/o edifici di base e seriali;

- il mantenimento dell’impianto urbanistico, soprattutto quando costituito da corti e da spazi significativi intorno ai quali si sono realizzati i manufatti edilizi, con la sostituzione

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degli immobili degradati o non idonei ad accogliere le nuove funzioni e la cura degli spazi comuni e pubblici;

- la ristrutturazione urbanistica con il diradamento, la demolizione e l’accorpamento dei volumi e una disposizione planimetrica idonea alle nuove funzioni e a garantire gli spazi pubblici quando l’insediamento esistente sia connotato dalla prevalenza di edifici privi di valore storico testimoniale.

I piani di recupero e gli interventi convenzionati attuativi delle Unità di recupero devono garantire il rispetto degli spazi pubblici minimi di cui al DM 1444/68 e dell’articolo 106 della normativa tecnico del Piano Strutturale (24mq per abitante), quando l’intervento comporti il cambio di destinazione d’uso.

Le destinazioni d’uso assegnate all’UR10 sono le seguenti: Turistico-ricettivo, artigianale, direzionale, servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico, commerciale ad esclusione delle medie strutture di vendita, residenziale.

Dimensionamento: 2 alloggi edilizia privata (a recupero).20

Sulla stessa tavola i tre fabbricati di dimensioni maggiori presenti sul lotto (i laboratori e gli uffici) sono segnalati col numero 1, che sta ad indicare gli edifici di interesse tipologico, dovel’intervento ammesso è il restauro e la ristrutturazione R1 con i seguenti indirizzi:

-conservazione del profilo originario delle coperture;

-conservazione delle strutture originarie verticali e di quelle orizzontali nel caso di solai o volte di valore architettonico o decorativo;

-conservazione o ripristino delle aperture originarie delle facciate sul fronte strada o sul fronte principale, degli elementi plastici e decorativi; conservazione delle aperture a griglia in mattoni con tamponamenti e infissi a filo interno per i rustici maggiori;

-conservazione degli eventuali elementi architettonici isolati: fontane, pozzi, chioschi, stemmi, lapidi.21

La ristrutturazione R1 consiste in interventi di ristrutturazione edilizia, con esclusione della demolizione dell’edificio principale, salvo i casi in cui sia dimostrata l’impossibilità tecnica di conservare l’organismo edilizio e senza modifica della sagoma dell’edificio e dello schema strutturale. Sono quindi escluse le addizioni funzionali di nuovi elementi

20

Cfr. art. 32, p.to 8d) NTA Regolamento Urbanistico di Pietrasanta, febbraio 2013.

21

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agli organismi edilizi esistenti che comportano modifiche alla sagoma, nonché la modifica della quota dei solai, salvo che per la messa in sicurezza idraulica, dell’apparato distributore e della linea di gronda ad eccezione della realizzazione del cordolo strutturale non superiore a 40 cm. Le nuove aperture congruenti con il carattere storico architettonico dell’edificio, non sono considerate modifica alla sagoma.22

TITOLO II

ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO Art. 7

Piani attuativi

Nel nostro caso la realizzazione del progetto prevede la stesura di un Piano di Recupero23, come si legge all’art. 7 p.to 5) del R. U.: “La formazione di piano di

recupero è obbligatoria nei casi di interventi di demolizione e ricostruzione, ristrutturazione edilizia, sostituzione edilizia e ristrutturazione urbanistica con contestuale cambio di destinazione d’uso aventi superficie utile lorda superiore a 500 mq, in tal caso il progetto dovrà garantire il reperimento delle dotazioni minime di standard di cui al DM 1444/68 e dell’art. 106 della normativa tecnica d’attuazione del Piano Strutturale”.

Art. 9

Interventi diretti

Ristrutturazione edilizia, (definita all’art. 3, comma 1, lettera d), del D.P.R. n°380/2001 e all’art.79, comma 2, lettera d della L.R. 1/2005). E’ sempre consentito l’incremento di Sul all’interno della sagoma esistente l’organismo edilizio, nonché l’accorpamento di unità immobiliari o il frazionamento di quelle esistenti purché, se destinate all’uso residenziale, risultino di Sul minima di 80 mq e comunque di Sun non inferiore a 65 mq. La Ristrutturazione edilizia in fabbricati classificati storici sulla base delle schede d’indagine è volta alla storicizzazione e al ripristino dei caratteri originari, dedotti dai modelli tipologici ancora esistenti nel territorio e comprende due sottocategorie con limitazioni rispetto alla categoria generale, in relazione alla caratteristiche storiche, architettoniche, tipologiche degli edifici e al raggiungimento dell’obiettivo di tutela di tali caratteristiche, come indicato all’articolo 10 del Piano strutturale:

22

Cfr. art. 9, NTA Regolamento Urbanistico di Pietrasanta, cit.

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R1 – Interventi di ristrutturazione edilizia, con esclusione della demolizione dell’edificio principale, salvo i casi in cui sia dimostrata l’impossibilità tecnica di conservare l’organismo edilizio e senza modifica della sagoma dell’edificio e dello schema strutturale. Sono quindi escluse le addizioni funzionali di nuovi elementi agli organismi edilizi esistenti che comportano modifiche alla sagoma, nonché la modifica della quota dei solai, salvo che per la messa in sicurezza idraulica, dell’apparato distributore e della linea di gronda ad eccezione della realizzazione del cordolo strutturale non superiore a 40 cm. Le nuove aperture congruenti con il carattere storico architettonico dell’edificio, non sono considerate modifica alla sagoma.

R2 – Interventi di ristrutturazione edilizia, con esclusione della totale demolizione dell’edificio principale, la struttura muraria perimetrale, salvo i casi in cui sia dimostrata l’impossibilità tecnica del suo recupero. Gli interventi di ristrutturazione edilizia R2 consentono modifiche alla sagoma finalizzate alla realizzazione di addizioni funzionali agli edifici principali esistenti, nei limiti dell’art. 79 comma 2 lettera d) punto 3) della LR 1/2005, con ampliamento una tantum fino al raggiungimento di 50 mq di Sul e comunque fino ad un massimo di 40 mq di Sun per unità immobiliare esistente e con altezza massima di 7,00 ml o pari all’esistente se superiore.

Articolo 13

Disciplina delle funzioni, destinazione d'uso e mutamenti di destinazione d’uso

3) Caratteristiche dei mutamenti di destinazione d’uso. Sono considerati mutamenti di destinazione d’uso i passaggi dall’una all’altra delle seguenti categorie:

- residenziale;

- industriale e artigianale;

- commerciale, secondo le definizioni della L.R 28/2005; - turistico-ricettiva, secondo le definizioni della L.R 42/2000; - direzionale;

- di servizio;

- commerciale all’ingrosso e depositi;

- agricola e funzioni connesse ai sensi di legge.

Al fine di una corretta applicazione della disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni, le destinazione d’uso principale è comprensiva delle seguenti destinazioni ritenute espressive delle differenti attività, che risulta possibile svolgere nell’ambito della medesima categoria di destinazione principale:

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- residenziale: residenze permanenti, residenze temporanee, collegi, convitti, conventi, affittacamere;

- industriale e artigianale: fabbriche, autofficine e officine, laboratori (compresi laboratori di sperimentazione, uffici tecnici e amministrativi, spazi espositivi connessi), magazzini, piazzali e depositi di materiali coperti e scoperti, residenziali di guardianaggio pertinenziali all’attività produttiva, attività di lavorazione e trasformazione dei prodotti lapidei, cave e attività estrattive, attività artigianali di servizio: laboratori artigiani alimentari gelaterie, pizzerie, forni, yogurterie, mense, laboratori artistici e botteghe artigiane (fotografo, sartoria, oreficeria, tipografia, stamperia, legatoria, tintoria, fucina), servizi alla persona (lavanderie, parrucchieri, odontotecnico, acconciatore, estetista, palestre, centri benessere), servizi residenziali (idraulico, elettricista, imbianchino, tappezziere, antennista, imprenditore edile);

- commerciale: esercizi di vicinato, medie strutture di vendita, grandi strutture di vendita, centri commerciali, esercizi di somministrazione alimenti e bevande, bar, ristoranti, edicole, farmacie e vendita al dettaglio di prodotti e beni sanitari, attività commerciali di servizio ai distributori di carburante, agenzie di viaggio, comunicazione e immobiliari, luoghi di intrattenimento (sale da ballo, cinema), attività artigianali di servizio (elencate nella voce artigianale e industriale);

- turistico-ricettiva: alberghi, residenze turistico alberghiere, dependance, pensioni e locande, villaggi turistici, aree di sosta, parchi di vacanza, case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi, bivacchi, campeggi, turistico-balneari, in quanto ricadenti in abito demanio marittimo (217/2011 art. 11 c.6): stabilimenti balneari, ristoranti, bar e generi di monopolio, strutture ricettive e attività ricreative e sportive, esercizi commerciali, noleggio imbarcazioni e natanti;

- direzionale: uffici privati e di enti pubblici, uffici postali, ambulatori medici, studi e uffici professionali ed imprenditoriali, sedi di associazioni, ed enti morali e religiosi (associazioni, partiti, sindacati), centri di ricerca, agenzie e sportelli bancari, locali per i servizi bancomat, agenzie di cambio valuta, attività per la fornitura di servizi attinenti le telecomunicazioni e la telematica, l’informazione turistica e istituzionale, il multimediale, uffici e sedi di forze armate e di polizia;

- di servizio: servizi e le attrezzature pubbliche o di uso pubblico e infrastrutture, quali: - Servizi per la cultura il culto e lo spettacolo (musei, teatri, auditori, chiese, cinema, sale di spettacolo, discoteche, biblioteche, mostre ed esposizioni, fonti, chiese, servizi religiosi, spettacoli viaggianti);

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- Servizi sociali, culturali e ricreativi: centri sociali, culturali e ricreativi, centri polivalenti, mense;

- Servizi per l’istruzione superiore: scuole non dell’obbligo;

- Servizi per l’istruzione di base: asili, scuole per l’infanzia, scuole dell’obbligo;

- Servizi universitari: attrezzature didattiche e di ricerca (compresi servizi tecnici, amministrativi, sociali e culturali connessi), residenze universitarie;

- Servizi ospedalieri e sanitari: ospedali, cliniche, ambulatori, poliambulatori, laboratori; - Servizi di assistenza socio-sanitaria (centri di assistenza, case di riposo, residenze protette e pensionati, compresi servizi ambulatoriali e sociali connessi);

- Servizi sportivi coperti (palestre, piscine, palazzi dello sport, campi coperti e scoperti); - Servizi cimiteriali;

- Servizi tecnici ed amministrativi (stazioni dei trasporti, impianti tecnici per la distribuzione di acqua, energia elettrica e gas, impianti per il trattamento dei rifiuti, servizi postelegrafonici e telefonici, fonti, lavatoi);

- Servizi della Pubblica Amministrazione (uffici amministrativi, protezione civile, tribunali, attrezzature della finanza, per la pubblica sicurezza e militari, archivi, mercati);

- Servizi per la mobilità (autorimesse, garage, parcheggi, servizi di noleggio con o senza conducente, taxi);

- verde pubblico e di uso pubblico;

- attrezzature per lo sport e il tempo libero; - parcheggi pubblici e di uso pubblico; - infrastrutture per la mobilità;

- servizi ed impianti e rete (energia, acqua, depurazione, rifiuti, telecomunicazioni); TITOLO III

DISCIPLINA GENERALE DEL TERRITORIO

SEZIONE I

LA GESTIONE DEL TERRITORIO E DELLA CITTÀ CAPITOLO III

I tessuti urbani ed urbanizzati Articolo 32

La città storica di Pietrasanta

7) Unità edilizie d’intervento, Unità immobiliari e aumento delle unità immobiliari. Unità edilizie. Il tessuto edificato della città storica è suddiviso in unità edilizie d’intervento, individuate nella cartografia in scala 1/1.000 e in parti di quella 1/2000, con un perimetro

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nero. Ad ognuna corrisponde la classificazione tipologica dell’edificio e l’eventuale individuazione degli spazi liberi collegati.

Non è ammesso l’accorpamento di unità edilizie contigue, in quanto rappresentano la struttura urbana consolidata dell’edificato.

Unità immobiliari. Le unità edilizie d’intervento sono composte da una o più unità immobiliari.

Aumento delle unità immobiliari. Le unità immobiliari possono essere aumentate in coerenza con il processo e i caratteri tipologici, anche in relazione alle divisioni catastali storiche, da comprovare con documentazione storico-catastale.

Negli edifici recenti, privi di indicazione specifica di intervento, l’aumento di unità immobiliari è sempre ammesso.

Nuove unità immobiliari. La dimensione minima delle nuove unità immobiliari ricavate da frazionamenti non può essere minore di 55 mq di Sul e comunque non inferiore a mq. 45 di Sun. Per gli edifici classificati come Elencali superiori di cui al successivo punto 8a) la dimensione minima delle nuove unità immobiliari non può essere inferiore a 130 mq di Sul.

8) Interventi ammessi per tipologia edilizia. Gli interventi ammessi sono quelli riportati nel precedente articolo 9 delle norme e specificati nei punti successivi. Per gli edifici ai punti 8a) e 8b) gli interventi dovranno essere realizzati facendo uso dei materiali e delle tecnologie propri della tradizione costruttiva locale e coerenti alla tipologia di appartenenza, sempre con l’obiettivo di una loro storicizzazione.

In cartografia sono individuate le categorie di intervento per ogni edificio, tenendo conto della seguente classificazione:

8b) Edifici di base e seriali: Edifici di interesse tipologico e ambientale:

Vi sono compresi i seguenti tipi edilizi:

-edifici di base seriali: edifici modulari organizzati in schiere, con varianti dimensionali o per la posizione d’angolo o per fusione e aggregazione di più corpi di fabbrica;

-edifici già rurali inseriti nel tessuto edilizio; -palazzetti;

-villini otto/novecenteschi che hanno completato il tessuto storico urbano.

Edifici di interesse tipologico. Sono individuati in cartografia in rosso e con il numero 1 e l’intervento ammesso è il restauro e la ristrutturazione R1 con i seguenti indirizzi:

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-conservazione delle strutture originarie verticali e di quelle orizzontali nel caso di solai o volte di valore architettonico o decorativo;

-conservazione o ripristino delle aperture originarie delle facciate sul fronte strada o sul fronte principale, degli elementi plastici e decorativi; conservazione delle aperture a griglia in mattoni con tamponamenti e infissi a filo interno per i rustici maggiori;

-conservazione degli eventuali elementi architettonici isolati: fontane, pozzi, chioschi, stemmi, lapidi.

Edifici di interesse ambientale. Sono edifici di base di impianto storico e in parte trasformati, oppure edifici realizzati più recentemente, ma che completano il contesto storico/urbano in quanto inseriti nel sedime catastale storico. Sono individuati in cartografia in rosso e con il numero 2 e l’intervento ammesso è la ristrutturazione R2. L’intervento di ristrutturazione è volto a reintegrare l’organismo edilizio nel complesso edificato, con la ricostruzione dei caratteri propri della tipologia di appartenenza con interventi conformi a quelli della tradizione costruttiva locale e all’assetto tipologico. Per gli edifici in condizioni statiche precarie, definite da elaborati particolareggiati da allegare al progetto, sono ammessi interventi di restauro, nella definizione di ripristino indicata al precedente articolo 9 delle norme.

Nel caso che l’edificio presenti in facciata elementi decorativi, plastici o pittorici, questi devono essere mantenuti, per conservare forme di decoro urbano prescritte in epoche di maggiore attenzione al contesto costruito rispetto all’attuale.

Per alcuni di tali edifici, individuati in cartografia, per i quali il processo di crescita tipologica non si è definito in relazione al tessuto circostante, è ammesso il rialzamento di un piano (altezza attuale più metri 3), sempre con l’obiettivo di una loro storicizzazione, con interventi conformi a quelli della tradizione costruttiva locale e all’assetto tipologico. In questo caso è anche richiesta la ripulitura del lotto da manufatti precari e ingombranti gli spazi liberi.

La destinazione d’uso è la residenza, ma sono ammesse destinazioni direzionali e di servizio e turisticoricettive.

Il piano terra può essere adibito ad attività commerciali di vicinato o artigianali di servizio.

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SEZIONE II

LE TRASFORMAZIONI

CAPITOLO II

Le infrastrutture e i servizi di nuova formazione Articolo 44

Le nuove infrastrutture per la mobilità 3) I nuovi interventi infrastrutturali:

- Adeguamento e miglioramento della sicurezza della SS. 1 Aurelia fra via Primo Maggio e via Pontenuovo. Si tratta di interventi tesi a migliorare la sicurezza stradale, in particolare delle intersezioni a raso con la viabilità secondaria, con l’obiettivo della riduzione degli incidenti stradali e dell’aumento della sicurezza della mobilità, considerando prioritari gli interventi tesi alla sicurezza della mobilità degli utenti deboli, ovvero dei pedoni e dei ciclisti. La previsione acquisisce il progetto preliminare approvato con D.G.C. n. 85 del 19.04.2011. Gli interventi riguardano:

- una grande rotatoria su via Pontenuovo, per migliorare l’accesso alla zona artigianale esistente. Le condizioni alla trasformazione dell’area sono definite nell’area di nuovo impianto individuata dal n. 02 – Ponte nuovo - in cartografia 1/2000;

- rotatoria compatta in corrispondenza dell’attuale intersezione con via degli Opifici per l’accesso alla zona industriale;

- adeguamento viario e intersezione fra via del Castagno, via Santini, via Aurelia, con la realizzazione di una nuova rotatoria antistante l’area del terminal bus;

- nuova rotatoria: intersezione via Aurelia-viale Apua

CAPITOLO III

I tessuti urbani da ristrutturare e le aree di nuovo impianto Articolo 47

Il dimensionamento del Piano e il Quadro previsionale quinquennale

1) Definizioni. Il dimensionamento è il carico massimo ammissibile delle quantità insediative previste dal Piano Strutturale e attuabili dal Regolamento Urbanistico nei termini di validità previsti al precedente articolo 3. Tale dimensionamento, suddiviso per UTOE o fuori UTOE è richiamato nella tabella di verifica di seguito riportata.

Le dimensioni massime sostenibili indicate dall’articolo 99 della Normativa tecnica d’attuazione del Piano Strutturale sono riferite alle seguenti destinazioni d’uso:

- residenziale espresso in numero di alloggi (edilizia privata ed edilizia sociale) - commerciale, direzionale espresso in Sul

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40 - industriale/artigianale espresso in Sul

- turistico ricettiva espresso in numero di camere.

Le quantità residenziali previste sono ripartite fra nuova edificazione e recupero, inteso quest’ultimo come rigenerazione dei tessuti insediativi.

Ai sensi del citato articolo del PS, il dimensionamento comprende anche parte delle previsioni di PRGC; pertanto le quantità residue derivanti dal monitoraggio del dimensionamento, avviato dall’adozione del Piano strutturale, per quanto attiene alle quote di edilizia residenziale, sono determinate alla data 30.11.2012.

2) Il dimensionamento programmato.

2a) Le trasformazioni. Il dimensionamento massimo, previsto nell’ambito degli interventi afferenti alla Disciplina delle Trasformazioni degli assetti insediativi di cui al Titolo III Sezione II è programmato secondo un quadro previsionale quinquennale corrispondente alle prescrizioni indicate nei successivi articoli per le seguenti previsioni: - aree di nuovo impianto e di rigenerazione (disciplinate da schede norma);

- previsioni previgenti e aree con strumenti attuativi approvati o in corso di esecuzione. 2b) La gestione dell’esistente. Il dimensionamento massimo, previsto nell’ambito degli interventi afferenti alla Gestione del territorio e della città di cui al Titolo III Sezione I delle presenti norme indicato nella tabella di verifica, è attribuito alle seguenti previsioni: - lotti liberi di completamento in zona B e D;

- unità di recupero e rigenerazione UR (individuati in cartografia 1/2000);

- ambiti di rigenerazione urbana per insediamenti produttivi incompatibili (numerati in cartografia in scala 1/5000)

- ambiti di recupero urbanistico per insediamenti produttivi incompatibili AR (numerati in cartografia in scala 1/5000);

Le quantità residenziali programmate sono computate nel dimensionamento relativo alla nuova costruzione se espresse attraverso un parametro urbanistico di edificabilità; qualora le quantità edificabili residenziali derivino dall’intervento di recupero del patrimonio edilizio esistente, ovvero siano attribuite in ragione della superficie utile esistente, sono computate nel dimensionamento afferente al recupero.

Nel dimensionamento a recupero afferente all’edilizia residenziale privata sono altresì computati gli alloggi di edilizia sociale derivanti dal recupero del patrimonio edilizio esistente per i quali il PS non prevede un dimensionamento specifico.

Gli interventi di ristrutturazione edilizia, sostituzione edilizia e ristrutturazione urbanistica, quando implicano ampliamenti e adeguamenti funzionali dell’unità

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41

immobiliare o cambi di destinazione nonché gli ampliamenti degli edifici, poiché riguardano l’evoluzione del patrimonio edilizio esistente in relazione alle dinamiche della società e della sua composizione, influenzate da aspetti privatistici e congiunturali, non rientrano nel dimensionamento ad eccezione degli interventi sottoposti a Piano di recupero indicati al precedente articolo 7 punto 5), per i quali valgono le disposizioni di cui al successivo comma Monitoraggio delle quantità a consuntivo.

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