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Capitolo 4 – Conclusioni

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Academic year: 2021

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Capitolo 4 – Conclusioni

CAPITOLO 4 – CONCLUSIONI

La prima parte del lavoro svolto presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei Materiali ha permesso di testare un nuovo metodo per la sintesi del copolimero PCL-POE-PCL; l’aspetto innovativo di questa metodica sintetica è rappresentato dall’utilizzo di un sistema in vetro appositamente progettato per ottenere un alto vuoto, caratterizzato dalla presenza di valvole posizionate in vari punti della linea, che consentono di regolare in maniera ottimale il processo di allontanamento dell’aria da parte della pompa turbomolecolare ad esso collegata; il sistema comunica con la camera di polimerizzazione e consente di ottenere all’interno di essa le condizioni di vuoto spinto necessarie per far avvenire la polimerizzazione in assenza di catalizzatori potenzialmente tossici per l’organismo. Grazie a questo sistema innovativo abbiamo ottenuto il polimero desiderato, il quale è stato caratterizzato dal punto di vista chimico fisico: i dati ottenuti dall’analisi cromatografica GPC effettuata sul materiale prima e dopo purificazione hanno evidenziato l’alto peso molecolare del copolimero ed il suo ottimo indice di polidispersione, segno della riuscita del processo di sintesi e della buona qualità del materiale ottenuto. Le analisi IR e DSC hanno anch’esse contribuito a confermare la riuscita del processo sintetico e i dati riportati in letteratura. Infine l’analisi al DMA ha consentito di determinare i valori del modulo di Young in corrispondenza delle varie frequenze di oscillazione, arrivando a concludere che esse non modificano in modo significativo il comportamento elastico del materiale.

La seconda parte del lavoro ha avuto come obiettivo la realizzazione di membrane porose tridimensionali a base del copolimero puro e miscelato con un componente naturale quale la gelatina, al fine di ottenere delle strutture di supporto per la rigenerazione tissutale destinate all’applicazione in campo cardiovascolare. Le varie prove di inversione di fase effettuate hanno portato alla scelta delle condizioni ottimali per l’ottenimento delle suddette membrane, ovvero l’utilizzo del DMSO come solvente e di acqua e propanolo come controsolventi. Successivamente le membrane sono state studiate per verificare la loro idoneità allo scopo prescelto: le osservazioni al SEM hanno permesso di valutare la morfologia della loro superficie e

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Capitolo 4 – Conclusioni

sezione, che presentano una porosità rilevante che potrebbe facilitare l’adesione e la proliferazione delle cellule seminate su di esse; le analisi DSC hanno dimostrato che la realizzazione di strutture porose per inversione di fase non modifica le ottime proprietà termiche del copolimero di partenza; le analisi al Chemical Imaging hanno messo in evidenza una distribuzione abbastanza uniforme della gelatina rispetto al componente sintetico nei manufatti da noi realizzati e infine le prove meccaniche hanno dimostrato che all’aumentare della porosità diminuisce il valore del modulo di Young e quindi aumenta l’elasticità del materiale.

A fronte dei risultati ottenuti possiamo concludere che la metodica utilizzata per la sintesi del copolimero è valida e utile alla realizzazione di polimeri biocompatibili in quanto esente dall’utilizzo di catalizzatori tossici che non potrebbero essere rimossi completamente dal prodotto finale. Inoltre è stata confermata l’idoneità del copolimero PCL-POE-PCL alla realizzazione di dispositivi per l’ingegneria tissutale ed è stata aperta la strada per la preparazione di membrane porose per inversione di fase sempre più biocompatibili, grazie alla miscelazione del materiale sintetico con svariati materiali di origine naturale.

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