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Anticorruzione e Trasparenza

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Academic year: 2021

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Anticorruzione e Trasparenza

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FNOPI Spring School

25-27/05/18

• Politiche di prevenzione della corruzione: il modello

di governance scelto dall’Italia

• Il Sistema di gestione del rischio di corruzione:

principi e attori

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• Politiche di prevenzione della corruzione: il modello

di governance scelto dall’Italia

• Il Sistema di gestione del rischio di corruzione:

principi e attori

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FNOPI Spring School

25-27/05/18

Il concetto «ampio» di corruzione

• ‘‘…definizione del fenomeno contenuta nel PNA, non solo più

ampia dello specifico reato di corruzione e del complesso dei

reati contro la pubblica amministrazione, ma coincidente con

la “maladministration”, intesa come assunzione di decisioni

devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del

condizionamento improprio da parte di interessi particolari.

• «…atti e comportamenti che, anche se non consistenti in

specifici

reati,

contrastano

con

la

necessaria

cura

(5)

Legge 6 novembre 2012, n. 190

La norma delinea un Sistema organico di prevenzione della

corruzione, articolato su 2 livelli

NAZIONALE

DECENTRATO

LIVELLO STRUMENTO FINALITA’

Piano Nazionale Anticorruzione Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Garantire la coerenza complessiva del sistema di prevenzione della corruzione

Garantire l’autonomia delle singole amministrazioni e

(6)

6

FNOPI Spring School

25-27/05/18

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MEASURING THE QUALITY OF GOVERNMENT AND SUBNATIONAL VARIATION

137

A quick examination of the data reveals fairly predictable patterns among the regions

with respect to QoG. All regions in the top performing EU members with regard to the

national QoG index (Denmark, Sweden and Netherlands) are in the top 15% of all 172

regions. Among the NMS, all but two of regions are in the bottom 50% (i.e. have a score

lower than ‘0’), with the only exceptions being Nord Vest (0.35) and Sud Vest (.06), both

in Romania. The next three highest regions among the NMS are Centru in Romania and

Severovýchod and Jihozápad in the Czech Republic (all just under the mean EU average).

On the other hand, most of the EU 15 regions are in the top 50%, with Portugal and

Greece being the only exceptions that have all of their respective regions under the mean

average. Moreover, several regions in France and Italy are under the EU mean, with the

latter having two in the bottom 10%.

3.5 Within-Country Variation

As regards within-country variation, it is clear that this varies considerably from country

to country. Some countries display very tight regional groupings, while others display a

remarkably wide range in QoG across their given regions. Figure 20 shows the average

country score; here, the regional variation is on the left (i.e. between the two most

extreme regions) in the 18 countries and the absolute distance (in standard deviations)

from the low to high regions in each country is shown on the right.

Figure 21

-3 -2 -1 0 1 2 D e n m a r k N .L . S w e d e n U .K . A u s tr ia G e rm a n y S p a in B e lg iu m It a ly F r a n c e R o m a n ia P o r tu g a l C z . R e p . P o la n d H u n g a ry S lo v a k ia G r e e c e B u lg a r ia

Country Mean Range of QoG

0 1 2 3 M a x D if fe re n c e ( h ig h t o l o w r e g io n ) S w e d e n S lo v a k ia D e n m a r k A u s tr ia N .L . H u n g a ry P o la n d G e rm a n y U .K . F r a n c e C z . R e p . P o r tu g a l G r e e c e S p a in B e lg iu m B u lg a r ia R o m a n ia It a ly

Within-Country Regional Variation of QoG

(7)

Pensa che la corruzione sia un fenomeno

dilagante

97%

76%

La subisce personalmente nel quotidiano

42%

26%

Corruzione e raccomandazioni sono il

modo più semplice per ottenere accesso

a servizi

88%

73%

Fonti: Speciale Eurobarometro n.397 del 2013; Global Corruption Barometer (anno 2013)

Denuncerebbe un episodio di corruzione

56%

70%

(8)

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Le determinanti il comportamento

fraudolento

«Le persone di fiducia violano il rapporto fiduciario quando comprendono di avere un problema finanziario, non condivisibile, e si accorgono di poter risolvere in segreto tale problema, trasgredendo alla propria posizione di lealtà finanziaria, trovandosi nella condizione di associare al proprio comportamento, motivazioni che modificano la concezione di sé stessi, da persone di fiducia a fruitori dei fondi o dei beni affidati».

Donald R. Cressey, «Other People's Money» (Montclair: Patterson Smith, 1973)

COMP. FRAUDOLENTO = f (

PERSONA

X

CONTESTO

)

(9)

La lotta alla corruzione va condotta:

rinforzando le politiche di prevenzione dei comportamenti deviati,

agendo contemporaneamente su dimensioni individuali

(formazione) e di contesto (azioni organizzative),

avviando un processo di analisi e intervento, capace di cogliere le

specificità del contesto interno ed esterno nel quale la singola

amministrazione opera

logica del risk management

selezionando le aree, gli uffici o i processi organizzativi che fanno

registrare un rischio più elevato e, conseguentemente, definire

delle priorità di intervento in una logica razionale

criterio di massima efficienza

(10)

10

FNOPI Spring School

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• Politiche di prevenzione della corruzione: il modello

di governance scelto dall’Italia

• Il Sistema di gestione del rischio di corruzione:

principi e attori

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Il fondamento della prevenzione «risk based»

• «L’analisi del rischio costituisce il fondamento

per l’individuazione all’interno

dell’organizzazione delle misure per aumentare

la resistenza rispetto a tali vulnerabilità» cfr.

OECD (2009), p. 31.

• «Il primo requisito per una adeguata azione di

prevenzione della corruzione è la realizzazione

di una oggettiva analisi e valutazione dei

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FNOPI Spring School

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ISO 31000 e P.N.A. – La gestione del rischio

La “gestione del rischio” è l’insieme delle attività coordinate per guidare e

controllare l’amministrazione con riferimento, ampio, al rischio di «corruzione»

I principi fondamentali sono desunti dai Principi e linee guida UNI ISO 31000:2010,

versione italiana della ISO 31000:2009 elaborata dal Comitato ISO/TMB

La gestione del rischio di corruzione è lo strumento di riduzione delle probabilità

che il rischio si verifichi; la pianificazione, mediante il P.T.P.C. è il mezzo per la

gestione del rischio

Le fasi principali per la gestione del rischio da seguire sono:

mappatura dei processi dell’amministrazione;

valutazione del rischio per ciascun processo;

trattamento del rischio

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Schema concettuale della gestione

«standardizzata» del rischio

STANDARDS

ISO

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PRINCIPI

ORGANIZZAZIONE

CICLO DI RISK

(15)

I soggetti coinvolti nella prevenzione della

corruzione

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L’autorità di indirizzo politico

• designa il responsabile

(art. 1, comma 7, della l. n. 190);

• adotta il P.T.P.C. e i suoi aggiornamenti

e provvede alle relative comunicazioni

(art. 1, co. 8 e 60, L. 190/12);

• adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale,

che siano direttamente o

indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione

(ad es.: criteri

generali per il conferimento e l’autorizzazione allo svolgimento degli incarichi da

parte dei dipendenti ex art. 53 del d.lgs. n. 165 del 2001);

• contempla nelle proprie linee strategiche

gli obiettivi relativi alla gestione della

prevenzione e della trasparenza che devono essere poi declinati in obiettivi di

performance organizzativa ed individuale da assegnare ai dirigenti e

compatibilmente anche al restante personale (rinforzo responsabilità autorità di

indirizzo e rinvio a responsabilità dirigenziale ex Art.21 tu 165/2001

I soggetti coinvolti nella prevenzione della

corruzione

FNOPI Spring School

(17)

Il Responsabile della prevenzione:

• propone il PTPC ai fini dell’adozione da parte degli organi di governo;

• definisce procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in

settori particolarmente esposti alla corruzione;

• individua il personale da inserire nei programmi di formazione;

• verifica l’efficace attuazione e l’idoneità del Piano; ne propone la modifica quando sono

accertate significative violazioni ovvero quando intervengono mutamenti nell’organizzazione o nell’attività dell’ente;

• verifica, d’intesa con i dirigenti, l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici a più elevato

rischio corruttivo;

• svolge gli altri compiti di cui alla circolare DFP n. 1 del 2013 e i compiti di vigilanza sul rispetto

delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità (art. 1 l. n. 190 del 2013; art. 15 d.lgs. n. 39 del 2013);

• elabora la relazione annuale sull’attività svolta e ne assicura la pubblicazione (art. 1, comma 14,

del 2012);

• provvede ad intrattenere i rapporti con l’O.I.V. in relazione alle competenze assegnate dal

D.lgs. 97/2016 a cui trasmette annualmente la relazione sulle attività svolte;

• coincide con il responsabile della trasparenza, in linea con le recenti modifiche normative, e ne

svolge conseguentemente le funzioni (art. 43 d.lgs. n. 33 del 2013);

(18)

Tutti i dirigenti

• svolgono attività informativa nei confronti del responsabile, dei referenti e dell’autorità

giudiziaria

• partecipano al processo di gestione del rischio (dovere la cui violazione è sanzionabile

disciplinarmente e da valutare con particolare rigore - l’art. 8 del d.p.r. 62/2013).

• propongono le misuredi prevenzione

• assicurano l’osservanzadel Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione

• adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e

rotazione del personale

Tutti i dipendenti (rinvio ad obbligo generale di collaborazione la cui violazione è sanzionabile disciplinarmente e da valutare con particolare rigore - l’art. 8 del d.p.r. 62/2013)

partecipano al processo di gestione del rischio ed hanno il dover di collaborazione

nei confronti del RPCT

segnalano le situazioni di illecitoal proprio dirigente o all’U.P.D.

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