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Vincolo esterno, anticorruzione e trasparenza

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Academic year: 2021

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Vincolo esterno, anticorruzione e trasparenza* MATTEO DE NES**

L’introduzione del pareggio di bilancio rappresenta una delle conseguenze più rile-vanti dell’aggancio al vincolo esterno derivante dall’appartenenza all’Eurozona e finalizza-to a “moralizzare” le decisioni interne in materia di finanza pubblica [GUAZZAROTTI,

Inter-vento a questo seminario]. Le dinamiche di tale vincolo coinvolgono poi tutti i livelli di go-verno, manifestando le maggiori rigidità con riguardo alle autonomie locali [RIVOSECCHI,

Relazione introduttiva a questo seminario]. Ciò determina una sorta di auto-deresponsabilizzazione dei decisori politici, i quali costantemente richiamano gli indirizzi macroeconomici concertati con le istituzioni europee per rimarcare l’obbligatorietà di scelte che posso compromettere di fatto la tutela dei diritti sociali e l’erogazione dei servizi pub-blici. I fondamentali principi democratici di rappresentanza e responsabilità, di conseguen-za, sembrano particolarmente indeboliti, tanto che definire con precisione il centro di pote-re cui imputapote-re ultimamente le scelte da giudicare con il voto è divenuta un’operazione complessa.

Parallelamente alla l. cost. n. 1/2012, è stata approvata anche la l. n. 190/2012 (c.d. “legge anticorruzione”) e, successivamente, uno dei relativi decreti legislativi in materia di trasparenza amministrativa (n. 33/2013). Per espressa previsione di quest’ultimo (art. 1, co. 2), la trasparenza dovrebbe concorrere «ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche». Un ampio accesso alle informazioni in pos-sesso della PA dovrebbe così condurre, oltre a una maggiore accountability degli ammini-stratori, anche a una più effettiva partecipazione democratica dei cittadini, rappresentando una sorta di compensazione dell’indebolimento del principio rappresentativo dovuto al vin-colo esterno. Tuttavia, gli obblighi di trasparenza, che certo esprimono un carattere essen-ziale della democrazia, rischiano al contempo di imbrigliare ulteriormente l’azione della PA. La trasparenza infatti, in certi casi, può trasformarsi in un’arma a doppio taglio, favo-rendo la politica dello scandalo e della delegittimazione e contribuendo ad alimentare scet-ticismo e sfiducia proprio nei confronti di un circuito democratico già piuttosto debole (Grimmelikhuijsen S., A good man but a bad wizard. About the limits and future of trans-parency of democratic governments, in Information Polity 2012, 17, 293-302).

L’impulso all’implementazione delle norme in materia di trasparenza e anticorruzio-ne, peraltro, è anch’esso derivato da fattori esterni all’ordinamento, rispondenti alle mede-sime teorie economiche a sostegno del pareggio di bilancio. Si tratta, in particolare, dei rapporti di doing business della Banca Mondiale, che riportano i ranking degli Stati relativi alla facilità nell’avviare e gestire un’attività di impresa, in cui la corruzione percepita e l’opacità dell’azione amministrazione hanno un peso decisamente rilevante. In questi ter-mini è così possibile accostare i due interventi normativi (pareggio di bilancio – trasparen-za e anticorruzione) che riflettono la stessa logica “moraliztrasparen-zatrice”, fondata sull’aggancio a vincoli esterni e derivante, allo stesso tempo, da orientamenti economici di stampo merca-tista.

** Dottorando in "Diritto, mercato e persona" Università Ca' Foscari di Venezia.

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Intervento al seminario interdisciplinare “Ragionando sull’equilibrio di bilancio- La riforma costi-tuzionale del 2012 tra ideologie economiche, vincoli giuridici ed effettiva giustiziabilità”, organizza-to dall’Università di Ferrara – Dipartimenorganizza-to di Giurisprudenza e svolorganizza-tosi a Ferrara, il 1 febbraio 2016.

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