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Stato di attuazione dell’autonomia differenziata

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Academic year: 2021

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Analisi

Oggi, 30 settembre, il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia è intervenuto in Commissione parlamentare per le “Questioni regionali” per fornire un aggiornamento sul processo di autonomia differenziata. L’audizione si è svolta nell’ambito dell’apposita indagine conoscitiva all’esame della Commissione.

La relazione illustrata dal Ministro è la sintesi del lavoro svolto in questi mesi ed è stata divisa in due parti:

1. Stato di attuazione dell’autonomia differenziata;

2. Report sull’esame di costituzionalità delle leggi regionali.

***

Stato di attuazione dell’autonomia differenziata

La pandemia ha di fatto rallentato il processo, ma che comunque non si è interrotto

innestandosi su binari paralleli. L’emergenza sanitaria ha stimolato nuove valutazioni sulle materie oggetto di devoluzione alle Regioni, in particolare su sanità, trasporto pubblico locale e organizzazione dell’istruzione, a cui si aggiunge l’assistenza oggetto di un intervento durante l’emergenza.

Il Ministro ha quindi ripercorso quanto sin qui svolto:

a. Inizialmente sono state avanzate proposte di autonomia da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Tuttavia queste non erano condivise con lo Stato e al Tavolo nazionale non erano sedute le altre Regioni né gli Enti locali.

b. Si è iniziato a lavorare su uno schema complesso di autonomia che il 28 novembre è stato sottoposto alla Conferenza Unificata e al Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi della PCM (il 3 dicembre 2019).

c. Il 10 dicembre si è insediata la Commissione di studio presso il Dipartimento per gli Affari Regionali. La Commissione ha continuato a lavorare durante il lockdown.

d. L’11 dicembre è stata convocata una riunione con i gruppi di maggioranza e il 5 febbraio il testo di Legge quadro sull’autonomia è stato sottoposto alle

organizzazioni sindacali.

In particolare, rispetto al testo condiviso è emersa la necessità di apportare alcune modifiche:

Subordinare le funzioni sui LEP alla previa determinazione degli stessi (trasporto pubblico locale, organizzazione dell’istruzione e dell’assistenza e dei modelli sanitari). Le materie LEP sono quindi state “sganciate” dal corpo delle materie immediatamente trasferibili; questo non significa che non saranno conferite, ma che il Parlamento dovrà essere rapido nel definirli (dopo 20 anni di inattività sul tema). Per i LEP non saranno però definiti iter speciali (cioè non sarà nominato un Commissario straordinario). Le funzioni amministrative per le quali non occorrono i LEP saranno invece trasferite subito.

Permane la necessità di sottoporre lo schema di intesa preliminare al Consiglio dei Ministri.

Per la stipula delle intese con le Regioni, è stato evidenziato – nel DDL quadro che sarà sottoposto al Parlamento – la necessità di definire un percorso preliminare con le valutazioni delle Camere prima della stipula dell’intesa.

Il disegno di legge quadro sull’autonomia

Il DDL ha una struttura “snella” composta da 2 articoli e che se approvato dal Parlamento segnerà l’avvio del processo di autonomia fino alla firma delle Intese con le Regioni. Nel DDL sono determinati i principi cui lo Stato dovrà conformarsi per salvaguardare l’unità giuridica ed economica del Paese per la stipula delle Intese. Il processo di attribuzione avverrà nel rispetto rigoroso dei LEP (e come detto dopo la loro definizione). La procedura

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di definizione è lasciata alla discrezione del Parlamento e verrà poi definito il percorso di cedimento delle altre funzioni amministrative. Questo il contenuto dell’articolo 1.

Nell’articolo 2 verrà procedimentalizzato il percorso per la stipula delle Intese. Boccia ha precisato che il meccanismo non è blindato e che quindi è modificabile. Viene infine istituito un Fondo perequativo infrastrutturale che sarà istituito nello stato di previsione del MEF con dotazione di 3 miliardi per il 2021-2030 da ripartire tra le Regioni. La ricognizione delle disparità infrastrutturali mette in evidenza la necessità di alimentare un meccanismo di coordinamento con il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale attraverso la

programmazione delle risorse comunitarie e del Recovery Fund; il Fondo sarà normato con Legge di bilancio. In questo scenario il Parlamento sarà chiamato a coordinare il lavoro sul Recovery Fund con il DDL autonomia.

Report sull’esame di costituzionalità delle leggi regionali

E’ stato fatto un esame approfondito sulle Leggi regionali da cui emerge che è aumentata l’attività legislativa e conseguentemente le impugnazioni dell’Esecutivo. Boccia ha però dichiarato che il Governo deve ridurre questa attività anche perché spesso basate su motivi infondati. In particolare su alcune materie come: l’ambiente, il pubblico impiego e la concorrenza. Da qui la necessità dell’autonomia anche nell’ottica di non ingolfare la Corte Costituzionale su materie amministrative. Viceversa, le Regioni devono rispettare gli impegni presi nell’ottica della leale collaborazione, infatti, dal 2015, ci sono oltre 280 impegni di modifiche normative non rispettati.

Fino al 31 luglio 2020, il Dipartimento per gli Affari regionali ha esaminato 847 ordinanze adottate per l’emergenza. L’impianto che ne esce fuori è di un nuovo regionalismo che ha cambiato di fatto la fisionomia e l’interazione tra Governo ed Enti locali, da cui emerge anche l’importanza del sistema delle Conferenze.

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Q&A

On. Pella (FI): ha chiesto le tempistiche dell’avvio dell’esame del disegno di legge sull’autonomia e auspicato un coinvolgimento della minoranza. Ha poi chiesto se la sanità verrà accentrata e se si inserirà nei LEP nel suo complesso (o solo per la parte di assistenza). Ha poi sollevato il bisogno di efficientare la partecipazione ai bandi delle Regioni/Enti locali per l’impiego delle risorse. Ha poi rilevato criticità nel sistema delle Conferenze.

o Risposta del Ministro: il Ministro ha riportato che la Conferenza Stato-Regioni ha emanato in questi mesi di emergenza sanitaria 182 provvedimenti mentre l’Unificata 132. E tutti i provvedimenti hanno riguardato l’attuazione di norme che il Parlamento aveva varato in emergenza. Il Parlamento non può quindi non tener conto di questa “super produzione”. A tal fine – afferma – che si può ipotizzare un meccanismo di rafforzamento sul regionalismo.

Sul coinvolgimento delle minoranze ha assicurato che dopo il confronto con gli Enti saranno ascoltate le sensibilità politiche. Ha poi ribadito che se l’Italia è apprezzata all’estero per la gestione dell’emergenza sanitaria è grazie anche al regionalismo costituzionale.

On. Navarra (PD): ha chiesto come il Parlamento possa definire i LEP, e in particolare se dovrà essere coinvolta la Commissione per i Fabbisogni standard.

o Risposta del Ministro: ha confermato che è fondamentale ripartire dai lavori della Commissione.

Sen. Drago (M5S): ha sollevato alcune criticità sullo Statuto autonomo siciliano.

o Risposta del Ministro: ha esposto come la Regione abbia la caratteristica di avere uno statuto nato prima della Repubblica stessa, con articoli oggettivamente incostituzionali. Ha quindi auspicato un tavolo tra le Regioni a statuto speciale che hanno esigenze diverse oltre

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al bisogno di modifica dello statuto siciliano (es. l’art. 31 che attribuisce al Presidente competenze in materia di polizia).

Sen. Stefani (Lega): ha rilevato un dubbio sul come saranno definiti i LEP, se sarà una Commissione o se sarà per via parlamentare. Da un bozza, ha letto che si parla del trasferimento della

competenza sulla base di fabbisogni standard con il superamento quindi del costo storico. Quindi chiede come si lavorerà sui fabbisogni standard (se ci sarà una Commissione ad hoc) e se ci sarà il confronto con le Regioni. Ha poi rilevato che il sistema di fabbisogno standard vada esteso a tutte le Regioni per permettere un reale trasferimento delle competenze non LEP. Ha chiesto se sono già state valutate le materie da trasferire.

o Risposta del Ministro: sulla definizione delle competenze la parola ultima spetterà al Parlamento con il Governo con ruolo di “accompagnatore” e con decisione presa sulla base di un ampio ciclo di audizioni, delle proposte dei Ministeri e della Commissione per i Fabbisogni standard.

On. Federico (M5S): ha chiesto un parere sulla possibilità di costituire macroregioni per mettere in condizione i territori “minori” di aver un peso specifico per erogare i servizi necessari (es. Molise).

o Risposta del Ministro: dovrà essere il Parlamento a valutare questa riforma costituzionale.

On. Rossini (Misto – minoranze linguistiche): ha rilevato il bisogno di cambiare i modelli di amministrazioni per esercitare appieno le competenze conferite. In particolare, considerato la scelta di impugnare meno le leggi regionali, di voler dare più autonomia sulle relative tematiche come l’ambiente.

o Risposta del Ministro: ha semplicemente condiviso il primo punto [da lui già sostenuto].

Sen. Granato (M5S): ha auspicato che la Legge quadro preveda dei meccanismi per rientrare da quelle concessioni di autonomie che infine non danno risposte nei territori.

o Mancata risposta

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