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Academic year: 2021

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Analisi

Si sono svolte ieri, martedì 20 ottobre, in 12

a

Commissione Igiene e Sanità del Senato le audizioni dei rappresentanti del MinSal sull’affare assegnato riguardante il potenziamento e la riqualificazione della medicina territoriale in seguito alla pandemia da COVID-19. Sono intervenuti la Dott.ssa Rossana Ugenti, Direttore generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale, il Dott. Andrea Urbani, Direttore Generale della programmazione Sanitaria e il Dott. Giuseppe Viggiano, Direttore Generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica.

Di seguito l’analisi degli interventi.

Dott.ssa Ugenti: Dott.ssa Ugenti: ha rimarcato come la medicina territoriale debba essere ripensata e riorganizzata non solo in seguito alla pandemia, ma anche sulla base della transizione demografica e del conseguente aumento dell’età media della popolazione. La dottoressa ha evidenziato il grande sforzo intrapreso con il DL Rilancio per aumentare il numero,

tradizionalmente esiguo, di MMG prevedendo un incremento delle borse di studio per gli specializzandi e stanziando 20 mln di euro a decorrere dal 2021. La dottoressa ha inoltre evidenziato che per il triennio 2020-2023 il numero di posti per i corsi di specialistica messi al bando è all’incirca pari a 1272, a cui occorre però aggiungere i 712 posti sovrannumerari che saranno previsti al concorso del prossimo 28 gennaio e introdotti dal Decreto Calabria. L’audita ha concluso affermando che occorre sfruttare quanto appreso dalla pandemia per riavviare quella riorganizzazione della medicina territoriale che deve obbligatoriamente includere, oltre alla già citata spinta sulle assunzioni, la pratica dell’assistenza domiciliare, da espletare anche attraverso i laureati in medicina, la spinta sulla telemedicina e il rafforzamento del ruolo del medico/pediatra di base.

Dott. Urbani: ha confermato che la medicina territoriale è l’elemento imprescindibile di ogni sistema sanitario e ha ripercorso i principali Decreti (Cura Italia, Rilancio e Agosto) con cui il Governo ha cercato di fare fronte a questo problema, raccogliendo in totale circa 3mld e mezzo di risorse di cui quasi la metà destinate alla medicina del territorio. In particolare, il relatore ha spiegato come importanti traguardi siano stati raggiunti nel potenziamento dei presidi sanitari, nell’assunzione di oltre 9000 infermieri a disposizione degli abitanti, nel monitoraggio dei pazienti da remoto e nell’isolamento dei pazienti positivi e non gravi in strutture separate. L’audito ha però anche rimarcato come ulteriori passi avanti siano necessari, soprattutto con l’arrivo dei fondi del Recovery Fund. L’obiettivo che occorre porsi – ha proseguito l’esperto – è quello di migliorare la presa in carico della persona, prima ancora che del paziente, mantenendola in salute e assistendola a domicilio qualora necessario, perché un sistema giusto è quello in cui il cittadino ha a disposizione un luogo alternativo all’ospedale in cui sentirsi al sicuro e a cui ricorrere per essere curato,

riservando i presidi ospedalieri per i casi più gravi.

Dott. Viggiano: si è focalizzato sui flussi di dati e i sistemi informativi che il MinSal può sfruttare per ottenere un quadro generale della situazione e per poter prendere delle decisioni più ponderate e consapevoli circa l’erogazione dei LEA, la digitalizzazione dei servizi sanitari e il contenimento della spesa. Il dottore ha elencato i principali sistemi informativi e flussi di dati a cui si deve prestare attenzione nell’ambito della medicina territoriale:

• Sistema informativo di assistenza domiciliare (SIAD): è un flusso sull’assistenza domiciliare che raccoglie dati anagrafici dell’assistito e del nucleo familiare, oltre che sulla valutazione sanitaria e il tipo di trattamento operato;

• Sistema informativo residenze assistenziali (SIRA): è un flusso relativo all’attività delle RSA che raccoglie dati relativi agli accessi e ai servizi all’interno delle case di cura;

• Sistema informativo per la Salute mentale (SISM): è una base dati dalla quale trarre

informazioni circa le caratteristiche delle persone sottoposte a trattamenti per patologie

mentali;

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• Sistema informativo Dipendenza (SIND): è una base dati da cui attingere informazioni sulle attività dei SERT o altre strutture per le dipendenze.

Altri due flussi che andranno incrementati e presi in considerazione sono poi il flusso di monitoraggio degli hospice e quello sulla specialistica ambulatoriale e assistenza farmaceutica.

Infine, l’esperto ha sostenuto l’importanza delle banche dati e della tragica esperienza pandemica appena vissuta per impegnarsi a digitalizzare il settore, dematerializzando gran parte dei servizi e delle procedure (come fatto con il promemoria della ricetta medica) e potenziando il servizio di telemedicina.

Q&A

Al termine degli interventi dei tre relatori, i senatori e gli ospiti hanno potuto approfondire alcune questioni in uno scambio di idee e riflessioni, le più significative delle quali sono riportate qui di seguito.

Allontanamento dal modello ospedale-centrico: il Senatore Marinello (M5S) ha sottolineato l’urgenza di rivedere il modello del nostro SSN, adottando un approccio contrario a quello

ospedale-centrico. Il Senatore ha affermato che i pazienti, per avvedere agli ospedali, devono avere necessità improrogabili e aver bisogno di terapie che non possono ricevere a domicilio. Un

approccio differente alla sanità potrebbe anche portare a grandi risparmi economici dato che, stando alle sue parole, servono circa 800 euro giornaliero per trattare un paziente in ricovero ordinario;

Telemedicina: il dottor Viggiano si è focalizzato sulla centralità della digitalizzazione anche in sanità, affermando che il primo step fondamentale deve essere non l’aggiornamento, bensì il superamento delle linee guida sulla telemedicina del 2012, che sarebbero eccessivamente generaliste e datate. Il metodo con cui si è scelto di procedere – ha aggiunto il dottore – è quello della regolamentazione dei singoli servizi di telemedicina (come ad esempio teleassistenza e televisite) anziché normare genericamente l’intero comparto;

Reti e distretti territoriali: la Senatrice Boldrini (PD) ha sottolineato come in passato il tema della medicina territoriale sia stato troppe volte posticipato, mentre adesso avremmo appreso l’urgenza di installare dei distretti sanitari che includano una vasta gamma di servizi multiprofessionali per la presa in carico del cittadino all’inizio del suo percorso terapeutico. Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), secondo la relatrice, avrebbero fallito anche perché in Italia i servizi sanitari hanno sempre una eccessiva difformità da regione a regione, avendo a che fare con più sistemi sanitari diversi. La Senatrice ha pertanto sollecitato, come prima cosa, a riconoscere dei protocolli comuni, almeno per i servizi più importanti. Anche la Senatrice Castellone (M5S) ha ribadito l’importanza della medicina territoriale e delle cure intermedie, che devono costituire il punto di riferimento per il cittadino, citando peraltro l’esempio delle UCCP alle quali il M5S aveva elargito cospicui finanziamenti in Legge di Bilancio;

Infermiere di famiglia: il Senatore Castellone ha anche sollevato il tema dell’infermiere di famiglia, che oltre a essere un punto di riferimento per l’assistenza al malato deve divenire una sorta di istruttore dei famigliari per prepararli a intervenire sul paziente qualora necessario;

Formazione MMG: la dott.ssa Ugenti è ritornata sulla quesitone dei MMG specificando come al MinSal sia già all’ordine del giorno l’idea di riavviare un corso specialistico in medicina del territorio che affronti tutte le tematiche dell’assistenza e della cura domiciliare e tenga in considerazione le varie specificità del territorio;

Utilizzo delle risorse: nella sua replica il dottor Urbani ha spiegato come una parte delle risorse

stanziate per la sanità dai diversi Decreti avranno carattere strutturale, mentre più di 1mld servirà

per contenere specificamente l’emergenza COVID-19 e quindi non saranno più utilizzabili oltre la

scadenza dello stato d’emergenza il 31 gennaio.

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