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«E Il “latinorum” dellabioetica di governo

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left 5, 4 febbraio 2011 u59

scienza

il convegno

luana Englaro era una ragazza affetta da disa-bilità grave la cui vita è stata interrotta per de-cisione della magistratura». Con que-ste parole che distorcono gravemente la realtà della vicenda Englaro, pie-gandola a un uso ideologico e politico, la sottosegretaria alla Salute Eugenia Roccella ha lanciato per il 9 febbraio (proprio nell’anniversario della mor-te di Eluana) la Giornata nazionale degli stati vegetativi. E un’equipara-zione inaccettabile e violenta fra chi è in stato vegetativo permanente e chi è portatore di un handicap fisico carat-terizza tutto il Libro bianco sugli stati

vegetativi e di minima coscienza che

Roccella ha stilato in vista della ri-presa della discussione parlamentare sul biotestamento, ora calendarizzata per il 21 febbraio. Basterebbero forse anche solo queste parole della

sotto-segretaria alla Sa-lute per evidenziare quanto confuso e pericoloso sia il lin-guaggio di questo governo di centro-destra in materia

di bioetica. Su questioni, cioè, non di natura filosofica ma mediche e che toccano direttamente la vita e la salute del cittadino. Quel che è peggio poi è che questo “latinorum”, per dirla con il genetista Antonino Forabosco, «en-tra materialmente nelle leggi facendo danni immensi». Basta ricordare, solo per fare un esempio, quanto l’uso di quella parola «concepito» abbia reso antiscientifico l’impianto della legge 40, fin dall’articolo 1. Oppure basta pensare a quali conseguenze possa portare l’aver scritto religiosamente - come è stato fatto nel ddl Calabrò sul biotestamento - che «la vita è un bene

indisponibile». Degli effetti dramma-tici che possono produrre espressioni così se entrano a far parte del Codice si è discusso in un convegno organiz-zato dalla Consulta di bioetica onlus, in collaborazione con Politeia e l’Italia dei valori. In una giornata di studi, il 31 gennaio scorso, dal titolo Quale

ter-minologia per la bioetica? e che, per la

prima volta, in Palazzo Marini a Roma ha visto confrontarsi pubblicamente su questo tema scienziati come Fo-rabosco, Flamigni e Riccio, bioetici-sti come Mori, Neri a Lecaldano e un ampio arco di politici (da Marino a Di Pietro, a Della Vedova, a Di Virgilio). «Per legiferare in materia di bioetica è necessario definire criteri certi, ba-sandosi su presupposti scientifici in-contestabili piuttosto che politici, su-perficiali e approssimativi», ha spie-gato Antonio Palagiano, responsabile Sanità e salute per l’Idv e coordinatore della tavola rotonda. «La disinforma-zione, la distorsione delle notizie o la loro semplificazione che si registrano sempre più spesso quando si tratta un tema cosiddetto eticamente sensibile - ha aggiunto il parlamentare Idv e me-dico ginecologo - servono per trasmet-tere ideologie e rappresentano uno strumento di persuasione nei riguardi di cittadini inermi. Su temi come fecondazio-ne assistita, uso di cel-lule staminali, trapian-ti d’organi, la politrapian-tica deve essere dalla parte del cittadino, e quindi per una totale libertà di scelta e per il rispetto delle sensibilità individuali. L’autono-mia della persona è un valore invio-labile». La legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento che sarà di-scussa alla Camera il 21 febbraio, «in-vece - sottolinea con forza Palagiano - sancisce qualcosa di grottesco, e cioè che una persona gode dei suoi diritti attraverso il consenso informato solo fin quando è cosciente; se si trova in stato di incoscienza, li perde improv-visamente, poiché l’efficacia delle sue volontà precedentemente espresse, anche per iscritto, si annulla. Perciò l’Idv darà battaglia in Aula a questo te-sto di legge crudele e oscurantista».

«Indisponibilità della vita», «diritti del

concepito». Dal biotestamento alla legge 40,

ecco come le parole ideologiche delle destre

fanno norma

di Simona Maggiorelli

Il “latinorum” della

bioetica di governo

La segretaria Eugenia Roccella e la senatrice Paola Binetti

Dal 9 febbraio

il governo

rilancia il suo

“piotestamento”

«E

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