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IL LIbRO vERDE UE SULLA PROTEzIONE ED INfORmAzIONE fORESTALE:UN’INIzIATIvA vERSO UN fUTURO ChE vIENE DA LONTANO

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1. I ntroduzIone

Il Trattato di Roma ed i successivi accordi UE non hanno espressamente previsto l’esi- stenza di una politica forestale comunitaria.

Si ricorda che nel 1957 l’allora articolo 32 del Trattato di Roma, che prevedeva l’applicazione del mercato comune ai prodotti agricoli, non menzionava l’azienda forestale nella definizione di detti prodotti: il loro elenco dettagliato, con- tenuto nell’allegato II del Trattato, non com- prendeva il legno o altri prodotti forestali, fatta eccezione per il sughero.

Ciò è accaduto – ed avviene tutt’oggi – in quanto le differenze tra le risorse forestali nei vari Paesi membri dell’Unione europea sono numerose e significative e si accompagnano alla preoccupazione di distorcere il mercato del legno e dei prodotti forestali, disturbando il regime di libera concorrenza. L’assenza di una base giuridica propria nei Trattati ha fatto sì che le azioni attuate in tale settore si siano ini-

zialmente sviluppate senza avere in vista obiet- tivi preventivamente identificati. Detti obiettivi sono stati definiti solo in un secondo momento, nel 1988, grazie ad una comunicazione della Commissione europea che prevedeva un’em- brionale strategia forestale europea, poi rivista ed aggiornata nel 1998 ed oggi nuovamente in via di ripensamento.

Nonostante la complessità del quadro giu- ridico di riferimento fin dagli Anni Ottanta è apparso evidente come le foreste dell’allora Comunità Economica Europea potessero rap- presentare un’utile integrazione per strategie e problematiche agricole: esse, al tempo stesso, de- stavano preoccupazioni in relazione al loro stato di salute, tali da necessitare di azioni e risposte congiunte, e mostravano importanti ricadute di natura ambientale. Nel corso degli ultimi anni questo doppio binario agricolo ed ambientale su cui viaggia il “treno forestale” dell’UE è diven- tato sempre più evidente e consolidato, nonché accompagnato da altre misure forestali realizzate

– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 66 (1): 15-29, 2011 © 2011 Accademia Italiana di Scienze Forestali doi: 10.4129/ifm.2011.1.02

IL LIbRO vERDE UE SULLA PROTEzIONE ED INfORmAzIONE fORESTALE:

UN’INIzIATIvA vERSO UN fUTURO ChE vIENE DA LONTANO

(*) Dottore in Scienze forestali e vice Questore A. forestale in servizio presso la Divisione 5

a

- Affari forestali internazionali, Ispettorato generale del CfS, via G. Carducci 5 - 00187 Roma; tel 06 46657043, fax 06 4818972; l.colletti@corpoforestale.it

Il 1 marzo 2010 la Commissione europea ha adottato e pubblicato un Libro Verde intitolato:

«Protezione ed informazione forestale nell’Unione europea: preparare le foreste al cambiamento climatico». Tale iniziativa intende stimolare la formulazione di proposte per definire un approccio comune sulla protezione delle foreste UE, sulle loro condizioni e relative informazioni: essa si ricollega direttamente al Libro Bianco del 2009 sull’adattamento al cambiamento climatico globale nonché alle precedenti e numerose iniziative forestali comunitarie realizzate fin dagli anni Ottanta. Le reazioni al Libro Verde provenienti dal pubblico, dagli Stati membri, dalle altre istituzioni dell’UE e dalle numerose parti in causa, aiuteranno la Commissione a decidere se è necessario sviluppare e co-finanziare ulteriori interventi a livello di UE, quali e secondo quali priorità. Il presente lavoro presenta ed analizza il contenuto di tale Libro Verde, inserendolo nel contesto delle precedenti iniziative forestali e di possibili azioni UE future.

Parole chiave: gestione forestale sostenibile; informazione forestale; protezione forestale.

Key words: sustainable forest management; forest information; forest protection.

Citazione - C

ollettI

L., 2011 – Il Libro Verde UE sulla protezione ed informazione forestale:

un’iniziativa verso un futuro che viene da lontano. L’Italia forestale e montana, 66 (1): 15-29. doi:

10.4129/ifm.2011.1.02

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in altri settori quali l’energia, la ricerca, la poli- tica regionale, la fitosanità o la protezione civile.

Tale intersettorialità, combinata con la moltepli- cità di livelli ai quali viene trattata la politica fo- restale (globale, europea, UE, nazionale e locale) ha, di fatto, portato alla costituzione di una sorta di matrice, di un “puzzle forestale” composto da varie iniziative, sempre più complesse e fram- mentarie: delle quali, a livello europeo, il Libro verde rappresenta l’ultimo nato.

Il presente lavoro intende concentrarsi so- prattutto sul filone ambientale delle misure forestali promosse dall’UE, raggruppando le numerose iniziative che si sono succedute negli anni in tre grandi blocchi: il quadro strategico per le foreste, lo schema di monitoraggio e pro- tezione forestale, il Libro verde e le iniziative di protezione ed informazione forestale che ad esso dovrebbero seguire nel periodo finanziario successivo al 2013.

2. I l quadro strategIco ue per le foreste

Come è già stato ricordato i Trattati dell’U- nione europea non contemplano una politica forestale comune che, nel rispetto del princi- pio di sussidiarietà, viene esercitata soprattutto dai governi nazionali. Nel periodo 1964-1988, tuttavia, la Comunità europea ha adottato nu- merose misure volte a promuovere lo sviluppo del settore forestale, comunque prive di natura sistematica ed, in ogni caso, indissolubilmente connesse alla politica agricola comune, in parti- colare alla politica di miglioramento delle strut- ture agricole.

A causa del progressivo ampliamento dell’at- tuale Unione europea, nonché per la crescente importanza delle problematiche ambientali con- nesse alle foreste e complessità nella loro tratta- zione, si è reso necessario redigere un quadro di riferimento forestale UE e fissare degli obiettivi di massima. Appena precedenti all’emanazione del cosiddetto “pacchetto forestale” del 1989, essi sono stati definiti nel 1988 dalla Commis- sione europea nella comunicazione COm (88) 255 “Strategia e azioni della Comunità nel set- tore forestale” e sono rappresentati da:

– promuovere la partecipazione del settore fo-

restale nel suo complesso, alla pianificazione dell’utilizzazione del suolo e contribuire, in tal modo, allo sviluppo futuro del mondo ru- rale;

– garantire alla Comunità una certa sicurezza nell’approvvigionamento di legno;

– contribuire alla conservazione ed al migliora- mento dell’ambiente;

– imprimere al settore forestale uno suo pro- prio dinamismo, affinché svolga in modo mi- gliore le sue diverse funzioni;

– salvaguardare il patrimonio forestale e pro- teggerlo contro le cause principali di danno;

– sviluppare il ruolo della foresta come mezzo naturale di ricreazione.

Tale strategia è stata affiancata da un Pro- gramma di azione forestale, adottato dal Con- siglio nel 1989 e concentrato su cinque azioni prioritarie: il rimboschimento delle superfici agricole, lo sviluppo ed utilizzazione ottimale delle foreste nelle zone rurali, il programma su- ghero, la protezione delle foreste e varie misure di accompagnamento. Sulla sua scorta sono state realizzate varie azioni comunitarie quali quelle cofinanziate dal regolamento (CEE) N.

2080/92 del Consiglio, del 30 giugno 1992, che istituiva un regime comunitario di aiuti alle mi- sure forestali nel settore agricolo e nell’ambito delle misure di accompagnamento della poli- tica agricola comune: grazie a tale regolamento nell’UE sono stati costituiti oltre un milione di ettari di impianti boschivi dei quali almeno cen- tomila in Italia. Le azioni forestali strutturali di natura agricola sono poi proseguite nel conte- sto di Agenda 2000 grazie al regolamento (CE) N. 1257/99 del Consiglio, del 17 maggio 1999, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (fEAOG) ed ai successivi regolamenti per lo sviluppo rurale.

A seguito dell’attuazione della prima strategia

del 1988 e sulla base di un rapporto presentato

dall’euro-parlamentare Thomas nel dicembre

1996, che evidenziava l’esistenza di numerosi

problemi e la perdurante mancanza di organi-

cità nelle azioni forestali promosse dalla UE, il

31 gennaio 1997 il Parlamento europeo ha ap-

provato una Risoluzione sulla strategia forestale

dell’Unione europea. Con tale atto la Commis-

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sione europea veniva invitata a presentare una proposta legislativa sulla Strategia forestale eu- ropea conforme ad una serie di considerazioni e raccomandazioni contenute nel rapporto di base. Il 3 novembre 1998 la Commissione eu- ropea ha, quindi, trasmesso al Consiglio ed al Parlamento europeo una Comunicazione sulla Strategia forestale dell’Unione europea, COm (1998) 649, che si prefiggeva un duplice scopo di base:

– presentare un progetto coerente di Strategia forestale dell’Unione europea;

– soddisfare la richiesta del Parlamento euro- peo tenendo conto, nel contempo, dei pareri espressi dal Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni.

In tale documento veniva, innanzitutto, rico- nosciuto che la Strategia doveva essere inserita nel contesto dei principi e degli impegni sta- biliti a livello internazionale, in particolare nel quadro della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo e delle Conferenze paneuropee sulla protezione delle foreste (o processo mCPfE). La Strategia forestale dell’UE veniva, inoltre, impostata sul ricono- scimento della diversità delle foreste europee, del loro ruolo multifunzionale e della necessità di una loro gestione sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale.

L’obiettivo globale della Strategia forestale dell’UE veniva, pertanto, individuato nel mi- glioramento dello sviluppo e della gestione so- stenibile delle foreste, come enunciato nella Di- chiarazione di principio sulle foreste approvata dalla conferenza delle Nazioni Unite sull’am- biente e lo sviluppo del 1992 e specificato nelle varie risoluzioni mCPfE. Tale approccio do- veva, inoltre, essere definito e attuato mediante piani forestali a livello nazionale o locale, o strumenti equivalenti messi a punto dagli Stati membri, e mediante azioni intraprese dalla Co- munità europea, nel rispetto del principio della sussidiarietà qualora tali azioni comportassero un vantaggio supplementare se attuate a livello dell’UE.

La strategia forestale dell’Unione del 1998 si articolava, poi, nei seguenti sette principi guida:

– contribuire agli obiettivi delle politiche co- muni;

– favorire l’attuazione degli impegni interna- zionali assunti dagli Stati membri e dall’U- nione;

– adottare un approccio flessibile, ispirato so- prattutto al principio della sussidiarietà;

– operare secondo la libera circolazione delle merci e la libera concorrenza;

– incentivare la competitività del settore della selvicoltura UE, specie per le industrie del legno;

– contribuire a creare le condizioni per gene- rare ricchezza e occupazione nei settori ru- rale e industriale in una società sostenibile, soprattutto in molte zone rurali con scarse alternative;

– favorire l’integrazione dello sviluppo sosteni- bile e della tutela dell’ambiente nelle politi- che forestali.

Essa, infine, descriveva ed analizzava il baga- glio di strumenti giuridici comunitari riguar- danti il settore forestale – fra i quali vi erano anche i due regolamenti per la protezione fo- restale dall’inquinamento atmosferico e dagli incendi che verranno descritti nel paragrafo successivo – che facevano da contraltare alle misure forestali inquadrate nello sviluppo ru- rale e che venivano giudicati una “piattaforma sufficiente” per l’avvio di una strategia forestale comunitaria.

I contenuti e gli scopi della Comunicazione della Commissione europea sono stati ripresi ed ufficializzati dalla Risoluzione del Consiglio del 15 dicembre 1998, relativa ad una strategia forestale per l’Unione europea (1999/C 56/01).

Organizzata in 18 punti, la nuova Risoluzione riepilogava i principali problemi e priorità del settore forestale comunitario – primi fra tutti quelli di natura ambientale – e ribadiva l’im- portanza di vedere riconosciuto il ruolo plu- rifunzionale delle foreste e la necessità di una loro gestione sostenibile, realizzata soprattutto a livello nazionale. Tale risoluzione si conclu- deva, quindi, con l’invito alla Commissione eu- ropea affinché riferisse in merito all’attuazione di tale Strategia entro cinque anni.

Il 10 marzo 2005 la Commissione europea ha

presentato la richiesta comunicazione sull’at-

tuazione della strategia forestale dell’Unione

europea, contenuta nel documento COm

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(2005) 84. Preparata dopo ampie consultazioni dei Paesi membri e dei principali soggetti fore- stali interessati, tale comunicazione intendeva illustrare i più attuali problemi del settore fo- restale ed i possibili interventi futuri. Essa ri- conosceva, in particolare, che uno dei temi più importanti per l’UE era ancora rappresentato dalla protezione delle foreste, minacciate sia da fattori biotici che abiotici, rappresentati in par- ticolare da inquinamento atmosferico, tempe- ste ed incendi boschivi: problemi che riguarda- vano anche i Paesi che avevano appena aderito all’UE, portando il numero dei suoi membri a 25 e la superficie delle foreste ed altri terreni boscati UE a circa 160 milioni di ettari.

La valutazione insisteva, innanzitutto, su im- portanza ed attualità dei concetti di multifun- zionalità, gestione forestale sostenibile e del ri- spetto del principio di sussidiarietà e conferiva grande e crescente importanza a problematiche forestali internazionali quali quelle trattate nella Convenzione quadro delle Nazioni unite sul cambiamento climatico globale (UNfCCC) o relative alla deforestazione ed affrontate in am- bito fLEGT contro la raccolta illegale di le- gname. Riconosceva, inoltre, come nel periodo di attuazione della Strategia l’Unione europea avesse compiuto notevoli progressi, istituendo nuovi strumenti e migliorando quelli già esi- stenti: sottolineati, in particolare, i passi avanti nell’elaborazione ed attuazione dei programmi forestali nazionali, un sostegno finanziario della Comunità a favore delle misure forestali nell’ambito dello sviluppo rurale per gli anni 2000-2006 pari a 4,8 miliardi di Euro, il paral- lelo proseguimento delle misure di protezione forestale tramite il Regolamento Forest Focus e l’attuazione anche in campo forestale della rete Natura 2000. veniva, peraltro, riconosciuta una ancora scarsa valorizzazione delle foreste nel settore della mitigazione del cambiamento climatico, un non pieno sfruttamento del po- tenziale d’uso della biomassa per fini energetici e la necessità di metter a punto anche misure forestali di adattamento al cambiamento cli- matico, oltre all’opportunità di un ulteriore miglioramento nel coordinamento e nella co- municazione forestale.

Nel riconoscere la permanente attualità dei

principi ed elementi fondamentali individuati nel 1998 e nel sottolineare come le foreste e la selvicoltura potessero offrire un valido aiuto sia al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona ri- guardanti la crescita economica sostenibile che agli obiettivi di Goteborg sulla salvaguardia quantitativa e qualitativa delle risorse naturali, la Comunicazione riteneva necessaria la defini- zione di un quadro organico di riferimento per politiche, iniziative ed azioni in materia di fore- ste. La Commissione riteneva che tale quadro potesse essere costituito da un Piano d’azione europeo per la gestione forestale sostenibile:

idoneo a dare l’impulso necessario per trasfor- mare la strategia forestale dell’Unione europea in un processo dinamico, in grado di rispon- dere al mutato contesto politico – in partico- lare alle sfide rappresentate dal cambiamento climatico, dalla frequente mancanza di redditi- vità economica e dalla necessità di una buona governance – e di produrre risultati in linea con le strategie di Lisbona e di Göteborg.

Con la Comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento europeo del 15 giugno 2006, COm (2006) 302, la Commis- sione europea ha presentato, quindi, il richie- sto Piano di Azione forestale UE (PAf) valido per il periodo 2007-2011. Ancora una volta ba- sato sui concetti di gestione forestale sosteni- bile e multifunzionalità forestale, il PAf è uno schema organico di riferimento articolato in 4 obiettivi principali, 17 azioni chiave e 53 attività e viene attuato tramite un programma di lavoro annuale concordato tra Commissione europea ed i Paesi membri dell’UE.

I quattro obiettivi principali che vengono perseguiti dal Piano sono i seguenti:

– migliorare la competitività nel lungo periodo del settore forestale ed incrementare l’uso so- stenibile dei servizi e dei prodotti forestali;

– mantenere ed accrescere in maniera appro- priata la biodiversità, l’immagazzinamento del carbonio, l’integrità e la salute degli ecosi- stemi forestali e la loro capacità di recupero;

– migliorare la qualità di vita attraverso il man- tenimento e la valorizzazione della dimen- sione sociale e culturale delle foreste;

– migliorare la coerenza e la cooperazione in-

tersettoriale al fine di calibrare gli obiettivi

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economici, ambientali e socioculturali ai di- versi livelli organizzativi e istituzionali.

Il piano d’azione quinquennale è articolato in una serie di azioni chiave che i servizi della Commissione europea stanno attuando di con- certo con gli Stati membri UE. Il piano indica, inoltre, ulteriori azioni realizzabili dagli Stati membri in funzione delle specifiche realtà e priorità nazionali, ricorrendo a strumenti co- munitari già esistenti ma che potrebbero anche richiedere degli strumenti nazionali: non pos- siede, infatti, risorse finanziare proprie desti- nate alle foreste ma si limita ad utilizzare gli strumenti finanziari già esistenti, sia nazionali che UE, i principali dei quali sono il regola- mento per lo sviluppo rurale ed il LIfE+, dei quali si dirà meglio in seguito.

Il PAf è stato ufficialmente adottato dal Con- siglio dell’Unione europea nel corso del 2758°

incontro del Consiglio agricoltura, che ha avuto luogo in Lussemburgo dal 24 al 25 ottobre 2006 e che ha elaborato a riguardo un’apposita riso- luzione. La sua attuazione è già stata oggetto di una prima valutazione di medio periodo, realiz- zata nel corso del 2009, ed è previsto che i suoi risultati vengano valutati nel loro complesso nel 2012.

In Italia il Piano di Azione forestale UE ha rappresentato la base sulla quale è stato costi- tuito il Programma Quadro per il Settore fore- stale (PQSf), approvato dalla Conferenza per- manente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni in data 8 dicembre 2008 e che rappresenta il programma forestale nazionale italiano per il decennio 2009-2018.

3. l o schema dI monItoraggIo

e protezIone forestale

A seguito di vari regolamenti comunitari che fin dagli anni Sessanta avevano promosso e co- finanziato misure forestali di natura piuttosto frammentaria, nell’anno 1986 vennero adottati due regolamenti che si rivelarono di notevole importanza per la raccolta di informazioni sulle foreste e per la loro protezione dai principali agenti dannosi, primi fra tutti l’inquinamento atmosferico e gli incendi boschivi. Si trattava,

rispettivamente, del regolamento (CEE) n.

3528/86 del Consiglio, del 17 novembre 1986, relativo alla protezione delle foreste nella Co- munità contro l’inquinamento atmosferico, e del regolamento (CEE) n. 3529/86 del Consi- glio, del 17 novembre 1986, relativo alla pro- tezione delle foreste nella Comunità contro gli incendi. Entrambi i regolamenti vennero ripresi da due degli otto provvedimenti legisla- tivi comunitari che componevano il cosiddetto

“pacchetto forestale” del 1989 (comprendente anche un regolamento sull’informazione fore- stale o EfICS, che ha avuto scarso seguito) e sono stati più volti rivisti e prolungati coprendo venti anni (1986-2006).

Il primo regolamento, quello relativo alla protezione delle foreste dall’inquinamento at- mosferico, trae le sue origini dalle preoccupa- zioni generate da vasti fenomeni di deperimento degli ecosistemi forestali registrate nell’Europa centro-nord nel corso degli anni Ottanta. Que- sti eventi avevano portato alla sottoscrizione della Convenzione UN/ECE sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero ad ampio raggio (CLRTAP) ed alla costituzione del Programma cooperativo internazionale sulla valutazione e monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulle foreste (ICP Forests). Dopo che i singoli Paesi avevano avviato attività per determinare l’estensione e la gravità di tali danni ed evidenziato la necessità di un processo di ar- monizzazione nella raccolta dei dati e della loro elaborazione, il Consiglio dell’Unione europea emanò il regolamento in questione: che ha permesso la realizzazione di un’efficace opera informativa concertata tra Paesi membri, Com- missione europea e componenti della Conven- zione UN/ECE, primo fra tutti l’ICP Forests.

Obiettivo principale del regolamento (CEE) n. 3529/86 era l’istituzione di un’azione comu- nitaria per la protezione delle foreste contro l’inquinamento atmosferico per potenziare la protezione delle foreste nella Comunità e con- tribuire così, in particolare, alla salvaguardia del potenziale di produttività dell’agricoltura.

Tale azione era intesa ad aiutare gli Stati mem- bri nelle due seguenti attività principali:

– la redazione, in base ad una metodologia con-

divisa, di un inventario periodico dei danni

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provocati alle foreste soprattutto dall’inqui- namento atmosferico;

– la costituzione o completamento, in modo coordinato ed armonico, della rete di posti d’osservazione necessaria per redigere tale inventario.

Nei suoi diciassette anni di durata questo sche- ma ha permesso di raggiungere i seguenti risul- tati:

– un programma pan-europeo di monitoraggio degli ecosistemi forestali è stato realizzato con successo in tutti i Paesi membri dell’UE al pari della maggior parte degli altri Paesi europei;

– il monitoraggio collettivo delle condizioni forestali e le informazioni sugli effetti dell’in- quinamento atmosferico sugli ecosistemi forestali sono stati sviluppati in uno dei più grandi sistemi di biomonitoraggio mondiali, in grado di fornire dati ed evidenze scienti- fiche che formavano la base per la negozia- zione di misure internazionali volte a ridurre l’inquinamento dell’aria;

– il programma ha migliorato la collaborazione tra scienziati e decisori politici appartenenti ad Enti ed organizzazioni internazionali im- pegnate nella raccolta di dati su processi e condizioni tipiche degli ecosistemi forestali;

– è stata aumentata la sensibilità pubblica verso i rischi ambientali incombenti sulle foreste;

– sono state fornite utili indicazioni ai decisori politici del settore forestale, nazionale ed europeo, sulle cause dei vari problemi, sulla loro estensione e gravità anche dal punto di vista dell’evoluzione temporale e sulle misure necessarie per porvi rimedio.

Al fine di realizzare le previste azioni di mo- nitoraggio sono state costituite due reti perma- nenti europee: quella per il monitoraggio siste- matico a grande scala, o rete di livello I, che comprendeva circa 5.700 aree campione per- manenti attraverso 31 Paesi europei distribuite su una griglia di 16 x 16 km, e la rete di moni- toraggio intensivo, o di livello II, composta da 860 aree permanenti nella quale veniva effet- tuato un maggior numero di analisi. Possibile e co-finanziata anche la realizzazione di attività addizionali opzionali e di progetti sperimentali.

Nel periodo 1986-2001 lo schema istituito

da questo regolamento ha beneficiato di un co- finanziamento comunitario complessivo pari a circa 70 milioni di Euro, ai quali va ag- giunta una cifra almeno pari di fondi nazionali:

i maggiori utilizzatori dello schema in termini finanziari sono risultati la Germania, l’Italia e la francia. I Paesi dovevano produrre regolar- mente rapporti sullo stato di salute delle loro foreste, che venivano condensati in un rapporto annuale sulle attività fatto pubblicare dalla Commissione.

Grazie al regolamento (CEE) n. 3528/86 ed ai suoi numerosi seguiti e regolamenti applica- tivi in Italia è stata istituita la rete nazionale per il controllo degli ecosistemi forestali (CONE- COfOR), coordinata dal Corpo forestale dello Stato (CfS) e basata su una rete di 265 punti di livello I e 31 aree permanenti di livello II, sparse su tutto il territorio nazionale e rappresentative delle principali comunità forestali italiane. Il progetto CONCOfOR era stato preceduto dall’indagine nazionale sul deperimento fore- stale, o INDEfO, basata su una rete con ma- glia 3 x 3 km ed un totale di circa 9.600 punti di campionamento, attiva dal 1985 al 1995. In entrambi i casi i parametri prioritari su cui veni- vano effettuati i campionamenti riguardavano il tasso di defogliazione e di decolorazione.

Grazie alle ricerche, condotte con il contri- buto di Università ed Enti di ricerca altamente specializzati, è stato possibile evidenziare l’alto livello di biodiversità delle foreste italiane, la riduzione progressiva dell’inquinamento indu- striale e dei suoi impatti sul bosco, un’elevata e pericolosa concentrazione di ozono tropo- sferico nel periodo estivo nonché sintomi di di s gregazione del patrimonio forestale proba- bilmente collegati al cambiamento climatico.

Accanto al regolamento sul monitoraggio

della salute forestale la Commissione europea

ha adottato il regolamento (CEE) n. 3529/86

del Consiglio, del 17 novembre 1986, sulla pro-

tezione delle foreste della Comunità dagli in-

cendi, poi radicalmente rivisto e modificato dal

regolamento (CEE) n. 2158/92, del 23 luglio

1992, sempre relativo agli incendi. Con esso è

stata istituita un’azione comunitaria importante

per la conservazione delle foreste europee, so-

prattutto nell’Europa del Sud: ciò in quanto

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ogni anno gli incendi percorrono circa 500.000 ettari di territorio, boscato e non, generando considerevoli danni di natura ambientale, eco- nomica e sociale.

L’obiettivo dello schema istituito da questo regolamento, che si è sviluppato in parallelo con lo schema sugli effetti dell’inquinamento, era rappresentato dalla riduzione del numero di incendi boschivi e dell’estensione dell’a- rea bruciata nella Comunità, particolarmente nell’Europa del sud: il tutto tramite l’introdu- zione delle seguenti misure di prevenzione e monitoraggio (organizzate in progetti nella fase 1992-96 e poi in programmi nazionali nella fase 1997-2001):

– l’individuazione delle cause di incendio in foresta e la determinazione dei mezzi per combatterle, rappresentati in particolare da studi sulle cause, studi su proposte di azioni intese ad agire sulle cause d’incendio e cam- pagne di informazione e sensibilizzazione pubblica;

– la costituzione o il miglioramento dei sistemi di prevenzione, in particolare infrastrutture di protezione quali sentieri forestali, piste, punti d’acqua e fasce tagliafuoco;

– la costituzione o il miglioramento di sistemi di sorveglianza delle foreste, rappresentati in particolare dall’istallazione di strutture di sorveglianza fisse o mobili e l’acquisto di equipaggiamenti di comunicazione;

– altre misure connesse quali la formazione di personale altamente specializzato e la realiz- zazione di studi analitici e di progetti pilota dimostrativi su nuovi metodi e tecniche.

Ai sensi di tale regolamento il territorio della Comunità è stato classificato in relazione al rischio di incendio boschivo in aree ad alto, medio e basso rischio. I Paesi il cui territorio era stato totalmente o parzialmente classifi- cato a rischio d’incendio dovevano preparare e trasmettere alla Commissione europea piani di protezione dagli incendi boschivi; nelle zone ad alto rischio tali piani dovevano contenere un quadro della situazione locale, un bilancio degli incendi occorsi negli ultimi cinque anni, l’indicazione degli obiettivi da raggiungere, la descrizione delle misure previste e l’indicazione dei partner associati. Da notare come, a partire

dal 1 gennaio 1993, il finanziamento di qualsiasi misura forestale comunitaria realizzato in zone ad alto o medio rischio di incendio fosse subor- dinato all’adozione e realizzazione dei piani di protezione delle foreste dagli incendi. Ai sensi del regolamento e delle sue successive modifi- cazioni è stato anche istituita una banca dati su tutti gli incendi verificatisi sul territorio UE, un archivio ancor oggi esistente e gestito dal Cen- tro Comune di Ricerca di Ispra. Nel periodo di validità del regolamento è stato registrato, inoltre, un aumento nel numero degli incendi ma anche una contemporanea riduzione della loro superficie media, a significare un migliora- mento nell’intervento e nella conoscenza delle cause.

Il regolamento (CE) n. 2158/92 nel periodo 1992-2001 ha permesso di erogare circa 110 milioni di euro di co-finanziamento ai Paesi interessati, che li hanno integrati con risorse nazionali ed utilizzati per realizzare le varie mi- sure previste dal Regolamento: una netta pre- dominanza è stata registrata dalle misure di na- tura infrastrutturale, che hanno assorbito circa il 50% dello stanziamento. In Italia il regola- mento è stato coordinato dal Corpo forestale dello Stato ed attuato dalle Regioni interessate:

al di là delle misure realizzate in campo, che hanno avuto carattere relativamente episodico, il suo merito più grande è stato lo stimolo alla formulazione della legge 21 novembre 2000, n.

353, la legge-quadro in materia di incendi bo- schivi, che negli aspetti di prevenzione e pianifi- cazione degli incendi boschivi ha ripreso i rego- lamenti comunitari di riferimento e la necessità di redigere ed attuale piani regionali in materia.

Nel 1999, con una sentenza pronunciata il 25 febbraio nelle cause riunite C-164/97 e C-165/97, la Corte di Giustizia delle Comu- nità europee ha annullato i regolamenti (CE) n.

307/97 e 308/97 che riguardavano la proroga

sino alla fine del 2001 dell’azione comunitaria

relativa alla protezione delle foreste, rispettiva-

mente dagli effetti dell’inquinamento atmosfe-

rico e dagli incendi, che erano state avviate dai

regolamenti (CEE) n. 3528/86 e 2158/92. Essa

riconosceva la richiesta del Parlamento euro-

peo secondo cui, in considerazione della natura

decisamente ambientale delle misure forestali

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co-finanziate dai regolamenti in questione, il Consiglio non avrebbe dovuto utilizzare come base giuridica l’allora articolo 43 del Trattato istitutivo della Comunità, che riguardava l’agri- coltura e che era ritenuto inappropriato, bensì l’articolo 130 sull’ambiente. venne, quindi, ri- chiesta l’emanazione di un nuovo regolamento la cui gestione fosse trasferita alla Direzione Generale ambiente della Commissione europea e non più alla Direzione agricoltura: esso do- veva, inoltre, integrare gli aspetti di difesa delle foreste dagli effetti degli inquinanti atmosferici e dagli incendi in un unico schema che fosse compatibile, ma non sovrapponibile, con le misure forestali co-finanziate nell’ambito dello sviluppo rurale.

Al fine di assicurare la continuità delle azioni di protezione e monitoraggio forestale avviate fin dal 1986 e di arricchirle con ricerche su nuovi parametri è stato, quindi, adottato il Re- golamento (CE) n. 2152/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 novembre 2003, concernente il monitoraggio delle foreste e delle interazioni ambientali nella Comunità (Forest Focus). La nuova azione comunitaria Forest Focus, attuata tra il gennaio 2003 ed il di- cembre 2006, aveva l’obiettivo di monitorare in maniera armonizzata, estesa, globale e a lungo termine gli ecosistemi forestali europei ed era mirata, in particolare, alla protezione contro l’inquinamento atmosferico e alla prevenzione degli incendi. Per completare il sistema di mo- nitoraggio venivano, inoltre, sviluppati nuovi strumenti inerenti al monitoraggio del suolo, alla cattura del carbonio, alla diversità biolo- gica, al cambiamento climatico e alle funzioni di protezione delle foreste.

Il regolamento conferiva particolare atten- zione ai seguenti settori:

– protezione delle foresta dagli effetti dell’in- quinamento atmosferico;

– prevenzione degli incendi, delle loro cause e dei loro effetti;

– acquisizione di conoscenza su diversità biologica, cambiamento climatico, imma- gazzinamento del carbonio, suolo e funzione di protezione delle foreste;

– valutazione permanente delle attività di mo- nitoraggio.

L’azione prevedeva il mantenimento delle reti di Livello I e II comprendenti punti e parcelle di osservazione per continuare la rea- lizzazione degli inventari e un’osservazione permanente degli ecosistemi forestali, in par- ticolare per valutare la pressione del cambia- mento climatico e la consistenza della diversità biologica. Continuava, inoltre. lo sviluppo del sistema di informazione sugli incendi nonché il co-finanziamento di misure di prevenzione di natura soprattutto “intellettuale” (studi, progetti pilota, formazione specializzata e cam- pagne pubbliche), visto anche che le misure di natura infrastrutturale venivano già realizzate e co-finanziate nel quadro dello sviluppo rurale.

Per conseguire gli obiettivi di Forest Focus gli Stati membri hanno presentato ed attuato pro- grammi nazionali di durata biennale (poi estesi fino a coprire quattro anni) nonché designato un’autorità competente a gestire il suo pro- gramma nazionale, che nel caso dell’Italia era il CfS. I Paesi hanno dovuto presentare anche valutazioni intermedie e conclusive sul pro- gramma. Il bilancio complessivo UE per il qua- driennio è stato di 65 milioni di Euro, con una quota di cofinanziamento variabile dal 50% al 75% a seconda della misura considerata. Le attività realizzate sono state, nel complesso, di cinque tipi: coordinamento generale del programma, monitoraggio sulla rete di livello I, monitoraggio sulla rete di livello II (che ha assorbito la maggior parte dei fondi), preven- zione ed informazione sugli incendi boschivi e studi o progetti dimostrativi. Ai Paesi membri sono stati assegnati circa 56 milioni di euro di co-finanziamento, di cui circa sono stati 9 de- stinati alle misure di prevenzione degli incendi boschivi e 17 agli studi. Il Centro Comune di ricerca di Ispra, ai sensi e grazie ai finanzia- menti del Forest Focus, è diventato a tutti gli effetti il centro dati forestali della Commissione europea, in particolare per quel che riguarda il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EffIS).

Dopo la conclusione del Forest Focus ed in

parallelo con le misure forestali in campo agri-

colo cofinanziate dal nuovo regolamento (CE)

n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre

2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte

(9)

del fondo europeo agricolo per lo sviluppo ru- rale (fEASR), il settore ambientale si è dotato di un nuovo strumento volto a promuovere mi- sure forestali di natura ambientale. Si tratta del regolamento (CE) n.614/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 maggio 2007, riguardante lo strumento finanziario per l’am- biente (LIfE+).

Obiettivo del nuovo strumento è il contri- buto ad attuazione, aggiornamento e sviluppo della politica e della normativa comunitaria in materia d’ambiente, prevedendo anche misure di informazione e conoscenza forestale riprese dallo schema Forest Focus, peraltro distaccan- dosene come procedure amministrative. Con Forest Focus ed i precedenti regolamenti volti a proteggere le foreste della Comunità dagli effetti dell’inquinamento atmosferico e degli incendi le attività erano, infatti, centralizzate a livello nazionale grazie ad un programma plu- riannuale, coordinato e continuativo: LIfE+, invece, favorisce la presentazione di progetti aventi una minore durata temporale ancorché transfrontalieri.

Il più grande dei progetti forestali finora co- finanziato dal LIfE+ è rappresentato dal fut- mon, un programma di monitoraggio forestale che si è ispirato ai precedenti schemi – senza, peraltro, essere più obbligatorio per i Paesi membri dell’UE – e la cui durata era inizial- mente prevista in due anni, con un contributo da parte dell’UE di circa 16 milioni di Euro.

Realizzato da 38 beneficiari appartenenti a vari Paesi, il progetto intende rivedere il sistema di monitoraggio forestale esistente aggiungendo ulteriori misurazioni di natura meteorologica e chimica aventi grande interesse nel contesto del cambiamento climatico globale. Le sue attività sono ancora in corso ed è previsto che si pro- trarranno fino a parte del 2011.

4. I l l Ibro v erde

Il 1 marzo 2010, dopo lunghe consultazioni interne tra i vari servizi interessati alla tratta- zione delle materie forestali, la Direzione Am- biente della Commissione europea ha adottato e reso pubblico il documento COm (2010)

66, ovvero il Libro verde intitolato “La pro- tezione e l’informazione sulle foreste nell’UE:

preparare le foreste ai cambiamenti climatici”.

In contemporanea ha aperto un forum su in- ternet, rimasto attivo per cinque mesi e volto a raccogliere suggerimenti su come proteggere le foreste europee ed incrementare la loro resi- stenza al cambiamento climatico.

Il documento prendeva spunto dalla Comu- nicazione COm (2009) 147 del 1 aprile 2009, ovvero il Libro bianco “L’adattamento ai cam- biamenti climatici: verso un quadro d’azione europeo”. In tale documento veniva ricordato come gli effetti dei cambiamenti climatici sulle foreste potranno in futuro comportare cambia- menti nello stato di salute e nella produttività delle foreste e modifiche nella distribuzione geografica di alcune specie: si sottolineava, quindi, la necessità di aumentare la resilienza delle foreste europee verso il cambiamento cli- matico. veniva, inoltre, evidenziata l’opportu- nità di aggiornare la strategia forestale dell’UE per gli aspetti legati al clima e, nell’ambito del piano d’azione UE per le foreste, l’utilità di avviare un dibattito sulle varie possibilità di intervento a livello di UE per la tutela delle fo- reste e i sistemi di informazione forestale. Tale dibattito è stato, per l’appunto, avviato con la pubblicazione del Libro verde.

Il documento apriva, quindi, una consulta- zione pubblica volta ad aiutare le istituzioni UE a scoprire se la protezione forestale necessita di maggiore attenzione e, se così, come ed a quel livello essa dovrebbe essere esercitata. L’UE, pur nel riconoscere il suo ruolo piuttosto limi- tato nella politica forestale, delineava tre aree nelle quali il suo contributo può rappresentare un serio valore aggiunto rispetto alle iniziative promosse a livello nazionale:

– monitorando ed, eventualmente, riferendo informazioni sullo stato delle foreste nell’U- nione;

– anticipando le tendenze a livello mondiale ed attirando l’attenzione dei Paesi membri sulle sfide emergenti;

– proponendo e, possibilmente, coordinando o sostenendo le opportunità di azione tempe- stiva a livello di UE.

Si auspicava, quindi, una concentrazione

(10)

del dibattito sulle modifiche che i cambia- menti climatici potrebbero imporre ai sistemi di gestione e protezione delle foreste europee e sulla conseguente evoluzione della politica UE, chiamata a contribuire a quanto realizzato dai singoli Paesi. In particolare veniva ricono- sciuta l’importanza di analizzare le sfide che do- vranno essere affrontate, il possibile contributo dell’Unione alla loro soluzione congiunta e la necessità di disporre di maggiori informazioni, aggiornate ed omogenee.

Il Libro verde prosegue, poi, con una descri- zione delle foreste europee, delle loro proble- matiche e potenzialità soprattutto in relazione al cambiamento climatico globale. È ben noto come le foreste svolgano molteplici funzioni interdipendenti sul piano sociale, economico e ambientale. Sono fonti di lavoro, reddito e materie prime per l’industria e per l’energia rinnovabile: inoltre proteggono il suolo, gli in- sediamenti umani e le infrastrutture, regolano la fornitura idrica e conservano la biodiversità.

Per quanto riguarda il clima, le foreste svolgono la funzione di “serbatoi” che, crescendo, assor- bono anidride carbonica (CO

2

), il principale gas a effetto serra, gas che peraltro rilasciano quando sono abbattuti, bruciati o danneggiati da tempeste e parassiti. Le foreste regolano, inoltre, le condizioni meteorologiche locali e regionali.

Il Libro verde ricorda che in un’Unione che ha raggiunto i 27 Paesi membri le foreste e gli altri terreni boscati occupano circa 176 milioni di ettari, pari a circa il 42% della superficie terrestre UE. Negli ultimi 60 anni le foreste dell’UE si sono continuamente ampliate fino a rappresentare quasi il 5% dell’area boschiva del mondo. Quasi tutte le foreste dell’UE sono cresciute in termini di volume di legno e riserva di carbonio, assorbendo così più anidride car- bonica dall’atmosfera. Tuttavia, dati recenti di- mostrano come oggi la riduzione delle foreste – soprattutto nei Paesi in via di sviluppo – ed altri cambiamenti nell’uso del territorio siano responsabili di una percentuale di emissioni globali di anidride carbonica stimata fra il 12%

e il 15%.

In un secolo la temperatura media in Europa è aumentata di quasi 1 °C e le previsioni più

ottimistiche stimano in 2 °C l’aumento della temperatura media entro il 2100. La rapidità dei cambiamenti climatici causati dalle attività umane sta indebolendo la naturale capacità di adattamento degli ecosistemi: vaste aree ri- schiano, quindi, di non essere più adatte per determinati popolamenti forestali, con consi- stenti alterazioni negli areali di distribuzione delle specie e nella loro crescita. Inoltre l’ac- cresciuta frequenza ed intensità di eventi cli- matici estremi, quali tempeste, incendi, siccità e ondate di caldo, potrebbe aumentare ed esporre le foreste a ulteriori impatti. Sebbene l’attuale situazione forestale in Europa non sia particolarmente critica se confrontata col tasso mondiale di deforestazione, non è detto che ciò posso restare valido per sempre.

Nel descrivere la situazione forestale UE e nel delineare le principali sfide che minacciano le foreste europee, primi fra tutti gli eventi cli- matici estremi e gli attacchi parassitari, il Libro verde sottolinea, quindi, le funzioni ambientali ed i servizi ecosistemici forniti da tali foreste.

Essi comprendono la protezione del ruolo, la regolamentazione delle risorse idriche, e la con- servazione della biodiversità. Da considerare anche e soprattutto il ruolo svolto dalle fore- ste quali ecosistemi regolatori del clima locale e regionale ed il loro contributo positivo nei confronti della mitigazione del cambiamento climatico globale in qualità di serbatoi di car- bonio. Le foreste, più che un elemento dei pro- blemi ambientali, possono rappresentare un utile strumento per la loro soluzione.

Il corpo del documento risulta, quindi, occu- pato da una lista di cinque domande, articolate e di notevole complessità, alle quali vengono chiamate a rispondere tutte le parti interessate e che vertono sui seguenti argomenti:

1. stato attuale delle foreste europee e delle funzioni da esse svolte;

2. ripercussioni del cambiamento climatico sulle foreste;

3. strumenti disponibili per la tutela delle fore- ste, UE e nazionali;

4. gestione ed uso sostenibile delle foreste eu- ropee;

5. informazioni su estensione e condizioni delle

foreste.

(11)

Il Libro verde è stato ufficialmente presen- tato agli esperti del settore durante una Confe- renza promossa dalla Spagna in qualità di presi- dente di turno del Consiglio dell’Unione euro- pea e dalla Commissione europea che ha avuto luogo in Spagna il 6 e 7 aprile 2010. L’evento ha tenuto le sue sessioni in due sedi vicine alla città di Segovia rappresentate dal Centro Con- gressi di La Granja e dal Centro di educazione ambientale CNEAm di valsain.

Presieduto da rappresentanti forestali del mi- nistero per l’Ambiente e l’Agricoltura spagnolo e da funzionari UE che fungevano spesso da re- latori e/o segretari, la Conferenza ha registrato la partecipazione di oltre 180 delegati – fra i quali anche vari Direttori generali, ministri e sottosegretari di Stato – provenienti da 22 Paesi UE e da 9 organizzazioni internazionali inte- ressate alle foreste quali CEPf, fAO, Forest Europe/MCPFE, Pro Populus ed USSE. Pre- sente anche la Commissione europea con rap- presentanti dalla Direzione generale Ambiente (capofila della materia), Agricoltura, Imprese e Centro Comune di Ricerca di Ispra, nonché delegati provenienti dal Parlamento europeo e dall’Agenzia Europea per l’Ambiente di Cope- naghen.

I lavori della Conferenza si sono organizzati in due giornate: oltre alle sessioni plenarie di apertura e chiusura, le parti intermedie si sono sdoppiate tra gruppo A (discussioni politiche su impatti e minacce contro le foreste) e gruppo b (aspetti relativi all’informazione ed alle sta- tistiche forestali). Le presentazioni tenute du- rante le sessioni intermedie vertevano sulle azioni realizzate per sostenere e valorizzare la multifunzionalità forestale ed hanno destinato molto spazio alle iniziative comunitarie: tra di esse il Piano di Azione forestale UE che si concluderà nel 2011, la Comunicazione sulle industrie forestali della DG Imprese pubbli- cata nel 2005 e le problematiche forestali della Rete Natura 2000. Sono anche stati presentati i risultati di uno studio finanziato dalla DG Am- biente e realizzato dall’Università di friburgo nello scorso anno, volto a proporre una serie di azioni politiche per la futura protezione delle foreste UE: nei quattro scenari che esso pre- vede è contemplata anche una possibile Diret-

tiva forestale UE, ovvero un atto regolamentare forte che necessiterebbe poi di un adeguato re- cepimento nazionale.

Durante le presentazioni e le discussioni molto tempo è stato dedicato alle problema- tiche tipiche delle foreste mediterranee: tra di esse gli incendi boschivi in quanto fenomeno che ha profonde radici socio-economiche e che può rappresentare una serie minaccia per la conservazione degli ecosistemi forestali e della loro biodiversità. A riguardo è stato più volte richiamato il progetto fIREPARADOX, una grande attività di ricerca co-finanziata dall’U- nione europea per investigare sulle modalità di gestione degli incendi boschivi più che sulla loro eradicazione.

La Conferenza si è conclusa con la redazione, la lettura e l’adozione per acclamazione della Dichiarazione di valsain: essa ha sinteticamente ricapitolato i punti principali discussi durante la Conferenza, in particolare le preoccupazioni espresse sul futuro delle foreste mediterranee in relazione agli scenari di cambiamento climatico globale ed al rischio derivante dagli incendi e dalla desertificazione. ha, infine, ricordato anche l’importante lavoro pan-europeo svolto dalle Conferenze ministeriali per la protezione delle foreste in Europa – processo ora noto come Forest Europe – la cui possibile svolta verso una Convenzione forestale europea le- galmente vincolante attualmente in corso di analisi potrebbe avere serie ripercussioni sulla strategia forestale UE e sulle politiche forestali nazionali.

Il Consiglio dell’Unione europea, durante la riunione del Consiglio Ambiente che si è tenuta in Lussemburgo l’11 giugno 2010, ha adottato apposite conclusioni sul Libro verde: in esse riconosce l’importanza dell’iniziativa e richiede il rafforzamento della cooperazione a livello UE ed internazionale sulla gestione forestale soste- nibile e sottolinea la necessità di coordinare ed uniformare meglio gli aspetti forestali contenuti nelle varie politiche ad essi trasversali.

La Commissione europea si è anche fatta

promotrice di iniziative volte a coinvolgere di-

rettamente le parti interessate non appartenenti

al mondo governativo: a tal fine, nell’ambito

della Settimana verde 2010 (Greenweek) che

(12)

ha avuto luogo a bruxelles dal 1 al 4 giugno 2010, ha tenuto il 3 giugno una sessione sulla protezione forestale rivolta ai rappresentati della società civile, presentando loro il Libro verde e raccogliendo prime impressioni e sug- gerimenti sull’iniziativa. Anche il Parlamento europeo si è fatto parte attiva del processo di consultazione forestale avviato grazie alla pub- blicazione del Libro verde: il 29 giugno 2010 ha, quindi, tenuto presso la propria sede di bruxelles una conferenza intitolata “verso una strategia forestale integrata dell’UE?” che ver- teva sia sulle opportunità offerte dalla pubbli- cazione del Libro verde che dalla cooperazione pan-europea, in particolare da quella offerta dal processo Forest Europe.

In Italia il dibattito avviato a seguito della presentazione del Libro verde ha avuto una grande risonanza nel mondo forestale tanto che una rivista specializzata ha aperto un blog, ovvero un forum di discussione e confronto sui temi sollevati dal documento UE. Tra le varie iniziative di comunicazione e discussione di particolare rilevanza è risultato il seminario organizzato dal’ANARf (Associazione Nazio- nale delle Aziende Regionali delle foreste) e dalla Regione Toscana: tale incontro ha avuto luogo a firenze l’11 maggio 2010 ed ha regi- strato anche l’attiva partecipazione di un rap- presentante della Commissione europea. volto a presentare il Libro verde ad una moltepli- cità di soggetti forestali italiani, il seminario ha permesso anche di fare il punto sulle principali problematiche che riguardano la selvicoltura italiana e di iniziare a raccogliere proposte da formulare alla Commissione europea nella ri- sposta al documento, anche e soprattutto in vista della programmazione finanziaria post- 2013 in corso di elaborazione.

In tale occasione è stata riconosciuta la stretta interdipendenza tra la politica forestale e la pro- grammazione dello sviluppo rurale, in quanto il relativo regolamento risulta per ora essere il principale strumento operativo della politica.

La necessità di sottolineare adeguatamente la specificità della foresta mediterranea; l’utilità di una politica forestale unica e distinta dalle altre politiche territoriali; una maggiore atten- zione alle imprese forestali; la progettazione

di strumenti finanziari più idonei a realizzare misure forestali; il sostegno alla gestione attiva del bosco; questi sono alcuni degli spunti che durante la giornata sono stati individuati e di- scussi dai partecipanti. Si è, infine concordato sull’utilità di inviare a bruxelles una posizione unica, per quanto possibile congiunta, in modo da fornire una maggiore forza alle proposte in essa contenute.

La risposta ufficiale al Libro verde è stata inviata alla Commissione europea il 29 luglio 2010 ed era contenuta in un documento dispo- nibile sia in italiano che in inglese. Tale docu- mento è stato elaborato congiuntamente dal Tavolo nazionale di coordinamento forestale costituito in attuazione del PQSf e composto da ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (miPAAf), Corpo forestale dello Stato (CfS), ministero per l’ambiente e la tu- tela del territorio e del mare (mATTm) e dalle Amministrazioni forestali delle Regioni italiane, il tutto con il supporto tecnico dell’Istituto na- zionale di economia agraria (INEA).

Nella risposta, innanzitutto, si è proposto all’UE di prevedere dopo il 2013 l’elabora- zione di un nuovo quadro di riferimento simile al Piano di Azione forestale, la cui validità ter- minerà alla fine del 2011: tale quadro dovrebbe guidare le nuove azioni forestali, sia UE che nazionali, che verranno messe in atto in tale periodo. Per quel che riguarda gli strumenti operativi UE, pur nel ribadire la particolarità ed unicità del settore forestale, è stata proposta l’elaborazione di un nuovo regolamento per lo sviluppo rurale che delimiti chiaramente risorse per il settore forestale, e da un nuovo regola- mento ambientale che abbia un approccio più integrato, programmatico e di lungo termine rispetto all’attuale LIfE+. Sottolineata anche la necessità di prevedere un sostegno finanzia- rio verso attività UE di statistica e reporting, in particolare per quelle connesse con gli inventari forestali nazionali e progetti di dettaglio di ana- lisi e monitoraggio congiunti dello stato delle foreste europee, che con la conclusione del re- golamento “forest focus” sono praticamente venute meno.

Il documento, pur nella sua necessaria sinte-

ticità, cercava di riflettere al meglio la comples-

(13)

sità delle foreste italiane, della loro gestione e delle relative problematiche. Tra le proposte in esso contenute spiccavano la possibilità di otte- nere co-finanziamenti di forme di indennizzo per comprovate attività di assorbimento e man- tenimento del carbonio da parte delle foreste e/o di altri servizi pubblici da esse resi, la revi- sione ed aggiornamento della Strategia forestale UE, misure che abbiano un approccio innova- tivo equilibrato tra i tre pilastri della gestione forestale sostenibile, la promozione di forme associative di gestori e proprietari forestali ed una particolare attenzione verso le foreste me- diterranee a valore di macchiatico negativo ma ad alta valenza ambientale. Sottolineata, infine, la necessità di promuovere una gestione attiva delle foreste italiane.

Al termine del 2010 la Commissione europea ha pubblicato i primi risultati della consul- tazione pubblica sul Libro verde UE che ha visto coinvolti numerosi soggetti forestali ita- liani nell’elaborazione dei contributi proposti, presentati sia congiuntamente che come sin- goli. La Commissione europea - DG Ambiente ha ricevuto in tutto 262 risposte: l’Italia è stata il terzo Paese per numero e peso di proposte, preceduta solo da Germania e francia.

Il testo integrale del rapporto sintetico sulle risposte è disponibile sul sito http://ec.europa.

eu/environment/forests/fprotection.htm. Si evidenzia come le quattro priorità emerse con maggior forza dalla consultazione pubblica ri- guardino molto da vicino le problematiche fo- restali italiane e siano rappresentate da:

– necessità di affrontare anche a livello UE le attività riguardanti informazione, monitorag- gio ed inventari forestali;

– consapevolezza sulla necessità di conservare adeguatamente le risorse genetiche forestali;

– utilità di una maggiore ricerca sull’impatto del cambiamento climatico sulle foreste;

– preoccupazione per la vulnerabilità delle fo- reste mediterranee.

Al momento la Commissione europea sta at- tendendo il parere ufficiale del Parlamento eu- ropeo, previsto per marzo, e si sta consultando al suo interno per decidere come procedere in futuro e quali attività/misure forestali UE pro- porre per il periodo 2014-2020.

5. c onclusIonI e prospettIve

Da questa illustrazione di strumenti norma- tivi UE che hanno inciso sulle politiche fore- stali comunitarie e nazionali sia dal punto di vista delle strategie che della loro attuazione pratica appare evidente come il Libro verde abbia già una lunga storia alle sue spalle. Negli oltre cinquanta anni che hanno seguito il Trat- tato di Roma si è assistito alla nascita di misure forestali sparse, al loro riordinamento secondo strategie di respiro sempre più ampio che sono finite per insediarsi, contemporaneamente, nei settori dell’agricoltura e dell’ambiente creando una sorta di dicotomia: le misure strutturali ed infrastrutturali da un lato, quelle informative e protettive dall’altro.

Un caso particolare è rappresentato dal set- tore del monitoraggio della salute degli ecosi- stemi forestali e della loro protezione dagli in- cendi boschivi: dopo aver messo in piedi uno schema organizzato in due filoni, poi confluiti nel solo Forest Focus, la Commissione europea ha di fatto decretato la chiusura delle attività di monitoraggio UE Esse sono proseguite solo in parte grazie al progetto futmon che, peraltro, non ha più la natura programmatica, obbligato- ria e di lungo periodo posseduta dal precedente schema: che pure aveva permesso la costitu- zione di complesse banche dati forestali conte- nenti informazioni raccolte per venti anni. Tali attività di monitoraggio ed informazione neces- sitano di essere riprese per evitare soluzioni di continuità che renderebbero difficoltosa l’ela- borazione di misure innovative volte ad aiutare le foreste nel loro adattamento al cambiamento climatico ed a valorizzarne le funzioni di mi- tigazione dei suoi effetti. Le informazioni di base, peraltro, potrebbero almeno in parte es- sere rese disponibili con un’adeguata messa in rete degli inventari forestali nazionali.

Nel periodo finanziario post-2013 sarà,

quindi, prioritaria la definizione di una nuova

base legale UE che renda obbligatoria la forni-

tura di informazioni forestali complete e coe-

renti secondo linee guida da concordare e che,

al tempo stesso, ne co-finanzi la realizzazione

che andrà effettuata dai Paesi membri. Il tutto

da rivedere ed inserire nel quadro più ampio

(14)

della revisione della Strategia forestale UE, la cui ultima versione risale al 1998, e della ripro- posizione del Piano di Azione forestale UE:

tenendo in debito conto sia del concetto di

“gestione forestale sostenibile” che delle nuove emergenze ambientali, nonché della necessità di compensare i gestori delle foreste per gli in- sostituibili servizi ambientali da esse rese alla società.

La Commissione europea ha raccolto le pro- poste al Libro verde ed ha iniziato ad esami- narle nella seconda metà del 2010, sia interna- mente che di concerto con le amministrazioni forestali dei Paesi membri dell’UE. È possibile che, sulla scorta dei suggerimenti ricevuti, la Commissione europea elabori per il 2011 – di- chiarato dall’ONU “Anno Internazionale delle foreste” – un Libro bianco sulla protezione ed informazione forestale, contenente propo- ste strategiche e legislative per il post-2013.

Si ricorda che i Libri bianchi pubblicati dalla Commissione europea sono documenti che contengono proposte di azione comunitaria in un settore specifico: essi costituiscono, di norma, il prolungamento dei Libri verdi, il cui scopo è invece quello di avviare un processo di consultazione a livello europeo. Allorquando un libro bianco viene accolto favorevolmente dal Consiglio, può portare all’elaborazione di un programma di azione dell’Unione nel set- tore interessato.

SUmmARY

The EU Green Paper on forest protection and information: an initiative towards the future

coming from a far past

This article aims to briefly describe and analyze con- tent and expected outcome of the EU Green Paper on forest protection and information, linked to the 2009 EU White Paper on adaptation to climate change and to the previous schemes on forest protection and forest monito- ring running since the Eighties. It has been launched by the European Commission on 1 march 2010 to open and stimulate the debate on possible common measures to be put in place to further protect the EU forest resources from major damages and degradation, debate that under- lined the need to promote common information systems.

The previous forest measures related to this topic, promo- ted and co-financed by the European Commission in the period 1980-2010, are also recalled.

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