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Parte generale Cap. 1

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Parte generale

Cap. 1

La lepre

Il Genere Lepus

La Lepre appartiene al superordine GLIRI, all'ordine dei Lagomorfi, e alla famiglia dei Leporidi.

L’ordine Lagomorpha Brandt, 1855 è caratterizzato dal possesso di un paio di incisivi inferiori e due paia di incisivi superiori (3 alla nascita). Il secondo incisivo superiore si trova direttamente dietro al primo e non ha un margine tagliente (Scaramella, 1981).

Si tratta di animali di piccola mole provvisti di incisivi taglienti e robusti, a crescita continua, con corona affilatissima . La dentatura è caratterizzata anche dalla mancanza di canini, per cui lo spazio che intercorre tra gli incisivi ed i molari è chiamato diastema, e dal continuo accrescimento degli incisivi dovuto alla radice aperta, necessario perché l’animale rodendo il cibo ne usura la punta. Il labbro superiore è bifido.

I Lagomorfi si differenziano dai Roditori perché questi ultimi presentano due paia di incisivi inferiori e due paia nella mascella superiore che giacciono però uno accanto all’altro (Ranzi, 1961).

Sono animali terrestri e plantigradi, di dimensioni medie e forme slanciate, con testa piccola, occhi grandi e orecchie lunghe, zampe posteriori assai sviluppate atte alla corsa e al salto; i piedi anteriori sono muniti di cinque dita, quelli posteriori di quattro.

Questi mammiferi non hanno sviluppato particolari adattamenti morfologici e comportamentali differenziali tra le diverse specie, nonostante la loro origine molto antica e l’ampia distribuzione, che originariamente comprendeva le regioni Paleartica ed Etiopica e le Americhe. Attualmente essi sono presenti pure in Australia e Nuova Zelanda per recenti introduzioni.

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-Ochotonidae (detti comunemente "lepri fischianti"o pika)a cui appartiene il singolo genere Ochotona con 12 specie in Asia e 2 in Nord America ;

-Leporidae rappresentata da undici generi e da circa 55 specie.

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ intro.xml#lafi)

Alla famiglia Leporidae appartengono i generi Lepus e Oryctolagus, lepri e conigli selvatici, che sono presenti in Italia con 6 specie.

Gli appartenenti al genere Lepus hanno orecchie in genere più lunghe della testa e con estremità nere. Dimensioni maggiori (lunghezza del piede posteriore in genere superiore a 9 cm). Lo spazio palatale posteriore al palato duro (coane) più largo anteriormente del diametro longitudinale di quest’ultimo e più del doppio del terzo molare. Processi postorbitali più triangolari e robusti. Alla nascita gli appartenenti a questo genere hanno gli occhi aperti, la pelliccia completamente formata e sono subito in grado di correre. Quelli, invece, appartenenti al genere Oryctolagus presentano orecchie non più lunghe della testa, con estremità bruno-grigie e con solo margine stretto nero. Dimensioni minori (lunghezza del piede posteriore di rado superiore a 9 cm). Spazio palatale posteriore al palato duro (coane) meno largo anteriormente del diametro longitudinale minimo di quest’ultimo e circa come il terzo premolare e più ristretto posteriormente. Processi postorbitali non nettamente triangolari e più gracili. Alla nascita si presentano glabri, con gli occhi chiusi ed incapaci di correre (Spagnesi e Trocchi , 1992).

Tabella 1: Ordine Lagomorfa (http://www.biocrawler.com/encyclopedia/Lagomorpha)

o Famiglia Ochotonidae: pikas ƒ Genere Ochotona

ƒ Genere Prolagus (estinto) o Famiglia Leporidae: conigli e lepri

ƒ Genere Pentalagus ƒ Genere Bunolagus ƒ Genere Pronolagus ƒ Genere Nesolagus

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ƒ Genere Romerolagus ƒ Genere Brachylagus ƒ Genere Sylvilagus ƒ Genere Oryctolagus ƒ Genere Poelagus ƒ Genere Caprolagus ƒ Genere Lepus

Il genere Lepus a sua volta è suddiviso in numerosi sottogeneri (Tabella 2).

Tabella 2. Il genere Lepus (http://www.biocrawler.com/encyclopedia/Leporidae) o Subgenere Macrotolagus

ƒ Lepre antilope, Lepus alleni (Stati Uniti Occidentali del Sud) o Subgenere Poecilolagus

ƒ Lepre zampe bianche, Lepus americanus (Nord America) o Subgenere Lepus

ƒ Lepre artica, Lepus arcticus (Nord America) ƒ Lepre dell’Alaska, Lepus othus (Alaska)

ƒ Lepre variabile, Lepus timidus (Eurasia del Nord) o Subgenere Proeulagus

ƒ Lepre coda nera, Lepus californicus (Stati Uniti Sud Occidentali e Messico)

ƒ Lepre fianco bianco, Lepus callotis (Stati Uniti Sud Occidentali e Messico)

ƒ Lepre del Capo, Lepus capensis (Africa , Europa , Asia)

Sottospecie Lepus capensis mediterraneus, lepre bruna, (Sardegna) ƒ Lepre di Tehuantepec , Lepus flavigularis (Messico)

ƒ Lepre nera, Lepus insularis (Messico)

ƒ Lepre della boscaglia, Lepus saxatilis (Africa) ƒ Lepre del deserto, Lepus tibetanus (Tibet)

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ƒ Lepre di Tolai , Lepus tolai (Asia) o Subgenere Eulagos

ƒ Lepre coda a scopa, Lepus castroviejoi (Spagna) ƒ Lepre di Yunnan, Lepus comus (Cina)

ƒ Lepre coreana, Lepus coreanus (Korea)

ƒ Lepre italica, Lepus corsicanus (Italia)

ƒ Lepre comune, Lepus europaeus (Europa, Sud America e Nord

America)

ƒ Lepre di Granada, Lepus granatensis (Europa)

ƒ Lepre della Manchuria, Lepus mandschuricus (Manchuria) ƒ Lepre cotonosa, Lepus oiostolus (Tibet)

ƒ Lepre dell’altopiano etiopico, Lepus starcki (Etiopia)

ƒ Lepre codabianca, Lepus townsendii (Stati Uniti centrali e Occidentali) o Subgenere Sabanalagus

ƒ Lepre Etiopica, Lepus fagani (Nord Africa)

ƒ Lepre della Savana Africana , Lepus microtis (Africa) o Subgenus Indolagus

ƒ Lepre di Hainan , Lepus hainanus (Cina) ƒ Lepre Indiana , Lepus nigricollis (India) ƒ Lepre Burmese, Lepus peguensis (Asia) o Subgenere Sinolagus

ƒ Lepre Cinese , Lepus sinensis (Asia) o Subgenere Tarimolagus

ƒ Lepre di Yarkand , Lepus yarkandensis (Cina)

o Subgenere a sede incerta

ƒ Lepre Giapponese, Lepus brachyurus (Giappone)

ƒ Lepre Abissinica , Lepus habessinicus (Africa)

In Italia sono presenti 4 specie di lepre (http://it.wikipedia.org/wiki/Fauna_italiana):

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- Lepus capensis mediterraneus o lepre bruna, autoctona in Sardegna. - Lepus corsicanus o lepre corsicana,dall’Abruzzo in giù, Sicilia compresa.

- Lepus timidus o lepre di montagna, di cui sono presenti popolazioni isolate sulle Alpi.

Ciascuna specie di lepre è ulteriormente differenziata dal punto di vista genetico in aplotipi (Pierpaoli et al., 1999). Per aplotipo si intende l’insieme di alleli a due o più loci strettamente associati su un cromosoma generalmente ereditati come una unità

(http://www.vaccinetwork.org/sub_index/glossario.html).

In uno studio (Pierpaoli et al., 1999), in alcune specie del genere Lepus presenti in Europa sono stati identificati 57 differenti aplotipi di cui 13 in Lepus corsicanus, 22 in Lepus europaeus, 16 in Lepus timidus, 4 in Lepus granatensis e 2 in Lepus capensis mediterraneus.

Lepus europaeus (Linnaeus, 1778)

La Lepre comune o europea ha forme slanciate, testa abbastanza piccola con occhi grandi e orecchie lunghe, arti posteriori più robusti e più lunghi degli anteriori, coda relativamente sviluppata. In entrambi i sessi la colorazione del mantello è fulvo-grigiastra con tonalità nerastre sul dorso. Il ventre, le parti interne degli arti e la parte inferiore della coda biancastri (Fig. 1). La lunghezza testa/corpo è di cm 48-70, il peso di Kg 2,5-6,5 (Spagnesi e Trocchi, 1992).

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Figura 1. Lepre comune o europea. (http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.verica.it/immagini/Sassoguidano/mamm iferi/lepre3.JPG&imgrefurl=http://www.verica.it/album_animali_sassoguidano/lepre.html& h=250&w=415&sz=20&hl=it&start=43&tbnid=WaGjaoEHQPQ4GM:&tbnh=72&tbnw=12 1&prev=/images%3Fq%3Dlepre%2Bcomune%26start%3D40%26ndsp%3D20%26svnum% 3D10%26hl%3Dit%26lr%3D%26sa%3DN)

La specie è diffusa in tutta l’Europa continentale a sud del 640 parallelo ad eccezione della Penisola Iberica, e nelle Isole Britanniche della Scandinavia e di alcune isole; è inoltre presente in Transcaucasia, Asia Minore, Siria, Palestina, Iraq. È stata introdotta con successo in Irlanda, Svezia meridionale, Nuova Zelanda, Australia, alcune regioni del Nordamerica ed alcune isole oceaniche. In Italia era originariamente distribuita nelle regioni centro-settentrionali della penisola a nord di una linea immaginaria che va da Grosseto a Foggia.

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_comune.xml)

A partire almeno dagli anni 1920-1930 la specie è stata introdotta artificialmente a scopo venatorio anche nelle regioni meridionali e in Sicilia. Attualmente popolazioni localizzate di Lepus europaeus sono presenti in tutte le regioni meridionali, con esclusione della Sicilia e della Sardegna (Fig. 2).

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Figura 2. Attuale distribuzione in Italia della lepre europea.

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_comune.xml)

Figura 3. Attuale distribuzione nel mondo della lepre europea.

(http://www.unep-wcmc.org/isdb/Taxonomy/tax-common-result.cfm?source=animals&displaylanguage=eng&Common=44189&Country=&tabname= distribution)

L’habitat tipico della Lepre comune è rappresentato dagli ambienti aperti come praterie e steppa, ma in seguito alla progressiva messa a coltura delle terre ha trovato una condizione ideale nelle zone coltivate, ove esistono disponibilità alimentari in ogni periodo dell’anno. Preferisce quindi gli ambienti caratterizzati da buona diversità ambientale con colture in rotazione, boschetti, terreno ben drenato e fertile.

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In conseguenza della sua ampia valenza ecologica frequenta comunque una grande varietà di ambienti: brughiere, zone dunose, terreni golenali, boschi (principalmente di latifoglie e ricchi di sottobosco); evita le fitte boscaglie, le foreste troppo estese, le pendici ombrose, i terreni freddi e umidi dove al mattino la rugiada si mantiene a lungo. Pur preferendo le zone pianeggianti e collinari, si spinge in montagna fin verso i 2.000 m s.l.m. sulle Alpi e sino a 2.600 m s.l.m. sulla catena appenninica.

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_comune.xml)

Lepus europaeus è stato formalmente differenziato nel suo vastissimo areale in una trentina di sottospecie. La validità di questa distinzione tassonomica viene oggi messa in discussione poiché, in assenza di condizioni di isolamento tra le diverse popolazioni necessarie a dare luogo ad una vera e propria speciazione, le differenze morfologiche rilevabili tra una

popolazione e l’altra sono presumibilmente dovute all’adattamento a condizioni ecologiche locali.

Le popolazioni italiane di Lepre comune sono attualmente oggetto di approfonditi studi di tipo genetico e morfologico, al fine di valutare le conseguenze indotte nella forma autoctona (tradizionalmente identificata come L. e. meridiei) dalle ripetute introduzioni di altre

sottospecie, quali L. e. europaeus (Pallas, 1778), L. e. hibridus (Desmarest, 1822), e L. e. transylvanicus (Matschie, 1901).

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_comune.xml)

Da questi studi risulta che la generalità delle popolazioni italiane presentano aplotipi comuni alle popolazioni europee e sudamericane (Argentina) da cui provengono i contingenti

importati per i ripopolamenti condotti a fini venatori.

Inoltre, le analisi craniometriche dimostrano un significativo aumento della taglia nelle attuali popolazioni italiane di Lepre comune, rispetto ai campioni raccolti fino al primo decennio del XX secolo, con un avvicinamento ai tipi morfologici delle forme centro-europee. Ciò nonostante, in aree appenniniche d’altitudine sono state individuate lepri comuni con aplotipi esclusivi del territorio italiano.

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_comune.xml)

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Lepus corsicanus (De Winton, 1898)

La Lepre italica era stata descritta per la prima volta da De Winton nel 1898, mala validità

di Lepus corsicanus come specie è stata confermata solo di recente (Trocchi et al., 1998) grazie a più complete analisi morfologiche e alle moderne tecniche di analisi genetica (DNA mitocondriale). In precedenza, altri Autori avevano considerato questo taxon come sottospecie di Lepus europaeus. Seguendo tale classificazione, si è per lungo tempo trascurata l’identità tassonomica di questa lepre, ritenendo che ormai si fosse perduta a seguito di inquinamento genetico per le ripetute immissioni di Lepus europaeus a fini venatori (Pierpaoli et al., 1998).

Sotto il profilo filogenetico, Lepus corsicanus e Lepus europaeus sono risultate appartenere a due distinti gruppi di specie euroasiatiche ed africane, le cui forme ancestrali si sarebbero separate circa 3 milioni di anni fa. Dal gruppo a cui appartiene Lepus corsicanus si sarebbe separata in un primo tempo Lepus granatensis, della Penisola Iberica (circa 2,5 milioni di anni fa), e successivamente Lepus timidus (0,8 milioni di anni fa).

(http://www.regione.piemonte.it/parchi/riv_archivio/1999/87mag99/lepre.htm)

Fino agli anni Trenta la specie era distribuita in Italia centro-meridionale (con limite settentrionale dato dall’Isola d’Elba sul versante tirrenico e dalla provincia di Foggia sul versante adriatico) ed in Sicilia; inoltre era presente in Corsica, dove sarebbe stata introdotta dall’uomo in epoca storica.

(http://www2.minambiente.it/sito/settori_azione/scn/pubblicazioni/multimedia/mammiferi/l agomorfi/lepreitalica/lepreitalica.asp)

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Figura 4. Distribuzione in Italia di Lepus corsicanus.

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_italica.xml)

Attualmente l’areale della Lepre italica è in via di definizione. Tuttavia, in Sicilia la distribuzione del taxon sembra essere continua (Fig. 4), mentre nell’Italia peninsulare si conoscono solo popolazioni in Calabria, Campania, Lazio e Puglia (Gargano). Per le altre regioni ove in passato questa specie era presente, così come per l’Isola d’Elba e la Corsica, non si dispone ancora di informazioni sufficienti (Angelici e Luiselli , 1998).

La distinzione tra la Lepre italica e la Lepre europea, Lepus europaeus, non è agevole. La Lepre italica ha dimensioni minori rispetto alla lepre europea ed ha una colorazione generale della pelliccia più giallastra, non presenta una fascia di transizione tra la colorazione del fianco e il bianco del ventre per cui la parte bianca del ventre appare più estesa. Inoltre la colorazione della nuca, è grigio-nerastra invece che bruno-rossiccia, e quella della coscia, rossiccia invece che grigiastra.

(http://www.regione.piemonte.it/parchi/riv_archivio/1999/87mag99/lepre.htm)

Lepus timidus (Linnaeus, 1758)

La lepre bianca ha dimensioni medie e forme slanciate, testa relativamente corta e rotondeggiante, guance paffute, orecchie lunghe circa quanto la testa, occhi rotondi e grandi con pupille pure rotonde. La coda è breve. Gli arti posteriori sono più lunghi di quelli

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anteriori, le dita sono munite di unghie ben sviluppate e robuste, le superfici plantari sono ricoperte di peli, che formano una sorta di cuscinetto lanoso (Fig. 5).

(http://www.ittiofauna.org/provinciarezzo/caccia/tabelle_specie/lagomorfi/lepre_bianca/ind ex.htm)

Figura 5. Lepre bianca o variabile.

(http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.tierpark.ch/tiere/pix/schneehase.jpg&im grefurl=http://www.tierpark.ch/tiere/schneehase.htm&h=290&w=361&sz=28&hl=it&start=

14&tbnid=CX-UaITS5gT8wM:&tbnh=97&tbnw=121&prev=/images%3Fq%3D%2Blepus%2Btimidus%2 6ndsp%3D20%26svnum%3D10%26hl%3Dit%26lr%3D%26sa%3DN)

La lunghezza testa-corpo va da 46 a 61 cm,la coda da 4 a 6,5 cm, il piede posteriore da 13 a 14,8 cm, la lunghezza dell’orecchio da 7,7 a 11 cm. Il peso varia tra 2,1 e 2,7 Kg (in casi eccezionali fino a 3 Kg).

(http://animaldiversity.ummz.umich.edu/site/accounts/information/Lepus_timidus.html) E’ caratteristico il suo dimorfismo di stagione (http://de.wikipedia.org/wiki/Schneehase). La folta pelliccia, composta di peli di giarra lunghi circa 30 mm e di peli di borra lunghi 15-20 mm, in estate è di colore grigio-brunastro brizzolato o rosso-bruno nella regione dorsale, con nuca e porzione superiore del collo uniformemente brunastri e dorso di tonalità tendenti al nero. Le orecchie brunastre con orlatura nera nella superficie esterna e biancastre in

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quella interna, presentano l'estremità nera. I piedi sono brunastri o fulvi screziati di bianco, la coda è bianca inferiormente e bruno brizzolata nella parte superiore. Le zone inferiori del corpo (ventre, inguine, sottocoda, pelo interno delle dita) sono bianche.

La livrea invernale è bianca da dicembre ad aprile, ad eccezione di una bordatura nera all' estremità delle orecchie e di uno stretto cerchio attorno agli occhi (Spagnesi e Trocchi, 1992).

La lepre delle nostre regioni alpine inizia la muta primaverile in genere dalla metà di marzo con la comparsa di peli grigi, beige e bruni, prima sulle parti superiori, poi sui fianchi e sugli arti. La muta si completa in maggio-giugno e l'abito estivo resta stabile,

di norma, sino alla fine di settembre inizio ottobre, quando comincia la muta autunnale, che si completa a novembre (Spagnesi e Trocchi, 1992).

In Italia la Lepre bianca è distribuita sull’intera catena alpina con un areale relativamente continuo (Fig. 6)

Figura 6. Distribuzione in Italia della lepre bianca (Lepus timidus).

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_bianca.xml)

Lepus capensis mediterraneus (Wagner, 1841)

La Lepre sarda è simile alla Lepre comune, rispetto alla quale ha dimensioni minori e colorazione del mantello sul dorso caratterizzata da una particolare distribuzione di aree di

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tonalità nera e fulva, che ne fa assumere un disegno a macchia; inoltre la superficie interna degli arti, anziché bianca, è di colore simile alla superficie esterna. Anche il cranio è più piccolo con un maggiore sviluppo delle bolle timpaniche. Lunghezza testa-corpo cm 40-50, peso Kg 1,5-2,5 (Spagnesi e Trocchi, 1992).

La razza presente in Sardegna (Lepus capensis mediterraneus) è propria dell'isola (Fig 7).

Figura 7. Distribuzione in Italia della Lepre sarda(Lepus capensis mediterraneus).

(http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_sarda.xml)

La popolazione della Sardegna estende il proprio areale praticamente a tutti gli ambienti dell’Isola, dalla pianura alla montagna, tuttavia le maggiori densità si osservano nelle aree di collina. La Lepre sarda preferisce gli ambienti caratterizzati da piccoli appezzamenti coltivati a seminativi alternati ad aree cespugliate a macchia mediterranea e praterie naturali. (http://www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=biblioteca/natura/iconografia/lagomorfi/ lepre_sarda.xml)

Figura

Tabella 2.  Il genere Lepus (http://www.biocrawler.com/encyclopedia/Leporidae)  o       Subgenere Macrotolagus
Figura 1.  Lepre comune o europea.  (http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.verica.it/immagini/Sassoguidano/mamm iferi/lepre3.JPG&imgrefurl=http://www.verica.it/album_animali_sassoguidano/lepre.html& h=250&w=415&sz=20&hl=it&am
Figura 3. Attuale distribuzione nel mondo della lepre europea.
Figura 4. Distribuzione in Italia di Lepus corsicanus.
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