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Il Protocollo per l accoglienza sanitaria dei minori adottati all estero

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Academic year: 2022

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Il Protocollo per

l’accoglienza sanitaria dei minori adottati all’estero

L’esperienza della Regione Lazio

dr.ssa Carla Scarfagna

Dirigente sociologo A.O. San Camillo Forlanini – Roma

Componente del Comitato tecnico di coordinamento regionale dei Servizi integrati per le Adozioni nazionali ed internazionali

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La scelta nel Piano Sanitario Regionale del Lazio

La Regione Lazio con Decreto del Commissario ad Acta del 18.12.2009 n. U0018 ha approvato il Piano Sanitario Regionale 2010-2012, che evidenzia, altresì, la necessità di “potenziare e qualificare il sistema di accoglienza sanitaria di bambini adottati all’estero”.

In considerazione della “rilevanza sociale del fenomeno dell’adozione”, come si legge nel PSR, e tenendo conto delle indicazioni della Commissione Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Lazio sta proponendo linee guida diagnostico-assistenziali al fine di garantire una completa e competente valutazione dello stato di salute del all’estero, subito dopo l’arrivo in Italia e di norma

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Proposta di Protocollo interistituzionale

Le linee guida per l’accoglienza sanitaria dei minori adottati all’estero sono inserite nella proposta di Protocollo interistituzionale operativo per la collaborazione tra Servizi Territoriali, Tribunale per i Minorenni di Roma, Enti Autorizzati ed Associazioni familiari, in materia di adozione nazionale ed internazionale, predisposta dal Comitato Tecnico Regionale per le Adozioni, insediato presso l’Assessorato alle Politiche Sociali in concerto con l’Assessorato alla Sanità e sarà valutato dalla nuova Giunta per la relativa approvazione.

L’accoglienza sanitaria è prevista nella fase Post-Adozione e trova un utile e corretto sviluppo nelle sinergie di rete auspicabili tra gli operatori coinvolti nell’iter adottivo e i Pediatri.

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Il ruolo del Pediatra nella fase del post - adozione

Il Pediatra ha una funzione di particolare rilevanza nell’accoglienza del bambino e dei genitori adottivi ed è un importante riferimento nella gestione di eventuali difficoltà che possono presentarsi, favorendo l’inserimento del minore adottato nella nuova famiglia e incidendo significativamente sulla qualità della vita di tutti i soggetti coinvolti.

L’applicazione del protocollo di accoglienza sanitaria può rappresentare l'occasione per avviare percorsi di collaborazione ed attuare strategie condivise tra le figure-chiave nella fase del post- adozione, in particolare, il Pediatra può rivestire il fondamentale

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Pertanto:

La corretta applicazione del progetto promuove e favorisce l’avvio di percorsi di collaborazione - secondo una logica di rete - tra il Pediatra e le altre componenti professionali coinvolte nel processo adottivo, quali i Gruppi Integrati di Lavoro per le Adozioni ( GIL A ), Consultori e Reparti Pediatrici Ospedalieri.

ll Pediatra, in sinergia con gli altri professionisti

incaricati, supporta l'integrazione del bambino nella

famiglia e nei differenti contesti sociali ed educativi e

concorre alla realizzazione di un piano strategico

finalizzato al successo del progetto adottivo, utilizzando

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Il Diritto alla salute

Il protocollo della Regione Lazio e il relativo screening sono il risultato della positiva collaborazione tra alcuni componenti del Comitato Tecnico Regionale Adozioni e il GLNBI, fondamentale protagonista nelle politiche sanitarie per i minori resi fragili da una pregressa condizione di vita, come gli adottati o da una precaria condizione di vita, come i minori figli di immigrati.

La Regione Lazio, è tra le prime regioni, con l’Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte, ad individuare un percorso che potrebbe essere un modello estensibile per una specifica, civile e garantita accoglienza sanitaria e sociale di tutti i minori presenti nel nostro Paese, diritto alla salute sancito e ribadito in tutti gli Accordi Internazionali.

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Conclusioni

L'adozione è quel fenomeno dove la buona pratica del lavoro in rete è:

più visibile perché richiede l'intervento integrato di diverse professionalità;

più necessaria perché mette in comune i diversi elementi conoscitivi;

più utile perché il minore adottato e la

sua nuova famiglia sono trattati nel

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Grazie

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