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Il taglio agli sprechi sanitari non diventi un alibi per privatizzare il diritto alla salute

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Academic year: 2022

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Comunicato stampa INCA

Il taglio agli sprechi sanitari non diventi un alibi per privatizzare il diritto alla salute

“Sono anni che si parla di lotta agli sprechi alla sanità. Ora il governo Renzi parla di lotta agli esami e visite inutili. Se l'intenzione è quella di colpire gli sprechi credo sia opinione diffusa di condividere una tale scelta. Purtroppo, l'esperienza ci insegna che ai reiterati annunci finora non sia seguito un piano di reale razionalizzazione della spesa sanitaria. Crediamo che non sfugga a nessuno che un conto è razionalizzare e un altro è tagliare, come emerge da quanto prospetta il Governo”. E’ questo il commento di Silvino Candeloro, del collegio di presidenza Inca alle misure annunciate dal governo sulla sanità.

“E’ per questo che ci sembra necessario – spiega Candeloro - chiedere al Governo di fare attenzione quando parla di ‘appropriatezza’ degli esami diagnostici. Un tale generico presupposto, se mal interpretato, rischia di colpire chi già paga una tassa sulla salute e che ciononostante è costretto a ricorrere ai privati per l’inefficienza del Sistema sanitario!”

“Non sono ancora chiari i contenuti del decreto governativo – aggiunge -, ma fin da ora esprimiamo una grande preoccupazione perché questo generico intento di ridurre gli esami diagnostici considerati inappropriati rischiano di avere delle ricadute pesanti anche sugli infortunati e i lavoratori e le lavoratrici affetti da malattia professionale per i quali, ricordiamo, l’Inail già paga i rimborsi al Servizio Sanitario”.

“Se questa stretta dovesse colpire anche loro – avverte Candeloro -, gli oneri della cosiddetta razionalizzazione della spesa sanitaria ricadrebbero soprattutto su chi ha meno mezzi per curarsi, favorendo semplicemente una privatizzazione fuori controllo del diritto alla salute, con conseguenze gravi sull’azione indispensabile legata alla sicurezza,alla prevenzione e alla tutela della salute nei luoghi di lavoro”.

“Tutto ciò contraddice in maniera palese – afferma Candeloro - quando, in ogni sede istituzionale e non, si fanno dichiarazioni del massimo impegno per prevenire e tutelare il lavoratore o la lavoratrice da infortuni e malattie professionali”.

“Vogliamo sottolineare, infine – conclude -, che la crisi di questi anni ha già provocato una riduzione delle denunce di infortunio e delle malattie professionali, fortemente sottostimate nelle diverse statistiche rese pubbliche anche di recente”.

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