Conclusioni
In seguito alle trasformazioni politiche e istituzionali che Firenze conosce a partire dagli anni Trenta del Cinquecento con il ritorno a Firenze dei Medici, le strutture del governo e della diplomazia precedente sono abolite o sostituite. La nuova forma costituzionale sanzionata dal diploma imperiale del 28 ottobre 1530 e dalle Ordinazioni cittadine del 17 aprile 1532 determina il passaggio delle competenze dalla Signoria e dalle magistrature repubblicane al nuovo organismo politico del Senato dei Quarantotto, composto dal gruppo degli ottimati che insieme ai Medici avrebbero dovuto governare lo stato fiorentino. Tale svolta , iniziata da Alessandro de’ Medici, è compiuta totalmente da Cosimo I, che addirittura rende progressivamente inefficaci le competenze del Senato dei Quarantotto e concentra nelle sue mani il potere assoluto.
Con queste premesse, e nel quadro internazionale europeo caratterizzato dagli scontri tra Impero, Francia e Papato, diventa fondamentale per le dinastie a capo di piccoli Stati disporre di un corpo efficiente di segretari che costituisca, sul piano internazionale, uno strumento di legittimazione e, su quello interno, un appoggio fidato e competente.
Strumento cardine del nuovo sistema sono dunque proprio i segretari, uomini di fiducia di cui il Duca si circonda e invia anche come propri rappresentanti nelle principali corti italiane ed europee.
Tutto il sistema gravita intorno alla persona del Duca ed è per questo che non vengono stabiliti ruoli definiti e specializzati per i segretari, così come non sono emanati provvedimenti ufficiali di nomina. Oltre ai segretari che rimangono costantemente a Firenze nella segretaria e a quelli che accompagnano la corte nei frequenti spostamenti, Cosimo si avvale, quali figure centrali della nuova diplomazia, dei segretari di legazione inviati a fianco dei residenti, ai quali affida importanti e delicati incarichi.
Attraverso questi uomini di fiducia sparsi per le corti europee e la fitta trama di relazioni intrecciate, Cosimo riesce a destreggiarsi nel conflitto franco-imperiale e a garantirsi prima la liberazione dall’occupazione imperiale nel 1543 con la restituzione delle fortezze di Firenze, Livorno e Pisa, poi l’accrescimento territoriale con la conquista di Siena del 1557, e infine il riconoscimento da parte di papa Pio V del titolo ereditario di
“Magnus Dux Etruriae”, titolo che non ha precedenti in Italia e assicura a Cosimo la preminenza su quanti siano investiti della semplice dignità ducale.
Questa ricerca ha tentato dunque di delineare le competenze principali e l’operato
giornaliero dei segretari che prestano la propria opera nella segreteria fiorentina.
Dopo l’identificazione di tutto il personale operante nella segreteria attraverso l’analisi della documentazione della “Depositeria” dove sono elencanti, divisi per categorie, i ruoli del personale di casa Medici, l’attenzione si è concentrata su dieci segretari che collaborano a più stretto contatto con il Duca e ai quali Cosimo affida importanti missioni diplomatiche: Francesco Campana, Lelio Torelli, Bartolomeo Concini, Ugolino Grifoni, Lorenzo Pagni, Cristiano Pagni, Pier Francesco Riccio, Iacopo Guidi, Francesco Babbi e Pirro Musefilo.
La descrizione di parte delle unità archivistiche appartenenti alle serie “Registri di lettere” e “Minute di lettere” dell’Archivio Mediceo del principato – di cui si è dato un’analisi archivistica puntuale - ha costituito il riferimento documentario necessario per capire la divisone delle competenze all’interno della segretaria e il rapporto tra le due serie dei “Registri di lettere” e “Minute di lettere”.
L’analisi paleografica delle scritture, confrontata con quella di sicura attribuzione delle missive raccolte nelle filze del “Carteggio Universale” e in quelle del “Carteggio dei segretari”, ha così permesso di identificare i segretari che occupano un posto di primo piano nell’organizzazione della segreteria, quelli che accompagnano più frequentemente il Duca nei suoi spostamenti e quelli che invece sono inviati stabilmente come residenti o per singole missioni diplomatiche nelle corti italiane ed europee.
Alla luce di tale confronto i segretari minutanti sono stati identificati in Francesco Campana, Lelio Torelli, Bartolomeo Concini, Ugolino Grifoni, Lorenzo e Cristiano Pagni, e Pier Francesco Riccio. Nel caso del Concini, l’identificazione della scrittura è stata resa possibile anche dalla sigla che questi era solito porre alla fine di ogni lettera, confrontata con quella presente al termine della relazione inviata nel 1572 da Roma a Cosimo I in occasione del conclave per l’elezione del pontefice 1 .
L’analisi quantitativa della corrispondenza ha messo in evidenza come la maggior parte delle lettere registrate nei copialettere e raccolte nelle filze siano di mano di Lorenzo e Cristiano Pagni. Nonostante non abbia mai ricoperto la carica di primo segretario, soprattutto Lorenzo sembra avere una funzione di primo piano nella compagine organizzata da Cosimo I. Egli svolge un ruolo di supervisore all’interno della segreteria, come dimostrano le frequenti correzioni di sua mano che modificano interi periodi o ne precisano il significato.
Frequentemente, i due Pagni accompagnano il Duca nei suoi spostamenti insieme ad altri segretari ma a loro è quasi sempre demandato il compito di redigere le missive. Nel
1