Tale eterogeneità risulta evidente già a partire dai contenuti stessi posti alla base dei programmi di riqualificazione urbana oggetto dei cosiddetti Contratti di Quartiere.

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Conclusioni

L’ambito della riqualificazione, della riorganizzazione e dell’adeguamento degli spazi urbani e in particolar modo del “complesso abitativo”, inteso come organismo in grado di interagire esternamente ed internamente con l’ambiente circostante e con i soggetti che vi abitano, necessariamente porta ad affrontare una interdisciplinarietà di analisi e una plurisettorialità di interventi nell’approccio metodologico che è tipica dell’ambito operativo di un esperto delle scienze ambientali.

Tale eterogeneità risulta evidente già a partire dai contenuti stessi posti alla base dei programmi di riqualificazione urbana oggetto dei cosiddetti Contratti di Quartiere.

Di fatto la componente urbanistico-edilizia (indirizzata al rinnovamento dei caratteri edilizi e funzionali dei quartieri) unita alla componente sociale (rivolta ad affrontare i temi del degrado e dell’emarginazione sociale) alla base di tali programmi, determinano ambiti di intervento su più discipline, nelle quali ciascuna componente risulta ulteriormente suddivisa in sottocategorie operative riguardanti gli aspetti: morfologici, ecosistemici, fruitivi e gestionali della qualità e dell’organizzazione dell’ambiente cittadino, concepito adesso in modo innovativo ed espressione di una qualità abitativa superiore a quella standard.

Con questa premessa, l’oggetto del presente studio ha voluto focalizzare l’aspetto ambientale, applicando l’analisi del secondo obiettivo generale di sperimentazione sulla qualità ecosistemica ad un contesto di quartiere urbano della città di Pisa, nel quale trova sede un esempio di intervento sperimentale di edilizia sovvenzionata a finanziamento pubblico, derivante dai fondi nazionali stanziati per i Contratti di Quartiere.

La qualità ecosistemica, intesa come l’insieme delle condizioni atte a realizzare e garantire nel tempo situazioni di benessere dell’abitare nella città e all’interno degli edifici, nel rispetto degli ecosistemi preesistenti e del risparmio delle risorse naturali disponibili, è quindi stata affrontata attraverso diversi livelli di intervento, suddivisi rispettivamente in: Alloggio, Organismo Abitativo, Complesso Insediativo.

Come indicato nei Programmi di riqualificazione urbana, l’intervento ha previsto un approccio metodologico di tipo sperimentale ad ampio raggio a partire dalla microscala dell’unità abitativa sino alla macroscala del contesto urbano circostante, affrontando per ciascuno dei suddetti livelli le tematiche dell’acustica, della qualità dell’aria e della gestione dei rifiuti.

Si rimanda per un approfondimento dei risultati ottenuti per ciascuna delle tematiche

indagate nei vari livelli di intervento, ai capitoli centrali del presente elaborato.

198 Lo studio ha inoltre reso possibile la costruzione di una metodologia di indagine sperimentale mediante la quale poter effettuare la taratura di criticità locali e di tutti quegli elementi che in generale sono trascurati dai modelli previsionali.

Il modello proposto è stato quindi implementato su misure sperimentali ed ha consentito di realizzare un buon accordo tra le previsioni teoriche e i dati di misura nell’ambito dell’acustica ambientale riferita ad un contesto urbano analogo a quello di Porta Fiorentina.

La metodologia previsionale prosposta si è inoltre dimostrata essere anche estremamente versatile, in quanto facilmente espandibile per numero di criticità e misure da analizzare, nonché per la possibilità di esportarne l’applicabilità ben oltre le analisi degli impatti acustici.

Riteniamo infatti che tale modello possa esser agevolmente estensibile anche verso tutte

quelle altre matrici ambientali, per le quali si intenda determinare eventuali parametri correttivi,

espressione di contributi contingenti e conseguenti difformità tra dati teorici attesi e dati reali

misurati.

199 È la forza della vita che ti insegna

a non mollare mai,

anche quando sei sul punto di dire basta.

Ambrogio Fogar