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Sulla Storia della Scultura disegnata di Leopoldo Cicognara Penne e matite in viaggio. Carnets , disegni riferiti e riferibili, parole

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Appendice I

Sulla Storia della Scultura disegnata di Leopoldo Cicognara Penne e matite in viaggio. Carnets , disegni riferiti e riferibili, parole

(Vat. lat. 13748)

Si trascrivono alle pagine seguenti le schede tecnico-scientifiche redatte in trascrizione diplomatica relative a ciascuno dei disegni che compongono il Vat. lat. 13748 ovvero la «Collezione di tutti / i disegni originali che hanno servito / per intagliare le tavole della / Storia della Scultura / di Leopoldo Cico = / gnara»

1

, oggi di proprietà della Biblioteca Apostolica Vaticana

2

, ove è custodito, disegni occorsi in gran parte alla traduzione, in prima ed in

1

Come si legge nell’iscrizione apposta da Cicognara a penna con inchiostro bruno, su sei righe, leggibile sull’etichetta ovale in carta avorio incollata sopra il centro della coperta del Vat. lat. 13748. La coperta del codice misura cm 525 x 385 (ciascun foglio di supporto, sul quale sono incollati uno o più disegni, è in cartoncino resistente grigio-blu e misura cm 515 x 375) e reca sul dorso un’etichetta ove si legge «

BIBLIOT

.

AP

. /

VATICANA

/ Vat. lat. 13748». La descrizione del codice redatta da C

H

. [M.] G

RAFINGER

, Die Erwerbung der Büchersammlung des Grafen Leopoldo Cicognara durch die Biblioteca Apostolica Vaticana, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae IV, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1990 («Studi e testi», 338), p. 46, nota 22; inoltre ivi, Dokument 14, pp. 67-69, spec. p. 68 (BAV/Arch. Bibl. 13, 392 r.-393 v.) in merito a composizione, dimensioni («Gröβe: 52,6 x 38,5 cm»), numerazione («von 1 bis 111 foliierte Blätter»), tecnica, viene ora di seguito riconsiderata nel dettaglio ed integrata. Il codice si compone di 151 fogli in carta spessa 1 («Papier 28») di color grigio-blu, numerati da 1 a 111 - altri 40, non numerati, non recano disegni apposti - e dei due fogli di guardia anteriore e posteriore, in carta resistente vergata avorio. Si tratta di 34 quaternioni (4 [8-4] x 34 = 136) cui si alternano 3 quinterni (5 [10-5] x 3 = 15) - e non di quaternioni «4 [8-4] x 12 = 112 [leggi 48]» cui seguono altri nove quaternioni incompleti «4 [8-4]

X

9 = 36» come è stato erroneamente scritto dalla Grafinger - ovvero fascicoli rispettivamente formati da quattro (o cinque) bifoli uno dentro l’altro, privati ciascuno degli ultimi quattro (o cinque) fogli, ritagliati direttamente lungo il filo centrale lasciando cm 1½ di margine di legatura ed asportati prima della numerazione; un quinterno segue i ff. 53-57 (fra il f. 57 v. e 58 r.), i due rimanenti si trovano fra quelli non numerati e vuoti e seguono i ff. [114-118] (fra il f. [118 v.] e [119 r.]), e i ff. [123-127] (fra il f. [127 v.]

e [128 r.]). Su ciascuna pagina recto e verso - i fogli numerati «1» e «2» recano disegni solo sul ritto - sono stati incollati dei disegni numerati, a matita o ad inchiostro, da 1 a 682 - per una svista saltando il 589 - più altri 5, non numerati, intercalati agli altri, l’annotazione dei quali, di mano di Cicognara, compare generalmente entro il margine superiore destro, limitatamente alla numerazione, o lungo il margine inferiore, quanto all’inventore dell’opera, al soggetto, all’ubicazione del monumento e talvolta all’autore del disegno. I disegni vengono per la maggior parte attribuiti e titolati da Cicognara; talora sono invece autografati e titolati dagli esecutori - a tale proposito si considerino ad esempio quelli di Domenico Udine e di Francesco Nenci (che quasi sempre titolano i soggetti, lasciando a Cicognara l’annotazione del proprio cognome) - e capita che le annotazioni cicognaresche sostituiscano, correggano, si uniscano e completino quelle dei disegnatori, dichiarandone egli stesso la mano. La coperta è in cartone ricoperto da una carta incollata di colore bruno screziato di camoscio ed un’etichetta ovale adesiva di color avorio reca la titolazione stesa da Cicognara a penna con inchiostro bruno: Collezione di tutti / i disegni originali che hanno servito / per intagliare le tavole della / Storia della Scultura / di Leopoldo Cico / gnara. Sul verso del foglio di guardia anteriore si trova un disegno che riporta l’iscrizione Frontispizio del primo volume. Si tratta di disegni di diversa grandezza che compaiono all’interno di un medesimo foglio di supporto (raramente di repertorio e per la maggior parte di progetto, di ripresa visiva e soprattutto di registrazione documentaria) eseguiti a penna con inchiostri nero, bruno, rosso di diverse gradazioni, o a matita (nera, bruna, sanguigna) su carta avorio di diverse gradazioni, nei quali la rappresentazione di prospetti architettonici, monumenti sepolcrali, statue, bassorilievi, ritratti, medaglie si risolve in un segno - per quanto individuale esso risulta sempre assolutamente controllato - sintetico e deferente all’immutabilità della forma neoclassica, rappresentazione comunque priva di tocchi plasmati da inquietudini preromantiche o da tensioni eroiche narrate con segno meno controllato.

2

Dokument 14, in C

H

. [M.] G

RAFINGER

, Die Erwerbung der Büchersammlung des Grafen Leopoldo Cicognara durch die Biblioteca Apostolica Vaticana, cit., pp. 41-77, spec. pp. 67-69 (BAV/Arch. Bibl. 13, 392 r.-393 v.). Quanto alle informazioni sull’arrivo del Vat. lat. 13748 alla Biblioteca Apostolica Vaticana, esso non risulta citato nel materiale documentario che contiene una sorta di abbozzo di protocollo per le acquisizioni (acquisti e doni) dei manoscritti e che precede un protocollo sistematico redatto soltanto più tardi. Pur essendo sicuramente pervenuto entro la seconda metà del secolo XIX, dal Diario della Biblioteca redatto dal prefetto Giovanni Mercati, poi cardinale bibliotecario (1936-1957), durante il pontificato di papa Pio XII (1922-1939) è possibile avere solo indicazione circa il fatto che i manoscritti che si trovano menzionati con numerazione prossima ad esso sono pervenuti alla BAV rispettivamente nel novembre del 1931 e nel maggio dell’anno successivo; nel diario di Giovanni Mercati, secondo le informazioni fornitemi da Christine Grafinger, che sta concludendo la redazione dell’inventario dell’Archivio della Prefettura - BAV/Arch. Bibl. 115, 47 r.-48 r. (fogli ove compaiono indicati i Mss. dal n.

13731 al n. 13756) -, risulta infatti che le segnature Vat. lat. 13738 e 13739 sono relative ad arrivi in data 9 marzo 1932 e

(2)

seconda edizione, delle tavole di corredo alla Storia della Scultura come indicato nei relativi apparati di concordanza

3

. Si tratta specificamente di 686 disegni, numerati da 1 a 682 - saltando il 589 - più altri 5, non numerati, intercalati agli altri. Non compare il disegno corrispondente al 589 ma, non mostrandone mancanza la

l’elenco continua con la segnatura 13752 alla data 17 maggio del medesimo anno. È possibile che il codice abbia ricevuto la propria segnatura in questi mesi, ma non è detto che esso sia pervenuto in tale occasione. Non si può escludere che esso sia giunto vario tempo dopo l’arrivo, nel 1824, della Biblioteca di Cicognara - le cui trattative si concludono solo entro il 1832 con l’espletamento dell’ultimo pagamento - come lasciano intendere le dichiarazioni finanziarie espresse dal medesimo conte ferrarese - BMCVe/[L. C

ICOGNARA

], 1808 / 1809. / Casa. / Secondo Libro della mia Amministrazione, che / comincia dopo il secondo mio Matrimonio in Venezia, un consistente quaderno di annotazioni manoscritte che riguardano un lungo periodo di spese e ricerche condotte da Cicognara (Cassa. 1808-1832) di proprietà della Fondazione Musei Civici di Venezia, Fondo Mss.

Acquisizioni (2002) [non inventariato] (cfr. Appendice A) -. Si veda inoltre il seguente materiale documentario: BAV/Arch.

Bibl. 13, 141 r.; 142 r.; 151 r.-v.; 152 r.; 148 r.; 149 r.-v., 150 r.-v., 151 r.-v., 152 r., 153 r.; 155 r.-v., 156 r.-v.; 157 r.; 158 r.-162 r., 163 v.; 164 v.; 165 r.-166 v.; 167 r.; 169 r.; 174 r.-207 v., 208 r; 146 r.; 147 r.-v.; 143 r., 392 r.-393 v.; Arch. Bibl. 106, 213 r.-v.;

214 r.-v., 215 r.; 216 r.-v., 217 r.-v.; 218 r.; 220 r., 223 r., 222 r.-v.) -. Della «libreria» Cicognara, Isidoro Carini in La Biblioteca Vaticana Proprietà della Sede Apostolica. Memoria storica del Can. Isidoro Carini Prefetto della Bibl. medesima, Tipografia Vaticana, Roma 1893

2

, alle pp. 136-137 scrive: «La Vaticana sotto Leone XII [1823-1829] […] L’anno medesimo [1825 (ma 1824)] il Papa comprava la libreria del C

ONTE

L

EOPOLDO

C

ICOGNARA

, il rinomato storico della Scultura Italiana, e grande amico del C

ANOVA

. Egli avea formato presso di sé una rinomata collezione di libri d’archeologia e d’arte, di cui v’era il catalogo a stampa [Pisa, Niccolò Capurro, 1821, in due volumi]. La Vaticana, per munificenza di Leone XII, ne crebbe le proprie dovizie. […]».

Tuttavia tale Memoria storica conclusa dal prefetto vaticano alla data del 28 novembre del 1891, non riporta indicazione alcuna circa l’ingresso del detto Vat. lat. 13748. In Arch. Bibl. 14 (Doni / e / Acquisti / Dall’anno 1851 / all’anno 188[…] / D

B.

, ovvero Doni e acquisti Dall’anno 1851 / al 1889 - ed alcune carte senza data), 97 r.-99 r., 100 v., si parla invece, trascorsi alcuni anni dal suo acquisto, della Biblioteca Cicognara e, segnatamente, del trattato redatto dall’umanista salernitano Pomponio Gaurico, il De Sculptura, edito a Firenze coi tipi di Filippo Giunta nel 1504, posseduto dal conte ferrarese in tre esemplari acquistati da Leone XII, ma dei quali nel 1867 ne rimanevano solo due, dettagliatamente descritti nelle «Memorie ∫ull’edizione / di Pomponio Gaurico / ed i∫tanza del Sacerdote / Gaetano Zaccaria Anto / Niucci di Porto S. Giorgio / nelle Marche. / Con∫egnate al Sig.

Arci / prete Cappello / li 10 Ottobre 1867.», di cui dà conto anche il citato inventario in corso di stesura sull’Archivio della Prefettura. Per d’Agincourt cfr. A. C

IPRIANI

, Una proposta per Seroux d’Agincourt. La Storia dell’Architettura, in «Storia dell’arte»

11 (1971), pp. 211-261, spec. pp. 227-261 [con indicazione dei monumenti le cui descrizioni si trovano nei Mss. Vat. lat.

9839-9849, 13479-13480, 13489] (BAV, 538. Varia I); inoltre D. M

ONDINI

, Mittelalter im Bild. Seroux d’Agincourt und die Kunsthistoriographie um 1800, Zürich InterPublishers, Zürich 2005 («Zürcher Schriften zur Kunst-, Architektur- und Kulturgeschichte», 4). I disegni di Séroux arrivavano il 5 dicembre 1814, come riporta l’elenco manoscritto di Giuseppe Baldi (Registro degl’Oggetti trasmessi alla Biblioteca del Vaticano dal dì 24. Maggio 1814 - Arch. Bibl. 65 (Biblioteca / Musei / 2), 51 r.- v. -: «[…] 1814. Decembre Adì 5. / JV. Ricevuti in Biblioteca Vaticana cinque / Mazzi di disegni, tre de’ quali di Architettura, uno di / Pittura, ed uno di Scultura, di pertinenza del fu Sig.

r

/ Cav. d’Agincourt, trasme∫si dal Sig.

r

Aprosi Esecutore / Testamentario, il quale di∫se, che era mente del Cav. / med.

o

, che fo∫sero donati alla Vaticana, ed uniti /agli altri di Lui Disegni la∫ciati alla med.

a

per Testamento. / Nel giorno ste∫so furono uniti, e collocati nel Gabinetto / delle Stampe. / V. / Conprato nel dì sudd.

o

un Ba∫sorilievo di terra cotta / esprimente due Uomini che raccolgono, e spremono / uva entro due Vasi, pagato all’Eredità dello ste∫so Cav.

e

/ nella Somma di due Scudi. È stato unito alle Terre cotte / dal med.

o

Cav. la∫sciato per Te∫tamento alla Biblioteca; / e Le quali non sono ancora mentovate nel presente / Registro, dovendosi dare Le rispettive Ricevute dall’ / una parte; e dall’altra. […]»; inoltre Arch. Bibl. 65, 103 r.-112 v. (18 ottobre 1814). Si veda altresì J. B

IGNAMI

O

DIER

, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI. Recherches sur l’histoire des collections de manuscrits avec la collaboration de José Ruysschaert, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1973 («Studi e testi», 272), pp. 209, 220, nota 24: nel capitolo X, La Vaticane durant la première moitié du XIX

e

S. de Pie VII à Grégoire XVI (1815-1846), alla p. 209 si legge:

«[…] Les dessins e J.-B. Seroux d’Agincourt, historien de l’art, qui mourut en 1814, entrèrent aussitôt après sa mort (5 décembre 1814). […]»; mentre la nota di corredo recita: «Carini [Isidoro C

ARINI

, La Biblioteca Vaticana proprietà della Sede apostolica, Roma 1892], p. 135 [ma 133]. Ce sont les Vat. lat. 9839-9849. Les Vat. lat. 13479-13480, faisant partie d’un groupe de dessins acquis vers 1934 (Vat. lat. 13477-13481), sont aussi des dessins de Seroux d’Agincourt. Voir le registre d’entrée de Francesco, puis de Giuseppe Baldi (mai 1814-mai 1829) dans Arch. Bibl. 65, ff. 51

r

-65

r

.» (ivi, p. 220, nota 24). Cfr. I. C

ARINI

, La Biblioteca Vaticana Proprietà della Sede Apostolica. Memoria storica del Can. Isidoro Carini Prefetto della Bibl. medesima, cit., p. 133:

«[La Vaticana sotto Pio VII] […] Nel 1814, vennero varî frammenti antichi di terra cotta, e i disegni lasciati in testamento alla Biblioteca Apostolica dal celebre C

AV

. D’A

GINCOURT

. Così il Museo Sacro fu successivamente arricchito prima col lascito del detto D’A

GINCOURT

, e poi con parte della raccolta dell’A

VV

. M

ARIOTTI

. Del primo le notizie son fuse nella grand’opera di quel celebre autore, Storia della decadenza delle arti, e negli originali disegni ed apparato di essa, che il D

E

R

OSSI

ordinò ed annoverò tra i codici vaticani latini. Un abbozzo di catalogo della seconda raccolta è nel codice vaticano 9189. […]»; inoltre ivi, p. 139 e nota 1 ove si legge: «Veramente la raccolta fu cominciata sotto Pio VII con i quadri posseduti dal D’A

GINCOURT

e dal M

ARIOTTI

; ma fu G

REGORIO

XVI che la condusse all’odierna ricchezza. Ne abbiamo (oltre il catalogo di M

ONS

. B

ARBIER DE

M

ONTAULT

) un novello Inventario compilato dal C

OMM

. D

ESCEMET

.». Cfr. inoltre Cfr. inoltre A. C

IPRIANI

, Una proposta per Seroux d’Agincourt. La Storia dell’Architettura, in «Storia dell’arte» 11 (1971), pp. 211-261, spec. pp. 227-261, con indicazione dei monumenti le cui descrizioni si trovano nei Mss. Vat. lat. 9839-9849, 13479-13480, 13489 (BAV, 538. Varia I); H. L

OYRETTE

, Séroux d’Agincourt et les origines de l’histoire de l’art médiéval, in «Revue de l’Art» 48 (1980), pp. 40-56.

3

Cfr. Appendice III.

(3)

disposizione dell’impaginato, è verosimilmente un lapsus nella numerazione che passa dal 588 al 590; quanto agli altri 5 disegni non numerati, sono 3 fogli rispettivamente riproducenti uno le iscrizioni relative alle opere delineate nei disegni 145 e 143 - quest’ultimo riproposto, per venir inciso, a penna con inchiostro rosso e con minori dimensioni al 146 (1, 2) - n.n. [145 bis; 143 bis], gli altri, quelle dei disegni 158 [158 bis] e 159 [159 bis], e 2 fogli, il primo dei quali presenta un particolare del disegno 603 [603 bis] mentre il secondo ripropone il disegno 651 [651 bis].

I disegni sono incollati su fogli in carta rigida di supporto di color grigio-blu (sui primi due, solo sul ritto, su tutti gli altri recto-verso), a loro volta numerati da 1 a 111 (altri 40, non numerati, non recano disegni apposti), seguendo generalmente un ordine numerico crescente dal primo al terzo volume della Storia della Scultura nella sua prima edizione; dall’1 al 170 per il primo volume, dal 171 al 504 per il secondo e dal 505 al 640 per il terzo; il 641 riguarda - assieme a qualche altro - sia il primo che il terzo, ed il 642 relativo al terzo non viene inciso venendogli preferito il 619; tuttavia la disposizione dei disegni nel codice solo in alcuni casi viene conformemente riproposta nell’impaginato inciso. Infatti per i disegni 642-668 si legge: «Tutti li seguenti disegni / O sono ripetuti, ovvero non sono stati pubblicati nella Storia», mentre relativamente a quelli compresi fra il 669 e 675 Cicognara dichiara «Sette Bassi rilievi destinati a formare le Metope dell’ordine Dorico / nel pronao del Tempio edificato da Canova a Possagno -- Furono da lui modellati / e poi Scolpiti in Venezia da artisti Veneziani – Il Sig

r

Servi alunno dell’ / accademia fece questi di∫egni e il Bernatti li inci∫e - Servirono per / la Seconda edizione della Storia della Scultura -»; i disegni 676-682 riguardano ovviamente le tavole della seconda edizione (Tavv. XLIX-LII, segnatamente la XLIX e la LII). Sui disegni 148, 149, 150, 451, 455, 457, 458 Cicognara appone l’iscrizione non pubblicato o non pubblicata.

Qualche dubbio può essere sollevato sull’originaria reale consistenza della Collezione, ovvero che il pervenuto copra l’effettivo ammontare dell’eseguito, come autorizza a pensare il fatto che l’atlante del 1823 che raccoglie tutte le 181 tavole uscite a corredo della prima edizione della Storia e le quattro aggiunte al terzo volume in seconda edizione presenta incisi 630 disegni - rispettivamente, inclusi i 3 frontespizi, 165 nelle 43 tavole (1813);

317 nelle 90 tavole (1816); 138 nelle 48 tavole (1818); 10 nelle 4 tavole (1823) - 8 dei quali non presenti tuttavia nel Vat. lat. 13748 (pari al 91,84% in relazione ai 686 presenti nel codice - ma non tutti pubblicati -, pari invece al 90,78% in relazione ai 694, includendo i detti 8), come di seguito riscontrato: la Tav. XIX (1813) riproduce i disegni 123, 111 e quelli con Bonifacio VIII di Manno Bolognese e la mezza figura di Bonafuto Veneziano, questi ultimi due assenti; la Tav. XLII (1813) con i disegni 162, 160, 161, mostra il Ritratto muliebre in casa Pandolfini, quest’ultimo assente; la Tav. XLI (1816) presenta l’Altare in Bronzo della Madonna della Scarpa in San Marco di Venezia per il quale manca il disegno corrispondente; la Tav. XLIV (1818) con l’Autoritratto di Antonio Canova «Preso dal Busto Colossale scolpito da se med.

o

l’anno 1812.» pure non trova il disegno corrispondente; la Tav.

XLVIII (1818) che presenta la comparazione del Giove Olimpico di Fidia con altri monumenti moderni vede il disegno corrispondente solo per l’Altare con bronzi di Girolamo Campagna in S. Giorgio Maggiore a Venezia (640) e non i due relativi alla Cattedra di San Pietro e al Trono del Giove Olimpico ; la Tav. XLIX (1823) presenta il Monumento modellato pel Marchese Berio di Napoli corrispondente al disegno 676 e riproduce nella sezione inferiore anche il particolare del fronte del basamento, ingrandito, altro disegno mancante. Del materiale pervenuto, quello realmente destinato alla stampa di traduzione non copre pertanto l’effettivo ammontare dell’eseguito.

A riprova che i disegni servivano di per sé a scopo di studio preciso che nel codice che raccoglie le illustrazioni a disegno per le tavole sinottiche o monografiche (attraverso la ripresa, per la maggior parte isolando alcuni particolari di monumenti e bassorilievi e comparandoli fra loro), numerosi disegni, per una sorta di variazione differente, compaiono replicati, dal medesimo o da altro disegnatore, in formato e tecnica analoghi o variati, e talora affiancati, per meglio indicare e focalizzare determinati principi, ciò da cui deriva che vari altri non sono stati per scelta tradotti - valga l’esempio dei disegni francesi (497-500) che diventano disegni tradotti dal francese in italiano (496, 495, 493, 376) - venendone destinati all’incisione, con un’approssimazione per eccesso, intorno ai 630 (cfr. capitolo I. Penne e matite in viaggio).

Le riprese danno conto dello svolgersi di un percorso storico e critico condotto da Cicognara attraverso un’officina che opera sotto la sua supervisione, fra lettura stilistica ed analisi tecnica, fondato su erudizione e divulgazione di modelli, studio dei monumenti, utilità dell’esempio e della buona imitazione, un esteso resoconto, corredato di svolgimenti ed intersezioni, di un significativo episodio di collezionismo grafico primoottocentesco funzionale alla stesura della prima Storia della Scultura italiana.

I supporti cartacei, talora fotodeteriorati palesano sul ritto, nonostante il processo di collatura superficiale,

esiti marcati di trasmigrazione dell’inchiostro a base metallica (metallo-gallico); sistematicamente adottato da

Cicognara per attuare, al ritto, la numerazione e la notazione del soggetto raffigurato, tale inchiostro manifesta a

volte condizioni di lieve degenerazione conservativa e alterazione fotochimica. Microdiffusioni laterali della

traccia si associano in rari casi alla formazione di lacune di piccola entità dimensionale; qualora il viraggio

cromatico della carta (in soli due casi estremamente marcato [290, 291]) sia rimasto attenuato, i disegni

conservano la qualità (poli)cromatica nei rapporti con la stratigrafia segnica e nelle valenze tonali del supporto.

(4)

Specimina

Il titolo di ciascuna scheda compare in corsivo qualora derivi dalla titolazione del disegno o dei disegni in ogni singolo foglio apposta da Cicognara e/o dai disegnatori, in tondo qualora (assente) sia stato in parte o per intero da me assegnato o riveduto.

Quanto all’impiego delle parentesi quadre in merito alle generalità dei disegnatori ho adottato i seguenti criteri grafici (p. es.):

disegno firmato [Rinaldo] Rinaldi

disegno non firmato ma dichiarato da Cicognara [Rinaldo Rinaldi]

disegno non firmato e attribuito Anonimo [Rinaldo Rinaldi]

attribuzione incerta [Rinaldo Rinaldi?]

La fincatura

TAVOLE CORRISPONDENTI

, relativa alle concordanze, vede generalmente seguire all’indicazione della tavola o delle tavole corrispondenti - ove l’anno fra parentesi indica rispettivamente il primo, il secondo e il terzo volume della prima edizione della Storia o l’atlante della seconda -, i riferimenti testuali - anno di edizione del volume della Storia (1813; 1816;

1818; (1824

2

), libro, capitolo, pagina/e (talora parimenti indicati nelle note a piè di pagina, p. es.: L. C

ICOGNARA

, 1816, V, III, pp.) ed eventuali confronti - nonché i disegni a vario titolo (replica, integrale o parziale, conforme o variata; disegno tradotto; particolare) correlati, nel manoscritto o nella stampa di traduzione.

Nelle schede di catalogo ove le iscrizioni onomastiche non mi consentano di riconoscere con certezza l’autografia del singolo disegnatore o la mano di Cicognara (o di chi per esso) - che pare aver imitato una determinata calligrafia o eseguito una bella grafia - ho impiegato la dicitura «di Cicognara?» piuttosto che «del disegnatore?», comparendo peraltro nella maggior parte dei disegni, apposta di sua mano, la firma del disegnatore. Per i disegni di Giovanni Tognoli (575, 577, 582, 586, 587, 588, 592, 593, 594, 595, 598, 599, 600, 601, 602, 607, 609, 612, 613, 615, 642) che - fatti salvi il 575, firmato due volte, la prima di Cicognara, e il 577, 601, 609, firmati da Cicognara - registrano di volta in volta una firma corsiva e con varianti onomastiche, basandomi sui riscontri forniti da un codice conservato alla Biblioteca Comunale degli Intronati a Siena dal titolo Mazzuoli Francesco. Disegni Originali (Ms. S.II.6), ove Tognoli firma tre disegni rispettivamente «Giov: Tognoli disegnò» e

«Gio: Tognoli disegnò», escludo con certezza possa essere autografa del disegnatore l’iscrizione onomastica apposta su ciascuno dei suoi disegni nel codice vaticano, impiegando in tal caso la dicitura «di Cicognara?» ad indicare chi altro, per quest’ultimo, possa aver vergato l’iscrizione.

Le note che corredano a vario titolo alcune schede, danno generalmente conto di relative fonti o, per la maggior parte, di contributi critici relativi alla scultura in oggetto, che è possibile trattare singolarmente considerandone il disegno, ciò che risulta invece meno evidente e più complesso, analizzando la traduzione calcografica nella tavola - unica, sinottica, particolare - ove esso compare inciso.

1. Frontispizio del primo volume della Storia

DISEGNATORE

[Luigi] Sabatelli

DATAZIONE

entro il 1813

4

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta vergata avorio, con ombreggiature

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta vergata avorio, di mm 515 x 375; foglio del disegno di mm 130 x

115; ovale di mm 80 x 65

4

In assenza di indicazioni precise circa la data di esecuzione dei vari disegni, fatto salvo quello di Francesco Mazzuoli firmato e datato 1812 (168, ff. 21 v. - 22 r.), e considerando alcuni riferimenti testuali relativi ad opere edite nel secondo e terzo volume, contenuti già nel primo volume dell’opera, impiego generalmente e per congettura le espressioni «entro il 1813», «entro il 1816», «entro il 1818» che danno conto unicamente dell’anno di pubblicazione del volume della Storia con la loro avvenuta traduzione incisoria nelle tavole, avvalendomi altrimenti delle indicazioni temporali circa le commissioni presenti dalla corrispondenza autografa rintracciata, nonché di elementi relativi alla vicenda biografica e alla geografia delle riprese dei disegnatori - Hayez e Demin lasciano Roma nel 1817; Ferdinando Dalla Valle muore a Roma nella prima metà del giugno del 1816 -. Pur essendo stati datati intorno al 1809 alcuni disegni forniti da Tommaso Minardi per il primo volume della Storia, è verosimile collocare la redazione del corpus grafico in un arco temporale compreso fra il biennio 1810- 1811 e l’anno successivo o poco oltre considerando la lettera inviata da Cicognara a Francesco Nenci di data 17 aprile 1810.

Sulla base invece della più ampia corrispondenza esaminata, distinguendo i tempi di assegnazione dei disegni e la loro

effettiva consegna (ovvero le date delle reiterate sollecitazioni di recapito dei medesimi), ed includendo la seconda edizione

dell’opera - Vat. lat. 13748, 669, 670, 671, 672, 673, 674, 675, 676, 677, 678, 679, 680, 681, 682; Tavv. XLIX-LII (1823) -

estendo la stesura, considerata la commissione baruzziana e facendo comunque salvi alcuni casi altrimenti databili su base

documentaria, entro il 1823.

(5)

UBICAZIONE

Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, foglio di guardia anteriore

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; imbrunimento generalizzato, lievi tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto

ISCRIZIONI

«1.» (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) /

«Frontispizio del primo volume / disegnato e inventato dal Sabatelli / lo incise il Cipriani» (centrata entro il margine inferiore del foglio, su tre righe, a penna con inchiostro bruno sotto l’ovale del cammeo, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Frontespizio (1813)

«1» (al centro del margine destro verticale del foglio di supporto) [p. 1]

5

2. Fabbriche di Pisa

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno [1; 2; 3 (numerazione mia)] a penna con inchiostro nero su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del

disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 318 x 213

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 2, f. 1 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; diffuso imbrunimento che lascia schiarita la parte di contatto col foglio 1

ISCRIZIONI

«2.» (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / «La Torre di Pisa» / «Il S. Giovanni di Pisa» / «Il Duomo di Pisa» (centrate rispettivamente sotto il basamento delle tre fabbriche, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Palmi ----

10 20 30 40

50 60

Romani» (centrata entro il margine inferiore del foglio, con le cifre indicative delle distanze

sul rapportatore e l’indicazione dell’unità di misura usata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / «Fabbriche di Pisa»

6

(più sotto, centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Nadi di∫egnò» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. II (1813) (1813, II, III, p. 174) 3. Duomo di Siena

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 150 (di cui 10 mm coperti dal foglio 2)

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 3, f. 1 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; tracce da adesivo e tensioni agli angoli; qualche alone e qualche macchia ingialliti

ISCRIZIONI

«3.» (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / «Duomo di

Siena» (sotto il basamento della fabbrica, in basso a destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Piedi

10 20 30 40 60

di Bologna -- o∫siano Metri 22, 806» / «Palmi

10 20 30 40 60 70 80 90 100

Romani -- o∫siano Metri 22, 34» (cifre indicative delle distanze su ciascun rapportatore e indicazione delle unità di misura usate, poste su due righe, centrate entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «Nadi di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. III (1813) (1813, II, VI, pp. 196-197)

5

La numerazione delle pagine, ovvero dei fogli di supporto in carta resistente, apposta da Cicognara va da 1 a 111 e per ciascun foglio vale il recto-verso; solo i fogli 1 [2-5] e 2 [6-9] non presentano disegni sul verso; con una (im)paginazione che consideri anche le pagine bianche, esse ovviamente cambiano di numero 1 r. = 1; 1 v. = 2; 2 r. = 3; 2 r. = 4; 3 r. = 5; 3 v. = 6;

4 r. = 7; 4 v. = 8 […].

6

C. B

ARACCHINI

, Prefazione, in L. C

ARLETTI

, C. G

IOMETTI

, Pietre vecchie ma non antiche. Compendio di scultura medievale pisana fino

all’età di Giotto, Pacini, Pisa 2010, pp. 5-19.

(6)

4. S. Marco di Venezia

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 (di cui 20 coperti dal foglio 2) x 190

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 4, f. 1 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; imbrunimento generalizzato, qualche macchia schiarita ed una bruna, alcuni fori di spillo

ISCRIZIONI

«4» (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / «S. Marco di Venezia» (centrata sotto il monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Scala -- --

10 20 30 40 50 60

di Piedi Veneziani» / «La mede∫ima Scala ha servito altre∫ì per la Chie∫a di Padova»

(cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «Nadi di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. I (1813) (1813, II, II, pp. 156-157, 166) 5. S. Antonio di Padova

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 233 x 178

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 5, f. 1 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli inferiori e superiore destro, qualche macchia schiarita ed una piccola bruna tondeggiante sul margine inferiore

ISCRIZIONI

«5.» (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / «S. Antonio di Padova» (centrata sotto il monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Scala di –

10 20 30 40 50 60

Piedi Veneziani» (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «Nadi di∫.» (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. I (1813) (1813, II, V, pp. 214-216) (1 verso non presenta disegni) [p. 1

(p. 2)

]

«2» (al centro, entro il margine inferiore del foglio) [p. 2]

6. Fabbriche di Firenze

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 315 x 210

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 6, f. 2 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; imbrunimento generalizzato, tensioni agli angoli superiori causate dall’adesivo sul supporto

ISCRIZIONI

«6.» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «Campanile

di Giotto» / «S. Giovanni» (centrate rispettivamente sotto il basamento delle due fabbriche, a

(7)

penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «S. M.

a

del Fiore di Arnolfo» (a destra, sopra la terza fabbrica a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Fabbriche di Firenze» (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Braccia –

10 20 30 40 50 60

Fiorentine» (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «Nadi di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. IV (1813) (1813, II, V, pp. 204-205) 7. Tempio di Giove Olimpico in Atene

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 189 x 123

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 7, f. 2 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; imbrunimento generalizzato - meno evidente lungo il margine laterale sinistro -, tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto, qualche piccola macchia bruna tondeggiante

ISCRIZIONI

«7.» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «Tempio di Giove Olimpico in Atene» (più sotto, centrata lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); / «Scala ----

10 20 30 40

di Metri» (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «Nadi di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. V (1813) (1813, II, VIII, pp. 258, 261) 8. Duomo di Milano

DISEGNATORE

[Luigi] Martens

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro rosso, sottotraccia di grafite, e quadrettatura ad inchiostro rosso, su carta vergata avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 120

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 8, f. 2 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; leggero ingiallimento generalizzato, macchie brune da adesivo agli angoli inferiori e tensioni in quelli superiori causate dall’adesivo sul supporto, alcuni fori di spillo

ISCRIZIONI

«8.» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «Duomo di Milano» (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «

40

----

50

» (entro il margine laterale sinistro a metà del foglio, cifre indicative delle distanze a penna con inchiostro rosso, del disegnatore) / «Martens disegnò» (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. V (1813) (1813, II, VI, p. 218; II, VIII, p. 261) 9. Duomo d’Orvieto

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 217 x 191

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 9, f. 2 r.

(8)

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; leggero imbrunimento generalizzato disomogeneo, tensioni agli angoli inferiori causate dall’adesivo sul supporto, alcuni fori di spillo

ISCRIZIONI

«Duomo d’Orvieto» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «9.» (sotto, a penna con inchiostro bruno) / «Palmi --

10 20 30 40 50 60

Romani»

(cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) /

«Nadi di∫» (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. VI (1813) (1813, II, VI, pp. 199-200) (2 verso non presenta disegni) [p. 2

(p. 4)

]

«3» (al margine inferiore destro) [p. 3]

10. Facciata progettata dal Terribilia per S. Petronio di Bologna

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 203 x 310

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 10, f. 3 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; alcune piccole macchie e aloni ingialliti entro i margini laterali, tensione all’angolo superiore destro causata dall’adesivo sul supporto

ISCRIZIONI

«10» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «Del Terribilia» (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / «Facciata progettata dal Terribilia per S. Petronio di Bologna»

7

(centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Nadi di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. III (1813) (1813, II, VII, pp. 242-243) 11. S. Pietro di Roma

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 317 (di cui 27 coperti dal foglio 10) x 223

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 11, f. 3 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; leggero ingiallimento generalizzato, fori di spillo, una piccola macchia bruna tondeggiante

ISCRIZIONI

«Duomo di Milano» / «Tempio di Giove Olimpico» (rispettivamente al margine superiore sinistro e destro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «11.» (più sotto, entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «S. Pietro di Roma»

(centrata sotto il basamento della fabbrica, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) /

«Mi∫ura di

–----10—--20—-30-—-40

Metri» / «La med

=ma

scala ha servito ancora per il Duomo di Milano, e per il Tempio di Giove Olimpico» (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «Nadi di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. V (1813) (1813, II, VIII, p. 255)

7

Cfr. infra, nota 44.

(9)

12. La Madonna di Loreto. Basilica della Santa Casa

DISEGNATORE

[Giuseppe] Nadi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 167 x 153 (di cui 23 mm coperti dal foglio 11)

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 12, f. 3 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; leggero ingiallimento generalizzato, qualche alone e fori di spillo

ISCRIZIONI

«12» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «La Madonna di Loreto» (centrata sotto il basamento della fabbrica, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Palmi

–-10---20---30---40---50---60

Romani» / «Scala mede∫ima ha servito ancora per la facciata del Duomo di Orvieto» (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / «Nadi di∫» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. VI (1813) (1813, II, IX, pp. 263-266) (3 verso ) [p. 4]

13. Nella palla d’oro di S. Marco

DISEGNATORE

[Ferdinando] Dalla Valle

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 104

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 13, f. 3 v.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; imbrunimento generalizzato e qualche alone schiarito, qualche ondulazione lungo il margine laterale superiore sinistro e meno lungo quello destro

ISCRIZIONI

«13» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «a Venezia / Nella palla d’oro ---- di S. Marco» (centrata su due righe sotto la statua, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Della Valle di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

non inciso; cfr. Tav. VII (1813),

X, XI

(1813, III, II, p. 330) 14. Profeta sull’altare d’argento di San Giovanni a Firenze

DISEGNATORE

[Francesco] Nenci

DATAZIONE

entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811]

8

8

I rapporti fra Cicognara e l’amico pittore iniziano dopo la vittoria riportata da quest’ultimo al concorso del 1809 all’Accademia di Milano con il dipinto Zenobia tratta dal fiume Arasse (un olio su tela di cm 231 x 170, Milano, Accademia di Brera, 365 A, D, NS, NP); il volume degli Atti dell’Accademia di Brera riporta nel frontespizio quale data della distribuzione dei premi dei Grandi concorsi il 13 agosto 1809; cfr. Discorsi letti nella Grande Aula del Palazzo Reale delle Scienze e delle Arti in Milano, in occasione della Solenne Distribuzione de’ Premj della R. Accademia delle Belle Arti, il giorno XIII Agosto MDCCCIX, Stamperia Reale, Milano 1809, pp. 60, 61 ove il quadro di Nenci è indicato come vincitore del Grande Concorso di Pittura («

GRANDI CONCORSI

[…] /

PITTURA

. / De’ sei quadri presentati al concorso, la / Commissione premiò il num. 3, distinto / coll’epigrafe: Della gloria l’amore ogni / altro avanza ecc. Aperta la lettera se ne trovò autore / Il signor Francesco Nenci d’Anghiari, / domiciliato in Firenze. / La bella composizione e il soggetto be / ne e chiaramente rappresentato gli hanno accordato l’onor della palma non ostanti / alcuni difetti sparsi nell’opera. / […]»); [A. P

ANTANELLI

], Della vita e delle opere del Cav. Prof.

Francesco Nenci Direttore nell’I. e R. Accademia delle Belle Arti in Siena, Tipografia all’insegna dell’Ancora, Siena 1850); Milano 1809. La Pinacoteca di Brera e i musei in età napoleonica, a cura di S. Sicoli, Electa, Milano 2010. Si consideri il contributo di F.

A

BBATE

, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci, in «Paragone. Arte» 15/177 (1964), pp. 60-71, spec. pp. 63-65, il quale

(10)

riporta in modo compendiario parte di un carteggio intercorso fra Cicognara e Nenci, con alcune missive inviate dal conte ferrarese all’artista fra il 1810 ed il 1833 - datate rispettivamente 17 aprile 1810 e 25 ottobre [1810]; 2 febbraio 1811, 13 febbraio [1811], 5 aprile [1811], 1° giugno 1811; 22 [o 12] febbraio [1812] (nella presentazione della lettera Abbate indica come giorno il 12 ma la trascrizione è preceduta da «Venezia lì 22 febbraio»); 28 febbraio 1827; 10 gennaio, 1° febbraio e 10 ottobre 1832; 10 gennaio e 16 febbraio 1833 - missive rinvenute dallo studioso nel 1964 presso l’Archivio Storico della Libreria Antiquaria Gonnelli di Firenze. La prima parte delle lettere - alcune non portano nella data la specificazione dell’anno ma si possono con sufficiente sicurezza riunire in un arco temprale compreso fra il 1810, il 1811 ed i primi mesi dell’anno successivo - è in relazione a tutto il lavoro di ricerca, sistemazione ed illustrazione riguardante la Storia della Scultura, con disegni originali di Nenci [su tale base documentaria devono dunque essere stati eseguiti prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] e di numerosi altri artisti; la seconda parte ha invece per argomenti temi più privati e specialmente le ultime lettere informano della strenua ricerca cicognaresca di opere, disegni, ricordi degli amici pittori. Nella missiva datata Venezia 17 aprile 1810, Cicognara menziona appunto alcuni primi disegnini ricevuti affrettandosi a rassicurare Nenci che vanno a perfezione: «Ho ricevuto i primi disegnini che ella mi ha mandati i quali vanno a perfezione, perché appunto hanno quel gusto di penna, e quei tratti sicuri, e pieni d’intelligenza, i quali mi mettono a portata di poter bene dimostrare alcune applicazioni importantissime in materia d’arti. Non mi sovviene di averle indicate nella mia noticina le cose di Niccolò da Pisa che stanno al Bigallo [41, f. 5 v.; 60, f. 6 v.; 89, f. 9 r. (su quest’ultimo tuttavia, nel codice vaticano, Cicognara appone la firma «udine di∫.»)], ma già le ritengo anche quelle per buone […]. Capisco che alcune delle cose da me richieste sono in situazioni alte ed incomode, ma la stagione ora favorisce per la facilità di stare allo scoperto, e per la luce brillante che domina su tutti gli oggetti. […]» (ivi, p. 63). Segue la lettera del 25 ottobre [1810] ove Cicognara espone chiaramente il suo metodo di lavoro che consiste nel procedere attraverso comparazioni ed induzioni: «[…] Io mi trovo finalmente riprendendo il mio studio incessante, ed avendo messo tutti gli incisori in azione. Nella lusinga di poter produrre qualche cosa nel 1811 io non so occultarle la molta premura che avrei di aver sott’occhio li disegnini dei quali ella ha la nota, non tanto per farne molti incidere, quanto per poter procedere a quelle comparizioni e induzioni neccessarie pel mio lavoro. […]» (ibidem). Nenci ha nella Storia, non solo il ruolo di fornitore di disegnini per l’illustrazione dell’opera, ma di collaboratore vero e proprio, che ricerca notizie e subentra con fino discernimento allo stesso Cicognara a sanare eventuali deficienze ed omissioni; le successive missive datate 2 febbraio 1811 e 13 febbraio [1811], 5 aprile e 1° giugno 1811 solo in alcuni casi contengono dati precisi e circostanziati che consentono di identificare il disegno o il nucleo di disegni cui fanno riferimento e altresì di stabilirne l’avvenuta esecuzione. Nella missiva inviata sempre da Venezia il 2 febbraio del 1811 si legge: «[…] Io la vado tempestando barbaramente di lettere per […]

ottenere dalla sua cortesia i sospiratissimi disegni. […] In somma io non sò più come mi fare perché le giungano le mie premure, dolentissimo che gli incisori non possano progredire sui bellissimi cartoni che mi avrà preparati, e che attendo con estrema impazienza. Se le stanno a cuore le arti, se le stà a cuore la mia quiete, e quella buona fede in cui mi pose la gentile di lei annuenza, io la prego voler riscontrarmi, ed inviarmi il frutto delle sue fatiche. […] Io mi affatico, ed imploro zelo nei miei collaboratori. Ella si è il principale: e questo le tenga luogo d’ogni altro maggiore eccitamento. […]» (ivi, p. 64). E nella seguente, scritta a Venezia il 13 febbraio [1811]: «Io le chieggo scusa se ho iterati i messi per ricordarmi alla di lei amicizia.

Ho ricevuto i disegni di recente inviatimi ed ho trovato in questi lo spirito veramente reso con intelligenza e magistero assai

grande di tutti quegli oggetti dai quali son tratti. Attendo con impazienza anche gli altri che completar possano gli antichi,

onde porre in corso una serie di lavori corrispondenti a’ bisogni, e agli assunti che mi sono propposti. La prego di prender

voce se quella bellissima figura tolta dall’altare d’argento di s. Giovanni che si liscia la barba [88, f. 8 v.], e il basso rilievo pure

di detto altare siano dello stesso autore che non sembra. Il s. Giovanni che predica nel deserto [250, f. 34 v.], parmi possa

essere del Pollajolo, e la figura sente un poco delle bellezze del Ghiberti. Tre lavorarono in quell’altare Cione Orcagna, il

Verrocchio, e il Pollajolo. Consulti su questo gli eruditi, e soddisfi in quanto potrà il mio desiderio. Me le raccomando i due

bassi rilievi delle porte di s. Giovanni di Andrea Pisano. […] Procuri di mandarmi anche due segni del basso rilievo nel

Campanile ove è la barchetta coi remiganti [95, f. 9 r.] che farà il compagno al cavallo [94, f. 9 r.]. Oh come bellino! Ora mi

stanno a cuore le testine in grande come si notarono. Poi dopo tutto questo, ho bisogno esaurir Donatello. […]» (ivi, pp. 64,

69-70, note 10-11). Il 5 aprile dello stesso anno Cicognara così scrive all’amico: «[…] Le sono grato del pensiere di rintracciar

le notizie sull’argenteria di s. Giovanni. È veramente insigne cosa: ed anch’io sono del suo avviso in quanto mi ha scritto. Se

crederà di aggiungere qualche cosa ai disegnini già fissati per gli scultori dell’epoca posteriore a Donatello, lo potrà sempre

fare a piacer suo, giacché molte cose debbonmi forse essere sfuggite fra le principali. Il suo fino discernimento non mi

manderà che capi d’opera di qualche buon autore. […] Mi creda bene che io sarei beato d’averla quì: ma che nessuna

considerazione potrà per me opporsi all’esecuzione di quell’idea; che soltanto amerei enunciata da altri; e in vece che

proporre, vorrei essere consultato, onde influir meglio alla riescita. Se questo fosse un Enigma la penetrantissima signora

Eugenia potrebbe interpretarlo. […]» (ivi, pp. 64-65, e nota 12). Nella missiva del 1° giugno 1811 che conclude il nucleo

pertinente le annotazioni circa i disegnini si legge: «Io non posso altro spiegarle sul senso enigmatico dell’ultima mia, dopo la

quale ho taciuto sempre in attenzione dei disegnini ulteriori per ispedirle a sua richiesta le lettere di cui mi faceva cenno. Se

non ché il mio bisogno quì sarebbe di un professore di disegno buono, sicuro, valente: che quello che abbiamo sign. Matteini

fà piuttosto retrocedere, che progredire la gioventù, che io nei gran luminari dell’arte non posso più sperarlo, poiché son

tutti collocati, e che nei giovani di fama nascente, e di tante speranze non voglio io chiederlo per ragioni di delicatezza; ma

però se venissi io interpellato dal Governo, per esempio sul di lei conto, io risponderei amen con tutto il cuore. Tutto

questo importa che se io dovessi proppor lei si cercherebbero le informazioni dal Governo, Dio sà da chi, e dove, che se il

Governo al contrario le cercasse da me, la cosa sarebbe bella e fatta. Il modo per riuscire in questo sogno sarebbe facile e

semplice, ma senza che i di lei uffici fossero accompagnati da un buon quadro, mi sembrarebbero inutili. E se ella mandasse

un quadro suo all’Accademia di Milano, o al Ministero dell’Interno accompagnato dal desiderio di venir qui professore, e a

(11)

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, grafite, su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del

questo unisse un buon pajo di accademie disegnate da par suo, e anche una riga del signor Benvenuti, mi pare che il tentativo potrebbe essere di qualche utilità, e sempre nulla vi sarebbe da perdere, poiché qui non vi è concorrenza, né ella correbbe il rischio d’esser posposto ad alcuno. […]» (ivi, p. 65). Ancora in merito al Pollajolo Cicognara nel febbraio dell’anno successivo così scrive a Nenci «[…] Non ho presente se fra le cose esistenti in Firenze vi sia qualche buon lavoro del Pollajolo, il quale mi fosse sfuggito, essendo scarso di opere di questo maestro che io estimo non poco […]» - Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 22 [o 12] febbraio [1812]) a Francesco Nenci, ivi, p. 65 -. Tale carteggio dovrebbe ora trovarsi - secondo quanto riferitomi dall’attuale comproprietario Marco Manetti ma che non trova alcun riscontro documentario, nel senso che manca qualsiasi documento che attesti il passaggio di proprietà delle missive - presso l’Archivio di Stato di Firenze ove Aldo Gonnelli a titolo personale o a nome della libreria, sotto forma di donazione o vendita, avrebbe ceduto il carteggio - assieme ad altri documenti archivistici di varia natura - fra il 1964 e il 2 novembre 1966, quando l’archivio storico della libreria è andato distrutto a causa dell’alluvione. Tuttavia presso l’Archivio di Stato di Firenze non è presente un Fondo Leopoldo Cicognara né esiste nel Fondo Acquisti e doni alcun carteggio di Cicognara con Francesco Nenci (né con Domenico Udine Nani) come risulta dalle ricerche ivi condotte personalmente ed estese presso la Soprintendenza Archivistica per il tramite di Elisabetta Insabato ed Orsola Gori; in tale Ufficio non è stata rinvenuta alcuna pratica effettuata dalla Soprintendenza negli anni 1964-1966 (per maggior sicurezza la ricerca è stata estesa a ritroso dal 1953) relativa ad una donazione o ad un acquisto di un nucleo di lettere di Cicognara a Nenci o ad altri artisti presso la Gonnelli. Cfr.

ASFi/Acquisti e doni [secc. XIX-XX], 427-431, raccolta di lettere di pittori, scultori ed incisori dell’Ottocento e del Novecento acquistata nel 2002 dal detto Istituto fiorentino presso la Gonnelli, nel cui elenco tuttavia sono conservate alcune missive autografe di Nenci e altre che lo menzionano. Ampliata - senza esito alcuno - la ricerca di tali lettere autografe indirizzate dal conte ferrarese all’artista di Anghiari al Fondo Nenci presso l’Accademia Petrarca di Arezzo - ove si conserva in copia solo una missiva collocabile poco dopo l’estate del 1830 - e in altri fondi manoscritti di varie biblioteche fiorentine, esse, come segnalatomi da Guglielmo Bartoletti, non figurano nei cataloghi dei manoscritti della Biblioteca Riccardiana, né presso il Settore Manoscritti e Tutela della Biblioteca Medicea Laurenziana, come comunicatomi da Giovanna Rao, e non è conservato alcun documento o lettera relativi a Leopoldo Cicognara, Francesco Nenci o Domenico Udine Nani né fra i Carteggi né nel Fondo Acquisti e doni di quest’ultima biblioteca. Le lettere in questione non risultano possedute dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che conserva tuttavia varie lettere di Francesco Nenci, alcune delle quali provenienti dal Fondo Gonnelli - BNCFi/Fondo Gonnelli, Cass. 28, nn. 103-106 [Lettera di Francesco Nenci (Roma 20 novembre 1805) a Pietro Benvenuti a Firenze; Ricevuta di pagamento (s.l. 31 dicembre1817); due Lettere di Francesco Nenci a Carlo Del Chiaro rispettivamente inviate a Vicenza e a Firenze (Firenze 9 giugno 1818; Firenze, Villa al Poggio Imperiale, 11 novembre 1822?)] -. Quanto alla Biblioteca Marucelliana, neppure essa possiede le missive autografe in oggetto inviate da Cicognara a Nenci; del Carteggio Generale fa parte una lettera indirizzata da Francesco Nenci dal proprio studio a Cicognara, datata 25 febbraio 1822 (vi sono menzionati Martellini e Bezzuoli), con collocazione BMFi/C.G. DCCLXIX.1; la medesima biblioteca fiorentina possiede 31 lettere di Leopoldo Cicognara indirizzate dalla n. 1 alla n. 30 a Quirina Mocenni Magiotti - esse trattano, per lo più, argomenti di carattere familiare: due missive sono prive dell’indicazione della data, altre due non registrano invece l’anno, e le altre coprono un arco temporale compreso fra il 1811 ed il 1833, facendo parte come detto del Carteggio Generale, con collocazione BMFi/C.G. CCLV. 1-31 -; la n. 31 viene invece inviata da Cicognara il 20 aprile del 1826 ad Antonio Benci con raccomandata presso il signor Vieusseux a Firenze. Esse non sono conservate neppure presso la Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, fra gli Autografi Porri 139.2 (Nenci Francesco), ove si trovano quasi un centinaio di sue lettere autografe, la maggior parte delle quali indirizzate all’amico e collega Carlo Pini, pittore all’I. R. Istituto di Belle Arti a Siena poi ispettore nella I. R. Galleria delle Statue a Firenze. Francesco Abbate ha inoltre rintracciato documenti relativi a Nenci conservati presso l’Accademia di Belle Arti di Siena. Cfr. Disegni dell’Ottocento dalla raccolta dell’Istituto di Belle Arti di Siena, cat. a cura di F. Petrucci, Istituto Statale d’Arte «Duccio di Buoninsegna» - Lalli, Siena- Poggibonsi 1991, p. 20; F. P

ETRUCCI

, Poetiche e Didattica all’Accademia di Siena, in «I Quaderni dell’Arte. Studi e Saggi sull’Arte e gli Artisti contemporanei» 2/3 (1992), pp. 8-63; E. A

GNOLUCCI

, La vita e le opere, in Francesco Nenci. Il pittore e l’illustratore.

1782-1850, cat. a cura di E. Agnolucci, M. Rotta, Mazzotta, Milano 1987, pp. 9-19, spec. pp. 10-11, note 12 e 13; M. R

OTTA

,

L’attività di illustratore, ivi, pp. 30-38, spec. p. 31, nota 6, e p. 70, n. 25. Cfr. inoltre E. G. R

IZZIOLI

, Antonio Rosmini Serbati

conoscitore d’arte, La Garangola, Padova 2008, pp. 194-195, 212-213, nota 15; E

AD

., Domenico Udine Nani disegnatore, in «Studi

Trentini di Scienze Storiche» 87 (2008), sez. II, pp. 155-179. Alla detta corrispondenza edita da Abbate nel 1964 si aggiunge,

come anticipato, una minuta di Francesco Nenci databile alla fine del terzo decennio del secolo - viene infatti menzionata la

moglie Maddalena Galli «di una famiglia di possidenti e di nascita civile» alla quale si univa in matrimonio ad Anghiari

nell’estate (dopo la metà di luglio) del 1830, come ricorda il biografo Pantanelli alla p. 53 - ove si legge: «Peccati opra peccati io

commetto contro il ig. Conte Cicogna / ra. Il deiderio di compire i miei debiti tutti ad un tem / po mi ha fatto mancare al dovere alla civiltà, e

mi ha / fatto mal corrispondere a quella bontà che Ella ha in / tutti i tempi dimotrata per me. pero per altro che Ella / appia perdonarmi,

almeno in parte, quando aprà che an / che delle circotanze doloroe che non ne manca ad / alcuno, i ono attraversate per farmi apparire anche

/ più reo. / Quando ricevei la ua prima lettera aveva già in / cominciato qualche egno per il suo Libro e contava di inviarle con la riposta il

diegno. Un violento e lungo male acuto orprese mia moglie, e tole a me / tempo e mente per qualunque occupazione nella mia / Arte, ed in

coneguenza.» - AAPAr/L II 144. 1788-1867 «Nenci. Carteggio vario in ordine dal n. 1 al n. 3 / Busta cart. di 31 fascc.», fasc. 31,

n.n. -.

(12)

disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 189

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 14, f. 3 v.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; varie e diffuse macchie brune tondeggianti, piega all’angolo inferiore destro causata dall’adesivo sul supporto

ISCRIZIONI

«14.» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «A Firenze sull’altare d’argento / a [sic] S. Giovanni» (sopra il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Nenci di∫.» (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «dietro il med.

o

Altare» (lungo il margine laterale destro del foglio, a grafite, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. XVIII (1813) (1813, II, V, p. 213)

15. Sculture di Viligelmo nel Duomo di Modena. Creazione dell’uomo, della donna e peccato originale

DISEGNATORE

[Biagio] Magnanini

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, grafite, su carta vergata avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 168 x 304; riquadro della parte figurata di mm 110 x 250

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 15, f. 3 v.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; tensioni e pieghe agli angoli e lungo i margini laterali causate dall’adesivo sul supporto

ISCRIZIONI

«15» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «Sculture di

Viligelmo nel Duomo di Modena» (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «

LVX

/

EGO

/

SVM

/

NDI

//

VIAVE

/

RAX

/

VAPER

/

ENNIS

» (nella parte figurata, sul libro aperto, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / «

ADA

» /

«

EVA

» / «

ADAM

» (in corrispondenza dei progenitori raffigurati nelle varie scene) / «Magnanini di∫.» (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

cfr. Tav. VII (1813),

XIV

(1813, III, II, p. 312, nota 3)

«4» (al margine inferiore destro) [p. 5]

16. Sculture antiche che si incidono senza le nicchie nella chiesa di S. Marco

DISEGNATORE

[Rinaldo] Rinaldi

DATAZIONE

entro il 1813

TECNICA

disegno a contorno [1; 2] a penna con inchiostro nero su carta avorio

DIMENSIONI

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 107 x 162

COLLOCAZIONE

Vat. lat. 13748, 16, f. 4 r.

STATO DI CONSERVAZIONE

buono; leggero ingiallimento, lievi aloni bruni da adesivo ai margini

ISCRIZIONI

«16» (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / «1.» (in alto a sinistra sopra la prima figura a penna con inchiostro bruno) / «ΜΡ» «ΘV» (ai lati della prima figura, a penna con inchiostro nero, del disegnatore); «2» (in alto a sinistra sopra la seconda figura a penna con inchiostro bruno) / «ΜΡ» «ΘV» (ai lati della prima figura, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / «Rinaldi / di∫» (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / «Sculture antiche che si incidono senza le nicchie nella chiesa di S. Marco.» (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

TAVOLE CORRISPONDENTI

Tav. VII (1813),

I, II

(1813, III, II, pp. 329, 331) 17. Nel battistero di S. Giovanni a Pisa

DISEGNATORE

Anonimo [Michele Van Lint?]

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