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“Per un organismo [il museo] che contiene il passato, ma si confronta continuamente col presente, credo che veramente la più grossa contraddizione sia la pretesa di rimanere immobile”.

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“Per un organismo [il museo] che contiene il passato, ma si confronta continuamente col presente, credo che veramente la più grossa contraddizione sia la pretesa di rimanere immobile”.

Adalgisa Lugli, 1978

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Introduzione

Mi sembra non privo di valore fare un accenno al fatto che il 2016 si sia concluso assai positivamente per quanto riguarda il fronte Musei statali italiani registrando un +4% di visitatori (1,2 milioni in più) e un +12% di incassi (oltre 18 milioni aggiuntivi) rispetto al 2015.

In relazione ai dati statistici, bisogna sottolineare che per un triennio consecutivo è aumentato il trend di crescita dei visitatori dei musei italiani (Fig. 1) ed il 2016 ha battuto finora ogni record con 44,5 milioni di visitatori ed oltre 172 milioni di euro di incassi

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. Se il Ministro della Cultura Dario Franceschini, presentando un anno fa al Comitato permanente del turismo, riunitosi al Collegio Romano, tutti i

numeri dei musei italiani del 2015 affermava che:

“Quello che si è appena concluso è stato l’anno d’oro dei musei italiani

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”, adesso può ben ricredersi -certo in positivo- imputando il successo alle nuove politiche di valorizzazione prima fra tutte le domeniche gratuite, iniziativa questa che, dalla sua prima edizione nel luglio 2014, ha visto raddoppiato il numero di famiglie e turisti ai Musei statali le prime domeniche di ogni mese. Certamente oltre ai numeri si potrebbe parlare di un vero e proprio riavvicinamento al patrimonio culturale, alla voglia sostanziale di vivere i musei e da questa classifica emerge che i poli con maggior affluenza sono stati quelli concernenti beni archeologici

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.

Ebbene, relativamente all’oggetto del presente lavoro, la Rilevazione 2016 dei Musei, Monumenti e Aree archeologiche statali della Direzione Generale Bilancio del MiBACT, emessa il 05 gennaio 2017, mostra che il Circuito del Museo Nazionale

1 www.ansa.it Musei, 2016 record 44,5 mln visitatori, Redazione Ansa 7 gennaio 2017

2 www.beniculturali.it 2015. Tutti i numeri dei #museitaliani

3 Sul podio salgono rispettivamente il Pantheon con 7.398.536 visitatori, il Circuito Archeologico

“Colosseo, Foro Romano e Palatino” (per i quali non è previsto un biglietto singolo) con 6.408.852 visitatori ed infine gli Scavi di Pompei con 3.283.740 visitatori.

Figura 1. Trend di crescita dei visitatori dei musei italiani negli anni 2013, 2014, 2015 (www.beniculturali.it 2015. Tutti i numeri dei #museitaliani)

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Romano, composto da Palazzo Massimo, Palazzo Altemps, Terme di Diocleziano e Crypta Balbi ( per i quali non è previsto un biglietto singolo), ha registrato 339.689 visitatori. Il totale dei visitatori nell’anno 2016 diventa irrisorio per una realtà museale come quella del Museo Nazionale dell’Alto Medioevo che si attesta su soli 10.836 visitatori.

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Soffermarsi su questi dati, solo nel complesso positivi, mi sembra altresì non privo di significato dal momento che i musei archeologici statali, in gran parte creati sotto la spinta del Positivismo ottocentesco ed influenzati dall’Idealismo, hanno sempre lamentato mancanza di visitatori probabilmente proprio perché appaiono come il risultato di una ristretta specializzazione.

Paradossalmente il vastissimo panorama del sistema museale di Roma soffre di questa esigua affluenza di visitatori, nonostante in anni recentissimi abbiamo assistito a cambiamenti dagli esiti assai positivi sul fronte della musealizzazione di beni archeologici, in parte dovuti alle celebrazioni per il Giubileo del 2000. Basti pensare alla nuova veste del Museo Nazionale Romano, sia che si sia trattato di rinnovamenti delle sedi delle Terme di Diocleziano e di Palazzo Massimo sia della progettazione ex novo di sedi museali o settori di esso: Museo della Crypta Balbi, Palazzo Altemps, Aula Ottagona. Pensiamo anche all’originale connubio tra antico e moderno della Centrale Montemartini o al discusso Museo dell’Ara Pacis di Richard Meier , al riuscito Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano o anche al nuovo percorso museale di Palazzo Valentini. Nonostante ciò per dirla con le parole di Paul Zanker : <<dopo che la prima curiosità dei Romani è stata soddisfatta e il Giubileo è passato, la maggior parte dei nuovi musei sono vuoti

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>>. Nei musei archeologici il rischio è quello che materiali tolti dal loro contesto originario e semplicemente musealizzati, rischino di rimanere muti, non essendo in grado di comunicare alle diverse fasce di pubblico.

Difatti l’ICOM definisce il Museo come: << una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico e che compie ricerche riguardanti le testimonianze materiali dell’uomo e del suo ambiente, le

4 Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Direzione Generale Bilancio, Servizio II Ufficio di Statistica, Rilevazione 2016, Musei, Monumenti e Aree Archeologiche statali, 05/01/2017.

5 ZANKER 2003, pag. 7.

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raccoglie, le conserva, le comunica e soprattutto le espone ai fini di studio, di educazione, di diletto

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>> e da questa definizione vengono fuori le funzioni fondamentali di un Museo che è luogo di apprendimento ed allo stesso tempo di svago, ma deve essere anche e soprattutto luogo di comunicazione, deve trasmettere cultura. Ciononostante: << il museo dovrebbe essere, e non è, il luogo principe della comunicazione dell’arte

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>>.

Una compiuta analisi del museo dal punto di vista comunicativo è quella offerta da Francesco Antinucci che scrive: << per ottenere il museo che comunica (il museo le cui opere comunichino secondo la propria natura costitutiva) è necessario operare un profondo e centrale cambiamento concettuale, prima e a monte di qualunque e altra considerazione: è necessario superare realmente la visione tassonomico- analitica dell’organizzazione delle opere e adottare, altrettanto realmente, quella delle opere come oggetti comunicativi

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>>, ovvero il museo << deve smettere di essere enciclopedia e diventare manuale

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>>. Ciò significa che il museo non è costituito da un insieme di meri oggetti fisici ma da oggetti che sono essi stessi segni portati fuori dal loro contesto che è indispensabile alla loro interpretazione e che dunque le modalità in cui essi vengono esposti all’interno delle sale di un museo sono fondamentali per la loro trasmissione di cultura, perché siano in grado di comunicare.

Il lavoro corrente prende in esame due realtà museali di Roma le cui collezioni sono tra le più significative dell’ambito post-classico : il Museo Nazionale dell’Alto Medioevo, che genera l’idea di un impianto ormai superato e non attrattivo ed il Museo della Crypta Balbi, innovativo ed eccezionale per il sito in cui si sviluppa.

Diversissimi per periodo di fondazione, ubicazione ed allestimento, dal loro confronto risulta evidente come questi elementi concorrano alla fruizione dell’opera ed alla sua espressione.

Altresì evidente è oggi l’importanza all’interno di un’esposizione museale delle nuove tecnologie soprattutto a base visiva e di un museo che sia anche didattico, cioè che sia messo nelle condizioni di trasmettere il suo contenuto, e non da ultimo

6 Statuto dell’ International Council of Museums, Art. 1, c. 2

7 RAGGHIANTI 1974, pag. VIII

8 ANTINUCCI 2004, pag. 78

9 Ibidem

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di un museo che sia flessibile, dinamico anche con l’allestimento di mostre che espongano le opere ivi contenute attorno a narrazioni tematiche di volta in volta differenti.

È necessario riconoscere il rapporto tra la cultura contemporanea e quella antica, i cui frammenti sono conservati nei musei

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non come resti privi di qualsivoglia espressione, incapaci di comunicare : << i musei sono spazi culturali e sociali che devono offrire alla comunità una sorta di conforto per lo spirito e quindi devono essere attraenti, non respingenti, accoglienti, non freddi, pulsanti di attività, non dare fuori l’impressione di torpore, inesorabilmente riflessa nell’espressione dei visitatori assenti, anzi di essere qualcosa di completamente diverso da quelli che Théophile Thoré già nel 1861 lamentava essere “cimiteri d’arte”

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>>.

Il processo di innovazione in seno ai musei può essere complicato, specie in un paese come l’Italia che vive nel perenne paradosso di essere ricco di istituzioni museali ma di non capirne la reale portata di espressione, in tal senso credo si debbano accogliere le parole, scritte quasi quarant’anni fa da Adalgisa Lugli : << per un organismo [ il museo] che contiene il passato, ma si confronta continuamente col presente, credo che veramente la più grossa contraddizione sia la pretesa di rimanere immobile

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>>.

10 Proprio il rapporto intrinseco tra antichità e modernità è alla base della recente campagna social del MiBact per incentivare le visite ai Musei L’arte ti somiglia. www.beniculturali.it/gennaioalmuseo

11 BARBANERA 2013, pag. 42

12 LUGLI 1978, pag. 226

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