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3.1 Analisi dello stato attuale
Cuore di Londra, centro di Oxford Street, tratto compreso fra Poland e Berwick Street. Le grandi vetrine conferiscono alla strada quel carattere che, fin dalla realizzazione della strada da parte del conte di Oxford alla fine del XVIII secolo, si è fatto sempre più forte fino a farne la meta per gli acquisti più importante in Europa e una delle più famose al mondo. Dal punto di vista architettonico non c’è, e forse non è mai esistita, una coerenza di stili, con un’alternanza di edifici neoclassici, specie nella zona di Oxford Circus all’incontro con Regent Street, altri risalenti alla fine dell’Ottocento, caratterizzati dall’utilizzo del mattone in vari colori, costruzioni risalenti al dopoguerra – forse quelle che meno legano con il contesto – e edifici contemporanei le cui facciate mirano più a attirare la clientela che non a creare un dialogo con ciò che li circonda.
fronte su Oxford Street prima dell’intervento, Londra 2012
Il lotto si trova al centro di un fronte il cui unico elemento di continuità è dato dalla presenza delle vetrine al piano terra. I due edifici più esterni risalgono alla fine dell’Ottocento, hanno uno stile sobrio, tipico del quartiere, e si sviluppano entrambi, seppur con altezze diverse, su tre piani con tre finestre ciascuno. La costruzione più alta, realizzata nel dopoguerra, si eleva per sei piani scanditi dalle aperture che dividono la facciata in tre parti. Gli edifici più interessanti, entrambi risalenti
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all’inizio del XIX secolo, sono quelli adiacenti l’intervento che, pur di dimensioni diverse, hanno alcuni elementi in comune: i materiali, pietra e laterizio, la forma, le dimensioni delle aperture e la ricchezza delle decorazioni. Infine, al centro, si trovano i due fabbricati realizzati nel 1958. Quello di dimensioni maggiori propone una facciata rettangolare completamente vetrata, mentre l’altro, più basso, presenta una sorta di bow window su tre piani che “poggia” su una pensilina in metallo.
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53 149-151 Oxford Street, Londra 2012
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La pianta del piano terra come il vuoto si estende fino al cuore dell’isolato, raggiungendo un secondo affaccio su Berwick Street. Su Oxford Street sono presenti i due ingressi con al centro l’entrata agli uffici e agli studi professionali, mentre l’area commerciale al civico 151 prosegue nell’interno divisa nella parte bassa da locali di servizio e dall’ingresso su Berwick Street.
pianta piano terra, Londra 2012
Dall’analisi delle sezioni si comprende l’andamento dei volumi, decisamente verticale nei fabbricati principali, con un andamento orizzontale al centro del lotto e infine di nuovo verticale per la parte che affaccia su Berwick Street.
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55 sezioni, Londra 2012
Il fronte su Berwick Street presenta notevoli differenze rispetto a quello già analizzato. Gli edifici sono caratterizzati da una certa sobrietà di stile, tutti realizzati in mattoni, colorati poi successivamente, e presentano lo sviluppo tipico delle costruzioni di Soho. Occupano in pianta lotti di dimensioni ridotte, si sviluppano in altezza per due piani, alcuni con una mansarda, con le facciate prive di decorazioni e dotate di due aperture per piano, quasi tutte allineate fra loro. L’unico fabbricato al di fuori del contesto è proprio quello oggetto di intervento, che, anche se di dimensioni minori, presenta le stesse caratteristiche di quello sulla strada principale.
56 fronte su Berwick Street
61 Berwick Street, prima e dopo la demolizione nel 2013
Infine l’ultima analisi riguarda le destinazioni d’uso dei piani terra, utile per decidere quale funzione dare al nuovo intervento. Nella carta il rosso rappresenta la destinazione commerciale, l’azzurro bar e ristoranti e il giallo gli studi professionali. Appare evidente la prevalenza del rosso su entrambe le strade e quindi la funzione commerciale come la più logica da adottare.
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57 destinazioni d'uso dei piani terra, Westminster City Council
3.2 L’intervento progettuale
Il progetto si propone di andare a saturare un vuoto all’interno di un contesto urbano ben definito e con determinate caratteristiche storiche. Si tratta di uno shopping center, con un duplice affaccio su Oxford Street e Berwick Street, dotato di bar e uffici ai piani superiori. La comunicazione diretta fra le strade è rafforzata dalla presenza di un giardino, posto ad un livello superiore rispetto a quello stradale, accessibile al pubblico al di fuori degli orari di apertura dello store.
La facciata su Oxford Street
Si è iniziato osservando con particolare attenzione le facciate dei due edifici adiacenti perché a diretto contatto con l’intervento e dal carattere morfologico più marcato. Questi due fabbricati presentano diversi punti in comune, ma altezze diverse nei piani e nel partito decorativo, nulla che potesse suggerire possibili allineamenti compositivi. Si è deciso quindi di inclinare la facciata unendo i due
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frontoni, così come inclinato è il collegamento all’altezza delle vetrine. Si è scelto il corten per il nuovo fronte in modo da creare un dialogo cromatico con il laterizio, con il quale sono stati realizzati pannelli metallici disposti su tre piani, la cui larghezza deriva dalla dimensione delle aperture sui fronti esistenti. Tali pannelli, a ogni piano, sono stati incisi creando linee segmentate che intercettano le modanature degli edifici adiacenti.
fronte su Oxford Street
La facciata chiusa emerge così con chiarezza creando continuità fra nuovo e esistente.
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59 vista di Oxfrod Street nella configurazione chiusa
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Nei momenti della giornata nei quali l’edificio si anima, la facciata cambia, muta, si transforma. I pannelli realizzati in modo da poter scorrere su guide, fino a chiudersi a libro, svelano il fronte interno e l’alternanza dei solai con le vetrate. L’effetto è quello di un fronte in grado di nascondere o svelare la sua vita interna, un edificio camaleontico che muta a seconda delle condizioni d’uso e delle variazioni di luce.
vista di Oxford Street nella configurazione aperta
Entrando nell’edificio ci si trova in un ampio spazio a doppia altezza dal quale, attraverso scale mobili, si scende al piano interrato dove si sviluppa il centro commerciale, organizzato su uno spazio libero a doppio volume, sul quale affacciano le gallerie del piano superiore, cui
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si accede tramite un altro gruppo di scale mobili che permettono la comunicazione con l’ingresso e gli spazi su Berwick Street. Altra possibilità, all’ingresso, è quella di prendere le scale laterali o gli ascensori che portano al primo piano, con l’accesso al giardino. Da qui le scale proseguono, quella est porta al bar, mentre quella ovest agli uffici.
62 pianta piano terra
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63 Il giardino segreto
Su Oxford Street la grande vetrata al piano terra non è allineata con la facciata ma inclinata verso l’interno, così da creare un invito all’ingresso del centro commerciale, ma soprattutto verso il passaggio coperto che porta al giardino. L’idea è di ricreare uno spazio pubblico comunicante direttamente con le strade, riecheggiando la old timber
yard, rappresentata nella Roque’s map del 1746, senza però
rinunciare al massimo volume costruibile per il centro commerciale. Da qui l’idea di posizionarlo ad un livello più alto. Si tratta di un vero e proprio giardino segreto, che non trova corrispondenza negli isolati lungo la via principale, unica eccezione lo spazio alberato di Soho Square.
sezione longitudinale, in evidenza il cellegamento fra strada e giardino
Il disegno del giardino deriva dall’analisi delle carte storiche. I colori sono un richiamo ai campi coltivati che fino alla metà del XVII secolo ricoprivano l’area, mentre la ripartizione delle strisce di prato riprende la divisione degli orti coltivati delle abitazioni su Poland Street1.
64 vista zenitale dell'inserimento all'interno dell'isolato
Sul giardino affaccia la parte sud dell’edificio principale. In questo caso non si sono cercati legami o richiami ai fronti interni esistenti, in quanto privi di interesse architettonico, storico o artistico, ma si è preferito piuttosto creare continuità con il giardino, andando a realizzare una parete verde verticale, che ne riprendesse colori e partiture. Questo schermo è spostato rispetto al fabbricato, a creare una doppia pelle che filtra in parte la luce ed è collegato all’edificio grazie a terrazzi sfalsati, dai quali è possibile osservare il giardino2.
2 Per un panorama completo del giardino contemporaneo cfr. P. Nicolin, F. Repishti (a cura di), Dizionario dei nuovi paesaggisti, Milano 2003 (2008).
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Al di sopra del passaggio coperto si ha una parete completamente vetrata, che illumina le porzioni distributive degli uffici, i cui infissi riprendono la scansione del verde verticale.
vista dell'affaccio sul giardino
Sul giardino affacciano le gallerie, completamente vetrate, richiamando la funzione mercantile delle vecchie corti interne sparse per tutto il quartiere. Proseguendo nel cammino verso Berwick Street si accede, tramite una scala in corten e un ascensore esterno, alla terrazza che
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affaccia sul giardino e che permette la comunicazione diretta fra le due strade. Percorrendola si raggiungono le scale per scendere al livello stradale e un bar, interamente vetrato, posto tra gli edifici esistenti.
sezione trasversale, in evidenza la scala che dal giardino porta alla terrazza
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67 vista dalla terrazza verso il bar
La facciata su Berwick Street
Anche qui l’osservazione dei fronti esistenti mostra fabbricati con le caratteristiche tipiche dello sviluppo architettonico del quartiere, privi di particolari elementi decorativi ma con evidenti allineamenti orizzontali fra le aperture. A tale proposito si è deciso di creare una “finta facciata”, una quinta con aperture prive di infissi, completamente verde a richiamare il fronte e il giardino interni.
L’edificio vero e proprio, dal quale si accede allo store o alla terrazza tramite una scala, è leggermente arretrato, realizzato in vetro, in continuità con gli altri fronti del progetto.
68 vista su Berwick Street
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69 pianta piano primo
Viste le dimensioni e il particolare contesto ambientale, il progetto mira a liberare gli spazi piuttosto che saturarli, a aumentare le zone verdi dell’area, che rappresentano un filtro dai rumori della città, piuttosto che a realizzare una semplice ri-costruzione. Si è così optato per una soluzione ipogea, un’architettura dove la rimodulazione del terreno e la ridefinizione dei fronti rimane finalizzata a una felice contaminazione fra edificio e paesaggio.
70 pianta piano secondo
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71 pianta piano terzo e quarto