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2.2

LA PROSPETTIVA DI DIDEROT : LE SUPPLÉMENT AU

VOYAGE DE BOUGAINVILLLE

Voici le seul voyage dont la lecture m’ait inspiré du goût pour une autre contrée que la mienne. Jusques à présent le dernier résultat de mes réflexions avait toujours été qu’on n’était nulle part mieux que chez soi’1 Al fascino e all’apparente armonia delle pagine bougainvilliane non riuscì a sottrarsi Denis Diderot, il quale propose, attraverso la redazione del Supplément, un seguito ideale al

Voyage autour du Monde. Il philosophe reagì al testo fortemente discusso di Louis-Antoine

de Bougainville, dapprima con un compte rendu tramite la Correspondence littéraire,

philosophique et critique e nel 1772 con il Supplément vero e proprio2. La recensione diderotiana venne curata e pubblicata per la prima volta da Assézat et Tourneux ma il manoscritto di tale recensione proviene dai documenti di Diderot conservati in Russia presso l’Érmitage3. Gli editori avevano ottenuto una copia del XVIII secolo; non esiste, però, traccia

1Cfr. Compte rendu, DPV, t. XII, p. 518.

2Il titolo del Supplément au Voyage de Bougainville allude alla volontà di completare l’opera di Fréville. Si

tratta di una mossa strategica di Diderot che propone il vero complemento al resoconto di Bougainville: in modo quasi polemico egli riprende il titolo del pubblicista ma di fatto scrive un testo ben diverso in cui descrive l’utopia attraverso un dialogo tra due interlocutori. Ciò che in particolare aveva colpito Diderot del Voyage bougainvilliano, era la descrizione dei costumi comunistici degli isolani e della libertà sessuale degli indigeni dell’isola di Tahiti che gli servivano per dare una base storica alla sua utopia sociale. Il Supplément è una narrazione inquadrata in un dialogo tra A. e B., i quali discutono circa i costumi degli abitanti del Pacifico, paragonati a quelli degli europei.

3L’Érmitage è un museo di enorme importanza fondato nel 1764 da Caterina la Grande. Essa, che tra l'altro era

amica di penna di molte personalità illustri dell'epoca quali Voltaire, Diderot, Rousseau, veniva tempestivamente informata ogni volta che qualche collezionista famoso andava in bancarotta e lei ne acquistava le collezioni per intero.

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del manoscritto autografo di tale riferimento: Assézat et Tourneux lo attribuirono a Diderot considerandolo come un contributo destinato alla Correspondance littéraire4 di Grimm.

Il Supplément, invece, fu pubblicato per la prima volta da J. B. A. Suard e dall’ abate S. J. de Vauxcelles nel 1796 con il titolo: Supplément au Voyage de Bougainville ou

Dialogue entre A et B Sur l’inconvénient d’attacher des idées morales à certaines actions physiques qui n’en comportent pas; esso fa parte di una raccolta intitolata Opuscules philosophiques et littéraires, la plupart posthumes ou inédites. Il Supplément compare

all’interno di tutte le più grandi edizioni diderotiane pubblicate nel XIX secolo, ma, cosa sorprendente, esso appare sempre in veste diversa. Considerando il fatto che gli editori non hanno mai indicato l’origine dei testi, non si è a conoscenza di quali varianti provengano dai differenti manoscritti utilizzati dai curatori e qual è il risultato delle correzioni applicate da essi. Nel 1927 J.V. Johansson rivelò l’esistenza di una versione sconosciuta del Supplément: essa era contenuta in un volume smarrito dei manoscritti diderotiani conservati a Leningrado.

Johansson effettuò una descrizione del manoscritto di Diderot e pubblicò le varianti che il nuovo testo presentava in rapporto alle edizioni Vauxcelles, Naigeon, Belin, Brière et Assézat-Tourneaux. Egli descrisse un’interpolazione importante nel manoscritto di Leningrado: si tratta della sezione riguardante il discorso di Polly Baker5 inserito nella terza

4Rivista dedita alla diffusione del sapere e dell’attività culturale. Essa venne fondata da Friedrich Melchior von

Grimm nel 1753 per essere rivolta ai vari monarchi e principi d’Europa. Grimm credeva fortemente alla teoria del gigantismo dei Patagoni, mentre, come noto, Bougainville sosteneva che essi erano uomini di alta statura ma non certamente dei giganti. Diderot, affiancherà la teoria bougainvilliana, andando quindi contro le credenze dell’amico Grimm e di tutti i precedenti racconti di viaggio: i Patagoni sono individui uguali agli altri. Questa potrebbe essere una delle ragioni che hanno escluso il compte rendu diderotiano dalla sua pubblicazione sulla Correspondance littéraire.

5Si consulti Tunstall Kate E., «Sexe, mensonges et colonies : les discours de l’amour dans le Supplément au

Voyage de Bougainville», Littératures classiques, 2009/2 N°69, pp. 15-34. Racconto inventato da Benjamin Franklin nonché ripreso da Diderot e Raynal all’interno dell’Histoire des deux Indes. Nella parte conclusiva dell’Entretien del Supplément, Diderot introduce per bocca di B. il discorso di Polly Baker apportando un cambiamento significativo rispetto alle versioni precedenti. B. racconta come Polly fosse perseguitata per aver dato alla luce cinque figli senza aver mai conseguito il matrimonio. La novità diderotiana risiede nel fatto che essa non verrà sposata da uno dei giudici, come accade negli altri racconti, ma dal padre dei suoi figli. Storia

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parte del Supplément au Voyage de Bougainville. Nel 1935 M. Chinard pubblicò il testo integrale del manoscritto di Leningrado, aggiungendo sotto forma di note anche le varianti rivelate da M. Johansson6. Ci si trova, dunque, di fronte a due stadi di scrittura, uno primitivo e uno fortemente rivisitato contenente le varie modifiche apportate nel tempo.

Diderot effettua, all’interno del Voyage bougainvilliano, una selezione delle parti e privilegia le tematiche salienti, per di più egli restringe ulteriormente il campo decidendo di sviluppare e approfondire maggiormente le argomentazioni riguardanti gli aspetti della vita amorosa e sessuale dell’organizzazione sociale tahitiana. Il Supplément è suddiviso in cinque parti: la prima commenta l’affascinante resoconto del viaggio di Bougainville, e conduce gli interlocutori, A. e B., alla presentazione di un supplemento fino ad allora ignorato e che sarà ampiamente discusso durante le rimanenti sezioni. È nel corso della seconda parte, Les

Adieux du Vieillard, che ha inizio il presunto Supplément di Bougainville. Durante il terzo e

il quarto dialogo Orou coinvolge il suo hôte in un discorso che spazia da argomentazioni riguardanti le credenze religiose a quelle sui differenti costumi e tradizioni sessuali del posto. La quinta parte, La Suite du Dialogue entre A. et B., descrive il dialogo finale tra A. e B., in cui vengono tratte le conclusioni alle loro vivaci conversazioni.

Il Voyage autour du monde e soprattutto la descrizione dei selvaggi di Tahiti, fornirono a Diderot l’occasione per compiere un testo che contenesse ogni piccante dettaglio sull’estrema libertà nei rapporti tra i due sessi che vi regnava e per distaccarsi dai suoi contemporanei che avevano omesso certe particolarità. Il peggior controsenso che si potrebbe commettere leggendo il Supplément, sarebbe quello di giudicarlo come un’opera

edificante che poneva l’accento sull’ineguale trattamento sociale, morale e giuridico riservato alle donne dell’epoca ma che era unicamente frutto della penna di Benjamin Franklin. Al fine di sensibilizzare la società sull’argomento, Franklin si affidò ad una beffa che confessò solo trenta’anni più tardi.

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critica del tutto negativa, che autorizzasse il puro libertinaggio. Non bisogna dimenticare che Diderot non ammette alcun valore morale assoluto, tutto conduce verso un relativismo.

Egli, infatti, non crede che possa esistere ancora uno stato di pura natura dove gli uomini conoscono la felicità attraverso l’assenza di ogni costrizione. Molti aspetti potrebbero condurre in tale direzione, ma in realtà il Supplément ha tutt’altro senso. Diderot non condanna l’ordine morale in sé, ma la falsità della morale europea che ha introdotto anche a Tahiti il rimorso, lo spavento, la violenza e il servilismo. Lo scopo del philosophe è di guidare il lettore verso un’analisi dei diversi aspetti della società, delle idee, e della morale. La composizione è semplice e consiste in una successione di tre dialoghi: inizialmente Diderot esprime un giudizio sul viaggio di Bougainville e sul navigatore stesso; il secondo capitolo costituisce il vero inizio del testo in questione, Les Adieux du Vieillard in cui l’autore si proietta nel vecchio saggio e sviluppa i temi dello stato di natura e dello stato selvaggio, paragonando i costumi europei a quelli di Tahiti ed esprime le tragiche conseguenze del contatto tra insulari e francesi. La terza parte è costituita dal dialogo tra il selvaggio e il monaco, seguito da un prolungamento nella quarta parte e infine un quinto capitolo, La Suite du Dialogue entre A. et B. che rappresenta le riflessioni dello scrittore ben lontane dai concetti rousseauiani che Diderot sembrava esaltare nelle prime parti dell’opera. Il rapporto tra le due parti del titolo Supplément au voyage de Bouaginville ou dialogue entre

A e B presenta una certa difficoltà per il lettore, il quale si aspetta che i due titoli siano

interscambiabili tra loro o che il secondo sia una spiegazione del primo. Invece non è che alla fine del primo capitolo che appare il primo dialogo tra A e B e questo si spiega perché il pernio centrale dell’opera è costituito dal II, III e IV capitolo in cui fanno da cornice e da conclusione rispettivamente il Jugement au voyage de Bougainville e la Suite du Dialogue

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titolo e sia più adatta rispetto alla congiunzione ou7. L’inconsistenza del titolo sembra dovuta a due fattori: al fatto che il testo sia stato scritto in periodi diversi e, dalla doppia prospettiva che introduce contemporaneamente un racconto di Tahiti e un dialogo, poiché entrambi ruotano attorno allo stesso problema morale. La struttura del dialogo costituisce il genere preferito da Diderot poiché gli permette di combinare letteratura e filosofia e, il Supplément, rientra in questa categoria, sebbene ci sia anche la presenza del conte.

In realtà Diderot si serve di un susseguirsi di idee, osservazioni, pensieri; così i capitoli III e IV non rientrano solo ed esclusivamente nel genere dialogo, poiché essi contengono anche i tratti tipici dei racconti. L’intreccio è abbastanza semplice: due amici, confidenti si potrebbe dire, si allontanano dalla compagnia con il pretesto di fare un passeggiata. La condizione incerta del tempo li intrattiene e uno dei due comincia a parlare del Voyage di Bougainville, mentre l’altro, curioso di avere notizie, chiede spiegazioni su questo testo; così ha inizio la discussione e presto i due amici affronteranno il discorso del

Supplément. Alla fine della conversazione, i due personaggi si riuniscono al gruppo. Si tratta

anche qui di un allontanamento e di un ritorno simbolici, in quanto essi si erano allontanati dalla società e vi ritornano in un secondo tempo per affrontare con il resto della comitiva il loro dibattito.

Il philosophe ha decomposto, quindi, il testo in dialoghi i quali riflettono ciascuno un certo punto di vista: le pour et le contre circa la tematica tahitiana, infatti, sembra rappresentare il pilastro centrale del Supplément diderotiano. Molto interessante, a tal proposito, è lo scambio di battute tra A e B nel dialogo della cornice iniziale: «A- Est-ce que vous donneriez dans la fable d’Otaïti? B- Ce n’est point une fable, et vous n’auriez aucun

7 Cfr. Supplément ed. Dieckmann, p. 134.

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doute sur la sincérité de Bougainville, si vous connaissez le Supplément de son voyage»8: da un lato si crea il divario e la distanza dall’utopia, e dall’altro si pone il rilancio del mirage

tahitien9. La complessa struttura del testo, attraverso il suo gioco di livelli e istanze testuali diverse, sembra riprodurre, in qualche modo, la duplicità, l’ambivalenza e le oscillazioni dell’utopia realizzata di Tahiti inscritta nel testo del Voyage di Bougainville: in questo caso, però, l’utopia è per un verso accettata, ma per l’altro è posta a distanza o negata.

È possibile individuare il fulcro dominante dell’opera, considerandolo come il risultato dell’intersezione di tematiche convergenti largamente diffuse all’interno del testo. In primo luogo, il topos della nudità dei selvaggi, e in particolar modo la questione dell’origine delle idee morali, del pudore, dei costumi e dei tabù sessuali.

In secondo luogo, è da prendere in considerazione, il principio della società naturale contrapposta a quella politica e civile. In tal senso, il paragone più ovvio che giunge alla mente, si dirige verso la teoria primitivistica di Rousseau, argomentazione che Diderot assorbe a pieno all’interno del suo Supplément. Per ultimo, la tematica della società scevra di credo religioso o comunque priva di rappresentazioni religiose.

Il philosphe, quindi, anela alla descrizione di una realtà che possa totalmente concedersi al circuito impulsivo delle forze naturali, provando ad accantonare ogni ristrettezza fisica e psicologica, un’organizzazione sociale che possa superare la forte

8 Cfr. Supplément, ed. Dieckmann, p. 11.

9 La risposta di B si muove su molteplici riferimenti: in primo luogo, il riferimento al primo viaggio di James

Cook tradotto dall’inglese nel 1772 con il titolo Supplément au Voyage de M. Bougainville, ou Journal d’un

voyage autour du monde, in tal senso sembra che la relazione di viaggio inglese possa poter rilanciare il mito

della favola tahitiana. In secondo luogo, la cornice del testo diderotiano presenta gli «Adieux du Vieillard» come un «supplément» al Voyage bougainvilliano, il rinvio è indirizzato a discorsi che procedono orientativamente secondo lo stesso genere in cui viene ripreso il topos principale dell’isola felice, e il testo Le

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dicotomia esistente tra natura e cultura, passione e ragione, tutto ciò in virtù di un possibile ritorno agli automatismi naturali dell’ordine di natura.

Una volta sprigionata, l’energia sessuale, può rappresentare la chiave di accesso utile al raggiungimento della pienezza dell’essere. La liberazione degli istinti, dunque, rappresenta il superamento della frattura tra bisogno e impulso naturale da una parte, e calcolo e controllo razionale dall’altro, conducendo l’individuo al totale raggiungimento dell’armonia interiore. In tal senso, il piacere acquista un valore aggiunto meramente positivo e la ribellione sensoriale va a rappresentare, quindi, il nocciolo utopico del dialogo diderotiano: si potrebbe sostenere che, a partire dalla lettura del Voyage bougainvilliano, esso abbia ottenuto un’occasione di forte rilancio e riaccensione. Ma il Supplément evidenzia anche come il mirage utopico tahitiano, sia posto a distanza: esso viene inglobato all’interno di un gioco di prospettive, di una sapiente armatura testuale che ne relativizza la valenza e il significato. Nel primo capitolo, e soprattutto nelle battute iniziali, il testo di Diderot è presentato come parte integrante del Voyage bougainvilliano e gli eventi nei capitoli successivi, sono presentati in modo realistico: Tahiti non è una favola.

La storia dell’isola è composta da elementi reali e tangibili, trovati nella relazione del navigatore francese, e da aspetti fittizi, evocati soprattutto nel Supplément. Sia la forma di entretien che di discours è di pura invenzione: né l’uno né l’altro sono realmente accaduti, sebbene si è portati a crederlo. Quindi, questa combinazione dà luogo ad un’ambiguità fondamentale: Tahiti esiste, ce n’est pas une fable e pertanto esiste una favola di Tahiti, il

Supplément. Infatti la maggior parte degli eventi sono reali ed esatti, ma altri sono il frutto

della fantasia. Inoltre, l’autore aggiunge un altro aspetto che contribuisce a creare questa grande ambiguità: un racconto immaginario, ma invece di presentarlo al lettore come tale,

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vuole convincerlo della veridicità della sua storia, così inserisce dettagli realmente accaduti, che rendono veritieri gli eventi dell’opera.

Questa dicotomia in cui realtà e finzione si alternano, deve la sua probabile origine ad un periodo di crisi e trasformazione qual era il XVIII secolo, in cui le forme letterarie tradizionali non sembrano più offrire un’espressione adeguata al pensiero, al sentimento, all’immaginazione; per cui Diderot cerca di trovare nuovi generi per rendere più credibili le sue opere10. La forma espressiva dominante nel Supplément è, come già detto, il dialogo; esso permette all’autore di esprimere spontaneamente i propri pensieri e di sviluppare attraverso la tesi e l’antitesi le molte facce di uno stesso problema.

Quindi, grazie a esso, lo scrittore può distaccarsi dalle proprie idee e mantenerle a una certa distanza per meglio osservarle. La forma letteraria del dialogo riflette così il dialogo interiore di Diderot: i suoi pensieri e le sue emozioni e, l’effetto, è quello di evitare la monotonia di un trattato filosofico. Anche il linguaggio mostra una curiosa mescolanza di termini nobili e di espressioni popolari. Ad esempio, i consigli del vieillard hanno uno stile eloquente: «A peine eut-il achevé, que la foule des habitants disparut, un vaste silence régna dans toute l’étendue de l’île et, l’on n’entendit que le sifflement aigu des vents et le bruit sourd des eaux sur toute la longueur de la côte. On eût dit que l’air et la mer sensibles à la voix du vieillard se disposaient à lui obéir»11. La frase di Diderot è qui ampia e sonora e lo stile è palesemente elevato. Allo stesso modo il Supplément è ricco di espressioni più popolari, ne è un esempio il discorso di Thia, la figlia più giovane di Orou, la quale spiega al prete che il suo desiderio più ambito è quello di avere un figlio da lui:

10Cfr. Supplément, ed. Dieckmann, p. 146-147.

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Étranger, honnête étranger, ne me reboute pas ; rends-moi mère : fais-moi un enfant que je puisse un jour promener par la main à côté de moi, dans Otaïti, qu’on voie dans neuf mois attaché à mon sein, dont je suis fière, et qui fasse une partie de ma dot lorsque je passerai de la cabane de mon père dans une autre. Je serai peut-être plus chanceuse avec toi qu’avec nos jeunes Otaïtiens. Si tu m’accordes cette faveur, je ne t’oublierai plus ; je te bénirai toute ma vie ; j’écrirai ton nom sur mon bras et sur celui de ton fils, nous le prononcerons sans cesse avec joie ; et lorsque tu quitteras ce rivage, mes souhaits t’accompagneront sur les mers jusqu’à ce que tu sois arrivé dans ton pays12.

Le descrizioni dell’autore sull’amore e sull’unione dei due sessi non sono vere e naturali che in parte, poiché egli si lascia trasportare dalle suggestioni di quei luoghi, senza, però, che l’erotismo colori eccessivamente le discussioni filosofiche. Il passo seguente sarà sufficiente a dimostrare che Diderot riesce a mantenere il tono filosofico anche trattando temi come l’incesto:

L'heureux moment pour une jeune fille et pour ses parents que celui où sa grossesse est constatée ! Elle se lève, elle accourt, elle jette ses bras autour du cou de sa mère et de son père, c'est avec des transports d'une joie mutuelle qu'elle leur annonce et qu'ils apprennent cet événement. Maman, mon papa, embrassez-moi, je suis grosse. – Est-il bien vrai ? – Très vrai. – Et de qui l'êtes-vous ? – Je le suis d'un tel13.

Di conseguenza nasce spontanea la sua ammirazione per questi popoli, per le loro danze, la poligamia, la libertà sessuale, e per la loro vita all’insegna della felicità.

Egli paragona questo tipo di vita libera, semplice e naturale, alla condizione dell’uomo civile e conclude il suo discorso a vantaggio dei primi. Certo, egli non sottovaluta gli aspetti negativi di queste civiltà primitive, come molti viaggiatori, invece, avevano fatto,

12Ibidem, p. 602.

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ma al contrario è perfettamente consapevole delle atrocità con cui i selvaggi svolgono i loro riti e guerreggiano tra di loro. La conoscenza del mondo selvaggio ha illuminato i popoli civilizzati e ha prodotto una vera rivoluzione nella filosofia morale. Infatti, sin dall’antichità, dopo esser stato a contatto con tribù libere, senza culto, indipendenti, l’uomo occidentale ha scoperto i propri vizi e l’ipocrisia delle società avanzate. Ed è per questo motivo che Diderot mette in scena un testo al fine di evidenziare la violenta disputa contro la barbarie dei civilizzati. I temi fondamentali dell’opera sono i seguenti: la condanna degli abusi del sistema coloniale, i principi della morale naturale, fondamento di una società felice, la sessualità libera che richiama il valore dell’istinto che porta gli esseri ad unirsi indipendentemente dalla moralità e dalle leggi della società.

Infatti il dialogo che segue l’entretien trae delle conseguenze del quadro tracciato da Orou e tenta di dedurre, dall’esempio tahitiano, i principi di una politica e di una morale per i popoli evoluti. Così il Supplément ha come fulcro il discorso di Orou e come fine il rovesciamento della situazione iniziale. L’autore analizzando i comportamenti dei selvaggi, si propone di intavolare una discussione sul rapporto tra i vantaggi di una vita secondo natura e quelli della vita sociale occidentale.

Non a caso, infatti, Diderot inserisce un selvaggio tahitiano e un monaco europeo e sarà proprio quest’ultimo a trarre la morale della vicenda, morale tra l’altro molto lontana dalla filosofia di Rousseau. Quindi se nel corso del Supplément Diderot ammira l’ateismo e l’assenza di governo dei tahitiani, non è che per mostrare che la società europea è fondata su pregiudizi; ciò non significa, tuttavia, che l’autore vorrebbe vivere in una società secondo natura. Diderot, contrariamente a quanto appare non fa l’elogio del primitivismo, non afferma che l’état de nature brut et sauvage è preferibile a quello civilizzato; il suo scopo è di affrontare la questione della morale rispetto alla pluralità dei popoli e, quindi, tutto

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sommato, il problema delle norme morali. Ciò che cerca di fare l’autore è di dare importanza al comportamento umano che, per lui, segue le leggi della natura. Natura e morale sono due pretendenti che hanno lo stesso scopo: la guida del comportamento, sebbene Diderot abbia sempre prediletto la prima alla seconda14.

Per il philosophe esiste una guida universale al comportamento e tale guida non è rappresentata dalla morale. La legge buona è quella che segue la natura e la legge civile non deve essere che l’enunciazione della natura stessa. È proprio questo che incarna Tahiti: un luogo dove c’è il minor numero di leggi perché si segue in tutto la natura: «Nous suivons le pur instinct de la nature et tu as tenté d'effacer de nos âmes son caractère. Ici tout est à tous, et tu nous as prêché je ne sais quelle distinction du tien et du mie»15. La legge crudele e ingiusta è inevitabilmente quella che si oppone alla natura umana: tali sono gran parte delle leggi europee che infatti appaiono inopportune agli occhi del tahitiano. Diderot, però non augura posizioni estreme, egli si limita ad anelare un riavvicinamento delle leggi alla natura e ne sono un esempio le righe del dialogo conclusivo anticipate qui di seguito: «Nous parlerons contre les lois insensées jusqu’à ce qu’on les réforme et en attendant nous nous y soumettrons»16. Inoltre, il testo si chiude con un particolare quesito-affermazione: «si nous leur lisions l’entretien de l’aumônier et d’Orou, […] Qu’en diraient elles? Je n’en sais rien. Et qu’en penseraient-elles ? Peut-être le contraire de ce qu’elles en diraient»17. Tale frase riassume e racchiude tutta l’ipocrisia della mentalità occidentale, poiché l’uomo civile ha l’abitudine di reprimere e mascherare la realtà dei pensieri, la spontaneità dei gesti e di conseguenza la sua vera natura. Questo comportamento tipico dell’uomo evoluto appare già

14Cfr. P. Casini, Tahiti, Diderot e l’utopia in Studies on Voltaire and the Eighteen Century, vol. 191 (1980), p.

653-660.

15Cfr. Supplément, DPV, t. XII, p. 590. 16Ibidem, p. 643.

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all’interno dell’intricato sottotitolo Dialogue sur l’inconvenient d’attacher des idées morales

à certaines actions physiques qui n’en comportentent pas, dove Diderot espone la questione

dell’etica18. Il problema posto nel sottotitolo del conte diderotiano, preoccupa non poco Diderot nel corso degli anni: l’importanza che il philosophe attribuisce alle idées morales e a certaines actions physiques è precisato nella seconde partie dell’opera, Les Adieux du

vieillard19.

Il vecchio saggio che, garante delle tradizioni del suo popolo possedeva un animo nobile e un corpo di eccezionale vigore nonostante la sua età avanzata, interviene brutalmente nel Supplément al momento della partenza da Tahiti e quindi al momento dei saluti.

In quelle poche e affascinanti pagine, Diderot attraverso il discorso del Vieillard, mette in scena la forte critica contro i francesi, accusati di aver distrutto i principi dell’amore libero e disinibito tra i sessi. All’interno del dialogo, il vegliardo si rivolge a Bougainville affermando:

Et toi, chef des brigands qui t’obéissent, écarte promptement ton vaisseau de notre rive. Nous sommes innocents, nous sommes heureux, et tu ne peux que nuire à notre bonheur. Nous suivons le pur instinct de la nature, et tu as tenté d’effacer de nos âmes son caractère. Ici tout est à tous, et tu nous as prêché je ne sais quelle distinction du tien et du mien. Nos filles et nos femmes nous sont communes, tu as partagé ce privilège avec nous, et tu es venu allumer en elles des fureurs inconnues. Elles sont devenues folles dans tes bras, tu es devenu féroce entre les leurs ; elles ont commencé à se haïr ; vous vous êtes égorgés pour elles, et elles nous sont revenues teintes de votre sang. Nous sommes libres, et voilà que tu as enfoui dans notre terre le titre de notre futur esclavage20.

18 Cfr. Supplément, ed. Dieckmann, p. 230. 19 Ivi.

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Si tratta di uno tra i più forti rimproveri che il capo dell’isola rivolge a Bougainville, cioè quello di aver distrutto, dilaniato l’innocenza e la purezza del suo popolo. Ciò che aveva preannunciato all’arrivo dei viaggiatori a Tahiti si era quindi avverato: «Il craignait que ces jours heureux fussent troublés par l’arrivée d’une nouvelle race».

Prima dell’arrivo degli europei, i giovani tahitiani praticavano apertamente le loro passioni e ignoravano totalmente l’esistenza dei sentimenti di vergogna, pudore e timidezza: l’eros, rappresentava un tutt’uno con il concetto di ospitalità, infatti il loro modo di abbracciare e accogliere gli ospiti, era di allietarli intrattenendoli con la piacevole compagnia delle bellissime donne tahitiane. Il Vieillard, invece, si sofferma a descrivere con forza la presenza di alcuni sentimenti giunti in seguito all’arrivo dell’altro, all’arrivo dell’homme

noir che ha toccato negativamente lo spirito degli abitanti, essi hanno macchiato l’innocenza

e l’ingenuità con la perversione: «Cet homme noir qui est près de toi, qui m’écoute, a parlé à nos garçons; je ne sais ce qu’il a dit à nos filles, mais nos garçons hésitent, mais nos filles rougissent»21.

Il senso di tale sezione è molto chiara: l’homme noir rappresenta la figura del prete arrivato in quei luoghi a divulgare, o si potrebbe dire piuttosto a imporre, il concetto di cristianesimo che ha avvelenato la mente e il cuore degli abitanti dell’isola attraverso l’esistenza della malvagità, come allo stesso modo, i membri dell’equipaggio hanno deprezzato i sentimenti delle giovani fanciulle tahitiane attraverso azioni per niente naturali e spontanee ma cariche di malizia e pudore.

Orbene, le parole che il decano dell’isola rivolge ai suoi compatrioti al momento della partenza degli europei sono espressioni di rammarico, egli li accusa di aver portato a

21Ibidem, p. 594.

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Tahiti soltanto corruzioni e malattie. Il Vieillard consiglia criticamente agli insulari di piangere non tanto per la loro partenza, quanto per il precedente arrivo dei colonizzatori, poiché a partire da quel momento in poi Tahiti aveva perso ogni forma di libertà.

A causa di tali prepotenti, continua il vecchio saggio, la civilizzazione europea si è estesa sull’isola a macchia di leopardo infangando tutta la sua naturale semplicità, introducendo la menzogna, l’ipocrisia e i vices, proprio a Tahiti che era un luogo in cui vigeva l’onestà di pensiero, la cordialità tra le relazioni umane, l’attenzione rivolta al raggiungimento del bene collettivo e l’uguaglianza delle condizioni sociali. Diderot fa uso, all’interno del Supplément, di una metafora, per indicare come la società europea abbia fatto ammalare Tahiti: «Nous ne connaissions qu'une maladie, celle à laquelle l'homme, l'animal et la plante ont été condamnés, la vieillesse, et tu nous en as apporté une autre; tu as infecté notre sang»22. La sifilide ha macchiato la loro sana sessualità gioiosa e pubblica, trasformandola in un fenomeno malato e pregno di pudore.

È evidente da questo discorso che i tahitiani sono le vittime innocenti dei mali degli europei, schiavi dei loro pregiudizi e delle loro perversioni. Tuttavia bisogna cercare di vedere in questa prima fase non tanto un’apologia della vita selvaggia o un’opposizione mondo-selvaggio mondo-civilizzato, quanto un invito brutale a espellere gli occidentali dalle loro terre poiché hanno dato il via ad un movimento irreversibile, rompendo l’equilibrio perfetto della società tahitiana. Les Adieux du Vieillard è interamente concentrato sul soggiorno dei francesi a Tahiti e descrive ogni imporante dettaglio del viaggio percorso da Bougainville.

22 Cfr. Supplément, DPV, t. XII, p. 592.

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Com’ è stato annunciato il pernio del discorso del vegliardo è quello del conflitto tra civiltà avanzata e civiltà primitiva: il carattere dominante della prima è l’aggressività, la potenza, mentre quello della civiltà tahitiana è il riconoscimento dello stato di natura.

I conquistatori, infatti, vedono l’isola come un oggetto in loro possesso:

Orou, toi qui entends la langue de ces hommes-là, dis-nous à tous, comme tu me l'as dit à moi-même, ce qu'ils ont écrit sur cette lame de métal : Ce pays est à nous. Ce pays est à toi ! et pourquoi ? Parce que tu y as mis le pied ! Si un Otaïtien débarquait un jour sur vos côtes et qu'il gravât sur une de vos pierres ou sur l'écorce d'un de vos arbres : Ces pays est aux habitants d’Otaïti, qu’en penserais-tu ? Tu es le plus fort, et qu’est-ce que cela fait ?

23.

Al contrario, gli insulari hanno offerto ai viaggiatori un’ospitalità a tutto tondo, i loro prodotti, le loro capanne e perfino le loro donne. I francesi, invece, puniscono duramente gli indigeni anche per piccoli furtarelli, e con questo non solo si rendono colpevoli di un atto di crudeltà, ma sottolineano anche la distinzione tra tuo e mio, caratteristica sconosciuta ai tahitiani, poiché vivono in un paese dove tutto è di tutti.

Così, allo stesso modo, gli europei alterano anche altri comportamenti, precedentemente spontanei e innocenti, trasformandoli in azioni criminali e introducendo la nozione di proprietà in quel paese fino ad allora incontaminato.

Quindi, in tutto questo capitolo viene riproposta la diatriba tahitiani-europei; i loro desideri pervertono addirittura i sentimenti puri delle donne del luogo che per la prima volta si odiano per essersi concesse. Malgrado la volontà da parte francese di gustare quel mondo così puro e naturale, i visitatori non sono in grado di assaporarlo perché non riescono ad

23Ibidem, p. 591.

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accontentarsi dei semplici doni che offre la natura. Il desiderio di possedere, di dominare li perseguita: essi insegnano ai tahitiani tutto ciò che è lontano dai bisogni naturali, che gli insulari non sanno apprezzare perché vivono nella dimensione del necessario e non conoscono bisogni superflui:

Sommes-nous dignes de mépris parce que nous n'avons pas su nous faire des besoins superflus ? Lorsque nous avons faim, nous avons de quoi manger ; lorsque nous avons froid, nous avons de quoi nous vêtir. Tu es entré dans nos cabanes, qu'y manque-t-il à ton avis ? Poursuis jusqu'où tu voudras ce que tu appelles commodités de la vie, mais permets à des êtres sensés de s'arrêter, lorsqu'ils n'auraient à obtenir de la continuité de leurs pénibles efforts que des biens imaginaires24.

L’idea principale del secondo capitolo è che lo stato di natura è minacciato dal desiderio di dominazione dei membri della spedizione, che non si credono soltanto i padroni dell’isola, ma che sono anche i portavoce delle idee costruttrici e nefaste.

Per Rousseau è soprattutto il senso di proprietà che distingue la società avanzata da quella primitiva25 e ciò fu la fonte dei primi squilibri a Tahiti, squilibri che diedero inizio alla sanguinosa battaglia di tutti contro tutti. La seconda fonte di degenerazione per il popolo selvaggio, fu l’introduzione delle leggi che diedero origine all’ineguaglianza.

In breve, tutto è dipeso dall’uomo europeo che ha portato il suo male fortemente contagioso ed è per questo che il vieillard si rivolge a Bougainville in tono minaccioso: «Éloigne-toi, à moins que tes yeux cruels ne se plaisent à des spectacles de mort ; éloigne-toi, va, et puissent les mers coupables qui t'ont épargné dans ton voyage, s'absoudre et nous

24Cfr. Supplément, DPV, t. XII, p. 591. 25Cfr. Supplément, Dieckmann, p. 77.

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venger en t'engloutissant avant ton retour! »26. Si riscontra soprattutto ne Les Adieux du

Vieillard, una certa somiglianza con il Discours sur l'origine et les fondements de l'inégalité parmi les hommes di Rousseau. Infatti Diderot si è servito delle idee del suo amico per dare

la propria versione dello stato di natura. Nelle due opere lo stato di natura è opposto allo stato della società e la condizione miserevole dell’uomo in quest’ultima è criticata in nome della natura. L’autore sottolinea le costrizioni che la civilizzazione impone ai nostri desideri e alle nostre azioni e che essa inculca violentemente nella nostra coscienza; per tale motivo Diderot spera che un giorno l’uomo possa sentirsi estraneo in quel mondo civilizzato in cui ha vissuto per molto tempo e che possa cercare di ritornare alla vita semplice, alla natura. Questo desiderio di protesta contro lo stato avanzato di cultura e di ritorno allo stato naturale, si manifesta in diversi aspetti: può essere collocato in una regione lontana, o nel passato; può essere sentito come una presenza interiore, capace di rianimare i sentimenti; può essere proiettato nel futuro come la fase finale di una rivoluzione delle condizioni presenti oppure può realizzarsi come una critica dello stato presente e come necessità di un progetto di riforma. Nel Supplément, la volontà di un ritorno alla natura si esprime attraverso la critica della società moderna. Ed è proprio il vecchio che parla in questi termini, che paragona il mondo di Bougainville con il proprio analizzandone le differenze e difendendosi dalle idee morali europee. Infatti il vecchio saggio fa le veci di Diderot, egli espone il problema dell’uomo, della sua felicità, facendo una dura invettiva contro la religione. Tutto è strutturato in modo tale che da un lato ci sia la società moderna e dall’altro la società selvaggia. Tahiti è un luogo immobile, al di fuori di ogni sviluppo storico, al di fuori del tempo, per questo viene idealizzata e paragonata all’isola fortunata; ma allo stesso tempo,

26Cfr. Supplément, DPV, t. XII, p. 595.

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Diderot non tralascia l’aspetto più concreto e importante, la morale27. L’isola polinesiana, quindi, diviene un luogo a metà tra immaginario e reale. Le accuse dell’autore alla società contemporanea, alla religione, conducono necessariamente in direzione di una riforma da effettuare; egli solleva il problema ma allo stesso tempo vorrebbe evitarlo. I motivi di questa esitazione sono principalmente dovuti al fatto che Diderot non rinnega del tutto la struttura sociale in cui vive, la accetta malgrado le critiche. Il suo scopo, però, è quello di migliorarla, ma non di sostituirla con una società sul modello di Tahiti. La soluzione da egli proposta è quella di abitare nelle città civili d’Europa e di tornare di tanto in tanto nei mondi naturali per lasciarsi andare al sogno dello stato di natura.

Quindi in un certo senso il Supplément è un’opera in cui da una parte il miraggio di Tahiti si sostituisce alla volontà di riforma e dall’altro l’isola non è una vera e propria utopia, ma diventa il luogo in cui si alternano miraggio e realtà, e viene perciò utilizzata per fare un esame critico della società europea.

Diderot, infatti, non adorava gli ambienti aristocratici del tempo, ma amava la vita di certi salotti e delle discussioni filosofiche che vi ruotavano attorno. Quindi, tutto sommato, l’autore si sentiva più a suo agio nell’ambiente in cui viveva piuttosto che nell’ambiente naturale. Questo suo sogno di vivere secondo natura lo porta a criticare il modo civilizzato; tuttavia, il philosophe si rifugia nell’ isola fortunata che si presenta nella sua immaginazione sotto forma di Tahiti. La miseria dell’uomo occidentale risiede nella sua civiltà e i sintomi del suo male si manifestano in diversi campi, tra i quali quello delle relazioni sentimentali, tema fondamentale all’interno del Supplément diderotiano. A tal proposito sia Diderot che

27Cfr. Casini, Svec, p. 653-660.

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Rousseau hanno la medesima idea: «la morale est ce qui détermine ce désir (le désir physique) et le fixe sur un seul objet exclusivement»28.

Nel testo di Diderot il tema dell’amore si trova in quasi tutti i capitoli ed è trattato in ogni minimo dettaglio, mentre nel Discours esso non è altro che uno dei tanti esempi che conduce alla perdita della felicità. Rousseau, infatti, dedica solo qualche pagina a tale argomento, senza abbandonarsi ad una vocazione del piacere dei sensi come Diderot, che invece, vuol far leva sul patto che lega due esseri instabili, poiché tutto, anche la natura, è in continuo divenire. Per dimostrare ciò vengono citati i costumi di Tahiti, i comportamenti sociali degli insulari, i quali limitano e circoscrivono i loro bisogni a tutto ciò che è necessario. In tre ammirevoli pagine quindi, Diderot traccia, all’interno de Les Adieux du

Vieillard, il processo della civilizzazione come vera e propria colonizzazione da parte della

società europea verso la realtà naturale e incontaminata: Tahiti, si ritrova, all’arrivo dei francesi, a essere totalmente invasa e danneggiata da essi. Lo stesso discorso di Orou vuole dimostrare l’assurdità di una morale fittizia rappresentata dalla vita monacale, dalla religione, dal celibato, dalla toga nera, dalla visione di un mondo che si oppone alla nudità degli isolani che viola la natura e che trasforma la realtà del desiderio. Inoltre gli europei hanno portato il seme della distruzione, il senso della proprietà e di appartenenza anche in amore. Proprio su questo punto si focalizza gran parte della discussione tra Orou e il monaco. Le idées morales del sottotitolo, quindi, raffigurano i valori cristiani di vizi e virtù, e le

actions physiques rappresentano i rapporti sessuali tra gli individui. La natura alla quale si

riferisce Diderot, non è da intendere puramente secondo le ideologie rousseauiane, ma come un principio che struttura e dà un senso alle azioni umane. Il terzo capitolo del Supplément

28 Cfr. Rousseau, Discours sur l’origine et les fondements de l’inégalité parmi les hommes, (Amsterdam,

Marc-Michel Rey), 1755. Il presente volume è stato consultato in formato elettronico al seguente indirizzo:

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intitolato l’Entretien de l’Aumônier et d’Orou, procede nella stessa direzione: il passo si sviluppa seguendo l’argomentazione di varie tematiche, ma il nocciolo centrale del discorso rimane comunque l’aspetto del rapporto tra i sessi.

Nel corso dell’entretien, l’aumônier de la Boudeuse, sostiene i discutibili principi della morale cristiana, mentre il selvaggio tahitiano Orou, difende fortemente le idee del luogo: Diderot, in realtà, sfrutta l’espediente del dialogo per evidenziare criticamente il contrasto esistente tra le leggi e i costumi della società europea del tempo in opposizione alle tradizioni vigenti nello stato di natura. La tematica del rapporto tra i sessi appare sin dal principio del capitolo: Orou che ha ricevuto l’aumônier nella sua casa, lo invita, secondo le tradizioni dell’ospitalità tahitiana, a scegliere, tra le donne del nucleo, una con la quale trascorrere la notte. Orou, però, cerca di indirizzare la scelta verso l’ultima delle sue figlie, Thia, l’unica priva di esperienze sessuali e quindi non ancora divenuta madre. L’aumônier prova a declinare l’invito sostenendo l’impossibilità della proposta a causa dei forti principi che lo legano alla réligion, l’état, les bonnes mœurs, e l’honnêteté. Terribile conflitto interiore, quindi, in cui l’aumônier si trova da un lato desideroso di voler soddisfare il piacere fisico insito nell’individuo e dall’altro ingabbiato a rispettare l’istituzione sacerdotale che egli stesso rappresenta.

Il selvaggio, molto agguerrito nel portare avanti la propria tesi, si trova ben presto a fornire un esame critico a ciascuna delle confutazioni messe in discussione dall’uomo di religione, giungendo ad accusare l’aumônier di infrangere ipocritamente le leggi fondamentali della natura:

Je ne sais ce que c’est que la chose que tu appelles religion, mais je ne puis qu’en penser mal, puisqu’elle t’empêche de goûter un plaisir innocent auquel nature, la souveraine

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maîtresse, nous invite tous ; de donner l’existence à un de tes semblables ; […] Je ne sais ce que c’est que [la] chose que tu appelles état ; mais ton premier devoir est d’être homme et d’être reconnaissant. Je ne te propose pas de porter dans ton pays les mœurs d’Orou, mais Orou, ton hôte et ton ami, te supplie de te prêter aux mœurs d’Otaïti29.

Orou, vedendo ancora titubante il suo ospite, rincara la dose affermando che egli non obbliga le sue figlie a concedersi verso l’altro, esso spiega che non viene assolutamente violata la loro volontà individuale: Thia, ad esempio, la più giovane, arriva addirittura a pregare l’hôte affinché esso possa renderla moglie, madre ed elevarla al rango degli altri membri della famiglia, uguale, insomma, alle sue sorelle. Rimasto solo con Thia, dopo una lunga battaglia interiore caratterizzata da esclamazioni quali «ma religion, mon état», egli trascorre la notte con la giovane fanciulla e alla fine la legge naturale ha avuto la meglio.

Orou, incuriosito e allo stesso tempo stranito dagli atteggiamenti timorosi e tentennanti dell’europeo verso l’altro sesso, continua a domandare ulteriori chiarimenti riguardanti le motivazioni che bloccavano l’aumônier a procedere seguendo le pulsioni naturali e Diderot, sviluppa l’opposizione tra i due punti di vista in tre momenti differenti: domande di Orou sugli usi e costumi del paese di provenienza del suo ospite, chiarimenti da parte dell’aumônier sulle leggi e tradizioni tahitiane, e per ultimo, veloce e vivace scambio linguistico tra i due interlocutori. Tale modalità variegata, anima la discussione e impedisce allo sviluppo dell’argomentazione di divenire pura rappresentazione astratta di tematiche opposte.

Aprendo una breve parentesi, è possibile notare come la questione delle actions

physiques, anticipate nel sottotitolo nonché argomento centrale dell’opera, sia affrontata

dall’autore senza frivolezza e con molta libertà: i dubbi, le esclamazioni, le paure, le

29Cfr. Supplément, DPV, t. XII, pp. 600-601. Corsivo mio per quanto riguarda il riferimento alla souveraine maitresse, proprio per sottolineare l’importanza che Orou attribuisce alle leggi che vigono in natura.

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titubanze dell’aumônier, infatti, attribuiscono, nell’insieme, alla terza parte un tono carico di riflessioni autorevoli. Il rapporto fisico tra uomo e donna viene narrato liberamente senza però mai scendere nei dettagli, non si evidenzia, infatti, alcun riferimento peculiare circa il racconto della notte che Thia e l’Aumônier trascorsero insieme: la descrizione particolareggiata del piacere dei sensi viene menzionata solo brevemente poiché sono gli argomenti in favore della procreazione che pesano in maniera importante all’interno del dialogo dell’Entretien: «Un enfant qui naît occasionne la joie domestique et publique, c’est un accroissement de fortune pour la cabane et de force pour la nation. Ce sont de bras et des mains de plus dans Otaïti : nous voyons en lui un agriculteur, un pêcheur, un chasseur, un soldat, un époux, un père»30. Poche righe dopo, la visione di Orou circa la prole tahitiana:

OROU.- Nous destinons à leur entretien et à la subsistance des vieillards une sixième partie de tous les fruits du pays. Ce tribut les suit partout. Ainsi tu vois que plus la famille de l’Otaïtien est nombreuse, plus elle est riche. L’AUMÔNIER.- Une sixième partie ! OROU.-

C’est un moyen sûr d’encourager la population et d’intéresser au respect de la vieillesse et à la conservation des enfants31.

Poiché l’Aumônier si appella alla religione e al suo stato nel momento in cui rifiuta l’offerta di Orou, la discussione ha inizio in antitesi tra due principi diversi: quello del cristianesimo e quello dell’uomo che procede seguendo gli istinti di natura. Il discorso che ruota attorno all’aspetto religioso, infatti, assume una notevole importanza nel testo diderotiano e tali tematiche circa la presenza-assenza di credo, vengono ampiamente descritte e discusse dagli interlocutori. L’argomentazione dei principi religiosi sfiora delle importanti problematiche: nel XVIII secolo, la Chiesa ricopriva ancora la carica di custode indiscusso dell’ordine morale. Nel corso del terzo capitolo, l’Entretien de l’Aumônier et

30Cfr. Ibidem, p. 609.

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d’Orou, il selvaggio si chiede se Dio abbia in qualche modo vietato o negato agli europei la

possibilità di praticare il rapporto tra i due sessi al di fuori del legame matrimoniale e il dialogo si sviluppa in modo tale che l’aumônier fornisce all’altro le ragioni in suo possesso:

[…] Pour s’unir, mais à certaines conditions requises, après certaines cérémonies préalables, en conséquence desquelles un homme appartient à une femme, et n’appartient qu’à elle, une femme appartient à un homme et n’appartient qu’à lui. OROU.- Pour toute leur vie ? L’AUMÔNIER.- Pour toute leur vie. […] OROU.- Hier en soupant tu nous as entretenus de magistrats et de prêtres. Je ne sais quels sont ces personnages que tu appelles magistrats et prêtres, dont l’autorité règle votre conduite ; mais, dis-moi sont-ils maîtres du bien et du mal ? […] Veux-tu savoir en tout temps et en tout lieu ce qui est bon et mauvais ? attache-toi à la nature des choses et des actions, à tes rapports avec ton semblable, à l’influence de ta conduite sur ton utilité particulière et le bien général32.

Il discorso uomo-donna è trattato in modo serio; tutto è in favore della procreazione; ogni scena tra Thia e il prete viene ampiamente giustificata. Da notare è l’opposizione inevitabile tra la descrizione degli effetti prodotti dagli europei nel secondo capitolo e le conseguenze create dal rapporto del monaco con Thia nella terza parte.

In questo caso Thia «ne devient pas folle entre les bras de l’aumônier» e il rimorso, la vergogna non hanno alcun ruolo nei sentimenti dell’ecclesiastico dopo aver trascorso la notte insieme alla donna; invece nel capitolo precedente tutto appare come violazione dello stato di natura e della libertà dei selvaggi. La natura difende i propri diritti: diritto di nascita e di continuazione della specie; là, invece, le relazioni amorose con le donne tahitiane hanno un effetto malefico; hanno alterato la felicità, introdotto la vergogna e il rimorso per essersi concesse.

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Orou sostiene fermamente che l’istituzione matrimoniale che egli definisce «la loi de Dieu» piuttosto che la «loi du pays», debba essere violata poiché essa rappresenta un crimine, una forzatura ipocrita che conduce comunque l’individuo, sebbene in forma clandestina, a infrangere le leggi della fedeltà coniugale. Un attento esame permette di distinguere tre livelli secondo i quali Denis Diderot fonda l’accusa fatta in nome della natura e della ragione: il matrimonio, vissuto come legame tra due individui inseparabili per il resto della loro esistenza, è contro ogni forma di principio naturale, poiché un essere pensante, libero e dotato di desideri propri, dovrebbe, in potenza, essere autonomo di saper scegliere cosa è meglio fare per soddisfare il proprio io e migliorare la condizione di benessere interiore. In secondo luogo, il legame duraturo tra due persone richiede un impegno molto faticoso e una grossa dose di costanza e pazienza: è praticamente impossibile che due individui possano giurarsi fedeltà eterna quando il mondo al di fuori è un flusso in continuo divenire e cambiamento.

Per ultimo, le leggi e le regole, scisse dalla natura, sono soggettive e quindi arbitrarie, e per tale ragione il prêtre e il magistrat, di cui parla l’aumônier, pensano di potersi arrogare il diritto di decidere tra il bene e il male, di giudicare il colpevole o l’innocente. Orou non si capacita, durante il colloquio con l’uomo di chiesa, di come sia possibile affidare a determinate entità il così grande potere di gestire la vita altrui.

Dalla soppressione e dal rigetto della legge di natura, scaturiscono la perversione, la paura, l’angoscia e il rimorso. Tali punti sono stati ampiamente sviluppati durante l’intenso colloquio tra Orou e il suo hôte, in seguito al quale, le risposte che ne sono derivate hanno provato le contraddizioni vigenti tra i tre codes. Tali riflessioni evidenziano fino a che punto si sia sviluppata la tematica dei valori morali e delle azioni e quanto la prospettiva si sia dilatata: non si tratta più soltanto di inconvénients che possono deteriorare le idées morales

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ma di un deterioramento dell’aspetto più intimo dell’uomo. La questione diviene più vasta: la dicotomia tra loi de nature, propria degli abitanti dell’isola tahitiana, e gli intrusi europei con i loro ipocriti precetti e preconcetti si amplifica. Il tema della costanza degli affetti umani e dell’infedeltà è affrontato in modo obiettivo dal selvaggio, il quale sostiene che l’insensibilità degli affetti deriva dal carattere fuggitivo della vita, o dalle tentazioni intime che portano l’uomo a tradire le proprie passioni profonde, dall’alternanza tra il desiderio di liberarsi interamente all’altro, di essere posseduto e di possedere con tutti i limiti che la società impone. Inoltre nelle relazioni d’amore l’instabilità è dovuta principalmente ad un atteggiamento negativo nei confronti della società civile, atteggiamento al quale si unisce l’aspirazione per la vita semplice dello stato di natura. Quindi Diderot, giudica chiaramente assurde le dichiarazioni di fedeltà eterna tra due esseri, è un qualcosa che va contro natura.

L’onda distruttrice non è causata solo dall’homme noir, ma anche dalle autorità civili. Secondo uno sviluppo inatteso, la tematica delle idee morali e dei rapporti personali, è posta nella prospettiva dell’istituzione matrimoniale e dei rapporti tra due individui pensanti e liberi, i quali sostengono la libertà di muoversi e agire contro le leggi che, al contrario, fanno dell’uomo un oggetto di possesso da dirottare a piacimento. Sembra palese che la battaglia contro le idee morali falsamente attribuite alle azioni, non rappresenti assolutamente un diniego della morale stessa; ma, al contrario, il riconoscimento della vera morale, della legge interiore secondo cui l’essere umano non è un oggetto ma un individuo dotato di libero arbitrio. Il Supplément non è un’opera portatrice di idee astratte, esso vuole essere il manifesto della vera moralità da perseguire. La legge di natura, viene descritta indirettamente attraverso la critica di tutto ciò che ad essa si oppone, e direttamente,

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attraverso l’enunciato del suo carattere generale, come, ad esempio, l’affermazione: «Sa volonté éternelle est que le bien soit préféré au mal et le bien général au bien particulier»33.

L’individuo deve saper rispettare lo spazio del prossimo e imparare a creare una sorta di bilancia sociale capace di trovare un giusto equilibrio tra bene generale e utile particolare. A tal proposito, risultano interessanti le pagine in cui l’Aumônier argomenta con Orou circa gli usi e costumi del popolo tahitiano; si è più volte ribadito, anche attraverso la ricca descrizione fornita da Bougainville e dai suoi compagnons, che l’isola di Tahiti vive ancora secondo lo stato primordiale: si possono definire, dunque, le sue regole come delle realizzazioni della legge di natura. La definizione che Orou fornisce del matrimonio, infatti, è «Le consentement d’habiter une même cabane et de coucher dans un même lit, tant que nous nous y trouvons bien»34. Tale citazione sembra riprendere la tematica dell’amore libero tra i due sessi, ma, lo scopo delle loro unioni fisiche non è unicamente quello di assaporare il piacere sensuale in quanto tale, ma più che altro di incentivare e promuovere l’importante atto procreativo.

Allo stesso modo, l’aspetto dell’ospitalità che sembrava essere inizialmente un invito a gioire e godere delle bellezze del posto, si tramuta in un dovere giustificato, anche Thia, figlia di Orou, ne è un esempio lampante poiché arriva addirittura a implorare il suo hôte pur di elevarla al rango delle sorelle, così la libertà nei rapporti tra i due sessi, si colora non solo di puro soddisfacimento fisico ma soprattutto di una particolare sfumatura caratterizzata da un forte interesse per la questione demografica. Ma Diderot continua ad andare più lontano nelle sue confutazioni: egli identifica il bene della collettività, con la procreazione e con il popolamento degli individui sull’isola, e per quanto riguarda la longevità di tale race, la

33 Cfr. Supplément, DPV, t. XII, p. 607. 34 Cfr. Ibidem, p. 609.

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ricetta risiede nell’attenzione verso le condizioni di vita cui gli insulari si dedicano in maniera prioritaria. La loro sfera sentimentale, però, delinea alcune regole ben precise, la più importante è senza ombra di dubbio quella riguardante l’accrescimento della popolazione tahitiana: è lecito intraprendere qualsiasi tipo di relazione prima di unirsi in matrimonio ma non è concesso farlo dopo, ed è permesso intrattenersi con le donne sterili o affette da morbi.

I rimproveri più duri verso gli europei, invece, sono rivolti alle pratiche contro l’aborto, allo sfruttamento dei bambini, dovuto a ragioni economiche, e al fatto di considerare i più piccoli come dei fardelli. Anche l’astrusa questione degli incesti, che ha infastidito notevolmente i difensori della legge morale è stata messa a tacere con la scusante dell’atto procreativo. L’ideale della bellezza femminile a Tahiti, infatti, è strettamente collegato al fascino della figura materna; ciò che suscita il sentimento di passione verso l’altro sesso è proprio l’aspetto fecondo delle isolane: gli insulari, a tal proposito, sono soliti festeggiare il rito di iniziazione della maturità sessuale dei più giovani attraverso balli sensuali e giochi caratterizzati da lotte combattive. Diderot, però, effettua solo un accenno rapido all’aspetto della nudità dei selvaggi durante il corso di tali festeggiamenti. Ciò su cui egli preme, a differenza delle teorie bougainvilliane, non è tanto la descrizione dell’aspetto lascivo, sensuale e ammaliante dell’isola, quanto la sua indole feconda e utile alla procreazione35, il tutto affidato alla spiegazione del selvaggio Orou.

Si evince, all’interno del testo diderotiano, una differenza sostanziale tra la parte critica e la parte positiva del Supplément: Diderot non condivide le ristrettezze imposte dall’ipocrita società europea ai rapporti sessuali, ne sottolinea gli effetti negativi, ed esalta l’idea di bonheur come risultato della vittoria dei sensi e del diritto dell’individuo di gioire

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a pieno del piacere fisico. In tale prospettiva, Tahiti e l’état de nature appaiono nel dibattito in maniera indiretta: il lettore viene messo al corrente degli usi vigenti sull’isola solo a partire dalla frammentazione di tali costumi al momento del contatto con l’uomo europeo. Nella parte costruttiva, invece, si pone in evidenza la totale esaltazione dell’eros tahitiano, perseguito non solo come quotidiano soddisfacimento fisico, ma più che altro in virtù dell’utilità che esso rappresenta per il bene della comunità intera. In questa terza parte Diderot inserisce l’episodio di Polly Baker al fine di porre in evidenza l’importanza dei pregiudizi della popolazione.

Questo episodio ha il ruolo di spezzare un po’ la conversazione per commentare il punto di vista degli occidentali a riguardo. Il motivo che ha spinto Diderot a dare tanta importanza alla tematica della morale utilitaristica e sociale, è, ad esempio, la reazione contro il celibato dei preti e contro lo stato monastico. Le spiegazioni fornite da Orou sono rivolte all’Aumônier, e il loro entretien, infatti, termina con la forte critica nei confronti del voto di castità e con il trionfo dello stato di natura: l’homme noir trascorre la notte successiva alla prima, con le altre due figlie di Orou e, infine, anche con la sua donna. M. Chinard nella sua introduzione al Supplément au voyage de Bougainville evidenzia un altro aspetto: il ruolo che gli economisti del XVIII secolo hanno giocato su Diderot. La questione etnografica dell’accrescimento della popolazione, era un problema di vitale importanza in Francia: viene da chiedersi se il paragone o parallelismo utilizzato da Diderot in tal senso sia il frutto dell’influenza degli economistes, poiché anche l’Encyclopédie analizzò a fondo tale tematica.

Ad ogni modo il Supplément è un palese esempio della convivenza di forze opposte all’interno del pensiero diderotiano. Analogamente anche le ultime battute del dialogo del

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imposta dall’ordine religioso in favore dello stato di natura: infatti il monaco trascorre le notti che seguono la prima con le altre figlie di Orou e infine con la moglie stessa. Il quarto capitolo, è un proseguimento del tema principale sviluppato anteriormente. Il selvaggio tahitiano cercherà di giustificare l’incesto come mezzo di procreazione. Quando il prete gli chiede se «un père peut-il coucher avec sa fille, une mère avec son fils, un frère avec sa sœur, un mari avec la femme d’un autre ?»36, Orou risponde : «Pourqoui non ? […] si son père aime (sa fille) il se préoccupe à lui préparer sa dot en enfants»37. A questa risposta il monaco dimostra tutta la sua disapprovazione poiché nel suo paese l’incesto è considerato un crimine terribile che viene punito addirittura con il rogo. Mentre, la visione di Orou è totalmente differente: l’incesto non è contro natura, anzi è una dimostrazione di affetto e amore, in quanto un padre che tiene alla propria figlia, fa di tutto per assicurarle il rispetto nella società, rispetto che a Tahiti si ottiene solo attraverso la procreazione. Quindi poco importa se è il padre a rendere feconda la figlia, ciò che conta è il rilievo che sull’isola viene attribuito alla riproduzione. Diderot pensa che faccia parte della natura o dell’essere umano obbedire solo al proprio interesse; quindi non può punire i tahitiani solo perché non rispettano certe leggi considerate giuste dalla mentalità europea, in fondo «l’inceste ne blesse en rien la nature» e di conseguenza non dovrebbe intaccare nemmeno la morale. L’autore spinge la logica all’estremo e, d’un tratto, la rovescia: se una cosa non è naturale, essa non merita di essere rispettata; quindi l’incesto non è condannabile.

Come già accennato, la società tahitiana sembra preoccuparsi esclusivamente del suo accrescimento. Diderot, a questo proposito, esprime una curiosa interpretazione dell’organizzazione sessuale degli insulari nei confronti dei marinai della spedizione di

36Cfr, Supplément, DPV, t. XII, p. 619. 37Ibidem, p. 620.

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Bouganville. I selvaggi, una volta constatata la superiorità dei francesi in campo militare, cercarono un altro mezzo per fare i loro interessi: incaricarono le loro donne di concedersi liberamente agli stranieri con lo scopo di migliorare la razza tahitiana. Orou stesso confessa all’uomo di chiesa:

Vous arrivez, nous vous abandonnons nos femmes et nos filles, vous vous en étonnez, vous nous en témoignez une gratitude qui nous fait rire. Vous nous remerciez, lorsque nous asseyons sur toi et sur tes compagnons la plus forte de toutes les impositions. Nous ne t'avons point demandé d'argent, nous ne nous sommes point jetés sur tes marchandises, nous avons méprisé tes denrées ; mais nos femmes et nos filles sont venues exprimer le sang de tes veines. Quand tu t'éloigneras, tu nous auras laissé des enfants ; ce tribut levé sur ta personne, sur ta propre substance, à ton avis n'en vaut-il pas bien un autre ? 38.

Tale pensiero trasforma la sessualità spontanea in interesse, quindi, sotto questa veste il Supplément è lungi da essere un’apologia dell’amore libero. Evidentemente il selvaggio diderotiano non è in realtà così selvaggio poiché sceglie la sua compagnia in base a certi criteri che appartengono ad uno stadio di civiltà avanzato. La seduzione, la galanteria, il libertinaggio, esistono sull’isola ma vengono manifestati in maniera diversa. Ad esempio, l’ideale della bellezza femminile a Tahiti, si concentra esclusivamente sul ruolo materno e su ciò che stuzzica il desiderio di un giovane tahitiano: «Là, pour être belle, on exige un teint éclatant, un grand front, de grands yeux, des traits fins et délicats, une taille légère, une petite bouche, de petites mains, un petit pied»39. Quello che è importante per Diderot è il discorso sui pericoli del libertinaggio.

La galanteria, la libertà erotica, il gioco degli amori portato all’eccesso, tutto ciò minaccia le emozioni più profonde dell’amore, ma purtroppo anche questi aspetti fanno parte

38Cfr. Supplément, DPV, t. XII, p. 623. 39Cfr. Supplément, DPV, t. XII, p. 613.

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del mondo tahitiano. Forse, è per tale ragione che non si evidenzia nel testo il desiderio particolare di un ritorno allo stato primordiale. L’alternativa proposta da uno dei suoi personaggi è: «Reviendrons-nous à la nature? Nous soumettrons-nous aux lois ? La risposta è molto ponderata:«Nous parlerons contre les lois insensées jusqu'à ce qu'on les réforme et en attendant nous nous y soumettrons»40. Questa prudenza corrisponde al tono cauto, misurato che esprime tutto il pensiero del Supplément riguardo al desiderio di vivere secondo natura. Diderot, infatti, non è estremo nel trarre le proprie riflessioni e conclusioni; egli si limita ad anelare un emendamento delle leggi che consenta un riavvicinamento alla natura ma non c‘è volontà di riforma alcuna. La Suite du Dialogue entre A. et B. rappresenta il prosieguo e il commento del discorso avvenuto tra Aumônier e Orou, esso chiude la cornice con il bilancio positivo. La prospettiva si allarga, e quello che rappresentava un colloquio acceso tra Orou e il moine, nella Suite du Dialogue si evolve in uno scambio di opinioni tra due europei che giudicano i problemi posti nell’Entretien in paragone all’individuo del XVIII secolo.

In questo passo, le idee che precedentemente erano state semplicemente abbozzate durante i dialoghi tra il selvaggio e il vecchio si sviluppano e diventano più precise e profonde. Il capitolo si apre con un breve riassunto dello stato di natura a Tahiti, presentato sotto forma di elogio, fornendo una descrizine quasi utopica del posto: «L'île entière offrait l'image d'une seule famille nombreuse dont chaque cabane représentait les divers appartements d'une de nos grandes maisons»41. Qui il bene generale e quello personale coincidono; il concetto di proprietà è sconosciuto anche in amore e le relazioni tra uomo e donna sono in perfetta armonia. Il Supplément au voyage de Bougainville, quindi, è

40 Ibidem, p. 643.

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caratterizzato da una struttura con dei dialoghi all’interno di altri, in cui i due francesi fanno da cornice alle altre sezioni. Due sono le parti che rappresentano il nocciolo centrale del testo: una tra il Vieillard e Bougainville; l’altra tra il selvaggio dell’isola, Orou, e il cappellano francese, l’Aumônier. La Suite du Dialogue presenta un incipit caratterizzato da un interessante trionfo dello stato edenico di natura: la bellezza, la naturalezza e l’importanza delle donne in gravidanza, il tutto servito sotto forma di elogio che si avvicina molto ad una visione di tipo utopico. L’uomo tahitiano insegue le bonheur e il segreto per il suo raggiungimento risiede nel principio secondo cui: «Rien n'y était mal par l'opinion ou par la loi que ce qui était mal de sa nature»42. I benefici personali e quelli pubblici coincidono: la concezione di proprietà privata è sconosciuta tra quella gente poiché tout est à tous, gli insulari fanno parte di un unico numeroso gruppo e i rapporti tra i sessi sono in totale equilibrio e armonia poiché:

La passion de l'amour, réduite à un simple appétit physique, n'y produisait aucun de nos désordres. L'île entière offrait l'image d'une seule famille nombreuse dont chaque cabane représentait les divers appartements d'une de nos grandes maisons. Il finit par protester que ces Otaïtiens seront toujours présents à sa mémoire ; qu'il avait été tenté de jeter ses vêtements dans le vaisseau et de passer le reste de ses jours parmi eux, et qu'il craint bien de se repentir plus d'une fois de ne l'avoir pas fait43.

Emerge, forse, da queste poche righe, il fulcro centrale del Supplément: le affermazioni di B. circa il fatto che le bonheur viene raggiunto quando è «réduit à un simple appétit physique» sono essenziali; sembra palese come tale concezione sintetizzi e allo stesso tempo racchiuda tutto il pensiero diderotiano e, probabilmente, inviti anche a riflettere sulla

42Cfr Ibidem, p. 627. È un pensiero che rispecchia splendidamente la filosofia del philosophe: le leggi e la

morale devono allinearsi ai codici che vigono in natura.

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