Gli indicatori di performance nell’ambito del management della
sostenibilità
Fabio Iraldo
Osservatorio Green Economy Riunione Tavolo di Management
16 giugno 2015
Premessa
• Da molte indagini risulta come l’attività di valutazione e monitoraggio delle prestazioni ambientali sia fra le più impegnative per le organizzazioni registrate EMAS (si pensi solo che dallo studio EVER del 2006 emergeva come soltanto il 59% delle organizzazioni registrate misurava le proprie performance con regolarità e continuità, al fine di alimentare le esigenze informative del sistema di gestione )
• Ma questa attività è anche fra i requisiti che risultano più utili alle organizzazioni che applicano un sistema di gestione ambientale.
• Si può anzi affermare che queste organizzazioni, man mano che matura la
familiarità con il proprio sistema di gestione e la capacità di applicarlo,
abbiano una crescente necessità di dati e indicatori affidabili che
consentano di impostare correttamente la gestione ambientale,
verificarne i risultati e alimentare il circolo virtuoso del “miglioramento
continuo”, previsto da EMAS e ISO 14001.
Quali aspettative sugli indicatori?
• Per poter mettere a frutto pienamente un requisito così impegnativo, oggi le organizzazioni con sistemi “maturi”, registrate o certificate da molto tempo, non chiedono più soltanto di avere molti dati (completezza) ed efficacemente validati (affidabilità), ma soprattutto di poter utilizzare agevolmente le informazioni che raccolgono.
• Queste organizzazioni, ad esempio, chiedono di avere indicazioni su come interpretare il dato o l’indicatore ambientale in modo immediatamente operativo, come renderlo semplicemente leggibile, e quindi fruibile, alle diverse funzioni aziendali interessate, come mettere in correlazione i dati e gli indicatori con rapidi meccanismi di feedback sulle decisioni operative e strategiche, che non consentono lunghi tempi di elaborazione del dato e di riflessione, ecc.
Riferimenti ed esperienze
• Le indicazioni contenute nella ISO 14031 e nel Regolamento EMAS (successivamente arricchite dalla Raccomandazione CE 532 del 2002) hanno guidato molte aziende nella definizione di diverse tipologie di indicatori, sintetizzabili nelle seguenti categorie:
–
gli indicatori di prestazione ambientale sono grandezze di tipo fisico che forniscono indicazioni relative all’impatto delle attività dell’azienda sull’ambiente;
–
gli indicatori gestionali offrono indicazioni sugli aspetti gestionali e organizzativi relativi al sistema ambientale e sui risultati raggiunti nella sua implementazione e mantenimento a regime;
–
gli indicatori “finanziari” forniscono una misura dell’impegno economico dell’azienda per la protezione dell’ambiente;
–
gli indicatori di consenso forniscono informazioni sulla qualità dei
rapporti dell’azienda con i propri stakeholder: il vicinato, la comunità
locale, le istituzioni, ecc.
Indicatori gestionali
• La norma ISO 14031, prima di altri riferimenti metodologici che si sono ad essa ispirati, hanno proposto due categorie di indicatori riconducibili alla tipologia “gestionale”:
– gli Operational Performance Indicators (OPI), relativi all’area operativa costituita dalla progettazione e gestione di impianti e attrezzature e dai flussi di materiali ed energia utilizzati per produrre e rendere disponibili i prodotti e i servizi dell’organizzazione;
– i Management Performance Indicators (MPI), relativi all’area aziendale costituita dalle persone, le pratiche e le procedure a tutti i livelli dell’organizzazione e dalle risultanti attività e decisioni.
Esempi di OPI
Apparecchiature ed attrezzature di servizio:
• numero di componenti di apparecchiatura con parti progettate per essere facilmente smontate, riciclate o riutilizzate;
• numero di emergenze (per esempio esplosioni) o di operazioni straordinarie (per esempio arresti di processo) all’anno;
• numero di ore all’anno per la manutenzione preventiva delle apparecchiature.
Approvvigionamenti e movimentazione:
• numero di veicoli del parco dotati di tecnologie di abbattimento degli inquinanti;
• numero di viaggi di lavoro evitati usando altri mezzi di comunicazione.
Prodotti:
• numero di prodotti introdotti sul mercato, con ridotte caratteristiche di pericolosità;
• percentuale di contenuto del prodotto che può essere riutilizzato o riciclato;
• durata in uso del prodotto;
• numero di prodotti dotati di istruzioni per l’utilizzo e lo smaltimento ambientalmente sicuri.
Servizi forniti dall’organizzazione:
• quantità di detergente utilizzato al metro quadrato (per un’organizzazione di servizi di pulizia);
• numero di insolvenze o comunque di incidenti creditizi, collegati a problemi ambientali (per un’organizzazione di servizi finanziari).
Esempi di MPI
Conformità a requisiti e aspettative:
• n° di audit,
• esercitazioni di emergenza,
• n° di azioni correttive realizzate;
Implementazione Sistema di Gestione Ambientale:
• n° e % di unità coinvolte in attività inerenti la gestione ambientale;
• n° di posizioni comprendenti indicatori ambientali tra gli indicatori della propria performance;
Integrazione di considerazioni ambientali :
• risorse di R&S dedicate alla gestione ambientale;
• n° di prodotti sottoposti a LCA;
• ROI relativo a progetti di miglioramento ambientale;
Leadership e management:
• n° di dipendenti che hanno partecipato ad attività di formazione,
• n° di suggerimenti avanzati dai dipendenti,
• livello di coinvolgimento dei dirigenti dell’organizzazione.
Indicatori finanziari
• Gli indicatori che tentano di offrire una misura quantitativa dell’impegno economico nei confronti dell’ambiente non sono molto diffusi nelle esperienze aziendali.
• I problemi più rilevanti nell’elaborazione di questi indicatori sono legati alla difficoltà di distinguere correttamente gli investimenti e i costi ambientali da quelli relativi a miglioramenti delle tecnologie e dei processi che l’azienda avrebbe in ogni caso sostenuto per ragioni di efficienza produttiva.
• Nei rari casi in cui le aziende rendicontano su questi aspetti, gli indicatori più utilizzati sono, ad esempio:
– la percentuale delle spese e degli investimenti “ambientali” sul totale – il rapporto tra i costi sostenuti per il miglioramento ambientale e il
fatturato dell’azienda
– gli investimenti destinati alle attività di ricerca e sviluppo in campo
ambientale.
Indicatori di consenso
• Molte aziende, pur nella difficoltà di tradurre “in numeri” le informazioni relative alle iniziative di cooperazione con gli stakeholder, decidono di fornire dati che in qualche modo misurano la qualità delle relazioni dell’azienda con l’esterno.
Tipologie più diffuse di indicatori di consenso Numero reclami o lamentele
Numero non conformità legislative e contenziosi in atto Numero di iniziative di comunicazione ambientale Numero di partecipanti a tali iniziative
Indicatori relativi al coinvolgimento dei dipendenti Numero suggerimenti/segnalazioni dai dipendenti Esiti di sondaggi fra la popolazione locale
Focus sugli indicatori di prestazione
Tipologie più comuni:
• Diretti: dati espressi in valore assoluto (es.: tonnellate totali di inquinante emesse in un anno)
• Relativi: dati rapportati ad una grandezza di riferimento significativa (es.: quantità di inquinante emesso in atmosfera rapportato all’unità di tempo o all’unità di output, quale il prodotto finito).
• Normalizzati (o indici): dati (assoluti o relativi) espressi come variazione percentuale rispetto ad un anno base.
• Disaggregati: dati scomposti o suddivisi in categorie secondo un
criterio predefinito, generalmente espressi in valore assoluto o
in percentuale rispetto al totale.
Confronti più spesso proposti
• Confronti temporali;
• confronti con i limiti di legge;
• confronti con benchmark esterni (ad es.: aziende concorrenti con performance eccellenti);
• confronti con medie settoriali (ad es.: tratte dal rapporto ambientale di settore);
• confronti con gli obiettivi di miglioramento prefissati dalla stessa azienda.
Esempio: rifiuti
Tipologia
Unità di misura (esempi)
Quantità di rifiuti totale annua ton/a
Disaggregazioni per tipologia (in valore assoluto o in
percentuale sul totale) ton/a ‐ (%)
Disaggregazioni per destinazione (in valore assoluto o in
percentuale sul totale) ton/a ‐ (%)
Disaggregazioni per pericolosità (in valore assoluto o in
percentuale sul totale) ton/a ‐ (%)
Quantità di rifiuti per unità di output ton/prod Quantità/percentuale recupero su scarti prodotti kg/kg ‐ (%) Quantità/percentuale materia recuperata su quantità
utilizzata kg/kg ‐ (%)
Rifiuti prodotti su materiale acquistato kg/kg ‐ (%)
Altro esempio: energia
Tipologia
Unità di misura (esempi) Quantità di energia consumata totale annua kwh/a‐J/a‐tep/a Disaggregata per fonte di approvvigionamento (in
valore assoluto o in percentuale sul totale) kwh/a ‐ (%) Disaggregata per tipologia di fonte (rinnovabile o non
rinnovabile) kwh/a ‐ (%)
Disaggregata per forma di utilizzo (es.: usi produttivi,
riscaldamento, condizionamento, illuminazione) kwh/a ‐ (%) Disaggregata per fase di processo/attività/reparto kwh/a ‐ (%) Quantità di energia consumata per unità di output kwh/prod.
Proposte su KPI
•
Molti sforzi sono stati profusi negli ultimi anni anche per la predisposizione di linee‐guida operative per lo sviluppo di indicatori destinate alle aziende.
•
L’utile esercizio compiuto dal DEFRA è consistito nell’individuare 22 categorie di indicatori ambientali‐chiave (i KPI) e, quindi, nel suggerire per ciascun settore produttivo quali sono i primi cinque indicatori in ordine di importanza (e quali i relativi fattori di conversione), da utilizzare per misurare
efficacemente le prestazioni.
•
Particolarmente interessante risulta l’esperienza del DEFRA (Department of Environment, Food and Rural
Affairs) del governo britannico, che nello scorso anno hasviluppato e messo a disposizione delle aziende operanti in diversi settori linee‐guida sugli “Environmental Key
Performance Indicators ‐KPI”, mirate a forniresuggerimenti operativi per lo sviluppo di indicatori “tagliati su misura” rispetto alle specifiche caratteristiche
ambientali, produttive e tecnologiche dei diversi comparti
interessati (fra quelli a maggiore rilevanza ambientale).
Esempi di KPI per settore
KPI Settore
Indicatore n.1 Indicatore n.2 Indicatore n.3 Indicatore n.4 Indicatore n.5 Altri indicatori
Settore chimico
Consumo idrico (es.: m3)
Emissione di Gas serra (es.: CO2 equivalenti)
Emissione di metalli nel suolo
Rifiuti (es.: % di destinazione fra discarica, termovalorizzazi one, riuso, recupero, riciclaggio)
Emissioni di COV Emissioni di metalli Assottigliamento della fascia d’ozono Inquinanti organici e nutrienti Piogge acide e precursori dello smog Settore
energetico
Emissione di Gas serra (es.: CO2 equivalenti)
Rifiuti (es.: % di destinazione fra discarica, termovalorizzazi one, riuso, recupero, riciclaggio)
Acidificazione (piogge acide) e precursori dello smog
Sostanze radioattive (eventuale nel caso del nucleare)
Consumo idrico (es.: m3)
Emissione di metalli
Settore alimentare
Consumo idrico (es.: m3)
Emissione di Gas serra (es.: CO2 equivalenti)
Rifiuti (es.: % di destinazione fra discarica, termovalorizzazi one, riuso, recupero, riciclaggio)
Acidificazione (piogge acide) e precursori dello smog
Emissione di inquinanti organici e di nutrienti
Innovazione in EMAS III
• In risposta a molte sollecitazioni provenienti da diverse fonti (prima fra tutte lo studio EVER, già menzionato), la Commissione Europea ha deciso di introdurre una rilevante innovazione nella Proposta di nuovo Regolamento EMAS inviata al Consiglio e al Parlamento Europeo nel luglio del 2008.
• Nell’Appendice IV del testo della proposta, dedicata all’Environmental Reporting, la Commissione ha definito alcuni requisiti relativi all’utilizzo di indicatori di performance ambientale.
• In particolare, la proposta di EMAS III prefigura l’obbligo per le
organizzazioni registrate di rendicontare (sia nella Dichiarazione
Ambientale che nel nuovo documento definito “Environmental
Report”) su alcuni “Core Indicators” definiti in modo omogeneo per
tutti i possibili settori di attività, nella misura in cui essi pertengono agli
aspetti identificati come significativi dall’organizzazione che
rendiconta.
Ratio del nuovo requisito
• La Commissione ha introdotto i “Core Indicators” con un duplice obiettivo:
–
da un lato, per fornire alle organizzazioni un supporto chiaro nel calcolo degli indicatori e indirizzare loro una richiesta inequivocabile dal punto di vista metodologico;
–
dall’altro, per “forzare la mano” delle organizzazioni, impegnandole a riportare pubblicamente i risultati della propria gestione ambientale, in modo tale da renderne esplicito il trend nel tempo e da consentire un confronto diretto fra organizzazioni simili (appartenenti allo stesso settore di attività) o localizzate nello stesso contesto territoriale.
I Key performance indicators di EMAS III (All.IV)
• Gli indicatori chiave si riferiscono alle seguenti tematiche ambientali:
1. efficienza energetica;
2. efficienza dei materiali;
3. acqua;
4. rifiuti;
5. biodiversità;
6. Emissioni.
I Key performance indicators di EMAS III (All.IV) [2]
Ciascun indicatore chiave si compone di:
• un dato A che indica il consumo/impatto totale annuo in un campo definito;
• un dato B che indica la produzione totale annua dell’organizzazione;
• un dato R che rappresenta il rapporto A/B.
I Key performance indicators di EMAS III (All.IV) [3]
Il dato A si compone di:
• per l’efficienza energetica
— relativamente al «consumo totale diretto di energia», il consumo totale annuo di energia espresso in MWh o GJ,
— relativamente al «consumo totale di energie rinnovabili», la percentuale del totale annuo di consumo di energia (elettrica e termica) prodotta dall’organizzazione da fonti rinnovabili;
• per l’efficienza dei materiali
— il «flusso di massa annuo dei diversi materiali utilizzati» (esclusi i vettori di energia e l’acqua), espresso in tonnellate;
• per l’acqua
— il «consumo idrico totale annuo», espresso in m3;
I Key performance indicators di EMAS III (All.IV) [4]
• per i rifiuti
— la «produzione totale annua di rifiuti», suddivisa per tipo, espressa in tonnellate,
— la «produzione totale annua di rifiuti pericolosi», espressa in chilogrammi o tonnellate
• per la biodiversità
— l’«utilizzo del terreno», espresso in m2di superficie edificata;
• per le emissioni
— le «emissioni totali annue di gas serra», tra cui almeno le emissioni di CO2, CH4, N2O, HFC, PFC e SF6, espresse in tonnellate di CO2 equivalente,
— le «emissioni annuali totali nell’atmosfera», tra cui almeno le emissioni di SO2, NOX e PM, espresse in chilogrammi o tonnellate.
I Key performance indicators di EMAS III (All.IV) [5]
L’indicazione della produzione totale annua dell’organizzazione, dato B, è uguale per tutti i settori, ma è adeguata ai diversi tipi di organizzazione, in funzione del tipo di attività svolto, ed è comunicata come indicato di seguito:
• per le organizzazioni che operano nel settore della produzione (industria), indica il valore aggiunto totale annuo lordo espresso in milioni di euro (Mio EUR) o la produzione fisica totale annua espressa in tonnellate o, per le organizzazioni di piccole dimensioni, il fatturato totale annuo o il numero di addetti;
• per le organizzazioni che non operano nel settore della produzione (amministrazione/servizi), si riferisce alla dimensione dell’organizzazione espressa in numero di addetti.
Oltre agli indicatori sopraelencati, le organizzazioni possono utilizzarne anche altri per esprimere la propria produzione totale annua.
Elementi di flessibilità/logica
• condizioni per il ricorso alla clausola sulla riservatezza, l’organizzazione può essere autorizzata a indicizzare le suddette informazioni nella sua relazione, ad es., stabilendo un anno di riferimento (con numero di indice 100) da cui si evincerebbe l’andamento del consumo/impatto effettivo». È possibile invocare tale clausola se l’utilizzo di un indicatore può rivelare dati sensibili che consentirebbero a un concorrente di calcolare il prezzo medio di produzione,
• condizioni per NON riferire in merito a uno specifico indicatore chiave, se un’organizzazione ritiene che uno o più degli indicatori chiave non siano correlati ai propri aspetti ambientali diretti significativi, l’organizzazione in questione può non riferire in merito ai predetti indicatori chiave. L’organizzazione fornisce una motivazione in tal senso in relazione alla sua analisi ambientale. Per favorire la trasparenza, questa giustificazione dev’essere riportata anche nella dichiarazione ambientale.
Elementi di flessibilità/logica
• condizioni per riferire utilizzando un altro indicatore (A/B) INVECE DI uno specifico indicatore chiave dimostrando in che modo l’opzione scelta può favorire una più precisa definizione della prestazione pertinente. Ad esempio, invece del «numero di addetti», un servizio di ricettività turistica potrebbe optare per «notti per ospite», una scuola potrebbe scegliere «numero di alunni», un’organizzazione che operi nel settore dei rifiuti potrebbe utilizzare «quantità di rifiuti gestiti in tonnellate»
• unità di misura
• valute diverse dall’euro connesse al valore aggiunto lordo o al fatturato totale annuo
Indicatori quantificati: prime richieste sugli aspetti indiretti
• Benché le comunicazioni sugli indicatori chiave siano obbligatorie soltanto per gli aspetti diretti, un’organizzazione deve tenere conto di tutti gli aspetti ambientali significativi, diretti e indiretti. È perciò consigliabile riferire in merito alle emissioni significative indirette di gas a effetto serra, se possibile separatamente dalle emissioni dirette;
Chiarimento su aspetto biodiversità
Non tutti gli indicatori di biodiversità sono pertinenti per tutti i settori/le organizzazioni, e non tutti possono essere attuati direttamente nel momento in cui si inizia a gestire questi aspetti.
L’analisi ambientale deve indicare i fattori pertinenti.
L’indicatore di biodiversità per l’utilizzo del terreno, di cui all’allegato IV del regolamento EMAS, può essere considerato un denominatore comune. Esso copre esclusivamente i locali dell’organizzazione in termini di superficie edificata. Si raccomanda tuttavia di includere anche le superfici impermeabilizzate
Responsabilità locale
• La responsabilità locale è importante per EMAS. Per questo motivo, tutte le organizzazioni registrate a EMAS devono riferire sugli indicatori chiave a livello di sito, benché il regolamento non lo richieda esplicitamente. In ogni caso, è necessario fornire le informazioni sulle tendenze delle emissioni nell’atmosfera e nell’acqua, del consumo idrico, del consumo energetico, e della quantità di rifiuti a livello di sito
Siti temporanei
• Inoltre, si deve tenere conto del fatto che è possibile realizzare i miglioramenti in corso nei siti permanenti, ma non nei siti temporanei. Qualora si sollevi la questione, lo si deve dichiarare nell’analisi ambientale.
• Si deve tenere conto della possibilità di attuare misure alternative, tra cui per esempio altri indicatori qualitativi. In ogni caso, per i settori trattati dai documenti di riferimento settoriali EMAS si possono prendere in considerazione le informazioni sui siti temporanei.
Altri indicatori specifici
• Va infine rilevato che la Commissione Europea, dimostrando consapevolezza circa la complessità delle configurazioni aziendali nell’ambito dei diversi settori e non intendendo limitare le capacità di rendicontazione delle organizzazioni EMAS, ha deciso di inserire nella stessa appendice IV una serie di indicazioni metodologiche per l’elaborazione di altri indicatori, complementari rispetto ai “Core
Indicators”, lasciati alla discrezionalità della singola organizzazione econnessi ai suoi specifici aspetti ambientali significativi.
La nuova ISO 14001:2015 La Valutazione delle Prestazioni:
nuovi requisiti e
implicazioni per il SGA
Le domande da porsi:
• Come cambiano la misurazione e la valutazione delle prestazioni, alla luce dei nuovi requisiti della norma?
o nell’oggetto delle misurazioni e delle valutazioni o nelle relative modalità attuative
o nelle implicazioni – gestionali ed operative – dei loro esiti per il Sistema (gestione di non conformità e azioni correttive;
azioni preventive?)
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Monitoring and measurement: cosa dice la norma
Punto norma Annex
9.1 Monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione 9.1.1 Generale
L’organizzazione deve («shall») definire:
‐ cosa deve essere misurato e monitorato, in relazione a:
1) le sue operation che possono avere un impatto ambientale significativo;
2) le sue «compliance obligations»;
3) i suoi controlli operativi;
4) i progressi rispetto agli obiettivi ambientali dell’organizzazione, utilizzando indicatori;
‐ i metodi per monitorare, misurare, analizzare e valutare, come applicabili, per assicurare risultati validi;
‐ i criteri con cui l’organizzazione valuterà le sue prestazioni ambientali, utilizzando appropriati indicatori;
‐ quando effettuare misurazione e monitoraggio;
‐ quando i risultati della misurazione e del monitoraggio devono essere analizzati e valutati.
L’organizzazione deve («shall») assicurare che strumenti verificati o tarati di misurazione e monitoraggio siano utilizzati e mantenuti, come appropriato.
L’organizzazione deve («shall») valutare le sue prestazioni ambientali e fornire input al Riesame per la valutazione dell’efficacia del SGA.
L’organizzazione deve («shall») mantenere appropriata documentazione quale evidenza dei risultati di misurazione, monitoraggio, analisi e valutazione.
L’organizzazione deve («shall») comunicare l’informazione rilevante sulle sue prestazioni ambientali sia internamente sia all’esterno, secondo quanto definito dal suo processo di comunicazione e come richiesto dalle sue «compliance obligations».
A.9.1.1
Al fine di assicurare che politica ambientale e obiettivi ambientali siano raggiunti, l’organizzazione deve assicurare che:
a) i risultati del monitoraggio siano affidabili, riproducibili e tracciabili;
b) il modo in cui i dati emergenti da misurazione e monitoraggio vengono aggregati prima di ogni analisi e valutazione sia chiaramente definito e riproducibile;
c) i risultati dell’analisi e della valutazione delle prestazioni ambientali siano riportati internamente a coloro che hanno la responsabilità e l’autorità di intraprendere azioni appropriate;
d) l’informazione ottenuta sia comunicata esternamente in accordo con le «compliance obligations».
Quindi, rispetto ad oggetto e finalità:
• I processi di monitoraggio e misurazione si estendono dalle (sole) operations che possono avere un impatto ambientale significativo (e relativi controlli, prestazioni ambientali, avanzamenti rispetto agli obiettivi) alle «compliance obligations»
• Nel suo complesso, il processo di misurazione e valutazione è maggiormente strutturato: si richiede di definire alcuni step, quali ad esempio: cosa, come, quando misurare e quando valutare (non solo in sede di Riesame)
• Se ne riconoscono le molteplici finalità: in particolare, nel CD della 14004 le finalità di monitoraggio e misurazione sono elencate e comprendono la valutazione non solo delle prestazioni «ambientali» ma anche quelle «del Sistema»
• Gli esiti del processo forniscono esplicitamente anche input alla
comunicazione, in relazione ai requisiti di comunicazione e delle «compliance obligations»
Tentiamo di razionalizzare:
• Si calca la mano sul PROCESSO
• Si definiscono sue diverse COMPONENTI: misurazione, monitoraggio, analisi e valutazione
• Si chiede all’organizzazione di impostarlo in modo molto più strutturato, coerente e innestato nel sistema di gestione, rispetto a quanto avveniva in precedenza
• Si forniscono «indizi» su quelli che dovrebbero essere gli step di questo processo
È un processo, quindi:
• Va considerato alla stregua dei processi più importanti della gestione ambientale, dedicando le risorse (tecniche, umane e perfino economiche) del sistema alla sua attuazione
• Va impostato come gli altri processi del sistema di gestione ambientale,
chiarendo quali sono gli obiettivi, le modalità, gli strumenti, le persone coinvolte, etc.
Ha diverse componenti:
• Misurazione‐ «processo finalizzato a determinare un valore»
• Monitoraggio‐ «determinare lo stato di un sistema, di un processo o di una attività», desumiamo si basi sui valori misurati (indicatori, ma non solo)
• Analisi‐ desumiamo sia la presa in considerazione ed in carico dei risultati del monitoraggio
• Valutazione‐ doppio salto mortale: «valutare le prestazioni ambientali (…) per la valutazione dell’efficacia del sistema di gestione ambientale»
Riordinando le idee, gli step dovrebbero essere:
• Cosa misurare e monitorare «utilizzando indicatori»
• Come misurare e monitorare: inclusi i «metodi» con cui e «quando» misurare e monitorare (desumiamo: i valori degli indicatori)
• Come analizzare e valutare «le proprie prestazioni ambientali», ovvero:
– i «metodi» con cui e «quando» analizzare i risultati della misurazione e del monitoraggio – i «metodi» e i «criteri» con cui e «quando» questi risultati devono essere valutati,
«utilizzando appropriati indicatori»
• Come fornire al Riesame gli elementi per poter valutare l’efficacia del sistema di gestione ambientale
• Come comunicare all’interno e, soprattutto, all’esterno la «informazione rilevante circa le sue prestazioni ambientali secondo quanto definito dal suo processo di comunicazione e come richiesto dalle sue «compliance obligations»
• Come documentare tutto il processo (incluso il famigerato «registro» o similia)
Rispetto a cosa misurare e monitorare:
• Ciò che deve essere misurato e monitorato è quel che è in grado di fornire
informazioni su quanto il sistema di gestione è efficace nel perseguire e garantire le prestazioni ambientali attese.
• La scelta del «cosa» deve essere fatta in relazione a:
– Operations con impatti ambientali (e rischi per l’ambiente ndr) significativi – Controlli operativi relativi a queste operations
– Compliance obligations (e rischi ad essi connesse ndr)
– I progressi rispetto agli obiettivi di miglioramento dell’organizzazione
• Non vi è un riferimento esplicito e «rafforzativo» all’altra dimensione (oltre al rischio, appunto) che caratterizza la nuova versione della norma: la life‐cycle perspective.
Sappiamo tuttavia che comunque questa è ampiamente inclusa nelle «operations», che quindi vanno lette anche qui in questa logica: misurare e monitorare quelle operations che hanno impatti ambientali significativi con una prospettiva del ciclo di vita.
Rispetto a come misurare e monitorare:
• Nonostante l’ampliamento degli ambiti oggetto di misurazione e monitoraggio, la norma:
o si limita ad elencare, nell’Annex, le caratteristiche e i requisiti di oggettività e fondatezza che devono avere i metodi di misurazione scelti, senza fornire indicazioni sulle modalità attraverso cui monitorare i diversi ambiti e misurarne le prestazioni
o prevede esplicitamente (solo) due tipologie di indicatori:
i) di avanzamento rispetto agli obiettivi ii) di misurazione delle prestazioni ambientali,
(comunque assenti nel testo della 14001:2004, a prescindere dalle prassi maturate)
• Salvo poi, nel sottopunto dedicato al Riesame, utilizzare l’espressione «enviromental performance» per indicare le prestazioni dell’organizzazione in senso lato
• Infine, si recuperano i contenuti della norma attuale in relazione alla verifica e taratura degli strumenti di misurazione e alla affidabilità, tracciabilità e riproducibilità dei diversi sotto‐
processi.
Il lavoro di GEO: obiettivi
• alimentare il corretto ed efficace funzionamento del SGA delle aziende, supportandone tutte le diverse fasi: audit, riesame, comunicazione, …
• supportare il management nei processi interni di valutazione finalità di valutazione interna, più che di comunicazione esterna
• integrare gli indicatori di prestazione ambientale – e in generale gli
indicatori comunemente utilizzati nell’ambito dei SGA – con altre tipologie
meno diffusedi cui le aziende avvertono necessità ed utilità in un contesto
relativamente povero di riferimenti
5 Categorie di indicatori adottate (1/2):
• Indicatori di Commitment Misurano l’impegno profuso nella gestione e nel miglioramento del SGA, in termini di:
risorse umane impiegate e loro formazione
entità delle attività e delle risorse dedicate al Sistema e misura delle azioni effettuate
ampiezza del coinvolgimento nel SGA dei soggetti interessati dagli aspetti ambientali indiretti
• Indicatori di Controllo Misurano la capacità del SGA di fornire al management indicazioni tempestive (ex ante) per prevenire emergenze e incidenti, in termini di:
condizioni / stato del processo produttivo, degli impianti e del sito
condizioni / stato dell’ambiente esterno
• Indicatori di Reattività Misurano la capacità del SGA di cogliere e rispondere adeguatamente e tempestivamente agli eventi e stimoli che si manifestano nella vita del Sistema, in termini di:
reazione a e contenimento di emergenze e incidenti
gestione e risoluzione di non conformità/avvio azioni correttive e preventive
gestione e risposta ad istanze del personale e di stakeholder esterni
• Indicatori Economici Misurano la capacità del SGA di generare costi o benefici in relazione agli impegni e agli obiettivi stabiliti, in termini di:
investimenti, risparmi di costi, passività evitate
• Indicatori di Consenso Misurano la capacità del SGA di creare consenso e coinvolgimento delle parti interessate, in termini di:
rapporti con le istituzioni, customer satisfaction, lamentele pervenute