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ACCORDO di PROGRAMMA RETE di COMUNI AMICI della FAMIGLIA

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Academic year: 2022

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ACCORDO di PROGRAMMA

RETE di COMUNI AMICI della FAMIGLIA

Considerato che:

Le conseguenze della crisi in atto ormai da alcuni anni richiedono il superamento del welfare come finora strutturato, e impongono il contenimento delle spese, sia pubbliche che delle famiglie, ponendo la necessità di una nuova organizzazione sussidiaria e di nuove prassi amministrative basate su sistemi di sussidiarietà innovativi in cui interagiscono le Amministrazioni comunali e diversi soggetti del territorio.

Le Istituzioni pubbliche, al fine di ottenere la massima efficacia dei servizi erogati, sono chiamate ad una sempre più attenta organizzazione e modalità di attuazione dei servizi stessi, sapendo cogliere i nuovi bisogni e le nuove domande che la società pone. Anche le famiglie e le loro organizzazioni, nondimeno, sono chiamate ad auto organizzarsi per fronteggiare e superare le difficoltà sia di ordine sociale che economico da cui sono fortemente investite.

Il welfare territoriale è pertanto crocevia essenziale per la realizzazione di prassi amministrative innovative e partecipative, sia per aiutare le famiglie a superare particolari momenti di crisi e difficoltà, sia per favorire l’emergere delle proprie potenzialità familiari.

Infatti, le famiglie stesse sono una risorsa indispensabile nella costruzione di un welfare comunitario, tipicamente sussidiario e ispirato al concetto di sussidiarietà circolare e al principio di reciprocità, che generi buone pratiche di politiche con le famiglie, attraverso un pieno coinvolgimento di queste ultime nella progettazione delle stesse, al fine di costruire relazioni sociali attive nel dialogo con le Istituzioni.

L’Ente locale, nella realizzazione di un welfare territoriale comunitario e generativo, esercita il ruolo e la responsabilità che la legge gli assegna condividendo con altri Enti locali e con le associazioni dei Comuni e delle famiglie esperienze e buone pratiche, nella consapevolezza che il livello locale di governo è sempre più spesso il laboratorio e l’incubatore di scelte innovative capaci di migliorare il benessere delle comunità.

Contemporaneamente l’Ente locale diventa il garante dell’universalismo delle prestazioni e può coadiuvare l’organizzazione più efficace delle politiche di welfare associando alle politiche assistenziali in essere politiche promozionali e innovative che realizzino un welfare partecipativo.

Le Famiglie e le loro organizzazioni, opportunamente coinvolte, sono risorse essenziali per l’avvio di reti di auto mutuo aiuto familiare, per la riscoperta di relazioni di buon vicinato, per un prezioso apporto sociale delle famiglie con la propria specificità per l’attivazione di un circuito sociale di mercato, per il sostegno della produzione a filiera corta e non solo, a partire dai principi di una nuova economia civile.

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Richiamata, in particolare, la Legge Quadro 328/2000 “per la realizzazione del sistema integrato d’interventi e servizi sociali”, che all’art. 1, comma 5, recita:

“Alla gestione e all'offerta dei servizi provvedono soggetti pubblici nonché, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, organismi non lucrativi di utilità sociale, organismi della cooperazione, organizzazioni di volontariato, associazioni ed enti di promozione sociale, fondazioni, enti di patronato e altri soggetti privati. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali ha tra gli scopi anche la promozione della solidarietà sociale, con la valorizzazione delle iniziative delle persone, dei nuclei familiari, delle forme di auto-aiuto e di reciprocità e della solidarietà organizzata”

e all’art. 16 comma 1 afferma che:

“Il sistema integrato di interventi e servizi sociali riconosce e sostiene il ruolo peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale; sostiene e valorizza i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana;

sostiene la cooperazione, il mutuo aiuto e l'associazionismo delle famiglie; valorizza il ruolo attivo delle famiglie nella formazione di proposte e di progetti per l'offerta dei servizi e nella valutazione dei medesimi. Al fine di migliorare la qualità e l'efficienza degli interventi, gli Operatori coinvolgono e responsabilizzano le persone e le famiglie nell’ambito dell’organizzazione dei servizi”.

Inoltre considerato che

oltre ai Comuni anche il Forum delle Associazioni familiari, l’AFI - Associazione delle famiglie – Confederazione Italiana, le Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) e la Scuola di Economia Civile rientrano tra i soggetti richiamati dalla predetta citata normativa e che nei loro rispettivi statuti prevedono il perseguimento del bene pubblico attraverso gli strumenti operativi che sono loro propri.

Tutto ciò premesso

il Forum delle Associazioni familiari, l’AFI - Associazione delle famiglie – Confederazione Italiana, le Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) e la Scuola di Economia Civile e i Comuni firmatari del presente ‘Accordo’ hanno condiviso la necessità di attivare, promuovere e ampliare una ‘Rete di Comuni Amici della Famiglia’ che favorisca nella comunità lo sviluppo di buone pratiche a promozione e sostegno della famiglia, di azioni di mutuo aiuto familiare, di percorsi di collaborazione, solidarietà e sostegno reciproco tra le famiglie in un rapporto di co-progettazione tra le famiglie stesse e le istituzioni locali.

Infatti, proprio in situazioni così difficili come quelle attuali, è necessario sviluppare forme di collaborazione e cooperazione tra Enti locali e tra soggetti pubblici e privati dei territori tese a sostenere e potenziare le attività dei Comuni, sempre più complesse e impegnative.

Tale cooperazione può svilupparsi in modo più favorevole attraverso una Reti di Comuni in grado di progettare strategie e prassi innovative e partecipate tra Enti locali e soggetti dei territori.

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La Rete persegue i seguenti obiettivi:

1. attivare e favorire un sistema permanente di incontro e confronto dei Comuni tra loro e con l’associazionismo familiare per diffondere buone pratiche e stimolare percorsi di collaborazione progettuale e operativa che valorizzino il ruolo della famiglia nelle comunità locali;

2. raccogliere e condividere buone pratiche per lo sviluppo e la qualificazione di politiche promozionali che valorizzino e potenzino le capacità, le idee, le esperienze concrete promosse dalle famiglie;

3. promuovere e favorire la partecipazione attiva e concreta delle famiglie singole e associate a progetti territoriali e agli strumenti di attivazione e realizzazione degli stessi;

4. promuovere forme di sussidiarietà circolare, come modello di partenariato fondato sulla collaborazione tra soggetti profit, no profit, pubblici, famiglie e gruppi di famiglie, animata dal comune interesse al miglioramento dello stato di benessere all’interno delle comunità di appartenenza

5. promuovere la Rete stessa presso nuovi Comuni.

La Rete si avvale dei seguenti strumenti:

Per tutti i Comuni aderenti:

1. Tavolo Intercomunale della Rete, composto dai rappresentanti dei Comuni e delle organizzazioni firmatarie dell’Accordo, quale strumento di:

a. elaborazione sovra-territoriale delle politiche con le famiglie,

b. programmazione e attivazione di progetti innovativi a favore dello sviluppo dell’associazionismo locale e familiare,

c. scambio e condivisione delle buone pratiche;

2. Tavolo comunale “Famiglie in rete” costituito dal singolo Comune con le associazioni e i gruppi familiari del territorio, sede di concertazione e co-progettazione, luogo di programmazione e verifica delle politiche familiari e per il reperimento dei relativi finanziamenti delle buone pratiche da realizzare e sostenere nella comunità;

Solo per i Comuni che intedono avvalersene:

3. Sistemi Family-Pay, ovvero strumenti che, come la Family Card (carta sconti per le famiglie dei Comuni lombardi), realizzino sistemi di pagamento degli acquisti delle famiglie a costi agevolati e contemporaneamente ne sostengano il reddito e l’economia di vicinato.

 I sistemi Family-Pay sono destinati soprattutto alle famiglie composte da almeno 5 componenti o famiglie aventi almeno un figlio tra 0-4 anni nonché a quelle impoverite segnalate al Comitato Promotore (che sarà definito, sia per la composizione sia nei compiti con specifico atto fra le parti) dai singoli comuni aderenti alla rete o da altri soggetti promotori del progetto.

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 I sistemi Family-Pay saranno anche a disposizione di tutti i cittadini che, pur non fruendo degli sconti, intendano contribuire, attraverso le proprie transazioni di spesa, alla formazione del Fondo sociale.

 I sistemi Family-Pay alimentano un Fondo Sociale costituito da una percentuale minima, stabilita dal Comitato Promotore, di ogni transazione commerciale effettuata tramite i sistemi Family-Pay attivati nel circuito convenzionato per autofinanziare i progetti territoriali di politiche con le famiglie elaborati dai Tavoli comunali “Famiglie in rete”.

3. Fondo Sociale che, per condivisa intesa tra i soggetti firmatari del presente accordo, sarà utilizzato per i progetti programmati dal Tavolo intercomunale della Rete e dai Tavoli comunali “Famiglie in rete”, e sarà gestito dal Comitato Promotore sulla base delle indicazioni e degli indirizzi indicati dal Comitato Scientifico-Etico (che dovrà ricevere annualmente rendiconto). Tale Fondo Sociale potrà essere alimentato oltre che dai Sistemi Family-Pay anche dalle donazioni effettuate da persone fisiche o giuridiche oltreché da contributi sia di soggetti pubblici che privati.

4. Politiche Tariffarie: dall’ISEE al Fattore Famiglia Comunale (FFC) - una buona amministrazione dovrebbe sempre, ed in particolare in questi tempi di crisi, gestire i propri servizi e programmi di welfare con criteri di massima equità in modo che le risorse, ogni anno più limitate, arrivino a chi ne ha veramente necessità e diritto e non vengano “sprecate” verso persone e famiglie che, per la loro capacità economica, potrebbero tranquillamente farne a meno.

Infatti l'ISEE presenta molti limiti sia dal punto dell’efficacia, in quanto è facilmente aggirabile da chi vuole far apparire una minore capacità economica rispetto a quella reale, sia dal punto di vista della qualità, in quanto non valuta correttamente i carichi familiari anche nella nuova versione in vigore da gennaio 2015 con riferimento alle famiglie numerose, con la presenza di disabilità e membri non autosufficienti.

Rispetto allo strumento ISEE il Fattore Famiglia Comunale presenta notevoli miglioramenti. In primo luogo le Scale di Equivalenza (SE) sono migliorate significativamente:

 Vengono incrementati i pesi dei figli che non sono considerati come dei componenti generici e per essi si considera anche la fascia di età di appartenenza:

 Si tiene in maggiore considerazione il peso della presenza di disabilità valutando anche il grado della stessa

 Si considera maggiormente il caso di un genitore solo con figli

 Si considera il caso di perdita di reddito derivante da problemi di lavoro

 Si considera la presenza di figli gemelli.

 In secondo luogo il FFC si presta maggiormente all’ottenimento di un valore della capacità economica della famiglia personalizzato e segue con più rapidità gli eventuali crolli della capacità reddituale. Si presta con maggiore efficacia alla verifica di equità dell’intervento. È facilmente coniugabile con Strumenti di Verifica della qualità dell’autocertificazione. È corredato di strumenti che consentono di fare simulazioni e stime che consentono di determinare con buona approssimazione la corrispondenza con le risorse disponibili a bilancio

5. Market Solidali - promuovere forme di sostegno stabile ai nuclei familiari in stato di deprivazione economica, progettando e attivando “market solidali” alimentati dalle liberalità dei cittadini, dai contributi pubblici, dal sostegno della grande e piccola distribuzione alimentare, fondando il servizio/struttura sul principio di solidarietà e reciprocità, attraverso l’adozione di un modello di gestione che vede fondata la propria sostenibilità sull’azione volontaria di cittadini da selezionarsi anche tra gli stessi beneficiari del market stesso.

(5)

La Rete con la sottoscrizione del presente accordo:

assume il ruolo di promotore della Rete presso altri Comuni e genera altre Reti locali territoriali;

s’impegna ad attivare i processi e diffondere le buone pratiche, che via via si svilupperanno nel conseguimento degli obiettivi individuati, e le promuove e diffonde presso le Reti locali ed i Comuni aderenti;

elegge un suo portavoce che partecipa al Comitato Promotore

Le Amministrazioni Comunali che aderiranno alla Rete si impegnano a:

promuovere e sostenere la famiglia e l’associazionismo familiare in ogni ambito dell’azione comunale, anche deliberando ogni anno la somma da inserire nel proprio bilancio per sostenere le “Politiche con le Famiglie” (vedi appendice n° 1) da sviluppare e progettare nei Tavoli comunali “Famiglie in rete’ assieme alle organizzazioni familiari partecipanti;

partecipare e sostenere la Rete con una quota di adesione annuale, definita dal tavolo intercomunale; (come da tabella sotto riportata)

I Comuni sotto le 5.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di Euro 200 I Comuni da 5.000 a 10.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di Euro 500 I Comuni da 10.000 a 20.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione

di

Euro 1.000 I Comuni da 20.000 a 30.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione

di

Euro 1.500 I Comuni da 30.000 a 40.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione

di

Euro 2.000 I Comuni da 40.000 a 100.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione

di

Euro 3.000

I Comuni sopra le 100.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di Euro 5000

partecipare al Tavolo intercomunale al fine di rappresentare le istanze delle famiglie del proprio territorio;

costituire il Tavolo comunale “Famiglie in rete”, quale strumento e luogo di promozione della famiglia e per la co-progettazione di interventi innovativi a favore del benessere delle famiglie stesse, anche fondandolo su esperienze di sussidiarietà circolare come sopra enunciate e descritte;

assegnare la delega per le politiche familiari ad un assessore, preferibilmente specifico e diverso dall’assessore ai Servizi Sociali, oppure ad un consigliere comunale per permettere di distinguere un assessorato che ha il compito di valorizzare, promuovere e progettare con la famiglia quale risorsa sociale (anche a favore di altre famiglie attraverso buone prassi di mutuo auto aiuto), rispetto ad un assessorato che ha il compito di accoglierne i bisogni in momenti di criticità, erogando servizi a sostegno della famiglia stessa. E’ auspicabile che i due assessorati si confrontino tra loro, affinché quanto discusso al Tavolo comunale “Famiglie in rete”

venga poi idealmente condiviso anche al “Piano Sociale di Zona” per creare un processo di concertazione delle politiche familiari in ambito sociale.

partecipare alle attività di fundraising sviluppate attraverso la suddetta Rete.

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Con la sottoscrizione del presente accordo:

La Rete dei Comuni amici della Famiglia, il Forum delle Associazioni familiari, l’AFI - Associazione delle famiglie – Confederazione Italiana, le Acli - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani e la Scuola di Economia Civile, s’impegnano a farsi parte attiva per la promozione e il sostegno dei sistemi di welfare territoriale della famiglia e a cooperare con la Rete stessa.

Per il raggiungimento degli obiettivi del presente accordo di Programma il Forum delle Associazioni familiari, l’AFI - Associazione delle famiglie – Confederazione Italiana, le Acli - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani e la Scuola di Economia Civile si impegnano ad attivare e sostenere, insieme con la Rete dei Comuni Amici della Famiglia, un Comitato Scientifico-Etico che abbia il compito di:

stimolare il corretto perseguimento e il raggiungimento degli obiettivi e delle finalità del presente accordo;

programmare ed organizzare le ‘Scuole di formazione per le politiche con le famiglie’

rivolte principalmente ad amministratori, funzionari comunali e famiglie delle organizzazioni partecipi ai Tavoli;

fornire ai Tavoli indicazioni scientifiche ed etiche utili per definire e verificare i progetti di politiche con le famiglie elaborati dai Tavoli comunali “Famiglie in rete” e di reperimento dei finanziamento;

Le parti sottoscriventi il presente accordo, s’impegnano a definire con successivi atti condivisi, i regolamenti ‘minimi’ di costituzione e funzionamento dei vari organi indicati nel presente accordo, lasciando a questi i necessari spazi di autonomia gestionale.

Rete dei Comuni amici della Famiglia

(Portavoce dei Sindaci) MARCO TROIANO

________________________________________

Forum Regionale delle Associazioni Familiari della Lombardia

(Presidente) NINO SUTERA

________________________________________

AFI - Associazione delle famiglie – Confederazione italiana

(Presidente) DANIELE UDALI

________________________________________

ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani Lombardia

(Presidente) ATTILIO ROSSATO

________________________________________

Scuola di Economia Civile

(Presidente) SILVIA VACCA

________________________________________

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APPENDICE N° 1

I Comuni aderenti attivano dei tavoli comunali di co progettazione, detti (Famiglie in rete), nei quali elaborano progetti nell’ambito delle politiche con le famiglie, in particolare nei seguenti ambiti:

1. Fattore Famiglia Comunale;

2. La Famiglia porta-Valori in rete per un economia civile (consum-Attori votano con il portafoglio) ad es.: GAF-Sistema Family Pay- Se giochi No Slotty e La Famiglia LIBERA energie contro le mafie);

3. Alleanza educativa Scuola e Famiglia (es. Immischiati a Scuola promosso dal Forum Famiglie);

4. Armonizzazione famiglia e lavoro;

5. Valutazione Impatto Familiare per le azioni amministrative degli Enti di Governo del Territorio.

I Comuni finanziano l’attività di suddetta Rete nella seguente modalità:

I Comuni sotto le 5.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di € 200*1384= € 276.800;

I Comuni da 5.000 a 10.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di € 500*92= € 46.000;

I Comuni da 10.000 a 20.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di € 1.000*31= € 31.000;

I Comuni da 20.000 a 30.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di € 1.500*9= € 13.500;

I Comuni da 30.000 a 40.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di € 2.000*7= € 14.000;

I Comuni da 40.000 a 100.000 famiglie contribuiscono con una quota di adesione di € 3.000*3= € 9.000;

I Comuni sopra le 100.000 (solo Milano) famiglie contribuiscono con una quota di adesione di € 5.000.

NOTA:

In Lombardia 1384 Comuni hanno meno di 5.000 famiglie - 92 Comuni da 5.000 a 10.000 famiglie – 31 Comuni da 10.000 a 20.000 famiglie - 9 Comuni da 20.000 a 30.000 famiglie – 7 Comuni da 30.000 a 50.000 – 3 Comuni da 50.000 a 100.000 famiglie solo Milano supera le 100.000 e arriva oltre 700.000 famiglie

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