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Sped. Abb. Postale.art.2 comma 20C Legge 662/1996 Filiale E.P Arezzo aut. Nr. 934 del 6/10/1997 MONASTERO DOMENICANO S.

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Sped. Abb. Postale .art.2 comma 20C Legge 662/1996 Filiale E.P. 52100 Arezzo aut. Nr. 934 del 6/10/1997

MONASTERO DOMENICANO

“S. M

ARIA DELLA

N

EVE

(2)

P.zza Landino, 25

52015 Pratovecchio - ar Tel. 0575-583774 Fax 0575-582113

info@monasterodomenicane.org www.monasterodomenicane.org

- c/c p. n. 14281521 - Monastero Domenicane

Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo IBAN: IT68 cin: S ABI: 08345 CAB: 71630 c/c 998 BIC: ICRAIT3F9L0

Direttore Responsabile:

A. Spingardi

Anno XIX - n 3 settembre - dicembre 2008

Periodico quadrimestrale stampato da:

Arti Grafiche Cianferoni

Sped.Abb.P.art.2 comma 20C Legge 662/1996 Filiale E.P.

52100 Arezzo aut. Nr. 934 del 6/10/1997

SoMMARIo

La gioia e la fatica di vivere la

Parola 3

Una novena di anni 4 Ha voluto solo ciò che è gradito a Dio

7 L’albero continua a portare

frutto 10

Flash 12

Come leggere la Sacra Scrittura 13 Un sì che dura da 50 anni 18

Solo “grazie” 20

Notizie dal Monastero 24 piccole luci

(3)

È

risaputo che in prossimità delle feste natalizie tutti ci sentiamo più buoni e cerchiamo di compiere gesti buoni. Molte persone compiono gesti buoni con noi e noi li compiamo verso altre persone. Così, come spesso ci capita di fare, anche nella penultima settimana di Avvento, in cui ci stavamo preparando con fervore spirituale al S. Natale, abbiamo distribuito capottini, magliocini, qualcosa da mangiare. Non un’elemosina, ma un gesto buono, di solidarietà verso coloro che potevano aver bisogno di non sentirsi stranieri e soli, ma di sentirsi nostri fratelli di sentirsi amati. Donare qualcosa arreca sempre una grande gioia e acquieta la nostra coscienza. Anche noi però in quei giorni abbiamo ricevuto un grande dono: una bottiglia d’olio guadagnato con poche ore di lavoro occasionale alla raccolta delle olive. Che cos’é una bottiglia d’olio?

Per noi é stata una lezione. Riconoscenti e commosse abbiamo rammentato quel brano di Vangelo che dice: “ Poichè tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva. Ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri” (Mc 12, 41-44). Coloro che noi consideriamo

“i poveri” sono le persone che hanno ancora il senso della gratitudine, pronte sempre a condividere il poco che hanno.

Ma non é finita. Qualche giorno dopo abbiamo fatto, come ogni mese,0 la

“Veglia di S. Maria della Neve”. Abbiamo pregato con la gente, meditato la Parola di Dio, cantato, adorato l’Eucarestia. Al termine, verso le 22,30, si presenta in chiesa il barbone Luigi di nostra conoscenza, poichè bussa spesso alla porta del monastero. Quella sera però era troppo tardi e puzzava da far paura. Lui non aveva dove dormire e fuori faceva un freddo glaciale. In un primo momento gli feci la predichina dicendogli che non era quella l’ora di presentarsi al monastero. Gli dissi che non sapevo dove alloggiarlo con quella puzza che aveva addosso.

Lui mi ascoltava ripetendo: “Hai ragione, hai ragione.”

Intanto la gente uscì di chiesa per tornarsene ognuna alle proprie case e anche noi non vedevamo l’ora di andare a letto per scaldarci.

E lui?

Ci guardammo in faccia fra noi poche sorelle rimaste a sistemare la chiesa e senza parlare ci siamo date uno sguardo d’intesa. Il barbone Luigi ha avuto la chiave per andare a farsi una doccia calda e a dormire in un letto.

E IL VERBo SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZo A NoI!

Mp

La gioia e la fatica di vivere la Parola

2008 settembre - dicembre | numero 3| 3

(4)

2016 - GIUBILEO DELLA FONDAZIONE DELL’ORDINE DEI PREDICATORI

Cari fratelli e sorelle in San Domenico e Santa Caterina,

“In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. [...]

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi “(Gv 1, 1-14)

Nelle Scritture, pochi testi colgono lo spirito del tempo di Avvento e di Natale meglio del Prologo del Vangelo di Giovanni.

In poche parole, l’evangelista ci invita alla pienezza del mistero dell’Incarnazione. Non si tratta di uno spettacolo da guardare da lontano perché, come dice il testo, il Verbo è venuto ad abitare “in mezzo a noi” come uno di noi. Alla fine della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla “PAROLA DI DIO NELLA VITA E NELLA MISSIONE DELLA CHIESA”, i delegati sinodali hanno scritto nel loro messaggio: “Nell’originale greco, ci sono tre parole fondamentali:

Logos, sarx, eghéneto, ‘Il Verbo / la Parola / si fece carne’.

E’ qui il culmine, non solo di questo gioiello poetico e teologico che è il prologo del Vangelo di Giovanni (1, 14), ma anche il cuore stesso della fede cristiana” (II, n. 4).

La nascita del Verbo / della parola “in mezzo a noi”

riveste un’urgenza ancora più

pressante quest’anno, al crocevia di diversi percorsi nella vita della Chiesa e dell’Ordine. In primo luogo, celebriamo e rendiamo grazie per il recente Sinodo sulla Parola di Dio, il cui svolgimento ha avuto luogo in un altro contesto di grazia e di verità:

l’anno paolino, dedicato al grande apostolo delle Genti, San Paolo.

Questi due eventi, poi, coincidono con il proseguimento del nostro pellegrinaggio giubilare domenicano, che culminerà nel 2016 con le celebrazioni dell’ottavo centenario della conferma dell’Ordine da parte del Papa Onorio III.

Anche per Domenico la Parola di Dio era presente “all’inizio”

del miracolo che ha dato alla luce l’Ordine dei Predicatori. Tutta la sua vita, vissuta in intima unione con la Parola, ci invita ad un’ascolto contemplativo profondo della

“Guai a noi se non predi cassimo il Vangelo!”

U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a

Autore contemporaneo,

San Domenico riconduce l’albergatore alla salvezza

(5)

Parola e ad un impegno coraggioso per predicarla al mondo oggi. Nel Dialogo della nostra sorella Caterina da Siena, si legge: “[Domenico]

apparve al mondo soprattutto come un apostolo, tanto erano potenti la verità e la luminosità con cui seminò la mia parola, dissipò le tenebre e diffuse la luce” (n° 158). Questo Verbo fatto carne, questa Parola che brucia nel cuore di Domenico era la stessa che ha predicato con zelo così ardente, infiammando il mondo con l’amore e la tenera misericordia di Cristo.

Il Beato Domenico aveva una sete ardente della salvezza delle anime, di cui era un apostolo incomparabile. Era talmente fervoroso nella predicazione che esortava e obbligava i frati ad annunciare la Parola di Dio di giorno e di notte, nelle chiese e nelle case, per i campi e sulle strade - in una parola - dappertutto, e a non parlare mai se non di Dio.

Sua Santità il papa Benedetto XVI ci ha ricordato in apertura del Sinodo:

“... è importante che ogni credente ed ogni comunità entri in una crescente intimità con [la Parola di Dio]. [...]

Nutrirsi della Parola di Dio è per [la Chiesa], il primo e fondamentale dovere”. Di conseguenza, nel nostro

pellegrinaggio giubilare, che ha avuto inizio con la celebrazione del 800.

mo anniversario della fondazione della comunità di Prouilhe, l’intera famiglia domenicana è invitata a concentrarsi sul tema: “In principio era il Verbo: Domenico, predicatore della Grazia”. Con questo tema, ci impegniamo a sederci accanto a Domenico ai piedi di Cristo e, con lui, a “nutrirci della Parola di Dio”.

È questa eredità di Grazia che noi tutti condividiamo, frati, claustrali, suore di vita attiva, laici, giovani e vecchi, ricchi e poveri. E sappiamo che, una volta alimentati dalla Parola, si dovrà accogliere l’altra grande sfida che dovette affrontare San Paolo, e che si trova in qualche maniera riassunto nel suo grido apostolico: “Guai a me, se non predicassi il Vangelo!”(1 Cor

9, 16). Così, seguendo l’esempio di Domenico, e facendo nostro il grido di San Paolo, noi lo adottiamo come filo conduttore per tutta la durata di questi anni di pellegrinaggio fino alla celebrazione del Giubileo del 2016. Per fare questo, riconosciamo che una modifica è necessaria, essenziale: in quanto Domenicani, possiamo restare fedeli alla nostra vocazione solo se lanciamo questo grido come comunità:

“Guai a noi se non predi cassimo il Vangelo!”

(1 Cor 9,16)

U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a

2008 settembre - dicembre| numero 3|5

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fr. Carlos A. Azpiroz Costa op Maestro dell’Ordine

“GUAI A NOI, SE NON

PREDICASSIMO IL VANGELO!”

Queste parole di S. Paolo sono, come ha detto Benedetto XVI nel suo messaggio di apertura del Sinodo,

“un grido che per ogni cristiano diventa un insistente invito a mettersi al servizio di Cristo”. Anche noi prendiamo a cuore queste parole, riconoscendo in esse il Vangelo stesso che ha sollecitato la missione della predicazione del nostro Santo Padre Domenico; portando con se dappertutto nei suoi viaggi il Vangelo di San Matteo e le Lettere di S. Paolo, Domenico è diventato veramente

“predicatore della grazia”. ogni volta che cantiamo o Lumen, noi invochiamo Domenico con questo titolo: Prædicator Gratiae, perché è lui, il predicatore, il discepolo della Parola, che promette di camminare accanto a noi e di rigenerare in noi l’abbondanza gratuita del Verbo - che era certamente presente quando i primi semi della Santa Predicazione furono seminati nel terreno fertile del sud Europa. Possa Domenico riunirci e radunarci come famiglia intorno alla Parola e donarci un cuore contemplativo, obbediente, determinato a rispondere con libertà alle sfide attuali del Vangelo.

Infine, mentre camminiamo in questo tempo di Avvento verso la contemplazione del Verbo fatto carne, sotto il cielo notturno di

Betlemme, desidero aggiungere qui, in maniera più personale, i miei migliori auguri per un santo e gioioso Natale a ciascun membro della famiglia domenicana nel mondo. Betlemme - “la casa del pane” - ci ricorda due importanti fatti. In primo luogo, il Verbo incarnato, è venuto per farsi nostro cibo. Nutriamoci alla sua tavola di misericordia e di compassione, ogni giorno del nuovo anno. In secondo luogo, in un mondo che lotta ancora contro la fame e subisce il continuo flagello della guerra, rivolgiamoci nuovamente a Cristo, perché “le sue parole proclamano la giustizia, danno coraggio agli infelici, e accordano il perdono ai peccatori “(Messaggio del Sinodo, IV, n. 13). Che le sue parole diventino le nostre parole perché anche noi possiamo annunciare il Vangelo della pace in Suo nome!

Fratelli e sorelle, camminiamo insieme in questo pellegrinaggio d e l l a f e d e , c o m e f a m i g l i a , incoraggiandoci a vicenda nel cammino. Ci aiuti lo Spirito Santo a camminare nella speranza, e San Domenico ci benedica e ci consigli per essere fedeli alla meravigliosa eredità che ci ha lasciato.

Vostro fratello in San Domenico, predicatore della grazia

U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a

(7)

Da sempre si sono distinti gruppi di persone che hanno vinto un premio con la bicicletta, col pallone, con l’atletica o altri giochi.Non possiamo non riconoscere il valore dimostrato da altri che hanno lanciato alto il primato della santità, esercitato non per ottenere alti “evviva” sulla terra, ma riconoscimenti risonanti soltanto nel più alto dei Cieli, nell’arena celeste ove i Grandi rendeno lode a Dio ,che tiene in serbo per i Suoi che vinsero le battaglie della santità o premi eterni, eterne ricompense!

ogni tempo, ogni secolo, può segnalare i suoi Santi, le sue Sante, che possono gridare al mondo intero che Dio premia con ciò che é celeste ed eterno quello che é stato a Lui offerto con gioia, con fatica, con perseveranza.

oggi siamo riconoscenti a quanti, nella nostra famiglia religiosa, hanno illustrato qualche secolo con esempi di vita generosa, donando tutto alla gloria di Dio che sa lautamente premiare quanti hanno impiegato i loro talenti al suo servizio.

In “casa nostra” siamo felici di venerare il nostro S. Padre Domenico, fondatore del nostro ordine, e con lui la sua mamma,

U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a n o v e n a d i a n n i - U n a

H A VO LU TO S O LO C I Ó

C H E è G R A D I TO A D I O …

2008 settembre - dicembre | numero 3| 7

(8)

la beata Giovanna d’Aza, e il fratello beato Mamès. A questi segue un bravo giovane, rampollo della nobile famiglia Capuana dei Delle Vigne, che dalla famiglia fu inviato a Bologna a studiare Diritto Canonico nel 1345-48. Il Padrone della messe, però, l’aveva già fatto Suo e così, Raimondo Delle Vigne - questo é il suo nome - si trovò quasi subito ad essere figlio di S. Domenico, entrando nel convento domenicano di orvieto.

Nel 1363 fu nominato Direttore spirituale del monastero delle monache domenicane di Montepulciano, della cui santa priora egli redisse una vita, ricordando anche i miracoli da essa compiuti. Dal 1367 al 1370 Raimondo é priore nel Convento di S. Maria sopra Minerva in Roma, ma nel 1373 venne trasferito a Firenze.

Fu nel 1374, durante il Capitolo Generale dell’ordine, che gli venne affidata la Direzione spirituale di S. Caterina da Siena, che in lui riconobbe il Confessore che Maria SS.ma le aveva promesso in visione.

Nel 1378 dopo lo scoppio del grande Scisma, padre Raimondo fu incaricato della predicazione contro gli scismatici.

S. Caterina, alla vigilia di sua morte, gli profetizzò la sua elezione a Maestro Generale dell’ordine, il che avvenne nel Capitolo generale del 1380.

Il Papa Urbano VI° gli affidò delicati incarichi in Boemia e Papa Bonifacio IX in Sicilia. Fu ancora lui, Padre Raimondo, Maestro dell’ordine, a promuovere la Riforma dell’ordine stesso. In tale impresa combattè per vincere la decadenza in cui l’ordine era caduto. Questa sua opera gli meritò il titolo di II° fondatore. In tali imprese spese gli ultimi anni della sua vita.

Morì il 5 ottobre 1399 in concetto di santità.

Il suo culto fu confermato nel 1899 da Papa Leone XIII.

Ecco, così si comportano i santi. Quello che hanno compiuto per amore di Dio, resta nel tempo.

Per questo si incoronano:

quanto hanno fanno é stato da Lui voluto ed é ciò che li ha resi pienamente felici!

Md. M. Rosaria op

Te r z o m a e s t r o g e n e r a l e d e i D o m e n i c a n i

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(Dal messaggio del Maestro dell’Ordine)

2008 settembre - dicembre| numero 3|9

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Non sappiamo se è un pregio o un difetto di noi domenicani quello di parlare troppo poco dei nostri confratelli e consorelle che nella vita si sono distinti per l’esercizio delle virtù e per le opere compiute.

Ma, come avranno notato i nostri amici lettori, da qualche numero in qua abbiamo presentato una sintesi della vita di alcuni

nostri domenicani che hanno onorato la Chiesa e l’Ordine con la loro vita santa.

È il turno di Padre Giuseppe Girotti, frate domenicano che il 1 aprile del 1945 morì a Dachau, martire della carità.

Padre Giuseppe nasce ad Alba (Cn) il 19 luglio 1905 da umile famiglia.

Manifestando la sua inclinazione verso le

cose sante, a tredici anni entra nel seminario dei domenicani di Chieri (To), tutt’ora sede del noviziato dei giovani che aspirano alla vita religiosa domanicana. Nel 1923 emette la professione religiosa nell’Ordine e il 3 agosto 1930 viene ordinato sacerdote. Come si può notare, questo giovane supera

senza tentennamenti le tappe della formazione fino ad arrivare all’età di soli 25 anni ad essere frate domenicano e sacerdote.

Di lui si dice che fu brillante negli studi tanto che si specializzò presso l’università Pontificia Angelicum (Università del nostro Ordine) a Roma e poi a L’Ecole Biblique, Università di Gerusalemme. A studi terminati, inizia per Padre Girotti la sua carriera di biblista e teologo apprezzato.

Insegnerà presso il Seminario teologico d o m e n i c a n o a Torino e il Collegio d e i M i s s i o n a r i d e l l a C o n s o l a t a . Ma l’insegnare non esaurisce quel suo essere proteso verso gli altri per cui lo troviamo impegnato anche in varie opere caritative, specialmente presso l’Ospizio dei Poveri Vecchi.

L’indole di Padre Girotti é schietta e gioviale. ha una personalità assai indipendente e anticonformista così da trovarsi in contrasto sia con le autorità fasciste che con i superiori , perché sospettato di modernismo. Queste accuse

L’albero continua a portare frutto…

C a p o d ’ a c c u s a : h a a i u t a t o g l i e b r e i - C a p o d ’ a c c u s a : h a a i u t a t o g l i e b r e i

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lo portano alla sospensione dell’insegnamento presso il Seminario e all’allontanamento dalla casa di formazione.

Dopo l’8 settembre del 1943, che molti italiani di età matura ricorderanno, con l’occupazione tedesca e la nascita della Repubblica Sociale Italiana, Padre Girotti, all’insaputa dei superiori, diventa il centro di una vasta rete di aiuti a favore dei partigiani e degli ebrei perseguitati, aiutando molti di loro a trovare nascondigli sicuri e documenti di identità falsi al fine di salvare loro la vita.

Per queste sue attività di antifascista e antinazista viene arrestato il 29 agosto 1944 e rinchiuso nelle carceri Nuove di Torino. Nel consunto libro delle Messe conservato nell’archivio del convento di S. Domenico di Torino si trova, infatti, scritta una postilla:

“in questo giorno il P. Girotti venne incarcerato per denuncia di un poliziotto italiano fatta ai tedeschi”.

Viene poi trasferito a Milano , nelle carceri di S. Vittore e, infine, a Bolzano. Il 5 ottobre 1944 viene trasferito in Germania, nel campo di sterminio di Dachau, dove viene ucciso il 1 aprile 1945, giorno di Pasqua.

Un testimone racconta: “Della

attività assistenziale del frate si era avuto sentore in convento. Lui, parco di cibo, usciva spesso da refettorio nascondendo nel risvolto della tonaca frutta o altri viveri. Colto in fragrante, rassicurava concisamente i confratelli: “È solo per la carità”.

Anche i compagni di prigionia di Dachau attestano: “Padre Girotti non lesina conforto, fino a privarsi della sua scarsa razione di cibo.” Ma, in quest’inferno di disperazione, egli diede sfogo all’amore viscerale per la Parola di Dio, compresa e tradotta in tutta la sua efficacia vivificante.

Fedele alla vocazione domenicana, continuò così la sua “predicazione”

commentando ogni giorno (grazie alla tenace memoria) qualche brano del Libro Santo quale aveva dedicato la sua giovinezza. Avvolta nel mistero rimane la sua morte: carcinoma al fegato e poi, forse, iniezione letale.

Il 14 febbraio 1995 Israele lo dichiarò “Giusto tra le nazioni”.

Anche la Chiesa oggi lo chiama:

“Servo di Dio”.

Bene si addicono le parole del vangelo di S. Giovanni:

“Nessuno ama maggiormente il suo prossimo di chi offre la sua vita per lui”(Gv 15,13).

Padre Giuseppe Girotti

C a p o d ’ a c c u s a : h a a i u t a t o g l i e b r e i - C a p o d ’ a c c u s a : h a a i u t a t o g l i e b r e i

-

C a p o d ’ a c c u s a : h a a i u t a t o g l i e b r e i - C a p o d ’ a c c u s a : h a a i u

(da un articolo di P. V. Ferrua op) 2008 settembre - dicembre| numero 3|11

(12)

F L A S H S U L L A V I TA

C O N T E M P L AT I VA D I C L A U S U R A

- f l a s h - f l a s h - f l a s h - f l a s h - f l a s h - f l a s h - f l a s h - f l a s h - f l a s h -

N N

Nei mesi scorsi, alcuni quotidiani

“laici” si erano interrogati sulla situazione delle suore ponendosi un interrogativo: “Davvero le suore vanno scomparendo?” (La repubblica).

In occasione della “Giornata pro orantibus”, 21novembre, (giornata di preghiera per le monache e monaci di clausura o comunque di vita contemplativa) il “Corriere della sera” ha pubblicato due intere pagine dedicate appunto alle suore con un titolo che sembra felicemente smentire quell’interrogativo: ”La clausura si apre al mondo”. E poi: “Oggi le suore usano internet e il telefono, hanno colloqui senza grate e nei monasteri cresce il numero delle novizie”.

A dire il vero ci sono ancora molte persone che si chiedono se esistono ancora le monache di clausura. Anche a noi capita di sentirci chiedere: “In quante siete rimaste?” Come a dire che è scontato che tutti i monasteri stanno ormai languendo. Ma costoro sgranano gli occhi quando descriviamo loro la situazione attuale, almeno così come la viviamo nella nostra comunità.

La Rivista vocazionale “Rogate Ergo”, dalla quale prendo spunti per questo breve servizio, nel numero di Gennaio 2009 pubblica una statistica:

“In Italia ci sono 545 monasteri femminili con settemila donne che

hanno scelto la vita contemplativa.

447 giovani donne entrate in clausura come “postulanti”, il primo passo.

268 le novizie contro le 232 entrate cinque anni prima. Le testimonianze raccontano spesso di donne colte, laureate, professioniste”.

Seguono due brevi interviste - testimonianza richieste vie e-mail dal “Corriere della sera”, guarda caso, a sr. M. Antonella, priora del monastero domenicano di Bergamo, e alla nostra sr. M. Giovanna, maestra di formazione delle giovani. Lo stesso Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, afferma che ”mai come in questi anni è cresciuta l’attenzione verso l’universo della taciturnitas, il silenzio.”

Del resto, il successo del film “Il grande silenzio”, girato nel monastero della Grande Chartreuse di Grenoble, lo conferma.

L’abbadessa del monastero “Mater Ecclesiae”, Annamaria Canopi, ci dice che “le vocazioni contemplative crescono in una società satura di frastuono, di superficialità e anche di volgarità”.

Le monache domenicane nel mondo sono 3000 in 237 monasteri.

(13)

La lettura del testo sacro può essere un’esperienza veramente trasformante: questo auguriamo a quanti di voi hanno intrapreso l’avventura della lettura continua della Bibbia, da noi proposta sin dallo scorso numero di Picco- le Luci. Per cercare di penetrare sempre più profondamente il te- sto biblico, però,

è importante non dimentica- re alcuni aspetti essenziali che ci inseriscono in una comprensio- ne che sia vera- mente autentica.

Innanzitutto, è necessario ri- cordare che la Sacra Scrittura ha un caratte- re unitario: nei passi ambigui del testo biblico, perciò, laddo- ve il messaggio s e m b ra p o c o

chiaro, sarà utile spiegare la Scrittura con la stessa Scrittura, andando a quei brani maggior- mente chiari che possono aprire alla comprensione. Cristo stesso

lesse la Scrittura con la Scrittu- ra: alcuni testi biblici assumono, nella lettura che ne fece Gesù, un significato nuovo, cui il cristiano deve attenersi. La lettura che gli autori del Nuovo Testamento, poi, fecero degli eventi pasquali, è il- luminante circa gli stessi vangeli e i detti e le opere di Cristo. Leg-

gere la Scrittura aiutandosi con la stessa Scrittu- ra è, dunque, un primo, importan- te passo verso la giusta compren- sione della stes- sa. La lettura che la Bibbia fa di se stessa deve esse- re accolta con un assenso di fede.

Essa deve esse- re una guida nel presentare anche agli altri il mes- saggio evangeli- co nella sua au- tenticità, in ogni tempo. Se, poi, nella Sacra Scrit- tura vi sono varie interpretazioni di uno stesso evento, ognuna di esse deve essere considerata e nessuna è mai esclusiva.

C O M E L E G G E R E L A SAC R A S C R IT TU R A

2008 settembre - dicembre | numero 3| 13

(14)

La Bibbia deve essere let- ta, inoltre, in sinu Ecclesiae. La Tradizione non può mai essere messa da parte nella lettura del testo sacro: di esso, infatti, è autore lo Spirito Santo il quale, per promessa divina, è stato tra- smesso al Collegio degli aposto- li. Perciò, solo all’interno della Tradizione può essere fatta una lettura autentica della Bibbia.

Ma cosa è la Tradizione? Essa ha avuto origine con gli apostoli e si sviluppa nel corso dei se- coli sotto la guida dello Spirito Santo attraverso gli organi che la rappresentano. “In essa cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse”

(DV 9)

. La trasmis- sione della Tradizione avviene, dunque, attraverso i Padri del-

la Chiesa, il sensus fidei populi

christiani, lo sforzo dei credenti

nell’approfondire la Parola e il Magistero della Chiesa. I Padri della Chiesa sono coloro che ri- entrano in queste quattro carat- teristiche: santità di vita, fortezza di fede, antichità, approvazione della Chiesa. La loro autorità è massima quando essi concorda- no nell’interpretazione della Pa- rola. Particolare autorità hanno anche i Dottori della Chiesa, uo- mini e donne eminenti per dot- trina e santità: fra essi, la Chiesa pone al primo posto il domeni- cano S. Tommaso D’Aquino.

Quando, poi, il popolo cri- stiano crede all’unanimità, non può sbagliare, poiché esso, che è la Chiesa stessa, ha ricevuto l’unzione dello Spirito Santo: è questo il sensus fi-

dei populi christia- ni. L’infallibilità del

popolo cristiano si estende a quanto riguarda la fede e i costumi. Il Magi- stero della Chiesa ha spesso fatto ri- ferimento al sensus

fidei nel proclamare

un dogma. Grazie ad esso, i membri

“Non possiamo mai da soli leggere la Scrittura. Troviamo troppe porte chius e e scivoliamo nell’errore”

(15)

della Chiesa hanno la capacità di interpretare la Scrittura: una capacità diversa a seconda dei carismi ricevuti (sacerdoti, dia- coni, ministri della Parola, cri- stiani che pregano individual- mente ma restano uniti alla fede della Santa Chiesa). Tra tutti, i vescovi sono i primi testimoni e garanti della Tradizione.

La Scrittura deve essere letta tenendo sempre conto dell’ana- logia della fede, cioè della coe- renza delle verità di fede tra loro e nell’insieme della rivelazione.

Infine, ruolo fondamentale nell’interpretazione del testo bi- blico è quello svolto dal Magiste- ro della Chiesa, che è al servizio della Parola. Secondo il Concilio Vaticano II: “La funzione d’inter- pretare autenticamente la paro- la di Dio, scritta o trasmessa, è stato affidato al solo Magistero vivo della Chiesa, la cui autori- tà è esercitata nel nome di Gesù Cristo” (DV 10).

É importante, dunque, legge- re la Bibbia non dimenticando mai che essa non va soggetta alla nostra privata, individuale spiegazione: questa può esserci, ma solo dopo che avremo tenu- to conto degli insegnamenti de- gli organi della tradizione della

sr. Mirella Caterina op

“Non possiamo mai da soli leggere la Scrittura. Troviamo troppe porte chius e e scivoliamo nell’errore”

Benedetto XVI

Chiesa. Saremo, allora, certi di non tradire il messaggio di sal- vezza ma di accoglierlo diretta- mente dallo Spirito Santo, che ha promesso di rimanere sem- pre nella Sua Chiesa e di farla crescere nella comprensione del messaggio di salvezza.

Per approfondire:

leggi la Costituzione dogmatica

“DEI VERBUM” del Concilio Vaticano II 2008 settembre - dicembre | numero 3| 15

(16)

Grn Mattino Sera Grn Mattino Sera

1 1Re 3-5 Lc 22, 54-71 16 2Re 18-19 Gl 6, 1-21

2 1Re 6-7 Lc 23, 1-26 17 2Re 20-22 Gl 6, 22-44

3 1Re8-9 Lc 23, 28-38 18 2Re 23-25 Gl 6, 45-71

4 1Re 10-11 Lc 23, 39-56 19 Is 1-3 Gl 7, 1-31

5 1Re 12-13 Lc 24, 1-35 20 Is 4-6 Gl 7, 32-53

6 1Re 14-15 Lc 24, 36-53 21 Is 7-9 Gl 8, 1-20

7 1Re 16-18 Gv 1, 1-28 22 Is 10-12 Gl 8, 21-36

8 1Re 19-20 Gv 1, 29-51 23 Is 13-15 Gl 8, 37-59

9 1Re 21-22 Gv 2 24 Is 16-18 Gl 9, 1-23

10 2Re 1-3 Gv 3, 1-21 25 Is 19-21 Gl 9, 24-41

11 2Re 4-5 Gv 3, 22-36 26 Is 22-23 Gl 10, 1-21

12 2Re 6-8 Gv 4, 1-30 27 Is 24-26 Gl 10, 22-42

13 2Re 9-11 Gv 4, 31-54 28 Is 27-28 Gl 11, 1-17

14 2Re 12-14 Gv 5, 1-24 29 Is 29-30 Gl 11,18-46

15 2Re 15-17 Gv 5, 25-47 30 Is 31-33 Gl 11, 47-57

31 Is 34-36 Gl 12, 1-19

GIUGNO MAGGIO

Lectio divina

Grn Mattino Sera Grn Mattino Sera

1 Is 37-38 Gv 12, 20-50 16 Ger 7-8 At 2, 1-13

2 Is 39-40 Gv 13, 1-17 17 Ger 9-10 At 2, 14-47

3 Is 41-42 Gv 13, 18-38 18 Ger 11-13 At 3

4 Is 3-44 Gv 14 19 Ger 14-16 At 4, 1-22

5 Is 45-47 Gv 15 20 Ger 17-19 At 4, 23-37

6 Is 48-49 Gv 16, 1-15 21 Ger 20-22 At 5, 1-16

7 Is 50-52 Gv 16, 16-33 22 Ger 23-34 At 5, 17-42

8 Is 53-55 Gv 17 23 Ger 25-26 At 6

9 Is 56-58 Gv 18, 1-23 24 Ger 27-28 At 7, 1-19

10 Is 59-61 Gv 18, 24-40 25 Ger 29-30 At 7, 20-43

11 Is 62-64 Gv 19, 1-22 26 Ger 31-32 At 7, 44-60

12 Is 65-66 Gv 19, 23-42 27 Ger 33-35 At 8, 1-25

13 Ger 1-2 Gv 20 28 Ger 36-37 At 8, 36-40

14 Ger 3-4 Gv 21 29 Ger 38-39 At 9, 1-22

15 Ger 5-6 At 1 30 Ger 40-42 At 9, 23-43

piccole luci

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Grn Mattino Sera Grn Mattino Sera

1 Ger 43-45 At 10, 1-23 16 Ez 29-31 At 19, 21-41

2 Ger 46-48 At 10, 24-48 17 Ez 32-33 At 20, 1-16

3 Ger 49-50 At 11 18 Ez 34-35 At 20, 17-38

4 Ger 51-52 At 12 19 Ez 36-37 At 21, 1-14

5 Ez 1-3 At 13, 1-23 20 Ez 38-39 At 21, 15-40

6 Ez 4-6 At 13, 24-52 21 Ez 40 At 22

7 Ez 7-9 At 14 22 Ez 41-42 At 23, 1-11

8 Ez 10-12 At 15, 1-21 23 Ez 43-44 At 23, 12-35

9 Ez 13-15 At 15, 22-41 24 Ez 45-46 At 24

10 Ez 16 At 16, 1-15 25 Ez 47-48 At 25

11 Ez 17-19 At 16, 16-40 26 Os 1-4 At 26

12 Ez 20-21 At 17, 1-15 27 Os 5-8 At 27, 1-25

13 Ez 22-23 At 17, 16-34 28 Os 9-11 At 27, 26-44

14 Ez 24-26 At 18 29 Os 12-14 At 28, 1-15

15 Ez 27-28 At 19, 1-20 30 Gl 1-3 At 28, 16-31

31 Am 1-3 Rm 1

Grn Mattino Sera Grn Mattino Sera

1 Am 4-6 Rm 2 16 Zac 13-14 Rm 15, 1-20

2 Am 7-9 Rm 3 17 Mal 1-3 Rm 15, 21-33

3 Ov 1 Rm 4 18 Est-gr A-B Rm 16

4 Giona 1-4 Rm 5 19 Est-gr C-D 1Cor 1

5 Mi 1-3 Rm 6 20 Est-gr E-F 1Cor 2

6 Mi 4-5 Rm 7 21 Est-h 1-3 1Cor 3

7 Mi 6-7 Rm 8, 1-18 22 Est-h 4-6 1Cor 4

8 Na 1-3 Rm 8, 19-39 23 Est-h 7-10 1Cor 5

9 Ab 1-3 Rm 9 24 Gdt 1-3 1Cor 6

10 Sof 1-3 Rm 10 25 Gdt 4-6 1Cor 7, 1-24

11 Ag 1-2 Rm 11, 1-21 26 Gdt 7-9 1Cor 7, 25-40

12 Zac 1-3 Rm 11, 22-36 27 Gdt 10-12 1Cor 8

13 Zac 4-6 Rm 12 28 Gdt 13-14 1Cor 9

14 Zac 7-9 Rm 13 29 Gdt 15-16 1Cor 10, 1-13

15 Zac10-12 Rm 14 30 Tob 1-3 1Cor 10,14-33

31 Tob 4-6 1Cor11, 1-15

AGOSTO LUGLIO

2008 settembre - dicembre| numero 3|17

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Da Casatenovo Brianza sabato 14 settembre sono arrivati tutti insieme per far festa alla nostra consorella sr. M. Angela Perego, nel suo 50° di Professione nella vita contemplativa domenicana. Erano i suoi fratelli, le sue sorelle, le cognate, i nipoti ed i cugini che, insieme a noi hanno caldeggiato questa festa, perché cinquant’anni di fedeltà al proprio impegno di vita non sono uno scherzo. E questa sua fedeltà al Signore sr. M. Angela l’ha vissuta con tutto quello che il tempo le ha riservato di gioioso, di doloroso, di consolazione e di fatica. Essere fedeli a Dio e consegnargli la propria vita significa viverla in tutto nella Sua volontà, giorno dopo, giorno pronunciando piccoli e grandi ‘sì ‘.

Così esprime i suoi sentimenti di gratitudine sr. M. Angela:

“Fra i tanti doni che il Signore elargisce alle sue creature, a me come a tante altre anime, ha dato anche quello di seguirlo più da vicino. Sento che dovrò rendergli grazie in eterno.

Dopo cinquant’anni di vita monastica domenicana, posso e devo ringraziarlo per avermi sostenuta nel cammino concedendomi di restargli fedele. È la sua grazia che ha operato, perchè i nostri poveri sforzi umani son poca cosa. È Lui, il Signore che ci aiuta e ci guida con il suo amore.

Quindi, prima di tutto a Dio, datore di ogni bene, il mio grazie, ma voglio ripeterlo ai miei genitori che ora pregano per me in Cielo. Il mio grazie alle Consorelle che pure sono in Cielo: alle sorelle del monastero “Matris Domini” di Bergamo , che mi accolsero allo sbocciare della mia vocazione, e a quelle conosciute in seguito e con le quali ho vissuto in questo monastero di Pratovecchio. A tutte devo tanto per gli esempi veramente cristiani e religiosi che mi hanno dato.Grazie perciò alle

Un sì che che dura da cinquant’anni!

piccole luci

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due comunità che mi hanno permesso di realizzare la mia vocazione e di lodarlo e servirlo come meglio ho potuto nell’arco di questi cinquant’anni.

Voglio dire un grande grazie ai miei fratelli, alle mie sorelle, ai miei parenti per essermi stati così vicini in questo giorno. Essi mi hanno procurato una grande consolazione. Grazie a don Guido che ha celebrato l’Eucaristia e agli amici che hanno voluto condividere con noi questa mia ricorrenza.

Per tutti chiedo al Signore e alla Vergine Maria quale ricompensa, una grande benedizione.”

Un sì che che dura da cinquant’anni!

“ Cinquant’anni fa un piccolo SÍ plasmato prima nell’intimo del cuore.

Un SÍ inatteso, sentito quasi con stupore e paura;

perché hai scelto me, Signore?

Un SÍ silenzioso, come una sorgente quando sgorga dalla roccia.

Un SÍ che diventa impetuoso come un fiume in piena, e non lo puoi fermare.

Un SÍ capace di travolgere una vita intera; la tua vita, Suor Maria Angela!

Un SÍ che ti é costato un NO;

un no a tutto quello che é il mondo.

Ma tu hai avuto molto di più, hai detto SÍ

al RE DEL MONDO.

Cinquant’anni e ancora quel SÍ é per te

il primo, l’unico, il più importante e sarà così per sempre, in eterno!

Auguri, Suor Maria Angela e che Dio ti benedica.”

Ci piace ricordare, infine, le parole lette dalla sorella Luigia, a nome di tutta la famiglia, che abbiamo ascoltato con commozione al termine della celebrazione Eucaristica:

N

2008 settembre - dicembre | numero 3| 19

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L’8 dicembre 2008 ho ricordato il 25° della mia Professione Religiosa. Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa a ricordo del mio giubileo: richiesta imbarazzante, almeno per me, sia perché non amo la penna (fatto ormai risaputo da chi mi conosce), sia perché, ed è il motivo principale, un foglio di carta bianca è troppo grande per un’unica parola: grazie.

Sì, cosa potrei dire di più appropriato di questo? Potrebbe sembrare banale e scontato, tanto più che è una parola un po’ fuori moda e raramente usata, ma ciò che la rende bella è l’esperienza di vita da cui scaturisce: l’amore grande, tenero, forte e soprattutto gratuito di Dio che irrompe nella tua vita sbiadisce ogni parola umana.

Solo grazie

Quando ancora ero novizia, la comunità celebrò il 25° di suor Maria Angela; allora, un quarto di secolo era poco meno gli anni della mia età per cui l’evento aveva una risonanza abbastanza particolare ,tanto più che ero all’inizio della mia vita religiosa dove entusiasmo e fatica del cammino erano impegnati giornalmente a convivere in una “serrata battaglia”.

Sono passati, da allora, 25 anni e io sono sempre quel vaso di creta fragile che il Signore ha modellato con le sue mani. Ma ho imparato a considerare più il tesoro che racchiude che non il contenitore, ho imparato più a perdermi in questo tesoro che non a vincermi, e posso dire che ho trovato una felicità piena in tutto questo.

Il Signore chiama ciascuno per una strada diversa ma a tutti viene chiesto di dare credito al suo amore, alla sua Parola che diventa vita nuova in ogni cuore che liberamente la accoglie. Certo, il suo è un amore esigente che ci fa crescere nella nostra umanità e che non ci fa fuggire dai nostri problemi, dalle nostre difficoltà. Per questo , nell’invito che ho spedito ai miei amici e parenti ho voluto riportare una frase di Pierre Claverie

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op tratta dal libro “Memorie di un religioso anonimo”:

“Dio rispetta colui che ama anche nei suoi rifiuti e nei suoi abbandoni…Ma l’amore avrà l’ultima parola solo quando un uomo si alzerà per rispondere “Si”

alla chiamata. Se nessuno si alza per rispondere all’appello di Dio, l’umanità continuerà ad andare a rotoli senza che né Dio né l’uomo possano farci nulla. Il giorno in cui la chiamata di Dio è veramente ascoltata da un uomo che ha percepito fino a che punto la forza dell’amore può trasformare tutto, allora Dio fa di lui qualcuno che è mille volte più forte di tutte le potenze che l’uomo si costruisce per cambiare il mondo”.

In questa forza dell’amore la vita di ciascuno diventa vera, bella e capace di trasformare non solo la sua fragilità ma l’umanità, il

mondo; allora, celebrare il 25° di consacrazione deve diventare un grazie corale al Signore che rimane fedele alle sue promesse.

Grazie al Signore che mi ha chiamata, che mi ha donato la grazia della perseveranza; grazie al Signore per tutte le persone che ha posto sulla mia strada e che mi hanno aiutato a discernere la volontà di Dio, grazie anche a tutti coloro che in questi anni ho conosciuto per più motivi e che rientrano in quel piano provvidenziale dove la grazia del Signore opera quotidianamente, in cui tutto diventa dono di Dio!

Concludo con un pensiero di Madeleine Delbrèl :”Basterebbe credere che Dio esiste per far sì che donargli la nostra vita non sia un peccare per eccesso ma per insufficienza”.

Solo grazie

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É un volumetto di 80 pagine che abbiamo pubblicato e che dorrebbe essere il primo di una Collana che abbiamo chia- mato: “La conchiglia”.

I testi brevi, scritti da alcune di noi, di emozioni vissute e accompagnati da foto di luoghi noti e di vita nel monastero, aiuta chi legge ad andare, appunto, “oltre l’immagine”.

Una piccola “scuola” per ritornare ad essere capaci di co- gliere il senso delle cose e della vita che normalmente sfuggono al correre frenetico del nostro tempo.

“OLTRE L’IMMAGINE”

PRESENTAZIONE:

don Luigi Verdi EDITO da

“Arti Grafiche Cianferoni”

Si può richiedere:

al Monastero e

nelle Librerie Cattoliche (euro 8,00).

Acquistando “Oltre l’Immagine”

aiutate il “progetto Monastero”

Grazie.

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In occasione della g r a n d e f e s t a t r i e n n a l e d e l SS.mo Crocifisso patrono della Confraternita della Misericordia di Pratovecchio, nel nostro piccolo chiostro antistante la chiesa si é tenuta la mostra fotografica di Rosetta Zampedrini, membro del Club fotografico Clik di Flero (Bs).

La Zampedrini ha realizzato questa mostra con una serie di fotografie artistiche scattate in precedenza cogliendo momenti di vita della nostra comunità.

Ogni anno, infatti, la Zampedrini si cimenta in questa arte fotografica realizzando mostre dedicate all’8 marzo, cogliendo sempre aspetti nuovi sui valori di cui la donna é portatrice.

Q u e s t e m o s t r e l e trasferisce anche nelle città che ne fanno richiesta.

La nostra mostra, dal titolo “Invisibilidonnevisibili”, ha riscosso un notevole successo e ricevuto un buon numero di visitatori.

La mostra è rimasta aperta dal 5 al 9 settembre.

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Notizie dal Monastero

Cari amici, eccoci a voi con le nostre ultime notizie.

Sappiamo che queste sono le pagine che leggete per prime, curiosi di sapere che cosa é successo, quali avvenimenti ci sono stati. Bene, anche questo é segno del vostro interesse per noi, però vi preghiamo di leggere, magari piano piano anche le pagine precedenti, perchè anch’esse sono state pensate e scritte per condividere con voi molte cose interessanti.

La cronaca, dunque, inizia ai primi di settembre con la ormai tradizionale visita della signora Rosanna, cugina della Madre M. Rosaria, con la sua famiglia provenienti da Maleo (MI). Quest’anno ce l’abbiamo fatta a scattare la foto ricordo!

Durante le festa triennale del SS.mo Crocifisso, patrono della Confraternita Misericordia di Pratovecchio, é venuto a farci visita il nostro Vescovo Luciano che ci ha presentato a Sua Em. il Card. Piergiuseppe Vacchelli, ospite anch’egli della Festa del SS.mo Crocifisso. I due ospiti illustri si sono intrattenuti brevemente con tutta la comunità così che il Card. Vacchelli ci ha potuto parlare del suo nuovo gravoso incarico presso la Santa Sede, chiedendo di essere sostenuto dalla nostra preghiera. Egli, infatti, é stato recentemente nominato Segretario aggiunto della Congregazione per

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l’evangelizzazione dei popoli e Presidente delle opere Pontificie Missionarie. Prima d i l a s c i a r c i , h a avuto una simpatica conversazione con la Madre M. Rosaria, essendo entrambi originari della Diocesi di Cremona e quasi compaesani. I due Presuli hanno visitato anche la mostra fotografica esprimendo parole di compiacimento.

Sempre in questi giorni é uscito, fresco di stampa, un nostro volumetto dal titolo “oltre l’immagine”, Ed. Arti Grafiche Cianferoni - Stia: pagine che noi monache abbiamo realizzato, collaborando insieme con molta passione e mettendo su carta momenti ed emozioni di vita realmente vissuti. Invitiamo gli amici di “Piccole Luci a farcene richiesta, anche per sostenere il “Progetto monastero”.

Ci hanno fatto visita Angela e Rosa da Lecco, Nicoletta e fam. da Verona e coniugi Gobbo.

Il 13 settembre abbiamo fatto grande festa per il 50° di Professione della consorella Sr. M. Angela Perego (vedi pagine precedenti).

Il giorno 16 riceviamo una visita lampo della priora del Monastero di Asturias (Spagna) accompagnata da sr. Ranj, di origine indiana. Le sorelle erano in partenza per l’India dove stanno fondando il primo monastero domenicano nel Kerala.

Il mese di settembre ci hanno fatto visita tre Sorelle del monastero

“Matris Domini” di Bergamo: sr. M. Antonella, priora, sr M. Auxilia e sr.

M. Giacinta. Sono venute per conoscere più da vicino e fraternizzare con le due sorelle nigeriane che sarebbero state loro ospiti a breve scadenza.

Sono stati momenti di gioiosa fraternità e di condivisione molto belli durante i quali abbiamo anche preso in considerazione i problemi e le speranze di un prossimo futuro.

Il 7 ottobre, Festa della B.V. del S. Rosario, abbiamo aperto la porta del Monastero e soprattutto il nostro cuore alla giovane Paola Gobbo di Vergiate (Va) che ha dato così inizio all’anno di postulandato. Paola era

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accompagnata dai genitori, dal fratello Stefano, da Don Marco Zappa e da pochi amici.

Ci hanno visitato la fam. Meda Paolo da Cernusco sul Naviglio (Mi) , coniugi Pierazzoli, Luca da Roma.

Il giorno 11 sr. Genevive e sr. Philomina, le due giovani sorelle nigeriane che molti nostri amici hanno conosciuto, hanno lasciato la nostra comunità per trasferirsi presso la comunità di Bergamo dove continueranno la loro formazione contemplativa domenicana.

Naturalmente hanno lasciato un po’ di vuoto ma ci consola il fatto che tornando in Nigeria saranno anche loro fra le monache fondatrici del primo monastero domenicano di Nigeria.

Presso la Comunità di Bergamo sr. Martina ha frequentato un corso per la decorazione delle candele.

Giovedì 30, alle ore 21, sr. M. Lucia ha tenuto ai laici intervenuti, un primo incontro di approfondimento sulle Lettere di S. Paolo. Gli incontri sono stati programmati per celebrare anche noi l’anno paolino. Al tempo stesso continuano ogni mese anche una “Veglia di S. Maria della Neve”

che svolge lo stesso tema paolino sotto forma di “Lectio divina” seguita da un momento finale di adorazione eucaristica.

Il 7 novembre sr. RosMaria ha rinnovato la sua Professione.

P. Wojciech Surówka op, confratello polacco venuto dall’Angelicum di Roma ha concelebrato l’Eucaristia.

Il 7-8-9 novembre sr. M. Giovanna partecipa a Roma ad un incontro di formazione per i Formatori della

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famiglia domenicana in Italia.

Il 9 novembre la Fraternita dei Laici domenicani ha eletto la nuova priora nella persona della sig.ra Annamaria Cavigli.

Auguri di buon lavoro a tutta la Fraternita!

Il 21 Novembre, “Giornata pro’ orantibus”: sr. Mirella Caterina ha rinnovato la sua Professione. Hanno concelebrato Don Guido con i due amici sacerdoti di sr. Mirella, don Alessio Deriu e don Giuseppe Virgilio entrambi di Sassari.

I l 2 9 s e ra l ’ a m i c a Annamaria ci ha fatto la sorpresa di accompagnare al Monastero il noto attore

Giulio Scarpati ospite del teatro Antei di Pratovecchio: L’attore ci é noto come interprete delle fiction televisive su “Don Zeno Saltini”, “Don Di Liegro ecc ”. Si é presentato a noi con molta semplicità e cordialità.

Nelle domeniche 30 novembre e 7-21

dicembre abbiamo partecipato al mercatino di Pratovecchio con i nostri prodotti: le candele decorate, le icone, i biglietti augurali, le statuine, i ricami, ecc. Abbiamo partecipato grazie ad alcune persone amiche che ci hanno stimolato a farlo e perché loro stesse hanno dato la loro disponibilità a stare presso il banco di vendita. Dobbiamo davvero dire grazie a Patrizia e Grazia Puri, ad Annamaria Cavigli, a Mariarosa Fani ad Anna Morelli che hanno speso per noi questo tempo sfidando anche il freddo intenso di quelle giornate. Ma un grazie lo vogliamo dire anche a Nunziatina, ad Agnese, a Liliana che ci hanno offerto più volte gli ottimi panini fritti che preparavano e vendevano in piazza. A tutte queste persone amiche il nostro grazie e la nostra riconoscente preghiera.

L’8 dicembre ci ha immerse in un altro bel giorno di festa. Infatti, oltre che a solennizzare la Vergine Immacolata abbiamo anche celebrato il 25° di professione della nostra Sorella sr. M. Lucia Manfredi (vedi pagine

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precedenti)

Il giorno 15 e 16 dicembre don Giuseppe e don Alessio ci hanno predicato due giorni di Ritiro spirituale in preparazione al S. Natale. Un tempo utile e piacevole che ci ha stimolate a vivere con sempre maggiore impegno la nostra vita di fede. Un grazie di cuore a don Giuseppe e a don Alessio.

Il 20 dicembre abbiamo ospitato un gruppo scouts di Pontassieve accompagnato da Francesco Pini, nipote di sr. M. Lucia. Questo ha voluto incontrare alcune nostre sorelle più giovani per uno scambio di esperienze e poi ha celebrato il Vespro con la Comunità.

L’anno si é chiuso con l’ormai tradizionale “Veglia di capodanno”

preceduta da tre giorni di spiritualità. Gli ospiti hanno fatto il tutto esaurito della nostra foresteria. I momenti di riflessione sul “senso della vita che scorre” si sono rivelati interessanti e hanno suscitato il dibattito fra i partecipanti. Alternando con qualche passeggiata gli ospiti hanno partecipato alle nostre Liturgie ed é pure stato dato spazio per incontri personali. Il tutto é culminato nella Veglia della notte di fine anno e l’inizio di quello nuovo. Alla Veglia, che é si é protratta per un’ora e mezza circa, ha partecipato anche il Proposto di Pratovecchio, don Guido. Naturalmente gli ospiti hanno concluso il tutto con un brindisi all’anno nuovo in un clima di fraternità e tanta allegria.

Di tutto rendiamo grazie a Dio.

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L E C T I O D I V I N A

Sr. Martina ha guidato la “Lectio divina” con i nostri ospiti, rimasti an- cora alcuni gioni dopo la Veglia di Capodanno, sul brano del Vangelo dell’Annunciazione(Lc 1,26- 38).

Ecco alcuni passi delle eco che ci sono state.

TATIANA: “Mi hanno colpito le parole “nulla é impossibile a Dio” È vero. Volendo Dio potrebbe presentarsi a noi anche ades- so e distruggere questo mondo per fare giustizia, per giudicare vivi e morti, perché tutto é nelle sue mani. Mi vengono in mente persone che hanno ricevuto una grazia e guarire e vivere ancora per tanti anni, quanto tempo il Signore vuole. Dio sa amarci da Dio. Il vero amore vie- ne da lui e nessun uomo é capace di amarci così. Personalmente credo che nell’arco della mia vita Dio mi ha sempre accompagnata. Più volte ho cercato di scappare da lui, ma non é stato possibile. Lui mi ha sempre seguita”.

DANIELA,una mamma:

“Mi ha colpito la frase “ Maria si domandava che senso avesse un tale saluto”. La Vergine Maria é il soggetto, é la protagonista di questo chiedersi. Sono rimasta particolarmente attratta per tre motivi: Il primo é perchè mi fa pensare a come lo Spirito Santo può suscitare in ogni soggetto delle sue attenzioni, un contesto di movimen- to, un desiderio di fare qualcosa, indurre a pensare e riflettere più a fondo.

Dio ci invita a uscire, a superare ogni tentazione di passività, di mollezza, di pigrizia mentale. Il secondo motivo é il senso delle cose, il senso di ciò che accade. Ognuno di noi possiede la ragione, cioé la facoltà di mettere a frutto, di operare con gli strumenti di cui può disporre la propria intelligenza. Per me é importante sforzarmi nel cercare e dare risposte ai “perché” pur con umile ragionevolezza.

TATIANA:

Dio” È vero. Volendo Dio potrebbe presentarsi a noi anche ades so e distruggere questo mondo per fare giustizia, per giudicare vivi e morti, perché tutto é nelle sue mani. Mi vengono in mente

DANIELA,

“Mi ha colpito la frase “ Maria si domandava che senso avesse un tale saluto”. La Vergine Maria é il soggetto, é la protagonista di questo chiedersi. Sono rimasta particolarmente attratta per tre motivi: Il primo é perchè mi fa pensare a come lo Spirito Santo

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C h e i l n u o v o a n n o s i a p e r t u t t o i l m o n d o , p e r t u t t e l e f a m i g l i e , p e r t u t t e l e s i n g o l e p e r s o n e u n a n n o d i p a c e , u n a p a c e c h e p e r ò v a c e r c a t a i n D i o , l ’ u n i c o c h e l a p u ò d a r e .

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Il terzo motivo é la “semplicità” di Maria. Un atteggiamento composto in un contesto innegabilmente eccezionale. Lo stupore e anche il turbamento ma senza paura. Nessun spavento. Maria ha acquisito familiarità con Dio, l’ha saputa coltivare giorno dopo giorno in un rapporto sempre più profondo. Ha perseverato nella fede e questo l’ha portata a sentire e a distinguere chi c’era nel suo cuore.

BRUNO, un papà: “Ti saluto piena di grazia il Signore è con- te” é il brano che mi ha colpito. Racchiude in sè un grande significato, cioè quanto é importante Maria per Dio. Maria ha in mano il destino dell’umanità e dicendo il suo “sì”, in quel mo- mento si compie il destino di miliardi di persone, dell’umanità.

Il Signore é con Maria sempre e per questo noi dobbiamo affidarci a lei con le nostre preghiere. Il Signore le ascolta sempre e quindi noi possiamo essere sicuri di essere esauditi chiedendo l’intercessione di Maria”.

CLAUDIA: “Mi ha colpito “L’Angelo disse a Maria: Rallegrati, o piena di grazia, il Signore é con te.” In particolare “il Signore é con te”, ha per me un significato profondo. Anche a me Dio dice che non mi abbandonerà mai, che non mi perde mai di vista, mi tiene per mano e mi accompagna per la giusta strada. Credo che il Signore mi abbia dato questa frase perchè io mi senta sicura che, soprattutto quando sono in solitudine o in difficoltà, lui c’é sempre”.

MANUELA:“Non temere” l’ho sentito come un invito da parte di Gesù ad abbandonarmi totalmente a lui senza nessun tipo di preoccupazione o angoscia. Soprattutto per me significa non avere paura di Dio, del suo amore, di ciò che lui é”.

ANGELA :“Con il “nulla é impossibile a Dio ho meditato sulle vie del Signore che non sono le nostre vie. Le vie di Dio sono mi- gliori delle nostre anche se a noi non sembra così. L’affidamento alla volontà di Dio é ciò che ne consegue. Il Signore ci conosce meglio di noi stessi. Mi ha fatto riflettere anche sulla fede che a volte non abbiamo, la fede che fa spostare le montagne, per cui possono ve- ramente accadere i miracoli se noi crediamo che nulla é impossibile a Dio”.

BRUNO,

te” é il brano che mi ha colpito. Racchiude in sè un grande significato, cioè quanto é importante Maria per Dio. Maria ha in mano il destino dell’umanità e dicendo il suo “sì”, in quel mo mento si compie il destino di miliardi di persone, dell’umanità.

CLAUDIA:

o piena di grazia, il Signore é con te.” In particolare “il Signore é con te”, ha per me un significato profondo. Anche a me Dio dice che non mi abbandonerà mai, che non mi perde mai di vista, mi tiene per mano e mi accompagna per la giusta strada. Credo che il Signore

MANUELA:

di Gesù ad abbandonarmi totalmente a lui senza nessun tipo di preoccupazione o angoscia. Soprattutto per me significa non avere paura di Dio, del suo amore, di ciò che lui é”.

ANGELA :

vie del Signore che non sono le nostre vie. Le vie di Dio sono mi gliori delle nostre anche se a noi non sembra così. L’affidamento alla volontà di Dio é ciò che ne consegue. Il Signore ci conosce meglio di noi stessi. Mi ha fatto riflettere anche sulla fede che a

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R I N G R A Z I A M O P E R L E O F F E R T E A L L A C O M U N I T À E A “ P I C C O L E L U C I ”

Mechi - Perego L. - Parolini -Porro - Porcu - De Santi -Mazzoleri -Franzoni - Leardi -Mattoni - Scaramella -Manara -Acciai - Caremani - Rimoldi - Berti - Morzenti - Mazzone - dall’Asta - Pardi - Figlie della sapienza - Livi - Riva - Bollo - Barbonaglia - Domenicane di Genova - Brivi - Ciabattini A.

- Bucchi -Sala E. e M. - Cappelletti - Rocchi - Franzesi - Detti -Manfredi N. - Arena - Battaglia - Mo- nache S. M. del sasso - Cenni - Compagnoni -Bianconi - Suore Piccola Miss. - Zanoni - Lanzeni don A. - Ciabattini A. -Tagliabue -Bossi - manfredi G. - Parr. Maggianico -Vannini - Gozzi - Gandini - don Bevilacqua - Roda - Brunazzo -Gobbo N. - Suore Inf. S. Carlo, Seveso - Cogliati - Tasselli - Farina - Tagliabue - Francalanci - Fabbri - Albiero - Mellera - don Edoardo - Sabbadin - Lucchetti -Roberto marco - Caso - Gotti - Miss. della Scuola - Milia, Ant. Lus. - Beretta - Ist. Divino zelo - Spingardi E. - Morelli - Paris - Gandini -Carta - Porcu - Revello - Piantini L. - Cianferoni - Bausardo -Ghezzi - Vernizzi -Baldi -Fresu -Bonasio - Losa - Dall’ora D. - Don Mario Soci - Gambineri - Vincentini - Spigliantini - Lupini - Moroni - orlandi - Gruppo P.Pio - Masetti - Giuliani A. - Giuliani R. - Perego E. - Bertoglio - Pennati - Pozzato - Martelli Caini - Cannavò - Ricci - Gozzi- Fabbri - Piacentini - Colloi (fino al 31-12-2008)

“ P R O G E T T O M O N A S T E R O ”

Gobbo - Castellan -Paganucci - Buzzetti - Gozzi

Desideriamo inoltre ringraziare tutti coloro che anche in occasione delle feste natalizie ci hanno beneficato con doni naturali , fiori, con un biglietto augurale o una telefonata segno del loro ricordo e della loro amicizia.

Per tutti chiediamo a Dio una larga ricompensa Comunichiamo a parenti ed amici che nell’osservanza

delle nostre Costituzioni,

nel tempo di Quaresima ci é chiesto un clima di maggior silenzio e raccoglimento.

Pertanto in questo periodo normalmente non riceviamo visite

e l’uso dei mezzi di comunicazione é riservato a casi di urgente necessità.

Dall’8 al 15 marzo avremo gli Esercizi Spirituali.

Per ogni necessità rivolgersi alla Priora

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