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MISURE ANTI-COVID: LE INIZIATIVE DAL BASSO

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Academic year: 2022

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scanner

DI IOLE MARIA GIANNATTASIO, MONICA SARDELLI, BRUNO ZAMBARDINO

MISURE

ANTI-COVID:

LE INIZIATIVE DAL “BASSO”

Nei precedenti articoli di Scanner nell’era Coronavirus ci si è soffermati principalmente sulle iniziative istituzionali per far fronte all’emergenza sanitaria e alla grave crisi economica e occupazionale che ha investito tutta la filiera dell’audiovisivo. In questo numero si renderà conto, in- vece, delle numerose iniziative dal basso, ovvero provenienti dall’in- dustria audiovisiva, che ha mostrato di saper affrontare questa difficile situazione con grande vitalità e spirito di adattamento.

Le industrie audiovisive hanno particolarmente sofferto dell’imposi- zione del distanziamento sociale, avendo dovuto sospendere le ripre- se e rimandare la distribuzione delle opere: i cinema, in particolare, sono stati costretti a chiudere i battenti durante la crisi e molti, in di- versi paesi, non sono ancora in grado di riaprire. Le aziende del settore cinematografico e audiovisivo hanno reagito a queste sfide sia indivi- dualmente che collettivamente, attraverso le associazioni di categoria di appartenenza, invocando politiche, finanziamenti e sussidi ad hoc e richiedendo flessibilità nel rispetto degli obblighi di tassazione o nel pagamento dei contributi previdenziali, proroga delle scadenze e pub- blicazione di linee guida.

L’analisi delle misure anti-Covid nel settore audiovisivo effettuata dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo ha individuato circa 80 azioni adottate a livello sovranazionale dalle associazioni di settore, or- ganizzazioni e società private in 18 paesi europei. Le azioni sovranazio- nali, ad opera principalmente delle associazioni industriali e organizza- zioni paneuropee, si sono concentrate su policy making e sul sostegno a libertà di espressione e informazione. A livello nazionale le azioni hanno messo l’accento sul sostegno degli artisti, creativi e aziende, con particolare attenzione a PMI e lavoratori autonomi, tramite nuovi fondi o sovvenzioni di emergenza e sulla pubblicazione di linee guida opera- tive, FAQ, numeri di assistenza per aziende e lavoratori.

L’Osservatorio Europeo dell’Au- diovisivo, inoltre, ha realizzato un breve documentario “The ef- fects of COVID-19 on the film, TV and VOD industries in Europe”, disponibile su YouTube, inter- vistando i rappresentanti delle principali associazioni.

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Iniziative cross settoriali

Tra le iniziative cross settoriali, il 23 aprile 2020, più di 110 azien- de e associazioni paneuropee e nazionali hanno firmato un “Co- vid-19 Statement” dichiarazione congiunta del settore cinemato- grafico e audiovisivo che, preve- dendo che gli effetti della crisi si protrarranno a lungo, sollecita l’Unione Europea e gli Stati mem- bri ad elargire immediatamente un sostegno finanziario al fine di salvaguardare l’ecosistema e il fu- turo del settore. La dichiarazione sottolinea l’importanza del setto- re per l’economia e il mercato del lavoro e il ruolo significativo che può svolgere nell’auspicabile pro- cesso di ripresa dei prossimi anni.

Evidenzia inoltre alcune specifi- cità settoriali da prendere in con- siderazione nelle misure da adot- tare, come i suoi cicli economici irregolari o il gran numero di PMI e liberi professionisti coinvolti a diversi livelli. La dichiarazione è stata firmata, tra l’altro, da asso- ciazioni industriali europee come ACT, EPC, FERA, FIAPF, MPA e UNIC; associazioni e istituzioni nazionali, comprese le associa- zioni di produttori (PROCIREP, VOFTP, ecc.), le associazioni di registi (DSR, Directors UK o LKS) e le associazioni di scrittori (Wri- ters Guild of Ireland and Swe- den); organizzazioni di gestione collettiva come SGAE, SACD e Kopiosto; e società private come MediaPro, Kaleidoscope Home Entertainment e Premier League.

Pochi giorni dopo, il 5 maggio 2020, 78 organizzazioni e associa- zioni culturali europee (compre- so il settore audiovisivo) hanno firmato lo “Europe’s Cultural and Creative Sectors Call for Ambi- tious EU Budgetary Measures to get through the Covid-19 Crisis”.

Sottolineando l’importanza del- le industrie culturali all’interno dell’Unione Europea (contribu- iscono al PIL con 509 miliardi di euro e rappresentano il 7,5%

della forza lavoro), i firmatari si concentrano su due aspetti della questione: da un lato, garantire il sostentamento dei creativi e

i lavoratori nei settori creativi e culturali (indipendentemente dal tipo di contratto) e, dall’altro lato, garantire che i programmi e le mi- sure esistenti e previste dall’UE tengano conto in particolare del loro settore. A tal fine, chiedono un aumento del bilancio del pro- gramma Europa Creativa 2021- 2027 e considerano la proposta del Parlamento Europeo di 2,8 miliardi di euro (il doppio rispetto al programma precedente) il mi- nimo in questi tempi di crisi. Inol- tre, chiedono che quelli culturali

e creativi siano inclusi tra i settori prioritari nel Recovery Fund pia- nificato e un budget consisten- te per il nuovo cluster “cultura, creatività e società inclusiva”

all’interno di Horizon Europe, il programma quadro per la ricerca e innovazione dell’Unione Euro- pea con una dotazione proposta di 100 miliardi di euro. Allo stes- so modo, richiedono una dota- zione più elevata e una maggiore flessibilità dello strumento di garanzia dei prestiti per i settori culturali e creativi nell’ambito del futuro programma Invest UE

(che riunirà il Fondo europeo per gli investimenti strategici e altri 13 strumenti finanziari UE esistenti) e che i fondi struttura- li raggiungano adeguatamente i settori culturali e creativi.

Molte misure nazionali hanno assunto la forma di nuovi fondi o piani destinati a compensare le perdite dovute alla crisi. In alcuni casi, comprendono il più ampio settore culturale, come nel caso del Covid-19 Fonds per artisti e manager culturali istituito in Au- stria dal Künstler-Sozialvers-

icherungsfond (Fondo di previ- denza sociale per artisti) e dotato di 5 milioni di euro per sostenere artisti e mediatori culturali, con un massimo di 1.000 euro in una prima fase. Una linea analoga è stata adottata da Arts Council England, che ha istituito un fon- do di sostegno con un budget di 20 milioni di sterline (22,3 milioni di euro) per i lavoratori del settore culturale (dalla musica, al teatro alle arti visive), tra cui artisti, cre- ativi e lavoratori autonomi, con borse individuali fino a 2.500 ster- line (2.780 euro) a persona.

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Ripartono i set, ma con cautela

Otto associazioni internazionali nel campo della produzione ci- nematografica e televisiva (CEPI, FIA, Animation in Europe, Eu- rocinema, FIAPF, FERA, FSE e UniMei) hanno sottoscritto una dichiarazione intitolata “Combat- tere la crisi globale COVID-19 nel settore della produzione cinema- tografica e televisiva”, invitando le organizzazioni internazionali, i governi nazionali e gli organismi di finanziamento ad agire per ri- spondere alla crisi Covid-19 soste- nendo le imprese e i lavoratori del settore. In particolare, i firmatari esortano i governi a includere, tra gli aiuti generali, misure specifi- che per il settore. Tra queste, un riadattamento del regime fiscale per le imprese e i lavoratori; il rin- vio del pagamento dei contributi previdenziali; risposta ai recla- mi assicurativi relativi a riprese interrotte e a danni dovuti alle misure di sicurezza eccezionali;

adattamento delle regole di fi- nanziamento pubblico alla nuova

realtà; un risarcimento per la so- spensione dei circuiti theatrical.

Altra richiesta riguarda le misure relative al lavoro, che dovrebbero coprire tutti i tipi di occupazione nel settore, compresi freelance e autonomi. Devono essere garan- titi il diritto alle ferie ed estese la disoccupazione e i benefici sociali per far fronte alla crisi. Ancora più importante, il documento racco- manda di adattare le misure per il lavoro a breve termine per ridurre al minimo la disoccupazione cor- relata al Covid-19.

Inoltre, l’European Producers Club (EPC) ha proposto un pia- no di emergenza in 10 punti per l’industria cinematografica e au- diovisiva europea, con azioni de- dicate ai progetti a seconda dello stato in cui si trovavano i lavori all’inizio della crisi (completati ma inediti, riprese interrotte e progetti in fase sviluppo). Le pro- poste includono, tra l’altro, piani per compensare le perdite al bot- teghino, in pre-vendita e fase pro- mozionale; flessibilità delle regole relative alle finestre di rilascio; il rinvio degli obblighi contrattuali

nei confronti degli stakeholder, delle tasse e dei contributi pre- videnziali; disponibilità di fondi pubblici e prestiti senza interessi per consentire alle aziende di pa- gare dipendenti e fornitori.

In preparazione della ripresa dei set, le associazioni del settore e le agenzie cinematografiche di di- versi paesi hanno pubblicato linee guida per la sicurezza durante le riprese. L’European Film Com- missions Network (EUFCN), in- sieme all’Istituto europeo per la salute e la sicurezza nell’industria cinematografica, ha pubblicato le linee guida sulla Protezione dai rischi contro il contagio di SARS-COV-2 durante le ripre- se – Regole di sicurezza di base e ha tenuto traccia dei protocolli adottati da diverse agenzie cine- matografiche in Europa. Le linee guida dell’EUFCN raccomanda- no che i dispositivi di protezio- ne individuale quali respiratori, guanti e maschere, e i test Co- vid-19, siano resi disponibili per tutti e smaltiti in modo sicuro.

Inoltre, dovrebbero essere forni- ti strumenti per la disinfezione

personale e organizzati punti di disinfezione. Andrebbe ben orga- nizzata la disposizione degli spa- zi. Il catering dovrebbe essere da asporto, e andrebbe considerata anche la necessità di spazio du- rante i pasti per rispettare le rego- le di distanziamento sociale. Ogni produzione dovrebbe avere una valutazione del rischio e un piano di attuazione e comunicare ade- guatamente (attraverso briefing, pannelli informativi, ecc.) a tutti i membri di cast e crew le norme di sicurezza. Le misure per fronteg- giare possibili contagi dovrebbero essere coordinate da uno specia- lista della sicurezza cinemato- grafica o da un responsabile della salute e sicurezza. Anche in Italia, in visto della riapertura dei set di fine giugno è stato elaborato un Protocollo per la tutela dei la- voratori del settore cineaudio- visivo frutto di un confronto tra le varie parti in causa – organizzazio- ni dei lavoratori, degli artisti, delle imprese di produzione cinemato- grafica e audiovisiva, degli autori – e che riguarda tutte le fasi della lavorazione delle opere.

CEPI EPC FIA

ANIMATION IN EUROPE

EUROCINEMA

FIAPF FERA FSE UNIMEI

ASSOCIAZIONI INTERNAZIONALI NEL CAMPO

DELLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA E TELEVISIVA

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Distribuzione post Covid

In una nota stampa rilasciata il 20 aprile 2020, le principali asso- ciazioni europee di distribuzione FIAD (Federazione internaziona- le delle associazioni di distributo- ri di film) ed Europa Distribution sottolineano come il blocco abbia colpito particolarmente il loro settore, con i cinema costretti a chiudere, rinviando il rilascio dei film. Ciò non ha solo avuto un impatto economico, ma quando i film dovranno competere nel pre- vedibilmente sovraffollato mer- cato post-crisi, potrebbe essere messa a rischio la diversità cultu- rale nel suo insieme.

Oltre alle manovre volte a pre- servare l’ecosistema europeo delle industrie cinematografiche e audiovisive, le organizzazioni di distributori richiedono misure specifiche a livello sia nazionale che europeo. Le misure nazionali suggerite si basano su quelle già attuate da alcuni paesi e percepi- te come esempi di best practice;

includerebbero aumento e paga- mento anticipato dei sussidi per le società di distribuzione; ulte- riore supporto per compensare le perdite causate dal rinvio dei rila-

Le sale dicono “no”

alla revisione delle finestre di rilascio

La revisione delle finestre di rila- scio danneggerebbe, secondo la visione degli esercenti, proprio le sale cinematografiche, che, oltre alle perdite economiche, rischia- no una potenziale disaffezione del pubblico a causa della chiusu- ra prolungata dei cinema.

La chiusura di cinema è stata si- curamente la manifestazione più palese della crisi causata dall’e- mergenza sanitaria. Se in Italia dal 15 giugno è stata possibile una graduale riapertura, che tuttavia ha coinvolto un numero bassis- simo di sale, circa il 10%, ovvero 400 schermi su un totale di 4.000 (nella seconda metà di luglio sia- mo saliti al 18% delle sale, sebbene il 50% del mercato sia costituito dalle arene estive) nel resto del mondo la situazione continua a rimanere fuori controllo. In par- ticolare, nei due principali mer- cati mondiali: negli Stati Uniti le riaperture si fanno sempre più difficili da prevedere; in Cina, dove tutto è iniziato, le sale sono rimaste chiuse ben sei mesi e dal 20 luglio sono state programmate caute riaperture solo nelle zone del paese a basso rischio.

Si è più volte ribadito come il 2019 sia stato un anno d’oro per il cinema europeo. Un manife- sto pubblicato il 25 maggio 2020 dall’UNIC (Unione internaziona- le dei cinema), che rappresenta le associazioni e gli operatori del settore cinematografico euro-

peo, ha enunciato le dimensioni e l’importanza del settore a livel- lo europeo, che ha generato 8,5 miliardi di euro (1,35 milioni di ingressi) nel 2019 attraverso i suoi 42.000 schermi. La stragrande maggioranza di questi cinema è stata costretta a chiudere a causa della crisi. Oltre ad evidenziare alcune delle proposte rivolte a tutte le industrie cinematografi- che e audiovisive elencate nella Dichiarazione congiunta del 23 aprile (cfr. supra paragrafo sulle iniziative cross settoriali), l’UNIC ha proposto alcune misure spe- cifiche per il settore dei cinema.

Tra queste, ha richiesto un’acce- lerazione nel pagamento dei fi- nanziamenti pubblici in sospeso e, ove applicabile, la sospensione di qualsiasi imposta o contributo che i cinema sono tenuti a pagare ai fondi cinematografici, insieme al differimento del pagamento di eventuali importi in sospeso alle società di gestione collettiva generati durante la chiusura. L’U- NIC ha anche chiesto una colla- borazione congiunta nel settore per generare coinvolgimento del pubblico e lanciare campagne di riapertura. Inoltre, l’UNIC ha pubblicato una nota in cui afferma che il rilascio dei film direttamen- te in VOD era da considerarsi una misura eccezionale giustificata nel contesto del confinamento e degli obblighi di allontanamento fisico che impedivano l’apertu- ra dei cinema, ma che non deve assolutamente portare alla revi- sione nel sistema delle finestre di rilascio dopo la crisi.

sci dei film; accesso al credito so- stenuto dal governo; il rinvio degli obblighi fiscali e previdenziali; il sostegno al mercato del lavoro, in particolare per i lavoratori auto- nomi; la flessibilità delle finestre di rilascio; il rafforzamento delle misure antipirateria.

A livello europeo, le associazioni dei distributori chiedono flessibi- lità nelle regole di finanziamento pubblico e un aumento del bud- get di Europa Creativa 2021-2027.

A loro avviso, dovrebbe essere data priorità alla lotta alla pira- teria online. Alcune associazioni nazionali, come il Syndicat de Di- stributeurs Indépendents, (SDI) e UniversCiné, in Francia, si sono unite per rilasciare film su VOD, allentando le regole riguardanti le finestre di rilascio.

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La rivincita del VOD

Con le sale chiuse e la gente in casa, gli operatori VOD hanno visto impennare gli abbonamen- ti. GFK Italia per Univideo ha rilevato che durante il lockdown il tempo speso nella fruizione di video digitale è cresciuto del 73%, con un +30% del tempo speso a consumare contenuti video su piattaforme digitali e +20% attra- verso la tv lineare. Tali aumenti sono rimasti anche al termine del lockdown, con un +38% sul consumo totale di video, grazie al +19% su piattaforme digitali, men- tre il consumo di tv lineare è sceso del 4%. La tendenza è confermata anche nel resto d’Europa.

Ad esempio, nel Regno Unito 4,6 milioni di famiglie hanno fruito di servizi SVOD durante il lock- down, con Netflix e Amazon Pri- me assieme che rappresentano poco meno di 20 milioni di ab- bonamenti. Il lancio di Disney + il giorno prima del blocco del Regno Unito, ha sicuramente influito sulle sottoscrizioni al servizio.

Molti operatori hanno offerto up- grade gratuiti agli abbonati, perio- di di prova prolungati o persino servizi gratuiti a determinate con- dizioni al fine di attirare nuove iscrizioni. Ad esempio, Amazon Prime è stato offerto gratuitamen- te nella cosiddetta “zona rossa”

del nord Italia, prima che le misu- re restrittive fossero estese a tutto il paese. L’emittente franco-te- desca ARTE ha reso disponibile una varietà di contenuti culturali gratuiti sulla propria piattafor- ma VOD durante le chiusure, che comprendevano documentari, concerti dal vivo e danza.

Gli abbonamenti a Netflix sono aumentati in tutto il mondo di 15,8 milioni nel primo trimestre 2020 rispetto ai 9,6 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente per un totale di 182,8 milioni di abbo-

namenti complessivi. A marzo, Netflix ha annunciato la creazio- ne di un fondo da 100 milioni di dollari (88,6 milioni di euro) per supportare i lavoratori coinvol- ti nelle proprie produzioni, con l’obiettivo di tamponare la crisi fino all’attuazione dei sostegni del governo. Inoltre, ha donato 30 milioni di dollari (26,6 milioni di euro) a sostegno del cast e della troupe operativi nei paesi in cui la società ha una base di produzione rilevante. Queste donazioni sono state distribuite tra i fondi già atti- vi e, in mancanza di questi, hanno contribuito alla loro costituzione:

In Spagna, 1 milione di euro attra- verso il Ministero della cultura, Acción Cultural Española e Ac- cademia del cinema; in Francia, 1 milione di euro con Audiens; nel Regno Unito, 1 milione sterline con il British Film Institute; e in Italia, 1 milione di euro con l’Ita- lian Film Commissions.

La notizia che Netflix avrebbe destinato un milione di euro con l’obiettivo di fornire immediato supporto a maestranze e troupe dell’industria audiovisiva italiana ferme e in grave difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria è stata diffusa a inizio aprile. Dal 28 mag- gio all’11 giugno si è aperta una finestra per poter presentare do- manda di contributo forfettario di 800 euro destinato alle maestran- ze che dal 1° al 31 marzo erano collocate in produzioni di ricono- sciuta “rilevanza regionale”, che abbiano dovuto sospendere le riprese già iniziate oppure rinviato l’inizio a causa del confinamento o comunque dei possibili rischi della pandemia; altra condizione per accedere all’aiuto è che il la- voratore non avesse ancora com- pletato prima della sospensione delle riprese tutti i suoi giorni di collaborazione per la produzione.

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Effetto pandemia sulla tv lineare

Le emittenti pubbliche e private, in chiaro e a pagamento, hanno registrato, in questo periodo, un aumento degli spettatori, nono- stante l’inevitabile calo delle en- trate pubblicitarie, in alcuni mer- cati, fino all’80%. È aumentata in particolare per le emittenti pub- bliche, la fruizione di programmi di news legati alla pandemia in corso, mentre molte produzioni, in particolare quelle correlate agli spettacoli dal vivo, come eventi sportivi, sono state necessaria- mente interrotte.

L’ACT, associazione che riunisce le tv commerciali europee, ha suggerito alcune misure da imple- mentare nel breve termine a livel- lo europeo:

• un allentamento delle norme UE in materia di aiuti di Stato, in modo che gli Stati mem- bri possano sostenere le loro emittenti nazionali attraverso il sostegno diretto e gli incen- tivi fiscali per gli investimenti pubblicitari;

• una revisione del sottopro- gramma MEDIA di Europa Cre- ativa, per garantirne un miglio- re accesso agli operatori allo scopo di riavviare le produzioni in tutta Europa;

• i regolatori europei insieme alla Commissione Europea dovreb- bero compensare la mancanza di un level playing field con gli ope- ratori online; in generale, l’ACT chiede che la Commissione Eu- ropea metta in atto una serie di misure a largo raggio e a lungo termine volte a “liberare” il mer- cato da quelle condizioni che av- vantaggiano ormai da anni in ma- niera, a loro avviso, ingiustificata l’ambiente digitale.

Riguardo alle singole iniziative, Sky ha lanciato nel Regno Unito un fondo da 1 milione di sterli- ne per sostenere un centinaio di PMI con campagne pubblicitarie televisive del valore di 10.000 sterline, una misura di solidarietà nel contesto attuale in cui i ricavi pubblicitari sono crollati.

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