• 4
/
ANDROMEDA
DRAMMA PER MUSICA
DA RAPPRESENTARSI
NEL REGIO TEATRO
DI TORINO
Nel Carnevale del 1755.
ALLA PRESENZA
DI S. S. R. M.
IN TORINO,
Appreffo
gliZappata
,ed Avondo
Stampatori
,e
Libraj dellaSocietà
de'Signori
Cavalieri.yfck vietai
ì
£f
rì**r*t<L*>*9*telti
fl9S
1 1
1
ARGOMENTO.
Erfiofigliuolo àiGiove>edi
Danae,
cheAcrijìo
Re
dyArgo avevcu
fatto efporre ihfui
mare
yfu da alcuni falvato, che trovatolo cu>cafo,a Cefto
Re
di Etiopia loportarono . Quejìi allevar lofe- ce nobilmente,ed innamorato in progrejfo delle pre«
rogative delgiovane fatto
V
avrebbe fuo erede, con dargli per moglief
unicafigliaAndromeda
, leu, quale con Perfeo crefeiuta teneramente 1$amava
9*
a i4I
V.
ed era non meno riamata dalui.
Ma
l'OracolodiGiove
Ammone
, percui prometteva/*, che divenen- dola Principe/fa fpofa dell7 Erede d'Argo, e diGio- vefigliuola cederebbe Vobbligo àiesporre una fan- ciulla al moftro mandato di quando in quando da- gliDei
marini, lo coftrinfe amutar
penjiero >ed
a
promettereAndromeda
ad Eurifteo, eh9
ercL*
in quel tempo, come unico del
Real
[angue,Rece- dutoad Acri/io, eperciò conTimante
, uomo attem- pato ,e de7
principali
Argivi
fi avviò alla Corte*-*di Cefeo .
Era
Perfeo da qualche tempo affenteper alcune imprefe che fece , nelle quali reflato vifP citore tutto gloriofo alla Corte fen ritornava .Vi
giunfe appunto nel giorno dell7
arrivo di
Eu-
rijieo , giorno pur anche deftinato ali
9
evirazio-
ne del
nome
della Vittima, che per Vultima vol- tay giufta l9
Oracolo , efpor doveva/i almarin
Mo-
ftro . inquali [manieprorompe/fé ali
9
intendere que- fte nuove, agevole cofa è immaginare .
Mofo
tut-tavia dalle forti perfuafioni di
Andromeda
flava*già inprocintodipartirnuovamente,quando inte[e>
e/fere la [otte caduta [opra di lei> e doverfi perciò ella e[porre al Moftro . Rifilvè tofto di liberarla :
quindipre[e le[ue
armi
portofti al mare,affalìilMo-
ftro, e l
7
ucci[e. Sperava egli, che inricompen[adi sìgran beneficio aveffe il
Re
a concedergli laPrin- cipefa
y non oftante la promefja fattanead Eurifteo.Ma
Cefeo religiofomant
enitore di fua parola>moffb principalmente dall
9
Oracolo non vi avrebbe^, acconfentito
giammai,
[eTimanté
, che dopo ejferventi-
v.
venuto per varie circofianze in dubbio , che fojfe^
Perfeo quelfigliuolo di
Danae
da fe già efpofioper vrdine di Acri/io, erafene pofcia accertato alla vi«fta dellefafce, che avviluppavano il bambino , eL>
Ji conservavano dai Sacerdoti, non aveffe il tutto
a
lui dichiarato, e fattogli conofcere , che Perfeo co-
me
Nipote d'Acri/io era il veroErede
della Co- rona d7Argo
, e che fpofandoloAndromeda
dive-niva confeguentemente figliuola di Giove, e l
y
Ora-
colo in tutto fi adempiva . Così Perfeo fposò
An-
dromeda, ed Eurijìeo, già chiamato Egifioyed
aman-
te di
Erminia
NobileArgiva
, la quale tro- vava/i allora alla Corte diCe
feoper eferefiatcu»tjigliaia daAcrifio , che trial fofferiva tali amori
,
potè le fue antichepromeffeattenerle
.
Talefi è r
Argomento
delDramma
più che dei Mitologi dal verijimile ricavato, e ilfine dell9
azione non ègià la liberazione di
Andromeda
,ma
ilfuo matrimonio con Perfeo.
Quanto
al luogo del- la Scena, fi pone quejlo nella Capitale di Cefeofi- tuata alle vive delmare\
la qualey fecondo racco- glieji dagli antichiAutori
, nen è cheV
antica^Joppe di Palefiina .
Ne
ciò difirugge lacomune^
opinione, che fa Cefeo
Re
diEtiopiay efendocer- to, che gli antichi oltrea
quella, che è al mezzodìdell' Egitto y un' altra Etiopia rìconofeevano > che da ej/ì era in
AJìa
Jìtuata, e di cui credevanoef- fere fiatoRe
quefio Principe. Ciò rende altresìpià verijimile VEpifodio del trattato , e del viaggio diEuri
fico ; mentre oltre al ritrovarli quefia Etiopi**3
diV
I.di gran lunga più vicina alla Grecia che
V
altra, fu fapure da tutti} che quefto Paefe mantenevaal- lora un gran commercio colla Grecia9 la qualene^
aveva eziandio ricevute diverfe Colonie.
Si aferivano alla poetica favella, ed alca- rattere de' Perfonaggi introdotti a parlare tut- te quelle efpreffioni, che
fanno
di Gentilefimo :^ed avvertali,che i verfi contraffegnati colle
due
virgolette permaggior
brevità nellaMufica
fitralafciano.
PER-
V
I I.PERSONAGGI.
CEFEO Re
diEtiopia,ePadre
diAndromeda,
Sig. Giuseppe Tibaldi
.
ANDROMEDA degnata
fpofa di Eurifleo ,ma amante
diPerfeo.
Sig.
Maria
ColombàMattei
.PERSEO
Principe valorofo, di cui s'ignorano
i nataliy
amante
diAndromeda
.
Sig. Fafquale Fotenza.
EURISTEO
Succeffore di AcrifioRe d'Argo,
giàamante
diErminia
.Sig. Giuseppe Gufpelti Virtuofo della
Real Cap*
pella diS\Giacomo degli Spagnuoliin
Roma*
ERMINIA Nobile Argiva,
Sig. Giovanna RcJJi
.
TIMANTE Uno
de' principali dellaCortei
d'
Argo
.Sig.
Marianna
Hyltnandeldetta laTodefckina.COM-
Vili.
COMPARSE.
Di Guardie
Reali.Di Grandi
, e Cavalieri .Di Paggi con Andromeda
*Di
Sacerdoti^ eMiniftri delTempia.
LA MUSICA
W
delSig. Giovacchino Cocchi,Maejirodi Cappella delle Figlie dell9
InfigneConfevvatovio dtgVIncu- rabili di
Venezia
.MU-
I
X,
MUTAZIONI DI SCENE
.
NELL' ATTO PRIMO.
Luogo
deliziofo in parte de' Giardini Reali or- nato di Statue .Piazza magnifica
con
fontuofi Edifizj all'intor-no
, e veduta dellaReggia
, a cui per breve fcala fi afcende .NEL!/ ATTO SECONDO.
Colonnato
grandiofo , acui s' unifce la parre^.anteriore d'
un Tempio
.
Camera
negliAppartamenti
delRe
ornata di pitture.Spiaggiadel
Mare
contigua allemura
della Città.Innanzi nel
Mare
fcoglio , fu cui fivede lega- taAndromeda. Grande
, ed orridoMoitro ma-
rino appiè dello fcoglio.
NEL!/
X
NELL' ATTO TERZO
.
Parte
folitaria de' Giardini Realicon
Bipartitaombrofa
,che fiforma
da alte fpalliere diver- dura, e da foltiffimi alberi.
Gran Tempio
dedicato aBacco con
Gallerie^all' intorno foftenute da colonne ornate di
pampini
, e felloni , e ripiene dipopolo
fpet- tatore. Statua diBacco
nelmezzo con Ara
•Le Scene fono
d' invenzioneDel
Sig. Vìetro Scandelara Bolognefe,Accademie*dementino.
t
INVENTORE DEGLI ABITI.
Il Sig. Frmcefco
Mainini.
BALLI
X
I.BALLI.
NELL' ATTO PRIMO
.
Caccia del Cinghiale Calidonio fatta da
Me-
leagro, ed Atalanta.
NELL' ATTO SECONDO.
Combattimento Navale
diSpagnuoli, e Corfari colla Vittoria de'primi.
NELL' ATTO TERZO
.
Felle di
Bacco
.
COMPOSITORE DE' MEDESIMI
IlSig. GaetanoVeftriYenfionario diS.M.Criftia*
mjftma, edAccademicodi Parigi.
COMPOSITORE DELLE ARIE
*DE' MEDESIMI
Il Sig.Rocco GioannettiMufiee Sycnàtercielltu.
Keal
Cappella.Imprimatur Vie Geo.
S^Officii.V.
Pifceria P. dell'AA.
Se ne permette la
Stampa
.Morozzo
per laGran
Cancelleria,ATTO
t
ATTO PRIMO*
Luogo
deliziofo in parte de' Giardini Reali ornato di StatueSCENA PRIMA,
Andromeda,
Cefeo con guardie, indiErminia
.And.&Y
,Padre
; io loconfettò :Amor sifone i3 Legommi
alui, che più crudelmi
fiaPerfeo lafciar ,che T incontrar la
morte
tMa
fe delRegno
il fatoTanto
efige dame
, fe tuY imponi
,
Ubbidito
farai •Però
, fe liceDirti tutto il cor
mio
, quel dolce affetto,Che
ne accefero in feno,orpanni
ftranoChe
condannino iNumi
,Ah
forfè intefoU Oracolo non
è .fef.
Ne
temi invano .D*
una Vergine il[angue ancorfi chiedeE
pace avrà VafflittoRegno
9 quando *A
Giove figlia, e d7 Argo.Andromeda fa
Spofa al RegioErede, Così
rifpofeAmmone,e
tu ben fai,
Che d'Argo
allaCorona
effer chiamato Perfeonon può.
A Ani.
a ATTO
And. Li
fuoi natali ancoraS'
ignorano
però : potrebbeun
giorno...,^Cef.
Eh no
: chiaro abbaltanza ,L'
Oracolo
parlò. D'Argo
alRegnante
Spofa ti vuol.Molto
ti colta, ilvedo
;Ma
deipenfar,cheilcomqn
pianto,o
figlia.Così
rafciughi , e rafficuri ancoraUn Padre
,che per te palpitaognora
.
And. Mifera me
!(da
fé.) Cef.Non
piùdubb
:~zze .E'
quefloL'ultimo,
eh*vedranno
i noftri lidi ,Sacrificio crudel.
Tante
fventureOggi
pure avran fin,xfead Eurifteo
Parai
la delira ; Io fecoImpegnai
lamia
fede, e aqueftaReggia De'
giungere amomenti
.
And.
( BarbariDei
, farete alfin contenti.)D'
ubbidienzaKo Padre
,un
raro efempioOggi
darò :ma non
fperar, che in vitaPoi mi
lafci il doloroEm* A
quelle areneGià
le Argoliche naviSon
giunte ,o
Sire..Cef.
Ad
incontrar loSpofo
Vuol
eh'io vada ildover
,Tu ricomponi
(Ad
Andromeda.*)V alma
turbata, e raffèrena il ciglio.And. Dura
neceflìtàiCrudel
configlio !{dafe.y
Cefco}
PRIMO.
3 CefcoPenfa
, che tu puoi rendereLa
pace a quefto cor :Reprimi un
folleamor
,
Che 1
Cielcondanna
.Quando
fon preflb al termineDel
gravemio
penar, Vederti fofpirarTroppo m'
affanna,
Penfa
,ec.(
partefeguito dalleguardie.)
SCENA
II.Andromeda
, edErminia
,And.li/fA
di' , pietofaErminia, xVJL Se può
la fortemia
Effere più crudel*
JErrn.
Ah
Principeffa^Quanto mi
fai piet% \Per prova
anch'ioIntendo
il tuo dolor.Dal
fuol natio Sai, che a fuggi? coftrettaDal
rigor d' uri tirannoProvai
qual fia VaffannoDi
lafciar chi fi adora.
And. Oh quanto,
amica,Il
mio
cafo è peggioriM Pai
caro Egitto„ Te
allontanò lacrudeltà diAcrifio:3>
Ma pur
fei tua}ma
divederlo ancora»
Fedei tu fperi, epupisfogarti intanton
A
%Mi-
4 ATTO
Mifera
! Inun momento
Perdo r amato
ben, d' altri divengo,
Senza
eh' io pofla dellamia
fventuraDolermi
fol, fenza fperanza,oh Dio
!Di mai
piti riveder V idolomio
.Erm.
Perfeo giungeflealmen
.• . . .And. Tolgalo
ilCielo:E come
,oimè
, potreiVederlo
, enon morir
?Tutte ho
prefentiLe
fmanie del fuo cor.Solo in penfarviTal
dolormi
trafportaSCENA |XL
Perfeo, e I)$tte.
Ter.
A Ndromeda, mio
ben.And. XTl Oh Dei
!Son morta
.
Ter.
Pur
ti rivedo alfine,Idolo del cor
mio
.Dopo
sì lungaLontananza
crudei di te piùdegno Ecco
ritorno a te.„ La fama
forfè„ Di
queir opere illuftri,
,>
Cui
fu fprone Yamor
,giàmi
precorfe.„ Ma quanto
il corpenò
, potè neflunos> Ridirti ancor.
Quefto
fperai,che dolce„ A me
farebbe il raccontarloun
giorno,„ Grato r
udirlo a te .Ma
inqueftoiftantej,
Che
torno a rimirarvi,amati rai,
H Tutte
lepene mie
giàmi
feordai.
PRIMO.
5Anà. „fOh tormento! oh dolor!)
O/O
Ter.
Ma
qual ripidezzaIngombra
iltuobel volto ?Ah
Principerà«,Così
m'accogli?Or
che il tuo PerfeoètecoPerchè
lietanon
fei ?Ma
tufofpiri ìAnima
mia,perchè?
Dubiti forfèDella
mia
fede?A
tutti iNumi
iogiuro...Atid.Nh
Perfeo, tunon
fai....*(lo
mi
fento morir.) (aparte.) Per. Spiegati.And. (Oh Dio
!Pitljpqpn refifto . )
Amato Prence
,addio .Ter.
E mi
lafci così?And. Mi
vuole altróveOr
del Padre il voler.
Ter.
Mia
cara, edove
?Androm. Non
fo, fe tum'
intendi>Ma
fe capirmi
fai,
Nel mio
tacer vedraiQuel
eh' ionon
poffo dir.
Ah
chemorir mi
fento !Tu
digli ilmio tormento
,(adErm.)
Spiegagli il
mio
martir•Non
lo,ec. (parte.)SCÌv
6 AttÓ SCENA IV.
Terfeo9 ed
Erminia.
Ter.
T?RmÌnia
,ah
per pietà lamia
fventuràli Qualunque
fianon mi
tacer.Quel
voltòOh Dio
!mi
fatremar
jTu dimmi almeno Se ho
perduto quel cor, fe reomi
credeD'
alcun delitto ?Erm. Ah
che là ftefTa èTempre
Andromeda
per te ;ma
il fuo deftino,
Principe > fi cangiò .
Spofa
alRe
d'Argo In
quello dì farà .Giove F impone
,Lo
tuolé ilGenitor
*Ter.
Come
?Erm. Pur troppo
>Ed
amomenti
attendeAndromeda
lo fpofo.
Ter
.Ed
a tradirmiDunque
acconfente,elafua fede obbliaìLa
fede mille volte ame
giurata?Oh
Perfeo difperato !oh donna
ingrata!Erm. A
torto lacondanni
:eli' è infelice*Credimi
> al par di te•Ter.
Chi mai
queiralma Capace
avria credutaDi
tanta infedeltà?Erm. Qualche
trafportoConcedo
al tuo dolor:ma troppo ormai
Co'
PRIMO. 7 Co'
rimproveri eccedi:Andromeda
è fedel più chenon
credi.
Queir
iitelìo ardòr primiero Setnpre vivo in lei fi vede:Ah
fai torto a tanta fede,
Se ti lagni di quel cor.
Se
potette a fud talentò Seguitar gli affetti fuoi, •Degli
amanti il più contentoSo
che tu faretti ancor.
Queir
ifteflòjec.(parte.)
SCENA V.
Terfeo*
OUal
fulmine fuicapo
Mi piombò
d'improvvifo !ó
fpofa,o
lieteMie
foavi fperanze> ordove
fiete ?Ma
che ?V
idolo tuo, Perfeo, vorraiCosì
perder vilmente?....Eh
tifovvenga Chi
fei> quel che tupupi.... No
, giuntoinvano
Io non
farò.Tremi Cefeo
,T
autoreDel
nero tradimento....Oh Dio
!ma come Volger
Tire potrò contro delPadre
Dell' adoratoben
, chemi
raccòlfeBambin
teneramente ?...#Àhi
! qual funeftoPer me
dettino è quefto !Or
chemi
giovaA
4.Tutta
8
ATTO
Tutta
la gloriamia?
Che
, l'aver tanti moftri oppreffo, e vintoIMeglio
era4o Numi
,s'io reftava eftinto«Vede
il paflor fui pràto,
Cader
la rea tempefta:Geme
, s*affanna, e freme:Ma
che ritorniha fpeme Quel
prato averdeggiar.
Mifero
! in tante pene,
Senza V amato
bene ,Conforto
ame non
refta9Non
retta che fperar.
Vede
, ec.PRIMO.
9SCENA VI.
Piazza magnifica
con
fontuofi Edifizj airintorno,evedutadellaReggia,a cui per breve fcala
fi afcende ì
Vengono
al fuono di lieta Sinfonìa fopra Carré eminente Eurifieo, Cefeo , è Tignante prece- duti da nobile corteggio 7 e feguiti danume^
vùfe guardie . Si
avanza
il corteggio in or- dine maeftofo, e dividèndo/i pofcia lafcia nelmezzo
[ufficiente fpazio pel Cocchio Reale $ da cuifcendendoTtmante
, Cefeo, ed Eurifteo incontrati vengono daAndromeda
> la quale nel tempo ftejjò difcende con feguito dalla*Reggia.
Gef.
CE
queftóregno
efultìi3 Al
vederti, Eurifteo ,ben
lo dinioftrgQuel
, che tu miri accoltoPiacer (incero a ciafchedun fui volto•
Eur.
Signor, io più di tuttiHo
ragion digoder , poiché fra tanti Sceltomi vedo
acosì gran ventura»Così
fperar poteffi,
Ch'
alla FigliaReal
grato del pari Foffè quefifimeneo
.
io ATTO
And. Quando
al voler paterno è legge il fato*Temi
a tòrto , Euriiteo>Che oppor
fi vogliaAndromeda
.
jEur.
Contenta
Però non
fembri appien.
Anié Oh Dio
! quelValma
Tanto
è avvezza agli affanni•* •Cef. In
Argo
forfèNon
arrivò lafama De'
notòri maliancor?
Eur. Tutto m
ènoto
:Ma
fo, che quefto di prefiflfo èpurè Per
termine alle ftragi*Cefi
Appunto
: e quindiNafce
ilcontentomio
•Nè
in lei ti fpiaccia Il veder, che prevalga alben
prefenteLa rimembranza
de* paflati mali,
Fra
quel dolor, che nafceDa
tenera pietà, facile avraiU
adito nelfuo cor.Me chiama
alTempio^
•
Un
funeftodover,
eh7anco amareggia
La
gioja inme
di sì felice giorno.
La
troverò più lieta almio
ritorno.
Quel
ciglio, che meftoFa un
tenero affetto,Quel
ciglioben predo Più
lieto farà.
Non
tarda fuccedeLa
gioja inun
petto$Se
ì.
f RIMO. t*
Se
'1*duolo procedeDa
fola pietà*Quel
ciglio, ec.(Parte feguito dalleproprieguardie.*)
SCENA VII.
Eurifteo,
Andromeda
,Timante
,poiErminia
Eur. *p^^
nciP
e^
ag
entii, ahmi
concedi JLChe
quellafiamma
And.
Se tu brami\o
Sire,
Grato
fenderti ame
.> iafcia per oraDi
parlarmi d*amor
*Eur. Ah troppo amante
Già
refe quefto Core il tuo fembiante•Erm.
Se ad infelice fuddita pur licePrefentarfi al fuo
Re
> foffri, Eurifteo...é»Oh
ftelie !(RiconofcéndoEurifteo.)
Eur. Oh
forte! (RiconoscendoErminia.}
Tim.
(Tn quefto lidoErminia
! )(Da
fe.)£r^.( Dimmi*
è quefti ilRe d'Argo?
(
Ad Andromeda a
parte .)And.E'
defTo.Erm.E
giungePer
le tuenozze?
And.
Sì: cheavvenne mai
?Erm. Cerco
iltuo fpofo, eun
infedel trovai*lìmo Riconofci
quel volto?( Ad
Eurijkoa
parte .)
(mento
<Eur. Oh Dio
!purtroppo
; eY amor mio ram-
Tìfn.
Or
Tantica tuafiamma
ecco acimento
.And. Quella,
che cTArgo
fuddita già nacque,Teco
lafcìo,o
Signor.Tu
fa che a luiRendali,
Erminia
, ognidovuto onore
.(
Iovo
a sfogar altrove ilmio
dolore.). ; ( Parte col fetofèguito.)
SCENA Vili.
Ewifteo,
Erminia
, e Timante.Eur.
Principeffa, anch'ioJ-VA
Seguirò i palli tuoi.( VolendofeguirAndromeda.')
Erm. Fermati
ingrato: ( RitenendoEurijìeo.)Perchè
fuggi dame
?Non mi
ravvili?10 fono
, io fon colei,cui millevolte Giurartiamor,
e fè.Eur.
(Quanto importuna
Giunfe
cortei ! ) Sentimi,Erminia
;i tuoiRimproveri
per oraNon ho tempo
d'udir •De'
cali noftri Altre voltecon
agioPotrem
parlar.Per
miadifcolpa intantoPenfa
, eh'Egift© allora era privato,
E
diverfo, e diftinto11
Re d'Argo,
ed Egittohanno
illor fato.Noa
PRIMO.
15Non chiamarmi
infido, ingrato,
Non
fonio, che t'abbandono:£'
laforte , edilmio
fato,
Che
crudele a temi
fa.
Tu
faretti ancor l'amatoDolce
oggetto delmio
core;Ma
queft?alma
più inamore
JJbertade,oh Dio
!non
ha.
Non
,eo
SCENA IL
Erminia
, e Timante.Evm. A H
fcellerato!E
vuol del fuo delittoJ\ Far
colpevole il Ciel?Tim. E
pur sì reoNon
ècome
lofembra
agli occhi tuoi.
Credimi
, la fuafiamma
era verace:Ma
d'Acrifio lamorte
Lui
, che fol rimane** delRegio
fangue,
Al
trono follevò .Col nome
alloraCangiar
dovette i fentimenti ancora<>Un
tirannodover Ewn. Eh
, chenon
fonoCredula
tanto . Allora ( (tolta!) il fuiChe
predai fede a' giuramenti fui.
Già
fperavaV
ingrato,
Che cedendo
queft'alma
alle (ventureDal
/
i
4 ATTO
Dal
carcere mortai foffe partita >E
fol gli duo! di rivedermi in vita.
{parte.)
SCENA X
Timante
9PErchè non
vive ancor diDanae
ilfiglio,Che
bambino» perì ? fui foglio Egitto*
Non
verrebbeor chiamato
,
E
d'Erminia
faria,benché
privato.Ma
quefta è de' mortaliSomma
infelicità.Se
alcun fortuna Favorifce talor co' doni fui,JSempr* è
con danno
,o con
dolorealtruiNo
ched
yun
bel contentoNon gode un
core appieno,Sei
fuo piacertormento Per
altro cor fi fa.Qualche
veleno unitoVa fempre
col diletto.Ed un
piacer perfettoAl mondo non
fidà
•No
che,ce.{parte
A
3CE<
PRIMO.
SCENA XL
Terfeo, ed
Andromeda
.Ter.
T?
Crederlo-dovrò
?Per me
la fteflàTi Dunque
tu foltiognora?
Io m'
ingannai, q tupur m' ami ancora?
And,
Sì y caro Prence.Ter.
Ah dunque
Non
fon miferq tanto.And. Anzi
noi fiamoAmbi
alfpmmo
infelici,
Poiché dobbiam dopo
sìlungo amore
Separarci per
fempre.
Ter.
Oimè
, che dici!Ma
chi Vimpone
,o
cara?And.
Il Cielo, ilPadre
> ilmio dover
, lafama.Ter*
E
quello , ingrata , eflfer fedel fichiama?
Ah
che fingerti/e non m'
amartimai.
And.
Afcolta per pietà .Ter.
Troppo
afcoltat.
Compiici
il tuodover
.Io
fventuratoUna morte
a cercarn'andrà
frattanto,( Con
i/degno.*)And.
f6
ATTO.
And. Ma
perpoco almeno
Lafcia eh' io parli pria di
condannarmi
,
Per.
E
fazia ancornon
fei di tormentarmi? 'And.Da
te foffrir vogi'io,
Perchè
figlio d'amor
, ogni trafporto,
Ma
fiacon
pace tua,m'
infuki a torta. %Credi
tu eh'ionon
fenta]$el doverti lafciar un' egual
pena
?Non
vedi tu,che trattenere ilpiantoVorrei
fugliocchi, enon
lo portointanto?(piàngendo.') Per. Quafi m* intenerifee 1 (
Da
/è,)
And. Ah Prence amato
,
Al
miferomio
(tatoRifletti per pietà. „
Bramar non
feppi„ Altro giammai
, che di vedermi teca„ Per fempre
unitaun
dì.Ma
vi fioppone
?>
U Oracolo
diGiove
, e diCefeo
5I
U
adorato voler: nè vuol che alPadre
„
Difubbidifca il .mio dover ;•nèch'io
99 Tue fperanze d'
un popolo
deluda,
w Che
dame
attende aita,
„ Quella gloria confente
,
„
Ch'
effer cara ne dee più della vita.
In
fimil cafo, ahdimmi
,
Tu
che faretti? Ter.lo
di dolor morrei.
Ani. Ah
fe folfi perme
nata foltanto, Priamo}ir,che
lafciarti ,anch'iafapreu
Ma
fe ftelfociafeunoPev§
PRIMO.
17peve
a' fuoiGenitor
.Quel dover
poi,
ph'
alla patria ne lega,E'
d'ogn'altroil piùforte.A
quefto voglio Pria foddisfar : fe fidaPoi
ti fon io ,mi
faprai dir, lo fpero.
„
Poco
d'altrui farò : vedrà la terra,„ Che
fe gli affetti miei„ Sacrificar potetti all'altrui pace
,
n
Di
viver fenza tenon
fon capace.
Ver, (
Oh
Ciel ! chi videmai
Virtù
fimile a quefta!)Ah
dima
flettoIo
giàcomincio
ad arrpffir : que' dettiPiù magnanimi
fenfiGià mi
deftan nel cor ,Vivi
, efeguifciQuanto
vuollatuagloria. Io troppoindegno
Sarei, fe tei yietaffi ,Dell'amor
tuo ;Per
quefta deftra intanto, (S' inginocchiaKe le
f
rendela de/Ira.*)Che non
farà piùmia
,
Cara
, tiprego
, i miei deliri obblia.
And.
Sorgi, e s' è verquanto mi
dici,ah parti,
E
fottoun
altro ciel(Perfeole bacia la
mano
,e s'alza.*) Ver.Come
? perfinoMi
vieti il rimaner?And.
Sì, che potrebbeVacillar te prefente il
mio
coraggio.
A
si grande periglioNon
efpormi,ben mio
.Da
quefto fuolo Sì funefto per noi toltot'invola,
B E
fot*«8 ATTO
E
fottoun
altro CieloVivi
meno
infelice , e ticonfola.Per.
Lungi
da te,mia
cara,Ch'
io di dolornon mora
PofFibile
non
è.
And.
Nella tua forteamara Penfa
,mio ben
, taloraCh'
io locomando
a te.
Per. Sì, partirò ....
ma
....oh Dio
!And,
Taci,mi
faimorir
.a
a.Che
fiero affanno èH mio
!Che
barbaro martiri Lafciarl'amato bene
In mezzo
a tante pene, Lafciarlo,oh Dio
!languir.E'
tal dolor, cheun
coreNo
,non
lopuò
fofFrir.
Lungi
, ec.(
Cartonodapartioppojìe.yFine dell
9
Atto Primo
•ATTO
*5»
ATTO IL
Colonnato
grandiofo, a cui s'unifce la parte anteriore diun Tempio.
SCENA PRIMA.
Cefeo y Eurijìeo , ed
Erminia
, che preceduti da' Grandi, efeguiti dalle Guardie Realiefcono del Tempio .
Cef.
T Ungi
?amici,iltimor.Son
Padre,è vero.1 j (
Ai
Grandi)
Ma pur
fonRe
,ma
fo eh'ogn'altro affetto Sacrificar fi deve alben
d'yn Regno
.
Del
barbaro dettinoCedo
al voler .Qui
Vinfelice figliaTofto
farà .Da^me Teftremo
addioPrima
riceva ; ad effer forte ancoraDa me
impari quel cor: poi vada, emora.
Eur. Ah
Signor>che dicedi?E
vuoilafciarlaCosì
perir?Erm. Seco
tu fei, perdona,Troppo
crudel, troppoinumano,
Cef.
Oh Dio
!Se lo
comanda
il Ciel, che far pofs'io?JEfér.
Ma T Oracolo
chiedeP'
unaVagine
il fangue, e la tua figliaP
%E'
ATTO
E*
fpofamia
.
Erm. Nè
cTuna
fpofa ilnome Por
dovevi nell'urna.Ccf.
Eh
chenon
baltaLa
femplice promeflfa a farla efenteDai comune
deltin.Quanto dovea Io
feci fol; ed a falvar la figliaInvano amor
di padre ormi
configlia.Eur. „
La
tua coftanza,Erm.
„ Il tuo coraggio,o
Sire,
Eur.
„Ammiro
jjErm. „ Mi
forprende.Cef.
„ Ah
fc .vedette„ Quanto
codi aimio
corquefta coftan?af„ Inumano
, e crudelnon mi
direfte.
„
Di
tenerezza i varjmoti
anch'io„
D'ogn'altro intefi alpar:ma
neimio
cafo„
Efler rigido padre, emeno amante
„ Neceflfario
dover
è delRegnante
•Cef.
Non
più: giàvedo
Appreffarfi i Miniftri , e in
mezzo
a loroLa
vittima infelice. (À
quello afpetto,
povero
cor,come mi
tremi in petto !)Dunque
.SCE-
Secondo
SCENA IL
Andromeda
in biancavede,
coronata di fiori,
ed
accompagnata
da'Sacerdoti, e dalleGuardie
, e detti.
Andromeda
Ji viene avanzando al [nono dì lugubreJinfoma verfo il padre> e giuntameino a lui gli prende la dejlra
,
ed affettuofamente la bacia
.
And. T? Cco
T eftrema volta,
XIj Amato
genitor, chem'
è conceffoLa
tua delira baciar.
Cef. Figlia,
m'
aftolta .Tutte
lemie
fper^hzeDelufe invido il Ciel.
Quando
credea Colle tuenozze
i popoli foggettiRender
felici , col peggiòr de'mali Effo ne afiligge, e1
fangùe tuomi
chiede.Pollò in tanto dolor fperare
almeno
,
Che
fenz' altro conforto in faccia amorte Per
ferbarti tu (ìa collante, e forte?And.
M'oltraggia il dubbiotuo. Padre,nòn temo Quel
chebramar
fin dalmomèntò
iofeppiCh'
almio
teneroamore
io rinunziai.Così
Tira de'Numi
Interamente plachi il (angue
mio
,Come
a morir fenzà timor m' invio.
B
3 Cef.ATTO
Cef.
Ànima
generofa!Or
sì che' appieno Delle perditemie
conofco il pefo.Tu V onor
del tuo feflb,
Tu
delRegno l'amor,
figlia, farai.Vieni,ahvienial
mio
feno,einquelloampleflb PrendiT
ultimopegno
Del
paternoamor mio
.La
tua fventuraIo vado
altrove a deplorar col pianto,Se pur
raffannomio mi
ferba a tanto.
( Parte col fuo feguito•
SCENA III.
Andromeda, Erminia,
edEurifleOéAnd. Eh
feguitelo entrambi.Un
genitore/ Soloinbraccioaifuo duol
mal
s'abbandona
.
Erm. Volo
fuirorme
fue. ( Parte*Eur. Dunque
lafciartiCosì
tofto degg' io?And.
Signor, deh parti.Eur.
Andrò
;ma quando mai
tanto rigoreHo
da te meritato,o mio
belcore?
Tu mi
fprezzafti alloraChe
a ted'amor
parlai;Da
temi
fcacci ancora,
Sei
tuo dertincompiango:
Ah non
fperaigiammai
Sì barbaramercè
.
te
Secondo. a
5Te
ritrovar più grataAl mio
dolor credei>ìsè
mai
creduta avreiTanta
fierezza in te.Tu mi &c. {Parte)
SCENA IV.
Andromeda
, Sacerdoti, Guardie , poi Terfeo.And. T> Erchè bramar
lavita?E' troppo amara
Jl
Senza
quel ben, che foloRendere me
lapuò
gradita e cara.Eh
s'affretti ilmorir
. Miniftri, andiamo.{In
atto di partire.) Ter.Occhi
miei, che mirate !In
quelle fpoglie (neirufcire.)
Dove
fei tratta,o
Principeffa?And. A morte.
Ter. Cieli!
Ma
chi ticondannò?
And. La
forte,
Che mi
deftina a faziar delmoftro La
crudelfame
.Ter. „
E
'1 genitor lo foffre?„
Ionon
lo foftrirò . Perfin che vivo„ Difender ti faprò .
{Volendo por
mano
allafpada.)
AnL» Che
tenti?Ter. „
E
in pace„
Sopporteròsì barbara ingiuftizia ?„ Eh
così viinon
fon .Ani.
14 ATTO
And.» Non
èmai
vile„ Chi
cedealfato ; enon
è ingiuftoilCield*„
S' arbitro della vita al vivermio
„ Prefcrive ii finei Ter.
Che mi
dici,oh Dio
!Dunque morir
fei rifoluta?And. E' vano
,
Lo
fai, co'Numi
il.contrattar. T' impofiGià
di partir: orvo'che
refti .Al
padreVanne
, prendine cura ; a migliormano
Fidarlo
non
potrei. Se airinfeliceNon manca
iltuo
foftegno;o mio
fedele,Vo
contenta amorir
;Pm Taci
, crudele•T'
ubbidirò,non
partirò ;ma
eh'ioA
si fiero deltin ti lafci in predaNon
lo fperariAnd. E
che tentar pretendi?Ter.
Tutto
, purché tu viva; équando
fia Inutile ógni sforzo,Allor morirò
teco,anima mia
.
And. Ah nò,
cangiapenfier.Un male
alfineNon
è perme
lamorte
.„
INumi
irati„ Rendo
così placati, eterna anch' io„
Gloria m'acquillo, emi
fottraggoalnodo p Cui
m' aftringe , fe vivo , il dovermio
•Deh non
voler coltuo
periglio farmiPiù
fventurata .À
tollerarmia
forteHo
cor che bafta:ma
in vederti à parte,Caro
, de' mali mieiTutta
SECONDO. %i
Tuttaquefh
coftanza io perderei.
Per.
Quai
fenfi,oh
ftelle!E
tumi
vuoi*. • .And. Ti
voglioMeri
generofo .Ah
fe ottenernon
pofla.*Ma
tantomeco
ingrato,
No,
credettinon vo\ Sempre
cederti,E
cederai lo fpero> a' preghi miei* Parla, di'> che rifolvi ?Ter.
Oh Dio
!Perdona
S'ubbidirti
non
pollò tIo
di falvàrtiHo
rifolutò; ,And. Hai
rifoiuto?Ed
olì(Con
trafporto!)Così meco
parlar?Ah
fconofcente?Un
ardir temerarioVa
, fegiiipur. D'un
tantoEroe
nel ver degna èV
imprefa, ed ÌQlNon
tidebbo
involar così belvanto
»Ma
fed'amar
capaceMi
credi poi chi di sì bellamorte Vuol
rapirmi Tònor
,come
t'inganni !Degno
degli odj mieiCosì
ti rendi i e delmio amor
ti privi:Penfaci •
Ter.
Ho
già penfatOaOdiami,
e vivi.(Rifolutamente.
) Pupille amabili
,
Se
vi fdegnate,Voi
(lete ingrateA
quello cor:Ma
ingrateancora
Più
a.6
ATTO
Pili fida
ognora
Quell'almaamante
V
adorerà•Deh non
vogliate,Luci
adorate,Da me
pretendereTanta
viltà.Pupille
&c. (Fané.)
SCENA V.
i
Andromeda,
Sacerdoti, e Guardie.r
A ^
e^"1^
V0Ì infano (^
circolanti.)j£\
Raffrena per pietà?Mifero!Ei
correSenza
falvarmi a perdere fe fteffo.
Numi,
lo flolto ecceffoDeh
perdonate a lui. „Cieco
lo rendew Un amor
difperato ,„ Che
ragionnon
afcolta. Il fànguemi©
„ Vi
badi fol. „Vi chiamerò
pietofi,
Se
tuttaT
ira voftra inme
fi (lanca,Se una
parte di vita a lui nel feno,
Numi
del Ciel ,non m'
invidiatealmeno n Dove
fi videmai
Di me
più fconfolata,Da
tutti abbandonata In preda almio dolor?
Alme
pietofe , ah dite ,Se
vince ogtf altro affanno L'af-SECONDO.
L'affanno del
mio
cor*Son
dalla forte opprefla,
Ma
più che perme
fteffaPer
Tidolmio
correttaSono
a tremare ancor.
Dove
(Parte
con tutto V accom^agnamcntOéSCENA VI.
Camera
negliAppartamenti
delRe
ornata di pitture.Erm.\~TQn
fuggirmi,Euri{teo.No>nonpretendo'Co'
rimproveri mieiFarti arrotfìr.
Teeo
dolermi intendo Della perdita tua.
Eur. Libero il freno
Lafcia pure ai
tuo
fdegno. Io1
meritai,Lo
fopur
troppo.(Si
lufinghi almeiio, S'evitarnon
fipuò
.)
Erm. Lodato
il Cielo,Non
mendichi più fcufe ai tradimenti*Eur. Le
avrei....
Erm.
Perfido, e quali?Ah dunque
vuoi Collemenzogne
tue farti più reo?Spergiuro , traditor
.
Erminia
, ed Eurijìeo*Eur.
Sfogatipure;
a8 ATTO
Ma
poi rifletti, che affaimal
fi accordaCoir amor
tuo tanto rigor .Erm.
(Che
fento!Veda
che più noicuro. )E
che?tu crediCh'
io t'ami ancor ?Eh
1*incoitanza tuaSpezzò
lamia
catena,E
quel!'amor
iomi rammento
apjpenà.Eur. E pur
rigidameno
io ti fperaiCon
chipuò
facilmente Il fuo falloemendar, Erm. Come?
Eur. V
afpettó ^Della tua forte ancora
Poffo cangiar • ed or che i
Numi han
pofló In libertà gli affetti miei,dovrefti. ;.
Erm*
Di', che dovrei ÌEur. Tutto
Iperar dauh
core,Che
faquanto
tu feidegna
d'amore.
Erm. Quel
che poffo, Eurifteo,
Da
te fperar,troppo m'
ènoto ormai
^E
'1 deludermi adeffoDiffidi fìa più che
non
credi affai.D' un
labbro fpergiuroAi
dettinon
credo:Gli affetti
non curo
D'un
cor fenza fèTu
fingi , lovedo
,
Ma
il fingernon
giova: Córìofco perprova
Quel!'almaquaf
è.D' un &c (Fané.)
SECONDO.
SCENA VII.
Eurijìeo , indi Cèfe®.
JSiff\
T*\I non amarmi
invanoJL/ Mi
diceillabbro tuo.Chi
piùnon ama
No,
tantonon
s'adira,
Erminia,
l'amor tuovedo
in quell'ira.Ma
vietiCefeo
.Mifero Prence
!E
dove^Signor, così folingo?
Cef*
Ove mi
celiAll'afpetto d'
ognun,
giacchenon
pofioDa me
fteflò fuggir. Lafciami,amico,
Lafciami in libertà:meco non
voglioFuorché
lacompagnia
delmio
cordoglio.Eur. E
pur tu, che potettiUbbidire
agliDei, con
più coraggioLa
tua iventura or tollerar dovrelti.Cef.
Ah
di natura imoti
Violenti impedir fi tenta invano
.
Eur. Lo
fo:ma parmi
ftrano,
Che
interamente abbandonar ti voglia,
Senz'ammetter
conforto,alia tua doglia<{parte.)