f
E'OMMFIABE
DRAMMA PER MUSICA DA RAPPRESENTARSI
NEL REGIO TEATRO
DI TORINO
NEL CARNOVALE DEL 1790, ALLA PRESENZA
DI
IN TORINO.
«
" ••»1,1-
'=1," =
r-i t il i»Preffo
Onorato
Derossi Librajo dellaSecietà de' Signori Cavalieri.
(Il)
JU
Mufica è del Signor Vincenzo FedericiMaeftm
diCappella,
Romano.
Copia di detta muficafi fa^ cJi difirìhuifcedalsign.
Antonio Lemejfier Virtuofo di Violino di Camera, e di Cappella di S,
M,
, abitante nella cafa del ^signorMarchefe Villa nella corte detta diSerralon^a di tcr[0 jf
umo
verfo la piai^^a di S, Carlo.inventore , < Difegnatore degli Ahltl*,
Il Signor N. N. Torinefe,
td efeguiti dcCSarti
j- Carlo Cerutti. k
Signori J Giambatifta Rondola.
K
Torinefii\
Margherita Pefcia.j
Capo Rlcamatcre. Sign. Giufeppé Panetto detto Pera;
Capo Piumajfaro. Sign. Giufeppe Ceratto.
AJfifiente alla Sartorer̀*
Sign. Gio. Pefcia*
(Ili)
ARGOMENTO.
JJslAcquerò a distene Re di Sidone due figliuoli^
gemelli Filinto, ed Aristea,
ma
avvertito dall'Oracolo di Delfo del pericolo, cH! ci correrebbe d'esser ucciso dal propriofiglio , per consiglio del medesimo Oracolo fece, esporre il primo, e conservò la seconda. Cresciuta que^sta in eta^ ed in bcUc^i^ fu amata da Megacle nobile^
c valoroso giovane Ateniese più volte vincitore neigiuo- chi Olimpici. Questi, non potendo ottenerla dalpadre,
éi cui era odioso il nome Ateniese, va disperato in Creta.
Quivi assalito , e quasi oppresso da Masnadieri, è con-*
servato in vita da Licida credutofiglio del Re deWlsola^
onde contrae tenera, ed indissolubile amistà col suo li- beratore. Avea Licida lungamente amata Argene nobil
dama Creten'se, e promessale occultamente fede di sposo;
ma
scoperto il suo amore, ilRe
, risoluto di non per- mettere queste nvs[^^e ineguali^ perseguitò di tale sorteU
sventurata Argene, che si vide costretta ad abbandonar la patriay e fuggirsme sconosciuta nelle Campagne Elide5 dove sotto nome di Licori, ed in abitodi PastOf
rella visse nascosta ai risentimenti de"*suoi Congiunti, ed alle vi&len:i^e del suo Sovrano. Rimase Licida incon-t solatile per la fuga della ^ua Argene^ e dopo qualc/ie tempo per distraersi dalla su0 7jiesti:^ia, risolse di por-^
tarsi in Elìde , e ritrovarsi presente alla solennità d^
giuochi Olimpici, che ivi colconcorsodi tutta la Grecia, dopo ogni quarto anno si ripetevano ,
Andowi
, lasciane do Meracle in Creta, e trovò, che ilRe
Clistene elettoa presiedere ai giuochi suddetti, e perciò condottosi da Sidone i:i Elide, proponeva la propria figlia Aristea^
in premio al vincitore.
La
vide Licida, /'ammirò,d
obbliate
U
sventure de'suoi primi amori, ardentemente(tv)
ne invàghi,
ma
disperando di poter conquistarta ,per non esser eglipunto addestrato agli Atletici eserci^j^
di cui dovea farsi prova né' detti giuochi
, immaginò come supplire coirartificio'al difetto dell'esperienr^a. Gli sovvenne che l'amico era stato più volte vincitore in somiglianti contese^ ^ ( nulla sapendo degli antichiamori di Megacle con Aristea ), risolse di valersi di lui, fa- cendolo combattere sotto il finto nome di Licida. Venne dunque
Menade
in Elide alle violenti istante dell'amico^ma
fu cosi tardo il suó arrivò, che V impacienteXicida ne disperava»Da
questo punto prende il suoprincipio la rappresentazione del presente drammatico componimento•Il termine) o sia laprincipale anione di esso, è ilri- trovamente di quel Filinto per le minacele degli Oracoli fatto esporre bambino dal proprio padre distene, eda.,
questo termithc insensibilmente conducono le amorose sma- nie i'Aristea.
V
eroica amicizia di Megacle, /'inco- stanza, edilfurere diLicida, e la generosa pietà della fedelissimaAi
gene.Herod. Paus. Nat.
Com.
La
sce«a si finge nelle campagne d'Elide vicino alla Città d' Olimpia alle sponde del fiumePERSONAGGI
eOSTENE Re
di SidonePadre d'Arifìea // simorD Domenico MombilluARISTEA
fua figlia amante di MegacleLa
signoraAnna
Cafentini, ^ •ARGENE Dama
Cretenfein abito di Paftorella, fottonome
di Licori, amante di LicidaLa
signora Cattcrina Loren^ini,LICIDA
creduto figlio delRe
di Creta^ amante d' Ariitea, ed amico di Megacle// signor Gafparé Savoj.
MEGACLE
amante d'Ariftea, ed amico di Licida // signor LuigiMarc
heJi primo Virtuofo di Cd-^mera, e Cappella di S.
AMINTA
confidente di LicidaLa
signora Rofa Mora,Di
riferva pèr fupplemcntoLa
signora Luminofa BuzziCOMPARSE
Paftori Guardie della Principeffà
Atleti Sacerdoti di Giove Olimpica
Guardie Reali Paftorelle con Argene.
(VI)
LI BALLI
^S?>io inventati^ compofli^e diretti^ come pure la MUfim^
de*medefimiy dal signorGafpare AngloliniMaeftr&
fenfionario delle due Corti Imperiali di Vienna^
^ di Pietroburgo, ed hanno per titola
Primo.
SARGINE
Le decorazioni rapprefentano
'i".Sala d^armi in qafa del vecchioSargine, checoim
pare nel!'alzarfi delle portine, che la ricoprono.
2, Antico Cafteilo della cafa d'
Apremont
, edm
loa- tano la villa ove abita il giovine Sargine, 3.Camera
Reale.^. Antico Caitello
come
fovra.j.
Ampio
fito in una campagna p;:eparato perua Torneo
, con loggie deltinate per laCorte,e peri Giudici d'armi, ripieno di numeroso popola?
fp^ttator^.
Secondo,
LOREZZO
Le decorazioni rapprefentano»
t.
Amena Campagna
, dove vedefiFabitazionediLo- rezzo, ed un ponte praticabile, che conduce adun
tempio fituato fu d'un picciol colle.^.
Camera
inun
palazzo della Cittàdi I^lermo.5.
Amena Campagna come
fovra.Terio
I
VINCITORI DE' GIUOCHI OLIMPICI, E
vengono efeguiti dalli fegucnti.La
defcriiionc de'
fuddetti Balli fi ritrova in fius del
Dramma
alla pag, 4^.(VII)
PRIMI BALLERINI SERJ
SignorAndrea Vulcani SignoraAntonia Vulcani Muzarelti
PRIMI GROTTESCHI
Signor Agoftino Bertorelli Signora AntoniaMonti Papiftl
SECONDO GROTTESCO
SignorAntonio Chiavari
Trimi Ballerini di me-^^o caratterefuori di concerto
Signor Antonio Papini Signora AuroraBenaglia Signor Giufeppe Herdlitzka
ALTRI ÈALLERINt
,E FIGURANTI
Signori
GiufeppaDalmazzofacienti leparli Gaetano Deftefani
Angelo Giannini Gaetano Biffi
Antonio Uboldi Gioanni Pillietti Francefco Badi Fiancefco Granetfi N. N.
Signore
Terefa Poggi Angela Vigliermettì Giovanna Caftagna.
Giovanna Tiberti VittoriaDemorra Giufeppa Montin Eufrafia Chiavari iPaglaRocc%
BaldalTare Armano Luigi Vifconti Gaetano Fava Angelo Sartorelli luigi
Mya
Gioanni Paffaponte Antonio Fava Francefco Marochetti Kiccola Solini
Marianna ZuflS Marta Veliate Antonia Badi Angela Bordino Benedetta Razim Anna Cerrutti Marta Cerrutti M*ria Paftorim
(Vili)
MUTAZIONI DI SCENE
ATTO PRIMO
Scena I Fondo felvofo di cupa, ed angufla vaile
Scena IV. Campagna alle falde un monte, fpiirra.di ca-^
panne paftorali. Ponte ruftico fui fiume Alleo,compo-
fto ditronchi d'alberirozzamente comiefìì. Veduta in lontanodella Citta dVOlimpia.
Sc&na VILI, Roviae d'antico Ipodromo.
Per ilprimo ballo.
Le Scene rapprefentano
1. Sala d*armi in cafa del vecchio Sargine, che compare
nel]' alzarci delle cortine, che la ricoprono.
2. Antico calvello della cafa d'Apremont, ed in lontano
la villa ove abitail giovine S argine.
3. Camera Reale.
4. Antico Caftello còme fovra.
5. Ampio fito in una campagna, preparato perun torneo, con loggie deftin^te per la Corte, e per li Giu^dici d' armi, ripiego di numerofo popolo fpettatore.
ATTO SECONDO
Scena I. Interno di Cai3anna pallorale
Scena III, Veduta di varj edifici d'acqua appiè d*uH monte^
Scena IX. Rovine d' antico Ipodromo, come nell'Atto' primo.
Periifecondo Ballo.
%,
Amena
campagna, dove vedefi l'abitazione di Lorezzo, ed un ponte praticabile, che conduceadun Tempiofj«tuato fu d'unpicciol colle.
2. Camera in unPalazzo della Città di Palermo.
3. Amena Campagna come fovra.
ATTO TERZO
Scena L Luogo attorniato da altifHme rupi.
Scena Tempio di GioveOlimpicoconaraardenteavanti
il fimulacro del Nume,
Inventori, e Pittori delle Scene»
Li Signori Fr^relii Galliari Piemontefi.
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Fondo
selvoso di cupa,ed
angusta valle.tic.
5r2LO
risolutojAminta
,
Più consigli
non vo\
jim^ Licida, ascolta,
Deh modera una
voltaQuesto
tuo violento Spirito Intollerante.
Lic»
E
in chi poss'io ,Fuorché
inme
piùsperar?Megacle
stesso,Megacle m' abbandona
Nel
bisognomaggiore
!Or
va, riposa Sulla fe' d'un'amico
.jim^
Ancor non
deiCondannarlo
però. Prescritta èTorà
Agli Olimpici giuochiOltre il meriggio, ed or
non
è 1*aurora•
J^ic, Sai pur, che
ognun,
che aspiriAir Olimpica palma
, or sul mattino Licida, edAminta
•A
% ATTO
Dee
presentarsialTempio;
ilgrado, ilnome^
La
patria palesar; diGiore
all'ara Giurar dinon
valersiDi
frode nelcimento
•Am.
II so ,ma
qualeSarebbe
il tuo disegno? hìc.Air
ara innanziPresentarmi cogli altri,
A
suotempo pugnar.
Am. Eh
quinon
giova^Prence, il saper ,
come
si tratti il brando.He. Dunque
,che
far degg'io?Non
sicontrastaOggi
inOlimpia
del selvaggio ulivoLa
solitacorona
.Al
vincitore Saràpremio
Aristea, figlia reale Dell'invittodistene;
unica, e bellaFiamma
di questo cor,benché
novella.
Am. Ed Argene?
X/V.
Ed Argene
Più riveder
non
spero .Am. E
pur giurasti . • . .Lìc.
T'
intendo . In queste fole trattenermi
vorresti.Addio
«Am. Ma
senti.
Lio,
No
,no
.
Am. Vedi che
giunge •• • ( osservafraU
sceney
Megacle?
Lic.
Dov'
èmai
?Am.
Fra quelle pianteParmi
,no
,non
è desso • (come
sopr^) Lìc.Tu mi
deridi ,Aminta
,
£
lo meritoben
«P k IMG; 5
S C E N A
I I.MegacU
5 e dati.Uc.
5,l^^^^Isero „
! e fui sì titcoChe
inMegacle
sperai?Meg. Megacle
è teco.
Lic, Giusti Dei!
Meg. Prence
!Lic.
Amico!
Vieni
, vieni al itiio seno•Ecco
risortaLa
jniaspeme
cadente •Mcg^ E
sarà vero,Che
il Cielm'
offrauna
voltaLa
via d'esserti grato?Lic.
E
pace, e vitaTu
puoidarmi
, se vuoi•Meg. Come
? Lic,Pugnando
Neir Olimpico agone
Perme
, colnome mio
•Meg, Ma
tunon
seiNoto
in Elide ancorì Lic.No
.
^^S' Quale
oggettoHa
questa trama? tic. Ilmio
riposo.Oh Dio
!Non perdiamo
imomenti* Appunto
èTora^.Che
deprivali AtletiSiraccolgono i
nomi
.Ah
volaal tempio^Di
y che Licida sei•La
tuavenuta
4 A T T O
^
Inutile sarà, se più soggiorni
.
Vanne
.Tutto
saprai,quando
ritorni«Meg. Superbo
dime
stessoAndrò
portando in fronteQuel
caronome
impresso,Cpme mi
sta nel cor.Dirà
la Grecia poi^Che
furcomuni
a noiL' opre
, i pens^er , gli affetti,E
in fine inomi ancor
. (parte)SCENA III.
Liciday ed
Amìnta
.H
generosoamico
!Oh Megacle
fedel !Eccomi
alfine Possessor d'Aristea.Am.
Signor....
Lìc.
Mio
caroAminta
>Vanne
, e tutto disponi ... IocollaSpo^a Prima che
il sol tramontiVoglio
quinci partir .Am.
Più lento,Prence
,Nel
fingerti felice ,i/c.
Oh
sei purimportuno
!Ai
dubbj tuoi .Chi
presta intera fedeO
ardirnon
osa,o
di poternon
crede*S'affretta il passaggiero Sia r aiba,
o
sia la sera,
Perchè
affrettando ei speraiRipose
alfin trovartI*
R
IM
Sollecito il
Nocchiero Quando
vicino ha il lido^ Sprezza ognivento
infido3
E va
solcando ilmar
.
parte)
SCENA IV.
Campagna
alle falde d'un monte
, sparsa&
capanne
pastorali.Ponte
rustico sul fiume Alfeocomposto
di tronchi d' alberi rozza*mente
connessi.Veduta
in lontanodeiU
CittàOlimpia
.3, Felice libertà!
Quivi
la frodeParte
non
v'ha, se alcun piacersi gode.99
Qui gr
innocentiamori
La
costanza, la fe'• ..Ecco
Aristea:Già
il rozzomio
soggiornoTorni
a render felice,o
Principessa?Arist,
Ah
fuggir dame
stessaPotessi ancor,
come
dagli altri,amica
,
Incominciasti
un
giornoA
narrarmi i tuoi casi, 11tempo è
questoDi
.proseguir.^rg.
Già
dissi.
.
Che Argene
èilnome mio,
che in Creta ioArgcnc
,ed
uirìsua.cara
Condisce
a gara, e beanacqui
A3
6 ATTO
D'illustre
sangue. Del
Cretense soglio Licida il regio eredeFu
lamia fiamma, ed
io la sua. L'inteseII
Re
^ se nesdegnò,
sgridonne il figlio, Gli vietò divedermi
.A me
s'impone Che
a stranieroConsorte
Porga
la destra, io la ricuso, e ignota In Elide pervenni, e al caro bieneSerbo
in sen di Licori il cor d'Argene
.
ArìstAn
vermi
fai pietà.Ma
la tua fugaNon approvo
però.Jlrg,
Dunque
aMegacle Donar dovea
laman
?^nV/. Megacle
? (oh nome
! )Di
qualMegacle
parli? jirg.Era
loSposo
Questi, che il
Re mi
destinò.Doveà Dunque
obbliar ?. ...Arist.ì^Q sai la patria?
Arg. Atene
•ArisuCom^
in Cretapervenne?
Arg. Amor
vel trasse,Come
ei stesso dicea.^rÌ5/.
Ma
ti ricordiLe
suesembianze
?Arg. Avea
Nere
le^chiome
, oscuro ilciglio, isguardi Lenti, e pietosi ,un
arrossir frequente,Un
soave parlar.... Ma
, Principessa,
Tu cambi
di color ìche avvenne
?A
rlst.Oh.Dio
!Quel Megacle, che
pingi , èr
ido!mioé
P R
IM O. 7
Arg.
Che
dici? Jlrist.Ilvero
: a luiLunga
stagion giàmio
secretoamante Niegommi
il padremio, né
vollema;
Conoscerlo
, vederlo. Ei disperatoDa me
parti, più noi rividi • S* egli Sapesse,che
in quest'oggiPer me
qui sicombatte ....
Arg^
Tosto
a luiVoli un
tuo servo, e tu procura intant®La pugna
differir .Arìst.
Come
^Arg. distene
È
pur tuo padre. Ei qui presiede eletto Arbitro delle cose. Eipuò
, sevuole.
••Arist.
Ma non
vorrà .Arg^ Che nuoce
,Principessa, il tentarlo?
Arìst.
E ben
,distene
Vadasi a ritrovar.Arg, Fermati, ei viene
.
SCENA V*
distene con seguito^ c ditti^^
Clls^^^lgWz^
tutto ècompito,
inomi aecol%
Le
vittime svenate, al grancimento
L' ora prescritta; e più lapugna
ornaiSenza
offesa de'Numi
Della pubblica fe% dell'
onor mìo
^Differir
non
sipu©
«S ATTO
'jdrist,( Speranze, addio ) Clis,
Ragion
d* esser superbaIo ti darei, se ti dicessi tutti
'
Que'
,che
apugnar
pertevengono
a gara.V'
è Olinto diMegara
.V
è Glearco di Sparta. Ati diTebe
Erilo di
Corinto
,E
fin di Creta Licidavenne.
Jrg. Chi
?Clis. Licida il figlio
Del Re
Cretense .^rls£. Ei pur
mi brama?
Clis,
Ei
vieneCon
gli altri aprova
.
^ u4rg. (
Ah
si scordò d'Argene
!) Clis, Sieguimi,
o
figlia.Arist.A\\ questa
pugna, o padre,
Si diiFerisca.Clis,
Un'
impossibil chiedi .Dissi, perchè .
Ma
la ragion*non
trovoDi
tal richiesta .Jlrist.
A
divenir sos^eetteSempre
v'ètempo.
E'd'Imeneo
per noiPesame-
ilgiogo;
e già senz' essoabbiamo Che
soffrire abbastanzaNella nostra servii sorte infelice
.
Clis.
Dice ognuna
cosi,ma
il vernon
dice•Del
destinnon
vi lagnate,
Se
vi rese a noi soggette,
Siete serve,
ma
regnate Nella vostra servitù•PRIMO. ^
Forti noi ^ voi belle siete,
E
vincete in ogni impresa,
Quando vengono
a contesaLa
bellezza,e lavirtù.(
pane
colpropria seguilo^SCENA VI.
Aristea,
ed Argene
.Arg. ^^J^Disti
,o
Principessa ? Arist.AiVi\cdL j addio.Convien
ch'ioseguailpadre.Ah
tu,chepuoi.Del mio Megacle amato
,Se
pietosa pur seicome
sei bella,Cerca
,recami ,oh Dio
! qualche novella•Tu
di saper procuraDove
ilmio ben
s'aggira,
Se
più dime
si cura , Se parla più dime
.Chiedi, se
mai
sospira ,Quando
ilmio nome
ascolta ,Se il proferì talvolta
,
Nel
ragionar fra se• (^panecolproprio seguito)
ATTO SCENA VII.
Argim
sola.Unque
Llcida ingratoGià
dime scordò? Questo
è lo stileDe'
lusinghieri ajjìanti.Hanno
il talentoDi
lagrim^r, impallidir • TalvoltaPar,
che sugli occhi vostriVoglian morir
fra gliamorosi
affanni,Guardatevi
da lor^son
tutti inganni.Non
è verche
sian gli amantiSempre
fidi aun
cor fedele,Son
gì' inganni , e le querele:Spesso
premio
aun vero amor
^Ah
semai
perun
ingrato , Bellafiamma
in senv'accese^
Vendicate
voi le offeseCol
disprezzo9 e col rigor• {^partc)SCENA Vili.
Rovine
d'anticoIpodromo
,*Licìda, c
McgacU da
diverse parti.Meg.
,^-iiIcida.
Lìc.
Amico
. iVfeg^.Eccomi
a te.Lic.
Compisti ....
Meg^
Tutto,o
Signor.Già
coltuonome
altempio
PRIMO.
IIPer
temi
presentai.
Lic.
Oh
se tu vinciNon
ha di ine più fortunatoamante Tutto
il regno d'ampr
!Mig. Perchè
? Lic.Promessa
In
premio
al vincitore E'una
beltà Real,Meg.
Intendo, io deggioConquistarla per te .
Licn Sì• Chiedi poi
La mia
vita, ilmio
sangue, ilregnomio^
Tutto
,o Megacle amato
, iot*offro^ e tutto Scarsopremio
sarà .Jkf^^.
Di
tanti9o Prence,
Stimolinon
fa d'uopo
Al
grato servo, al fidoamico
. Iosono
Memore
assai de'doni tuoi.Rammento La
vita, chemi
desti.Avrai
laSposa,
Speralo pur .i/c.
Oh
dolceamico! o
CdiXz{^ahhracciandclo^Sospirata Aristea ]
Meg, Che
?Lic^
Chiamo
anome
11
mio
tesoro .Meg.^à
Aristea sichiama?
Llc
Appunto
.Meg,
Altrone
saiì Lic. PressoCorinto
Nacque
in riva all'Asopo
, alRe distene
Unica prok
.22 ATTO
Aimè
! questo è ilmio bene
)È
per lei sicombatte
? Lic. Per lei.
Jdcg.
Questa
degg'ioConquistarti
pugnando?
XfV. ,
Questa
.Meg. Ed
è tua speranza , e tuo conforto Solo Aristea?Lic» Solo Aristea .
Mtg.
(Son morto
.)
Lic.
Non
ti stupir.Quando
vedrai quel volto Forsemi
scuserai. esserneamanti
Non avrebbon
rossor iNumi
stessi.
Meg.
(Ah
così noi sapessi!) Lic.
Oh
se tu vinci !Chi
più lieto dime
?Megacle
istessoQuanto mai
negodrà
!DI
,non
avrai Piacer del piacermio
?Meg. Grande
.Lic, Il
momento,
Che
ad Aristeam* annodi,
Megacle
, di,non
ti parrà felice ? Af^^. Felicissimo. (oh Dio!
)Lic. Senti,
amico
. Iomi
fingoGià
r avvenir; già col desio possiedoLa
dolceSposa
•Meg.
(Ah
quest' è troppo!) Lic.
E
parmi • . . •Meg. Ma
taci . Assai dicesti.Amico
iosono
Il
mio dover comprendo,
con impetoy
Ma
poi . - . .PRIMO. ly
tic,
Perchè
ti sdegni? In che t'offendo?Meg.
(Imprudente
! che feci?) Ilmio
trasporte E' desio di servirti. Io stanco arrivo (^slri-compone
VDal camm lungo, ho
dapugnar, mi
resici Piccioltempo
al riposo, e tumei
nicghi?Llc.
E
chimai
ti ritenneDi
spiegarti sinora?
M^g
II niio rispetto .Lic.
Vuoi dunque
riposarìMeg.SÌ.
Lk. Brami
altroveMeco
venir?Meg, No
.
Lic.
Rimaner
ti piaceQui
fra quest'ombre
•^eg^Sì.
Lic. Restar
deggMo?
Meg, No
• (conimpa:{lcn[a,esimctu
asedere )JL/c. ( Strana voglia ) e
ben
riposa.Addio.
Mentre dormi
,amor
fomentiIl piacer de'sonni tuoi ,
Con
ridea delmio
piacer.Abbia
il rio passi più lentiyE
sospenda imoti
suoi©gni
zefiro legger*(^paru)
r4 ATTO
S C E N A
I X:.Megacle
y poi Aristea.Meg. \^ HE
intesieterniDei
!Quale improviso
Fuliiìine
mi
colpì!U anima mia
Dunque
fiad'altri?E ho
da condurlaiostessa In braccio almio
rivai!Ma
..
, quelrivale E' il caro
amico
•Ah
qualinomi
uniscePer mio
straziola sorte!Eh
! chenon
soncr Rigide a questosegno
Le
leggi d'amistà. • .Megacle
ingrato^E
dubitar potresti?Ah!
se tivede
Con
questain volto infamemacchia,
e rea^Ha
ragion d' abborrirtianche
Aristea •No
, talnon mi
vedrà.Quello
,chetemd
E' il volto del
mio ben. Quello
s'eviti Formidabile incontro. In faccia a lei,Misero
!Che
farei?Solo
in pensarlo io sentoConfondermi,
tremar.No, non
potrei..3
\Arist.Stranier..• .
(sm:^a vederlo in viso
\ Meg» Chi mi
sorprende ? (^rivoltandosiy
Arisi.(
Oh
stelle! )Mtg.
(Oh Dei!
)
u^ri5^
Megacle
!Mia
speranza!Oh
caro,oh
tanto,'E
sospirato, e pianto,E
richiamato invan ! Tornasti, ecome
Opportuno
tornastiìOh amor
pietosoi'Oh
felici martiri!Oh ben
sparsi fin or, pianti, e sospiri lP R
IM O-
Meg.
(Che
fiero casoè
ilmio 1)
Megacle amato,
E
tu nulla rispondi ?Che mai
vuol dir quel tantoCambiarti di color?
E
quelle a forzaLagrime
trattenute?Ah
piùnon sono
Forse lafiamma
tua? Forse . . . •iW^^.
Che
dici ? (confuso^Sempre
^..
. Sappi,• •.
Son
io ....
Parlar
non
so.(Che
fiero caso èilmia!)
jirìst.
Ma
tumi
fai gelar.Dimmi
,non
sai.Che
perme
qui sipugna
?Meg,
Il so.Arist.
Non
vieniAd
esporti perme?
Meg.Si.
Arist.
Perchè mai
Dunque
sei cosìmesto
? iMeg^
Perchè,..(BarbariDei,che
inferno èquestòì") Arist.Ma guardami
. . .Ma
parla,
Ma
dì....
Meg. Che
posso dir!Non
odi il segno^ (sìsenteil'•
, segnoche invita alcomhattiminto.^
Che
al grancimento
i'concorrenti invita?(Assistetemi
o Numi
!)Addio, mia
vita^ (i/z atto di partire^ Arist.
E mi
lasci così?Va. Ti perdono^
Purché
tornimio Sposo
.Meg. Ah
sì gran sorteNon
è perme
.Arist^SQnù
.Tu m' ami
ancor;^^
1
ATTO
Meg. Quanto r anima mia.
^fist.Veàel
mi
credi?Meg.
Sì .Come
bella .Jìrist.k conquistar
mi
vai?Meg. Lo bramo almeno
.j^ristAÌ tuo valor primiero
Hai
pur.
Meg. Lo
credo.Jtrise.K vincerai?
Meg. Lo
spero .^r/V/.
Dunque
allornon
sonio.
Caro
, laSposa
tua?Meg. Mia
vita,addio.
Ne'
giorni tuoi feliciRicordati di
me
. jirist.Perchè
cosìmi
dici.Anima mia, perchè?
Meg. Taci
beiridoimio
.Arisc. Parla
mio
dolceamor
.
^'S' .,(Ah che P«'-l^"/Ooh Dio!
tacendo
Tu mi
trafiggi il cor.Arist. (
Veggio
languir chiadoro,
Nè
intendo il suo languirMegm
(Di
gelosiami moro
E non
loposso
dir.) (
Chi mai provò
di questo^2
• • •( AflFanno più funesto,( Più barbaro dolorl
Arist. (
Fine delC
Atto primo
«ATTO ìt
SCENA PRIMA.
Intetnd di
capanna
pastorale*Argmc
j idA
minta%Arg. trovar
non
poss'ioNè
pietà ynè
soccorsoìAm. Argene
, ecome Tu
in Elide? tu sola? In sì ruìde spoglie?Arg.I neri inganni
A
secondar delPrence
Dunque anche
tu quisei ?Chi
sa1Nel
CieloV'
è giustizia per tutti , e si ritrovaNel mondo anche
talvolta.Iovò
cheilMondo
Sappia,eh'è
un
traditore,acciocchéognuno
abborrisca, eV
eviti,
E con
orrore, a chi noi sa,V
additi •Am. Benché
giustoèlosdegno, ésempre
meglio.Che
opprimerlonemico
Averlo amante,
e riacquistarloamico.
In
un cor, che
fu piagatoDa
un'amabile pupilla , Destar bastauna
favilla^Perchè
torni alprimo
ardor•Ottener
può
talmercede La
costanza nella fede,E U
fed^nell'amor*
(^partc^iB ATTO
S C E N A
IL
Argenc
,poi Arìsua
•Arg, ^^^Uesti
d'un
labbro Infido Ingannevoli dettiun
cuor delmio Meno
cauto sedur fórsepotranno*
Arìst.
No
,non
v' è sotto il CieloChi
possa dirsi ,oh Dio
1Più misera di
me#
Arg. Deh
! Principessa,Qual pena
ti sorprende?Perchè
quel volto di pallor dipinto?Arista
La pugna terminò
, Licidaha
vinto•Arg.
Licida ?j^mr» Appunto
; il Principe di Creta^Che
giunse a queste arene , ( Sventurata Aristea!)
Arg.
( MiseraArgene
!)
Or
^dimmi, o
Principessa,V'è
sotto il Ciel chi possadirsi,oh DioÌ
Più misera dime
?Arlst.Sx, vi son'io.
Arg. Ah
!non
ti facciaamore Provar mai
lemie pene
.Cara
Aristea, tunon
conosciArgene
•Arisi.Io
compiango
il tuoduol,ma
tunon
senti^Quai
più fieri tormentiOpprimano
ilmio
cor •Ah
!che
perduta E' ognispeme
perme
•De'
mali mieiS M C O N D Ò- 19
Non
è ancorpago
il Clel; dalfatooppressa iPerdo,oimè P
idolmio
, perdo rnestessa!Ah
ch'ioperdo
il caroamante!
Io
tMnvolo
il tuo te^oY,(^adArgeney
E m'
affanna in questo istanteLa mia pena
, e il tuo dolor•Giusto Cielo ^ in tal
cimento Del mio Ben
, chemai
sarà1Chi non
sente ilmio tormento
No
cheamor
nel sennon ha.
Già
vicino è il colpo atroce, Sarai paga avversa Sorte,
Ah
!son
fiere lemie pene
Che
spiegarle,oh Dio
!non
so. (^partc)S C E N A
I IL
Veduta
di varj edificjd'acqua appiè d'un monte,
distene^ Licida^ e Megacle coronato d'*ulivo
^
e vestito
da
Atleta»Clist.\0^loyìpé
valoroso.Che
inmezzo
a tanta gloria umil ti stai,Queir
onorata fronteLascia, eh'io baci, e
che
tistringaalsenOé Felice ilRe
diCreta,
Che
tal figlio sorti lPremio
Aristea Sarà del tuo valor; s'altro donartidistene può
, chiedilo pur, chemai
Quanta
dar ti vorrei,nan
chiederai *10 ^yyp
Meg.
(Coraggio o mia
virtù ) Signor, sanfiglio,E
dì tenero padre .Ogni
contento.Che con
luinon
divido,
E* insipido per
me. Di mie
venture Pria d' ogni altro vorreiGiungergli apportator; chieder
V
assensoPer
questenozze
, e lui presente, in CretaLegarmi
ad Aristea•Clis. Giusta è la
brama
.
Meg.
Partirò, se^1 concedi,
Senz'altro indugio . In vece
mia rimanga
Questi dellamia Sposa
Servo
tcompagno
, e condottier .Clist.(^
Che
voltoE' questo
mai
! nel rimirarlo, il sangueMi
si riscuote in ognivena
! )E
questiChi
è?come
s' appellaìAUg.Egìsto ha nome, Creta
è sua patria •Lic. (
Oh amore
! )Clist.
E ben
, la <:uraDi
condurti laSposa
Eglsto avrà.
Ma
Licldanon
debbe' Partir senza vederla.
Mcg. Ah no
!Sarebbe
Pena maggior. Mi
sentirei morire Neil* atto di lasciarla .Ancor da lung©
Tanta pena ne provo
• • ••Clist.
Ecco che
giunge .Meg.
(Oh me
infelice !)
SECONDO. ti
SCENA IV.
Aristeay e detti.
Arist,
{j^uJLìe
odiosenozze.
Come
vittima, iovengo
all'ara innanti)JL/V. ( Sarà
mio
quel belvolto inpochi istanti) C7iir.Avvicinati , o figlia5
ecco
il tupSpo$p
•Meg.
(4h non
èver.
)
Anst. Lo Sposo mio
IClist, Sì; vedi
Se giammai
più belnodo
inCiel sistrinse jirist* (Ma
se Licida ha vintoCome
ilmio
bene?,..Ilgenitorm'inganna.)
Lic. (Crede Megacle Sposo,
ese neaffanna.)^Arist.E, questi,
o
padre, è il vincitori disc.Mei
chiedi?Non
lo ravvisi al voltoDi
polve asperso? All'onorate stille^Che
gli rigan la fronte? a quelle foglieChe
son di chi trionfaU ornamento
primier?Non
più dubbiezze^.Ecco
ilConsorte
, a cuiIl Ciel t'accoppia , e noi poteapiù
degn^
Ottener dagli
Dei
Tamor
paterno Arìst.C Che
gioja !)
Meg.
(Che
martir !) Lic» (
Che
giorno eterno !) Clist.È voi tacete,
onde
il silenzifli?xt ATTO
Meg.
(Oh Dei
!Come comincierò
?) j4rist. Parlar vorrei
,
Ma
. • . •Clìst. Intendo: intempestiva E' la presenza
mia.
Restate. Io lodo
Quel modesto
rossor,che
vi trattiene.Meg,
(Sempre
lo statomio
peggior diviene ) flìsc. Bell'alme innamorate^Perchè
sìmeste
siete?Di
paventar cessate,
Cessate ogni timor
.
Le
tue spietate furieCela, o
destino ingrato:E non
s'accenda
il fulminfeContro
si caro ardor. parte^
S C E N A V.
Megade
, Aristea, e Llcida,Meg.(^^ RA l'amico,
el'amante.
Che
farò, sventurato ? ) Lic. (Air
idolmio
,E'
tempo, che
iomi
scopra t)(^aMeg.^
Meg
( Aspettaoh Dio!
) (^aLicid.jArìseSposo
y alla tuaConsorte
Non
celar,che
t'affligge.Meg.
(Oh pena
!oh morte
! ) Lic. ( L'amor mio
, caroamico
^Non
soffre indugio.) ( a
Meg.
)
SECONDO. 23
jtrìstAX tuo silenzio,o
caroMi
crucia,mi
dispera.
Meg.
( Ardirmio
core,Fmiamo
dimorir
. )Per
pochi istanti Allontanati,o Prence
.
Llc.
E
qual ragione ?. • ..
Mcg, Va
, fidati dime
.Tutto conviene Ch'
io spieghiad
Aristea .Lic.
Ma non
poss' io Esser presente?Mig. No
, Più chenon
credi,
Delicato è T
impegno
.
Lìc.
E ben
tu'1 vuoi ?10 lo farò .
Poco mi
scosto •Un cenno
Basterà, perch'io torni.
Ah!
pensaamico Di
che parli, e per chi. Se nullamai
Feci per te, semi
sei grato, em' ami
,
Mostralo
adesso . Alla tua fida aitaLa mia
pacecommetto,
e lamia
vita,(^paruySCENA VI.
MegacU
, ed Aristea•M^gr{ ^3*11
ricordi crudeli!) j4risi.
Aìhn
siam soli.Potrò senza ritegni
11
mio
contento esagerar? chiamartiMia speme
,mio
dilettoLuce
degli occhimiei?
•;Meg» No
, Principessa,%4 ATTO
Questi soavi
nomi
Non
son perme
• Serbali pure ad altro Più fortunatoamante ....
E
'1tempo
è questoDi
parlarmi così?Giunto
è quel giorno...Ma,
semplice, ch'ioson;
tu scherzi,o
caro-,Ed
io stoltam'
affanno tMeg. Ah non
t' affanniSenza
ragion !j4rist.Spiegati
dunque
.
Meg.
Ascolta ;Ma coraggio,
Aristea, l'alma preparaA
dar di tua virtù laprova
estremai\4^isu Parla,
oimè
!che
vuoi dirmi?...(Ilcuormi
trema.)
Mcg. Tutto V
arcan ti svelo ,Il Principe di Creta
Langue
per te d'amor
. Pietàmi
chiede^
Ei
la vitami
diede .Ah
Principessa!Se negarla
possMo
, dillo tu stessa Arlst,E
pugnasti! . . ..
Meg. Per
lui.
-^m/.
Perdermi vuoi?....
Meg^
Sì , per serbarmisempre Degno
di te•^rìst.
Dunque
iodovrò?
....M^g^ Tu
dei"Coronar
l'opramia.
Sì, generosaAdorata
Aristea,seconda
imoti
D' un
gratocuor
. Sia, qual iofui sin ora, Licida in avvenire.Amalo
, èdegno
SECONDO. 25 DI
SI gran sorte il caroamico. Anch'i©
Vivo
dì lui nel seno,E
s' ei t'acquista^ ionon
tiperdo appieno.J.nst Pi\i qual passaggioèquesto ! Io dalle stelle Precipito agli abissi.
Eh! no,,.,
sicerchi Migliorcompenso. Ah
senza te la vita.Per
me
vitanon
è !Mcg.
Beila Aristea,Non
congiurar tu ancoraContro
lamia
virtù .Mi
costa assai Il prepararmi a sì gran passo.Un
sol®Di
quei teneri sensiQuant'
opera distruggeJArìst.K
di lasciarmi?. . . ,Mcg. Ho
risoluto.
jérist.tìsiì risoluto ?
E quando?
Meg. Questo
. .. . ( morirmi
sento )Questo
èV
ultimo addio •Arìst.V
ultimo ? Ingrato !Soccorretemi
o Numi
! Il piè vacilla,
Freddo
sudormi bagna
il volto ^ eparmi,Che una
gelidaman m' opprima
il core(s*appoggia
ad un
tronco )Mcg*
(Sento che
ilmio
valoreMancando va
. Più che a partirdimoro
^Meno ne
son capace.
Ardir.) Vado,
Aristea, rimanti in paceèArìst*
Come
!Già m' abbandoni
?Mcg.
E' forza,o
cara Separarciuna
volta Arlst.E
parti.• »,
x6 ATTO
M^g. E
partoPer non
tornarmai
più. ( in atto dipartire)^r/i/.Senti,
ah no! dove mai?
Meg. A
spirar,mio
tesoro.Lungi
dagli occhi tuoi.
\Arist.
Soccorso
. ., •iomoro
. ( sviene )Meg. Misero me! che veggo?
Ah
l'oppresse il dolor!Cara mia speme.
Bella Aristea,
non
avvilirti , ascolta•Megacle
è qui .Non
partirò . •• Sarai.. .Che
parlo? Ellanon m' ode. Avete, o
stellelPiù sventure per
me
?No
, questa solaMi
restava a provar.Chi mi
consiglia ?Che
risolvo?Che
fo ? Partir?Sarebbe
Crudeltà^ tirannia.Restar?,.•Che
giova?...Forse adesserle
Sposo?
... E'IRe
ingannato,E r amico
tradito ! e lamia
fede!E r onor mio
lo soffrirebbe ?Almeno
Partiam piùtardi...
Ah che sarem
dinuovo
A
quest'orrido passo!Ora
è pìetade L'esser crudele .Addio mia
vita.Addio Mia
perduta speranza. Il Ciel ti renda Più felice dime. Deh!
conservateQuesta
bell'opra vostra, eterniDei,
E
i di , eh' io perderò donate a lei •Licida ( dov' è