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DICEMBRE 2013

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(1)

ARTICOLI DI STUDIO

3-9 FEBBRAIO

Non siate “presto scossi dalla vostra ragione”

PAGINA 6˙CANTICI: 65, 59

10-16 FEBBRAIO

Siamo disposti a fare sacrifici per il Regno?

PAGINA 11˙CANTICI: 40, 75

17-23 FEBBRAIO

“Vi deve servire di memoriale”

PAGINA 17˙CANTICI: 109, 18

24 FEBBRAIO – 2 MARZO

“Continuate a far questo in ricordo di me”

PAGINA 22˙CANTICI: 99, 8

34567

15 DICEMBRE 2013

(2)

Questa pubblicazione non `

e in vendita. Viene distribui- ta nell’ambito di un’opera mondiale di istruzione bibli- ca sostenuta mediante contribuzioni volontarie. Salvo diversa indicazione, la versione biblica usata `

e la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti.

La Torre di Guardia `

e un periodico quindicinale edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testi- moni di Geova, Via della Bufalotta 1281, Roma. Diret- tore responsabile: Romolo Dell’Elice. Reg. Trib. Roma n. 14289 - 10/1/1972. Stampata in Germania da:

Wachtturm Bibel- und Traktat-Gesellschaft der Zeugen

Jehovas, e. V., Selters/Taunus. Druck und Verlag:

Wachtturm Bibel- und Traktat-Gesellschaft der Zeugen Jehovas, e. V., Selters/Taunus. Verantwortliche Redak- tion: Ramon Templeton, Selters/Taunus. 5 2013 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania.

Tutti i diritti sono riservati. Printed in Germany.

34567

December 15, 2013

Vol. 134, No. 24 Semimonthly ITALIAN

ARTICOLI DI STUDIO

ˇ Non siate “presto scossi dalla vostra ragione”

`E di importanza vitale che non ci facciamo ingannare da

idee discutibili e congetture prive di fondamento. A questo riguardo, troviamo opportuni avvertimenti nelle due lettere ai Tessalonicesi.

ˇ Siamo disposti a fare sacrifici per il Regno?

Se vogliamo sostenere il Regno, dobbiamo essere disposti a fare sacrifici. In questo articolo vedremo cosa possiamo im- parare dai sacrifici che venivano offerti nell’antico Israele.

Parleremo anche di molti che oggi fanno sacrifici per il Regno.

ˇ “Vi deve servire di memoriale”

ˇ “Continuate a far questo in ricordo di me”

Nello stesso periodo dell’anno, gli ebrei celebrano la Pasqua mentre i veri cristiani commemorano la morte di Ges`

u.

Perch´

e dovremmo conoscere meglio la Pasqua ebraica?

Come si determina la data del Pasto Serale del Signore, e che significato ha tale evento per tutti noi?

IN QUESTO STESSO NUMERO

3 Geova li ha protetti nelle ombre dei monti

16 Ricordate?

27 Affrontare la perdita del coniuge

32 Indice dei soggetti trattati nel 2013

ZIMBABWE

IN COPERTINA: Non `

e affatto facile raggiungere le persone che vivono sparse tra queste formazioni roccio- se dette kopje, alcune delle quali sono sormontate da enormi massi.

Ma nelle Matobo Hills, nel Matabele- land, i fratelli non si tirano indietro

                                   

POPOLAZIONE:

12.759.565

PROCLAMATORI:

40.034

STUDI BIBLICI:

90.894

In Zimbabwe alla gente piace leggere le nostre pubblicazioni.

In media ogni Testimone lascia 16 riviste al mese

(3)

`E MATTINA presto. Una donna apre la porta di casa e sulla soglia trova un pacchetto. Lo prende, si guarda intorno; la stradae vuota. Uno sconosciu-` to deve averlo lasciato l`

ı durante la notte. La don- na lo apre appena, e subito rientra in casa chiu- dendosi la porta alle spalle. Ne ha ogni ragione: il pacchetto contiene pubblicazioni bibliche proibi- te! La donna lo stringe a se e prega Geova in silen-´ zio, ringraziandolo del prezioso cibo spirituale.

Negli anni ’30 del secolo scorso scene come que- sta erano ricorrenti in Germania. Dopo l’ascesa al potere dei nazisti nel 1933, l’opera dei Testimoni di Geova era stata proscritta in buona parte del paese. “Eravamo convinti che la proclamazione di Geova e del suo nome non potesse essere ferma- ta da un decreto umano”, dice Richard Rudolph, che oggie ultracentenario.1 “Le pubblicazioni bi-` bliche erano uno strumento importante per lo stu- dio e il ministero. In quei giorni, per`

o, a causa della

1 Richard prestava servizio nella congregazione di Hirsch- berg, in Slesia. Oggi questa citta si chiama Jelenia G` ora e si tro-´ va nella Polonia sud-occidentale.

proscrizione non erano pi`

u facilmente disponibili.

Ci chiedevamo come potesse andare avanti la no- stra opera”. Ben presto Richard scopr`

ı che poteva dare una mano per soddisfare quella necessita in` un modo del tutto particolare. Avrebbe agito nelle ombre dei monti (Giud. 9:36).

LUNGO I SENTIERI DEL CONTRABBANDO Risalendo il fiume Elba si arriva ai Monti dei Gi- ganti, che si trovano lungo l’attuale confine tra Re- pubblica Ceca e Polonia. Pur raggiungendo solo i 1.600 metri, queste montagne sono state definite un’isola artica nel mezzo dell’Europa. Per sei mesi all’anno, infatti, sono coperte dalla neve alta fino a tre metri. Chi sottovaluta le imprevedibili con- dizioni atmosferiche rischia di ritrovarsi in mezzo alla fitta nebbia che di punto in bianco puo avvi-` lupparne le vette.

Nel corso dei secoli questa catena montuosa ha costituito un confine naturale tra province, regni e stati. Essendo impervia e difficile da controlla- re, in passato la zona era molto frequentata dai

GEOVA LI HA PROTETTI NELLE OMBRE

DEI MONTI

Foto: Pavel Tacl´ ık

15 DICEMBRE 2013 3

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contrabbandieri. Negli anni ’30, quando i Monti dei Giganti separavano Cecoslovacchia e Germa- nia, Testimoni coraggiosi cominciarono a percorre- re le piste ormai abbandonate dai contrabbandieri.

A quale scopo? Per trasportare preziose pubblica- zioni bibliche provenienti da luoghi dove era pi`

u facile disporne. Il giovane Richard era uno di quei Testimoni.

“ESCURSIONI” PERICOLOSE

“Il fine settimana ci dirigevamo verso i monti perlopi`

u in gruppi di sette fratelli; eravamo giova- ni e ci vestivamo da escursionisti”, ricorda Richard.

“Dal versante tedesco ci volevano circa tre ore per attraversare le montagne e arrivare a ˇ

Spindleruv˚ Ml´

yn”, localit`

a turistica una ventina di chilometri dopo la frontiera ceca. Allora nella zona abitavano molti tedeschi. Uno di loro, un contadino, accett`

o di collaborare con i fratelli. Andava in una citta vi-` cina per ritirare le scatole con le pubblicazioni ar- rivate in treno da Praga e le caricava su una carroz- za a cavalli di solito usata per il trasporto dei turisti.

Portava le scatole nella sua fattoria e le nasconde-

va nel fienile in attesa che arrivassero i corrieri per prendere le pubblicazioni e trasportarle oltrefron- tiera.

Richard prosegue: “Arrivati alla fattoria carica- vamo i nostri zaini, fatti apposta per contenere carichi pesanti. Ognuno di noi portava una cin- quantina di chili di pubblicazioni”. Per non essere scoperti, i fratelli camminavano quando era buio:

partivano all’imbrunire e rientravano prima del- l’alba. Ernst Wiesner, che all’epoca era sorveglian- te di circoscrizione in Germania, descrisse alcuni degli accorgimenti adottati: “Due fratelli andavano avanti e, se incontravano qualcuno, facevano subi- to dei segnali con le torce elettriche ai fratelli con i pesanti zaini che li seguivano a circa 100 metri di distanza. Questi si nascondevano fra gli arbusti lungo il percorso sino a che i due non tornavano e non dicevano una parola d’ordine, che cambiava ogni settimana”. Tuttavia i poliziotti tedeschi con le loro uniformi blu non erano l’unico pericolo.

“Una sera dovetti lavorare pi`

u a lungo”, ricorda Richard, “cosı mi incamminai verso la frontiera pi` u` tardi degli altri. Era buio e c’era una nebbia fitta;

Fratelli e sorelle in tenuta da escursionisti trasportano pubblicazioni in Germania varcando i Monti dei Giganti

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tremavo mentre camminavo sotto la pioggia geli- da. Mi persi nella boscaglia e non riuscii a venirne fuori per diverse ore. Molti escursionisti sono mor- ti in situazioni del genere. Mi imbattei nei fratelli solo la mattina presto, quando ormai erano di ri- torno”.

Il gruppetto di coraggiosi fratelli attravers` o i monti ogni settimana per circa tre anni. In inverno trasportavano il prezioso carico su slitte o serven- dosi di sci. Di tanto in tanto gruppi composti an- che da 20 fratelli attraversavano il confine di giorno seguendo i sentieri tracciati. Per dare l’impressio- ne che si trattasse di un’innocua comitiva di escur- sionisti partecipavano anche delle sorelle. Alcune di loro camminavano davanti e, quando sospetta- vano un pericolo, gettavano i cappelli in aria.

Una volta che i corrieri erano rientrati dai loro viaggi notturni, ci si assicurava che le pubblica- zioni fossero immediatamente distribuite. Come?

Venivano messe in piccoli pacchi che sembravano contenere sapone e portate alla stazione ferrovia- ria di Hirschberg; da lı venivano spedite in varie` parti della Germania, dove fratelli e sorelle le con- segnavano con circospezione ai compagni di fede, come narrato all’inizio dell’articolo. Questa rete di distribuzione clandestina era cosı fitta che, se an-` che solo un elemento veniva scoperto, le conse- guenze potevano essere davvero gravi. E un giorno si verific`

o un imprevisto dove praticamente nessu- no se lo sarebbe aspettato.

Nel 1936 fu scoperto un deposito di pubblica- zioni vicino Berlino. Tra le altre cose furono tro- vati tre pacchi spediti da un mittente sconosciuto di Hirschberg. La polizia esegu`

ı una perizia grafo- logica, identific`

o un componente importante del gruppo e lo arresto. Subito dopo furono presi altri` due sospettati, uno dei quali era Richard Rudolph.

Quei fratelli si assunsero ogni responsabilit` a, e per un po’ gli altri poterono continuare a fare i loro viaggi diventati ormai sempre piu pericolosi.`

UN ESEMPIO PER NOI

Le pubblicazioni portate negli zaini dai fratelli che varcavano i Monti dei Giganti furono un’im- portante fonte di cibo spirituale per i Testimoni

tedeschi. Comunque quella non fu l’unica via di comunicazione utilizzata: fino al 1939, quando le forze tedesche occuparono la Cecoslovacchia, esi- stevano percorsi simili lungo altri punti della fron- tiera con quella nazione. Anche sul confine con altri paesi, come Francia, Paesi Bassi e Svizzera, Te- stimoni da ambo le parti corsero grossi rischi per provvedere cibo spirituale ai fratelli perseguitati.

Oggi quasi tutti possiamo disporre di pubbli- cazioni bibliche nella quantita e nel formato che` desideriamo. Sia che riceviamo una pubblicazione nella Sala del Regno o che la scarichiamo dal sito jw.org, perch´

e non pensiamo a come `

e arrivata fino a noi? Forse non ha seguito un percorso rischioso come quello delle pubblicazioni trasportate notte- tempo sulle vette innevate dei Monti dei Giganti, ma di certo ha richiesto un duro lavoro da parte di molti compagni di fede che si adoperano altruisti- camente per noi.

Le vette innevate rendevano rischioso attraversare i Monti dei Giganti

15 DICEMBRE 2013

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FRODI, truffe e raggiri sono all’ordine del giorno nel- l’attuale sistema di cose. Cio non dovrebbe sorpren-` derci, dato che la Bibbia spiega senza mezzi termini che il governante di questo mondo, Satana il Diavo- lo, `

e un abile impostore (1 Tim. 2:14; 1 Giov. 5:19).

Con l’avvicinarsi della fine di questo sistema malvagio Satanae sempre pi` u adirato, sapendo che gli rimane` solo “un breve periodo di tempo” (Riv. 12:12). Perci`

o ` e lecito aspettarsi una crescente doppiezza da parte di coloro che subiscono la sua influenza, in particolare nei confronti di chi promuove la vera adorazione.

2Talvolta i mezzi di informazione riportano dichia- razioni fuorvianti, se non vere e proprie menzogne, sul conto dei servitori di Geova e sul loro credo. Arti- coli di giornale, documentari e pagine Web vengono utilizzati per diffondere falsita. Di conseguenza alcuni` prestano ingenuamente fede a tali mistificazioni e ne sono turbati.

3Siamo grati di poter contrastare questa tattica, con cui il nostro nemico vorrebbe demoralizzarci, me- diante la Parola di Dio, chee “utile [...] per corregge-` re” (2 Tim. 3:16). Fatto interessante, gli scritti di Paolo rivelano che nel I secolo alcuni cristiani a Tessalonica si erano fatti ingannare e avevano creduto a delle falsi- ta. Paolo esort` o quei fratelli a “non essere presto scossi` dalla [loro] ragione” (2 Tess. 2:1, 2). Quali insegnamen- ti possiamo trarre dal suo amorevole avvertimento, e come possiamo applicarli alla nostra situazione?

AVVERTIMENTI AL TEMPO GIUSTO

4Nella sua prima lettera alla congregazione di Tes-

1, 2. Perche menzogna e doppiezza sono cos´ ı diffuse al gior-` no d’oggi, e come si manifestano a volte? (Vedi l’illustrazione iniziale.)

3. Cosa puo aiutarci a contrastare menzogna e inganno?` 4. Che avvertimento ricevettero i cristiani di Tessalonica cir- ca la venuta del “giorno di Geova”, e come veniamo avvertiti noi oggi?

N ON SIATE “PRESTO SCOSSI DALLA VOSTRA RAGIONE”

Fratelli, vi preghiamo di non essere presto scossi dalla vostra ragione

(2 TESS. 2:1, 2)

SPUNTI DI RIFLESSIONE

Quali opportuni avvertimenti diede Paolo nelle lettere che scrisse ai tessalonicesi?

Come possiamo evitare di farci ingannare?

Perch´

e predicare il Regno con zelo ci protegge?

(7)

15 DICEMBRE 2013 7 salonica, Paolo richiamo l’attenzione sul-`

la venuta del “giorno di Geova”. Non vo- leva che i fratelli fossero “nelle tenebre”

o impreparati. Rivolgendosi a loro come a “figli della luce”, li esorto a stare sve-` gli ed essere sobri. (Leggi 1 Tessalonicesi 5:1-6.) Oggi attendiamo la distruzione di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, che segnera l’inizio` del grande giorno di Geova. Siamo gra- ti di avere un intendimento pi`

u profondo di come Geova adempira il suo proposito.` Inoltre, tramite la congregazione ricevia- mo ripetutamente opportune esortazioni a essere sobri. Se ascolteremo tali avver- timenti, saremo ancor pi`

u determinati a rendere a Dio “sacro servizio con la [no- stra] facolta di ragionare” (Rom. 12:1).`

5Poco tempo dopo aver scritto la pri- ma lettera ai Tessalonicesi, Paolo ne invio` loro un’altra, dove parlo della futura tri-` bolazione in cui il Signore Ges`

u eseguir` a il giudizio divino “su quelli che non co- noscono Dio e su quelli che non ubbidi- scono alla buona notizia” (2 Tess. 1:6-8).

Da quello che adessoe il secondo capitolo`

5, 6. (a) Quale problema affronto Paolo nella` seconda lettera ai Tessalonicesi? (b) Cosa fara` presto Dio tramite Gesu, e che domande dob-` biamo farci?

della lettera si apprende che alcuni com- ponenti di quella congregazione si erano lasciati allarmare dall’idea che il giorno di Geova fosse imminente. (Leggi 2 Tessa- lonicesi 2:1, 2.) I primi cristiani avevano solo una comprensione limitata di come si sarebbe adempiuto il proposito di Geo- va, cosa che Paolo in seguito menziono` quando, a proposito delle profezie, disse:

“Abbiamo conoscenza parziale e profetiz- ziamo parzialmente; ma quando sar`

a ar- rivato cio che` e compiuto, ci` o che` e par-` ziale sar`

a eliminato” (1 Cor. 13:9, 10). In ogni caso, potevano salvaguardare la loro fede prestando ascolto agli avvertimen- ti che Paolo, Pietro e altri fedeli cristiani unti dell’epoca furono ispirati a scrivere.

6Per aiutare quei cristiani di Tessalo- nica, Paolo spieg`

o sotto ispirazione che prima del giorno di Geova sarebbe sorta una grande apostasia e sarebbe comparso

“l’uomo dell’illegalita”.1 Poi, a tempo de-` bito, il Signore Ges`

u avrebbe “[ridotto] a

1 Come si legge in Atti 20:29, 30, Paolo indic `o che nelle congregazioni dei cristiani “[sarebbero sorti]

uomini che [avrebbero detto] cose storte per trarsi dietro i discepoli”. La storia conferma che col tempo si formarono due classi distinte, clero e laicato. Nel III secolo “l’uomo dell’illegalita” era ormai comparso,` e poteva essere riconosciuto nel gruppo costituito dal clero della cristianit`

a. (Vedi La Torre di Guardia del 1° febbraio 1990, pagine 10-14.)

Nelle sue lettere Paolo diede ai cristiani avvertimenti opportuni

(Vedi i paragrafi 4 e 5)

(8)

nulla” tutti coloro che si erano lasciati in- gannare. L’apostolo spiego cos` ı la ragio-` ne di tale giudizio: “Non hanno accettato l’amore della verit`

a” (2 Tess. 2:3, 8-10). ` E giusto dunque che ci chiediamo: “Quanto amo la verita? Mi tengo al corrente del no-` stro attuale intendimento cos`

ı come viene presentato nelle pagine di questa rivista e in altre pubblicazioni provvedute a tutto il popolo di Dio?”

SIATE SAGGI NELLA SCELTA DELLE COMPAGNIE

7 `

E chiaro che gli apostati con i loro insegnamenti non sarebbero stati l’unico pericolo che i cristiani avrebbero affronta- to. Paolo scrisse a Timoteo che “l’amore del denaroe la radice di ogni sorta di cose` dannose”, e aggiunse: “Correndo dietro a questo amore alcuni sono stati sviati dalla fede e si sono del tutto feriti con molte pene” (1 Tim. 6:10). Anche “le opere del- la carne” sarebbero state un pericolo co- stante (Gal. 5:19-21).

8Non `

e difficile capire perch´ e Paolo mise energicamente in guardia i tessalo- nicesi dalla grave minaccia costituita da uomini che altrove defin`

ı “apostoli falsi”.

Tra i cristiani di Tessalonica c’era chi di- ceva “cose storte per trarsi dietro i disce- poli” (2 Cor. 11:4, 13; Atti 20:30). Tem- po dopo Ges`

u lod`

o la congregazione di Efeso perche non poteva “sopportare i´ malvagi”. Quei cristiani “[mettevano] alla prova” coloro che in realt`

a erano apo- stoli falsi, bugiardi (Riv. 2:2). `

E degna di nota l’esortazione che Paolo diede nella seconda lettera ai Tessalonicesi: “Ora vi diamo ordini, fratelli, nel nome del Signo- re Gesu Cristo, di ritirarvi da ogni fratel-` lo che cammina disordinatamente”. Poco pi`

u avanti si rifer`

ı in maniera specifica

7, 8. (a) Quali pericoli dovevano affrontare i primi cristiani? (b) Quale oggi un pericolo par-` ticolarmente serio per i veri cristiani?

a cristiani che “non [volevano] lavorare”

(2 Tess. 3:6, 10). Se questi si potevano con- siderare ‘disordinati’, tanto piu lo era chi` stava scivolando nell’apostasia! La com- pagnia di persone del genere era molto pericolosa e andava evitata. Questo vale anche oggi (Prov. 13:20).

9Dal momento che lo scoppio della grande tribolazione e la fine di questo si- stema malvagio sono sempre piu vicini,` questi avvertimenti ispirati del I secolo hanno ancor pi`

u valore. Non vogliamo as- solutamente ‘venire meno allo scopo’ del- l’immeritata benignit`

a di Geova e perde- re la vita eterna, che sia in cielo o sulla terra (2 Cor. 6:1). Se mai qualcuno che frequenta le nostre adunanze cercasse di trascinarci in discussioni basate su con- getture personali o in conversazioni dal tono critico, dovremmo stare molto atten- ti a non farci coinvolgere (2 Tess. 3:13-15).

“MANTENETE LA VOSTRA PRESA SULLE TRADIZIONI”

10Paolo esorto i fratelli di Tessalonica` a “[stare] fermi” e ad attenersi a cio che` era stato loro insegnato. (Leggi 2 Tessalo- nicesi 2:15.) Cos’erano le “tradizioni” di cui scrisse? Di certo non quelle che la fal- sa religione ha tramandato e messo sul- lo stesso piano delle Scritture. Piuttosto, Paolo si riferiva sia agli insegnamenti che lui e altri avevano ricevuto da Ges`

u sia a ci`

o che Dio lo aveva spinto a trasmettere e che perlopiu divenne parte delle Scrit-` ture ispirate. Lodando i fratelli della con- gregazione di Corinto, scrisse: “In ogni cosa vi ricordate di me e ritenete le tra- dizioni come ve le ho trasmesse” (1 Cor.

11:2). Tali insegnamenti provenivano da

9. Perche dobbiamo stare attenti se qualcuno´ comincia a fare congetture o assume un atteg- giamento critico?

10. A quali tradizioni dovevano attenersi i cri- stiani di Tessalonica?

(9)

15 DICEMBRE 2013 9 una fonte affidabile, ed erano dunque de-

gni di fiducia.

11Nella sua lettera agli Ebrei, Paolo indic`

o due modi in cui i cristiani potreb- bero perdere la fede e mancare di “[sta- re] fermi”. (Leggi Ebrei 2:1; 3:12.) Parlo` di ‘essere portati alla deriva’ e di ‘allonta- narsi’. Una barca ferma lungo la sponda di un fiume pu`

o iniziare ad andare alla deriva in maniera impercettibile; poi, un po’ alla volta, la distanza dall’argine au- menta. Chi invece allontana la barca dalla sponda a forza di braccia lo fa deliberata- mente. Entrambi i casi riguardano coloro che cadono vittima dell’inganno e lascia- no che la loro fiducia nella verit`

a si inde- bolisca.

12 `

E possibile che ad alcuni cristiani di Tessalonica fosse accaduto proprio que- sto. E oggi? Le attivit`

a “mangiatempo” ab- bondano. Pensiamo soltanto a quante ore si passano tenendo i contatti con amici e conoscenti sui social network, leggendo la posta elettronica e rispondendo ai vari messaggi ricevuti, immergendosi comple- tamente in qualche hobby o seguendo in continuazione eventi sportivi. Uno qual- siasi di questi interessi potrebbe distrarci e fiaccare il nostro zelo; di conseguenza potremmo smettere di pregare con senti- mento e ridurre l’impegno nello studio, nella frequenza delle adunanze e nel mi- nistero. Ma cosa possiamo fare per non essere “presto scossi dalla [nostra] ragio- ne”?

COME EVITARE DI ESSERE SCOSSI

13In primo luogo, non dobbiamo mai

11. In quali modi si pu`

o cadere vittima dell’in- ganno?

12. Quali interessi, oggi cos`

ı comuni, possono danneggiare la nostra spiritualit`

a?

13. Quale un atteggiamento oggi diffuso che` era stato predetto, e come possiamo impedire che la nostra fede sia indebolita?

dimenticare in quale periodo della storia viviamo e quali sono le potenziali conse- guenze dello stare in compagnia di chi rifiuta di riconoscere che questi sono gli

“ultimi giorni”. Riguardo al nostro tem- po l’apostolo Pietro scrisse: “Verranno degli schernitori con i loro scherni, che procederanno secondo i propri desideri e diranno: ‘Dov’e questa sua promessa` presenza? Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella mor- te, tutte le cose continuano esattamen- te come dal principio della creazione’ ” (2 Piet. 3:3, 4). La lettura quotidiana e lo studio regolare della Bibbia ci aiuteran- no a ricordare che viviamo negli “ulti- mi giorni”. La predetta apostasiae sorta` molto tempo fa, ede tuttora sotto i nostri` occhi. “L’uomo dell’illegalita” esiste an-` cora, e continua a opporsi ai servitori di Dio. Percio non dovremmo mai dimenti-` care che il giorno di Geovae vicino (Sof.` 1:7).

14L’esperienza ha dimostrato che uno dei modi migliori per rimanere desti ed evitare di essere “presto scossi dal- la [propria] ragione” `

e quello di impe- gnarsi assiduamente nella predicazione della buona notizia del Regno. Dun- que, quando Cristo Gesu, il Capo del-` la congregazione, incarico i suoi segua-` ci di fare discepoli di persone di tutte le nazioni e di insegnare loro a osser- vare le cose che aveva comandato, stava dando istruzioni che li avrebbero protet- ti (Matt. 28:19, 20). Per poter ubbidire a questo comando dobbiamo essere predi- catori zelanti. Riusciamo a immaginare i nostri fratelli di Tessalonica che si ac- contentano di predicare e insegnare in maniera meccanica, come se si trattasse di un dovere da assolvere controvoglia?

14. Perche tenersi impegnati nel ministero´ e` una protezione?

(10)

Ricordiamo ci`

o che Paolo scrisse loro:

“Non spegnete il fuoco dello spirito.

Non trattate le profezie con disprezzo”

(1 Tess. 5:19, 20). E come sono avvincen- ti le profezie che esaminiamo e di cui parliamo agli altri!

15Sicuramente vogliamo aiutare i no- stri familiari ad affinare le loro capaci- t`

a nel servizio di campo. Molti fratelli e sorelle hanno riscontrato che a questo scopoe proficuo dedicare parte dell’ado-` razione in famiglia al ministero. Potreb- be essere utile ragionare su come si in- tende coltivare l’interesse di qualcuno a cui si `

e data testimonianza. Di cosa si puo parlare alla prossima visita? Quali` argomenti e pi` u probabile che tengano` vivo l’interesse della persona? Quando `

e meglio tornare a trovarla? Molti, inoltre, impiegano parte del tempo riservato al- l’adorazione in famiglia per esaminare il

15. Quali argomentie utile esaminare durante` l’adorazione in famiglia?

materiale che verr`

a trattato alle adunan- ze. Possiamo prepararci in modo da par- tecipare pi`

u attivamente anche noi? In questo modo la nostra fede si rafforzera` ed eviteremo di essere “scossi dalla [no- stra] ragione” (Sal. 35:18). L’adorazione in famiglia puo davvero proteggerci da` congetture e dubbi.

16Quando riflettiamo su come negli anni Geova ha benedetto il suo popolo con un migliore intendimento delle pro- fezie bibliche, la nostra fiducia nella me- ravigliosa ricompensa che ci attende si rafforza. Gli unti hanno la prospettiva di raggiungere Cristo in cielo: senza dub- bio un fortissimo incentivo a ‘non far- si scuotere dalla loro ragione’. A que- sti cristiani si applicano sicuramente le parole che Paolo rivolse ai tessalonice- si: “Siamo obbligati a ringraziare sem- pre Dio per voi, fratelli amati da Geova, perch´

e Dio vi scelse [...] mediante la vo- stra santificazione con lo spirito e me- diante la vostra fede nella verit`

a” (2 Tess.

2:13).

17Anche coloro che sperano nella vita eterna sulla terra devono evitare di esse- re “presto scossi dalla [loro] ragione”. Se abbiamo la speranza terrena, facciamo comunque tesoro dell’amorevole esorta- zione che Paolo diede ai cristiani di Tes- salonica unti come lui. (Leggi 2 Tessa- lonicesi 3:1-5.) Ognuno di noi dovrebbe apprezzare profondamente l’amore che traspare dalle sue parole. Non c’`

e dub- bio, gli avvertimenti circa congetture e opinioni discutibili che si trovano nelle lettere scritte ai tessalonicesi sono della massima importanza, e con la fine ormai cosı vicina i cristiani di oggi li apprezza-` no enormemente.

16. Che incentivo hanno i cristiani unti a ‘non farsi scuotere dalla loro ragione’?

17. Che incoraggiamento traete dalle parole di 2 Tessalonicesi 3:1-5?

La buona preparazione e la partecipazione al ministero ci impediscono di essere

“presto scossi dalla [nostra] ragione”

(Vedi i paragrafi 14 e 15)

(11)

DI SOLITO si fanno volentieri sacrifici per le cose che si ritengono importanti. I genitori non lesina- no tempo, denaro ed energie per prendersi cura dei figli. Giovani atleti che aspirano a rappresentare il loro paese alle Olimpiadi trascorrono molte ore al giorno ad allenarsi strenuamente mentre i loro coe- tanei si divertono. Gesu stesso faceva sacrifici per` cio che reputava importante. Non cerc` o il lusso e ri-` nunci`

o ad avere dei figli per concentrare tutte le sue forze sul Regno di Dio (Matt. 4:17; Luca 9:58). An- che i suoi seguaci fecero molte rinunce per il Re- gno, a cui davano la priorit`

a nella loro vita (Matt. 4:

18-22; 19:27). Potremmo quindi chiederci: “Per me cos’e importante?”`

2Certi sacrifici sono richiesti a tutti i veri cristia- ni e sono essenziali per coltivare e tenere viva la propria relazione con Geova. Tra questi ci sono il tempo e le energie che i suoi servitori dedicano a preghiera, lettura della Bibbia, adorazione in fami- glia, adunanze e ministero di campo (Gios. 1:8; Matt.

28:19, 20; Ebr. 10:24, 25).1 Grazie ai loro sforzi e alla benedizione di Geova, l’opera di predicazione sta acquistando sempre maggiore impulso e molti con- tinuano ad affluire al “monte della casa di Geova”

(Isa. 2:2). A sostegno delle attivit`

a legate al Regno molti fanno sacrifici per servire alla Betel, parteci- pare alla costruzione di Sale del Regno e Sale delle Assemblee, organizzare assemblee o prendere parte

1 Vedi l’articolo “Offriamo a Geova sacrifici fatti con tutta l’anima”

nella Torre di Guardia del 15 gennaio 2012, pagine 21-25.

1. Quali sacrifici fanno molti, e perche?´

2. (a) Quali sacrifici sono richiesti a tutti i veri cristiani?

(b) Quali altri sacrifici sono in grado di fare alcuni?

S IAMO DISPOSTI A FARE SACRIFICI PER IL R EGNO ?

“Dio ama il donatore allegro”

(2 COR. 9:7)

PASSI BIBLICI SU CUI MEDITARE

In che modo ognuno dei seguenti passi ci aiuta a valutare i sacrifici che stiamo facendo per il Regno?

1 Cronache 29:9

1 Corinti 16:1, 2

2 Corinti 8:12

11

(12)

alle operazioni di soccorso in seguito a disastri naturali. Questi sacrifici aggiun- tivi non sono indispensabili per ottene- re la vita eterna, ma sono necessari per promuovere l’opera del Regno.

3La necessita di sostenere attivamen-` te il Regno none mai stata urgente come` lo e oggi, ed` e bello vedere che molti` fanno di buon grado sacrifici per Geova.

(Leggi Salmo 54:6.) Mentre attendiamo la venuta del suo Regno, tale spirito ge- neroso e per noi fonte di grande gioia` (Deut. 16:15; Atti 20:35). Tutti noi, pero,` dovremmo esaminarci attentamente. Ci sono dei modi in cui possiamo fare di pi`

u per il Regno? Come stiamo impie- gando tempo, denaro, energie e capa- cita? E cosa non dovremmo comunque` trascurare? Analizziamo alcuni sacrifici volontari che si compivano in passato.

Quello che ci insegneranno accrescer` a la nostra gioia.

SACRIFICI NELL’ANTICO ISRAELE

4Nell’antico Israele era indispensabi-

3. (a) Quali benefıci traiamo dal fare sacrifi-` ci per il Regno? (b) Quali domande dovremmo porci?

4. Perche gli israeliti dovevano offrire sacrifici?´

le offrire sacrifici per ottenere il perdono dei peccati e godere del favore di Geova.

Alcuni sacrifici erano obbligatori, men- tre altri erano volontari (Lev. 23:37, 38).

Gli olocausti potevano essere presentati come offerte volontarie, o doni, a Geo- va. Un’occasione memorabile per le of- ferte fatte fu l’inaugurazione del tempio ai giorni di Salomone (2 Cron. 7:4-6).

5Comprendendo che non tutti pote- vano permettersi di fare le stesse offer- te, amorevolmente Geova richiedeva da ognuno solo ci`

o che era in grado di dare.

La sua legge stabiliva che il sangue del- l’animale doveva essere versato, il che era “un’ombra delle buone cose avve- nire” che avrebbero avuto luogo trami- te suo Figlio, Ges`

u (Ebr. 10:1-4). Tuttavia Geova non era inflessibile in relazione all’animale da sacrificare. Per esempio, accettava l’offerta di tortore se la per- sona non poteva permettersi di offrire un animale dal gregge o dalla mandria.

In questo modo anche i poveri poteva- no provare la gioia di fargli sacrifici (Lev.

1:3, 10, 14; 5:7). Comunque, a prescin- dere dall’animale offerto, chi presentava

5. Cosa aveva stabilito Geova per chi era po- vero?

Diverse offerte erano volontarie, proprio come molti dei sacrifici che facciamo oggi

(Vedi i paragrafi da 7 a 13)

Proclamatori in una Sala del Regno in Kenya

(13)

sacrifici volontari doveva rispettare due condizioni.

6Innanzitutto si doveva dare il me- glio. Se volevano “ottenere l’approvazio- ne” di Geova, qualsiasi cosa gli israeli- ti offrissero doveva essere senza difetto (Lev. 22:18-20). Se un animale non era sano il sacrificio non era gradito a Geo- va. In secondo luogo, la persona che of- friva il sacrificio doveva essere pura e incontaminata. Se si trovava in una con- dizione impura, prima di presentare la sua offerta volontaria doveva fare un’of- ferta per il peccato o un’offerta per la colpa al fine di riottenere il favore di Geova (Lev. 5:5, 6, 15). La questione era seria. Geova aveva stabilito che, se qual- cuno che si trovava in una condizione impura avesse mangiato un sacrificio di comunione, che poteva essere un’offerta volontaria, sarebbe stato stroncato di fra il suo popolo (Lev. 7:20, 21). D’altro can- to, se era in pace con Geova e offriva un sacrificio privo di difetti, la persona pro- vava grande soddisfazione e allegrezza.

(Leggi 1 Cronache 29:9.)

6. Cos’era richiesto a tutti quelli che offrivano sacrifici volontari, e quanto era importante sod- disfare tali requisiti?

SACRIFICI ODIERNI

7Anche oggi molti sono disposti a spendersi nel sacro servizio, e Geova se ne rallegra. Darsi da fare per i compa- gni di fede e soddisfacente. Un fratel-` lo che partecipa alla costruzione di Sale del Regno e a operazioni di soccorso in caso di calamit`

a naturali non ha parole per esprimere ci`

o che prova prestando servizio in questi modi. Dice: “La felici- t`

a e la gratitudine dei fratelli che entra- no nella loro nuova Sala del Regno o che ricevono aiuto dopo un disastro mi ripa- gano di tutto il lavoro e le fatiche”.

8L’odierna organizzazione di Geova ha sempre cercato modi per sostenere la Sua opera. Nel 1904 il fratello Charles Taze Russell scrisse: “Ciascuno deve considerarsi nominato dal Signore eco- nomo del proprio tempo, della propria influenza, del proprio denaro, ecc., e cia- scuno deve cercare di usare questi talen- ti al meglio della sua capacita, alla glo-` ria del Signore”. Comunque, anche se ci recano molte benedizioni, i sacrifici che facciamo per Geova ci costano qualcosa

7, 8. (a) Quali gioie produce in molti il fare sa- crifici per il Regno? (b) Quali risorse abbiamo a nostra disposizione?

Un volontario che collabora con un Comitato Regionale di Costruzione a Tuxedo (Stati Uniti)

Membri della Betel australiana

15 DICEMBRE 2013 13

(14)

(2 Sam. 24:21-24). Possiamo perci` o usa- re meglio le risorse che abbiamo a dispo- sizione?

9Tempo. Ci vogliono notevoli sforzi e molto tempo per tradurre e stampare le nostre pubblicazioni, costruire luoghi di culto e organizzare assemblee, operazio- ni di soccorso e tante altre attivita ne-` cessarie. Oltretutto, ogni giorno abbia- mo a disposizione un numero limitato di ore. Quando invio i discepoli nel campo,` Ges`

u enunci`

o un principio che pu` o es- serci utile. Disse: “Non abbracciate nes- suno nel salutarlo lungo la strada” (Luca 10:2-4). Come mai diede questa indica- zione? Una traduzione della Bibbia com- menta cosı le sue parole: “Un saluto in` quella cultura corrispondeva a un’ela- borata cerimonia, comprensiva di mol- te formalit`

a, forse persino di un pasto, e fonte di grandi ritardi” (La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur).

Ges`

u non stava incoraggiando i suoi se- guaci a essere scortesi. Li stava aiutando invece a capire che il tempo a loro dispo- sizione era limitato e che dovevano usar- lo al meglio dando la precedenza alle cose pi`

u importanti (Efes. 5:16). Possia- mo seguire lo stesso principio in modo da avere pi`

u tempo da dedicare alle atti- vit`

a legate al Regno?

10Denaro. Per sostenere le attivit` a del Regno occorrono rilevanti somme di de- naro. Ogni anno vengono spese decine di milioni di dollari per provvedere a sorveglianti viaggianti, pionieri specia- li e missionari. Dal 1999 sono state co- struite piu di 24.500 Sale del Regno in`

9. In relazione a come usiamo il tempo, quale principio racchiuso nelle istruzioni di Gesu ri-` portate in Luca 10:2-4 possiamo seguire?

10, 11. (a) Quali sono alcuni modi in cui ven- gono usate le nostre contribuzioni per l’opera mondiale? (b) Quale principio esposto in 1 Co- rinti 16:1, 2 puo esserci di aiuto?`

paesi con risorse limitate, eppure ne ser- vono ancora quasi 6.400. Ogni mese vengono stampati qualcosa come 100 milioni di copie della Torre di Guardia e di Svegliatevi! Tutto questo `

e possibile grazie alle nostre contribuzioni volonta- rie.

11L’apostolo Paolo menziono un prin-` cipio che si puo applicare quando si de-` sidera contribuire. (Leggi 1 Corinti 16:

1, 2.) Sotto ispirazione, incoraggio i co-` rinti a non aspettare la fine della setti- mana per vedere cosa avanzava, ma a mettere da parte qualcosa all’inizio se- condo le loro possibilita. Oggi, come nel` I secolo, i fratelli riescono a contribui- re generosamente decidendo in anticipo quanto dare in base alle loro circostan- ze (Luca 21:1-4; Atti 4:32-35). Geova ap- prezza molto tale spirito.

12Energie e capacit`

a. Quando impie- ghiamo le nostre energie e capacit`

a per il Regno, Geova benedice i nostri sfor- zi, e se ci stanchiamo ha promesso di aiutarci (Isa. 40:29-31). Ci sembra di non essere in grado di dare il nostro contributo all’opera o che ci siano altri pi`

u capaci di noi? Allora ricordiamo che Geova pu`

o affinare le doti di chiunque, proprio come fece nel caso di Bezalel e Ooliab (Eso. 31:1-6; vedi l’illustrazione iniziale).

13Geova ci incoraggia a dare il meglio senza ‘trattenerci’ (Prov. 3:27). All’epoca della riedificazione del tempio disse agli ebrei di Gerusalemme, che avevano per- messo ad altri interessi di distrarli dal- la sua opera, di riflettere seriamente sul contributo che stavano apportando ai la- vori (Agg. 1:2-5). Che dire di noi? Le no- stre priorit`

a sono in sintonia con quelle

12, 13. Perch´

e alcuni potrebbero ‘trattenersi’

dal mettere a disposizione le proprie energie e capacita, e come pu` o aiutarli Geova?`

(15)

15 DICEMBRE 2013 15 di Geova? Possiamo ‘porre il cuore alle

nostre vie’ in modo da partecipare mag- giormente alle attivita legate al Regno in` questi ultimi giorni?

SACRIFICI PROPORZIONATI A CI`

O CHE SI HA

14Molti paesi sono piagati da proble- mi e poverta. La nostra organizzazione` cerca di ‘supplire all’indigenza’ dei fra- telli che vivono in quelle zone (2 Cor.

8:14). Comunque, pur disponendo di ri- sorse limitate, anche loro apprezzano il privilegio di contribuire. Geova e feli-` ce quando vede che anche chie povero` in senso materiale dimostra di essere un

“donatore allegro” (2 Cor. 9:7).

15In un paese africano molto pove- ro, alcuni fratelli delimitano una piccola parte del loro orto e usano il denaro che ricavano dalla vendita dei prodotti che vi crescono per sostenere le attivita lega-` te al Regno. Nello stesso paese i fratelli e le sorelle di una certa zona desidera- vano partecipare alla costruzione di una Sala del Regno di cui c’era tanto biso- gno. I lavori, per`

o, dovevano avere luogo nel bel mezzo della stagione della semi- na. Volendo comunque dare una mano, i fratelli decisero di lavorare al cantie- re di giorno e andare nei campi di sera.

Il loro stupendo spirito di sacrificio ci fa tornare alla mente i fratelli del I se- colo che abitavano in Macedonia. Erano in “profonda poverta”, eppure “doman-` davano con molte suppliche il privile- gio” di contribuire a favore dei compagni di fede (2 Cor. 8:1-4). Sforziamoci anche noi di dare ‘in proporzione alla benedi- zione che Geova ci ha dato’. (Leggi Deu- teronomio 16:17.)

14, 15. (a) Che incoraggiamento ci danno i fratelli che dispongono di pochi mezzi?

(b) Quale dovrebbe essere il nostro deside- rio?

16Dobbiamo comunque stare attenti a non trascurare una cosa molto impor- tante: come nell’antico Israele, i nostri sacrifici volontari devono essere gradi- ti a Dio. Dobbiamo essere equilibrati e ricordare che la nostra famiglia e l’a- dorazione che rendiamo personalmen- te a Geova sono le nostre responsabili- ta principali. Usare il tempo e le risorse` che abbiamo a favore degli altri trascu- rando per`

o il benessere spirituale o fi- sico della nostra famiglia equivarrebbe a dare ‘secondo ci`

o che non abbiamo’.

(Leggi 2 Corinti 8:12.) Inoltre, dobbiamo curare la nostra stessa spiritualita (1 Cor.` 9:26, 27). In ogni caso, possiamo stare certi che quando ci atteniamo alle nor- me esposte nella Bibbia i nostri sacrifici ci fanno sentire felici e soddisfatti e ral- legrano anche Geova.

I NOSTRI SACRIFICI HANNO GRANDE VALORE

17Molti fratelli e sorelle stanno ‘ver- sando se stessi come libazione’ tramite il lavoro che svolgono a sostegno delle attivit`

a legate al Regno (Filip. 2:17).

Apprezziamo sinceramente coloro che dimostrano un tale spirito generoso. Per l’altruismo e lo spirito di sacrificio che manifestano sono da lodare anche le mo- gli e i figli dei fratelli che sono impegnati in prima linea.

18Le attivita legate al Regno sono nu-` merose e richiedono molti sforzi. Valu- tiamo in preghiera come possiamo parte- ciparvi il pi`

u pienamente possibile, certi che le ricompense sono grandi sin da ora ma lo saranno ancora di piu “nel sistema` di cose avvenire” (Mar. 10:28-30).

16. Di cosa dobbiamo tenere conto se voglia- mo che i nostri sacrifici siano graditi a Geova?

17, 18. Che sentimenti proviamo verso colo- ro che fanno sacrifici per il Regno, e cosa do- vremmo valutare in preghiera?

(16)

Quand’`

e che Ges` u “and`

o [...]

a predicare agli spiriti in prigio- ne”? (1 Piet. 3:19).

A quanto pare fu qualche tem- po dopo la sua risurrezione che Ges`

u proclam`

o agli spiriti mal- vagi un messaggio sulla giusta punizione che avrebbero rice- vuto. [15/6, pagina 23]

Quali tre problemi si possono incontrare quando ci si risposa?

I ricordi del precedente matri- monio impediscono di avere un matrimonio veramente felice;

si fa fatica a interagire con i vecchi amici che non hanno fa- miliarit`

a con il nuovo coniuge;

si fa fatica ad avere fiducia nel coniuge perch´

e il precedente

`e stato infedele. [1/7, pagine 9-10]

Quand’`

e che Ges`

u eseguir` a il suo giudizio sulle pecore e i capri? (Matt. 25:32).

Lo far`

a durante la grande tribo- lazione, dopo la distruzione del- la falsa religione, quando verr`

a per giudicare tutte le nazioni.

[15/7, pagina 6]

Quand’`

e che, come dice la para- bola del grano e delle zizzanie,

“le persone che operano illegali- t`

a” piangeranno e ‘digrigneranno i denti’? (Matt. 13:36, 41, 42).

Durante la grande tribolazione, quando sar`

a chiaro che per loro non c’`

e via di scampo.

[15/7, pagina 13]

Quando si sono adempiute le parole di Ges`

u sullo schiavo fedele e discreto? (Matt. 24:45- 47).

Cominciarono ad adempiersi non alla Pentecoste del 33, ma dopo il 1914. Nel 1919 lo schiavo fu costituito sui dome- stici, che sono tutti i cristiani che vengono nutriti spiritual- mente. [15/7, pagine 21-23]

Quand’`

e che Ges`

u costituisce lo schiavo fedele su tutti i suoi averi?

Ci`

o avverr`

a in futuro, durante la grande tribolazione, quando lo schiavo fedele ricever`

a la ri- compensa celeste. [15/7, pagi- na 25]

La Bibbia non menziona il nome di alcuni perch´

e erano persone cattive o poco importanti?

No. La Bibbia omette il nome sia di alcune persone buone sia di alcune persone cattive (Rut 4:1-3; Matt. 26:18). Per esempio, conosciamo solo il nome di due angeli fedeli.

[1/8, pagina 10]

Oltre alla potenza che viene da Dio, cosa permise a 230 Testi- moni di sopravvivere a una lun- ga marcia partita dal campo di concentramento di Sachsenhau- sen?

Bench´

e stremati dalla fame e dalle malattie, si incoraggiava- no di continuo ad andare avan- ti. [15/8, pagina 18]

Perch´

e l’episodio in cui il popolo di Israele attravers`

o il Giordano per entrare nella Terra Promes- sa `

e incoraggiante?

Sebbene il fiume fosse in pie- na, Geova ne ferm`

o le acque cos`

ı che gli israeliti potessero attraversarlo. La loro fede in lui dovette uscirne rafforzata. Que- sto episodio incoraggia anche noi. [15/9, pagina 16]

Cosa dimostra il fatto che la Bib- bia menziona spesso i colori?

L’uso che la Bibbia fa dei colori dimostra che Dio comprende che essi producono nell’uomo delle reazioni emotive e che sono dei buoni ausili mnemoni- ci. [1/10, pagine 14-15]

Come si sta adempiendo la pro- fezia di Michea 5:5 relativa ai duchi e ai pastori?

I pastori e i duchi di cui si parla in Michea 5:5 sono gli anziani di congregazione, i quali raffor- zano il popolo di Dio in vista dell’attacco che subir`

a in futu- ro. [15/11, pagina 20]

Quali sono alcune ragioni per cui abbiamo bisogno di Dio?

Dio ci fornisce sia la guida va- lida che le risposte ai problemi della vita di cui abbiamo biso- gno. Ci d`

a anche il suo aiuto per farci vivere bene ed essere felici. Ed `

e con questo obiettivo che adempir`

a le promesse con- tenute nella sua Parola. [1/12, pagine 4-6]

RICORDATE?

Avete letto attentamente gli ultimi numeri della Torre di Guardia?

Provate a vedere se sapete rispondere alle seguenti domande:

(17)

QUANDO si parla di anniversari, qual `

e il primo che vi viene in mente? “Quello del mio matrimonio”, po- trebbe dire chi `

e sposato. Altri potrebbero ricordare la data di un importante avvenimento storico, per esem- pio quella in cui il loro paese ha ottenuto l’indipen- denza. Ma sapevate che c’e un anniversario che un` intero popolo commemora da piu di 3.500 anni?`

2Si tratta della Pasqua ebraica, che ricorda la libe- razione dell’antico Israele dalla schiavit`

u egiziana. Dal momento che ha a che fare con alcuni aspetti impor- tanti della nostra vita, questa ricorrenza dovrebbe in- teressare anche a noi. Se non siamo ebrei praticanti, pero, forse ci chiediamo perch` e. Il motivo sta in que-´ sta pregnante dichiarazione: “Cristo, la nostra pasqua,

`e stato sacrificato” (1 Cor. 5:7). Per capire la piena por- tata di questa verit`

a, abbiamo bisogno di conoscere meglio la Pasqua ebraica e di analizzarla alla luce di un comando dato a tutti i cristiani.

LA PASQUA: PERCH´ E?

3Pur non essendo ebree, centinaia di milioni di persone in tutto il mondo sanno qualcosa degli avve- nimenti che portarono alla celebrazione della prima Pasqua. Forse ne hanno letto la narrazione nel libro di Esodo, ne hanno sentito parlare, oppure hanno visto qualche film che si ispirava a quelle vicende.

4Dopo che per molti anni gli israeliti erano stati schiavi in Egitto, Geova mand`

o Mos`

e e suo fratello Aaronne dal faraone a chiedergli di liberare il Suo po- polo. L’orgoglioso faraone, pero, non lo lasci` o andare,` perci`

o Geova colp`

ı il paese con una serie di piaghe de- vastanti. Solo dopo la decima piaga, che causo la mor-` te di tutti i primogeniti egiziani, il faraone libero gli` israeliti (Eso. 1:11; 3:9, 10; 5:1, 2; 11:1, 5).

1, 2. Quale anniversario dovrebbe interessare in modo parti- colare ai cristiani, e perche?´

3, 4. Quali avvenimenti portarono alla celebrazione della prima Pasqua?

“ V I DEVE SERVIRE DI MEMORIALE”

“Questo giorno vi deve servire di memoriale, e lo dovete celebrare come festa a Geova”

(ESO. 12:14)

SAPRESTE SPIEGARE?

Cosa dovettero fare gli israeliti in Egitto per celebrare

la prima Pasqua?

Quand’`

e che Ges`

u e gli apostoli mangiarono l’ultima cena pasquale insieme, e cosa accadde pi`

u tardi quello stesso giorno?

Quali importanti verit`

a possiamo imparare dai capitoli 12-15 di Esodo?

17

(18)

5Ma cosa dovettero fare gli israeliti prima di essere liberati? Correva l’an- no 1513 a.E.V. e si era a ridosso dell’e- quinozio di primavera, nel mese ebrai- co di abib, in seguito chiamato nisan.1 Dio aveva detto che nel decimo giorno di quel mese gli israeliti avrebbero dovu- to iniziare a prepararsi per qualcosa che sarebbe successo il 14, al tramonto. Per gli ebrei, infatti, il giorno cominciava al tramonto e finiva a quello successivo.

Il 14 nisan ogni famiglia avrebbe dovu- to uccidere un agnello (o un capretto) e spruzzarne parte del sangue sugli stipiti e sull’architrave della porta (Eso. 12:3-7, 22, 23). Inoltre avrebbe dovuto arrostir- ne la carne e mangiarla insieme a pani non fermentati ed erbe amare. L’angelo di Dio sarebbe passato attraverso il pae- se e avrebbe colpito i primogeniti d’Egit- to, mentre gli israeliti ubbidienti sareb- bero stati risparmiati e poi liberati (Eso.

12:8-13, 29-32).

6Questo `

e proprio ci`

o che accadde, e gli israeliti avrebbero dovuto ricordare la loro liberazione negli anni a venire. Dio aveva detto: “Questo giorno vi deve ser- vire di memoriale, e lo dovete celebra- re come festa a Geova per tutte le vostre generazioni. Lo dovreste celebrare come uno statuto a tempo indefinito”. Alla ri- correnza del 14 nisan avrebbe fatto se- guito una festa della durata di sette gior- ni. Il 14 nisan era il giorno della Pasqua vera e propria, ma questo termine pote- va essere usato per riferirsi a tutti gli otto

1 Abib era il primo mese del calendario ebraico.

Quando gli ebrei tornarono dall’esilio babilonese lo chiamarono nisan, ed `

e questo nome che per sempli- cit`

a utilizzeremo nell’articolo.

5. Quali preparativi dovettero fare gli israeliti prima di essere liberati? (Vedi l’illustrazione ini- ziale.)

6. Perche gli israeliti avrebbero dovuto conti-´ nuare a celebrare la Pasqua ogni anno?

giorni di festa (Eso. 12:14-17; Luca 22:1;

Giov. 18:28; 19:14). La Pasqua era una del- le “feste stabilite” (“anniversari”, The Bible in Living English) che gli ebrei erano tenu- ti a celebrare ogni anno (2 Cron. 8:13).

7Essendo ebrei e quindi soggetti alla Legge mosaica, Gesu e i suoi apostoli os-` servavano la Pasqua (Matt. 26:17-19). L’ul- tima volta che lo fecero insieme, Ges`

u istitu`

ı una nuova celebrazione che i suoi seguaci avrebbero dovuto tenere ogni anno: il Pasto Serale del Signore. Ma in che giorno dovevano farlo?

IL PASTO SERALE DEL SIGNORE:

IN CHE GIORNO?

8Dal momento che Ges`

u lo istitu` ı su- bito dopo aver celebrato la Pasqua, il Pa- sto Serale del Signore si sarebbe tenu- to lo stesso giorno. Avrete notato, pero,` che la data della Pasqua ebraica indicata in alcuni calendari moderni differisce di uno o pi`

u giorni da quella della Comme- morazione della morte di Cristo. Come mai? In parte la ragione ha a che fare con il comando che Dio diede agli israeli- ti. Dopo aver detto che “l’intera congre- gazione dell’assemblea d’Israele [doveva]

scannare” l’agnello, Mose specific` o quan-` do in quel 14 nisan avrebbe dovuto farlo.

(Leggi Esodo 12:5, 6.)

9Esodo 12:6 dice che l’agnello doveva essere scannato “fra le due sere”. Que- sta `

e l’espressione usata, nel testo o in nota, da alcune traduzioni; altre dicono

“sull’imbrunire”, “verso sera”, o “al cre- puscolo”. L’agnello percio doveva esse-` re scannato dopo il tramonto ma prima

7. Cosa istituı Ges` u durante l’ultima Pasqua` che festeggio con i suoi apostoli?`

8. Quale domanda sorge in relazione alla Pa- squa e al Pasto Serale del Signore?

9. In base a Esodo 12:6, quando doveva essere scannato l’agnello pasquale? (Vedi anche il ri- quadro “In quale parte del giorno?”)

(19)

15 DICEMBRE 2013 19 che diventasse buio, quindi all’inizio del

14 nisan.

10Tra l’XI e il XII secolo, alcuni ebrei ipotizzarono che sacrificare tutti gli agnel- li portati al tempio richiedesse delle ore.

Per questo motivo, pensarono che le istru- zioni contenute in Esodo 12:6 si riferis- sero alla fine del 14 nisan, tra il momen- to in cui il sole cominciava a calare (dopo mezzogiorno) e il tramonto. Ma se dav- vero l’agnello doveva essere scannato alla fine del 14 nisan, quand’e che gli israeli-` ti avrebbero consumato la cena pasqua- le? Il prof. Jonathan Klawans, esperto di ebraismo antico, ha osservato: “Il nuovo giorno inizia al tramonto del sole, percio` il sacrificio viene fatto il 14, ma la Pasqua e la cena in realta iniziano il 15, anche` se questa successione di date in Esodo non

`e specificata”. Il professor Klawans ha an- che scritto: “La letteratura rabbinica [...]

non affronta affatto l’argomento del modo in cui si teneva il Seder [la cena pasquale]

prima della distruzione del Tempio” nel 70. (I corsivi sono nostri.)

11Quand’e, allora, che fu celebrata la`

10. Quand’`

e che, secondo alcuni, veniva scan- nato l’agnello, ma quale domanda fa sorgere questa interpretazione?

11. (a) Cosa accadde a Gesu il giorno di Pa-` squa del 33? (b) Perche il 15 nisan del 33 fu “un´ gran” sabato? (Vedi la nota in calce.)

Pasqua del 33? Il 13 nisan, dato che si avvicinava il giorno “in cui si doveva sa- crificare la vittima pasquale”, Cristo dis- se a Pietro e Giovanni: “Andate e pre- parateci la pasqua affinch´

e la mangiamo”

(Luca 22:7, 8). “Infine, quando fu venu- ta l’ora”, dopo il tramonto da cui inizio` il 14 nisan (giovedı sera), Ges` u mangi` o` la cena pasquale con i suoi apostoli, do- podich´

e istitu`

ı il Pasto Serale del Signore (Luca 22:14, 15). Quella notte fu arresta- to e processato. Sempre il 14 nisan, verso mezzogiorno, fu messo al palo e nel po- meriggio morı (Giov. 19:14). Quindi “Cri-` sto, la nostra pasqua, [fu] sacrificato” lo stesso giorno in cui veniva scannato l’a- gnello pasquale (1 Cor. 5:7; 11:23; Matt.

26:2). Prima dell’inizio del 15 nisan Ges` fu sepolto (Lev. 23:5-7; Luca 23:54).1 u

UNA CELEBRAZIONE SIGNIFICATIVA ANCHE PER NOI

12Ma torniamo alla prima Pasqua in Egitto. Mos`

e disse che negli anni a venire

1 Al tramonto inizi `o il 15 nisan, e cos `ı quell’an- no il normale sabato settimanale coincise con il pri- mo giorno della festa dei pani non fermentati, che era sempre un sabato. A motivo di tale coinciden- za, quello fu “un gran” sabato. (Leggi Giovanni 19:

31, 42.)

12, 13. In che modo i bambini ebrei erano coinvolti nella celebrazione della Pasqua?

Marcus Kalisch, studioso ebreo (1828-1885), scrisse: “La stessa opinione `

e stata espressa pi` u chia- ramente da Ebn [Ibn] Ezra [noto rabbino spagnolo, 1092-1167]:

‘Abbiamo due sere: la prima quan- do tramonta il sole [...] e la seconda quando si spegne l’ultimo bagliore

di luce riflessa nelle nuvole; e tra le due c’`

e un intervallo di circa un’ora e venti minuti’. Questa spiegazio- ne, che sembra essere la pi`

u logi- ca, `

e anche quella dei caraiti e dei samaritani, ed `

e condivisa da mol- ti altri”. L’interpretazione secondo cui l’agnello veniva scannato al-

l’inizio del 14 nisan `

e in sintonia con il comando ricevuto dagli israe- liti, riportato in Deuteronomio 16:

6, che dice: “Devi sacrificare la pa- squa, la sera, appena sar`

a tramon- tato il sole, al tempo fissato della tua uscita dall’Egitto” (Eso. 30:8;

Num. 9:3-5, 11).

IN QUALE PARTE DEL GIORNO?

(20)

il popolo di Dio avrebbe dovuto osservare la Pasqua; sarebbe stato “un regolamen- to [...] a tempo indefinito”. In occasione di quella ricorrenza i bambini avrebbe- ro fatto ai loro genitori domande relati- ve al suo significato (leggi Esodo 12:24-27;

Deut. 6:20-23). Quindi, la Pasqua sareb- be servita “di memoriale” anche per loro (Eso. 12:14).

13Generazione dopo generazione, gli israeliti tramandarono ai propri figli im- portanti verit`

a legate alla Pasqua. Una era che Geova protegge i suoi adoratori.

I bambini imparavano cosı che egli non` e` una qualche divinita indistinta e astratta,` bensı un Dio vivente, reale, che si interes-` sa del proprio popolo e che interviene in suo favore. Lo dimostr`

o “quando piag` o gli egiziani” e protesse i primogeniti israeliti tenendoli in vita.

14A voi genitori cristiani none richie-` sto di spiegare ogni anno ai vostri figli il significato della Pasqua ebraica. Ma inse-

14. Quale verita legata alla Pasqua possono in-` segnare i genitori cristiani?

gnate loro questa stessa verit` a, cio`

e che Geova protegge il suo popolo? Trasmette- te loro la profonda convinzione che pro- tegge anche noi? (Sal. 27:11; Isa. 12:2).

Lo fate durante piacevoli chiacchierate, o a mo’ di arido sermone? Non trascura- te questa verita; usatela per aiutare la vo-` stra famiglia a confidare sempre di piu in` Geova.

15Dalla Pasqua ebraica possiamo im- parare che Geova non solo protegge il suo popolo, ma sa anche liberarlo. Ripensate a come “fece uscire dall’Egitto” gli israe- liti: una colonna di nuvola e di fuoco li guido fino al mare; mentre le acque del` Mar Rosso li sovrastavano da entrambi i lati, lo attraversarono camminando sul- l’asciutto; una volta raggiunta l’altra riva videro quelle stesse acque riversarsi sul- l’esercito egiziano. A quel punto lodarono Geova per averli liberati con questo canti- co: “Voglio cantare a Geova [...]. Ha lan- ciato in mare il cavallo e il suo cavaliere.

Mia forza e potenza `

e Iah, giacch´ e serve alla mia salvezza” (Eso. 13:14, 21, 22; 15:

1, 2; Sal. 136:11-15).

16Se avete figli, li state aiutando a ve- dere Geova come un Dio potente che li- bera il suo popolo? Riescono a percepi- re questa vostra convinzione, anche nelle conversazioni che fate e nelle decisioni che prendete? Durante l’adorazione in fa- miglia potete includere una trattazione dei capitoli 12-15 di Esodo e mettere in evidenza il modo in cui Geova liber`

o il suo popolo. Altre volte potreste analizza- re lo stesso argomento alla luce di Atti 7:

30-36 o Daniele 3:16-18, 26-28. Tutti, pic- coli e grandi, dovremmo avere la piena fi- ducia che, come libero il suo popolo in` passato, Geova liberera anche noi in futu-` ro. (Leggi 1 Tessalonicesi 1:9, 10.)

15, 16. Come possono essere usati i capito- li 12-15 di Esodo?

Parlando della Pasqua, quali verit` a potete insegnare ai vostri figli?

(Vedi il paragrafo 14)

(21)

ASPETTI DA RICORDARE

17I veri cristiani non celebrano la Pa- squa ebraica. Questa ricorrenza era pre- vista dalla Legge mosaica, a cui i cristia- ni non sono piu soggetti (Rom. 10:4; Col.` 2:13-16). Oggi commemoriamo un altro anniversario, quello della morte del Fi- glio di Dio. Ci sono comunque alcuni aspetti della celebrazione della Pasqua istituita in Egitto che sono significativi ancora oggi.

18Il sangue dell’agnello asperso sugli stipiti e sull’architrave della porta salvo` la vita dei primogeniti di Israele. Oggi non offriamo sacrifici animali a Dio, n´

e il giorno della Pasqua ne in nessun al-´ tro momento. C’`

e un sacrificio migliore, per`

o, che ci salva la vita in modo definiti- vo. Parlando dei cristiani unti come della

“congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli”, l’apostolo Paolo dis- se che possono vivere per sempre in cielo grazie “al sangue di aspersione”, il san- gue di Ges`

u (Ebr. 12:23, 24). Dal sangue di Gesu dipende anche la speranza del-` la vita eterna sulla terra delle altre peco- re, che dovrebbero sempre tenere bene a mente queste parole: “Per mezzo di lui ab- biamo la liberazione per riscatto median- te il suo sangue, s`

ı, il perdono dei nostri falli, secondo la ricchezza della sua imme- ritata benignita” (Efes. 1:7).`

19All’agnello scannato per la cena pa- squale gli israeliti non dovevano rompere nessun osso (Eso. 12:46; Num. 9:11, 12).

Cosa accadde all’“Agnello di Dio”, che venne per dare la sua vita come riscatto?

(Giov. 1:29). Fu messo al palo tra due cri- minali. Gli ebrei chiesero a Pilato di far

17, 18. Che cosa dovrebbe farci ricordare il modo in cui fu utilizzato il sangue durante la prima Pasqua?

19. Perche il trattamento riservato alla vittima´ pasquale rafforza la nostra fiducia nelle profe- zie?

rompere le gambe dei tre uomini, cos` ı da accelerarne la morte e da non lasciare i loro corpi sul palo il 15 nisan, che era un grande sabato. I soldati fecero cosı con i` due criminali, “ma venuti da Ges`

u, poi- che videro che era gi´ a morto, non gli rup-` pero le gambe” (Giov. 19:31-34). A motivo di tale corrispondenza tra Gesu e l’agnel-` lo pasquale, si pu`

o dire che quest’ultimo fu “un’ombra” di quello che poi si verifico` il 14 nisan del 33 (Ebr. 10:1). Quel gior- no si adempirono anche le parole di Sal- mo 34:20. Tutto ci`

o rafforza la nostra fidu- cia nelle profezie.

20Tra la Pasqua ebraica e il Pasto Se- rale del Signore ci sono comunque delle differenze. Questo dimostra che la Pa- squa che gli ebrei dovevano celebrare non prefigurava cio che Cristo disse ai` suoi seguaci di fare per commemorare la sua morte. Per esempio, in Egitto gli israeliti mangiarono la carne dell’agnel- lo, ma non ne bevvero il sangue. Ai suoi discepoli, invece, Ges`

u diede altre istru- zioni. Disse che quelli che avrebbero re- gnato “nel regno di Dio” avrebbero dovu- to sia mangiare il pane che bere il vino, che simboleggiavano la sua carne e il suo sangue. Questo e ci` o che analizzeremo` pi`

u nel dettaglio nel prossimo articolo (Mar. 14:22-25).

21La Pasqua fu di sicuro un evento im- portante nella storia dei rapporti tra Dio e il popolo di Israele. Cio non toglie che` ognuno di noi possa trarne preziosi inse- gnamenti. `

E vero, la Pasqua doveva “ser- vire di memoriale” per gli ebrei, ma noi cristiani facciamo bene a conoscerla me- glio e a prendere a cuore le importanti verit`

a che ci insegna, essendo anch’essa parte di “tutta la Scrittura [che]e ispirata` da Dio” (2 Tim. 3:16).

20. Quale notevole differenza c’`

e fra la Pasqua ebraica e il Pasto Serale del Signore?

21. Perche´ e utile conoscere meglio la Pasqua?`

15 DICEMBRE 2013 21

(22)

LE SENTINELLE a Gerusalemme avevano visto la pri- ma falce di luna. Il Sinedrio ne era stato informato e aveva dichiarato l’inizio del nuovo mese, nisan. La notizia si era sparsa grazie a fuochi di segnalazione e messaggeri. Gli apostoli sapevano percio che si avvici-` nava la Pasqua, e avranno pensato che Ges`

u volesse proseguire per Gerusalemme in modo da arrivare pri- ma della festa.

2In quel momento gli apostoli si trovavano in Perea (oltre il Giordano) insieme a Ges`

u, durante il suo ulti- mo viaggio verso Gerusalemme (Matt. 19:1; 20:17, 29;

Mar. 10:1, 32, 46). Una volta determinato il primo gior- no del mese, la Pasqua si sarebbe tenuta 13 giorni piu` tardi, cio`

e il 14 nisan, dopo il tramonto.

3Nel 2014 il Pasto Serale del Signore, la cui data cor- risponde a quella della Pasqua ebraica, si terra dopo il` tramonto del 14 aprile. Sara un giorno speciale per i` veri cristiani e per le persone interessate. La ragione sta in cio che si legge in 1 Corinti 11:23-25: “Ges` u nel-` la notte in cui stava per essere consegnato prese un pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzo e disse: ‘Que-` sto significa il mio corpo che `

e a vostro favore. Conti- nuate a far questo in ricordo di me’. E fece similmente riguardo al calice”.

4Saremo senz’altro tutti presenti all’unica ricorren- za che Ges`

u comand`

o ai suoi seguaci di commemora- re ogni anno. Ma fin da adesso possiamo chiederci:

“Come devo prepararmi per quella sera? Cosa rappre- sentano gli emblemi che si useranno? Come si svol- gera la celebrazione? E che significato hanno per me` questo evento e gli emblemi utilizzati?”

1, 2. Durante l’ultimo viaggio di Gesu verso Gerusalemme,` cosa avranno pensato a un certo punto gli apostoli?

3. Perche ai cristiani interessa la data della Pasqua ebraica?´ 4. (a) Quali domande possiamo farci riguardo alla Comme- morazione? (b) Come viene calcolata ogni anno la data della Commemorazione? (Vedi il riquadro “La Commemorazione del 2014”.)

“ C ONTINUATE

A FAR QUESTO

IN RICORDO DI ME”

“Prese un pane e, dopo aver reso grazie, lo spezz `

o e disse:

‘Questo significa il mio corpo che `

e a vostro favore. Continuate a far questo in ricordo di me’ ”

(1 COR. 11:23, 24)

COME RISPONDERESTE?

Come si calcola in pratica la data della Commemorazione?

Cosa rappresentano il pane e il vino al Pasto Serale del Signore?

A prescindere dalla speranza che abbiamo, perch´

e ` e importante che assistiamo alla Commemorazione?

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