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RELAZIONE TECNICA ED ECONOMICO - FINANZIARIA

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Academic year: 2022

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Corso dei Mille, 34 – 95122 CATANIA

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COMUNE DI SCICLI (RG)

DITTA CICERO ALESSANDRO Cortile Michelica Crocevie, 2/B

97015 SCICLI (RG)

PROGETTO DI APERTURA DI UNA CAVA DI CALCARE SITA NELLA C.DA TRIPPATORE DEL COMUNE DI SCICLI (RG)

RELAZIONE TECNICA ED ECONOMICO - FINANZIARIA

IL PROGETTISTA Dott. Geol. Alfio Grassi

GRASSI ALFIO

Firmato digitalmente da GRASSI ALFIO

Data: 2021.06.06 16:51:44 +02'00'

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SOMMARIO

1.0 PREMESSA ... 3

2.0 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ... 4

3.0 RIFERIMENTI NORMATIVI E VINCOLISTICI ... 9

4.0 PROGRAMMA DI UTILIZZAZIONE ... 13

4.1 Generalità ... 13

4.2 Metodo di coltivazione ... 16

4.3 Utilizzazione del materiale abbattuto ... 21

4.4 Sistemi di controllo del piano di coltivazione ... 22

5.0 CONSISTENZA DEL GIACIMENTO ... 24

5.1 Produzione ... 25

5.2 Durata ... 25

5.3 Mezzi meccanici utilizzati ... 25

6.0 RISORSE UMANE ... 27

7.0 SERVIZI ... 28

8.0 SICUREZZA ... 29

9.0 IMPEGNI FINANZIARI ... 31

10.0 CONCLUSIONI ... 33

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1.0 PREMESSA

Su incarico del Signor Cicero Alessandro, titolare dell’omonima Ditta, con sede legale in Modica, Cortile Michelica, 2/B, CAP 97015, P.I.: 01442170880, PEC:

ciceroalessandro@pec.cng.it, , nato a Modica l’ 11/05/1976, C.F.: CCRLSN76E11F258O, lo scrivente Dott. Geol. Alfio Grassi, iscritto all’Ordine Regionale dei Geologi al n. 2352, ha eseguito lo studio del sito interessato dal progetto di apertura di una cava di calcare, localizzato in contrada “Trippatore”, in territorio comunale di Scicli (RG).

Il progetto è stato realizzato per richiedere l’autorizzazione di esercizio di una cava di calcare per frantumazione, ai sensi della L.R. 127/80 e successive modifiche ed integrazioni.

L’area interessata dal progetto di cava ricade in zona E5 – Zona agricola di transizione del PRG vigente del comune di Scicli.

Il sito ricade, altresì, nell’area di Piano Cave di secondo livello RG8.II e in passato una parte è stata oggetto di autorizzazione di cava.

Il giacimento calcareo individuato riveste un notevole interesse estrattivo per il

comprensorio in esame, come testimoniato dalla presenza di altre cave presenti in zona, da cui si estrae la materia prima di natura calcarea da destinare ai vari cantieri privati e pubblici localizzati lungo la fascia costiera regusana.

Nella presente relazione viene descritto il processo produttivo estrattivo, il programma di utilizzazione del giacimento e gli aspetti organizzati e finanziari legati alla conduzione dell’attività di cava, la descrizione delle caratteristiche merceologiche del prodotto e la verifica di redditività dell’attività, così come richiamato dall’art. 32, lettera d) delle NTA del Piano Cave vigente.

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2.0 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

L’area interessata dal progetto di apertura della cava di calcare “Trippatore” è ubicata a sud ovest dell’abitato di Scicli (RG), in contrada Trippatore, ad oltre 1,5 km, in linea d’aria, dai più vicini nuclei abitati ed è posta alla quota media di circa 125 m s.l.m.

L’area in esame è ubicata nella tavoletta IGM, a scala 1:25.000, denominata Sampieri, F. n.

276 II SO (Fig. 1).

Nella figura 2 viene, invece, riportata l’ubicazione dell’area di cava nella C.T.R. n. 651050 a scala 1:10.000.

Si accede all’area di cava dalla strada interpoderale che si diparte verso nord dalla strada provinciale interna SP44 Pozzallo - Sampieri.

Le coordinate geografiche rilevate nel sistema WGS84 sono le seguenti:

- Latitudine 36° 44’ 30” N;

- Longitudine 14° 44’ 40” E;

Nella figura 3 sono stati rappresentati i limiti di disponibilità e coltivazione di cava sull’ortofoto satellitare di Google Earth, in cui si distingue, nella parte ovest, la cava limitrofa in esercizio, gestita dalla SO.FI. Calcestruzzi S.r.l., mentre sulla parte nord-est è visibile la cava a fossa dismessa nel 2014, allora gestita dalla Tecnocava S.r.l..

L’area in disponibilità della Ditta è catastalmente identificata dalle particelle n. 221 partim e 703 partim del foglio di mappa n. 131 del NCT di Scicli.

Nella figura 4 viene rappresentata la planimetria catastale della cava, con indicazione del limite di disponibilità, del limite di coltivazione ed è indicata, altresì, l’ubicazione della cava attiva limitrofa.

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Figura 1 Ubicazione dell’area di studio nella tavoletta a scala 1:25.000 F. 276 IV NE

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Figura 2 - Ubicazione dell’area di studio nella CTR 1:10.000 n. 647070

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Figura 3 – Ubicazione dei sito con delimitazione del limite di disponibilità dell’area

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Figura 4 – Planimetria catastale dell’area di cava (Foglio 131) particelle 221 partim e 703 partim

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3.0 RIFERIMENTI NORMATIVI E VINCOLISTICI

Il progetto di coltivazione della cava di calcare fa riferimento a quanto previsto dalle norme tecniche d’attuazione del Piano Regionale dei Materiali da cava, aggiornato e approvato con Decreto del Presidente della Regione del 3 febbraio 2016, ai sensi della legge regionale 9/12/1980 n.127.

Lo stesso piano ha identificato le aree di cava di primo e di secondo livello, oltre quelle di completamento e di recupero, riferite sia ai materiali da cava che ai materiali lapidei di pregio.

Nel presente progetto l’area ricade in area definita di secondo livello con sigla RG08.II, come è desumibile dalla figura 5 che segue.

Figura 5 Stralcio del Piano cave interessato dal progetto.

L’area interessata dal progetto di cava ricade in zona agricola di transizione E5 del PRG vigente del comune di Scicli, che rappresenta il raccordo tra il “Pianalto e la Piana Alluvionale”, ed è caratterizzata da colture seminative ed orticole. (vedi figura 6).

L’area in cui sono previsti i lavori di coltivazione non è soggetta al vincolo paesaggistico.

Nella parte nord, una fascia di circa 2700 mq, coincidente con il gradone superiore della cava dismessa nel 2014, ricade nel vincolo paesaggistico di livello 2, paesaggio locale 10 “Scicli” - Contesto 10g, i cui obiettivi specifici prevedono, tra l’altro, Tutela e valorizzazione del

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patrimonio paesaggistico attraverso misure orientate al recupero paesaggistico - ambientale ed alla eliminazione dei detrattori e tutela delle formazioni riparali.

Figura 6 - Stralcio PRG di Scicli con l'indicazione dell'area di cava

Figura 7 - Stralcio del Piano Paesaggistico di Ragusa

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Si precisa che in questa fascia non sono previsti scavi ma soltanto una prioritaria sistemazione ambientale. (vedi figura 7).

E’ intenzione della nuova Ditta Cicero Alessandro esercitare l’attività estrattiva e gestirla in maniera razionale, prevedendo un adeguato progetto di sfruttamento minerario ed un piano di ripristino ambientale, seguendo i criteri previsti dalle norme tecniche di attuazione del Piano Cave vigente, così da uniformare in un unico progetto di recupero ambientale sia la cava nuova che il sito dismesso.

Ai fini della valutazione della pericolosità geomorfologica ed idraulica è stata esaminata la cartografia ed i documenti del P.A.I. Sicilia, da cui è emerso che l’area di cava in progetto non è interessata da fenomeni di dissesto geomorfologico o di pericolosità idraulica.

Figura 8 - Stralcio del PAI Sicilia

L’area, inoltre, non è soggetta a vincolo idrogeologico, ai sensi del R.D.L. 3267/23.

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Nelle zone esterne al sito di cava, a circa 130 m a nord del limite di coltivazione, è stato censito dal PAI Sicilia un’area di dissesto per crolli, a cui è stato assegnato un livello di

pericolosità 3, ma con rischio zero. (Vedi stralcio PAI di figura 8).

Il progetto di cava è stato realizzato seguendo i dettami indicati dalle norme tecniche di attuazione del piano cave e dalla normativa sulla sicurezza dei lavori in aree minerarie (D.P.R. 9 aprile 1959 n.128 e ss.mm.ii. – D. Lgs. 25 novembre 1996 n. 624 - D. Lgs. 9 aprile 2008 n. 1981 e ss.mm.ii.).

Sono state applicate, inoltre, le norme tecniche per le costruzioni (D.M. 17 gennaio 2018 e ss.mm.ii.) per le valutazioni di carattere geotecnico.

Si precisa, inoltre, che in Sicilia la norma quadro dell’attività estrattiva di cava è rappresentata dalla L.R.S. 9/12/1980 n. 127 e successive modifiche e integrazioni.

A riguardo va precisato che l’art. 12 della L.R. 127/80 prevede, in aggiunta ad altri elaborati progettuali, la presentazione di uno studio di fattibilità e progetto di massima delle opere di recupero ambientale della zona da realizzare nel corso e al termine della coltivazione, con l'indicazione dei tempi di esecuzione delle medesime e dei costi di massima previsti, che va sottoposto, ai sensi dell’art. 10 della stessa legge, all’approvazione da parte del Comune

interessato.

Il Comune, tuttavia, ai sensi dell’art. 19 della stessa legge, ha l’obbligo di redigere, in corso d’opera o a fine lavori, il progetto esecutivo con il relativo preventivo di spesa delle opere da eseguire per il recupero ambientale della cava, da sottoporre all'approvazione dell'Assessore regionale per il territorio e l'ambiente, il quale, con proprio decreto, determinerà la somma occorrente.

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4.0 PROGRAMMA DI UTILIZZAZIONE

4.1 Generalità

Il progetto è stato realizzato per richiedere l’autorizzazione all’esercizio dell’attività estrattiva di un area che in passato, in una zona limitata, è stata oggetto di estrazione.

Al momento la situazione morfologica è quella indicata nella planimetria dello stato attuale TAV 1, nella quale appare evidente nell’area nord-est l’area già coltivata con morfologia a gradini, come appare illustrata nella foto n. 1 che segue. La quota minima del livello più basso è pari a 112 m s.l.m.

Foto 1 - Particolare dell’area già coltivata. Si nota la sequenzadei gradoni subverticali e il piazzale di base

Geomorfologicamente l’area è situata in un altopiano delimitato, a nord, dall’incisione fluviale del Torrente “Cava Trippatore” che presenta una pendenza media verso nord del 10%, mentre la parte centrale dell’area di cava presenta una pendenza media verso sud che non supera il 3%.

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Prima di iniziare le fasi di estrazione del materiale calcareo, al fine di mitigare gli impatti ambientali, si dovranno eseguire una serie di operazioni preliminari.

Al fine di ridurre la polverosità, sarà realizzato un sistema di irrigazione lungo il perimetro del limite di coltivazione. Si tratta, in particolare, di installare una tubazione collegata con irrigatori che dovranno essere suddivisi in settori, in modo da concentrare il funzionamento degli irrigatori dove sarà necessario.

Gli irrigatori avranno una potenzialità di intervento superiore ai 15 m, sarà quindi necessario posizionare attorno al limite di coltivazione circa 35 irrigatori, mediamente uno ogni 40 m. L’acqua di irrigazione sarà attinta dal pozzo ubicato nella particella 200, esternamente all’area di cava, giusta regolare autorizzazione di attingimento rilasciata dal Genio Civile di Siracusa.

Inoltre, al fine di realizzare una più efficiente barriera antipolvere e antirumore e di schermare dal punto di vista paesaggistico l’area di cava, in prossimità del limite di coltivazione sarà messa a dimora una barriera vegetativa costituita da alberi di alto fusto come di pini marittimi, distanziati l’uno con l’altro di 10 m.

Lo schema della schermatura antirumore ed antipolvere è stata illustrata nella planimetria Tav. 1D.

Passando in rassegna le varie fasi di coltivazione, si ha, invece, che nella prima fase lavori saranno localizzati nella cava dismessa, abbassando l’attuale piazzale di base alla quota di fine progetto + 101 m s.l.m. e, al contempo, saranno realizzate le opere di recupero ambientale nei gradini superiori residuali della cava dismessa.

Dopo aver completato la prima fase che interesserà la zona Nord-Est dell’attuale fossa di cava, si procederà ad avviare i lavori di coltivazione nel settore sud-ovest della nuova cava.

Il programma di utilizzazione prevede di iniziare la coltivazione nella zona sommitale prossima al limite di coltivazione, realizzando gradoni che, nel rispetto delle norme tecniche di attuazione del piano cave (art. 19), avranno alzate non superiori a 6 m e inclinazione non superiore

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a 75°. Le pedate, in ogni caso avranno ampiezza non inferiori a 5 m, così come rappresentato nelle allegate “Planimetrie dello stato intermedio”, “Planimetria dello stato finale” e nelle relative

sezioni.

La superficie totale delimitata dal limite di coltivazione è di 64.812 mq, di cui 26.728 mq ricadenti nell’area di cava dismessa e 38.084 mq ancora coperti dal cappellaccio costituito da terreno vegetale.

Lo spessore del cappellaccio varia da 0,30 m a 0,50 m, quindi sarà necessario movimentare un volume di terreno vegetale variabile da 12.000 mc a 18.000 mc, che sarà accantonato per gli interventi correttivi e per rettificare i pendii durante la fase di recupero ambientale.

Nel corso dei vari sopralluoghi, non sono state riscontrate tracce di dissesto lungo i fronti di cava esistenti, segno che le caratteristiche geotecniche del litotipo depongono a favore di una stabilità soddisfacente dei pendii.

Figura 9 - Realizzazione della Fase 1 del progetto

L’esecuzione del ripristino ambientale sarà realizzato in progress, ovvero, durante la vigenza dell’autorizzazione di cava, come prevede l’art. 33 delle norme tecniche di attuazione del piano

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regionale dei materiali da cava, previa approvazione, da parte dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, del progetto esecutivo del piano di recupero ambientale redatto dal Comune di Scicli.

Man mano che l’avanzamento procede, i settori estrattivi esauriti saranno interessati dai lavori di ripristino ambientale (ripristino in progress).

Questo procedimento permette, oltre che a migliorare gradualmente l’aspetto morfologico dell’area, a diluire negli anni gli investimenti destinati al ripristino.

4.2 Metodo di coltivazione

Prima di iniziare i lavori estrattivi si dovrà recintare l’area di cava ed apporre i cartelli monitori, nonché il cartello che indicherà gli estremi dell’autorizzazione all’esercizio della cava.

Successivamente saranno sistemate ed estese le piste per accedere agevolmente nella parte alta della cava, e per quanto possibile, saranno utilizzate anche le piste interne esistenti.

Le piste avranno una larghezza di 4 m ed una pendenza adeguata al passaggio dei mezzi di cantiere. I gradoni saranno collegati con piste con pendenza media non superiore al 20%.

Il metodo di coltivazione è quello a fossa con avanzamenti per fette orizzontali discendenti a partire dalle aree sommitali.

Dopo ogni metro di abbassamento del piazzale si procederà ad un ulteriore scavo di pari profondità, distanziandosi di circa 25 cm dal ciglio del piazzale superiore, in modo che, al

completamento del modellamento della scarpata, il raccordo con il successivo piazzale di cava avrà un’inclinazione di 75°.

Completata la fase 1 che interesserà solo la parte Nord-Est, precedentemente interessata da coltivazioni pregresse, (vedi Figura 9) i lavori estrattivi inizieranno dalla quota maggiore prossima al limite di coltivazione dell’area Sud-Est, realizzando la prima pedata del gradino a quota 119 m s.l.m., che deve essere raccordata con la parte di cava di Nord-Est, già coltivata. Questo piazzale

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degraderà poi con un altro gradone, realizzato con la stessa metodologia sopra descritta, per realizzare un grande piazzale a quota 113 (vedi Figura 10).

Figura 10 - Realizzazione della Fase 2 del progetto

Successivamente, allontanandosi di 5 metri dal piede della scarpata, si procederà con l’abbassamento del successivo gradone di 6 m, mantenendo l’inclinazione di 75° sino ad arrivare a quota 107 m, che rappresenta la fase 3 del progetto, come rappresentato nella Figura 11

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Figura 11 - Realizzazione della Fase 3 del progetto

Si continuerà, quindi a realizzare l’ultimo gradone con la stessa metodologia sopra descritta sino ad arrivare al piazzale di base finale previsto a quota 101 m, come illustrato nella planimetria finale di progetto e rappresentata nella figura 12.

Tra una fase di coltivazione e l’altra saranno realizzati i recuperi ambientali intermedi nelle zone coltivate.

A conclusione dei lavori estrattivi si procederà ad ultimare gli interventi di recupero

ambientale anche nel piazzale di base di quota 101 m. Per i particolari si rimanda a quanto descritto nello studio di fattibilità delle opere di recupero ambientale composto da relazione descrittiva e dalla planimetria di recupero ambientale.

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Figura 12 - Realizzazione della Fase finale di coltivazione

In fase progettuale sono state definite tre fasi intermedie del programma dei lavori estrattivi, le quali prevedono la realizzazione dei piazzali rispettivamente a quota 119, 113 e 107 ed il ripristino ambientale dei fronti cava e delle relative pedate completati. (vedi Planimetria dello stato intermedio - tav. 2).

Ogni pedata, con larghezza minima di 5 m, sarà dotata di una canaletta per la raccolta delle acque piovane, a sezione rettangolare, posizionata alla base del fronte di scavo, la cui pendenza sarà dell’ordine dello 0,1-0,2 %, progettata assegnando le seguenti dimensioni: larghezza 0,80 m, profondità 0,60 m.

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E’ da segnalare che il materiale è costituito da calcari stratificati e fratturati, che presentano una permeabilità sufficiente a drenare le acque meteoriche, tuttavia, la realizzazione delle canalette di drenaggio permetterà il rapido allontanamento delle acque meteoriche anche in casi di eventi piovosi di intensità eccezionale.

Le canalette di drenaggio disposte parallelamente al fronte di cava avranno la funzione di intercettare e drenare le acque piovane provenienti dalle scarpate; le acque drenate, pertanto, saranno direzionate lungo le rampe di collegamento dei piazzali.

Le canalette di drenaggio dei gradini più bassi avvieranno le acque meteoriche verso lo stesso punto di confluenza, per via di una leggera pendenza, in una fossa drenante appositamente realizzata. (vedi Planimetria dello stato finale e relazione di recupero ambientale). (Figura 13)

Figura 13 - Particolare della planimetria dello stato finale con l’ubicazione della fossa drenante

Sulla base dei dati in possesso è emerso che esiste una falda la cui piezometrica si attesta ad una profondità media di 80 m, quindi notevolmente al di sotto del piazzale finale di scavo previsto a quota 101 m s.l.m., pertanto il progetto di cava risulta essere conforme alle direttive indicate nelle

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norme di attuazione del Piano Cave, che all’art 18 prescrive che “la massima profondità degli scavi deve essere mantenuta almeno al di sopra di 5 m dal livello massimo della falda freatica”.

Ogni pedata sarà accessibile attraverso una derivazione delle piste principali interne e sarà percorribile in tutta la sua estensione anche dai mezzi di cantiere.

Sarà posta in cava un’adeguata segnaletica per definire il percorso che gli autocarri di servizio dovranno rispettare.

Per l’abbattimento non è previsto l’uso di esplosivi, saranno utilizzati esclusivamente mezzi meccanici, quali motopale ed escavatori che caricheranno direttamente il tout venant di cava negli autocarri.

La tipologia del litotipo da estrarre esclude categoricamente qualsiasi produzione di rifiuto, in quanto tutto il materiale estratto sarà destinato alla commercializzazione per la produzione di aggregati.

4.3 Utilizzazione del materiale abbattuto

La produzione principale della cava è costituita dal tout-venant calcareo destinato agli impianti di frantumazione e classificazione del comprensorio, che dopo adeguato trattamento potrà essere utilizzato come inerte per calcestruzzi, per misto-cava o altri utilizzi in edilizia.

Una parte costituita di tout venant sarà commercializzato come “misto cava” per essere utilizzato per vari usi, in ambito locale, quali riempimenti per recuperi ambientali, per rilevati stradali o per sottofondi di fondazione.

Nel ciclo produttivo aziendale non è previsto alcun processo di trattamento del materiale di cava, per cui la materia prima estratta sarà destinata, tal quale, alla commercializzazione.

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4.4 Sistemi di controllo del piano di coltivazione

L’attività estrattiva sarà seguita, nei vari stati di avanzamento dei lavori, dal direttore di cava che effettuerà i controlli periodici, come previsto dalla normativa vigente.

A fine di identificare, in ogni momento, la posizione dei vari fronti di cava ed i limiti di scavo, imposti dal progetto, saranno collocati punti fissi inamovibili, esterni all’area di coltivazione, per rendere più agevole le misurazioni topografiche.

I 24 punti identificati, che delimitano il limite di coltivazione, materializzati sul terreno con paletti in cemento numerati, sono riportati nella figura 14.

Figura 14 - Ubicazione dei picchetti di delimitazione della cava

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Sarà inoltre verificato lo stato di attuazione del cronoprogramma dei lavori che viene sinteticamente rappresentato come indicato nella seguente Tab.1.

PERIODI COLTIVAZIONE RIPRISTINO

1° anno Realizzazione della recinzione e delle nuove piste e adeguamento delle piste di accesso. Realizzazione del sistema di irrigazione antipolvere attorno alla cava.

Inizio della coltivazione nell’area di cava di Nord-Est, precedentemente coltivata.

Messa a dimora della barriera vegetativa attorno alla cava Ripristino delle aree completate nel corse della pregressa attività estrattiva, con messa a dimora di piante sparse di carrubo e lentisco sopra quota 130 m s.l.m.

dal 2° al 3° anno Completamento dell’attività estrattiva nell’area Nord-Est sino a realizzare il piazzale di base a quota 101 m s.l.m.

(FASE 1)

Continuazione del ripristino ambientale con messa a dimora di piante sparse di carrubo e lentisco sopra quota 119 m s.l.m. dell’area nord - est

dal 4° al 6° anno Realizzazione del gradone a quota 119 m, nell’area ovest, previo adeguamento delle piste di accesso e realizzazione del relativo canale di drenaggio.

Continuazione del ripristino ambientale con messa a dimora di piante sparse di carrubo e lentisco sopra quota 113 m s.l.m. dell’area nord-est

dal 7° al 9° anno Realizzazione del gradone a quota 113 m, previo adeguamento delle piste di accesso e realizzazione del relativo canale di drenaggio (FASE 2)

Ripristino ambientale con messa a dimora di piante sparse di carrubo e lentisco sopra quota 107 m s.l.m.

dell’area nord-est e sopra quota 119 m s.l.m. nell’area sud-ovest

dal 10° al 12° anno Realizzazione del gradone a quota 107 m, previo adeguamento delle piste di accesso e realizzazione del relativo canale di drenaggio (FASE 3)

Ripristino ambientale con messa a dimora di piante sparse di carrubo e lentisco sopra quota 113 m s.l.m

dal 13° al 15° anno Realizzazione del piazzale di base a quota 101 m, previo adeguamento delle piste di accessoe realizzazione del relativo canale di drenaggio di base e della fossa drenante.

Ripristino ambientale con messa a dimora di piante sparse di carrubo e lentisco sopra quota 107 m s.l.m.

Dal 15° al 16° anno Conclusione del ripristino ambientale,

con messa a dimora di carrubi nel piazzale di cava a quota 101 m s.l.m.

Il ripristino ambientale sarà completato previa approvazione del progetto esecutivo, da parte dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, su proposta del Comune di Scicli.

Tabella 1 – Cronoprogramma dei principali interventi

A riguardo, per la descrizione di dettaglio delle opere di recupero ambientale, sia in itinere che finali, si rimanda alla specifica relazione di pertinenza che descrive dettagliatamente gli

interventi di ripristino ambientale con il relativo cronoprogramma, seppure nel contesto di studio di fattibilità di massima.

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5.0 CONSISTENZA DEL GIACIMENTO

Per calcolare i volumi da estrarre è stato utilizzato un software che prende in considerazione la triangolazione della planimetria della situazione iniziale e della planimetria finale creando prismi a base triangolare.

I risultati dei volumi sono sintetizzati nella tabella 2.

Area Totale Volumi Totali Eccedenza

Volume Scavo Volume Riporto

64.812 mq -792.534 mc mc 3.461 mc

Volume totale da estrarre

789.073 mc Tabella 2 - Report dei volumi

Come si può notare l’area totale interessata direttamente dal movimento terra è di circa 64.812 mq, mentre i volumi netti da estrarre sono pari a 789.073 mc.

L’area in disponibilità della Ditta si estende per circa 187.567 mq.

Il volume di riporto quantificato in circa 3.461 mc sarà destinato agli interventi di rimodellamento morfologico, al fine di consentire la conformità dell’opera con lo stato finale di progetto.

La tipologia di giacimento esclude categoricamente la produzione di rifiuti estrattivi. Tutto il materiale estratto sarà destinato, come tout-venant di cava, agli impianti di frantumazione e

classificazione del comprensorio per la produzione di aggregati per calcestruzzo e misti

granulomerici. Il materiale che sarà utilizzato per gli interventi di rimodellamento morfologico è, in ogni caso, costituito da tout-venant di cava di estrazione. La terra vegetale asportata dal

cappellaccio di cava sarà accantonata in cumulo in attesa di essere riutilizzata per la costituzione dello strato vegetale delle superfici interessate dalle opere di recupero ambientale. Anche in questo caso, lo strato vegetale trattato non costituisce rifiuto di estrazione.

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5.1 Produzione

La produzione del materiale da estrarre è legata al mercato che, come risulta dall’esperienza, è estremamente variabile. Il mercato dei materiali di cava registra nell’ultimo anno una poderosa ripresa dopo molti anni di crisi che, in generale, ha colpito tutto il settore edile, tuttavia, in

considerazione anche della capacità produttiva potenziale e delle proiezioni del mercato degli inerti legato alla realizzazione delle grandi opere pubbliche si è proceduto ad elaborare una stima di massima del fabbisogno medio di mercato.

La produzione media attesa per giorno di lavoro è di circa 220 mc di tout-venant.

E’ chiaro che nel periodo estivo la produzione potrebbe aumentare sino al 30% in più, viceversa nel periodo invernale è lecito attendersi una produzione discontinua.

Pertanto se si considerano mediamente 22 giorni lavorativi, la produzione mensile prevista è pari a 4.840 mc di il tout-venant che per 11 mesi corrispondono, rispettivamente, a circa 53.240 di tout-venant estratto per ogni anno.

5.2 Durata

Sulla base dei calcoli effettuati, ne deriva che il volume utile disponibile di 789.073 mc che a fronte di una produzione attesa di 53.240 mc annui, determina una durata dell’attività estrattiva pari a 14,82 anni arrotondata a 15 anni.

Pertanto l’autorizzazione sarà richiesta per la durata di 15 anni.

5.3 Mezzi meccanici utilizzati

La Ditta proponente possiede la capacità economica e le risorse umane per svolgere correttamente i lavori estrattivi che saranno svolti con l’ausilio dei seguenti mezzi:

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· n. 1 escavatori munito di ripper;

· n. 1 motopala

· n. 2 autocarri da cava della capacità di 20 mc;

Il parco mezzi in possesso della Ditta già di per sé è soddisfacente per garantire un ciclo produttivo industriale, tuttavia, nei piani aziendali è previsto integrare il suddetto parco mezzi con altri di nuovo acquisto.

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6.0 RISORSE UMANE

L’attività estrattiva sarà condotta, mediamente, con 4 unità lavorative, compreso il direttore ed il personale amministrativo.

In particolare, la manodopera sarà costituita da un escavatorista, un palista e un autista di autocarri, tuttavia, nei periodi di intensa attività, il personale di cava potrà essere integrato con altre unità lavorative, mentre nei periodi di bassa produzione il personale sarà ridotto al minimo

necessario.

L’attività di sorveglianza è affidata al lavoratore con maggiore esperienza nel settore, mentre la direzione tecnica della cava è affidata ad un professionista esterno, i quali, ognuno per la propria competenza, vigilano sulla corretta esecuzione dei lavori e sull’applicazioni delle norme di prevenzione infortuni.

L’organigramma prevede anche la figura del responsabile del servizio di prevenzione e protezione e del responsabile dei lavoratori per la sicurezza.

Gli operai saranno sottoposti a visita medica e saranno informati, ai sensi dell’art. 14 del D.L.vo n. 624/96, delle misure da prendere in materia di sicurezza e di salute nei luoghi di lavoro; le informazioni devono essere comprensibili per i lavoratori interessati.

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7.0 SERVIZI

L’impianto estrattivo sarà dotato di una serie di servizi per il personale addetto alla cava.

Adiacente all’area di cava vi è una costruzione addetta per le funzioni di ufficio e deposito, attrezzata di servizi igienici, sala mensa e spogliatoi, pertanto, ai fini dell’esercizio della cava

“Trippatore” non prevista alcuna realizzazione di infrastrutture di servizio.

Lo stabilimento produttivo è rifornito dell’acqua attinta dal pozzo privato ubicato nella particella 200, destinata ai servizi igienici, al consumo umano e al sistema di irrigazione che la Ditta andrà a predisporre per l’abbattimento delle polveri provenienti dall’attività estrattiva.

Lo stabilimento produttivo ha già in essere un contratto di fornitura di energia elettrica per le strutture di servizio alla cava.

Negli uffici sarà presente una cassetta di pronto soccorso, gli operatori saranno forniti di telefono cellulare aziendale che permetterà loro di comunicare sia con l’ambiente esterno che con il sorvegliante, anch’egli munito di telefono cellulare.

(29)

8.0 SICUREZZA

La Ditta terrà sempre aggiornato il Documento di Sicurezza e Salute, collaborando con il direttore ed il responsabile della sicurezza ed il medico competente che sottoporrà a sorveglianza sanitaria i lavoratori, così come previsto dal Decreto legislativo n. 624 del 25 novembre 1996 e dal D.lgv.81/2008.

Il datore di lavoro è responsabile della formazione di tutti i dipendenti come previsto dagli artt. 36 e 37 del D.lgv.81/2008.

Inoltre, sarà cura del datore di lavoro aggiornare le nomine degli addetti al primo soccorso, all’antincendio e all’emergenza e a fornire al personale addetto in cava i dispositivi di protezione individuali, come prescritto dalla normativa vigente.

In particolare i lavoratori dovranno essere sempre forniti di elmetto protettivo del capo, di calzature di sicurezza con punte e talloni indeformabili e cuffie per la protezione dei rumori.

L’esercente di cava, in collaborazione con il direttore della cava dovrà attuare un

monitoraggio annuale dei fronti di scavo, verificandone la stabilità ai sensi del D.M. 17/01/2018, a seguito del quale dovrà essere trasmesso al Distretto Minerario di Catania l’elaborato di calcolo della stabilità dei pendii.

I fronti di abbattimento saranno, tuttavia, verificati periodicamente dal direttore e giornalmente dal sorvegliante dei lavori.

Le attrezzature ed i macchinari utilizzati per le attività lavorative dovranno essere conformi alla normativa vigente e regolarmente manutenuti.

Gli operai e il responsabile dei lavoratori per la sicurezza, nominato dai lavoratori, saranno informati sulle misure da prendere in materia di sicurezza e di salute nei luoghi di lavoro.

Durante l’esercizio dell’attività estrattiva, la Ditta porrà un’adeguata attenzione alle componenti ambientali principali, provvedendo a realizzare una serie di interventi per mitigare la polverosità e la rumorosità.

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La Ditta, prima dell’avvio dei lavori di cava, si attiverà per ottenere l’autorizzazione unica ambientale (AUA) comprensiva dei titoli abilitativi relativi all’emissioni in atmosfera, e alle emissioni acustiche.

Le piste e i principali percorsi, soprattutto nella stagione secca, saranno frequentemente inumiditi dal sistema di irrigazione antipolvere che sarà installato lungo il perimetro del limite di coltivazione di cava.

L’uscita dalla cava sarà attrezzata con un sistema di irrigazione, per mezzo di diffusori, per la bagnatura degli autocarri così da evitare il trasporto di polveri e di fango dei mezzi lungo le strade.

Per quanto riguarda l’impatto acustico, i rumori più significativi saranno riconducibili all'uso dei mezzi di cantiere.

La cava è operativa solo nelle ore diurne dei giorni lavorativi settimanali, pertanto nelle ore notturne non si avranno emissioni di rumori, tali da disturbare la fauna locale.

Nel Decreto 81/08 i valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a:

· valori limite di esposizione: LEX,8h = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 dB(C) ref. 20 µPa);

· valori superiori di azione: LEX,8h = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 dB(C) ref. 20 µPa);

· valori inferiori di azione: LEX,8h = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 dB(C) ref. 20 µPa).

Le misurazioni acustiche saranno effettuate a cadenza quadriennale da personale qualificato ai sensi dell’art.181 del D.L.vo n. 81/2008.

Saranno adottati tutti gli accorgimenti per mitigare gli impatti, migliorando la manutenzione dei mezzi, tuttavia, gli operai che lavoreranno a lungo nelle zone più rumorose saranno dotati di cuffie antirumore. Al fine di impedire l’accesso di estranei in cava sarà messa in opera una

recinzione perimetrica metallica che delimiterà in maniera puntuale l’area di coltivazione mineraria.

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9.0 IMPEGNI FINANZIARI

Gli impegni finanziari previsti per la gestione della cava tengono conto delle spese del personale, della manutenzione dei mezzi già in possesso della Ditta, del canone cave, del

carburante, degli oneri per la sicurezza del personale e dei costi di locazione dei terreni interessati dal progetto di cava.

Nella tabella 3 sono stati sintetizzati tutti i costi di gestione della cava, tenendo conto della durata quindicennale dell’autorizzazione, del volume complessivo da estrarre pari a circa 789.073 mc mc e di una media di produzione di circa mc/annui 52.000.

Voci di spesa Importo

Acquisto mezzi €. 500.000,00

carburan € 800.000,00

personale € 2.200.000,00

manutenzione € 200.000,00 recupero ambientale € 115.000,00 recinzione € 30.000,00 oneri sicurezza € 50.000,00

Canone cave 187.500,00

TOTALE € 4.395.000,00

Tabella 3 - Oneri finanziari di gestione della cava in 15 anni

Con riferimento alle spese del personale, si puntualizza che nell’analisi dei costi sono stati considerate quattro unità lavorative compreso il direttore di cava.

A queste spese occorre aggiungere il costo del canone di cava.

La produzione potenziale di tout-venant granulato è di 789.073 mc, pertanto, stimando un prezzo di vendita franco cava di €. 9,00 al mc, permette un ricavo di €. 7.101.657.

Detraendo i costi di gestione dal ricavo complessivo della vendita del materiale di cava, si evince che il guadagno, al lordo delle imposte dovute, risulta pari a circa €. 2.706.657,00 per tutta la durata dell’autorizzazione di cava, pari ad un guadagno annuo lordo di 180.444,00.

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Le risultanze dell’analisi economica di cui sopra dimostrano la sostenibilità

dell’investimento e quindi la fattibilità del progetto di cava, seppure il perdurare della crisi economica potrebbe non permettere la piena attuazione del crono-programma dei lavori.

Si evidenzia, infine, che, nel caso in cui l’attività estrattiva fosse concentrata in un periodo minore dei quindici anni previsti, la redditività dell’investimento sarebbe ancora maggiore,

considerando che essa è inversamente proporzionale alla durata dell’attività stessa, fermo restando lo sfruttamento totale del giacimento.

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10.0 CONCLUSIONI

La presente relazione fa parte integrante del progetto di apertura di una cava di calcare localizzata in contrada “Trippatore”, in territorio comunale di Scicli.

Sono stati analizzati ed approfonditi gli aspetti tecnici, vincolistici, urbanistici del sito di interesse, nonché gli aspetti prettamente metodologici di tipo estrattivo, organizzativi e finanziari al fine di accertare la compatibilità tecnica e la sostenibilità economica.

La cava in progetto ricade in zona agricola E5 del PRG vigente del comune di Scicli e i lavori di scavo non ricadono in area con vincolo paesaggistico, anche se una minima parte di livello 2, ricade nell’area di cava con pregresse coltivazioni in cui non sono previsti scavi ma interventi di ripristino ambientali.

Il sito di interesse ricade nel Piano Cave Regionale all’interno di un’area definita di secondo livello con sigla RG08.II.

In fase di progettazione si è optato di adottare il metodo di coltivazione per fette

orizzontali discendenti da cui si origina una configurazione finale della cava a fossa con gradoni di altezza massima pari a 6 m, pedata di ampiezza pari a 5 m e inclinazione dei fronti di 75°.

Il piazzale di base sarà impostato alla quota finale di 101 m s.l.m. e sarà esteso circa 31.158 mq.

L’area in disponibilità della ditta è di 187.567 mq mentre l’area interna al limite di coltivazione è di cir ca 64.812 mq; il volume di materiale estraibile da progetto, desunto dal calcolo eseguito è risultato pari a circa 789.073 mc.

Si è tenuto conto, in fase di progettazione, delle prescrizioni tecniche e di sicurezza contemplate nelle norme tecniche di attuazione del piano cave regionale, per cui le opere relative alla viabilità interna, alla regimentazione delle acque meteoriche, alla delimitazione dell’area di cava sono state progettate in conformità ai requisiti richiesti.

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Dal punto di vista finanziario, l’opera in progetto può essere considerata sostenibile, alla luce dell’analisi costi-ricavi effettuata sulla proiezione temporale nei quindici anni dell’attività di cava in progetto.

Per quanto sopra si ritiene che l’opera in progetto, dal punto di vista tecnico ed economico sia fattibile e sostenibile.

CATANIA, lì 25/05/2021

I PROGETTISTI Dott. Geol. Alfio Grassi

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ALLEGATI

• COMPUTO DEI VOLUMI DI ESTRAZIONE

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