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RELAZIONE TECNICA SICUREZZA E QUADRO ECONOMICO

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Academic year: 2022

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RELAZIONE TECNICA

SICUREZZA E QUADRO ECONOMICO

INDICE

1 – INTRODUZIONE pag.2

2 – COROGRAFIA DELL’AREA OGGETTO D’INTERVENTO pag.4

3 – VINCOLI E RISCHIO IDROGEOLOGICO pag.5

4 – INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA pag.6

5 - LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI pag.13

6 - CRITICITA’ ED INTERVENTI DI RIPRISTINO pag.16

7 - FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO pag.19

8 - ANALISI IDROLOGICA-IDRAULICA pag.21

9 - SICUREZZA pag.23

10 - QUADRO ECONOMICO pag.55

(3)

1 - INTRODUZIONE

Il presente progetto si riferisce agli interventi da realizzare per la sistemazione e il ripristino dell’officiosità di un tratto di circa 380 ml del Fiume Sarmento in agro di San Giorgio Lucano (MT) e Noepoli (PZ).

Gli interventi in progetto risultano complementari a quelli previsti in una progettazione redatta dall’Ente Gestore del Servizio Idrico Integrato, Acquedotto Lucano S.p.A., per quanto di propria competenza, e sono relativi all’infrastruttura idrica “condotta idrica pensile in acciaio DN 600 dello schema Frida”.

In particolare, il progetto dell’Acquedotto Lucano si sostanzia nell’esecuzione di opere in alveo per la protezione dei pilastri a sostegno della condotta idrica pensile in acciaio DN 600 dello schema Frida, attraverso la messa in sicurezza dei pali di fondazione dei plinti.

Gli interventi, invece, previsti nel presente progetto, redatto dall’ Ufficio Ciclo dell’Acqua, sono da intendersi provvisionali in attesa del più ampio intervento di sistemazione idraulica denominato “Intervento di sistemazione idraulica e di ripristino dell'officiosità del tratto del Torrente Sarmento a monte e a valle della condotta pensile dello schema Frida in agro del Comune di San Giorgio Lucano”, di cui risulta redatto il progetto di fattibilità tecnica -economica ai sensi dell'art. 23 comma 5 del D. Lgs 50/2016 da parte dell’Ufficio Difesa del Suolo della Regione Basilicata. Tale progetto è da inserirsi nella piattaforma informatica denominata “RENDIS”, per la candidatura a finanziamento da parte del Commissario Straordinario per il dissesto idrogeologico della Regione Basilicata.

I rilievi diretti effettuati in sito, associati ai dati forniti da Acquedotto Lucano

S.p.A., hanno permesso di individuare le principali criticità lungo il tratto

considerato. In particolare, gli interventi programmati sono volti

rispettivamente al ripristino della sezione utile al deflusso della portata di piena

ordinaria nonché alla riduzione del rischio idraulico e idrogeologico connesso al

deflusso di portate riferite a periodi di ritorno elevati.

(4)

Per la definizione degli interventi, è stata condotta, in primis, l’analisi idrologica per determinare le portate al colmo per i periodi di ritorno pari a 30, 200 e 500 anni. A seguito di ciò, si è proceduto all’analisi idraulica per la determinazione dei tiranti idrici in funzione dalle portate considerate.

Gli elaborati progettuali relativi al progetto di “Intervento di ripristino officiosità idraulica e pulizia alveo: “FIUME SARMENTO – SAN GIORGIO L. (MT)/NOEPOLI (PZ)”

sono di seguito riportati:

N. Elaborato Titolo Elaborato

Elaborato 1 Relazione tecnica generale, Sicurezza e Quadro Economico Elaborato 2 Relazione Geologica e Analisi Idrologico-Idraulica

Elaborato 3 Ortofoto

Elaborato 4 Planimetria curve di livello Elaborato 5 Schema interventi

Elaborato 6 Sezioni trasversali sez.1/sez.18 Elaborato 7 Sezioni trasversali sez.19/sez.28 Elaborato 8 Sezione longitudinale

Elaborato 9 Computo metrico estimativo Elaborato 10 Elenco prezzi unitari

Elaborato 11 Relazione interventi aree RETE NATURA 2000 - Dichiarazione di non incidenza Elaborato 12 Schema di Contratto

(5)

2. COROGRAFIA DELL’AREA OGGETTO DI STUDIO

Gli interventi da realizzare per la sistemazione e il ripristino dell’officiosità idraulica del Fiume Sarmento saranno realizzati lungo il tratto del corso d’acqua sito in agro dei Comuni di San Giorgio Lucano e Noepoli e individuato in Fig.1 tra i punti A-B le cui coordinate sono di seguito riportate (Tab.1).

UTM –

WGS84 Lat. (°N) Lon. (°E) H (m) Riferimenti

A 40.107168 16.372961 285.45 --

B 40.109405 16.375691 270.92 --

Tab.1: Coordinate geografiche del tronco idrico del Fiume Sarmento oggetto di intervento.

In particolare, l’area oggetto di intervento è localizzata a ovest dell’abitato di San Giorgio Lucano (MT), a valle dell’attraversamento della Strada Provinciale 13 Valsinni- Noepoli (Fig.1).

Fig.1: Area oggetto di intervento: Fiume Sarmento

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3. VINCOLI E RISCHIO IDROGEOLOGICO

L’analisi dei vincoli, effettuata attraverso la consultazione del Geoportale Regionale RSDI (Infrastruttura Regionale dei Dati Spaziali della Regione Basilicata) evidenza come l’area oggetto di intervento rientri nella ZPS (Zona di Protezione Speciale della rete ecologica Rete Natura 2000) IT 9210275 - Massiccio del Pollino e Monte Alpi – e nell’Elenco Ufficiale delle aree Protette (EUAP0008 - Parco Nazionale del Pollino -) (Fig. 2.a). La stessa, non rientra, invece in alcuna area soggetta a vincolo idrogeologico (Fig.2.b).

Figura 2.a: Analisi dei vincoli presenti nell’area oggetto di intervento.

Figura 2.b: Analisi dei vincoli presenti nell’area oggetto di intervento.

(7)

4 – INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA

L’ area oggetto di studio rientra nel settore E del Foglio 211 in Scala 1 : 100.000 I.G.M. Sant’Arcangelo (Fig.3). Le unità litostratigrafiche affioranti sono classificate da Ogniben (1968) come “Complesso Postorogenico” e

“depositi recenti”. Sotto tale denominazione si riuniscono, come vuole il termine stesso, le formazioni più recenti dell’ultimo trasporto orogenico; si tratta, pertanto, solamente di livelli pliocenici terminali e pleistocenici.

L’analisi geologica condotta ha interessato anche le aree limitrofe al sito oggetto di intervento .

Fig. 3: Stralcio Carta Corografica scala 1:10.000

Nell’area intima (Fig.4) affiorano depositi alluvionali attuali e recenti, sabbioso- conglomeratici, trasgressivi sui depositi pio-pleistocenici, riferiti ai diversi cicli sedimentari. In generale, i depositi recenti sono essenzialmente conglomeratici nelle aree più interne, sabbioso-ghiaiosi e subordinatamente limosi.

Area di interesse

(8)

La natura litologica di tali depositi dipende soprattutto dalla natura del substrato e dalla granulometria degli apporti fluviali.

Fig.4 : Stralcio Carta Geologica 1:100.000, Foglio 211 I.G.M. Sant’Arcangelo

LEGENDA :

AREA OGGETTO D’INTERVENTO

STRALCIO SEZIONE GEOLOGICA

a

(9)

Stralcio sezione geologica F. 211 I.G.M. SANT’ARCANGELO SCALA 1:100.000 DA RILEVAMENTO 1:25.000

Torrente

Sarmento

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(11)

Pilone condotta pensile Frida

Strada interpoderale

(12)
(13)

La valle del T. Sarmento presenta, a diverse altezze, dei depositi alluvionali terrazzati depositatisi nel Pleistocene superiore a causa di sollevamenti dell’area e di variazioni del livello marino. Tali depositi sono costituiti da terrazzi di tipo poligenico aventi superfici sub-pianeggianti leggermente inclinate verso l’alveo e limitate da scarpate ripide e rappresentati, prevalentemente, da ghiaie e ciottoli con lenti sabbioso—limose.

Generalmente, si tratta di alluvioni spesse da pochi metri ad una decina di metri e disposte in modo da formare almeno tre ordini di terrazzi ben evidenti, soprattutto nelle zone di S. Giorgio Lucano e Senise tra il F. Sinni e il T.

Sarmento (destra idraulica dell’omonimo fiume), dove il più antico arriva ad una quota di circa 500 metri.

Tenendo conto del rilievo dell’area e dei dettagli consentiti dallo stato attuale dei luoghi, si riporta di seguito la descrizione dei depositi alluvionali presenti lungo il Torrente:

- I depositi alluvionali recenti: generalmente si tratta di alluvioni ghiaiose e sabbiose, spesse da pochi metri a una decina di metri ben evidenti soprattutto nella zona di S. Giorgio Lucano e Senise tra i fiumi Sinni e il T. Sarmento (destra idraulica del fiume). Si tratta delle piane, talora anche molto estese, di ghiaie e sabbie che fiancheggiano i principali corsi d’acqua.

- I depositi alluvionali attuali: si rinvengono lungo l’attuale corso d’acqua e sono costituiti da limi argillosi e sabbiosi con ciottoli e ghiaie.

Lo spessore di tali depositi è variabile e comunque dell’ordine di qualche

metro. Questi tipi di depositi sono stati rilevati lungo il fondovalle del

Torrente e lungo le principali incisioni. Separati dai precedenti da una

balza di 1-3 metri, si hanno dei depositi ghiaioso-sabbiosi che

costituiscono l’alveo dei corsi d’acqua principali e si distinguono da quelli

più antichi per l’assenza di insediamenti e di coltivazioni.

(14)

5 - LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI

L’area oggetto di intervento ricade all’interno della superficie del Bacino idrografico del Torrente Sarmento, precisamente a ovest dell’abitato di San Giorgio Lucano (MT) nei pressi della Masseria Montemurro. Il Torrente Sarmento è uno dei principali affluenti in destra idraulica del Fiume Sinni.

Il fiume Sinni si origina dalle propaggini meridionali di Serra Giumenta (Massiccio del

Sirino, 1518 m s.l.m.). Nel tratto a monte dell’invaso di Cogliandrino il Sinni riceve in destra idrografica i contributi di numerosi impluvi alimentati da sorgenti dell’Idrostruttura di Monte Sirino e, in misura minore da sorgenti dell’Idrostruttura dei Monti di Lauria; in sinistra idrografica riceve il contributo del torrente Cogliandrino.

Nel tratto compreso tra l’invaso di Cogliandrino e l’invaso di Monte Cotugno il fiume Sinni riceve in sinistra idrografica gli apporti delle sorgenti alimentate dalla falda di base dell’Idrostruttura di Monte Alpi (sorgenti La Calda, Caldanella) in prossimità di Latronico e quindi le acque del Torrente Serrapotamo e della Fiumarella di Sant’Arcangelo. In destra idrografica il Sinni riceve il contributo del Torrente Frido, alimentato dalle emergenze sorgive dell’Idrostruttura del Pollino e dell’Idrostruttura di M. Caramola, e del suo affluente Torrente Peschiera, quindi più a valle le acque del Torrente Rubbio.

Nel tratto a valle dell’invaso di Monte Cotugno l’affluente più importante del

Sinni è il Torrente Sarmento. (Fig.5).

(15)

Fig. 5: Bacino Idrografico del Fiume Sinni (www.adb.basilicata.it)

Le aree pianeggianti presentano una conformazione morfologica accidentata determinata da solchi erosivi con profilo longitudinale e trasversale mediamente ripido. In tali aree, generalmente prive o con scarsa copertura vegetale, sono presenti dei dissesti o frane di smottamento e colamento, erosione idrica superficiale e in zone limitate, gravi fenomeni di demolizione rapida del versante. Il corso di questo torrente presenta un andamento poco meandriforme con larghezza pari a circa 180 metri.

In relazione alle forme del rilievo l’area intima può essere divisa in 2 zone principali:

 La prima corrisponde ad una superficie di erosione fluviale incisa essenzialmente nei depositi sabbioso-conglomeratici.

 La seconda zona è rappresentata dalla piana alluvionale del T. Sarmento dove s’individuano depositi alluvionali attuali caratterizzati da ciottoli di varie dimensioni con angoli arrotondati e con diametro medio di 20 cm.

Le Unità presenti in quest’area sono principalmente due :

 La prima è costituta da argilla marnosa grigio azzurra a frattura concoide e a stratificazione indistinta con alcuni livelli di argille sabbiose e di sabbie grigio-chiare. Lungo il bordo orientale del Bacino di S.Arcangelo, si può osservare una vasta distesa ampia da 3 a 5 km

area oggetto di intervento

(16)

contenenti numerose e sottili intercalazioni di argille sabbiose e di sabbie giallo chiare;

 La seconda Unità, è formata da una lente di sabbia gialla con spessore massimo di 250 metri denominata Sabbie di San Giorgio Lucano (Pliocene superiore-Calambriano). Tale Unità appare nella parte superiore delle argille marnose ed è composta da una lente grossa di sabbie quarzose giallastre ben stratificata a grana fine poco cementata, con rare e sottili intercalazioni di argille e di arenarie. Esse presentano il loro massimo spessore a S. Giorgio Lucano e tendono a chiudersi abbastanza rapidamente sia verso nord-ovest che verso sud sud-est.

Il tratto del corso d’acqua in esame è caratterizzato da una pendenza di fondo del 5-6 % circa, con quote comprese fra i 295-290 mt. s.l.m. per una larghezza della sezione trasversale media di circa di 150 metri. Il presente progetto prevede la rimozione dall’alveo fluviale di una serie di ostacoli che, deviando lateralmente il deflusso del corso d’acqua, attivano processi di erosione delle sponde e di scalzamento delle opere trasversali presenti in alveo. Il naturale deflusso idrico del corso d’acqua è alterato dal sovrabbondante accumulo di materiale inerte che la corrente ha trasportato da monte in occasione di copiosi eventi meteorici e che si è raccolto in maniera caotica interessando soprattutto la parte centrale del letto fluviale.

Allo stato attuale, l’alveo di magra è costretto in un andamento di accentuata irregolarità sia planimetrica che altimetrica, a tratti con repentini cambiamenti di direzione, pendenza e sezione minima di deflusso.

Il processo di degrado che avanza anche in condizioni di magra, si aggrava in

condizioni di piena risentendo della presenza in alveo degli ostacoli succitati e

della conseguente assenza di adeguate sezioni di deflusso. In tali condizioni, il

corso d’acqua, oltre ad incrementare l’azione erosiva nei tratti sottoflutto,

manifesta la tendenza ad esondare per tracimazione interessando le aree in

sinistra e in destra idrografica.

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Il progetto di ripristino dell’officiosità si propone, dunque, di riportare l’alveo di magra lungo un asse coerente con l’alveo ordinario, nel rispetto del percorso consolidato dall’alveo attivo e dalla naturale tendenza evolutiva di questo tratto del corso d’acqua.

6. CRITICITA’ ED INTERVENTI DI RIPRISTINO

Come è noto, le caratteristiche morfo-evolutive e le variazioni plano- altimetriche di un corso d’acqua dipendono dall’interazione tra parametri ambientali, legati alla geologia ed al clima del bacino di riferimento, e parametri idraulici, legati ai processi di moto. La portata liquida, la portata solida, le dimensioni del materiale di fondo, pur influenzando i processi di moto, dipendono dalle caratteristiche idrogeologiche e climatiche del bacino imbrifero a monte. La pendenza di fondo alveo, i coefficienti di resistenza al moto esercitata dal fondo e dalle sponde, la velocità, la profondità della corrente e la larghezza dell’alveo dipendono direttamente dai processi di moto.

Nella tratto del torrente Sarmento in questione, l’aumentata capacità di

trasporto solido in alveo originata dalle correnti non più adeguatamente

regimentate e regolate dalle opere di sistemazione idraulica preesistenti ha

alterato la dinamica evolutiva del corso d’acqua influendo sui meccanismi

naturali di modellamento che concorrono al raggiungimento dell’equilibrio di un

sistema fluviale attraverso processi di erosione e deposito. Le criticità

riscontrate nel tratto oggetto di intervento (~380m), infatti, sono dovute

principalmente a fenomeni di erosione, sia localizzata che generalizzata che

hanno, col tempo, accelerato i processi di degrado strutturale delle opere

trasversali presenti e la riduzione della sezione utile al deflusso della piena

ordinaria dovuta alla deposizione caotica del materiale d’alveo. Alla luce di

quanto sopra, pertanto, risulta necessario provvedere all’esecuzione dei lavori

di ripristino dell’officiosità della sezione idrica mediante la sistemazione del

materiale litoide.

(18)

A tale scopo saranno effettuate lavorazioni di risagomatura delle sezioni trasversali per regolarizzare lo sviluppo planimetrico così da ridurre i tiranti idrici ed evitare fenomeni di erosione generalizzata e localizzata.

È prevista, inoltre, la demolizione della porzione danneggiata delle briglie

esistenti e la realizzazione di due salti in sostituzione delle briglie stesse.

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Figura 6: Fiume Sarmento: a) Ortofoto –in giallo, ubicazione interventi di messa in sicurezza delle pile dell’attraversamento pensile della condotta del Frida; in rosso, ubicazione interventi di demolizione e ripristino dei salti b) es. sezioni di ripristino con indicazione dei volumi movimentati (Sez. 18 e 26).

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7. FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO

Nel presente paragrafo viene trattata la fattibilità geologica dell’intervento con particolare riferimento alla possibilità di escavazione in alveo ed al successivo calcolo dei volumi di materiale in eccesso.

7.1 POSSIBILITA’ DI ESCAVAZIONE IN ALVEO

Per gli interventi di ripristino dell’officiosità idraulica che riguardano siti ricadenti nel bacino del Sinni sono in vigore le seguenti prescrizioni:

- nelle attività di manutenzione degli alvei fluviali e di ripristino dell’officiosità dei corsi d’acqua, in presenza di sedimenti di rocce contenenti amianto, delimitate ai sensi del D.M. n.248 del 29 luglio 2004 – Allegato A, par. 6, tab.

B, è consentita la movimentazione di sedimenti nello stesso sito di provenienza con diversa riprofilatura del suolo e nei limiti strettamente necessari per il ripristino dell’officiosità dei corsi d’acqua o per la realizzazione di opere in alveo o per la manutenzione degli alvei nel rispetto delle norme di cui al Titolo IX, capo III, del D. Lgs n.81/2008 e alla legge 27 marzo 1992, n.257 e relativi decreti attuativi;

- è fatto obbligo da parte della Ditta esecutrice dei lavori di informare e formare gli addetti ai lavori (D.Lgs. n. 277/91, L. n. 257/92, D.P.R. n. 8/8/94 e D.Lgs. n. 626/94) sulle corrette procedure da tenere in caso di movimentazione di materiale contenente potenzialmente fibre di amianto secondo quanto previsto dalla normativa vigente;

7.2 CALCOLO DEI VOLUMI

I volumi di scavo e riporto sono stati calcolati utilizzando il “metodo delle

sezioni ragguagliate” (Fig.7). I dettagli grafici sono riportati nelle specifiche

tavole di progetto. Il volume totale di movimentazione del materiale alluvionale

sarà di circa 68270,14 mc., mentre il volume totale di materiale risultante dalla

(21)

Fig. 7: Esempio calcolo dei volumi (Metodo sezioni ragguagliate Sez.13-Sez.18).

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8 – ANALISI IDROLOGICA-IDRAULICA

L’analisi idrologica condotta ha consentito la determinazione della portata di piena ordinaria e delle portate al colmo di piena per periodi di ritorno pari a 30, 200 e 500 anni. La modellazione idraulica ha portato alla valutazione dei livelli idrici e delle velocità della corrente all’interno di ogni singola sezione del tratto del corso d’acqua considerato.

In particolare, nel corso dell’analisi idrologica-idraulica sono state sviluppate le seguenti attività:

• determinazione del bacino idrografico sotteso alla sezione di chiusura individuata;

• analisi e valutazione delle principali caratteristiche idro-morfologiche del bacino in esame;

• raccolta e analisi dei dati idrologici ed idrometrici del bacino considerato ed applicazione del metodo di regionalizzazione proposto nel VAPI per la stima delle portate al colmo di piena;

• calcolo della portata di piena in ingresso in funzione del periodo di ritorno;

• estrapolazione dei dati geometrici di un numero congruo di sezioni idrauliche, per il corso d’acqua in esame, utilizzando il modello digitale del terreno con risoluzione spaziale pari a 1 m, disponibile in formato ASCII GRID;

• modellazione e simulazione dello scenario di rischio di propagazione dell’onda di piena con fissato periodo di ritorno;

E’ stato, infine, messo a confronto il comportamento idraulico del tronco del Fiume Sarmento interessato, prima e dopo la realizzazione degli interventi proposti, al fine di dimostrare, attraverso simulazioni idrodinamiche, che tali interventi non determinano condizioni di rischio idraulico e/o non aggravano le condizioni di rischio preesistenti.

Sono stati, pertanto, valutati due diversi scenari, il primo relativo allo stato di fatto in

cui versa il tronco fluviale e il secondo allo stato di progetto, riportante gli interventi

proposti.

(23)

Figura 8: Esempio di analisi idraulica e verifica sezioni: a) Stato di Fatto, b) Stato di Progetto

0 50 100 150 200 250

276 278 280 282 284 286 288

Torrente_Sarmento_Stato_di_fatto Plan: Moto permanente stato di fatto 8/22/2021 Geom: Sezioni_Sarmento_S_F Flow: Simulazione moto permanente s_fatto

River = Torrente_Sarment Reach = 01 RS = 31 Sez. 3

Station (m)

Elevation (m)

Legend EG Q(Tr=500) WS Q(Tr=500) EG Q(Tr=200) WS Q(Tr=200) EG Q(Tr=30) WS Q(Tr=30) Ground Bank Sta

0 50 100 150 200 250

282 283 284 285 286 287 288

Torrente_Sarmento_Stato_di_fatto Plan: Moto permanente stato di progetto 8/22/2021 Geom: Sezioni_Sarmento_S_P Flow: Simulazione moto permanente s_progetto

River = Torrente_Sarment Reach = 01 RS = 31 Sz. 3

Station (m)

Elevation (m)

Legend EG Q(Tr=500) EG Q(Tr=200) WS Q(Tr=500) WS Q(Tr=200) EG Q(Tr=30) WS Q(Tr=30) Ground Bank Sta

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9 – SICUREZZA

LAVORO (punto 2.1.2, lettera a, punto 1, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

CARATTERISTICHE GENERALI DELL'OPERA:

Natura dell'Opera: Sistemazione Idraulica

OGGETTO: Lavori di ripristino officiosità idraulica e pulizia alveo: FIUME SARMENTO – SAN GIORGIO L. (MT)/NOEPOLI (PZ) Importo presunto dei Lavori: € 290.223,49

Entità presunta del lavoro: 150 uomini/giorno

Dati del CANTIERE:

Indirizzo Fiume Sarmento (40.107168° - 16.372961°)

Città: San Giorgio L. (MT)/ Noepoli (PZ)

COMMITTENTI

RESPONSABILI

(punto 2.1.2, lettera b, punto 1, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

DATI COMMITTENTE:

Ragione sociale: Ufficio Ciclo dell’Acqua

Indirizzo: Via Vincenzo Verrastro n.5

Città: Potenza

nella Persona del RUP:

Nome e Cognome: Carlo Gilio

Qualifica: Posizione Organizzativa Complessa

Indirizzo: Via Vincenzo Verrastro n.5

Città: Potenza

RESPONSABILI

(punto 2.1.2, lettera b, punto 1, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Progettista:

Nome e Cognome: Gerardo Colangelo

Qualifica: Posizione Organizzativa Complessa - Ufficio Ciclo dell’Acqua

Indirizzo: Via Vincenzo Verrastro n.5

Città: Potenza (PZ)

CAP: 85100

Telefono / Fax: 0971669079

Codice Fiscale: CLNGRD72D29F104M

Direttore dei Lavori:

Nome e Cognome: Gerardo Colangelo

Qualifica: Posizione Organizzativa Complessa - Ufficio Ciclo dell’Acqua

Indirizzo: Via Vincenzo Verrastro n.5

Città: Potenza (PZ)

CAP: 85100

Telefono / Fax: 0971669079

Codice Fiscale: CLNGRD72D29F104M

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Direttore Operativo:

Nome e Cognome: Balsamo Rocco

Qualifica: Geometra - Funzionario Ufficio Ciclo dell’Acqua

Indirizzo: Via Vincenzo Verrastro n.5

Città: Potenza (PZ)

Contatti: 0971.669092

Coordinatore Sicurezza in fase di progettazione:

Nome e Cognome: Gennaro Caputo

Qualifica: Geometra - Funzionario Ufficio Ciclo dell’Acqua

Indirizzo: Via Vincenzo Verrastro n.5

Città: Potenza (PZ)

Contatti: 0971.669039

Coordinatore Sicurezza in fase di esecuzione:

Nome e Cognome: Gennaro Caputo

Qualifica: Geometra - Funzionario Ufficio Ciclo dell’Acqua

Indirizzo: Via Vincenzo Verrastro n.5

Città: Potenza (PZ)

Contatti: 0971.669039

DOCUMENTAZIONE

Documentazione da custodire in cantiere

Ai sensi della vigente normativa le imprese che operano in cantiere dovranno custodire presso gli uffici di cantiere la seguente documentazione:

1. Notifica preliminare (inviata alla A.S.L. e alla D.P.L. dal committente e consegnata all'impresa esecutrice che la deve affiggere in cantiere - art. 90, D.Lgs. n. 81/2008);

2. Piano di Sicurezza e di Coordinamento;

3. Fascicolo dell'Opera;

4. Piano Operativo di Sicurezza di ciascuna delle imprese operanti in cantiere e gli eventuali relativi aggiornamenti;

5. Titolo abilitativo alla esecuzione dei lavori (denuncia di inizio attività, concessione edilizia o permesso edilizio);

6. Copia del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato per ciascuna delle imprese operanti in cantiere;

7. Documento unico di regolarità contributiva (DURC)

8. Certificato di iscrizione alla Cassa Edile per ciascuna delle imprese operanti in cantiere;

9. Copia del registro degli infortuni per ciascuna delle imprese operanti in cantiere;

10. Copia del libro matricola dei dipendenti per ciascuna delle imprese operanti in cantiere;

11. Verbali di ispezioni effettuate dai funzionari degli enti di controllo che abbiano titolo in materia di ispezioni dei cantieri (A.S.L., Ispettorato del lavoro, I.S.P.E.S.L., Vigili del fuoco, ecc.);

12. Registro delle visite mediche periodiche e idoneità alla mansione o dichiarazione sostitutiva del medico competente;

13. Certificati di idoneità per lavoratori minorenni;

14. Tesserini di vaccinazione antitetanica;

15. Contratto di appalto (contratto con ciascuna impresa esecutrice e subappaltatrice);

16. Autorizzazione per eventuale occupazione di suolo pubblico;

17. Autorizzazioni degli enti competenti per i lavori stradali;

18. Autorizzazioni o nulla osta degli enti di tutela (Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali, Soprintendenza archeologica, Assessorato regionale ai Beni Ambientali, ecc.);

19. Denuncia di installazione all'I.S.P.E.S.L. nel caso di portata superiore a 200 kg, con dichiarazione di conformità marchio CE;

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20. Denuncia all'organo di vigilanza dello spostamento degli apparecchi di sollevamento di portata superiore a 200 kg;

21. Richiesta di visita periodica annuale all'organo di vigilanza degli apparecchi di sollevamento non manuali di portata superiore a 200 kg;

22. Documentazione relativa agli apparecchi di sollevamento con capacità superiore ai 200 kg, completi di verbali di verifica periodica;

23. Verifica trimestrale delle funi, delle catene incluse quelle per l'imbracatura e dei ganci metallici riportata sul libretto di omologazione degli apparecchi di sollevamenti;

24. Libretto d'uso e manutenzione delle macchine e attrezzature presenti sul cantiere;

25. Schede di manutenzione periodica delle macchine e attrezzature;

26. Dichiarazione di conformità delle macchine CE;

27. Copia di autorizzazione ministeriale all'uso dei ponteggi e copia della relazione tecnica del fabbricante per i ponteggi metallici fissi;

28. Piano di montaggio, trasformazione, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.) per i ponteggi metallici fissi;

29. Progetto e disegno esecutivo del ponteggio, se alto più di 20 m o non realizzato secondo lo schema tipo riportato in autorizzazione ministeriale;

30. Dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico da parte dell'installatore;

31. Dichiarazione di conformità dei quadri elettrici da parte dell'installatore;

32. Dichiarazione di conformità dell'impianto di messa a terra, effettuata dalla ditta abilitata, prima della messa in esercizio;

33. Dichiarazione di conformità dell'impianto di protezione dalle scariche atmosferiche, effettuata dalla ditta abilitata;

34. Denuncia impianto di messa a terra e impianto di protezione contro le scariche atmosferiche (ai sensi del D.P.R.

462/2001);

35. Comunicazione agli organi di vigilanza della "dichiarazione di conformità " dell'impianto di protezione dalle scariche atmosferiche;

36. Autorizzazioni e bolle di carico e scarico dei rifiuti in discariche autorizzate.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO IN CUI È COLLOCATA L'AREA DEL CANTIERE

(punto 2.1.2, lettera a, punto 2, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

AREA DEL CANTIERE

Individuazione, analisi e valutazione dei rischi concreti (punto 2.1.2, lettera c, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Scelte progettuali ed organizzative, procedure, misure preventive e protettive (punto 2.1.2, lettera d, punto 1, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

L’area di cantiere, le scelte progettuali e gli interventi previsti in progetto sono riportati nel paragrafo 6.

CARATTERISTICHE AREA DEL CANTIERE (punto 2.2.1, lettera a, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Alvei fluviali

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Alvei fluviali: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Per i lavori in prossimità di versanti in frana il rischio di caduta dall’alto deve essere evitato con procedure di sicurezza idonee. Le opere provvisionali e di protezione si possono differenziare sostanzialmente per quanto

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Rischi specifici:

1) Annegamento;

Scarpate

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Scarpate: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Per i lavori in prossimità di scarpate il rischio di caduta dall'alto deve essere evitato con la realizzazione di adeguate opere provvisionali e di protezione (solidi parapetti con arresto al piede). Le opere provvisionali e di protezione si possono differenziare sostanzialmente per quanto concerne la loro progettazione, che deve tener conto dei vincoli specifici richiesti dalla presenza del particolare fattore ambientale.

Rischi specifici:

1) Caduta dall'alto;

FATTORI ESTERNI CHE COMPORTANO RISCHI PER IL CANTIERE (punto 2.2.1, lettera b, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Strade

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Strade: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Per i lavori in prossimità di strade i rischi derivanti dal traffico circostante devono essere evitati con l'adozione delle adeguate procedure previste dal codice della strada.

Particolare attenzione deve essere posta nella scelta, tenuto conto del tipo di strada e delle situazioni di traffico locali, della tipologia e modalità di delimitazione del cantiere, della segnaletica più opportuna, del tipo di illuminazione (di notte e in caso di scarsa visibilità), della dimensione delle deviazioni e del tipo di manovre da compiere.

Riferimenti Normativi:

D.P.R. 16 dicembre 1992 n.495, Art.30; D.P.R. 16 dicembre 1992 n.495, Art.31; D.P.R. 16 dicembre 1992 n.495, Art.40; D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81, Allegato 6, Punto 1.

Rischi specifici:

1) Investimento;

RISCHI CHE LE LAVORAZIONI DI CANTIERE COMPORTANO PER L'AREA CIRCOSTANTE (punto 2.2.1, lettera c, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

emissione di gas

Allo stato attuale non è previsto l'utilizzo di particolari sostanze, se non i normali prodotti di utilizzo edile, tali da attivare situazioni di rischio di particolare gravità per la salute, con questo si dichiara il divieto di utilizzo di sostanze e prodotti tali che per loro natura possono generare pericolo per la salute dei lavoratori. Nel caso si renda necessario l'impiego di prodotti particolari (non previsti nelle schede di lavorazione del piano), oltre ad approntare tutte le procedure del caso per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, le Imprese devono trasmettere la scheda di sicurezza del prodotto stesso al Coordinatore per l'Esecuzione in modo di poter valutare le procedure da attuare all'interno del cantiere in relazione ad eventuali interferenze con altri prodotti utilizzati o procedure lavorative effettuate al contempo da altre Imprese.

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emissione di vapore

Allo stato attuale non sono previste lavorazioni con particolari emissioni di vapori, se non le normali lavorazioni edili, tali da attivare situazioni di rischio di particolare gravità per la salute.

Nel caso si rendano necessarie lavorazioni con particolari emissioni di vapori (non previste dal piano), oltre ad approntare tutte le procedure del caso per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, le Imprese devono informarne il Coord. Sicurezza in Esecuzione in modo di poter valutare le procedure da attuare all'interno del cantiere in relazione ad eventuali interferenze con altri prodotti utilizzati o procedure lavorative effettuate al contempo da altre Imprese.

emissione di polvere

Allo stato attuale non sono previste lavorazioni con particolari emissioni di polveri, se non le normali lavorazioni edili, tali da attivare situazioni di rischio di particolare gravità per la salute.

Nel caso si rendano necessarie lavorazioni con particolari emissioni di polveri (non previste dal piano) oltre ad approntare tutte le procedure del caso per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, le Imprese devono informarne il Coord. Sicurezza in Esecuzione in modo di poter valutare le procedure da attuare all'interno del cantiere in relazione ad eventuali interferenze con altri prodotti utilizzati o procedure lavorative effettuate al contempo da altre Imprese.

emissione rumore

Le correnti attività di lavorazione del cantiere non comportano emissioni di rumore tale da costituire un rischio per terzi al di fuori del cantiere.

Sarà comunque cura dell'impresa appaltatrice e/o del lavoratore autonomo appaltatore valutare se le proprie attrezzature producono all'esterno del cantiere un rumore che superi il valore massimo del livello sonoro equivalente (Leq A) relativo alla classe di destinazione d'uso del territorio di riferimento e se necessario richiedere all'Uff. Ambiente Comunale la deroga a tali limiti.

In riferimento al DPCM 1/3/91 n°57 :

Classe III - Aree ad uso prevalentemente residenziale: limite massimo (Leq A) diurno = 60 dB (A),misurato in prossimità dell’abitazione più vicina all’area di intervento.

emissione di amianto

Nelle lavorazioni non è previsto l’utilizzo di materiali contenenti amianto .

DESCRIZIONE CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE (punto 2.1.4, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Le caratteristiche idrogeologiche sono riportate nella relazione geologica allegata al presente progetto.

ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE Individuazione, analisi e valutazione dei rischi concreti (punto 2.1.2, lettera c, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Scelte progettuali ed organizzative, procedure, misure preventive e protettive (punto 2.1.2, lettera d, punto 2, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Recinzione del cantiere, accessi e segnalazioni

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Recinzione del cantiere, accessi e segnalazioni: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

L'accesso alle zone corrispondenti al cantiere deve essere impedito mediante recinzione robusta e duratura, munita di segnaletica ricordante i divieti e i pericoli.

Quando per la natura dell'ambiente o per l'estensione del cantiere non sia praticamente realizzabile la recinzione completa, è necessario provvedere almeno ad apporre sbarramenti e segnalazioni in corrispondenza delle eventuali vie di accesso alla zona proibita e recinzioni in corrispondenza dei luoghi di lavoro fissi, degli impianti e dei depositi che possono costituire pericolo.

Per i cantieri e luoghi di lavoro che hanno una estensione progressiva i cantieri stradali devono essere adottati provvedimenti che seguono l'andamento dei lavori e comprendenti, a seconda dei casi, mezzi materiali di segregazione e segnalazione, oppure, uomini con funzione di segnalatori o sorveglianti.

Recinzioni, sbarramenti, cartelli segnaletici, segnali e protezioni devono essere di natura tale da risultare

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Servizi igienico-assistenziali

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Servizi igienico - assistenziali: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

All'avvio del cantiere, qualora non ostino condizioni obiettive in relazione anche alla durata dei lavori o non esistano disponibilità in luoghi esterni al cantiere, devono essere impiantati e gestiti servizi igienico - assistenziali proporzionati al numero degli addetti che potrebbero averne necessità contemporaneamente.

Le aree dovranno risultare il più possibile separate dai luoghi di lavoro, in particolare dalle zone operative più intense, o convenientemente protette dai rischi connessi con le attività lavorative.

Le aree destinate allo scopo dovranno essere convenientemente attrezzate; sono da considerare in particolare:

fornitura di acqua potabile, realizzazione di reti di scarico, fornitura di energia elettrica, vespaio e basamenti di appoggio e ancoraggio, sistemazione drenante dell'area circostante.

Viabilità principale di cantiere

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Viabilità principale di cantiere: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Per l'accesso al cantiere dei mezzi di lavoro devono essere predisposti percorsi e, ove occorrono mezzi di accesso controllati e sicuri, separati da quelli per i pedoni.

All'interno del cantiere, la circolazione degli automezzi e delle macchine semoventi deve essere regolata con norme il più possibile simili a quelle della circolazione su strade pubbliche, la velocità deve essere limitata a seconda delle caratteristiche e condizioni dei percorsi e dei mezzi.

Le strade devono essere atte a resistere al transito dei mezzi di cui è previsto l'impiego, con pendenze e curve adeguate ed essere mantenute costantemente in condizioni soddisfacenti.

La larghezza delle strade e delle rampe deve essere tale da consentire un franco di almeno 0,70 metri oltre la sagoma di ingombro massimo dei mezzi previsti. Qualora il franco venga limitato ad un solo lato, devono essere realizzate, nell'altro lato, piazzole o nicchie di rifugio ad intervalli non superiori a 20 metri una dall'altra.

Rischi specifici:

1) Investimento;

Consultazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Consultazione del RSL: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Prima dell'accettazione del piano di sicurezza e di coordinamento e delle modifiche significative apportate allo stesso, il datore di lavoro di ciascuna impresa esecutrice dovrà consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e fornirgli tutti gli eventuali chiarimenti sul contenuto del piano. In riferimento agli obblighi previsti sarà cura dei datori di lavoro impegnati in operazioni di cantiere indire presso gli uffici di cantiere o eventuale altra sede riunioni periodiche con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. I verbali di tali riunioni saranno trasmessi al Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione.

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Cooperazione e coordinamento delle attività

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Cooperazione e coordinamento delle attività: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Prima dell'inizio dei lavori ed ogni qualvolta si ritenga necessario, il Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione può riunire i Datori di Lavoro delle imprese esecutrice ed i lavoratori autonomi per illustrare i contenuti del Piano di Sicurezza e Coordinamento, con particolare riferimento agli aspetti necessari a garantire il coordinamento e la cooperazione, nelle interferenze, nelle incompatibilità, nell'uso comune di attrezzature e servizi.

Dislocazione delle zone di carico e scarico

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Dislocazione delle zone di carico e scarico: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Le zone di carico e scarico andranno posizionate: a) nelle aree periferiche del cantiere, per non essere d'intralcio con le lavorazioni presenti; b) in prossimità degli accessi carrabili, per ridurre le interferenze dei mezzi di trasporto con le lavorazioni; c) in prossimità delle zone di stoccaggio, per ridurre i tempi di movimentazione dei carichi con la gru e il passaggio degli stessi su postazioni di lavoro fisse.

Rischi specifici:

1) Investimento, ribaltamento;

2) Caduta di materiale dall'alto o a livello;

Zone di stoccaggio materiali

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Zone di stoccaggio materiali: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Le zone di stoccaggio dei materiali devono essere identificate e organizzate tenendo conto della viabilità generale e della loro accessibilità. Particolare attenzione deve essere posta per la scelta dei percorsi per la movimentazione dei carichi che devono, quanto più possibile, evitare l'interferenza con zone in cui si svolgano lavorazioni.

Le aree devono essere opportunamente spianate e drenate al fine di garantire la stabilità dei depositi. È vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli scavi; qualora tali depositi siano necessari per le condizioni di lavoro, si deve provvedere alle necessarie puntellature o sostegno preventivo della corrispondente parete di scavo.

Rischi specifici:

1) Caduta di materiale dall'alto o a livello;

2) Investimento, ribaltamento;

(31)

Spogliatoi

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Spogliatoi: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

I locali spogliatoi devono disporre di adeguata aerazione, essere illuminati, ben difesi dalle intemperie, riscaldati durante la stagione fredda, muniti di sedili ed essere mantenuti in buone condizioni di pulizia.

Gli spogliatoi devono essere dotati di attrezzature che consentano a ciascun lavoratore di chiudere a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro.

La superficie dei locali deve essere tale da consentire, una dislocazione delle attrezzature, degli arredi, dei passaggi e delle vie di uscita rispondenti a criteri di funzionalità e di ergonomia per la tutela e l'igiene dei lavoratori, e di chiunque acceda legittimamente ai locali stessi.

Locali di ricovero e di riposo

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Locali di ricovero e riposo: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

I locali di riposo e di refezione devono essere forniti di sedili e di tavoli, ben illuminati, aerati e riscaldati nella stagione fredda. Il pavimento e le pareti devono essere mantenute in buone condizioni di pulizia.

Recinzioni di cantiere

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Recinzione del cantiere: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

L'area interessata dai lavori dovrà essere delimitata con una recinzione, di altezza non inferiore a quella richiesta dal locale regolamento edilizio (generalmente m.2), in grado di impedire l'accesso di estranei all'area delle lavorazioni: il sistema di confinamento scelto dovrà offrire adeguate garanzie di resistenza sia ai tentativi di superamento sia alle intemperie.

Betoniere

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Betoniere: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Le impastatrici e betoniere azionate elettricamente devono essere munite di interruttore automatico di sicurezza e le parti elettriche devono essere del tipo protetto contro getti di acqua e polvere. Le betoniere con benna di caricamento scorrevole su guide, devono essere munite di dispositivo agente direttamente sulla benna per il suo blocco meccanico nella posizione superiore.

L'eventuale fossa per accogliere le benne degli apparecchi di sollevamento, nelle quali scaricare l'impasto, deve essere circondata da una barriera capace di resistere agli urti da parte delle benne stesse.

Rischi specifici:

1) Cesoiamenti, stritolamenti;

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Macchine movimento terra

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Macchine: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Prima di utilizzare la macchina accertarsi dell'esistenza di eventuali vincoli derivanti da: ostacoli (in altezza ed in larghezza), limiti d'ingombro, ecc.. Evitare di far funzionare la macchina nelle immediate vicinanze di scarpate, sia che si trovino a valle che a monte della macchina. Predisporre idoneo "fermo meccanico", qualora si stazioni in prossimità di scarpate.

Prima di movimentare la macchina accertarsi dell'esistenza di eventuali vincoli derivanti da: a) limitazioni di carico (terreno, pavimentazioni, rampe, opere di sostegno); b) pendenza del terreno.

Rischi specifici:

1) Investimento, ribaltamento;

Mezzi d'opera

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Macchine: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Prima di utilizzare la macchina accertarsi dell'esistenza di eventuali vincoli derivanti da: ostacoli (in altezza ed in larghezza), limiti d'ingombro, ecc.. Evitare di far funzionare la macchina nelle immediate vicinanze di scarpate, sia che si trovino a valle che a monte della macchina. Predisporre idoneo "fermo meccanico", qualora si stazioni in prossimità di scarpate.

Prima di movimentare la macchina accertarsi dell'esistenza di eventuali vincoli derivanti da: a) limitazioni di carico (terreno, pavimentazioni, rampe, opere di sostegno); b) pendenza del terreno.

Rischi specifici:

1) Investimento, ribaltamento;

Viabilità principale di cantiere per mezzi meccanici

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Viabilità principale di cantiere: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Per l'accesso al cantiere dei mezzi di lavoro devono essere predisposti percorsi e, ove occorrono mezzi di accesso controllati e sicuri, separati da quelli per i pedoni.

All'interno del cantiere, la circolazione degli automezzi e delle macchine semoventi deve essere regolata con norme il più possibile simili a quelle della circolazione su strade pubbliche, la velocità deve essere limitata a seconda delle caratteristiche e condizioni dei percorsi e dei mezzi.

Le strade devono essere atte a resistere al transito dei mezzi di cui è previsto l'impiego, con pendenze e curve adeguate ed essere mantenute costantemente in condizioni soddisfacenti.

La larghezza delle strade e delle rampe deve essere tale da consentire un franco di almeno 0,70 metri oltre la sagoma di ingombro massimo dei mezzi previsti. Qualora il franco venga limitato ad un solo lato, devono essere realizzate, nell'altro lato, piazzole o nicchie di rifugio ad intervalli non superiori a 20 metri una dall'altra.

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Rischi specifici:

1) Investimento;

Servizi di gestione delle emergenze

Misure Preventive e Protettive generali:

1) Servizi di gestione delle emergenze: misure organizzative;

Prescrizioni Organizzative:

Il datore di lavoro dell'impresa appaltatrice deve: 1) organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell'emergenza; 2) designare preventivamente i lavoratori incaricati alla gestione delle emergenze; 3) informare tutti i lavoratori che possono essere esposti a un pericolo grave e immediato circa le misure predisposte e i comportamenti da adottare; 4) programmare gli interventi, prendere i provvedimenti e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possano cessare la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro; 5) adottare i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave ed immediato per la propria sicurezza o per quella di altre persone e nell'impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di tale pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici disponibili; 6) garantire la presenza di mezzi di estinzione idonei alla classe di incendio ed al livello di rischio presenti sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle particolari condizioni in cui possono essere usati.

LAVORAZIONI e loro INTERFERENZE Individuazione, analisi e valutazione dei rischi concreti (punto 2.1.2, lettera c, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Scelte progettuali ed organizzative, procedure, misure preventive e protettive (punto 2.1.2, lettera d, punto 3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Allestimento di cantiere temporaneo su strada

Allestimento di un cantiere temporaneo lungo una strada carrabile senza interruzione del servizio.

N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Dumper.

Lavoratori impegnati:

1) Addetto all'allestimento di cantiere temporaneo su strada;

Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto all'allestimento di cantiere temporaneo su strada;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) occhiali a tenuta; d) mascherina antipolvere; e) indumenti ad alta visibilità; f) calzature di sicurezza con suola imperforabile.

(34)

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) Investimento, ribaltamento;

Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Attrezzi manuali;

b) Scala semplice;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti, compressioni; Caduta dall'alto.

Allestimento di servizi igienico-assistenziali del cantiere

Allestimento di servizi igienico-sanitari in strutture prefabbricate appositamente approntate.

N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Autocarro;

2) Autogrù.

Lavoratori impegnati:

1) Addetto all'allestimento di servizi igienico-assistenziali del cantiere;

Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto all'allestimento di servizi igienico-assistenziali del cantiere;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti ai lavoratori adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; d) occhiali di sicurezza.

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) Caduta di materiale dall'alto o a livello;

Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Andatoie e Passerelle;

b) Attrezzi manuali;

c) Ponteggio mobile o trabattello;

d) Scala doppia;

e) Scala semplice;

f) Sega circolare;

g) Smerigliatrice angolare (flessibile);

h) Trapano elettrico;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Caduta dall'alto; Caduta di materiale dall'alto o a livello; Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti,

compressioni; Cesoiamenti, stritolamenti; Elettrocuzione; Inalazione polveri, fibre; Scivolamenti, cadute a livello.

Realizzazione della recinzione e degli accessi al cantiere

Realizzazione della recinzione di cantiere, al fine di impedire l'accesso involontario dei non addetti ai lavori, e degli accessi al cantiere, per mezzi e lavoratori.

N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Dumper.

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Lavoratori impegnati:

1) Addetto alla realizzazione della recinzione e degli accessi al cantiere;

Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto alla realizzazione della recinzione e degli accessi al cantiere;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) occhiali a tenuta; d) mascherina antipolvere; e) indumenti ad alta visibilità; f) calzature di sicurezza con suola imperforabile.

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) M.M.C. (sollevamento e trasporto);

Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Andatoie e Passerelle;

b) Attrezzi manuali;

c) Scala semplice;

d) Sega circolare;

e) Smerigliatrice angolare (flessibile);

f) Trapano elettrico;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Caduta dall'alto; Caduta di materiale dall'alto o a livello; Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti, compressioni; Elettrocuzione; Inalazione polveri, fibre; Scivolamenti, cadute a livello.

Realizzazione della viabilità del cantiere

Realizzazione della viabilità di cantiere destinata a persone e veicoli e posa in opera di appropriata segnaletica.

N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Autocarro;

2) Pala meccanica.

Lavoratori impegnati:

1) Addetto alla realizzazione della viabilità di cantiere;

Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto alla realizzazione della viabilità di cantiere;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) occhiali a tenuta; d) mascherina antipolvere; e) indumenti ad alta visibilità; f) calzature di sicurezza con suola imperforabile.

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) M.M.C. (sollevamento e trasporto);

Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Andatoie e Passerelle;

b) Attrezzi manuali;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Caduta dall'alto; Caduta di materiale dall'alto o a livello; Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti, compressioni.

Scavo di sbancamento

Scavi di sbancamenti a cielo aperto eseguiti con l'ausilio di mezzi meccanici (pala meccanica e/o escavatore) e/o a mano.

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N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Autocarro;

2) Escavatore;

3) Pala meccanica.

Lavoratori impegnati:

1) Addetto allo scavo di sbancamento;

Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto allo scavo di sbancamento;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) occhiali protettivi; d) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; e) mascherina antipolvere; f) otoprotettori.

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) Seppellimento, sprofondamento;

b) Scivolamenti, cadute a livello;

Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Attrezzi manuali;

b) Andatoie e Passerelle;

c) Scala semplice;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti, compressioni; Caduta dall'alto; Caduta di materiale dall'alto o a livello.

Scavo a sezione obbligata

Scavi a sezione obbligata, eseguiti a cielo aperto o all'interno di edifici con mezzi meccanici.

N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Autocarro;

2) Escavatore;

3) Pala meccanica.

Lavoratori impegnati:

1) Addetto allo scavo a sezione obbligata;

Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto allo scavo a sezione obbligata;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) occhiali protettivi; d) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; e) mascherina antipolvere; f) otoprotettori.

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) Scivolamenti, cadute a livello;

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Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Attrezzi manuali;

b) Andatoie e Passerelle;

c) Scala semplice;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti, compressioni; Caduta dall'alto; Caduta di materiale dall'alto o a livello.

SCAVO E FORMAZIONE SAVANELLA

Lo scavo e assestamento del materiale eseguito, a mano e/o con l'ausilio di mezzi meccanici.

N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Dumper;

2) Pala meccanica.

Lavoratori impegnati:

1) Addetto alla formazione della savanella e assestamento del materiale ;

Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto allo scavo/rinterro;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti al lavoratore adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) occhiali protettivi; d) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; e) mascherina antipolvere; f) otoprotettori.

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) Scivolamenti, cadute a livello;

b) Seppellimento, sprofondamento;

Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Attrezzi manuali;

b) Andatoie e Passerelle;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti, compressioni; Caduta dall'alto; Caduta di materiale dall'alto o a livello.

Smobilizzo del cantiere

Smobilizzo del cantiere realizzato attraverso lo smontaggio delle postazioni di lavoro fisse, di tutti gli impianti di cantiere, delle opere provvisionali e di protezione e della recinzione posta in opera all'insediamento del cantiere stesso.

N.B. Vista la particolarità di questa lavorazione, l'impresa dovrà esplicitare nel POS le proprie procedure complementari e di dettaglio a quelle indicate nel presente PSC.

(punto 2.1.3, Allegato XV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

Macchine utilizzate:

1) Autocarro;

2) Autogrù;

3) Carrello elevatore.

Lavoratori impegnati:

1) Addetto allo smobilizzo del cantiere;

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Misure Preventive e Protettive, aggiuntive a quelle riportate nell'apposito successivo capitolo:

a) DPI: addetto allo smobilizzo del cantiere;

Prescrizioni Organizzative:

Devono essere forniti ai lavoratori adeguati dispositivi di protezione individuale: a) casco; b) guanti; c) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; d) occhiali di sicurezza.

Rischi a cui è esposto il lavoratore:

a) Caduta di materiale dall'alto o a livello;

Attrezzi utilizzati dal lavoratore:

a) Argano a bandiera;

b) Attrezzi manuali;

c) Scala semplice;

d) Trapano elettrico;

Rischi generati dall'uso degli attrezzi:

Caduta dall'alto; Caduta di materiale dall'alto o a livello; Punture, tagli, abrasioni; Urti, colpi, impatti, compressioni; Elettrocuzione; Inalazione polveri, fibre.

RISCHI individuati nelle Lavorazioni e relative MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE.

Elenco dei rischi:

1) Caduta di materiale dall'alto o a livello;

2) Chimico;

3) Investimento, ribaltamento;

4) M.M.C. (sollevamento e trasporto);

5) Punture, tagli, abrasioni;

6) Scivolamenti, cadute a livello;

7) Seppellimento, sprofondamento.

RISCHIO: "Caduta di materiale dall'alto o a livello"

Descrizione del Rischio:

Lesioni causate dall'investimento di masse cadute dall'alto, durante le operazioni di trasporto di materiali o per caduta degli stessi da opere provvisionali, o a livello, a seguito di demolizioni mediante esplosivo o a spinta da parte di materiali frantumati proiettati a distanza.

MISURE PREVENTIVE e PROTETTIVE:

a) Nelle lavorazioni: Allestimento di servizi igienico-assistenziali del cantiere; Smobilizzo del cantiere;

Prescrizioni Esecutive:

Gli addetti all'imbracatura devono seguire le seguenti indicazioni: a) verificare che il carico sia stato imbracato correttamente; b) accompagnare inizialmente il carico fuori dalla zona di interferenza con attrezzature, ostacoli o materiali eventualmente presenti; c) allontanarsi dalla traiettoria del carico durante la fase di sollevamento; d) non sostare in attesa sotto la traiettoria del carico; e) avvicinarsi al carico in arrivo per pilotarlo fuori dalla zona di interferenza con eventuali ostacoli presenti; f) accertarsi della stabilità del carico prima di sgancioarlo; g) accompagnare il gancio fuori dalla zona impegnata da attrezzature o materiali durante la manovra di richiamo.

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