• Non ci sono risultati.

Wienerplatz 7, VS-Villingen Tel.: Fax: 07721/ Handy Webseite:

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Wienerplatz 7, VS-Villingen Tel.: Fax: 07721/ Handy Webseite:"

Copied!
13
0
0

Testo completo

(1)

Tel.: 07721-56283 Fax: 07721/9929654 Handy 01607811631 E-mail: [email protected] Webseite: www.mci-villingen.de

(2)

Cari Amici,

secondo il Centro di Controllo negli Stati Uniti, da quando il programma di vaccinazione contro il Covid-19 è stato avviato negli Stati Uniti, i morti dovuti a “risultati clinici anomali”

sono aumentati di molto, rispetto ai livelli di vaccinazione prima del Covid-19. Le statisti- che ufficiali mostrano che il programma di vaccinazione contro il Covid-19 è iniziato negli USA il 20 dicembre 2020. Entro il 20 gennaio 2021 un totale di 14.270.441 persone aveva ricevuto una singola dose di siero contro il Covid-19 (4,3% della popolazione), mentre 2.161.419 di persone avevano ricevuto due dosi di siero contro il Covid-19 (0,7% della po- polazione). II 5 marzo 2021, il 16,9% della popolazione aveva ricevuto una singola dose e l’8,7% della popolazione aveva ricevuto due dosi. Il 24 aprile era aumentato al 42,1% della popolazione che riceveva una singola dose e al 28,2% della popolazione che riceveva due dosi. Ma allo stesso tempo anche qualcos’altro iniziò ad aumentare sospettosamente, e cioè i morti dovuti a motivi clinici anormali. Mentre il numero dei morti dovuti a motivi clinici anormali ha mantenuto una media costante di poco più di 1.000 a settimana da feb- braio 2020 fino a dicembre 2020 (cioè, prima che iniziassero le vaccinazioni), dalla fine di marzo/inizio aprile 2021 si è verificato un improvviso aumento del numero di morti ano- mali registrati a settimana, salendo improvvisamente a 2.000 a settimana a metà aprile, prima di aumentare a oltre 7.000 a settimana a metà settembre, che rappresenta un au- mento del 600% rispetto alla media osservata ogni settimana prima dell’inizio della vacci- nazione contro il Covid-19. La domanda che ci si pone è: perché è aumentato tanto? L’uni- ca risposta è che le iniezioni sperimentali di Covid-19 possono essere la causa di un au- mento del 600% delle morti anomali. Una cosa è certa: i decessi non sono dovuti al Covid- 19 in quanto sarebbero stati classificati come tali. L’unica cosa sicura è che a milioni di per- sone è stata somministrata un’iniezione sperimentale. E i dati ufficiali del Centro di Con- trollo degli Stati Uniti fanno pensare che le conseguenze di una vaccinazione sperimentale di massa, sono un aumento vertiginoso del numero di morti dovuti a cause anormali non identificate. Se non è una conseguenza allora è una coincidenza infernale. Ma che stiamo vivendo, allora, nell’”era delle coincidenze”? Purtroppo queste notizie non vengono diffu- se dalla stampa mondiale!

Un caro saluto

(3)

Era incinta, ebbe un tumore: Maria Cristi- na rifiutò le cure per non danneggiare il feto. «Non c'è sofferenza al mondo che non valga la pena sopportare per un fi- glio». Quando Maria Cristina scrisse que- ste parole al suo futuro bambino, la ma- lattia stava avanzando ormai inesorabile. Il cancro alla gamba, apparentemente scon- fitto 5 anni prima, era ricomparso da qual- che mese, proprio mentre aveva scoperto di essere incinta per la terza volta. Maria Cristina prese naturalmente e consapevol- mente la decisione di «sospendere l'atten- zione» per sé e per la propria salute, por- tando avanti la gravidanza in modo tale che non ci fossero pericoli per il piccolo.

Non fu un sacrificio, ma un gesto d'amore per il bambino”. Decise di sottoporsi solo alle terapie che non avrebbero messo a rischio la vita del bambino. «Mi opposi con tutte le mie for- ze a rinunciare a te”, gli spiegò nella lettera al futuro figlio, affidata al marito, tanto che il medico capì già tutto e non aggiunse altro. “Riccardo, sei un dono per noi (scrisse al figlio). Fu quella sera, in macchina di ritorno dall'ospedale, che ti muovesti per la prima volta dentro di me. Sembrava che mi dicessi grazie mamma che mi vuoi bene! E come potevamo non volertene?”.

La storia di questa mamma richiama quelle di Gianna Beretta Molla (medico e madre di 4 figli che preferì non curarsi dal cancro e morire per salvare il 4° figlio che portava in grembo. Oggi santa) e Chiara Corbella Petrillo (1984-2012) (leggi la sua storia , subito dopo questa pagina). Ora, per la Chiesa, Maria Cristina Cella Mocellin è «venerabile», primo passo per essere “santa”. La sua storia è semplice ed esemplare. Maria Cristina Cella nasce a Monza il 18 agosto 1969 in una famiglia mode- sta ma solida, che la educa ai principi cristiani. Fin da piccola inizia a frequentare l'oratorio della par- rocchia della Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo. Tiene un diario spirituale e al liceo matura una scelta vocazionale che sembra indirizzarla verso la vita consacrata. Cambia tutto, quando incontra

(4)

Carlo Mocellin nel corso di una vacanza presso la casa dei nonni materni nel Vicentino. Maria Cristina si innamora e a 17 anni sceglie il fidanzamento, tenendo sempre ben presente e ferma la sua fede. A 18 anni compare la grave malattia, che non le impedisce di terminare gli studi liceali e di iniziare quelli uni- versitari. A 22 anni si sposa e 10 mesi dopo nasce il primo figlio, Francesco, seguito dopo un anno e mez- zo da una sorellina, Lucia. Nell'autunno 1993 resta incinta per la terza volta ma proprio in quel periodo ricompare il cancro alla gamba che l'aveva colpita 5 anni prima. Maria Cristina e il marito decidono insie- me di fare la chemioterapia dopo la nascita del bambino, proprio per non danneggiare la vita del bambi- no stesso che portava nel grembo. Riccardo nasce, sanissimo, nel luglio del 1994 e allora Maria Cristina inizia le cure più forti e invasive, ma stavolta l'esito è diverso. Il 22 ottobre 1995 torna alla «casa del Pa- dre». Il vescovo di Padova nel novembre 2008 apre la causa di beatificazione. La fase diocesana del pro- cesso si conclude nel maggio 2012 e la Congregazione delle Cause dei Santi, composta da nove teologi, esprime parere favorevole e sottopone la relazione al Santo Padre. Il 30 agosto viene dichiarata Venera- bile. Oggi l'associazione “Amici di Cristina”, 130 soci, lavora per diffondere questo messaggio e sostenere le mamme in difficoltà. E Cinisello Balsamo la ricorda. «Abbiamo dedicato un parco alla nostra Cristina, ha detto il sindaco Giacomo Ghilardi, che per noi è una persona importante e di grande valore, una per- sona che merita un posto di rilievo nella storia della città. Cristina è una santa, con una storia di vita quo- tidiana, un esempio significativo di amore e generosità che va oltre l'esperienza di fede. Il suo non è sta- to un sacrificio ma un gesto d'amore».

CHIARA

CORBELLA PETRILLO

Chiara nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Insieme alla sorella Elisa, di due anni più grande, cresce in una famiglia che le insegna ad avvicinarsi alla fe- de sin da bambina. Grazie alla mamma Maria An- selma, dall’età di cinque anni Chiara frequenta una comunità del Rinnovamento nello Spirito.

Questo percorso, in cui impara a rivolgersi a Gesù come ad un amico, le insegna soprattutto a con- dividere la fede con i fratelli in cammino. Col pas- sare degli anni emerge in lei una certa autonomia che la rende molto determinata nelle sue scelte.

Il suo è un temperamento tranquillo, non ribelle, che ha modo di esprimersi nel servizio agli altri.

Nell’estate del 2002 Chiara si trova in vacanza in Croazia con alcune compagne di liceo. Visto che sua so- rella è a Medjugorje (in Bosnia-Erzegovina), pensa di raggiungerla approfittando della vicinanza. Qui il 2 agosto incontra Enrico Petrillo, un ragazzo romano di ventitré anni in pellegrinaggio con la sua comunità di preghiera del Rinnovamento Carismatico. Chiara, che ha diciotto anni e non è mai stata fidanzata, ha l’intuizione di trovarsi davanti a suo marito. Tornati a Roma i due si frequentano, si conoscono, si fidanzano. È un rapporto per certi versi ordinario, puntellato da litigi, rotture e pacificazioni. Durante i sei anni del loro fidanzamento il Signore mette a dura prova la fede di Chiara e i valori in cui pensa di credere. Tanto che parlerà di questo come del periodo più difficile da lei affrontato, più duro anche della malattia. «Dopo 4 anni, il nostro fidanzamento ha cominciato a barcollare fino a che non ci siamo lascia- ti (ha scritto Chiara nei suoi appunti). In quei momenti di sofferenza e di ribellione verso il Signore,

(5)

perché ritenevo non ascoltasse le mie preghiere partecipai ad un Corso Vocazionale ad Assisi e li ritrovai la forza di credere in Lui, provai di nuovo a frequentare Enrico e cominciammo a farci seguire da un padre spirituale, ma il fidanzamento non ha funzionato fin tanto che non ho capito che il Signore non mi stava togliendo niente ma mi stava donando tutto e che solo Lui sapeva con chi io dovevo condividere la mia vita e che forse io ancora non ci avevo capito niente!».

Superate le paure, Chiara ed Enrico si sposano ad Assisi il 21 settembre 2008. A celebrare le nozze è padre Vito, frate minore e guida spirituale di entrambi. Tornati dal viaggio di nozze, Chiara scopre di essere in- cinta. Le ecografie mostrano però una grave malformazione. Alla bambina, cui verrà dato il nome di Maria Grazia Letizia, viene diagnosticata una anencefalia (una malformazione congenita grave che si può ris- contrare durante il primo mese di gravidanza, quando il nascituro appare privo totalmente o parzialmen- te della volta cranica e del cervello). Chiara ed Enrico scelgono di portare avanti la gravidanza e la piccola, che nasce il 10 giugno 2009, muore dopo poco più di mezz’ora. Il funerale, qualche giorno dopo, viene vissuto con la stessa pace che ha accompagnato i mesi di attesa per la nascita e che contagia anche molti dei presenti, ai quali viene data la grazia di sperimentare un pezzo di vita eterna. Qualche mese dopo Chi- ara è nuovamente incinta. A questo bambino, cui verrà dato il nome di Davide Giovanni, viene però diag- nosticata una grave malformazione viscerale alle pelvi con assenza delle gambe. Anche lui morirà poco dopo essere nato, il 24 giugno 2010. E anche il suo funerale sarà vissuto come una festa. «Nel matrimo- nio, scrive Chiara nei suoi appunti, il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Da- vide Giovanni, ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita, ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente».

Fra le patologie dei due bambini non c’è legame.

A dimostrarlo ci sono gli esiti dei test genetici, a cui Chiara ed Enrico si sottopongono cedendo alle pressi- oni di amici e parenti; ma c’è, soprattutto, il fatto che il terzo figlio della coppia, Francesco, è completa- mente sano. La gravidanza arriva poco dopo la nascita al Cielo di Davide Giovanni. Una settimana dopo aver scoperto di essere incinta, Chiara si accorge però di una lesione alla lingua. Col fondato sospetto che si tratti di un tumore, il 16 marzo 2011 Chiara affronta durante la gravidanza la prima delle due fasi di un intervento per asportare la massa sulla lingua. Per la seconda fase, occorrerà aspettare che Francesco sia nato. Accertato che si tratta di un carcinoma alla lingua, Chiara sceglie di rimandare le cure per non far male al bambino che porta in grembo. Francesco Petrillo nasce il 30 maggio 2011. Finalmente il 3 giugno, con lo stesso ricovero del parto, Chiara affronta la seconda fase dell’intervento iniziato a marzo. Tornata a casa, non appena le è possibile, comincia la chemioterapia e la radioterapia ma il tumore si estenderà co- munque a linfonodi, polmoni, fegato e persino l’occhio destro, che Chiara coprirà con una benda per li- mitare le difficoltà visive. La foto di Chiara sorridente con la benda è straordinaria se si considera che è stata scattata nell’aprile del 2012: da poco più di dieci giorni ha scoperto di essere una malata terminale.

Nelle settimane che seguono, trascorse insieme a suo marito in disparte e lontano dalla città, nella casa di famiglia vicino al mare, Chiara si prepara all’incontro con lo Sposo. Sostenuti dai sacramenti amministrati quotidianamente da padre Vito, che condivide con loro questo tempo intenso, Chiara ed Enrico sono più che mai forti nella fedeltà a Dio, che li ha sempre accompagnati in una misteriosa letizia. Chiara muore a mezzogiorno del 13 giugno 2012, dopo aver salutato tutti, parenti ed amici, uno a uno. Dopo aver detto a tutti Ti voglio bene. Il suo funerale viene celebrato a Roma il 16 giugno 2012 nella chiesa di Santa

Francesca Romana all’Ardeatino. Le persone accorse sono moltissime. Il cardinale Agostino Vallini, presente alla celebrazione, dichiara:«Ciò che Dio ha preparato attraverso di lei, è qualcosa che non possi- amo perdere». Come i funerali dei suoi due figli, anche questa celebrazione diventa così la testimonianza cristiana dell’inizio di una vita nuova.

(6)

Milioni di cittadini di ogni Nazione, nel silenzio asso- luto della televisione e dei giornali, da mesi gri- dano il proprio «No!»: No alla pazzia della pande- mia, No ai lockdown, No ai coprifuoco, No all’im- posizione delle vaccina- zioni, No ai passaporti sanitari, No ai ricatti di un potere assoluto, servo dei pochi ricchissimi del mon- do. Sono passati quasi due anni dall’inizio di questa paura mondiale.

Siamo stati portati in un labirinto, passo dopo passo. All’inizio erano le mascherine al chiuso; poi arri- varono i lockdown con le autocertificazioni; poi il coprifuoco… ricordate? Ogni volta, dinanzi ad un abu- so che poteva sembrare giustificato dall’emergenza, abbiamo accettato di farci sottrarre un po’ di li- bertà. Passo dopo passo. Ci hanno impedito di andare in chiesa, di uscire di casa, di lavorare, di andare a scuola, di visitare i nostri cari e addirittura i parenti moribondi in ospedale. Passo dopo passo. A una certa ora della sera, nelle nostre strade, si vedevano solo gli addetti per le consegne di Amazon e delle pizze. Tanti piccoli imprenditori, proprietari di negozi, bar e ristoranti, costretti al fallimento da norme assurde, illegittime e controproducenti. Senza parlare delle crisi psicologiche che hanno colpito molta gente, dai più piccoli ai più anziani: i bambini privati di ogni contatto con i nonni e con i loro amichetti, gli anziani confinati nelle Case di riposo senza cure, condannati a morire da norme ministeriali. Passo dopo passo, ci siamo abituati all’idea che un Comitato Tecnico-Scientifico potesse decidere – così al- meno ci hanno raccontato – che il virus circolava solo dopo le ore 18, o che colpiva nei bar i clienti in piedi e non quelli seduti, che contagiava nelle chiese o nei musei ma non sui treni dei pendolari o sugli

(7)

autobus pieni di studenti. Passo dopo passo, ci hanno fatto credere che un’influenza invernale, come qualsiasi altro Coronavirus potesse uccidere migliaia di persone, senza però dirci che ai medici di base e nei reparti ospedalieri era stato vietato di somministrare cure, aspettando che la malattia si aggravasse.

Ci hanno detto che il Covid, su indicazione dell’autorità sanitaria, doveva essere curato come una ma- lattia polmonare, mentre invece era di origine circolatoria; non ci hanno detto che erano state proibite le autopsie e che i cadaveri venivano bruciati, per impedire di scoprire le cause della malattia e capire come curarla. Ma intanto ci mostravano i camion militari del Generale Figliuolo, carichi di cadaveri; e si guarda- vano bene dallo spiegare che quei camion contenevano poche bare, accumulate a Bergamo dopo un pe- riodo in cui alle pompe funebri era stato impedito di ritirare le salme e di organizzarne i funerali. Ma quale effetto, sull’intera popolazione! La quale era stata costretta a stare in casa davanti al televisore, ipnotizzata dal terrorismo delle notizie: il tutto organizzato secondo i più arroganti principi della propa- ganda! Pensate agli anziani, lontani dai loro cari, privati di ogni conforto anche spirituale – era vietato l’accesso anche ai preti per amministrare l’Estrema Unzione! – costretti a subire questo martellamento quotidiano, a veder morire il proprio vicino di letto, ad assistere alla disperazione di persone ancora più sole di loro. E oggi ci dicono con la massima tranquillità che lo scorso anno i malati gravi di Covid, prima di essere intubati, venivano addormentati con il Propofol, coscienti che questo ne avrebbe causato la morte. E ce lo dicono in modo così sfacciato, perché evidentemente sono persuasi che nessuno di noi avrà nulla da obiettare, che nessun magistrato aprirà un fascicolo, che nessun giornalista denuncerà que- sto ennesimo scandalo, che nessun politico oserà criticare il Primo Ministro o il Ministro della Salute.

Passo dopo passo, siamo arrivati a vederci costretti, per non perdere il lavoro e per poter svolgere le nor- mali attività, a presentare un documento – il green pass o il tampone – che certifica lo stato di salute del- la gente, cioè dei vaccinati e dei non vaccinati. I quali vaccinati sono contagiosi e possono essere conta- giabili dal momento che il vaccino non protegge dal contagio; e i non vaccinati ma col tampone non ga- rantiscono che il risultato negativo del tampone corrisponda alla realtà. E per cosa, poi? Per un’influenza che si poteva curare, e che in molti casi è stata curata con successo documentato, dove lo hanno lasciato fare, ma che doveva essere dichiarato incurabile dalle autoritá sconosciute mondiali, per poter legittima- re la sperimentazione dei vaccini contro le norme ordinarie. E sempre in questi giorni, in cui la verità sembra venire sempre più alla luce, apprendiamo dalle dichiarazioni di alcuni medici che i tamponi (sulla base dei quali ci hanno confinato in casa o costretti a ridicole ed estenuanti quarantene, i tamponi che ci hanno imposto per vedere se eravamo positivi o negativi, da usare per le famose statistiche degli esper- ti) sono inaffidabili. E ce lo dicono oggi, senza vergogna, dopo aver mandato in rovina l’economia, il tes- suto sociale, l’equilibrio psicofisico di un’intera Nazione. Ma se quei tamponi non servono oggi, non ser- vivano nemmeno ieri; e lo dicevano non solo quelli che erano contro, ma i loro stessi inventori, affer- mando che non avevano sicurezza diagnostica. Ma siccome oggi occorre eliminare i tamponi perché so- no di ostacolo al vaccino, ecco che magicamente essi sono diventati “non più attendibili”, mentre prima lo erano per legge. Un po’ come il Covid dopo le ore 18. Non vi è nulla di razionale e di vero in quello che ci viene detto. Ed intanto ci inoltriamo sempre piú nel labirinto da cui è difficile uscirne. «Vacciniamoci per salvare i fragili e gli anziani che non si possono vaccinare», ci dicevano, mentre vaccinavano i fragili e gli anziani. «Vacciniamoci per poter togliere la mascherina e ricominciare a vivere», e poco dopo scopri- vamo che non solo avremmo dovuto portare la mascherina, ma che una dose di siero non era più suffi- ciente, e nemmeno due, e forse neanche tre. Intanto i fragili e gli anziani muoiono di Covid anche dopo la doppia dose, e se sopravvivono è perché negli ospedali – smentitemi, se ci riuscite – da qualche tempo ai malati di Covid si somministra l’azitromicina, facendola figurare come cura contro i parassiti intestinali

(8)

ma sapendo benissimo che serve proprio contro il virus: per non smentire la credibilità dei vaccini, non certo per la salute dei pazienti. Dobbiamo uscire da questo labirinto. È assurdo considerare mortale un virus curabile che non ha fatto più morti di quelli degli scorsi anni; è assurdo portare mascherine che non solo non servono a nulla – per stessa ammissione degli “esperti” – ma che al contrario provocano ma- lattie polmonari gravi e patologie cerebrali; è assurdo considerare “vaccino” un farmaco che non serve a dare immunità e che dimostra di avere effetti collaterali così gravi, da superare in pochi mesi di sommini- strazione, i morti di tutti i vaccini degli ultimi dieci anni; è assurdo lasciarci inoculare un farmaco speri- mentale che agisce sul nostro DNA, rendendoci organismi geneticamente modificati; è assurdo seguire indicazioni e protocolli che paiono scritti da stregoni e non da medici coscienziosi, viste le continue con- traddizioni e disposizioni opposte ormai giunte al patetico. È assurdo e falso sentire affermazioni così scandalose e false da parte delle autoritá italiane, anche religiose (Draghi e Papa Francesco): “Chi si vacci- na si salva, Non farsi il vaccino equivale a morire”, oppure “Vaccinarsi è un atto d’amore”. Questa è una menzogna. Dire che «chi si vaccina non muore di Covid» è falso, com’è falso affermare che il Covid sia una malattia mortale, dal momento che diventa tale solo se non la si cura. Ed è falso che non ci sono cu- re, perché quelle cure tanto screditate sono oggi utilizzate proprio dalle autorità europee a scopo pre- ventivo sui profughi afgani che abbiamo accolto qualche settimana fa. È tutto falso. Falsi i dati sui dece- duti per Covid. Falsa la veritá sui tamponi. Falsa l’efficacia e la non pericolosità dei vaccini. Falsi il numero dei ricoveri nelle terapie intensive. Falsa la “non correlazione” dei “malori improvvisi” che colpiscono i vaccinati. Falsi gli allarmi dei telegiornali. Falsi i servizi dei programmi di intrattenimento in cui interven- gono i soliti “esperti” e virus-star. False le previsioni degli esperti di statistica. E stiamo attenti, perché si stanno preparando anche a venderci l’aria, l’acqua e la luce del sole, magari col pretesto dell’emergenza

“verde”, con la scusa di salvare il pianeta e sotto la spinta dei ridicoli “Ci avete rubato il futuro” di Greta Thumberg. Oggi, c’è un grave problema di autorità, sia civile che religiosa. L’autorità civile non lavora per il bene comune dei cittadini; e l’autorità religiosa non solo ha smesso di occuparsi della salvezza eterna dei fedeli, ma li consegna nelle zanne di lupi rapaci. Oggi c’è in atto una guerra mondiale, combattuta non con le armi, ma con la censura delle informazioni, la corruzione dei medici, la complicità di politici, dei magistrati e delle forze dell’ordine; una guerra che lascia sul campo vittime innocenti; guerra che distrug- ge la società, che colpisce le persone nell’anima prima ancora che nel corpo; guerra che è stata dichiarata contro tutto quello che é la nostra Civiltà, la nostra cultura, la nostra Fede, i nostri valori cristiani. Una guerra tra Luce e tenebre, tra Bene e male. A loro non importa nulla della nostra salute, come non impor- ta nulla di salvare l’ambiente o di promuovere la pace. Secondo alcuni, come Cingolani, attuale ministro italiano dell’Ambiente, più della metà degli esseri umani dovrebbe scomparire, perché sono dei parassiti per il pianeta. E sono proprio quelli che stanno programmando di spopolare il pianeta, ricorrendo ai nuo- vi vaccini, all’aborto, all’eutanasia e alla sterilizzazione di massa, che si atteggiano a benefattori dell’Uma- nitá: lo fanno per il bene stesso dell’Umanitá. Questo che avviene oggi è il frutto avvelenato di decenni di immoralitá, di ribellione alla Legge di Dio, di peccati e vizi che gridano vendetta al cospetto di Dio. Forse la Provvidenza, con quello che sta accadendo oggi, ci vuole far vedere come può diventare il mondo, quando abbandona la Dio e gli insegnamenti di Gesú Cristo e si pone sotto la schiavitù di Satana.

(9)

Oggi, molti cristiani, anche praticanti, non conoscono niente di niente della religione rivelata cristiana:

non conoscono né Gesú Cristo, né i Comandamenti, né il Vangelo, né la Messa, né i Sacramenti, né la Chiesa, né la fede, né Dio. Tante persone (nei vari Corsi per il Battesimo, per la Cresima, per il Matri- monio o anche nelle varie chiacchierate per diversi motivi), attraverso il modo di pensare, di parlare e di agire) fanno capire proprio questo, cioè che hanno idee sbagliate e non vere sulla fede, su Dio, sulla Chiesa, sulla nostra religione cristiana, in generale. Da tempo, purtroppo, almeno da un paio di gene- razioni, questi sono i frutti della crisi che serpeggia nella Chiesa che vuole aprirsi al mondo e dialogare con il mondo, anziché “insegnare” al mondo Gesú Cristo, e indicare al mondo la strada della sua sal- vezza. Non dimentichiamo che Gesú Cristo è venuto per salvare il mondo, non per dialogare con il mondo; è venuto per indicare al mondo la strada della salvezza, non per camminare a braccetto con il mondo, per essere accettato e applaudito dal mondo: il mondo è governato da Satana, è lui il principe di questo mondo, non dimentichiamolo!

Una delle piú gravi conseguenze di questa ignoranza della nostra religione cristiana è il modo di inten- dere e di vivere il rapporto con Dio: Dio è trattato alla pari con l’uomo, non certamente con un rappor- to tra Creatore e creatura. Si esige da Lui,

si pretende da Lui, ci si arrabbia con lui, lo si accusa delle piú assurde stranezze e dei piú strampalati sbagli che l’uomo stesso fa per la sua stessa stupiditá. Addirittura, non solo lo si bestemmia, ma lo si prende in giro. Sì, è cosí. C’è chi lo prende in giro. Come? Mentendo! Cioè, con lo stesso atteggiamen- to che usiamo quando vogliamo scansare gli altri. Come mentiamo con gli uomini, cosí mentiamo con Dio! Ecco alcuni esempi, e potrebbero essere tanti.

1) C’è chi entra in confessionale e non dice le cose come stanno, per avere l’assoluzione ed essere per- donato! È senza peccati! “Non ho fatto niente”, dice. Molti non fanno mai niente!

2) Ci sono altri che, nel preparare le carte per sposarsi, dicono al sacerdote di volere figli dal Matrimo- nio, ma non è la verità e così vanno all’altare mentendo.

3) Ci sono altri che, proprio all’altare, durante la celebrazione del matrimonio, dicono di volere un ma- trimonio cristiano indissolubile, cioè per tutta la vita, quando le cose vanno bene e quando le cose non vanno bene, fino a quando morte non separi. Ma non è vero! Loro sanno che se ci saranno problemi si separeranno, senza tanti scrupoli e senza tanti… problemi! Alla faccia della promessa fatta nel giorno del matrimonio, proprio in chiesa, davanti a Dio!

4) Ci sono quelli o quelle che tradiscono puntualmente il coniuge continuando a dire di amarlo e di es- sere fedeli. E cosi via!

Perché si prende in giro Dio con questi atteggiamenti? Perché, diciamola “dura e cruda”, si pensa di essere furbi con Lui e non tener conto delle Sue leggi! È chiaro che, salvo casi estremi, non lo si fa in modo voluto (non si pensa “ora lo prendo in giro”), ma in modo assolutamente automatico, come con- seguenza estrema della ignoranza religiosa e della mancanza di fede, anche se a parole, si dice di avere fede: ecco un’altra menzogna! Si dice, a parole! Sembra proprio che sempre più persone pensino che la Legge di Dio non sia vincolante oppure si pensa che tanto Dio è misericordioso o che alcune azioni (soprattutto legate alla carne e alla sensualità) non siano peccati, almeno non gravi. Ma chi ha un simi- le atteggiamento, cosa pensa? Pensa che Dio non guardi gli uomini, non li calcoli (e quindi non sia

(10)

attento a cosa fanno e a cosa non fanno)! E molti lo dicono pure: una cosa è Dio, una cosa è la vita che viviamo. Dio in chiesa e noi fuori di chiesa. Un Dio che sta per conto suo, e una vita che va per conto suo!

Una cosa è la fede e una cosa è la vita. Ma non è cosí. Un Papa del passato, Benedetto XIV diceva nel 1740: “Ricordate che il futuro Giudice sarà Colui, agli occhi del quale tutte le cose sono nude e aperte”. Sí,

“Tutte le cose sono nude e aperte” agli occhi di Dio. Vogliamo ritrovare la nostra fede? Ebbene, teniamo bene in mente e ricordiamo nelle nostre opere che Dio, sí è buono, è amore, è misericordioso, ma che

“non lo si può fare fesso”, come si usa dire. “Dio sa tutto, anche i nostri pensieri”. Dio è anche Giudice!

Non pensiamo piú di poter far finta di niente, di poter prendere in giro Dio o peggio ancora, di poterlo ingannare.

La conoscenza che Dio ha dell’Universo e di ciascuno di noi, non si limita soltanto alle azioni o alle cose materiali, ma è assoluta, arriva anche ai nostri pensieri piú nascosti e ai nostri pensieri piú segreti!

(11)

Parlando con una persona mi sono trovato a parlare di “cattolici progressisti”. Il discorso riguardava la possibilità o meno di poter tradire la moglie o il marito, se l’uno o l’altro non si concedeva. L’argomento non è da niente! Quella persona progressista non solo sosteneva che era moralmente possibile! Anzi, sosteneva addirittura che non era nemmeno peccato. “E te lo dico da cattolico!”, ha poi concluso, quasi a voler convincere, giocando la carta della fede. Prima di tutto, bisogna dire che in nessuna parte della dottrina cattolica, anche di quella dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, si trova una giustificazione alla possibilità del tradimento. Entrambi i coniugi hanno il diritto e il dovere di avere momenti di intimità, naturalmente con frequenze e modalità di buon senso, e commettono anche peccato negarsi e non far- lo. Si parla proprio di diritto e dovere. Non aderendo ai quali, tra l’altro, si potrebbero rendere

“complici” di altri peccati consequenziali dell’altro coniuge, tra cui appunto il tradimento. Qui non c’è niente da essere progressista o tradizionalista. Gesù spiega che anche solo il desiderare un’altra donna (ma vale anche per il desiderare un altro uomo) sia peccato. Sta scritto nei Comandamenti ed è stato sempre insegnato dalla Chiesa fino all’ultimo attuale Catechismo. Nonostante questo, ci sono persone che si professano cattoliche e progressiste, ma che insistono sulla possibilità di poter ignorare una parte della Legge di Dio sulla morale: a loro piacimento. In pratica si auto-convincono che quella tal cosa che a loro piace, sia anche permessa dalla Chiesa Cattolica. Ma non è cosí! Un cattolico che la pensa cosí è un

“cattolico lassista”, non un cattolico progressista. Cos’è il “lassismo”? Il lassismo è un “un modo di pensa- re o una tendenza personale che separa, secondo i propri comodi, il proprio modo di comportarsi dalla legge morale; oppure che minimizza la obbligatorietá della stessa legge morale, perché cosí gli fa como- do! In altre parole il “lassismo” è una “disposizione dell’anima (detta anche coscienza lassista) che porta a negare l’obbligatorietà di una legge morale, quando vi sia un motivo che fa comodo per fargli pensare che tale legge non è per lui. Si tratta, insomma, di separare la fede dalla vita. Dio viene sì riconosciuto, ma non è il centro, non è più la bussola vera del proprio esistere. Un problema, questo, che è legato all’uomo debole, ferito dal peccato originale. La perdita della grazia di Dio, dopo il peccato originale, ha fatto sì che noi tendessimo più verso il male che verso il bene; quindi più verso ciò che ci è peggio e più comodo, piuttosto che verso ciò che ci è meglio e più difficile. È proprio il problema fondamentale di og- gi. L’uomo è uomo, ossia creatura di Dio e quindi sottomesso alla legge di Dio? Oppure è lui stesso Dio e quindi colui che decide ció che è bene e ció che è male secondo i propri comodi? È l’uomo la misura di tutte le cose? Oppure è Dio la misura di tutte le cose, quindi anche delle azioni dell’Uomo? Qui si gioca il senso della vita cristiana. Che senso ha la vita cristiana? Chi è il Cristiano? È colui che ha la testa di Cri-

sto, cioè che pensa come Cristo, che ama come Cri- sto, che vive come Cristo o è altro? Il cristiano è quello che dice: “Non sono più io che vivo, ma è Cri- sto che vive in me” (San Paolo ai Galati 2,20), oppu- re chi è? Il cristiano è colui che al proprio criterio di giudizio, sostituisce quello di Cristo, o no? E se è no, chi è allora il cristiano? Solo se Gesú Cristo è ricono- sciuto come l’unico Signore, come l’unica Veritá, come l’unico Maestro, come l’unico Salvatore, solo allora si è cristiani! Diversamente sia Gesú Cristo, sia l’essere cristiani è solo una decorazione artificio- sa e inutile oltre che dannosa! Cosí come dirsi e vantarsi di essere “progressista”!

(12)

Il cammino sinodale è criticato senza mezzi termini da alcuni vescovi, sacerdoti e so- prattutto fedeli laici, esperti di antropologia, etica, filosofia, teologia e giornalismo. Essi affermano in un documento (Neuer Anfang, Nuovo inizio. Un manifesto per la riforma), che ogni vera riforma cristiana deve essere centrata sul Vangelo e sulla “parola viva di Dio”, e che la coscienza impedisce di sostenere richieste o seguire iniziative che minac- ciano di sciogliere il legame con la Parola viva di Dio e che minacciano di renderla

“mondana”.

Il Cammino sinodale è stato criticato come mezzo per far approvare cambiamenti alta- mente controversi e proibiti, molti dei quali riguardano la Chiesa universale, come l’ordi- nazione delle donne e la benedizione delle unioni omosessuali, il matrimonio ai preti e la democratizzazione della Chiesa; tutte riforme radicali della struttura sacramentale e ge- rarchica della Chiesa.

I promotori del nuovo documento, non si sentono rappresentati e rifiutano sia la pretesa del Cammino sinodale di “parlare per tutti i cattolici in Germania e di prendere decisioni vincolanti per loro”, sia la democratizzazione e la secolarizzazione all’interno della Chie- sa.

Gli autori del documento Neuer Anfang criticano il Cammino sinodale, in quanto esso é disinteressato ai processi di pentimento e di vero rinnovamento spirituale. “Poca atten- zione viene data alla domanda su come le persone del nostro tempo possano trovare crescita, guarigione e integrazione alla luce del Vangelo e nel rapporto con Gesù Cristo”.

“La Chiesa cattolica, affermano giustamente, è cattolica finché è in unità vivente e in dia- logo con la Chiesa universale”, “Non vogliamo essere una Chiesa di disobbedienza e ri- bellione a Roma, ma non vogliamo neppure rifiutare qualsiasi tentativo di stabilire una propria via ecclesiastica in Germania che porti alla santitá”.

Il Cammino sinodale, aggiungono, vuole spezzare il potere di vescovi e sacerdoti portan- doli sotto il potere di funzionari laici. E mentre riconoscono la necessità di una maggiore partecipazione laica, specialmente da parte delle donne, chiariscono che non vogliono

“una Chiesa di funzionari con un apparato gonfio e chiacchiere permanenti, attraverso

riunioni continue e tante parole”.

(13)

Criticano inoltre il Cammino sinodale per aver trascurato il peccato, la fragilità della natura umana e la complementarità dei sessi, oltre ad aver oscurato la chiamata al sacerdozio.

Gli autori del documento “Neuer Anfang” affermano più volte che il Cammino sinodale porta all’ateismo ecclesiale. L’unico rimedio è il rinnovamento dal profondo del Vange- lo. “Va’ e agisci secondo ciò che Egli ti dice”. Il Cammino sinodale si fissa sulla riforma di strutture esterne

,

«non affronta il cuore della crisi, abbandona il cammino dell’unità con la Chiesa universale, danneggia la Chiesa nella sostanza della sua fede e apre la via allo sci- sma». Cosí dice, giustamente, la minoranza dei cattolici tedeschi, fedeli a Roma.

La Conferenza episcopale tedesca è divisa: c’è una maggioranza di sostenitori del Cammi-

no sinodale, e una minoranza di vescovi fedeli a Roma. Ma i vescovi fedeli a Roma, temo-

no che il Cammino sinodale sará un disastro per la Chiesa cattolica tedesca. “Se i vescovi

fedeli a Roma non hanno la forza di resistere”, ha detto il rappresentante dei laici che sono

contro il Cammino sinodale, “noi laici non ci lasceremo distruggere la Chiesa che amiamo,

e che è la nostra casa spirituale”.

Riferimenti

Documenti correlati

Il cantie- re aperto a Palazzo Bal- bi (sede della Giunta del Veneto) dal Presidente Zaia lo scorso 31 dicem- bre con l’obiettivo di co- struire quel Patto per il Veneto,

A voi tutti, cari Presidenti grazie per quello che avete fatto, per questa regione, per questa istituzione e per la politica del Lazio che in cinquanta anni ha scritto

Codice Descrizione Conf. 75 mm Lame per Legno denti fini rettif. 75 mm Lame per Legno denti grossi affilati h. 75 mm Lame per Metallo denti fini HSS h. 52 mm Lame per Metallo denti

5 del Regolamento per la concessione dei permessi straordinari di 150 ore retribuiti per motivi di studio si pubblica la presente graduatoria in data 19.01.2021 sul sito

“E col desiderio di essere al Tuo fianco durante tutto il nuovo anno, abbiamo pensato ad un piccolo dono per lo screensaver del tuo computer.. Dodici scatti, uno per ogni mese del

Per quanto riguarda la certificazione di prestazione energetica e di qualità, va valutata l’applicabilità a tale sistema, per la parte relativa agli usi termici, della

Il saggio sottolinea l’importanza e l’opportunità storica della scelta operata dalla legge delega che istituisce il «Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie»,

n.113/2021 attraverso il quale sono state costruite le fondamenta per dare un immediato contenuto operativo all’istituto anche presso la Corte di Cassazione: