Il Villaggio Dei Dannati (Italian Edition) Ebook
Greta S.
L'egocentrismo, la favola personale e il bisogno di sensazioni forti, è nell'essere umano.Un importante contributo in merito alle difficoltà di ragionamento in termini probabilistici viene fornito dagli studi della teoria decisionale.Secondo l'uso scorretto di alcuni processi di pensiero che etichettano e stigmatizzano l'individuo, per cui ognuno di noi nel prendere una decisione o nel formulare un opinione non compierebbe processi mentali corretti. Lo scopo euristico consiste nel voler favorire la formazione dell'adolescente, che da adulto troverà in sè la forza per non essere sconfitto dalla vita.
SCRIPTORIVM33. Fabio Armando Leuzzi Brevi percorsi analitici e storiograficidella scienza politica:dalla visione politica di Platone e Aristoteleal pensiero medievaledel De Monarchia di Dante. Rifrazione del concetto odierno di alcuni studiosi:M. McLaughlin, G. Fioravanti, R. Gabriele, G.
Petrocchi,B.Nardi, P.G.Ricci, N. Bobbio Presentazione di M.L. McLaughlinGrafica di Sandro
RuggioNovoliBibliotheca MinimaMMVI Alla mia famiglia:...a
mia moglie Sultana Noura( la Luce dei miei occhi e Gemma Preziosissima della mia Vita) nel meraviglioso indimenticabile eterno ricordo di papà Francesco ed alla memoria di papà Mohmed.Un abbraccio affettuosissimo alle Regine mamma Clara e mamma Douda,a mia sorella Jihen e le mie meravigliose nipotine Mariella e Mayara, al fratellone Hassen, ai miei fratelli Fers, Mohamed e sua moglie Feria, ai nipoti Didu, Behe, Medhi, Chayma e Monika, a nonna Carmela, Pippina, particoralmente a mia sorella la Regina Simona e Angelo -musa ispiratrice, ai gioielli Antonio, Benedetta,ed ai miei cari nonni Armando- Oronzo e
Cosimino F. A.
L.
SCRIPTORIVM33. Fabio
Armando Leuzzi Brevi percorsi analitici e storiograficidella scienza politica:dalla visione politica di Platone e Aristoteleal pensiero medievaledel De Monarchia di Dante. Rifrazione del concetto odierno di alcuni studiosi:M. McLaughlin, G. Fioravanti, R. Gabriele, G.
Petrocchi,B.Nardi, P.G.Ricci, N. Bobbio Presentazione di M.L. McLaughlinGrafica di Sandro
RuggioNovoliBibliotheca MinimaMMVI Alla mia famiglia:...a
mia moglie Sultana Noura( la Luce dei miei occhi e Gemma Preziosissima della mia Vita) nel meraviglioso indimenticabile eterno ricordo di papà Francesco ed alla memoria di papà Mohmed.Un abbraccio affettuosissimo alle Regine mamma Clara e mamma Douda,a mia sorella Jihen e le mie meravigliose nipotine Mariella e Mayara, al fratellone Hassen, ai miei fratelli Fers, Mohamed e sua moglie Feria, ai nipoti Didu, Behe, Medhi, Chayma e Monika, a nonna Carmela, Pippina, particoralmente a mia sorella la Regina Simona e Angelo -musa ispiratrice, ai gioielli Antonio, Benedetta,ed ai miei cari nonni Armando- Oronzo e Cosimino F. A. L.
“Per amore della Scienza, per il bene
dell’Umanità Per la ricerca della verità e la diffusione della
conoscenza Eroi e rivoluzionari, amanti della Patria e
dell’Umanità Il valore delle proprie
convinzioni”… ©2018 - Tutti i diritti riservatiBIBLIOTHECA MINIMA – VICO MAZZOTTI, 31 – 73051 – NOVOLI (LE) I.PRESENTAZIONE0 muse, o alto ingegno, or m’aiutate;o mente che scrivesti ciò ch'io vidi,qui si parrà la tua nobilitate.(Dante Alighieri)Divina Commedia,Inferno:
canto IIIn questo libro Fabio Arinktndo Leuzzi, ribadisce l'importanza di une delle opere
cosiddette "minori" di Dante. Ma l'autore di questo vo-lume dimostra invece che la Monarchie di Dante Alighieri è un testo di grande attualità, un testo ambizioso e originale quanta le altre opere mature del poeta, e che il trattato, anche se nasce da un contesta politi-co particolare - i conflitti tra Chiera e Impero del basso medioevo - nondimeno ha encore molte cose da dire all'Europa del ventunesimo secolo. Non a caso il testo dantesco inizia cosi: «Omnium hominum, quos ad amorem veritatis nature superior impressit, hoc maxime hile-resse videur: ut, quernadmoduin de labore antiquorum ditati sunt, ita et ipsi posteris prolaborent, quatenus ab eis posteritas habeat quo dite-tur» (I.i.l).Proprio come la Commedia è un poema scritto per ognuno di noi, come si capisce dal primo aggettivo del primo canto – “Nel mezzo del camin di nostra vita...” - così anche là Monarchia fu scritto per tutti noi, “Omnium hominum”, e non solo per i lettori specialisti o solo per i contemporanei di Dante. Invece, corne il poeta stesso fa nella Comme-dia, i suoi contemporanei devono guardare indietro al passato classico e cristiano per essere arricchiti (“de labore antiquorum ditati sunt”), ma così è anche per i lettori del nostro secolo (“posteritas”).Il libro è un testo opportuno, non solo perché viene pubblicato in un momento in cui l'Europa unita sognata da Dante sta per nascere (ed è in un certo senso già nata), ma anche perché negli ultimi anni gli stu-diosi di Dante di tutto il mondo si sono messi ad occuparsi del trattato politico del poeta, riconoscendone l'importanza. Grazie ai lavori anche di dantisti inglesi e americani, ora disponiamo sia di un testo affidabile e consultabile perfino on-line, sia di uno studio approfondito del contesto politico in cui nasce il libro di Dante. Il testo, stabilito da Prue Shaw, si può consultare facilmente anche su internet[1].Per il contesto storico-politico, il recente libro del dantista ameri-cano, Anthony K. Cassell[2], ha messo alla disposizione di tutti gli stu- diosi di Dante la traduzione inglese non solo del trattato politico di Dante, ma anche quella dell'attacco alla Monarchia scritto da Guido Vernani net 1328, nonché della Bolla Si fratrum di Giovanni XXII, del 1316/1317.Il libro di Leuzzi concorda quindi con gli esperti dantisti nell’assegnare la Monarchia al periodo 1316-17 (mentre prima la maggior parte degli studiosi propendeva per una data anteriore, nel pe-riodo della discesa di Enrico VII in Italia, 1310-1313, o addirittura per una data prima dell’inizio della stesura dell’Inferno). Come Dante stes-so, l'autore guarda sia indietro sia in avanti. Nella prima parte del li-bro, prende in considerazione il pensiero platonico e aristotelico sul tema dell’arte del governare, cercando poi di definire i molti legami di Dante con la tradizione aristotelica del pensiero politico, sottolinean-done anche le divergenze, soprattutto il fatto che Dante non si ferma al livello della polis, ma invece partendo dal singolo individuo considera il villaggio, la città e poi il regnum (concetto assente in Aristotele) per giungere finalmente alla monarchia universale.Nella seconda parte del volume, l'autore porta il discorso all’epoca contemporanea, e considera le idee di Dante nel contesto del pensiero politico di un grande filosofo politico dei nostri giorni. Norberto Bob-bio. Se la differenze principale tra la scienza politica e la filosofia poli-tica sta nel fatto Che la scienza ha una funzione essenzialmente descrit-tiva o esplicativa, mentre la filosofia politica ha una funzione essen-zialmente prescrittiva o normativa, risulta chiaro che quella di Dante è innanzitutto una filosofia politica, nel senso che la Monarchia conside-ra esplicitamente quale sia il miglior
sistema politico. Ciononostante, il fatto si è che il trattato rispondc ad almeno due delle quattro domande stabilite da Bobbio, nella sua famosa conferenza del 1970, come essenziali alla scienza politica:1- la questione di quale sia l'ottima costituzione politica;2- la domanda sul fondaniento dell’obbligo politico (perché e, so-prattutto, a chi dobbiamo obbedire). Visto che il trattato politico dante-sco tratta apertamente questi temi, è chiaro che la Monarchia è un testo ibrido, un vero e proprio trattato di scienza politica che è allo stesso tempo legato alla filosofia politica.Se da un lato la scienza politica ha una funzione essenzialmente descrittiva o esplicativa, dall’altro la filosofia come teoria dell’ottima repubblica ha una funzione essenzialmente prescrittiva: l'oggetto della prima è la politica quale è, l'oggetto della seconda, la politica quale dovrebbe essere.Gli studiosi di Dante saranno quindi grati a Leuzzi per aver richia- mato l'attenzione dei ricercatori su un’opera dantesca troppo spesso trascurata in passato, e per aver esaminato la Monarchia da una pro-spettiva contemporanea e attualissima.Martin McLaughlinMagdalen College,Oxford Aristotele:opera attribuita a LisippoVienna, Kunsthistorisches Museum RINGRAZIAMENTI Molte le persone, che mi hanno, a vario titolo, incoraggiato tra questi . Alla luce di una ricerca svolta, in differenti momenti dell’ ambito accademico, si presentano in questo libro i risultati di uno studio abbozzato dal sottoscritto nell’anno acc. 2004 durante il mio Dottorato di Ricerca in “Evoluzione dei Sistemi Giuridici e Nuovi Diritti “ presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Lecce (I), (GB), esattamente presso il Dipartimento di Italianistica del Magdalen College dell’Università di Oxford.Per me infatti, fu fatale l’incontro ch’io ebbi con l’Eccelso Professore Martin, presso il Dipartimento del Magdalen College con il quale approfondii diverse tematiche attraverso un’analisi critica della teoria della scienza politica.Prima dei doverosi e reverenziali ringraziamenti nei confronti di voi tutti, desidero farne uno in modo particolare appunto ad un
“Uomo” che con la sua umiltà come sempre del resto, con la sua intelligenza, talento, rigore, passione e anche divertimento ha saputo rendermi partecipe del suo “Sapere”, mi commuovo al sol pensiero quando si parla, questi è il mio “ Maestro” il Professore Dr. Martin McLaughlin.Senza il mio Maestro Martin non starei ora a narrare gli eventi. Mi pregio di bere al
“calice” della sua “saggezza”; da lui ho imparato lo stile, l’amore verso il prossimo, la comprensione.Da qui mi promisi di dare questo contributo appunto nato da un forte desiderio di
“Sapere” “Approfondire” e di “Imparare” dai Maestri nel segno della Scienza. La “Magistrale”
presentazione del saggio si avvolge in un cielo di diamanti per la quale ragione, un altro illustre
“Maestro di Scienza e di Vita” il Professore Martin McLaughlin,dalla intelligenza raffinata, dallo stile “Oxfordiano”, dalla eleganza e soprattutto dalla “Maestria Dantesca” mi onora di iniziare facendomi financo da Cicerone per tutto il nostro percorso. McLaughlin è titolare della cattedra di Letteratura Italiana in Oxford, un tempo titolata da due famigerati studiosi italiani che lo precedettero:[3] Aurelio Saffi, e Alessandro Passerin d’Entreves[4].Martin McLaughlin in quanto
“Maestro”e “Degno” successore dei sopraccitati “Luminari”, è attualmente Direttore del Dipartimento di Italianistica presso il Magdalen College di Oxford, della sunnominata prestigiosa Università Inglese, di cui l’autore con devozione, stima e affetto ringrazia soprattutto il personale
amministrativo e il corpo docente, dulcis in fundo il Professore Martin più che con le parole è Maestro con i fatti.“Facta non verba”Al contempo si concede la mia stima e gratitudine nel ringraziare anche le Prof.sse Catherine e Mairi McLaughlin unitamente all’affettuosa, squisita e dolce mia “Maestra” la Prof.ssa Silvana Arcuti dell’Università degli Studi di Lecce, a loro tutto devo, esse sono le mie “Muse Ispiratrici” e “Virgilio,” le quali sono di fondamentale importanza, di grande aiuto e di sollecitazione al lavoro; infatti, particolarmente “adamantine” e
“risolute” sono risultate le indicazioni e le aperture di ricerca, che hanno dato chiarore al testo, da esse sono stato costantemente guidato nell’elaborazione e, che, senza di ciò non vi era possibilità alcuna per la pubblicazione dell’ anzidetto volume. Orbene, grazie ancora al preziosissimo aiuto delle summenzionate, ho bevuto al calice di quel “Sapere,” che, altrimenti da solo non vi era possibilità alcuna . Io stimolato dagli eventi, ho proceduto in questo “Mare Magnum” della ricerca spinto in maniera metodica, ligio allo spirito di sacrificio e abnegazione, superando talune volte vorticose intemperie nel raggiungimento di una futura chimera.A voi Con calda stima, devozione e ammirazione, Fabio Armando Leuzzi.“lo stile è l’uomo” La mente umana è come il paracadute;se non si apre non funzione In questo lavoro esteso e laborioso l’autore desidera esprimere riconoscenza al suo grande amico Riccardo Gabriele, senza il quale non vi era possibilità di iniziare e completare l’opera, anche per il preziosissimo materiale di studio fornitomi. Riccardo è un giornalista professionista, scrittore, membro della Società Italiana di Scienze Politiche,membro del direttivo dell’Istituto Gramsci Toscano. Riccardo ha collaborato presso diverse testate giornalistiche. Attualmente è caporedattore de “30 giorni”. Ha fondato le Società di Comunicazione RG Communication. L’autore desidera omaggiare i seguenti Maestri che, non solo danno lustro alla Comunità Scientifica e alla collettività tutta, ma che con la loro umiltà sono anche “Maestri di Vita”.Rendiamo riverenza al“Magnifico Rettore” Professore Dr.
Oronzo Limone dell’Università degli Studi di Lecce. Una deferente benevolenza alla Città di Oxford, mia di adozione e alla collettività di Novoli mia di nascita, non solo, ma perché ha dato i natali a illustri “Luminari” contemporanei “Maestri di Scienza e di Vita”: il Prof.Dr. Donato Scolozzi della Facoltà di Economia e Commercio degli Studi di Lecce, alla sua meravigliosa famiglia, porgo gli atti di riverenza più sinceri;Un plauso particolare al Prof. Dr. Santino Dino Levante, Direttore della Bibliotheca Minima, Editore dell’omonima.Mi domando e dico: « Come si costruiscono i mattoni senza l’argilla» ? Mi illumino dinanzi a cotanta Scienza (Martin, Catherine, Mairi, Silvana, Alessandro, Riccardo): voi siete le colonne portanti gemmate nel mio pensiero che si eleva fino alle stelle, siete i fiori all’occhiello della Comunità Scientifica e “miei Inestimabili Grandi Amici”.Motto dell’Accademia della Crusca, preso a prestito dal Petrarca suona:“Il Più Bel Fior Ne Coglie”… Firenze, 1583. Degli errori, delle imprecisioni, sono solo io il responsabile e mi scuso fin d’ora.F.A. L.Novoli, Novembre 2006 DanteAlighieri (1265-1321)Ritratto di Dante1499-1504FrescoChapel of San Brizio, Duomo, Orvieto Nasce a Firenze nel 1265. Il padre, che svolgeva una piccola attività di cambiatore e prestatore di denari, vantava ascendenti nobili. Lo stesso Dante, nel Paradiso, fa risalire le sue origini a Cacciaguerra, un trisavolo vissuto nel XII sec., che morì combattendo i musulmani durante la IIa
crociata. La famiglia quindi era della piccola nobiltà (le rendite erano derivate anche dal possesso di alcuni terreni e case). Questo permise a Dante di non svolgere alcuna attività lavorativa e di dedicarsi liberamente agli studi e ai divertimenti propri delle persone del suo ceto.
Nel 1315 Dante fu ospite di Cangrande della Scala, presso cui si trattenne probabilmente cinque anni. Morì a Ravenna nel settembre del 1321. ILa Politica Come Arte Del Governare l’uomo è un “animale politico”…Aristotele Premessa:Nella stesura del presente lavoro, uno spazio significativo è stato riservato agli studi recenti condotti dai ricercatori del Dipartimento di Italianistica dell’Università degli Studi di Oxford. Tale scelta si è resa possibile avendo avuto, lo scrivente, il pregio e l’opportunità di collaborare con il Direttore del Dipartimento di Italianistica del Magdalen College dell’Università di Oxford, il Professore DR.
Martin McLaughlin, emerito studioso contemporaneo. 1- Il concetto di politica L’uomo ha da sempre avvertito la necessità di regolare la propria vita comunitaria secondo norme che garantissero una pacifica convivenza. È nata così l’esigenza, insita nella natura dell’uomo, di individuare un corpo di norme - inizialmente individuate e tramandate esclusivamente per via orale, in seguito confluite in testi legislativi e, successivamente, in vere e proprie raccolte (o Codici) - in grado di disciplinare e dare ordine all’universo delle relazioni che possono scaturire da un tessuto sociale sia pure dal grado di complessità non ancora elevato e di certo non paragonabile al nostro.Discutere oggi di politica è possibile, ma i riferimenti e i rimandi al passato per la comprensione del presente, risultano di vitale importanza. Emblematico al riguardo è lo studio svolto dal Gabriele e da chi come lui si è cimentato nell’analisi di un’opera così importante di Dante quale il De Monarchia.Le ricerche svolte[5], esplicano la storia della politica attraverso una analisi di retrospettiva storica e analitica, riprendendo la definizione Aristotelica attraverso la quale, “l’uomo è per natura un animale politico”. Questi, per esistere e per assicurare la continuità della specie, deve vivere in una continua relazione con i suoi simili, perché soltanto così egli realizza la pienezza delle sue possibilità inventive e creative che costituiscono una sua caratteristica fondamentale. Secondo quanto recita un’antica definizione Scolastica, la politica è l’Arte di governare le società. “Politica” è un termine di derivazione greca (da polis”πολις”, che significa città), si applica tanto alla attività di coloro che si trovano a governare, quanto al confronto ideale finalizzato all’accesso all’attività di governo. La politica come sapere organizzato sull’evento educativo delle società e come prassi calata nei processi di interazione, si è da sempre interessata di problematiche collocate in una cornice di tipo istituzionale, in contesti, cioè, in cui lo scopo dell’accrescimento e della modifica delle conoscenze sociali e dei comportamenti, individuali e collettivi, si pone come fine nella struttura politica sociale. Indi l’uomo è tale perché vive in continuo rapporto con i suoi simili. I compagni di caccia, il piccolo gruppo familiare, la relazione tra maschio e femmina, il rapporto con i nuovi nati, costituiscono il tessuto che stringe individuo a individuo e che costringe il piccolo gruppo umano a darsi regole, a rispettare e a tener conto di consuetudini ben precise che facilitano e rendono più sicura la vita comune[6]. La classificazione delle forme di governo Aristoteliche[7] si basa su un criterio qualitativo e, partendo da questo presupposto, evidenza[8] la differenza
esistente tra la polis e l’oikos, laddove la prima è democratica, mentre il secondo dispotico. La scelta di passi originali tratti dalla Politica chiarisce ancor meglio il pensiero di Aristotele[9] e ne evidenzia i punti di contatto e di distinzione in raffronto ad un altro grande filosofo greco che lo ha preceduto, ovvero Platone. 2- L’idealismo di Platone e il naturalismo di Aristotele Con la riflessione di Platone, ateniese (428-347 a.C.) e di Aristotele di Stagira (384\383-322\321 a. C.) la filosofia greca trova la più completa espressione e si arricchisce di un corpo vastissimo di dottrine, che faranno testo nella storia del pensiero fino all’età moderna. Quindi mossi da un interesse strettamente cosmologico o antropologico, ma ontologico nel senso più ampio, Platone ed Aristotele cercano, attraverso un’indagine di tipo metafisico, i principi fondamentali dell’essere, per pronunciarsi poi, in base ad essi, su tutti i settori dell’indagine filosofica.
Seppure gli intenti ontologici generali risultano simili nei due autori, ben diverse sono le vie da essi seguite per realizzarli: l’opera di Platone si presenta come idealistica, poiché colloca i principi primi al di sopra dell’essere sensibile, in una sfera ideale, razionale e trascendente;
Aristotele propende invece per il realismo naturalistico, nel senso che si rifiuta di scindere l’essere in due parti e considera l’ideale collocato e incorporato nella realtà naturale. Platone si attiene a quel concetto di filosofia come ricerca incessante, del superamento progressivo della lettera dottrinale socratica e con la continua ridefinizione delle sue stesse posizioni nel corso del tempo. Con la morte di Socrate, Platone avverte l’effetto più tragico di quella separazione tra filosofia e conduzione dello stato, ponendo tra i suoi interessi dominanti la riflessione sulla problematica politica.[10]Per Platone vi è una stretta analogia tra il socratico-platonico e il rapporto tra Platone ed Aristotele, tant’è che Aristotele figlio del medico personale del re di Macedonia, all’età di diciassette anni, rimasto orfano, si trasferisce ad Atene ed entra nell’Accademia di Platone, dove incomincia a studiare, con pieni risultati, tutto ciò che riguarda il campo del sapere matematico e astronomico. Durante l’assenza del maestro, Aristotele si avvale dell’insegnamento di Eudosso di Cnido. Aristotele in età giovanile entra e rimane per circa vent’anni nell’Accademia, la scuola fondata da Platone, che inizialmente come discepolo e poi come collaboratore, prima di diventare precettore di Alessandro Magno. Dopo l’incoronazione di Alessandro nel 336 torna ad Atene dove fonda il Liceo, la sua scuola (chiamata poi Peritato), protetto e finanziato dalla monarchia macedone. Raccoglie la più grande quantità di testi e informazioni del periodo, dedicandosi a moltissime scienze; alla morte di Alessandro deve scappare dai democratici e da Demostene e si ritira a Calcide dove muore.Nel campo dell’analisi politica, ci sono delle diversità tra gli atteggiamenti di Platone e di Aristotele, in quanto è riscontrabile da una parte abbiamo un certo idealismo, definendo alcune caratteristiche di uno stato ideale perfetto, trascendente dalla realtà empirica, infatti Platone si fa iniziatore del cosiddetto filone utopistico della filosofia politica, mentre Aristotele si limita a cercare il tipo di stato migliore tra quelli realmente e concretamente esistenti. Le dottrine di filosofia sociale nascono sempre in Platone dall’esigenza di stabilire norme di riferimento per gli organismi politici reali e che, nell’evoluzione del suo pensiero, egli attenua l’idealismo utopistico iniziale, espresso nella Repubblica, fino a porsi, nel Politico e nelle Leggi, problemi molto più
legati alla governabilità delle istituzioni empiriche e mondane. La centralità della problematica politica nel suo pensiero è riconducibile nella sua stessa autobiografia dallo stesso Platone,in una lettera agli amici di Dione, nota come Lettera VII,egli esprime il suo disgusto per le nefandezze del governo dei Trenta Tiranni ad Atene per la condanna a morte di Socrate successiva alla loro deposizione; nonché i suoi ripetuti insuccessi nel tentativo di realizzare una riforma politica in Sicilia durante la tirannide di Dionisio II, il quale avendo avuto Platone stretto amicizia con lo zio di questi, Dione[11]. Aristotele con la crisi della polis e la perdita di libertà a causa dei macedoni fanno perdere ad Aristotele l'interesse politico a favore di altri interessi soprattutto conoscitivi ed etici. 3- Lo Stato e la missione del politico in Platone Il perno portante del pensiero politico di Platone verte sulla concezione di una comunità perfetta il cui progetto è basato sul principio di tutta la filosofia. Il filosofo si chiede qual fosse lo scopo e il fondamento di tale comunità, chi sono i filosofi , cioè quelli che governano?
Il Villaggio dad gifts
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