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Capitolo 4

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Academic year: 2021

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Studio clinico

4.1 Introduzione

Recuvyra è un farmaco di facile somministrazione, proposto per il trattamento del dolore postoperatorio, in commercio in Italia da poco meno di due anni. Utilizzato da solo, 2-4 ore prima dell’inizio della chirurgia, si è dimostrato efficace come analgesico postoperatorio, anche in associazione con FANS, infusione di dexmedetomidina o lidocaina per il post operatorio. Buoni risultati sono stati ottenuti anche per l’intraoperatorio se abbinato a morfina, metadone, fentanyl in infusione, FANS o tecniche di anestesia locoregionale (Kukanich, 2012).

4.2 Scopo dello studio

Lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare l’efficacia intraoperatoria e postoperatoria di fentanyl transdermico a lunga durata, somministrato alla dose di 2,6 mg/kg in premedicazione in cani, poco prima di essere sottoposti a ovariectomia laparoscopica, come unico intervento, o associata ad altre chirurgie dei tessuti molli.

4.3 Materiali e metodi

Lo studio, della durata di un anno, da Giugno 2013 a Maggio 2014, è stato svolto presso l’ospedale veterinario didattico “M. Modenato” di San Piero a Grado e ha incluso un numero complessivo di 26 cani di proprietà di razza e meticci, di peso compreso tra 2,5 e 42 Kg e dell’età di 5 mesi fino a 10 anni. Tutti i cani sono stati sottoposti a visita anestesiologica, prelievo ematico ed esame ecocardiografico prima della chirurgia.

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Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad ovariectomia laparoscopica, di questi quattro sono stati sottoposti anche a gastropessi preventiva, uno a riduzione di ernia ombelicale, uno a splenectomia e uno a estrazione dentaria.

I cani sono stati divisi in due gruppi: gruppo trattato con fentanyl transdermico (GFT) e gruppo di controllo (GC).

Il gruppo GFT ha compreso 17 soggetti che hanno ricevuto Recuvyra® nella zona interscapolare mediante un apposito dosatore, alcuni minuti prima della premedicazione. Il gruppo di controllo, composto da 9 cani, non ha ricevuto fentanyl interscapolare.

Tutti i cani sono stati premedicati con morfina IM (0,3 mg/Kg), incannulati con uno o due accessi venosi a livello della vena cefalica all’arto anteriore o della vena safena laterale all’arto posteriore e indotti con propofol, in soluzione di NaCl allo 0,9 % o Ringer lattato somministrati alla dose di 10 ml/kg/h, fino a permettere l’intubazione. Prima dell’induzione tutti i soggetti sono stati preossigenati con ossigeno al 100% e sono stati mantenuti in anestesia gassosa in ossigeno e aria per il periodo pre- ed intrachirurgico. In anestesia, è stata mantenuta una ventilazione meccanica a seconda dell’esigenza dei pazienti e sono stati monitorati diversi parametri: frequenza cardiaca (FC), pressione arteriosa media (PAM) con metodo invasivo, temperatura, percentuale di isofluorano espirato (EtIso) e l’anidride carbonica a fine espirazione (EtCO2),

pulsossimetria. Ancora, sono stati presi in considerazione il colore delle mucose e il tempo di riempimento capillare, mentre la profondità del piano anestesiologico è stata valutata visivamente con l’assenza del riflesso palpebrale e la posizione centrale o ventrale del bulbo oculare.

In sala operatoria, in caso di un innalzamento del 20% della FC o della PAM rispetto a un valore basale precedente di 5 minuti, ai cani è stato somministrato fentanyl EV, prima in bolo a 2 µg/kg e, nel caso in cui due boli non sono stati sufficienti, in infusione continua a dosaggi e per un tempo necessario a coprire lo stimolo algico.

In caso d’ipotensione (PAM < 60 mmHg) la procedura del protocollo prevedeva un abbassamento della % di alogenato, quando possibile, un aumento d’infusione di cristalloidi e, in caso di mancata risposta, una somministrazione di colloidi fino all’infusione di dopamina o dobutamina.

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In caso di bradicardia (FC < 50 bpm) è stata utilizzata atropina EV a un dosaggio di 0,02 mg/kg.

Infine, i cani sono stati monitorati per venti ore dalla fine della chirurgia, ogni due ore per il gruppo GFT o ogni ora per il gruppo GC, per la valutazione del dolore mediante la scala del dolore Glasgow. I soggetti con punteggio del dolore ≥ a 5 o 6 sono stati trattati con morfina IM alla dose di 0,1 mg/kg per il gruppo GFT, oppure 0,2 mg/kg per il gruppo di controllo.

4.3.1 Tempi di monitoraggio

La chirurgia di ovariectomia laparoscopica è stata suddivisa in diversi tempi indicati come:

 T1- incisione cute

 T2- inserimento trocar

 T3- insufflazione addominale

 T4- inserimento secondo trocar

 T5- fissazione prima ovaia

 T6- cauterizzazione prima ovaia

 T7- taglio prima ovaia

 T8- fissazione seconda ovaia

 T9- cauterizzazione seconda ovaia

 T10- taglio seconda ovaia

 T11- desufflazione addominale

 T12- sutura cute

I cani sono stati valutati nel periodo postoperatorio dal momento dell’estubazione ogni 15 minuti per la valutazione del risveglio, assegnando un punteggio da 0 a 5 (0= tranquillo, non guarda la ferita, 1= tranquillo, ma guarda la ferita se stimolato, 2= piange, 3= si guarda la ferita senza essere toccato, 4= piange e si guarda la ferita, 5= aggressivo o risponde positivamente se viene toccata la ferita). Successivamente, sono stati valutati, ogni ora, per 24 ore dalla fine della chirurgia, i parametri di frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura, le capacità di deambulazione, minzione e funzionalità intestinale, la presenza o meno di appetito e nausea .

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- 59 - 4.3.2 Analisi statistica

I dati sono stati analizzati per la distribuzione normale mediante test di D’Agostino & Pearson. L’andamento nel tempo dei parametri clinici è stato valutato mediante ANOVA ad una via per dati ripetuti con test di Tukey come posto hoc. Il punteggio del dolore nel periodo postoperatorio è stato valutato mediante ANOVA ad una via per dati non parametrici con un test di Dunn come post hoc. I dosaggi di fentanyl e di morfina nei due gruppi sono stati paragonati mediante test T di Student. Sono stati considerati significativi valori per P< 0,05.

4.4 Risultati

Il peso e l’età media dei soggetti nei due gruppi sono risultati essere simili con valori riportati in tabella 4.1.

Peso (kg) Età (mesi)

GFT 17,7 ± 7,6 29,4 ± 15

GC 16,44± 13,5 21 ± 13

Tabella 4.1: peso ed età media dei soggetti nei gruppi: GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo.

La dose di propofol utilizzata per l’induzione è stata di 8,2 ± 2,5 mg/kg in GFT e di 12,7 ± 5,6 mg/kg per GC ed è stata identificata una differenza significativa tra i due gruppi.

La durata media della chirurgia è stata di 73 ± 27 minuti per GFT e di 68 ± 28 minuti per GC. L’intervallo intercorso tra la somministrazione di fentanyl transdermico e l’inizio della chirurgia è stato di 60 ± 23 minuti.

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Non sono state registrate differenze significative per EtIso né all’interno dei due gruppi né tra i gruppi (grafico 4.2).

EtIso

T0 T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9T10T11T12 0.75 0.80 0.85 0.90 0.95 1.00 1.05 1.10 1.15 1.20 1.25 1.30 1.35 1.40 1.45 GFT GC tempo %

Grafico 4.2: andamento nel tempo dei valori medi di EtIso nei due gruppi; GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo.

Non sono state registrate differenze significative nei due gruppi e tra i due gruppi per i valori registrati di FC, PAM e temperatura nel periodo intraoperatorio (grafici 4.3-4.5).

Bradicardia (FC < 50 bpm) si è verificata in un caso (caso 10) nel GFT che ha mostrato anche ipotensione e in un cane di razza Cavalier King Charles di 6 mesi (caso 17) a cui sono stati somministrati atropina EV alla dose di 0,02 mg/kg; mentre nel gruppo GC la bradicardia è stata una complicazione solo per il caso 6, prima del tempo T1 d’inizio chirurgia (grafico 4.3).

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FC

T0 T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9T10T11T12 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 tempo b p m GFT GC

Grafico 4.3: valori medi e deviazioni standard dei valori di frequenza cardiaca intraoperatoria nei due gruppi; GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo.

Il caso 10 nel GFT ha mostrato ipotensione (PAM < 60 mmHg), richiedendo la somministrazione di colloidi in 2 boli da 2 ml/kg ciascuno e dopamina a 2 µg/kg/min per 20 minuti.

Nel gruppo dei controlli, invece, 3 soggetti su 9 hanno richiesto l’uso di colloidi, uno (caso 2) ai tempi chirurgici T2 e T5 (inserimento trocar e fissazione ovaia), un altro (caso 4) solo prima della chirurgia e l’ultimo (caso 6) sia in induzione che in chirurgia, 5 minuti prima di T1 e per tutto il tempo della chirurgia (grafico 4.4).

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PAM

T0 T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9T10T11T12 0 50 100 150 GFT GC tempo m m H g

Grafico 4.4: valori medi e deviazioni standard dei valori di pressione arteriosa media intraoperatoria nei due gruppi; GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo. T0 T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9T10T11T12 32 34 36 38 40 42

Temperatura

tempo °C GFT GC

Grafico 4.5: valori medi e deviazioni standard dei valori di temperatura intraoperatoria nei due gruppi; GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo.

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Per il monitoraggio della frequenza respiratoria (FR) intraoperatoria, dato che tutti i cani sottoposti a chirurgia laparoscopica necessitano di un supporto di ventilazione meccanica, non è stato possibile stabilire effettivamente gli effetti di depressione respiratoria provocati da Recuvyra che, invece, sono stati descritti in bibliografia.

Cinque soggetti su 17 (29%) nel gruppo GFT hanno richiesto uno o due boli di fentanyl e di questi 3 hanno richiesto un’infusione. Dei cinque soggetti che hanno ricevuto fentanyl intraoperatorio, 2 hanno ricevuto anche un trattamento analgesico postoperatorio.

Nel gruppo GC 8 soggetti su 9 (88%) hanno ricevuto fentanyl durante la chirurgia e tra loro, tranne un caso, sono stati necessari da due a quattro boli. Di 8 soggetti, 6 hanno ricevuto anche fentanyl in infusione e 5 hanno ricevuto morfina nel postoperatorio.

Nel periodo postoperatorio non sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda FC, FR e temperatura (grafici 4.6-4.8).

FC postoperatoria

T1 T2 T4 T6 T8 T10 T12 T14 T16 T18 T20 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 tempo b p m GFT GC

Grafico 4.6: valori medi e deviazioni standard dei valori di frequenza cardiaca postoperatoria nei due gruppi; GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo.

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FR postoperatoria

T1 T2 T4 T6 T8 T10 T12 T14 T16 T18 T20 0 20 40 60 80 tempo a p m GFT GC

Grafico 4.7: valori medi e deviazioni standard dei valori di frequenza respiratoria postoperatoria nei due gruppi; GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo. T1 T2 T4 T6 T8 T10 T12 T14 T16 T18 T20 34 36 38 40 42 tempo °C

Temperatura postoperatoria

GFT GC

Grafico 4.8: valori medi e deviazioni standard dei valori di temperatura postoperatoria nei due gruppi; GFT, gruppo fentanyl transdermico; GC gruppo controllo.

Per quanto riguarda la valutazione del dolore nel periodo postoperatorio non sono state evidenziate differenze significative tra i due gruppi. All’interno del

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gruppo GFT la mediana dei valori registrati a T24 è risultata significativamente inferiore rispetto a quella registrata ai tempi T1 e T12 (grafico 4.9).

punteggio dolore GPS

T1 T2 T4 T6 T8 T10 T12 T14T16 T18T20T22T24 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 tempo p u n te g g io GFT GC

#

#

Grafico 4.9: mediane dei valori del punteggio del dolore; # differenza significativa vs T24 nel gruppo GFT.

Nel gruppo GC sono stati trattati con morfina 6 soggetti su 9 (66%) e tra questi un solo caso ha ricevuto un unico trattamento, 4 hanno ricevuto due somministrazione e per un solo caso è stata necessaria anche una terza somministrazione.

Nel gruppo GFT la morfina è stata somministrata solo in 3 soggetti su 17 (18%) sempre richiedendo un solo trattamento. Un Labrador di un anno (caso 5) ha ricevuto la morfina dopo 2 ore dall’estubazione, mentre in un Cavalier King Charles di 6 mesi (caso 17) il trattamento analgesico è stato effettuato dopo 5 ore dall’estubazione.

Per un cane di razza meticcio di 8 mesi (caso 10) è stato necessario ricorrere all’utilizzo della morfina in quanto, mostrando disforia dopo il risveglio, ha ricevuto naloxone che ha provocato anche una diminuzione degli effetti analgesici degli oppioidi (fentanyl e morfina) somministrati in premedicazione. In questo caso, il naloxone è stato utilizzato a un’ora dall’estubazione alla dose di 0,04 mg/kg e successivamente, dopo 4 ore e mezzo, alla dose di 0,01 mg/kg.

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La dose di morfina utilizzata è stata di 2,4 mg/kg nel GC e di 0,3 nel GFT, per un totale di 2,7 mg/kg nei due gruppi.

Sempre nel gruppo GFT, in due casi su 17 sono stati utilizzati dei farmaci per il trattamento dell’ansia da separazione che si è manifestata nei cani all’inizio del periodo postoperatorio. In un caso (caso 11) è stata somministrata dexmedetomidina EV alla dose di 1 µg/kg ,dopo mezz’ora dal tempo dell’estubazione. Invece, un cane agitato di razza meticcia di 3 anni e mezzo (caso 14) ha ricevuto acepromazina EV a 10 µg/kg dopo 4 ore dalla comparsa del riflesso di deglutizione.

La deambulazione, l’appetito, la minzione e la funzionalità intestinale sono state analizzate prendendo come riferimento il tempo di somministrazione del Recuvyra. Su 17 casi, 3 non sono stati valutati per nessuna di queste funzioni in quanto per il caso 13 non sono stati riportati i dati, mentre i casi 14 e 16, in quanto irrequieti, hanno ricevuto all’inizio del periodo postoperatorio rispettivamente acepromazina a 10 µg/kg e naloxone a 0,04 mg/kg che non ha permesso la valutazione di tutti i parametri significativi per i tempi di monitoraggio successivi alla somministrazione del farmaco.

Nel nostro caso è interessante notare che, anche con dosi del farmaco adeguate, la deambulazione dei cani è ripresa mediamente dopo 4 ore dall’applicazione di Recuvyra, quando il farmaco ha il suo picco analgesico, e più precisamente tra le 6 e le 7 ore successive alla somministrazione (grafico 4.10).

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Grafico 4.10: valutazione del tempo di deambulazione nel gruppo fentanyl transdermico GFT in relazione al tempo di somministrazione di Recuvyra e al suo picco analgesico.

Mediamente i cani hanno mostrato appetito dopo 10-12 ore dalla somministrazione di Recuvyra, e solamente 2 soggetti su 17 (caso 2 e 7) non hanno mai mangiato. La scialorrea, anche dopo il trattamento con ranitidina, è stata una complicazione postoperatoria di 5 cani su 17. Tra questi, la morfina è stata somministrata solamente per il caso 10 che mostrava però scialorrea ancora prima del trattamento analgesico. Il rigurgito, invece, si è verificato nel gruppo GFT in due cani su tre che hanno ricevuto la morfina (caso 5 e 17) e sempre dopo il trattamento della stessa (grafici 4.11-4.12).

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Grafico 4.11: valutazione del tempo di appetito nel gruppo fentanyl transdermico GFT in relazione al tempo di somministrazione di Recuvyra e al suo picco analgesico.

Grafico 4.12: valutazione del tempo di nausea nel gruppo fentanyl transdermico GFT in relazione al tempo di somministrazione di Recuvyra e al suo picco analgesico.

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L’oliguria si è verificata solo in 2 casi su 17: il caso 5 ha mostrato solo due minzioni, e il caso 12 una. Tre soggetti su 17 hanno manifestato ritenzione urinaria (grafico 4.13).

Grafico 4.13: valutazione del tempo e della frequenza di minzione nel gruppo fentanyl transdermico GFT in relazione al tempo di somministrazione di Recuvyra, al suo picco analgesico e alla fine del tempo di chirurgia.

Solamente due soggetti su 17 hanno avuto una minore peristalsi intestinale per 24 ore successive alla somministrazione di Recuvyra, mentre la maggior parte dei cani ha mostrato attività intestinale almeno una volta (grafico 4.14).

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Grafico 4.14: valutazione del tempo e della frequenza di attività intestinale nel gruppo fentanyl transdermico GFT in relazione al tempo di somministrazione di Recuvyra, al suo picco analgesico e alla fine del tempo di chirurgia.

4.5 Discussione

I risultati dello studio hanno mostrato che, alla dose consigliata di 2,6 mg/kg, Recuvyra, in corso di ovariectomia laparoscopica, è risultato efficace come analgesico senza mostrare importanti effetti collaterali, quali eccessiva sedazione, elevata diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione, vomito, diarrea, come è riportato in bibliografia (Freise, 2012).

La minore quantità di propofol utilizzata nel gruppo del fentanyl transdermico (GFT) piuttosto che nel gruppo di controllo (GC), può far supporre che Recuvyra abbia un effetto nel diminuire la dose di anestetico iniettabile per l’induzione. Da uno studio recente è emerso che un pretrattamento con fentanyl per via endovenosa alla dose di 2 µg/kg è in grado di ridurre la dose di propofol necessaria per l’induzione di 1,1 ± 0,5 mg/kg (Kaur et al., 2013). Dal nostro studio Recuvyra ha permesso una maggiore diminuzione del dosaggio di induzione del propofol (circa 5,5 mg/kg in meno rispetto al gruppo GC) e ciò potrebbe essere ascrivibile all’effetto sinergico tra Recuvyra e morfina, entrambi somministrati in premedicazione.

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Da quanto riportato nei grafici, i risultati pressoché invariati dei valori intraoperatori di FC e PAM possono essere motivati dal fatto che Recuvyra determina una minima alterazione della frequenza e del ritmo cardiaco (Kukanich, 2012). La soluzione di fentanyl transdermico provoca una bradicardia che viene compensata da un incremento della gittata sistolica, mantenendo così inalterate la gittata cardiaca e la pressione media (Kukanich, 2012). Inoltre gli effetti del farmaco sull’apparato cardiovascolare sono evidenti con dosi superiori a quelle somministrate nello studio come ampiamente riportato in letteratura (Freise, 2012).

L’ipotensione e quindi la diminuzione della PAM che si è verificata in 4 soggetti su 26 (15 %), di cui un solo caso nel gruppo GFT e 3 nel gruppo GC, può essere spiegata in seguito ad un’eccessiva vasodilatazione indotta dagli anestetici iniettabili e inalatori o ad un’azione vagotonica dose-dipendente del Recuvyra. In bibliografia è riportata un’incidenza del 65,3 % durante anestesia con fentanyl iniettabile ed isofluorano (Iizuka et al., 2013). Secondo questo studio l’ipotensione era maggiormente imputabile all’effetto di vasodilatazione dell’isofluorano in quanto nel gruppo di soggetti anestetizzati con propofol e fentanyl l’incidenza era risultata del 27,5%. Nel nostro studio, entrambi i gruppi hanno mostrato un’incidenza minore: 33% per il gruppo GC e 5% per il gruppo trattato con Recuvyra. Questa bassa incidenza nel gruppo Recuvrya dimostra come questo farmaco abbia una scarsa influenza sulla diminuzione della pressione nel periodo intraoperatorio. Recuvyra determina una minore ipotensione rispetto al fentanyl perché raggiunge un picco plasmatico lentamente (intorno alle 10-13 ore) che permette all’organismo di sviluppare una sorta di tolleranza capace di limitare gli effetti avversi (Freise, 2012). In merito alla termoregolazione, Recuvyra è noto per essere in grado d’indurre ipotermia in seguito ad un’azione sul centro di controllo della temperatura a livello encefalico, diminuendo la produzione di calore e aumentando la dispersione dello stesso (Kukanich, 2012).

Valori di temperatura simili sono stati registrati nei gruppi GFT e GC. L’ipotermia è uno degli effetti indotti da morfina; tuttavia, in bibliografia non sono presenti studi di confronto tra Recuvyra e morfina sulla termoregolazione. Durante l’induzione e l’anestesia tutti gli animali sono stati riscaldati con dispositivi termici per evitare un’eccessiva ipotermia e le modalità e le tecniche

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di riscaldamento dei cani potrebbero aver influenzato la registrazione dei valori. Anche la vasodilatazione indotta dai farmaci anestetici può aver influito sul controllo della termoregolazione e sulla cinetica dei farmaci, anche se Recuvyra si differenzia dagli altri oppioidi ad assorbimento transdermico in quanto mantiene una concentrazione plasmatica costante indipendentemente dal flusso sanguigno (Kukanich, 2012).

L’andamento della temperatura è risultato simile nei due gruppi, per cui è plausibile che gli effetti d’ipotermia non siano da ascrivere esclusivamente agli oppioidi, ma all’anestesia in sé e al tipo di procedura perioperatoria prestabilita.

La quantità di isofluorano a fine espirazione (EtIso) si è dimostrata inferiore rispetto al valore della MAC dell’isofluorano, a dimostrazione che sia la morfina che il fentanyl hanno un effetto sparing in grado di ridurre la MAC degli alogenati in maniera dose-dipendente (Kukanich, 2012). Nel caso del fentanyl, sia il cerotto alla concentrazione di 75 µg/h in cani di peso di 26 ± 3,5 kg, che una somministrazione di fentanyl in bolo a 5 µg/kg EV seguita da un’infusione a 0,5µg/kg/h, diminuiscono la MAC dell’isofluorano del 37 % se paragonati ad animali normotermici che hanno ricevuto solo un somministrazione placebo (Wilson et al., 2006).

Nel gruppo che ha ricevuto fentanyl transdermico (GFT) la somministrazione di fentanyl EV intaoperatorio è stata effettuata ugualmente in 5 soggetti su 17 (29%). Tale scelta può essere motivata con un’inadeguata concentrazione plasmatica del farmaco, un piano anestesiologico non adeguato che ha determinato un incremento dei valori di frequenza cardiaca e pressione media, oppure dalla presenza di uno stimolo dolorifico particolarmente elevato in corso di chirurgia.

Il gruppo GFT ha in ogni caso ricevuto una minore quantità di fentanyl EV rispetto al gruppo di sola morfina e, di conseguenza, si può affermare che l’associazione di Recuvyra con la morfina ha fornito un’analgesia adeguata in più di ¾ dei soggetti, e soprattutto, ancora prima che la soluzione transdermica raggiungesse il suo picco analgesico efficace dopo 4 ore dalla somministrazione.

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Per il periodo postoperatorio non vi sono state differenze nei gruppi e tra i gruppi GFT e GC per i valori di FC, FR e temperatura. I risultati concordano con quanto viene riportato in bibliografia sul fentanyl transdermico: gli effetti avversi (bradicardia, ipoventilazione e ipotermia) sono dose-dipendenti e, in particolare, in seguito alla somministrazione di Recuvyra, la frequenza respiratoria può diminuire del 30% al massimo nelle prime 48 ore in cani che ricevono una dose di farmaco da tre fino a cinque volte superiore a quella raccomandata (Savides, 2012).

Nonostante non siano emerse differenze significative tra i punteggi di dolore tra i due gruppi, nel gruppo GFT il punteggio del dolore registrato a T24 è risultato significativamente inferiore ai valori registrati nel postoperatorio e questo fa supporre una migliore gestione analgesica perioperatoria di questo gruppo. Il risultato al tempo T24 nei soggetti trattati con Recuvyra può essere dovuto sia ad una minore sensibilizzazione dolorifica (ovvero un incremento del valore soglia) perioperatoria in seguito ad un’efficace copertura analgesica, che ad un maggiore livello di analgesia della formulazione transdermica che rispetto ad oppioidi iniettabili, come per esempio la morfina, garantiscono un’analgesia plasmatica costante nel tempo anziché a picchi. Quest’ultima evenienza può essere spiegata dal fatto che i soggetti appartenenti al gruppo GC avevano ricevuto la morfina solo quando il punteggio del dolore superava un certo livello e quindi con stimolazione algica.

I due soggetti che hanno richiesto un trattamento farmacologico (acepromazina e dexemedetomidina) perché apparivano eccessivamente stressati per l’ospedalizzazione (assenza del proprietario, confinamento in gabbia) non hanno mostrato segni eccessivi di sedazione o effetti collaterali dovuti alla combinazione con Recuvyra. Quindi al dosaggio impiegato, Recuvyra si è dimostrato sicuro in associazione con questi farmaci.

I risultati ottenuti in merito alla minzione, alla motilità intestinale e alla ripresa dell’alimentazione, in parte soggettivi, potrebbero dipendere dall’azione sedativa del farmaco, oppure dai tempi di ripresa o dal dolore della chirurgia. In uno studio recente, alcuni cani trattati con dosi multiple di Recuvyra, hanno mostrato all’esame biochimico un aumento di urea senza un incremento di creatinina che potrebbe essere riferita ad una minore volontà d’ingestione dell’acqua. Ancora, una minore volontà dell’appetito è stata associata ad un

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grado di sedazione moderato, già presente dopo 4 ore dalla somministrazione di Recuvyra. In condizioni più severe, quando venivano somministrate dosi transdermiche da 3 a 5 volte superiori, alcuni animali hanno avuto bisogno fluido terapia EV di 2 giorni che ripristinasse la stabilità emodinamica e la perdita di elettroliti (Savides, 2012).

4.6 Limiti dello studio

I limiti di questo studio sono stati un numero limitato e non omogeneo di casi nei due gruppi, la chirurgia laparoscopica che ha necessariamente richiesto un tipo di ventilazione meccanica e non ha permesso così una corretta valutazione della frequenza respiratoria intraoperatoria, un tempo di monitoraggio degli effetti di Recuvyra inferiore all’effettiva durata analgesica del farmaco stesso.

4.7 Conclusione

Recuvyra si è dimostrato un farmaco efficace per il trattamento del dolore in corso di ovariectomia laparoscopica, anche se somministrato in premedicazione poco prima dell’inizio della chirurgia, anziché 2-4 ore prima come previsto secondo le indicazioni di riferimento.

I risultati di questo studio, nonostante il numero limitato di casi, rendono sicuramente interessante un approfondimento dell’efficacia di Recuvyra per chirurgie dei tessuti molli differenti dall’ovariectomia laparoscopica.

Figura

Tabella 4.1: peso ed età media dei soggetti nei gruppi: GFT, gruppo fentanyl  transdermico; GC gruppo controllo

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