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4 Come cercare l’insediamento sparso: il caso di studio del territorio di San Miniato

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Academic year: 2021

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4 Come cercare l’insediamento sparso: il caso di studio

del territorio di San Miniato

In questo capitolo discuterò i risultati ottenuti da analisi spaziali e raster effettuate sul territorio di San Miniato, con l’obiettivo di individuare, tenendo conto di una serie di variabili geografiche e culturali, le aree in cui potrebbe essersi sviluppato l’insediamento sparso tra i secoli che vanno dal XII al XIV secolo. e per ciascuno elaborerò un modello proiettivo che circoscriverà l’area in cui è probabile individuare una casa sparsa.

La sovrapposizione di singoli modelli elaborati per ciascuna variabile considerata permetterà di elaborarne uno con alto valore predittivo, che sarà poi verificato prendendo in considerazione i risultati della ricognizione di superficie effettuata in quest’area1.

4.1 Inquadramento geografico

Il territorio indagato si localizza nell’area del Medio Valdarno Inferiore e confina est con il comune di Empoli, a est con Castelfiorentino, a sud e a sud-ovest rispettivamente con Montaione e Palaia, a sud-ovest con Montopoli in Val d’Arno e a nord con Castelfranco di Sotto, Santa Croce sull’Arno, Fucecchio e Cerreto Guidi.

Si estende per circa 104 kmq, attraversato a nord dal fiume Arno e lambito a est dal fiume Elsa. I corsi d’acqua secondari si sviluppano secondo un reticolo idrografico parallelo con scorrimento da sud-est verso nord ovest. La morfologia del terreno è molto interessante, in quanto la distribuzione degli insediamenti si

1 Le ricognizioni di superficie sono state svolte dall’Università di Pisa – Laboratorio di

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basa anche sulle caratteristiche geomorfologiche del territorio e per la possibilità di sfruttamento agrario, infatti l’area del comune risulta pianeggiante a nord e collinare a sud, con lievi pendii e quote che vanno dai 100 ai 190 metri circa2.

4.2 Ambito cronologico e variabili dell’analisi

L’analisi dei risultati delle ricerche svolte nel territorio della Provincia di Siena ha permesso di osservare come l’insediamento sparso si sviluppi principalmente a partire dal XIII secolo.

Esso però sembra il risultato di processi di lunga durata che, almeno in alcuni casi, possiamo far risalire alll’XI-XII secolo: la crescita demografica, l’espansione agraria delle comunità contadine, lo sviluppo della mezzadria poderale dal XIII secolo.

Per questo motivo abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione nel periodo compreso tra il XII e il XIV secolo.

Tra questi due estremi cronologici del resto nel territorio di San Miniato si assiste alla moltiplicazione delle strutture religiose che passano tra XI e XII secolo stando ai dati desumibili dalle fonti scritte, da sei a trentacinque, per arrivare a sessantatre attestazione nel XIV secolo3.

Questo incremento potrebbe essere collegato a quello dell’insediamento sparso, per cui lo utilizzeremo come variabile nelle nostre analisi.

Valuteremo infine il legame tra case sparse e sviluppo delle infrastrutture e della rete viaria, che nel Medio Valdarno Inferiore era particolarmente fitta, prevedendo percorsi terrestri, anche di grande importanza, come la Francigena e la via Pisaa, e fluviali (come l’Arno e i suoi affluenti) 4. Particolare attenzione sarà

2 FATIGHENTI 2005, pp. 3-4.

3 FATIGHENTI 2005, pp. 52-67.

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rivolta alla viabilità secondare, come le viae vicinales, sulla quale sembra incardinarsi l’insediamento sparso5.

4.3 Creazione di un GIS Inter-sito

Per realizzare questa ricerca è stata utilizzata una base cartografica recuperata dal sito della regione Toscana, SITA-Cartoteca. In particolare sono state scaricate le CTR 1:10.000 in formato shapefile del comune di San Miniato e anche le CTR dei comuni limitrofi, poiché alcune porzioni del comune oggetto d’indagine sono comprese al loro interno.

La gestione delle informazioni geografiche e spaziali sono state inserite all’interno di un sistema GIS OpenSource6.

Per l’elaborazione dei modelli i dati relativi agli insediamenti sono stati recuperati dalla letteratura edita7, consentendoci di ricostruire la maglia

insediativa del territorio nei secoli presi in esame grazie ad elementi quali gli elenchi delle ville dipendenti dalle pievi di San Genesio, di Corazzano o di San Pietro a Mosciano8, le carte dell’Archivio Vescovile di San Miniato e gli Statuti

del Comune di San Miniato al Tedesco (1337) puntualmente analizzati da Salvestrini9. L’archivio digitale del Repetti e le ricerche effettuate nell’ultimo

decennio sull’area10 consentono di inquadrare i siti a livello spaziale. Dopodiché

si è proceduto alla realizzazione di tre tabelle al cui interno sono state inserite tutte le località edite e le loro rispettive coordinate geografiche, ripartite nel seguente modo: 5 MERLO 2010, p. 12. 6 Qgis 2.14.0-Essen. 7 FATIGHENTI 2005, CANTINI 2010. 8 CANTINI 2010, pag. 100. 9 SALVESTRINI 1994.

10 In particolar modo ho tenuto in considerazione la tesi di Fatighenti B., Dal territorio allo scavo:

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 Siti XII, 31 località;  Siti XIII, 59 località;  Siti XIV, 67 località;

A ogni insediamento è stato assegnato un numero univoco, ID; i tre gruppo sono stati poi ulteriormente suddivisi in base alla tipologia del sito11.

4.4 Distribuzione degli insediamenti tra il XII e il XIV secolo

Comprendere le tendenze distributive dell’insediamento di un territorio sia a livello spaziale che matematico come l’analisi della distribuzione dei siti di un dato contesto, permette di avere una base utile per definire meglio i modelli predittivi di ciascuna variabile che saranno elaborati nei paragrafi successivi.

Per il XII secolo il calcolo sulla distanza di un sito dal sito più vicino evidenzia una situazione territoriale in cui la differenza fra distanza media12 e osservata13 è

alta, con un indice vicino più prossimo pari a 1.7 che rileva una tendenza distributiva che tende alla concentrazione. Rispetto all’XI secolo gli insediamenti si distribuiscono verso il castello di San Miniato e il Borgo San Genesio, confermando l’influenza che questi due poli hanno avuto sul territorio14. Il valore

z-score15, invece, mostra come in questa fase la distribuzione degli insediamenti non sia casuale.

11 Le tipologie identificate nei secoli indagati sono: castello, pieve, curtis, vicus, abitato, chiesa

generica, abbazia, canonica e ospedale.

12 Distanza osservata fra due punti vicini.

13 Distanza attesa nel caso i due punti si dispongono su un piano euclideo senza ostacoli.

14 Per approfondire l’argomento vedi, Cantini F. 2010, Vicus Wallari-Borgo San Genesio: il

contributo dell’archeologia alla ricostruzione della storia di un central place della valle dell’Arno, Firenze, Firenze University Press.

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Distanza media osservata: 1337.75954201 Distanza media attesa: 748.900896776 Indice vicino più prossimo: 1.78629715596 Z-Score: 10.3125606722

Rispetto alla fase precedente, dal XIII secolo, scompaiono soltanto due siti (Vetrignano e Santo Stefano di Torrebenni) e si constata la proliferazione di chiese generiche; l’indice vicino più prossimo è pari a 0.8, quindi l’andamento distributivo adesso tende chiaramente verso la dispersione. Da sottolineare la presenza di nuove chiese nelle vicinanze del castello di San Miniato e una maggiore concentrazione delle stesse per tutta la porzione centrale e meridionale del territorio. Anche la distanza media osservata fra due punti ora è inferiore a quella attesa, e il valore z-score pari a -3.2 evidenzia come il livello di distribuzione degli insediamenti nello spazio stia tendendo verso una disposizione sempre meno casuale.

Distanza media osservata: 614.885475016 Distanza media attesa: 760.964091587 Indice vicino più prossimo: 0.808034809808 Z-Score: -3.20154906919

Nel XIV secolo possiamo notare come la differenza fra la distanza media e osservata ritorni a valori più bassi rispetto alla fase precedente, mentre l’indice vicino più prossimo pari a 1.01 mostra una distribuzione che tende lievemente a ritornare verso la concentrazione. Il valore z-score, indica che la distribuzione degli insediamenti ritorna a essere casuale.

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L’andamento espresso in questo secolo dimostra chiaramente come sia un periodo di grandi modifiche per l’organizzazione territoriale. Le chiese e i monasteri attestati nella fase precedente continuano ad esistere, ma cambiano i centri dai quali dipendono. I diritti delle pievi altomedievali passano alle chiese incastellate, come nei casi di San Genesio e San Miniato e di San Saturnino di Fabbrica e Cigoli.

Inoltre, da questo momento in poi nascono nuovi monasteri conventi e comunità di monaci e monache che si concentrano nella parte centro-settentrionale del territorio16.

Distanza media osservata: 775.02928729 Distanza media attesa: 760.964091587 Indice vicino più prossimo: 1.0184833895 Z-Score: 0.308261505146

4.5 I parametri per la creazione del modello predittivo 4.5.1 Il rapporto con l’acqua

Il primo parametro che è stato utilizzato per la costruzione del modello predittivo è quello del rapporto tra chiese (48 in totale) e percorsi d’acqua.

Si è così creato un buffer sul dato puntuale degli edifici ecclesiasitici, in cui le distanze ad anelli concentrici sono posti a cento metri l’uno dall’altro fino ad arrivare alla distanza limite di un chilometro.

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100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 0 10 20 30 40 50 60 70

Distanza delle chiese dalle fonti idriche

XII XIII XIV

Distanza dai corsi d'acqua

T o ta le c h ie s e c u m u la tiv o

Tra il XII e il XIV secolo il grafico evidenzia come quasi il 50% dei siti sia posto entro la distanza di 300 metri, mentre arriviamo al 70% entro i 400 metri.

100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 0 2 4 6 8 10 12 14

Distanza chiese dalle fonti idriche

XII XIII XIV

Distanza dai corsi d'acqua

T o ta le d is ta n za s in g o la c h ie s a

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Il grafico successivo invece consente di stilare una gerarchia di probabilità di ritrovamento di case isolate in base alla distanza dal corso d’acqua.

Per il XII secolo la maggior parte delle chiese sono localizzate tra i 200 e i 400 metri dalle fonti idriche, e lo stesso lo si evince per il XIII e il XIV secolo. La distanza che però sembra offrire una maggiore probabilità di ritrovamento ricade all’interno dei 200 metri, area in cui abbiamo un picco di siti in tutti i tre i secoli con un minimo di undici per il XII e un massimo di quattordici sia per il XIII che per il XIV secolo.

Possiamo compiere ulteriori considerazioni valutando il grado di probabilità di rinvenimento sulle lunghe distanze. Notiamo come dai 700 metri la possibilità di individuare una casa isolata diminuisce decisamente (a 1000 metri si ha solo una attestazione).

Infine, possiamo riassumere i dati di tutti i tre i secoli realizzando una media della quantità delle chiese su ogni singola distanza calcolata e successivamente stabilire una probabilità di ritrovamento in base alla distanza dalle fonti idriche.

100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 0 2 4 6 8 10 12 14

Distanza chiese dalle fonti idriche

Distanza dai corsi d'acqua

M e d ia to ta le s in g o la c h ie s a

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probabilità distanza in metri minima 100 altissima 200 alta 300 altissima 400 bassa 500 bassa 600 minima 700 minima 800 minima 900 minima 1000

4.5.2 Il rapporto con la viabilità minore

Applicando lo stesso metodo utilizzato per il parametro acqua, per calcolare la distanza di ogni singola chiesa dalla viabilità sono stati realizzati dei buffers su ogni tracciato attualmente conosciuto. I percorsi viari qui studiati sono quelli relativi alle vie secondarie che sono sotto la giurisdizione dei singoli villaggi situati nelle loro prossimità, e soprattutto sono quelle vie che mettono in comunicazione gli insediamenti rurali del territorio con i villaggi stessi e i mercati.

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% 20% 40% 60% 80% 100% 120%

Distanza chiese dalla viabilità minore

XII XIII XIV

Distanza dalla viabilità minore

P e rc e n tu a le c u m u la tiv a c h ie s e

Lo scopo dell’analisi è valutare l’esistenza di un possibile rapporto tra la posizione delle chiese e i percorsi secondari. Dal grafico si evince come per il XII secolo la maggiore percentuale di chiese si faccia più consistente a partire dai 1200 metri di distanza dalle strade secondarie, invece per il XIII e il XIV secolo lo si nota a partire dai 1100 metri di distanza.

La tendenza distributiva delle chiese in rapporto con la viabilità tra il XII e il XIV secolo è in controtendenza rispetto al parametro acqua e sembra quella di preferire la costruzione ad una distanza di circa 100 metri, 800 metri, 1200 metri e 2500 metri dalle strade secondarie; infine non sembra esserci una distanza esatta a partire dalla quale gli insediamenti incomincino a diminuire, poiché si nota come dopo i 4500 metri di distanza i valori tornano lievemente ad aumentare.

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0 2 4 6 8 10 12 14

Distanza chiese dalla viabilità minore

XII XIII XIV

Distanza dalla viabilità minore

T o ta le s in g o la c h ie s a

In base a questi valori è possibile calcolare il grado di probabilità di rinvenire una casa isolata in base al parametro strada è molto elevato a 100 metri, 800 metri, 1200 metri e 2500 metri:

probabilità distanza in metri

alta 100 minima 200 minima 300 minima 400 nulla 500 minima 600 minima 700 alta 800 minima 900 minima 1000 minima 1100 altissima 1200 minima 1300 minima 1400

(12)

minima 1500 nulla 1600 minima 1700 minima 1800 minima 1900 nulla 2000 alta 2500 minima 3000 minima 3500 nulla 4000 nulla 4500 minima 5000

4.5.3 Il rapporto tra chiese e territorio

Per valutare la distribuzione delle chiese in base alla morfologia del terreno sono stati innanzitutto suddivisi i punti quotati in fasce di quota, giungendo all’individuazione di 5 categorie così distribuite:

Fascia Punti quotati Quota minima Quota massima Quota media

1 485 0 40 25

2 478 40 90 59

3 171 90 120 102

4 284 120 180 115

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Il passo successivo è stato quello di inserire in queste categorie tutte le chiese in base alla fascia di quota appartenente, suddivise nei secoli studiati.

1 2 3 4 5 0 5 10 15 20 25

Distribuzione chiese per fasce di quote

XII XIII XIV Fasce T o ta le s in g o la c h ie s a

Il grafico mostra come nel XII secolo le chiese vengano costruite nella maggior parte dei casi a quote compre tra i 0 e i 40 metri, dato che per i successivi due secoli cambierà notevolmente, poiché le chiese generiche si localizzeranno a quote comprese tra i 120 e i 180 metri.

Un’ulteriore elaborazione determinante per individuare una possibile posizione sul terreno di una casa o di un abitato sparso è l’analisi secondo il parametro “pendenza”. L’acclività del terreno è stata suddivisa in 4 categorie: 0%-10% (verde), 10%-25% (azzurro), 25%-35% (viola) e >35% (bordeaux).

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XII XIII XIV 0 5 10 15 20 25

Pendenze chiese tra il XII e il XIV secolo

T o ta le s in g o le c h ie s e

Il grafico si dimostra molto eloquente. La costruzione delle chiese sembra concentrarsi in aree con una bassa acclività o pianeggianti sia nel XII secolo che nel XIII e XIV; inoltre, per il XIII e il XIV secolo, aumenta la tendenza a costruire in aree più scoscese.

Interessante, per comprendere la distribuzione delle chiese, è inoltre comparare il parametro pendenza con quello relativo alle fasce di quote.

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1 2 3 4 5 0 2 4 6 8 10 12 XII secolo Fasce T o ta le s in g o la c h ie s a 1 2 3 4 5 0 2 4 6 8 10 12 14 XIII-XIV secolo Fasce T o ta le s in g o la c h ie s a

I grafici evidenziano una preferenza nel XII secolo per la costruzione in fascia 1, ovvero su terreni prevalentemente pianeggianti; nel XIII e XIV secolo notiamo invece come la volontà di costruire interessi quote più alte e terreni pianeggianti o lievemente scoscesi (fascia 4).

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Il grado di probabilità ricavato da queste analisi in base al parametro pendenza è il seguente:

probabilità percentuale inclinazione terreno

altissima 0-10

alta 10-25

minima 25-35

minima >35

L’ultima analisi è quella relativa alla quantità di ore solari annue che le chiese ricevono. 0 – 1015 1015 – 1402 1402 - 1790 1790 - 2177 2177 - 2564 0 5 10 15 20 25 30 35

Quantità ore solari annue

XII XIII XIV

Quantità ore solari

T o ta le s in g o la c h ie s a

Anche in questo caso, come per il parametro pendenza, il grafico si mostra molto chiaro. Le chiese si localizzano in aree che ricevono un quantitativo di ore solari annue tra le 1402 e le 1790 ore.

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probabilità quantità ore solari annue minima 0 – 1015 nulla 1015 – 1402 altissima 1402 - 1790 minima 1790 - 2177 bassa 2177 - 2564

4.6 Elaborazione dei modelli predittivi

Ottenuti i dati attraverso l’analisi dei parametri di acqua, strade, pendenza e assolazione, ritengo opportuno affinare il campo d’indagine ricorrendo alle informazioni pertinenti l’uso del suolo, limitatamente alle aree agricole.

La motivazione di questa operazione è sostenuta dalla necessità da parte degli insediamenti e in particolare dell’abitato sparso di usufruire di terreni da poter coltivare.

(18)

In base ai gradi di probabilità ottenuti per ogni parametro sono stati elaborati i modelli raster seguenti:

(19)
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I modelli appena esposti non sono tuttavia definitivi: per migliorare il risultato finale occorre ricorrere ad un criterio statistico come la media al fine di unire i valori di tutti i modelli in un solo.

Il primo passaggio è quello di assegnare un punteggio ad ogni grado di probabilità: altissima 90 alta 80 buona 70 discreta 50 bassa 40 minima 20 nulla 0

Successivamente è stata calcolata la media dei valori riclassificati di acqua, viabilità, pendenza e assoluzione, arrivando così a visualizzare un modello raster che tiene conto di tutti e quattro i parametri.

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Il modello così realizzato adesso consente di compiere delle indagini mirate alla ricerca dell’insediamento sparso nel territorio di San Miniato. La presenza di case isolate potrebbe localizzarsi principalmente a nord, nelle vicinanze del fiume Arno e a ovest all’altezza del torrente Egola e per quasi tutto il suo percorso N-S.

Rispetto alla viabilità principale dall’immagine si nota come le aree in cui è possibile trovare tracce di insediamento sparso si segnalano a nord della Via Pisana e a sud-ovest, ma distante dalla Via Francigena. Questo nuovo elemento potrebbe dimostrare come le case isolate non si trovano vicino ai tracciati più trafficati, ma probabilmente collegati attraverso una rete di vie secondarie ai mercati e ai centri maggiori del territorio.

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Sovrapponendo le informazioni sull’uso del suolo possiamo notare come sia possibile individuare la maggior parte delle aree in cui si potrebbe riscontrare la presenza di case isolate in zone agricole, a dimostrazione che l’insediamento sparso doveva trovarsi in prossimità dei terreni agricoli per il permettere il sostentamento degli abitanti.

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È possibile aggiungere che in alcune aree dove la possibilità di rinvenimento di case isolate è elevata ci troviamo nelle vicinanze di castelli, dato che potrebbe riflettere il mancato accentramento della popolazione negli insediamenti fortificati d’altura secondo dinamiche diverse da altre aree della Toscana17.

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4.7 Considerazioni finali

Confrontando i risultati dell’analisi sull’insediamento sparso nel territorio di San Giovanni d’Asso18 con quelli ipotizzati per il territorio di San Miniato,

possiamo fare alcune considerazioni.

Le case isolate del comune senese si localizzano su quote molto elevate con una media di 327 metri a differenza di quelle del comune pisano, la cui quota media è di 99 metri. I valori della pendenza sono invece molto simili, attestati al 13% nel primo caso è all’11% nel secondo, dati che confermano come l’insediamento sparso si collochi nella maggior parte dei casi su terreni leggermente in declivio. Anche per quanto riguarda la media delle ore di assoluzione annue le cifre sono affini: si parla di 1892 ore annue per il caso di San Giovanni d’Asso e di 1830 ore annue per il territorio di San Miniato.

Valori simili si riscontrano in altri due comuni del senese dove, con molta probabilità, lo sviluppo dell’abitato sparso è legato alla diffusione delle chiese sul territorio: la Val d’Elsa mostra una pendenza media per l’insediamento sparso pari al 7% e il territorio di Chiusdino una pendenza media del 17%; le ore di sole annue per l’insediamento sparso della Val d’Elsa corrispondono a 1845 e per quello di Chiusdino 2115 ore annue. Non possiamo però ritenere i risultati per questi ultimi due territori completamente corretti, poiché non si dispone delle precise coordinate geografiche dei siti, che quindi sono stati posizionati analizzando la cartina IGM presente nelle rispettive Carte Archeologiche.

18 vedi capitolo 3.

San Miniato San Giovanni d’Asso Val d’Elsa Chiusdino

Pendenza 11% 13% 7% 17%

(26)

Confrontando i diversi territori che abbiamo preso in considerazione (San Giovanni d’Asso, Val d’Elsa, Chiusdino e San Miniato), possiamo ipotizzare che l’abitato sparso si manifesti entro un range di pendenza tra il 5% e il 20% in aree che ricevono un quantitativo di ore solari annue tra le 1800 e le 2000 ore.

Se questi aspetti venissero confermati dalla ricognizione di superficie e dalle elaborazioni GIS, potremmo aver posto le basi per la definizione dei parametri di ricerca pertinenti l’insediamento sparso.

Una prima considerazione sui dati ottenuti ci spinge a raccordare tali risultati con gli studi realizzati nei comuni limitrofi a San Miniato come Fucecchio e Cerreto Guidi. In entrambi i territori, sebbene le zone non sono siano state oggetto di ricognizioni e scavi archeologici, gli studi delle fonti scritte hanno portato a considerare una possibile presenza di insediamento sparso.

Nello specifico, la diffusione dell’insediamento sparso a maglie larghe per i territori di Fucecchio e Cerreto Guidi, potrebbe essere confermata se l’interpretazione dei siti citati nei documenti scritti come “ville”, fossero composte da nuclei caratterizzati da poche abitazioni19. Nel territorio di San Miniato si

potrebbe prospettare una realtà insediativa a maglie larghe, ma composta da una rete di insediamenti caratterizzata da chiese connesse a poche abitazioni, castelli, piccoli villaggi, borghi, pievi, ospedali, abbazie e monasteri, ma tali supposizioni potranno essere confermate solo dallo studio dei dati ottenuti dalla ricognizione di superficie degli anni precedenti.

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