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Jobs act, Confindustria: si applichi a tutti ilavoratori. Sindacati in ordine sparso

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23/1/2015 Jobs act, Confindustria: si applichi a tutti i lavoratori. Sindacati in ordine sparso ­ Il Sole 24 ORE

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015­01­20/jobs­act­cisl­e­uil­rivedere­norme­licenziamenti­collettivi­e­aspi­cgil­aumenta­precarieta­154336_PR… 1/2

Stampa l'articolo  Chiudi 20 gennaio 2015

Jobs act, Confindustria: si applichi a tutti i

lavoratori. Sindacati in ordine sparso

«Le modifiche alla disciplina del contratto a tempo indeterminato dovrebbero potersi applicare a tutti i rapporti  di  lavoro,  compresi  quelli  in  essere.  Ciò,  soprattutto,  per  evitare  il  rischio  di  nuove 'segmentazioni' del mercato del lavoro e, con esse, di nuove rigidità nella circolazione dei lavoratori». Così il  direttore  dell'Area  lavoro  e  welfare,  Piero  Albini,  nel  documento  preparato  per  l'audizione  in commissione Lavoro del Senato sui primi due decreti attuativi del Jobs act, quello sul contratto a tutele crescenti e quello sugli ammortizzatori sociali . Numerosi i rilievi dei sindacati. «Abbiamo chiesto modifiche sull'estensione delle norme ai licenziamenti collettivi e che la durata della nuova Aspi torni a 24 mesi anche nel 2017», è stata la richiesta avanzata dal segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. Molto più dura la posizione della Cgil che valuta «sbagliato e inemendabile» il decreto attuativo del Jobs act sul contratto a tutele crescenti. Mentre per la Uil, che ha stigmatizzato la «forzatura» sui licenziamenti collettivi fatta dal governo, «colpisce negativamente come si sia scelto di partire con i provvedimenti sull'uscita dal lavoro anziché affrontare con coraggio la strada maestra delle politiche per la crescita». Confindustria: contratto a tutele crescenti si applichi a tutti lavoratori  Per Confindustria, «le modifiche alla disciplina del contratto a tempo indeterminato dovrebbero potersi applicare a tutti i rapporti di lavoro, compresi quelli in essere. Ciò, soprattutto, per evitare il rischio di nuove  'segmentazioni'  del  mercato  del  lavoro  e,  con  esse,  di  nuove  rigidità  nella  circolazione  dei lavoratori». Lo ha ribadito il direttore dell'Area lavoro e welfare, Piero Albini. Sull'indennità si chiede un meccanismo di calcolo vincolante. «Si propone di precisare che il meccanismo di calcolo dell'indennità, parametrato  all'anzianità  di  servizio,  debba  essere  considerato  vincolante,  non  consentendo  una determinazione  dell'indennità  medesima  in  misura  diversa  da  quella  che  deriva  dall'applicazione  del criterio dell'anzianità di servizio in azienda» si legge nel documento.

In generale, Albini ha ribadito che lo schema di decreto legislativo sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti «contiene importanti novità e coglie l'obiettivo prefissato dalla legge delega: favorire le assunzioni  a  tempo  indeterminato,  garantendo  anche  alle  parti  certezza  in  merito  alle  conseguenze  del recesso  dal  rapporto  di  lavoro».  Per  Confindustria,  inoltre,  «certamente  positiva  e  condivisibile  è  la disciplina  dell'offerta  di  conciliazione  che  il  datore  di  lavoro  può  attivare  per  evitare  il  possibile contenzioso giudiziario successivo al licenziamento».

Cisl: cambiare norme su licenziamenti collettivi e Aspi 

Apportare  modifiche  ai  decreti  attuativi  del  Jobs  act  nelle  parti  relativi  ai  licenziamenti  collettivi  e  alla nuova Aspi. È quanto ha chiesto il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni, alla Commissione Lavoro del Senato. «Abbiamo rivolto un appello a smettere con l'ideologia e a guardare in faccia la realtà ­ ha detto Petteni al termine dell'audizione ­ La disoccupazione è cresciuta. Servono politiche attive e una riduzione delle tipologie contrattuali». La Cisl ha chiesto in particolare di eliminare l'estensione del nuovo regime ai licenziamenti  collettivi  e  di  estendere  la  nuova  Aspi  a  24  mesi  anche  nel  2017  .  Per  quanto  riguarda  i licenziamenti disciplinari «va ripristinato il criterio di proporzionalità tra il fatto contestato e la sanzione del licenziamento» e l'onere della prova «deve restare a carico del datore di lavoro».

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23/1/2015 Jobs act, Confindustria: si applichi a tutti i lavoratori. Sindacati in ordine sparso ­ Il Sole 24 ORE

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015­01­20/jobs­act­cisl­e­uil­rivedere­norme­licenziamenti­collettivi­e­aspi­cgil­aumenta­precarieta­154336_PR… 2/2 Una richiesta, quella di rivedere le norme sui licenziamenti collettivi e la durata dell’Aspi, condivisa dalla Uil. «È stata una forzatura del Governo inserire i licenziamenti collettivi e questo creerà grandi problemi nella  gestione  delle  vertenze.  Chiediamo  che  questa  misura  venga  rivista».  È  la  posizione  della  Uil espressa dal segretario confederale, Guglielmo Loy in SenatoLoy che ha chiesto anche una «rivisitazione molto  netta»  delle  previsioni  sui  licenziamenti  individuali  perché  con  le  nuove  misure  «non  c'e' proporzionalità tra il fatto materiale e la sanzione dell'impresa». Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, «sulla nuova Aspi mancano i soldi e nel 2017 si torna indietro ad una durata di 18 mesi», anno in cui, ha sottolineato ancora, verrà definitivamente cancellata l'indennità di mobilità. La richiesta della Uil è anche quella di innalzare l'indennizzo per i licenziamenti economici per evitare il rischio che «imprese non corrette  utilizzino  gli  incentivi,  molto  generosi,  previsti  dalle  legge  di  stabilità  per  garantirsi  risorse  da destinare all'indennizzo»

Cgil: Jobs act sbagliato,aumenta precarietà non occupazione 

La Cgil valuta invece «sbagliato e inemendabile» il testo di decreto presentato dal Consiglio dei ministri sul  contratto  a  tutele  crescenti.  Lo  si  legge  in  un  documento  presentato  nel  corso  dell’audizione  in commissione  alla  quale  ha  partecipato  il  segretario  generale  della  Cgil,  Susanna  Camusso.  «Il provvedimento  nel  suo  insieme,  oltre  che  generalizzare  la  pratica  della  precarizzazione  dei  rapporti  di lavoro, divide i lavoratori tra chi un lavoro ce l'ha e i nuovi assunti. Esattamente il contrario di ciò di cui ha bisogno il mondo del lavoro» e cioè innanzitutto di «superare le divisioni e le contrapposizioni», afferma il documento. Inoltre, per la Cgil, il Jobs act «ancorché combinato con la decontribuzione prevista nella legge di stabilità, non pare sufficiente a determinare quella crescita occupazione di cui avremmo bisogno». Settimana di audizioni 

A  partire  da  questa  mattina,  per  l'intera  giornata,  si  terranno  le  audizioni  delle  parti  sociali  alla commissione  lavoro  del  Senato,  dove  il  presidente  Maurizio  Sacconi  (Ap)  intende  accelerare  per esprimere il parere prima possibile. Sacconi intende proporre una modifica sul cosiddetto opting out, per dare la possibilità anche al datore di lavoro, in caso di condanna alla reintegrazione, di optare per una sanzione  economica  congrua,  inoltre  considera  le  nuove  regole  applicabili  anche  ai  dipendenti  pubblici impiego,  con  l'eccezione  alle  procedure  concorsuali  di  accesso  e  alle  cosiddette  carriere  d'ordine (magistratura, polizia, forze armate, carriera diplomatica e prefettizia).

20 gennaio 2015

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