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PARTE II LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI NEGLI ASILI NIDO DEL COMUNE DI VENEZIA INTRODUZIONE

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PARTE II

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO MOVIMENTAZIONE

MANUALE DEI CARICHI NEGLI ASILI NIDO DEL

COMUNE DI VENEZIA

INTRODUZIONE

Tra le mansioni lavorative in cui il rischio da movimentazione manuale dei carichi appare rilevante oltre ad operai, agricoltori, falegnami, autisti,

camionisti, infermieri, collaboratori sanitari, inservienti, compaiono anche le educatrici di asilo nido.

Infatti, tra i disturbi più frequentemente lamentati dalle educatrici di asilo nido vengono riportati quelli a carico

dell’apparato locomotore, in particolare a carico del rachide (Occhipinti et al., 1989).

Il sovraccarico biomeccanico del rachide delle educatrici di asili nido non è di semplice quantificazione in quanto i metodi di valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi precedentemente descritti non risultano semplicemente e pienamente applicabili allo specifico contesto poiché il carico sollevato, che è ovviamente rappresentato dai bambini ha delle peculiarità:

• non è un “peso statico”;

• è di peso variabile;

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Tra il 2007 e il 2009, i Medici Competenti del Comune di Venezia, il dott. Danilo Bontadi e la dott.ssa Paola Torri, hanno elaborato uno studio sui rischi negli asili nido veneziani, in particolare quelli legati alla movimentazione manuale dei carichi. Tale lavoro, che ha visto la collaborazione del Servizio Prevenzione e Protezione dell’Amministrazione Comunale, ha preso in considerazione gli aspetti organizzativi, ambientali, degli arredi e degli strumenti di lavoro caratterizzanti la specifica realtà lavorativa al fine di definire le criticità dei compiti che all’interno della mansione possono determinare sia un’assunzione di posture sovraccaricanti che una movimentazione manuale di carichi.

Parallelamente ai sopralluoghi conoscitivi dei diversi ambienti di lavoro, è stato dato il via anche all’attività di sorveglianza sanitaria, secondo quanto disposto dal D. Lgs.81/2008. L’organizzazione della sorveglianza sanitaria, successiva alla definizione delle mansioni e dei conseguenti rischi, è stata finalizzata, oltre a garantire un’idonea attribuzione delle mansioni, anche a contribuire all’individuazione delle situazioni di rischio e a valutare idonei interventi di prevenzione.

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MATERIALI E METODI

Il Comune di Venezia conta 26 asili nido dislocati tra terraferma e laguna.

Lo studio è stato condotto in tutti gli asili nido per un totale di 255 educatrici coinvolte; il rapporto educatrici/ bambini era di 1/6- 1/5. Dal punto di vista organizzativo, ogni nido

presentava generalmente due sezioni: una per lattanti con bambini dai 3 ai 15 mesi e una per divezzi con bambini dai 16 mesi ai 3 anni.

Per la rilevazione degli aspetti organizzativi ed ambientali, è stato utilizzato uno specifico questionario elaborato dal gruppo milanese EPM, che è stato somministrato in due momenti operativi:

1. colloquio diretto con le lavoratrici e con il responsabile dell’asilo nido; 2. sopralluogo nell’asilo nido per la rilevazione degli aspetti ambientali. Il questionario è suddiviso in tre parti:

• Zona soggiorno- gioco: questa parte del questionario indaga il tipo di sedili utilizzati per i bambini diversificandoli per fasce di età, la movimentazione di arredi e giochi e il conseguente eventuale peso movimentato, il numero di volte in cui ogni educatrice durante il proprio turno di lavoro mette a sedere un bambino suddividendole in lattanti e divezzi;

• Zona riposo: in questa sezione del questionario si indagano le caratteristiche dei letti utilizzati per i bambini di varie fasce di età analizzando in particolare la presenza di lettini con sponde fisse o ribassabili, la necessità di spostare gli arredi, il numero di volte in cui

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• Zona igiene bambino: quest’ultima parte del questionario indaga le caratteristiche dei bagni focalizzando l’attenzione in particolare sull’altezza del fasciatoio e dei lavandini, l’eventuale utilizzo della scaletta e il numero di volte in cui ogni educatrice durante il proprio turno di lavoro cambia un bambino (con la solita distinzione tra lattanti e divezzi).

Nello studio sono state valutate alcune posture assunte dalle educatrici nello svolgimento delle principali operazioni di cui è composta la giornata lavorativa (sollevamento del bambino, cambio del bambino al fasciatoio, somministrazione dei pasti) con la metodologia “Rapid Entire Body Assessment” (REBA- Hignett 2000).

Il protocollo sanitario elaborato dal Medico Competente per le educatrici asilo nido identifica quali rischi e conseguenti motivazioni per effettuare la sorveglianza sanitaria: il sollevamento dei bambini, l’assunzione di posture incongrue, e il possibile contatto con agenti biologici. Per tali motivi sono stati previsti i seguenti accertamenti:

o Visita medica con esame posturale;

o Esami di laboratorio al primo controllo comprendenti oltre al profilo base (esame emocromocitometrico completo, ALT, AST, GGT, creatininemia, glicemia, colesterolo totale ed HDL, trigliceridi, esame urine completo), i markers per l’epatite e gli anticorpi antirosolia. Recentemente tale protocollo è stato revisionato e sono state apportate delle modifiche: il profilo base va ripetuto ad ogni controllo e al primo controllo oltre agli anticorpi antirosolia vengono valutati gli anticorpi per altre malattie esantematiche dell’infanzia (morbillo, parotite, varicella). Il protocollo sanitario prevede una periodicità triennale per gli accertamenti sopra riportati, riservando però al Medico Competente la possibilità di richiedere eventuali accertamenti e di modificare la periodicità di quelli previsti

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per fini preventivi o per la formulazione del giudizio di idoneità alla mansione specifica, così come previsto dalla normativa vigente.

La valutazione clinica del rachide che si effettua in fase di visita medica prevede l’utilizzo del questionario anamnestico del rachide A.A.S.S. dell’unità di ricerca EPM, suddiviso in diverse fasi:

Osservazione in stazione eretta per indagare: cifosi dorsale, lordosi lombare ed eventuale presenza di scoliosi;

Osservazione ritmo lombo pelvico;

Manovra per evidenziare dorso curvo strutturato (da effettuarsi in caso di osservazione di ipercifosi in stazione eretta);

Manovre di presso palpazione per evidenziare presenza di dolore a carico dei diversi tratti del rachide;

Valutazione della motilità del rachide cervicale e dorsolombare; Manovra di Lasegue per retrazione dei muscoli ischiocrurali; Manovra di Wasserman per retrazione dei muscoli ileopsoas.

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RISULTATI

Aspetti organizzativi ed ambientali: l’indagine condotta, con il metodo REBA ha evidenziato, per i diversi compiti lavorativi esaminati, punteggi che si collocano prevalentemente nelle fasce MEDIO / ALTE (punteggio REBA compreso tra 6 e 10).

Dall’analisi dei dati è emerso che lo svolgimento di compiti lavorativi comportanti il mantenimento di posture incongrue aveva luogo per periodi di tempo nell’ordine di un terzo dell’orario di lavoro, quindi è stata confermata l’esistenza di uno specifico rischio lavorativo.

Si è quindi reso necessario affidare la riduzione del livello di rischio in primo luogo alla riprogettazione di alcuni arredi tenendo in considerazione anche le esigenze ergonomiche degli adulti (progettazione “a misura di adulto”, in un ambiente che finora aveva visto privilegiare le esigenze dei piccoli) soprattutto per quanto riguarda le culle (che devono essere dotate di spondine ribassabili) e le sedie per le educatrici (devono essere basse e con le ruote).

Inoltre è emersa la necessità di considerare fondamentali interventi mirati di formazione ed informazione delle educatrici in un’ottica di maggior tutela della salute.

Sorveglianza sanitaria: dai dati raccolti dal Medico Competente in fase di visita medica è emerso che il 37,5% delle educatrici presentava disturbi a carico del rachide cervicale e il 42,7% a carico del rachide lombare. E’ altresì emerso che oltre la metà delle educatrici presentava disturbi agli arti superiori,

prevalentemente a carico dell’articolazione scapolo- omerale. Sia per quanto riguarda il rachide che per gli arti superiori, l’analisi dei dati ha evidenziato un aumento dell’occorrenza dei disturbi con il crescere dell’età anagrafica e degli anni di anzianità lavorativa.

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CONCLUSIONI E DISCUSSIONI

Alla luce dei dati emersi dalla valutazione degli aspetti organizzativi ed ambientali e dalla sorveglianza sanitaria, per adempiere agli obblighi di legge e per seguire il consiglio del Medico Competente, il Servizio Prevenzione e Protezione ha ritenuto opportuno presentare nella primavera del 2011 alle educatrici degli asili nido comunali un progetto di intervento formativo per la valutazione e prevenzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi. La prima parte del progetto formativo consiste in un incontro pomeridiano in aula, effettuato con la collaborazione del Medico Competente, il cui obiettivo è quello di informare i lavoratori sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro a cui i lavoratori sono esposti in relazione all’attività svolta e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare allo scopo di evitare infortuni o patologie lavoro- correlate.

Per mettere in atto la seconda parte del progetto formativo , nell’estate del 2011 il SPP ha preso contatti col il Servizio di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ ULSS 12 veneziana e insieme al personale specializzato in riabilitazione, fisiatra e fisioterapisti, ha progettato e proposto alle educatrici in servizio presso gli asili nido e insegnanti di sostegno per la scuola dell’infanzia, un corso di Back School . Nell’Ottobre del 2011 hanno preso il via i primi corsi con adesione volontaria dei partecipanti; i corsi di Back School vengono svolti ancora oggi e si configurano come formazione specifica dei lavoratori.

Lo scopo del corso è quello di fornire ai lavoratori adeguate informazioni derivanti dalla legislazione vigente sui rischi specifici a cui possono essere esposti nella movimentazione manuale dei carichi, relativamente alle situazioni più ricorrenti nel lavoro presso un asilo nido o scuola dell’infanzia e di

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Con questo corso però non si vuole solo assolvere ad un obbligo legislativo, ma anche fornire gli strumenti per poter affrontare sia i propri compiti profes-sionali che le attività quotidiane e del tempo libero con maggior consapevo-lezza circa le potenzialità ma anche i limiti che la nostra struttura fisica ci impone. Un piccolo passo avanti per la prevenzione e la tutela della salute di ognuno, salute che, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non si riferisce solamente all’assenza di malattia o infermità, ma anche ad uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.

La Back School è una metodica efficace e duratura nel trattamento dei dolori vertebrali, rende il soggetto potenzialmente sofferente di dolori vertebrali non più passivo esecutore di cure prescritte dal medico, ma attivo protagonista del suo trattamento. Egli che è la prima persona interessata

diventa anche il primo responsabile.

Infatti, grazie alla Back School il soggetto che è esposto al rischio da movimentazione manuale dei carichi:

• acquisisce tutte le informazioni utili per imparare ad usare bene la sua colonna vertebrale ed evitare di azionare il meccanismo che produce il dolore;

• conosce gli esercizi utili per prevenire e combattere il dolore;

• acquisisce un atteggiamento di fiducia in se stesso con la capacità di autogestire i propri problemi di salute attraverso un impegno personale. I corsi di Back School sono stati attivati per le educatrici degli asili nido e per gli operai del Settore Economato; per calibrare e plasmare l’intervento formativo sulla base delle effettive criticità/ necessità, in fase preliminare, le fisioterapiste docenti del corso, hanno effettuato dei sopralluoghi presso gli ambienti di lavoro per osservare le lavoratrici e i lavoratori durante lo svolgimento dei compiti propri dell’attività lavorativa.

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Le lezioni, condotte da fisioterapisti professionali esperti in Back School ovvero fisioterapisti specializzati in tale materia e con comprovata esperienza in tale metodologia, vengono sviluppate in maniera interattiva, per permettere ai partecipanti l’apprendimento consapevole dei contenuti esposti, di mettere a confronto le proprie esperienze e di acquisire e confermare conoscenze e competenze in merito al problema della Movimentazione Manuale dei Carichi, dei rischi e prevenzione ad essa correlati.

Ogni edizione prevede 8 incontri della durata di un’ora e la partecipazione di 10 lavoratori. Lo schema e gli argomenti delle sedute, riprendono quelli del modello di Back School proposti dall’unità milanese EPM. Il primo incontro, oltre ad una prima parte conoscitiva e di presentazione del corso, prevede una parte teorica in cui vengono affrontati temi quali la movimentazione manuale dei carichi e l’anatomo- fisiologia del rachide, seguita poi da esercizi di rilassamento. Anche il secondo incontro prevede una parte teorica sulle patologie del rachide e il sovraccarico biomeccanico conseguente alla MMC, seguita da esercizi di rilassamento e stretching. Tutti i successivi incontri prevedono lo svolgimento di esercizi attraverso i quali vengono insegnate ai partecipanti le giuste tecniche per eseguire i cambi di posizione e le posture corrette da adottarsi sia durante l’attività lavorativa, che nella vita quotidiana.

Gli incontri prevedono anche dei momenti dedicati alle azioni proprie dell’attività lavorativa, secondo quanto rilevato dalle fisioterapiste durante i sopralluoghi condotti in fase preliminare. Nello specifico, alle educatrici di asilo nido, viene insegnato, anche attraverso l’uso di una bambola, come sollevare e movimentare correttamente un bambino, il corretto schema motorio e posturale da utilizzare durante il cambio al fasciatoio, nei momenti di gioco e

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Talvolta i partecipanti vengono coinvolti a divenire loro stessi conduttori del corso. Il decimo incontro, oltre ad un ripasso della parte teorica, prevede la somministrazione dei questionari di gradimento e di verifica dell’apprendimento.

Il progetto formativo non vuole essere fine a sé stesso e a tale scopo il SPP del Comune di Venezia insieme alle fisioterapiste docenti dei corsi di Back School intendono effettuare dei sopralluoghi di verifica negli ambienti di lavoro per:

• valutare l’efficacia degli interventi di formazione;

• indagare la presenza di ulteriori criticità, da utilizzare eventualmente come punto di partenza per i nuovi interventi formativi.

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