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Capitolo I L’AUTRICE E IL CONTESTO STORICO 1. Rebecca Harding Davis: vita e opere

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VII

Capitolo I

L’AUTRICE E IL CONTESTO STORICO

1. Rebecca Harding Davis: vita e opere

Rebecca Blaine Harding nasce il 24 giugno 1831, a Washington, da Rachel Leets e l’inglese Richard Harding. Intorno al 1836 la famiglia si trasferisce da Big Spring, Alabama, a Wheeling, cittadina che allora faceva parte della Virginia. Wheeling è un mondo “rich with human drama [which] provided prototypes for characters and plots that recurr, slightly altered, in her fiction”1

. Rebecca ha l’occasione di vedere gli immigrati europei sui carri diretti a ovest, persone ricche ridotte sul lastrico dalla crisi economica, ma comunque sempre degne di rispetto, e persone ai margini della società. È stata dunque esposta fin da piccola alla differenza.2

Riceve la prima istruzione dalla madre, che descrive come “the most accurate historian and grammarian I ever have known”3

. Il padre era solito raccontare i classici della letteratura inglese, ma anche inventare delle storie per i figli.4

1

Cfr. Rose, Jane A., Rebecca Harding Davis, New York, Twayne Publishers, 1993, p.3. Nel corso di questo lavoro, l’opera sarà indicata con l’abbreviazione R.H.D.

2 Cfr. Rose, Jane A., R.H.D., pp. 1-3.

3 Cfr. Langford, Gerald, “Book I: Rebecca”, in The Richard Harding Davis Years: a Biography for

a Mother and Son, New York, Holt, 1961, p.4.

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VIII La giovane Rebecca si costruisce un mondo immaginario grazie ai classici della letteratura e a un libro, Moral Tales, di cui solo nel 1861 scoprirà l’autore, Nathaniel Hawthorne e il titolo reale, Twice-Told Tales. I racconti la colpirono perché non trattavano di argomenti fantastici ma di quelli comuni, della vita quotidiana, che per l’autrice acquisirono la stessa importanza del fantastico: “for the first time, I found that they, too, belonged to the magic world of knights and pilgrims and fiends”5

.

Nel 1844, entra al Washington Female Seminary, dove studia francese, letteratura inglese, filosofia, geometria, religione, musica e disegno. Oltre ai corsi accademici, frequenta lezioni di personaggi importanti, come Horace Greeley, e conosce il dottor Francis Julius LeMoyne.6 Si diploma nel 1848 e, secondo l’uso delle ragazze del suo ceto, il suo percorso d’istruzione è concluso. Non essendo sposata, deve aiutare la madre a prendersi cura dei figli e della casa:

Even had she wanted to go on with education, there was but one college in the entire country that would admit a female, the scandalous, unthinkable (abolitionist) Oberlin. The massed social structure prescribed one sphere, one vocation for a woman of her class: domestic – marriage, or serving as daughter, sister, aunt where needed. Only in case of extreme economic necessity did a girl or a woman of her circle live away from her home, with but one “respectable” occupation open to her – teaching (at a third of a man’s pay).7

Dei dodici anni successivi della sua vita, ci sono poche notizie: Rebecca legge molto, studia letteratura francese e tedesca sui libri dell’università del

5

Davis, Rebecca H., Bits of Gossip, Boston, Houghton Mifflin, 1904, p. 30. Da qui in poi, abbreviato in Bits.

6 Cfr. Rose, Jane A., R.H.D., p. 5.

7 Cfr. Olsen, Tillie, “A Biographical Interpretation”, in Davis, Rebecca H, Life in the Iron-Mills

and Other Stories, Old Westbury, New York, Feminist, 1985, pp. 73-4. Da qui in poi ci si riferirà a tale opera di Davis con “Life”.

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IX fratello, e si dedica alla scrittura. Alla fine degli anni Cinquanta, inizia a scrivere poesie, racconti e editoriali per il Wheeling Intelligencer.8

Nel 1860, Rebecca invia il racconto “Life in the Iron-Mills” all’Atlantic

Monthly e riceve, nel gennaio del 1861, la lettera di approvazione, la paga di 50

dollari e l’offerta di altri 100 dollari per un secondo contributo. “Life in the Iron-Mills” viene pubblicato anonimo in aprile. Secondo Pfaelzer,

with the war and with the publication of the early writings of Rebecca Harding Davis that would dig into the commonplace, one could say that April 1861 marked the end of American romanticism. It also marked the end of a set of repressive cultural expectations for women.9

È un racconto che scava nelle vite comuni, ed è allo stesso tempo rivoluzionario e sconvolgente per i lettori della rivista. Infatti,

the Atlantic […] represented a cultural elite who pursued the transmission of their own cultural, humanistic values. They spoke for the New England cultural tradition […] and they spoke to those readers who continued to value the New England legacy.10

È a questo pubblico che Rebecca si rivolge direttamente, esortandolo: I want you to hide your disgust, take no heed to your clean clothes, and come right down with me – here, into the thickest of the fog and mud and foul effluvia. I want you to hear this story.11

È la terribile e triste storia di due operai, Hugh Wolfe e sua cugina Deborah. Deb è una donna brutta, gobba, innamorata di Hugh, il quale però ama la bella Janey. Hugh è un uomo poco virile, col volto femminile. È un artista ed è

8 Cfr. Rose, Jane A., R.H.D., pp. 6-7.

9 Cfr. Pfaelzer, Jean, “The Common Stories of Rebecca Harding Davis. An Introduction.”,

Pfaelzer, Jean, (ed.), A Rebecca Harding Davis Reader: “Life in the Iron-Mills,” Selected Fiction & Essays, Pittsburgh,: University of Pittsburgh Press, 1995,p. xi. [corsivo mio]

10 Cfr. Doriani, Beth M., “New England Calvinism and the Problem of the Poor in Rebecca

Harding Davis’s ‘Life in the Iron Mills.’”, in Schuldiner, M. (ed.), Literary Calvinism and Nineteenth-Century American Women Authors. Studies in Puritan American Spirituality (SPAS) 6. Lewiston, Mellen, 1997, p. 180.

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X solito usare gli scarti dei minerali, chiamati korl, per intagliare e scolpire delle figure. Ma Hugh è un artista mancato, come altri nei racconti di Davis: “God put into this man’s soul a fierce thirst for beauty, – to known it, to create it; to be – something, he knows not what, – other than he is.”12 Hugh ha scolpito nel korl la figura di una donna, che affascina tre visitatori della ferriera: Kirby, il figlio del proprietario, il dottor May, un riformatore locale, e Mitchell, un intellettuale del nord. La donna rappresenta simbolicamente l’anima di Hugh, affamata di libertà. Ha bisogno di “summat to make her live”13

, spiega Hugh. Deborah capisce dai discorsi dei tre che i soldi costituiscono la loro unica via d’uscita da quella vita di stenti e decide quindi di rubare il portafoglio di Mitchell. Sebbene la prima reazione di Hugh, quando lo scopre, sia rifiutare il denaro ed essere onesto, si lascia cogliere dalla tentazione nell’andare a restituirlo e viene arrestato insieme a Deb. Alla fine, si rende conto che solo la morte può dargli la tanto agognata libertà e si uccide. Deb, invece, dopo la scarcerazione viene accolta in una comunità quacchera.

È sufficiente la trama per capire perché alcuni critici definiscono quest’opera un “pioneering work”14

. Come afferma Olsen nella nota introduttiva, “it recorded what no one else recorded”15

, la vita degli ultimi che la società non vedeva perché non voleva vederla. Nonostante il successo seguito alla pubblicazione, nel corso degli anni “Life in the Iron-Mills” è stato dimenticato ed

12 Ibidem, p. 25. 13 Ibidem, p. 33.

14 Cfr. Harris, Sharon M., “Rebecca Harding Davis: From Romanticism to Realism,” in American

Literary Realism 1870–1910, Vol. 21, No. 2, Winter, 1989, pp. 4-20.

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XI è “ricomparso” solo nel 1972, quando Olsen lo trovò per caso e lo propose alla Feminist Press perché fosse ripubblicato.

Nell’aprile del 1861, Rebecca risponde a Fields, redattore dell’Atlantic che le aveva chiesto un’altra storia, parlandogli del suo nuovo lavoro “The Deaf and the Dumb”, che diventerà la serie “A Story of To-day” e poi il romanzo Margret

Howth. La storia viene rifiutata da Fields una prima volta perché troppo

deprimente e Davis la modifica, creando un nuovo finale e cambiando il titolo in “A Story of To-day”.16

Nel giugno del 1861, Rebecca, accompagnata dal fratello, è in visita ad alcuni amici di famiglia a Boston, Concord, New York e si reca a Philadelphia. Le due settimane che trascorre a Boston e Concord sono molto significative per lei perché viene accolta come la famosa scrittrice dell’Atlantic e ha l’occasione di conoscere i suoi autori di riferimento, come Hawthorne, Bronson Alcott e Emerson. Conosce Louisa May Alcott e le due diventano molto amiche.17 A Philadelphia va a trovare Lemuel Clarke Davis, un ammiratore con cui aveva iniziato una corrispondenza l’anno prima, e si fidanzano ufficialmente.

La fama di Rebecca aumenta e le vengono fatte proposte da altri giornali. Sebbene all’inizio fosse reticente ad accettarle data l’amicizia con Fields, decide di considerare l’offerta del Peterson’s Magazine e di scrivere anche per loro.

16

Cfr. Rose, Jane A., R.H.D., pp. 24-5.

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XII Viene pagata di più ma deve iniziare a scrivere storie che soddisfino i desideri del pubblico.18

Nel 1862, l’Atlantic pubblica il racconto “Blind Tom”, basato su una storia vera. Il protagonista, Tom, è uno schiavo cieco posseduto da un proprietario terriero. Tom è un prodigio musicale e viene esibito come idiot savant in giro per gli stati schiavisti e anche alla Casa Bianca. Molto probabilmente, Rebecca assistette a uno dei suoi concerti. Come Hugh in “Life in the Iron-Mills”, Tom è la dimostrazione che la scintilla del genio può nascere anche negli individui socialmente emarginati. Secondo Rose, l’autrice doveva sentirsi molto vicina ad artisti del genere, in quanto donna non libera di usare il proprio talento a piacimento.19

Risalgono allo stesso anno le storie sulla guerra civile: “John Lamar” e “David Gaunt”. In “John Lamar”, l’autrice narra il dramma delle famiglie divise a causa della guerra: il capitano dell’Unione Charley Dorr deve tenere prigioniero suo cugino, il capitano confederato John Lamar, della Georgia. Ben, lo schiavo personale di John, finisce per ucciderlo e poi fugge. Nello scappare via, però, non si rende conto della direzione presa e va verso sud, diretto alle piantagioni.20 “David Gaunt” è un racconto in cui si mette in discussione la nobiltà della guerra attraverso la storia di una famiglia i cui membri si ritrovano a combattere l’uno contro l’altro. 18 Cfr. Ibidem, p. 38. 19 Cfr. Ibidem, p. 47. 20 Cfr. Ibídem, p. 53.

(7)

XIII Il 5 marzo 1863, Rebecca Harding e Clarke Davis si sposano a Wheeling e vanno a vivere dalla sorella di Clarke a Philadelphia. Rebecca non è felice: vive in una casa che non è sua, senza nessuna opportunità di privacy, e deve occuparsi della cognata sempre malata. In estate, anche Rebecca si ammala e scopre di essere incinta, cadendo in depressione. La madre la riporta a Wheeling, dove si riprende e ricomincia a scrivere. Durante l’inverno, tuttavia, la malattia peggiora e l’autrice ha un crollo nervoso. Le viene allora vietato, secondo l’uso del tempo, di leggere e scrivere. Si riprende nell’ultimo periodo della gravidanza ma arrivano altre brutte notizie: un mese prima della nascita di suo figlio Richard, il padre di Rebecca muore, la cognata si ammala di nuovo e, infine, anche la madre di Rebecca muore. “The Wife’s Story”, racconto basato sulla convinzione del tempo secondo cui i ruoli di moglie e madre e quello di artista si escludevano a vicenda sembra non essere del tutto slegato dagli eventi della sua vita. È la prima volta che Rebecca denuncia l’egoismo artistico e lo fa attraverso la vicenda di Hetty Manning, una neosposa e madre infelice che sogna di essere una compositrice di opera e, dopo un umiliante fallimento, rinuncia per sempre alle sue ambizioni.21

Nell’estate del 1864, i Davis trascorrono la loro prima vacanza di famiglia a Point Pleasant, in New Jersey. Rebecca scrive “Out of the Sea”. In autunno, i tre si trasferiscono nella loro prima casa e l’autrice guarisce dalla depressione.

Nel 1866, nasce il secondo figlio, Charles. Rebecca inizia a scrivere per il

Galaxy, un nuovo mensile, usando il suo vero nome e nel 1869, diventa

21 Cfr. Ibidem, pp. 57-9.

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XIV collaboratrice fissa del New York Tribune. Dal diario di questi anni si evince il cambiamento avvenuto nella sua vita e nel suo stile letterario da quando si dedica alla famiglia. Tuttavia, rimane un’attenta osservatrice della realtà che la circonda, interessata soprattutto alle questioni delle disparità di classe e dell’integrazione degli schiavi liberati nella società.22

Nel 1867 scrive Waiting for the Verdict, una saga sulla Guerra Civile che esplora la possibilità di una riconciliazione tra bianchi e neri, nordisti e sudisti. L’interrogativo che l’autrice pone in questa opera è se l’America, ora che la schiavitù è stata abolita, sarà finalmente in grado di tener fede agli ideali su cui si fonda e saprà dimostrare che tutti gli uomini nascono davvero liberi e uguali. La risposta di Davis è che ciò sarà possibile solo attraverso la costruzione di legami interraziali e riconoscendo l’importanza dell’istruzione come mezzo di salvezza per gli schiavi. Il terzo tema rilevante del romanzo è l’amore famigliare, nel cui potere Davis crede fermamente e di cui parlerà anche in John Andross (1873), romanzo di protesta sociale sugli effetti dell’industrializzazione e del capitalismo.23

Nel 1868, sul Peterson’s viene pubblicato il racconto “In the Market” e, l’anno successivo, inizia la sua carriera come saggista, la cui produzione è oggetto del lavoro di traduzione in questa tesi di laurea. In questo periodo, infatti, la vita famigliare le impedisce di dedicarsi ai romanzi e il giornalismo le permette di non rinunciare alla scrittura e di essere pagata: scrive per il New York Daily Tribune e

22

Cfr. Ibidem, pp. 68-9.

(9)

XV per il Putnam’s Magazine che le pubblicava anche racconti, e dove, nel 1869, appare “Men’s Rights”,24 mentre, l’anno seguente, il Galaxy pubblica “Two Women” due dei testi da me tradotti.

In questi anni, Davis esplora il campo satirico. Ne sono esempio le opere

Natasqua e “Balacchi Brothers”; mentre nel 1871, inizia a pubblicare racconti per

bambini, ispirati alla storia, alle leggende, e alla sua infanzia. L’anno successivo, nasce la figlia Nora.

Nel 1873, Lippincott pubblica Kitty’s Choice, or Berrytown e “Earthen Pitchers”. Kitty’s Choice è la storia più satirica del periodo, in cui l’autrice deride i riformatori moralisti e le femministe scontente. La serie “Earthen Pitchers” è una satira sull’amore, in cui le due protagoniste rinunciano volontariamente al loro talento e alle loro ambizioni per accettare il ruolo femminile tradizionale di mogli. Mentre prima Davis appoggiava questa scelta, ora la mette in discussione.25

Tra il 1873 e il 1874, lo Scribner’s Monthly pubblica una serie di otto “character sketches”. Nel 1875, Rebecca inizia a scrivere regolarmente editoriali e narrativa anche per il settimanale New York Independent. Nel 1876, pubblica, sull’Harper’s New Monthly Magazine, il racconto “Marcia”. Nello stesso anno, ha luogo l’Esposizione del Centenario a Philadelphia, nel corso della quale le leader del movimento femminista leggono la Dichiarazione dei Diritti delle Donne, ma Davis non partecipa a questo evento.26

24 Cfr. Ibidem, p. 87.

25

Cfr. Ibidem, pp. 98-101.

(10)

XVI Nel 1878, Lippincott pubblica un romanzo sull’indipendenza femminile, A

Law unto Herself, e nello stesso anno, appare su Harper’s il racconto “A Day with

Doctor Sarah”: come si vede Davis continua a scrivere e inizia ad acquisire fama a livello nazionale come saggista, nonostante rimanga dell’opinione che il suo compito principale sia essere moglie e madre.27

Tra gli anni Ottanta e Novanta, comincia a trattare nei saggi temi come alcolismo, corruzione politica, il problema della ricostruzione, la condizione dei nativi americani, le poche opportunità di lavoro offerte alle donne, e il ruolo delle donne nelle comunità utopiche. Inizia anche una serie di resoconti di viaggio e, nel 1887, pubblica “Tirar y Soult”, un racconto ambientato in Louisiana, in una piantagione di riso.28

Nel 1889, anno della pubblicazione del racconto “Anne”, che narra di una crisi di mezza età, Davis si licenzia dal Tribune come atto di protesta per aver censurato i suoi articoli e comincia la collaborazione settimanale con l’Independent, mentre sul The North American Review, appare il saggio “Are Women to Blame?” che ho scelto di tradurre.

Nell’agosto del 1890, Richard diventa famoso dopo la pubblicazione sullo

Scribner’s Magazine del racconto “Gallegher”. Rebecca era estremamente

orgogliosa del figlio maggiore, ma anche l’altro figlio, Charles, aveva la passione per la scrittura. Soltanto Nora sembrava non avere alcuna aspirazione letteraria.29

27 Cfr. Ibidem, p. 103.

28

Cfr. Ibidem, p. 127.

(11)

XVII Nel 1892, Scribner’s pubblica il romanzo Kent Hampden e una raccolta di tredici storie, Silhouttes of American Life. Nel 1893 Charles diventa console americano a Firenze. Nello stesso anno, Rebecca pubblica sull’Independent il saggio “The Newly Discovered Woman”.30

Nel 1895, Rebecca e Nora passano l’estate in Europa, tuttavia nello stesso anno Davis scrive Doctor Warrick’s Daughter e, l’anno dopo, un romanzo di costume, Frances Waldeaux.31

Nel 1902, Rebecca comincia a lavorare regolarmente per il Saturday

Evening Post, un rapporto che continuerà per diversi anni. Nel 1904, Houghton

Mifflin pubblica Bits of Gossip, un memoir, ma il 14 dicembre, Clarke Davis muore per una malattia al cuore.32 Nonostante tutto, la sua vena creativa non si affievolisce: nel 1908, pubblica “An Old-Time Love Story” e l’anno successivo scrive la sua ultima storia per adulti, “The Coming of the Night”. Viene fermata solo da un colpo apoplettico che la colpisce due anni dopo, mentre si trova in visita da Richard nella sua tenuta a Mt. Kisco, New York. Rebecca muore là, a 79 anni, il 29 settembre del 1910. Sulla tomba non compare il suo nome, ma soltanto l’aggiunta “and his wife” sotto quello del marito. 33

30 Cfr. Ibidem, p. xvii. 31 Ivi. 32 Cfr. Ibidem, p. xviii. 33 Cfr. Ibidem, p. 163.

(12)

XVIII

2. Il contesto storico

2.1. La guerra di secessione e lo sviluppo economico

Rebecca Harding Davis nasce durante la presidenza di Andrew Jackson, settimo presidente degli Stati Uniti (1829-1837). In quel periodo, il sistema dei partiti divenne bipolare: partito democratico da una parte, in cui si rispecchiava la società del sud in quanto espressione dello spirito individualista dei frontier men, e partito Whig (poi repubblicano), dall’altra, nel quale trovavano invece espressione gli interessi finanziari e industriali del nord. 34

Il contrasto tra gli stati del nord e quelli del sud, destinato a sfociare nella guerra di secessione, era già evidente alla fine del secolo precedente e riguardava in principio le tariffe doganali, in quanto gli stati meridionali, che non avevano concorrenza internazionale per i loro prodotti (tabacco e cotone, per esempio), erano favorevoli al libero commercio, mentre gli stati del nord, industriali, temevano la concorrenza inglese e volevano quindi tutelare i loro commerci. La prima minaccia di secessione avvenne nel 1828, quando il South Carolina minacciò di scindersi dall’Unione se fosse stata approvata una tariffa doganale ritenuta contraria ai suoi interessi.35

Altro motivo di contrasto, il problema della schiavitù: gli stati del nord erano contrari, quelli del sud, favorevoli. Venne stipulato il Compromesso del

34 Si vedano le voci “Stati Uniti d’America” nell’Enciclopedia online Treccani.it

http://www.treccani.it/enciclopedia/stati-uniti-d-america/#dallindipendenzaallaguerracivile-1, ultimo accesso 17/12/12, e “Stati Uniti d’America.” in Microsoft Student 2009 [DVD]. Microsoft Corporation, 2008.

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XIX Missouri (1820) col quale si tracciò la linea di confine tra stati schiavisti e anti-schiavisti che passava tra il Missouri, il Delaware, il Maryland e il West Virginia. Tuttavia, l’ammissione all’Unione del Texas (1845), della California (1851) e dell’Oregon (1859), nonché l’approvazione, nel 1854, del Kansas-Nebraska Act, col quale vennero creati gli stati del Kansas e del Nebraska, erano destinate ad aumentare le tensioni tra nord e sud.36

Negli anni Trenta si formò un movimento abolizionista per contrastare gli interessi del sud che si trasformò poi nel partito politico Free Soil Party con l’obiettivo di mantenere la schiavitù entro gli antichi confini.37

Iniziarono le prime azioni antischiaviste come quelle di John Brown, poi catturato e condannato a morte nel 1859.38

Nel novembre del 1860, venne eletto presidente il repubblicano Abraham Lincoln, contrario all’introduzione della schiavitù nei nuovi stati e determinato ad abolirla in tutto il territorio. Dopo la vittoria, il South Carolina decise di scindersi dall’Unione e, prima ancora che Lincoln assumesse la carica, gli stati del sud si organizzarono negli Stati Confederati del Sud (febbraio 1861) con presidente Jefferson Davis e l’istituzione di Richmond, in Virginia, come capitale. C’era però il problema della presenza di alcuni forti presidiati da eserciti federali all’interno dei territori della Confederazione, tra cui Fort Sumter, dove il maggiore Anderson si era asserragliato con i suoi uomini. Quando l’Unione inviò i rifornimenti al forte, i Sudisti presero a colpi di cannone la nave. Intimarono poi ad Anderson di

36 Cfr. Ibidem. 37

Cfr. Ibidem.

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XX arrendersi altrimenti avrebbero attaccato. Il maggiore non accettò e i Sudisti bombardarono il forte nell’aprile del 1861, dando inizio al conflitto.39

Il sud aveva una popolazione decisamente inferiore a quella del nord, ma contava sull’appoggio delle nazioni europee che avevano bisogno del cotone, ad eccezione della Gran Bretagna. L’esercito sudista era guidato dal generale R. E. Lee.40

La guerra di Secessione fu la prima dell’era industriale in quanto venne utilizzata la nuova tecnologia militare: fucili a ripetizione, mitragliatrici, mine, corazzate e siluri. Tale tecnologia e l’enorme numero di uomini coinvolti (quasi cinque milioni tra nord e sud) causarono gravissimi danni ai territori coinvolti e un altissimo numero di morti (circa settecentomila vittime).41

Nel 1863, Lincoln emanò il proclama per l’emancipazione dei neri negli stati del sud. Nel luglio dello stesso anno, il generale Lee venne sconfitto a Gettysburg e il giorno dopo l’esercito dell’Unione conquistò Vicksburg. A partire da quel momento, iniziò la lenta sconfitta del sud fino alla resa del generale Lee il 9 aprile del 1865. Cinque giorni dopo la resa, Lincoln fu assassinato da un sudista. Il nord occupò militarmente il sud, restio ad accettare l’abolizione della schiavitù, e la impose attraverso il Civil Rights Act e l’approvazione degli emendamenti che davano cittadinanza e diritti politici e civili ai neri. Tuttavia, il Congresso rifiutò di espropriare le terre ai sudisti vanificando, di fatto, tali provvedimenti.42

39 Cfr. Ibidem. 40 Cfr. Ibidem. 41 Cfr. Ibidem. 42 Cfr. Ibidem.

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XXI Con l’ingresso dei neri in politica, il partito repubblicano poté espandersi anche al sud grazie al supporto degli ex schiavi, ma ciò causò la reazione violenta dei bianchi e la nascita del Ku-Klux Klan (1866), che si servì di una strategia di terrore per impedire il voto ai neri. Data la resistenza alla ricostruzione, i repubblicani lasciarono il controllo ai bianchi sudisti, a patto che accettassero la leadership economica del nord.43

Il capitalismo nordista portò a un grandioso sviluppo degli Stati Uniti, grazie, soprattutto, alla costruzione della rete ferroviaria che consentì l’avanzamento della frontiera e la nascita dell’industria siderurgica. Lo sviluppo economico fece nascere una nuova società con a capo i self-made men, uomini che avevano creato dal nulla degli imperi economici e industriali, e non più le classi dirigenti tradizionali (professionisti e medi imprenditori). Alla base della nuova piramide sociale si trovava il sottoproletariato degli immigrati europei. I nativi americani e gli ex schiavi del sud vennero, invece, esclusi da questa nuova società classista. A partire dal 1890, dopo il massacro di Wounded Knee, proprio i nativi americani vennero confinati nelle riserve. Gli ex schiavi, invece, tornarono nelle piantagioni come mezzadri e con le Jim Crow Laws a partire dal 1887 vennero privati dei diritti politici e iniziò un sistema di segregazione razziale.44

I contadini delle grandi pianure, prime vittime del nuovo mercato, si ribellarono e fondarono, nel 1891, il People’s Party che però fallì alle elezioni del 1896, quando vinse Mc Kinley, con cui trionfò il capitalismo monopolistico

43

Cfr. Ibidem.

(16)

XXII attraverso tycoons come Carnegie, Hill, Rockefeller e Morgan. A tale capitalismo si oppose il movimento progressista, spaventato dalla corruzione e dai pericoli per la democrazia rappresentati dai magnati. I progressisti attuarono dei provvedimenti a livello statale, con l’introduzione delle primarie e dei referendum, e a livello nazionale, con l’approvazione del sedicesimo emendamento (1912) per l’elezione popolare diretta dei senatori. Promossero, inoltre, le leggi antitrust e quelle a protezione dei lavoratori. 45

Theodore Roosevelt, presidente dal 1901 al 1909, incarnò lo spirito progressista. Sebbene favorevole ai trust, promosse la loro regolamentazione in favore dei diritti dei consumatori con il Pure Food and Drugs Act (1906). In politica estera, attuò una strategia espansionista e organizzò un reggimento volontario per aiutare Cuba nella guerra ispano-americana (1898), al cui termine Cuba rimase sotto l’influenza americana, vennero occupate le colonie spagnole di Puerto Rico e delle Filippine, e le Hawaii furono annesse agli Stati Uniti. Venne costituito lo stato di Panama, dove fu costruito il canale.46

Nei primi anni del Novecento, gli Stati Uniti avevano ormai un ruolo internazionale all’altezza della loro potenza economica.47

2.2. Le donne e il diritto al voto

La storia delle lotte femminili per il diritto al voto, in America, copre un lungo arco temporale che va dal 1840, anno in cui a Lucretia Mott e Elizabeth

45 Cfr. Ibidem. 46

Cfr. Ibidem.

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XXIII Cady Stanton viene vietato di partecipare alla World Anti-Slavery Convention di Londra, fatto che le spinge a organizzare una Women’s Convention negli Stati Uniti, al 1920, quando viene approvato l’emendamento sul suffragio. Votare era per le donne il primo passo per abolire molte ingiustizie sociali, come ad esempio il fatto che le donne sposate non potessero controllare i propri guadagni o frequentare università pubbliche.48

Bisogna ricordare che in quegli anni era dominante l’idea che legava la donna al “cult of domesticity” o “cult of true womanhood”, secondo il quale "the attributes of true womanhood […] could be divided into four cardinal virtues – piety, purity, submissiveness, and domesticity.”49

Questa idea finì per rivelarsi un’arma a doppio taglio per gli uomini perché le donne, essendo considerate moralmente più pure degli uomini, arrivarono a pensare di poter insegnare tale purezza alla società intera. All’inizio le donne si dedicarono a opere di carità, compiendo il primo passo fuori dalla sfera privata e verso quella pubblica, e pian piano compresero che l’unico modo per cambiare e aiutare davvero la società era ottenere il potere derivante dal diritto al voto. 50

Il primo colpo sferrato contro l’“angelo del focolare” fu pretendere l’uguaglianza di diritti e capacità intellettuali attraverso non solo l’istruzione elementare, ma anche quella superiore e universitaria. Le stesse Mary

48

Cfr. Baker, Jean H., “Introduction”, in Baker, Jean H. (ed.) Votes for Women, the Struggle for Suffrage Revisited, Oxford University Press, New York, 2002, pp. 3-20, qui pp. 3-4.

49 Cfr. Welter, Barbara, “The Cult of True Womanhood. 1820-1860”, American Quarterly

Vol. 18, No. 2, Part 1 (Summer, 1966), pp. 151-174, qui p. 152.

50

Cfr. Parker, Alison M., “The Case for Reform Antecedents for the Woman’s Rights Movement”, in Baker, pp. 21-41.

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XXIV Wollstonecraft, Francis Wright e Margaret Fuller credevano che l’uguaglianza di istruzione fosse più importante del diritto al voto. Così, nel 1821 venne fondato l’“Emma Willard’s Troy Female Seminary”, nello stato di New York e, nel 1835 l’“Oberlin College”, in Ohio, che ammetteva donne e neri.51

Le lavoratrici chiedevano invece stipendi più giusti, sicurezza sul lavoro e maggiori prospettive di impiego, ma questo aspetto rimase secondario nelle rivendicazioni femminili ed è proprio questo che Rebecca Harding Davis critica nel saggio “Men’s Rights”. Per le donne borghesi che volessero lavorare, l’insegnamento era l’unica opportunità di lavoro rispettabile, ma con stipendi più bassi di quelli degli uomini. 52

Nel 1848, a Seneca Falls si tiene il primo congresso sui diritti delle donne ed Elizabeth Cady Stanton scrive “The Declaration of Sentiments”, in cui, sulla base della Dichiarazione d’Indipendenza si richiedeva di rispettare i diritti delle donne come individui e cittadine americane:

[…]We hold these truths to be self-evident: that all men and women are created equal; […] because women do feel themselves aggrieved, oppressed, and fraudulently deprived of their most sacred rights, we insist that they have immediate admission to all the rights and privileges which belong to them as citizens of the United States.53

Nel 1849, la California è il primo stato che estende i diritti di proprietà alle donne e, a partire dal 1850, si tengono i primi congressi nazionali sui diritti femminili. Il movimento stringe un’alleanza con quello abolizionista e nel 1851,

51 Ivi. 52 Ivi.

53 Fordham University, Modern History Sourcebook: The Declaration of Sentiments,

Seneca Falls Conference, 1848, http://www.fordham.edu/halsall/mod/Senecafalls.asp, data ultimo accesso 05/01/2013.

(19)

XXV durante un congresso in Ohio, un’ex schiava, Sojourner Truth, fa il memorabile intervento “Ain’t I a Woman?”, col quale si oppone alle affermazioni maschili sulle donne, affermando, per esempio, “[…]women need to be helped into carriages, and lifted over ditches, and to have the best place everywhere. Nobody ever helps me into carriages, or over mud-puddles, or gives me any best place! And ain't I a woman?”.54

Sojourner Truth, inoltre, ribadiva quanto fosse importante per una donna avere dei guadagni personali per essere indipendente.55

Nel 1857 il Congresso degli Stati Uniti fa passare il Married Woman’s

Property Bill, grazie a cui le donne possono intentare cause, stipulare contratti ed

ereditare proprietà.56

Negli anni della guerra civile, le donne concentrano le loro energie allo sforzo bellico, mettendo per il momento da parte il problema del suffragio (1861-1865).57

Nel 1866 Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony fondano l’American

Equal Rights Association, un’organizzazione dedicata all’ottenimento del

suffragio senza differenze di sesso o razza e due anni dopo pubblicano la rivista

The Revolution. Nello stesso anno, il senatore del Kansas, Pomeroy, presenta al

54 Fordham University, Modern History Sourcebook: Sojourner Truth: “Ain't I a Woman?”,

December 1851 http://www.fordham.edu/halsall/mod/sojtruth-woman.asp, data ultimo accesso 05/01/2013.

55 Painter, Nell I., “Voices of Suffrage”, in Baker, op. cit. pp. 42-55.

56Woman suffrage timeline (1840-1920) in National Women’s History Museum

http://www.nwhm.org/education-resources/history/woman-suffrage-timeline, data ultimo accesso: 17/12/2012.

(20)

XXVI Congresso l’emendamento federale per il suffragio femminile. Viene ratificato il quattordicesimo emendamento: cittadini e votanti sono definiti esclusivamente come individui di sesso maschile.58

Nel 1869 l’American Equal Rights Association si scioglie a causa di disaccordi sul quindicesimo emendamento, che affrancava gli uomini neri americani mentre le donne (bianche e nere) non erano incluse nell’ampliamento della democrazia. A questo punto, Stanton e Anthony fondano la National Woman

Suffrage Association (NWSA), un’istituzione più radicale per raggiungere il voto

tramite un emendamento costituzionale, mentre Lucy Stone fonda l’American

Woman Suffrage Association (AWSA) per ottenere il suffragio attraverso

emendamenti delle costituzioni dei singoli stati. Nel Wyoming si attua un provvedimento per il suffragio femminile.59 La NWSA richiede un sedicesimo emendamento per il suffragio universale. Viene fondato il Woman’s Journal.60

Nel 1871, Victoria Woodhull si rivolge al House Judiciary Committee per richiedere il diritto al voto delle donne in base al quattordicesimo emendamento. Viene fondato il partito anti-suffragio.61

Nel 1872, Anthony viene arrestata e processata per aver tentato di votare alle presidenziali insieme ad altre quindici donne. Nello stesso anno, però, Abigail Scott Duniwan convince i legislatori dell’Oregon a far passare delle leggi che garantiscono a una donna sposata diritti come fondare una propria attività, 58 Ibidem. 59 Ibidem. 60 Ibidem. 61 Ibidem.

(21)

XXVII controllare i soldi che guadagna e proteggere la sua proprietà alla morte del marito.62

Nel 1874 Annie Wittenmyer fonda la Woman’s Christian Temperance

Union (WCTU). Allo stesso tempo, alla lotta per l’affrancamento femminile si

oppone la lobby dei liquori, che temeva che le donne potessero usare il loro voto per proibire la vendita degli alcolici. Due anni dopo, Anthony e Matilda Joslyn Gage presentano a Philadelphia la “Dichiarazione di Diritti per le Donne”. 63

Nel 1878 viene proposto al Congresso l’Emendamento per il Suffragio e l’anno successivo, il Senato lo vota per la prima volta, ma non verrà approvato. Nel 1888 viene fondato il National Council of Women in the United States.64

Nel 1890 NWSA e AWSA si fondono nella National American Woman

Suffrage Association, per ottenere il suffragio nei singoli stati. Il Wyoming viene

annesso all’Unione con una costituzione statale che garantisce il suffragio femminile. L’American Federation of Labor dichiara il proprio supporto.65

Nel 1892 Olympia Brown fonda la Federal Suffrage Association. L’anno seguente, il suffragio viene approvato in Colorado.66

Nel 1894 vengono raccolte 600.000 firme da presentare al congresso costituzionale dello Stato di New York per far votare l’emendamento sul voto femminile. L’anno dopo, Stanton pubblica The Woman’s Bible. Dopo la

62 Ibidem. 63 Ibidem. 64 Ibidem. 65 Ibídem. 66 Ibidem.

(22)

XXVIII pubblicazione, il NAWSA si allontana da lei perché molti membri conservatori la considerano troppo radicale e dannosa per la campagna.

Nel 1896 Mary Church Terrell, Ida B. Wells-Barnett, and Frances E.W. Harper fondano la National Association of Colored Women’s Clubs. Lo Utah viene annesso all’Unione e concede il pieno suffragio alle donne, così come l’Idaho.

Nel 1903 Mary Dreier, Rheta Childe Dorr, Leonora O'Reilly, e altre fondano la Women's Trade Union League di New York, un’organizzazione di donne della classe media e operaia mirata alla creazione di un sindacato per le lavoratrici e all’ottenimento del suffragio.

Nel 1910 lo stato di Washington approva il suffragio femminile e la

Women’s Political Union organizza la prima parata del suffragio a New York

City. L’anno seguente, viene organizzata la National Association Opposed to

Woman Suffrage (NAOWS) che contava tra i suoi membri alcune donne ricche e

influenti, preti cattolici, distillatori e birrai, congressisti del Sud e capitalisti.67 Nel 1912 il suffragio femminile viene per la prima volta sostenuto a livello nazionale da uno dei maggiori partiti politici: il partito Bull Moose di Roosevelt. Il suffragio viene garantito in Oregon, Kansas e Arizona.68

Nel 1913, Alice Paul e Lucy Burns organizzano la Congressional Union, in seguito conosciuta come partito nazionale delle donne. Nel 1914 Nevada e Montana adottano il suffragio femminile.69

67

Ibidem.

(23)

XXIX Nel 1915 Mabel Vernon e Sara Bard Field compiono un tour transcontinentale che permette loro di raccogliere più di mezzo milione di firme per la petizione da presentare al congresso. In quarantamila marciano nella parata di New York. Intanto, Pennsylvania, New Jersey, New York, e Massachusetts continuano a opporsi al suffragio femminile.70

L’anno dopo, Jeanette Rankin è la prima donna a essere eletta alla House

of Representatives. Woodrow Wilson afferma che il partito democratico

appoggerà il suffragio.71

Nel 1917 le donne di New York ottengono il suffragio, mentre quelle dell’Arkansas possono votare alle primarie. Davanti la Casa Bianca si stabiliscono picchetti del National Woman’s Party ma la loro leader, Alice Paul, viene rinchiusa in isolamento nel reparto di malattie mentali della prigione. A giugno, iniziano gli arresti dei picchetti con l’accusa di intralciare il traffico sul marciapiede ma a novembre il governo è costretto a rilasciarle.72

Nel 1918, Rankin apre il dibattito sul suffragio e l’emendamento passa, anche se poi non ottiene i necessari due terzi della maggioranza al Senato. Michigan, South Dakota, e Oklahoma adottano il suffragio. Il presidente Wilson appoggia il suffragio e si rivolge al Senato per chiedere di adottarlo dopo la prima

69 Ibidem. 70 Ibidem. 71 Ibidem. 72 Ibidem.

(24)

XXX guerra mondiale. Nel 1919 il Senato finalmente approva il diciannovesimo emendamento e ha inizio il processo di ratificazione.73

Il 26 agosto 1920 tre quarti delle legislature statali ratificano il diciannovesimo emendamento, secondo cui “The right of citizens of the United States to vote shall not be denied or abridged by the United States or by any State on account of sex”74

e le donne americane hanno finalmente pieno diritto al voto.

73 Ibidem.

74 National Archives, America’s Historical Documents, 19th Amendment to the U.S. Constitution:

Women's Right to Vote,

http://www.archives.gov/historical-docs/document.html?doc=13&title.raw=19th%20Amendment%20to%20the%20U.S.%20Constitut ion:%20Women's%20Right%20to%20Vote, data ultimo accesso: 27/12/2012.

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