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Conclusioni Ripercorrendo a ritroso la questione esposta in questo elaborato, sui

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Conclusioni

Ripercorrendo a ritroso la questione esposta in questo elaborato, sui giovani e le loro

motivazioni emerge che nelle epoche passate, il destino di ciascuno era spesso deciso

dalla nascita, dal momento in cui, i figli maschi continuavano l'attività lavorativa del padre, mentre le figlie femmine erano relegate in casa per occuparsi della sfera domestica e della prole; con gli anni la situazione cambiò. Oggi, con il passare del tempo infatti si è sviluppata la dimensione della libertà1, la quale può permettere al

giovane di scegliere il proprio futuro, senza obbligazioni da parte della famiglia e delle tradizioni: una sorta di conquista da parte delle società. Da sottolineare, comunque sia, la presenza delle influenze sociali, economiche, familiari, ma anche culturali che possono incidere sostanzialmente sulle eventuali scelte che i giovani fanno. Il sistema di opportunità ma anche di vincoli in cui la categoria della gioventù è inserita, presenta un raggio molto ampio di possibilità, restrizioni, limitazioni e vantaggi.

Nell'odierna società quindi, la condizione giovanile ha una difficile definizione univoca; sembra che oggi la gioventù sia interpretata come una relazione parte-tutto con la società di appartenenza e le altre generazioni, mentre al suo interno vede una certa omogeneità nei riferimenti valoriali dei giovani, in relazione al contesto societario cui appartengono2. Con i cambiamenti socio-culturali i giovani si distinguono per la loro

presenza nel tessuto sociale europeo e per la costruzione della propria identità in maniera sempre più diversificata. Infatti oggi, alcuni di questi giovani si collocano anche a livello macro-sociale, sviluppando forme alternative di cittadinanza sociale, attraverso la partecipazione in Progetti Sociali dislocati nel tessuto europeo ed extraeuropeo. Una partecipazione che vede l'individuo, artefice della propria scelta nella direzione della solidarietà: una via che orienta e accresce l'identità del giovane. Allo stesso tempo è anche una via connotata da una forte domanda relazionale che porta anche allo sviluppo del capitale sociale e culturale.

Rispetto al passato adesso, una piccola parte del mondo giovanile europeo sperimenta nuovi modelli partecipativi, grazie soprattutto alle opportunità che l'Unione Europea offre loro; già dagli inizi degli anni Novanta infatti, la Commissione Europea finanziò Progetti di Servizio Volontario Internazionale per i giovani. Cosicché il volontariato europeo per un giovane assunse i caratteri di un'esperienza capace in qualche maniera di costruire la propria identità e in eguale misura, ottenere dei ritorni in termini di beni

1 Articolo di F. Dolci La fragilità dei giovani,... op.cit. 2 Ivi, Pag. 2

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simbolici, quindi l'esprimere e vivere dei valori, acquisire competenze, abilità, stringere delle relazioni, ecc. Essere coinvolto in un preciso Progetto Sociale, con un fine ed un termine preciso nell'ambito dell'apprendimento non formale, può costituire una risposta ad un emergente bisogno di relazionalità reciproca delle società contemporanee, ove il riferimento valoriale è focalizzato sullo sviluppo e sul potenziamento delle dimensioni individuali3.

Il volontariato europeo, da semplice esperienza dotata di senso individuale assume una valenza a carattere sociale, poiché strumento di relazione e democrazia; l'importanza è data nella libertà di svolgere una certa esperienza. Le società, con la costruzione della democrazia hanno prodotto un contesto di soggetti liberi, in cui prevale un orientamento individualista. In eguale misura è cresciuto il ruolo del volontariato sia a livello locale che non, cosicché la realizzazione di attività a carattere solidaristico ha comportato lo sviluppo di risorse, quali risorse culturali, psicologiche; queste risorse si connotano per la loro positività sul benessere sociale, individuale e collettivo.

Il fenomeno del volontariato può essere così concepito come un'articolazione tra due sfere, una individuale che si manifesta attraverso il senso dell'aiuto e l'altra sociale, che si concretizza attraverso un approccio alla gestione dei problemi sociali che rimandano alla solidarietà4. “La solidarietà è la matrice etica alla base di qualsiasi rapporto sociale,

che, in una tensione costante tra libertà e obbligazione, genera rapporti sia di dono e di ricambio di doni, sia di scambio di prestazioni e di cose, nel riconoscimento e rispetto dell'identità comune, nella fiducia reciproca, nella condivisione delle responsabilità”5.

Tradizionalmente le scelte solidali erano dettate dalla sola logica del dono, mentre oggi si assiste ad una differenziazione fra l'attitudine ad un'azione volta esclusivamente agli altri e la produzione di servizi di natura volontaria ma dettati anche da logiche di reciprocità e di ritorno. La nuova figura del volontario volge ad “affermare una socialità impersonale rispetto al volontariato delle origini”6. A tal proposito si è sviluppata una

sorta di soggettività individuale consapevole, la quale accompagna i comportamenti altruistici e fa denotare nel volontario, la presenza di un mix di sentimenti, quali la soddisfazione, la realizzazione di se'.

Il Servizio Volontario Europeo rispecchia inoltre una duplice visione: la presenza di vantaggi e risorse e quella delle restrizioni e limitazioni. Nel primo caso trattasi di una

3 C. Arcidiacono Volontariato e legami collettivi. Bisogni di comunità e relazione reciproca, Ed. FrancoAngeli

4 Ivi Pag. 25

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concezione in qualche maniera positiva, poiché favorisce un'esperienza formativa, personale, lavorativa al di fuori del proprio Paese, ad un minimo costo partecipativo; nella seconda visione invece pone un'accezione più critica poiché ne mette in evidenza gli elementi più rigidi, inflessibili, quali quello dell'età per svolgere un SVE ad esempio, o anche le condizioni abitative, lavorative che ogni Progetto sociale adotta.

Il punto cruciale a tal proposito è la motivazione che un giovane ha, per svolgere un'esperienza nel Servizio Volontario Europeo: motivazioni diversificate che hanno come fine quello di dedicare il proprio tempo e le proprie energie per aiutare gli altri. L'azione del volontario è collocata in uno spazio dinamico, in cui s'intrecciano le motivazioni personali più intime del giovane, oltre alla sua visione della vita, i valori personali e le sue reali esigenze. Rilevante inoltre è il percorso che il giovane deve effettuare per inviare e richiedere l'inserimento in un determinato Progetto del SVE; la messa in gioco del concetto “motivazione” inizia con la presa di contatto con l'Associazione di Invio. In questo momento, il giovane comprende l'importanza della ragione intrinseca che deve avere, per sollecitare e inviare la propria candidatura per un Progetto SVE.

La comprensione dei processi che spingono l'individuo ad agire sono i riferimenti fondamentali della ricerca sulla motivazione e del legame che quest'ultima ha con l'azione; ad esempio Batson7 propose un superamento sulla visione economista cui

spiegava i comportamenti di aiuto in una prospettiva di egoismo e altruismo, a favore di una spiegazione del fenomeno, che vedeva un'ipotesi più complessa, capace di collegare il comportamento sociale alla sfera motivazionale8.

L'esperienza SVE assume le caratteristiche di una scelta etica, di altruismo, di responsabilità e partecipazione: “il volontariato è una palestra di esercizio di valori etici, un'opportunità atta a coinvolgere e a fare partecipare attivamente i giovani ma è anche un'occasione per orientarli ad un impiego, predisponendo ed incentivando opportunità, idee, percorsi formativi”9.

Le motivazioni del volontario si dispongono lungo un continuum in cui ad un estremo sono poste le motivazioni self-oriented e dalla parte opposta, motivazioni other-oriented; l'atteggiamento solidale si configura al centro10. Dall'analisi dell'aspetto delle

motivazioni presenti nelle Carte Motivazionali e negli Application Form giunti ad Afaij,

7 Daniel Batson, psicologo sociale americano nato nel 1943 8 Articolo di I. Ciofi Volontariato, motivazioni, 2009

9 Articolo di R. Frisanco Generazioni e Volontariato op.cit. Pag. 4 10 Teoria sulla motivazione di Bramanti 1989

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per l'appunto, emergono diversificati tipi di motivazioni, riferite sia a livello personale che a livello collettivo.

Più specificatamente, a livello personale è la volontà di uscire dalla routine quotidiana, per dare un nuovo senso alle proprie azioni: assumere una nuova prospettiva di vita e comprendere maggiormente il proprio percorso futuro, ponendosi a tal proposito, degli obiettivi ben precisi con limiti e criteri particolari. Motivazioni che si riferiscono a sé medesimi per crescere come persone, ma anche professionalmente, apprendendo e formandosi in una realtà “lavorativa” di loro interesse.

E ciò è in linea con i criteri di valutazione per scegliere i candidati per un SVE, che adottano i responsabili-coordinatori qui intervistati (riferendosi alla realtà di Alicia Koplowitz, di Afaij e della Oficina de Acción Solidaria y Cooperación); l'importanza data è anche verso gli obiettivi che i giovani stabiliscono, del come si mostrano nei confronti degli eventuali stimoli che possono trovarsi innanzi (la cultura ad esempio) e alle aspettative che confidano di avere. Oltre a motivazioni riguardanti se stessi, a livello personale, emergono anche motivazioni a livello altruistico: la volontà di aiutare gli altri. Dedicarsi a persone più svantaggiate con un disagio palesemente apparente o meno, fisico o psichico che sia, per apportare un beneficio al Progetto Sociale in questione.

Confrontando nello specifico, le accoglienze dei volontari avvenute nei due anni passati, nel 2012 e nel 2013, all'interno della realtà spagnola di Afaij, emerge un incremento di giovani (da 27 nel 2012 a 35 nel 2013); incremento dato dalla maggiore visibilità che il SVE ha avuto, attraverso i social network, lo stesso passaparola dei giovani, i diversi eventi di promulgazione del Programma, ecc. Tra il 2012 ed il 2013 hanno riscontrato una distinzione anche per quanto concerne la provenienza dei giovani: nel 2012 i volontari sono stati soprattutto polacchi, tedeschi, italiani, mentre l'anno successivo hanno accertato una netta prevalenza di giovani cinesi (taiwanesi), a seguire italiani, giapponesi e tedeschi.

Sembra che lentamente, anche se il campione di rilevazione è di piccole dimensioni, stia aumentando l'importanza data al volontariato europeo, in un'epoca di globalizzazione in cui è cresciuto il confronto multietnico e geo culturale, ma anche l'impegno delle persone e la capacità di richiamare i valori della tolleranza e della convivenza, in una società sempre più multiculturale11. Ogni Paese europeo, avendo culture e tradizioni

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Volume di Rochester, Paine e Howlett (2010) risaltano tre paradigmi riguardanti i tipi di volontariato presenti nelle società occidentali. Più precisamente evidenziano: the

dominant paradigm, the civil society paradigm, volunteering as serious leisure12.

Il paradigma dominante è stato definito da Lione ed i suoi colleghi (1998), come il “paradigma no-profit”, ponendosi come servizio, contribuendo a formare ciò che è chiamato volunteering industry e a fare emergere una nuova professione di gestione dei volontari. Il secondo paradigma, quello della società civile invece, talvolta viene chiamato come “volontariato orizzontale” e caratterizzato dal suo attivismo in cui le singole Organizzazioni aiutano tempestivamente per il beneficio dei propri membri. Infine è trattato l'approccio che identifica il volontariato come tempo libero, inizialmente tale aspetto non veniva preso in considerazione a causa dell'idea di divertimento che è in contrasto con l'azione volontaria; quest'ultimo paradigma prevede la ricerca di un'attività di volontariato che permette l'espressione delle proprie abilità personali, conoscenze ed esperienze. Ciascuna delle prospettive coglie una parte del fenomeno del volontariato e si possono distinguere esempi diversi di volontariato come servizio, come attivismo e come tempo libero13.

Grazie anche al nuovo Programma Erasmus Plus (in cui il SVE si inserisce), l'operato dell'Unione Europea per i giovani, sembra assumere una connotazione positiva; positiva poiché grazie alle nuove e diverse Azioni che propongono al suo interno e grazie al badget più cospicuo stanziato, Erasmus + può coinvolgere e fornire opportunità a più individui.

Ergo, la realtà del volontariato europeo assume importanza nelle società odierne: “spesso si sostituisce a servizi che lo stesso Stato Sociale non è in grado di assicurare”14.

I giovani volontari con l'esperienza SVE, oltre a trarre un benefico a se stesso permettono di dare una risposta d'intervento che raggiunge una capillarità tale da coinvolgere più Paesi, più Progetti Sociali, quindi un numero sempre maggiore di realtà bisognose.

I volontari rappresentano il cosiddetto ponte di convivenza fra persone e collettivi distinti e per tale ragione sono patrimonio dell'umanità15; la loro partecipazione

s'inserisce nel processo di appropriazione della realtà sociale, sviluppando possibilità di umanizzazione e trasformazione. Ciò perché il volontariato è delineato come una forma

12 ULTIMO ARTICOLO PROF 13 Ivi pag. 15

14 I. Ciofi Volontariato,... Articolo cit.

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“del fare e dell'essere”, in cui sono poste in gioco le molte capacità, gli impegni, le aspettative e allo stesso tempo, possono venire raccolti dei benefici. Secondo L. Gonzalo e in linea con l'analisi motivazionale effettuata, si tratta di benefici che, se sono letti dal giovane volontario in persona, sono distinti in quattro tipi; innanzitutto il

volontariato costituisce una scuola di vita adulta. In tal senso il volontariato rappresenta

la possibilità di conoscere più a fondo la realtà sociale circostante, per accettare i limiti e scoprire nuovi esempi e imput da sviluppare nella vita quotidiana.

Secondariamente la solidarietà: nella misura in cui esiste, all'interno della realtà volontaria tratta di una maggiore sensibilità, capacità di ascoltare e pazienza che permette di relativizzare meglio le situazioni ed i problemi personali, valorizzando altresì in modo migliore, le piccole circostanze quotidiane. Inoltre il volontariato è un

luogo di incontro umano, affermandosi nel valore della relazione personale, capace di

suscitare sentimenti di accoglienza; infine l'ultimo tipo riguarda la retroazione, vale a dire che all'interno del volontariato “si dà ma si riceve, si aiuta e si viene aiutati”. Ciò che ne deriva è la percezione di dare un valore aggiunto alla propria crescita e alla propria vita, di arricchirla acquisendo nuove competenze, capacità relazionali, conoscenze tematiche anche spendibili sul mercato del lavoro. Si presenta così un quadro variegato di motivazioni, all'interno del quale spiccano sia l'interesse per gli aspetti interni al sé e le esperienze personali, sia la tendenza sociale nel rispondere ai bisogni degli altri.

Inoltre, le motivazioni sono diversificate in base anche all'età e alla provenienza del giovane: generalmente i giovani provenienti dal Centro-Nord Europa hanno un'età compresa fra i 18 e i 20 anni e le loro motivazioni sono distinte dai giovani del Sud Europa che si candidano ad un'età compresa fra i 24 e i 26 anni. Nel primo caso i giovani cercano un'esperienza significativa al fine di scegliere successivamente, il percorso per il loro cammino lavorativo-formativo futuro; mentre nel caso dei candidati del Sud Europa, i portoghesi, gli italiani, gli stessi spagnoli sono giovani che già hanno studiato, quindi presentano un profilo professionale abbastanza delineato. In quest'ultimo caso, c'è la ricerca di un'esperienza SVE, anche per completare in qualche maniera, la propria formazione professionale ed effettuare un qualcosa relazionato alla propria futura carriera.

In entrambi i casi, le motivazioni sono oggetto di cambiamenti e la realtà di Afaij è testimone “ogni mese denotiamo come le relazioni, le motivazioni sono sempre più

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intense e l'ambiente che si instaura è sempre meno formale, assume più confidenza”16.

Nei mesi del SVE il giovane volontario (descritto dalle diverse Responsabili-Coordinatrici dei Progetti), effettua un vero e proprio cambio, talvolta c'è lo sviluppo della stessa motivazione; questo perché, al momento dell'invio della propria Carta Motivazionale il giovane idealizza ciò con cui andrà in contatto, invece successivamente, trovandosi davanti la realtà del SVE, le sue aspettative, le sue motivazioni, il suo entusiasmo assumono spesso una trasformazione. Una trasformazione positiva, anche perché, secondo i tutori dei diversi SVE dell'area madrilena, questi giovani apportano con la loro creatività, disinvoltura, le loro capacità personali, dei giovamenti nel Progetto Sociale in questione.

Per l'appunto, i giovani rappresentano per le società, una forza di trasformazione radicale, poiché portatori di nuovi atteggiamenti, modi di agire, modelli culturali17; il

sociologo tedesco K. Mannheim ha sottolineato che la successione delle generazioni ha costituito una risorsa di rivitalizzazione e trasformazione delle visioni del mondo di una società. La questione sociologica sulla gioventù riguarda il concetto dell'innovazione, della loro capacità di essere forza attiva del mutamento sociale.

L'Unione Europea al riguardo, presta attenzione al fenomeno della gioventù, attraverso una pluralità di azioni e programmi; con il Libro Bianco sulla Gioventù, l'Unione Europea formula una politica a favore dei giovani, cercando di fornire efficaci canali per la partecipazione giovanile ad attività europee18. Libro che suggerisce di inserire la

dimensione della gioventù nell'insieme delle politiche, consentendo di attuare una serie di politiche trasversali ed integrate, volte a favorire la partecipazione attiva dei giovani. Lo stesso Servizio Volontario Europeo sostiene la partecipazione dei giovani a diverse forme di attività volontarie sia all'interno che esterno dell'Unione Europea; “noi europei non siamo tutti uguali. Siamo diversi e incontrandoci portiamo con noi culture e idee differenti; queste diversità arricchiscono. Un'Europa unita in un nuovo modo di condividere, nell'agire per uscire dalla crisi per scambiare pensieri, progetti, cultura, per dare spazio alle iniziative che fanno fluire le idee, capace di apportare beneficio alle diverse realtà sociali”19.

In seguito al Libro Bianco hanno sviluppato dal 2005 al 2009, un quadro di cooperazione europea in materia di gioventù, basandosi sul Metodo Aperto di

16 Belen Sanchez Direttrice dell'Associazione Afaij - Madrid 17 M. Merico Giovani e..., op. cit. Pag. 43

18 Articolo estratto da Coorporacion Participa Los jóvenes y su... op. cit. Pag. 1 19 Articolo di L. Pugliese L'appartamento spagnolo. L'Europa che vorrei, 2012

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Coordinamento, il Patto Europeo della Gioventù e lo sviluppo della dimensione giovanile nelle altre politiche. L'Unione Europea volge a stimolare la mobilità, la partecipazione giovanile, lo scambio di esperienze fra giovani, poiché quest'ultimi sono rappresentati come una potenzialità per l'Europa20. Al riguardo il Consiglio d'Europa ha

incoraggiato gli Stati Membri a promuovere pari opportunità tramite il riconoscimento della formazione e delle competenze acquisite attraverso l'apprendimento non formale. Per fronteggiare il quadro economico-finanziario demografico nel 2009, i Ministri della Gioventù dell'Unione Europea hanno sostenuto l'orientamento proposto dalla Commissione Europea, ossia la Strategia “Investire nei giovani e conferire loro maggiori responsabilità” per il periodo 2010-201821.

Quest'ultima rappresenta il seguito dell'agenda sociale rinnovata presentata dalla Commissione Europea, ove hanno proposto azioni a breve e lungo termine nei principali settori riguardanti i giovani europei, tra cui il volontariato, con gli obiettivi concernenti l'istruzione, l'inserimento lavorativo, sociale e la solidarietà. Per la realizzazione di tali obiettivi fin dagli anni Duemila hanno promulgato diversi Programmi susseguiti nel tempo, fino al Programma Erasmus Plus attualmente in corso (2014-2020). Tutto ciò per coinvolgere i giovani europei, poiché se motivati, possono usufruire sia delle opportunità stanziate per loro, riguardanti diverse aree, sociali, formative, ecc. , sia essere un contributo sociale in Progetti che effettivamente hanno un bisogno.

I giovani europei hanno forti denominatori comuni nell'azione volontaria, nelle loro motivazioni, nelle modalità di partecipazione e ancora, “rappresentano quel sostanziale contributo all'economia dei singoli Paesi, capaci di produrre un impatto anche sulla coesione sociale, sulla crescita del capitale sociale e sull'adozione di un modello di crescita sostenibile per gli individui”22.

Dal momento in cui si sono sviluppati diversi fattori dal punto di vista culturale, sociologico, antropologico vine concepito in maniera differente, il modo in cui i giovani, in questo caso, interpretano il loro impegno nel volontariato e di conseguenza anche le loro motivazioni ed i loro orientamenti valoriali e culturali. Per questo potrebbe essere interessante conseguire con l'approfondimento di questa tematica, su un campione maggiormente rappresentativo, al fine di giungere ad una conoscenza sempre più concreta e dettagliata del fenomeno giovanile europeo.

20 European Commission, European Research on Youth, Policy Review 21 S. Rota Gli interventi dell'UE..., op. cit. Pag. 20

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