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-Capitolo 3- Il progetto

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Academic year: 2021

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-Capitolo 3-

Il progetto

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3.1 Premessa

La produzione del Documento Preliminare all’avvio della Progettazione ha permesso di affrontare il tema della progettazione architettonica in modo cosciente ed analitico, limitando la criticità della fase di approccio al tema, ed il protrarsi dei tempi dovuto al sistematico insorgere di problemi, tipico di una progettazione non pianificata.

Sulla base di ciò abbiamo sviluppato il progetto delle tre unità:

1. Acquario

2. Auditorium (1400 posti) 3. Centro commerciale

partendo dallo studio in comune della sistemazione planimetrica dell’area, e sviluppando poi singolarmente, sulla base delle linee guida stabilite, ognuna delle unità presenti. Pertanto questo capitolo si strutturerà sulla base dell’impostazione assunta nella fase iniziale di sistemazione dell’area.

3.2 Progettazione planimetrica dell’area.

Nella ferma volontà di creare un centro per cui valesse l’ossimoro di omogenea eterogeneità, abbiamo posto l’attenzione sulla distribuzione delle tre unità analizzandone la rispondenza con le classi di esigenza di integrazione col contesto e aspetto, previste nel dpp, e valutandone l’impatto emotivo che potevano avere sulle utenze provenienti dall a rete stradale.

A tale fine si è scelto di disporre le tre unità in modo tale che ognuna di esse rappresentasse il punto focale per un osservatore proveniente dalle arterie a servizio dell’area. Una volta individuate queste tre direttrici abbiamo operato la scelta di disporre sul fronte mare l’auditorium, sul lato di viale Kennedy l’acquario, e sulla bisettrice dell’angolo fra le due vie il

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progettuale suggerito dall’Amministrazione Comunale relativo “all’apertura” alla vista del mare della scena dell’auditorium.

L’impostazione planimetrica si è poi sviluppata come conseguenza di queste scelte, e attraverso la volontà concreta di creare una piazza circolare, che oltre a contenere i tre ingressi, divenisse il punto centrale di socializzazione dell’intera area attorno alla quale sviluppare, come vedremo riguardo ai percorsi e ai parcheggi, le varie attività connesse al centro.

Particolare attenzione è stata inoltre posta sul mantenimento delle alberature presenti nel sito, anche se non debbono trarre in inganno le immagini satellitari che, gia datate, non rendono fede allo stato attuale caratterizzato da poche alberature addensate nella sola parte del lato prospiciente al mare. Al fine di garantire la presenza del verde e delle alberature si è disposto un fitto reimpianto di alberi in modo da richiamare i caratteri distintivi del territorio nel periodo degli anni sessanta.

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Facendo riferimento alla planimetria sottostante andremo adesso a descrivere le tre parti fondamentali riguardanti la sistemazione dell’area:

1. Accesso all’area 2. Parcheggi 3. Percorsi interni.

ACCESSO DI SICUREZZA

VIA MONTE PANIA VIALE KENNEDY

N

0 50 m

VIALE COLOMBO VIA ABETONE

ACCESSO PEDONALE

PERCORSO CARRABILE AUTO PERCORSO PEDONALE

PARCHEGGIO NORD DIPENDENTI : 80 posti PARCHEGGIO AUTO TEMPORA NEO VIP* : 20 posti PARCHEGGIO MOTOCICLI VISITATATORI : 80 post i PARCHEGGIO OVEST BICICLETTE: 80 posti

PARCHEGGIO PULLM AN VISITATO RI : 14 posti

PERCORSO PEDONALE DIPENDENTI

PERCORSO MEZZI DI SERVIZIO

PERCORSO DI SICUREZZA ACCESSO CARRABILE

ACCESSO DIPENDENTI

ACCESSO MEZZI DI SERVIZIO

PERCORSO CARRABILE DIPENDENTI

VIABILITA' PUBBLICA PERCORSO CARRABILE MOTO PERCORSO PEDO NALE SOPRAELE VATO PARCHEGGIO MOTOCICLI DIPENDENTI : 15 posti

PARCHEGGIO EST VISITATORI : 503 posti

CENTRO COMMERCIALE ACQUARIO

AUDITORIUM PARCHEGGIO

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3.2.1 Accesso all’area

L’accesso all’area si distingue in quattro tipologie: • Accesso carrabile pubblico • Accesso pedonale

• Accesso carrabile dipendenti • Accesso mezzi di sicurezza

Tale diversificazione è apparsa necessaria sia al fine di evitare interfacce poco sicure tra le varie tipologie di utenza, sia per evitare, come gia espresso nei capitoli precedenti, di sovraccaricare la rete viaria. In virtù di ciò si è scelto di posizionare l’ingresso carrabile principale nel lato di viale Kennedy, distanziandolo dall’attuale semaforo, per evitare che eventuali code, potessero appesantire l’incrocio di connessione col viale a Mare. Sempre in questa ottica si è disposto che il tratto di viale Kennedy parallelo all’area in questione, venisse liberato dalla presenza degli stalli di sosta attualmente presenti, in modo da ottenere l’allargamento della carreggiata e favorire l’inserimento di una via di sicurezza ad esclusivo utilizzo dei mezzi di soccorso. Così facendo l’accesso pedonale ha potuto trovare la giusta collocazione proprio nelle vicinanze dell’incrocio dove, nuovi efficienti impianti semaforici pedonali garantiscono il favorire e lo sviluppo del collegamento con la pista ciclabile e con tutte le utenze provenienti dal lato mare, ivi comprese quelle in arrivo coi mezzi pubblici. Per quanto riguarda l’ingresso dei dipendenti si è scelto di delocalizzarlo sulla via opposta al viale Kennedy ovvero su via Monte Pania, in modo che fungesse anche da accesso per i mezzi dei fornitori. In qu esto modo si è evitato il problema del contemporaneo accesso di utenze a pagamento e non, con i relativi problemi di gestione delle controllo delle entrate. Volendo garantire la completa accessibilità all’area ai mezzi di soccorso si è inoltre reso ogni accesso precedentemente descritto, utilizzabile in caso di emergenza. Ciò, di riflesso, ha imposto notevoli larghezze dei percorsi come indicato successivamente. Ulteriori accessi di

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sicurezza sono stati disposti sul lato corto prospiciente viale a mare e sul lato di via Monte Pania, in corrispondenza della zona destinata a parcheggio pubblico.

3.2.2 I parcheggi

Lo studio dei parcheggi si sviluppa anche esso in funzione delle utenze, per cui avremo due principali categorie:

• Parcheggio destinato al pubblico (auto, pullman turistici, motocicli, cicli)

• Parcheggio destinato ai dipendenti (auto, motocicli)

Seguendo l’impostazione prevista per l’accesso all’area, abbiamo così previsto di disporre tre importanti aree di sosta:

• Parcheggio est visitatori • Parcheggio nord

• Parcheggio est Parcheggio est visitatori

Rappresenta il parcheggio principale poiché accoglie i flussi turistici di auto, pullman e motocicli.

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Nel tentativo di rendere organico l’inserimento e la fruibilità di questo spazio, abbiamo deciso di mantenere un asse di penetrazione principale parallelo a via Abetone, in grado di accogliere sia i mezzi in entrata che quelli in uscita attraverso quattro corsie. Successivamente è stata introdotta una rotonda in grado di servire, senza pericolosi incroci, la zona per le auto che, come ben visibile, si differenzia in tre comparti separati da vie di penetrazione pedonali protette da alberature. In questo modo si è potuto così prevedere anche l’ipotesi di un trasferimento del mercato ambulatoriale settimanale di viale Kennedy nel settore prospiciente tale viale ad esso accessibile tramite l’ingresso pedonale a valle dell’ingresso carrabile. Superata la rotonda ivi descritta, le corsie diventano due, una di andata e una di uscita che servono le zone del parcheggio auto e dei motocicli disposte più a nord, oltre che la zona del parcheggio pullman. Questa diversificazione rende possibile un traffico del mezzo pesante meno invasivo favorendo un circolazione più scorrevole e sicura.

Riguardo al dimensionamento, si è fatto riferimento al tipo di attività presenti nell’area secondo i parametri desunti da Adler e Tutt. Nella fattispecie avremo:

• Auditorium : un posto auto ogni 4 posti a sedere (1400/4=350 posti auto).

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• Acquario : un posto auto ogni 30 m² di superficie espositiva; un posto auto ogni tre posti a sedere per tribuna vasca delfini; un posto auto ogni due coperti per l’attività ristorativa. (1500/30 + 300/3 + 180/3 = 210 posti auto).

• Centro commerciale: un posto auto ogni 25 m² di

superficie di vendita. (1000/25=40 posti auto). Sommando i valori in maniera semplice otterremmo un risultato maggiore

a quello effettivamente ipotizzato. In effetti gli output sono stati mediati in funzione di un diverso utilizzo nel corso della giornata (es. non si è considerato l’utilizzo contemporaneo completo di auditorium e acquario ma lo si è forfetariamente ridotto ipotizzando per esempio che la sera l’acquario non rimanesse aperto mentre l’auditorium non lo fosse, o lo fosse limitatamente, il pomeriggio). In virtù di ciò abbiamo disposto la presenza di 503 posti auto, e 80 posti destinati ai motocicli.

Parcheggio nord dipendenti

Detto della delocalizzazione rispetto all’area precedente, tale parcheggio risulta integrato ad essa grazie ad uno sviluppo curvilineo che ne esalta il collegamento con la viabilità interna. Anche in questo caso si è passati all’analisi delle attività presenti, in modo da fornire un corretto dimensionamento del numero di posti auto da prevedere. In questo caso la forbice tra i risultati ottenuti dalla somma effettiva e quella forfetaria si è annullata in seguito alla considerazione del fatto che l’attività dell’auditorium mantiene comunque una attività amministrativa costantemente a servizio, così come le maestranze e gli attori di scena. Nel dettaglio:

• Auditorium : un posto auto ogni 3 addetti; un posto auto ogni 10 m² di superficie dei camerini. (18/3+240/10= 30 posti auto).

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• Acquario : un posto auto ogni 2 addetti dipendenti dell’acquario; un posto macchina ogni due dipendenti della attività ristorativa; (30/2 + 16/2 = 38 posti auto). • Centro commerciale: un posto auto ogni 80 m² di

superficie di vendita. (1000/80=12 posti auto). Il risultato ottenuto di 80 posti auto è quindi perfettamente coincidente con

quello ipotizzato. Anche in questo caso sono stati inseriti 12 posti destinati ai motocicli.

Parcheggio ovest cicli

Disposto sul fronte principale prospiciente al mare, è stata individuato in tale zona il parcheggio per i cicli, nell’ottica di una politica di sviluppo dei percorsi ciclabili che non solo prevedesse la continuità tra i vari comuni ma vedesse incentivato il dialogo diretto con le varie attività disposte lungo il tracciato. Oltre a questo tale scelta ha permesso di liberare il fronte a mare dalla presenza di elementi che potessero minare l’interazione tra l’opera e la realtà del mare. Senza contraddire ciò, ma al fine di rendere flessibile ad ogni esigenza l’utilizzo dell’area, si è disposto comunque che in caso di eventi particolari, come arrivo di autorità o personaggi di forte richiamo, anche tale area potesse accogliere la presenza di auto, disposte parallelamente al viale in parte delle zone ordinariamente destinate ai cicli, in modo comunque da impedire l’interazione tra traffico carrabile e ciclabile.

I percorsi interni

La volontà di creare un contesto in cui le tre unità progettuali fossero capaci di interagire non soltanto tra loro ma anche con il contesto paesaggistico, ha determinato un attento studio dei percorsi di collegamento interni basati sul conseguimento dei seguenti punti:

• Mantenere la continuità con la pista ciclabile

• Facilitare l’accesso sicuro dalla zona parcheggi in modo da evitare rischi per i pedoni.

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• Diversificare i percorsi pedonali da quelli carrabili destinati alla mobilità dei dipendenti.

• Creare un elemento centrale di forte richiamo

Detto della volontà di mantenere la continuità con la pista ciclabile, abbiamo cominciato a studiare il complesso a partire dalla volontà di creare un fulcro centrale capace di distribuire gli utenti alle varie unità. Ciò è stato ottenuto attraverso la creazione di una piazza circolare su cui gli ingressi non solo si affacciassero ma interagissero tra loro. Ecco quindi come leggere la scelta di estendere l’auditorium sino quasi al centro della piazza, e la realizzazione di un percorso sopraelevato che, partendo dall’accesso pedonale, permettesse alle utenze pedonali di “vivere” le tre attività passandovi al loro interno senza necessariamente fermarcisi. Riguardo ai percorsi a terra è ovvio come si sia stata ricercata la sicurezza dei pedoni rispetto al traffico carrabile. Per raggiungere questo obiettivo, nel progetto dei parcheggi, grande importanza è stata data alle vie di penetrazione pedonale che permettono alle utenze di uscire dalla propria auto e, attraverso percorsi anulari, immettersi nei due grandi viali di accesso alla piazza. Tali vie sono state disposte in maniera tale da ripartirsi il numero delle utenze, e garantire l’organicità del percorso. La larghezza elevata è stata imposta per garantirne l’accessibilità ai mezzi di sicurezza oltre che a garantire il passaggio ordinato di più persone. Tornando ai percorsi pedonali anulari possiamo notare come essi garantiscano l’integrazione col contesto grazie ad una forma concentrica rispetto al centro della piazza, in un richiamo sensibile al ruolo di centralità che essa deve rappresentare per l’intero lotto.

Riguardo ai percorsi destinati ai mezzi di servizio si è pensato anche in questo caso di disporli in modo tale che potessero rifornire le tre unità senza interferire con i pedoni se non limitatamente alle due intersezioni con i viali prima citati. Questa diversificazione dei percorsi può essere ben letta facendo riferimento alla immagine 3.1 e alle presenti.

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3.3 Progettazione dell’acquario 3.3.1 Premessa

Voler descrivere un’opera complessa con il solo utilizzo delle parole o di limitati supporti grafici non permette una attenta disamina di tutte le caratteristiche in essa contenuta. Per questo motivo si cercherà di analizzare la rispondenza funzionale con quanto espresso nel dpp, tralasciando la disamina delle motivazioni che hanno indotto alla formulazione delle scelte effettuate qualora esse siano dettate esclusivamente dalla rispondenza con i requisiti richiesti nella analisi funzionale.

Prima di affrontare nel dettaglio il problema andremo ad individuare quelle che sono state le scelte di carattere planivolumetrico effettuate.

Lo sviluppo della cultura del mare tramite lo studio dei “suoi” abitanti così come indicato nelle linee guida della normativa CITES, ha posto in primo piano l’esigenza di ricercare, gia a partire dalla impostazione planimetrica, un legame forte col tema del mare. In questo senso l’attenzione si è indirizzata quasi immediatamente, e forse per gioco, verso un animale marino molto comune nelle coste versiliesi: il granchio.

Crostaceo dalle piccole dimensioni, il granchio si caratterizza per la presenza di due ampie chele anteriori che si estendono oltre il guscio centrale detto carapace, dal quale si snodano altre chele posteriori di dimensioni minori rispetto alle precedenti.

Spingendoci in un metaforico parallelo tra la conformazione del granchio e le funzioni e gli obiettivi propri di un acquario ci siamo accorti di come le due cose fossero strettamente connesse.

Se infatti le chele anteriori del crostaceo rappresentano il mezzo per catturare le proprie prede, è lecito considerare che esse rappresentino per noi il veicolo di diffusione di ciò che nelle vasche viene esposto. Formalizzando, ed espandendo, il parallelo, riscontreremo ulteriori interessanti analogie che lo studio combinato delle immagini ci confermerà:

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Corpo vasche Carapace del granchio Corridoi laterali circolari Chele del granchio Tribuna spettatori Preda da conquistare Vasca delfini Mare in cui vive

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Lo sviluppo di questa forma, ha richiesto a monte una analisi attenta dello sviluppo dei percorsi e delle funzioni in modo tale da evitare che l’idea iniziale rappresentasse un freno allo sviluppo cosciente del progetto e ci spingesse a perseguire ciecamente un obiettivo senza elaborare l’idea di avere effettivamente “preso un granchio”.

Si pensi a tal proposito come l’utilizzo della superficie curvilinea che rinomineremo chela, sia fine a se stessa qualora estrapolata da questo contesto, mentre assuma un carattere fondamentale se la si considera come parte integrante del percorso anulare che serve le tre unità del complesso (zona circolare evidenziata in copertura, e simmetrica).

L’analisi delle volumetrie fa emergere, seppur nella simmetria delle sue forme, come sia stata fortemente ricercata la distinzione dei vari corpi di fabbrica, attraverso l’utilizzo dei vuoti e dei pieni, delle vetrate e dei muri ciechi, che permettessero di garantire una completa leggi bilità della struttura dall’esterno. In tale ottica si inseriscono le scelte di evidenziare anche quelle attività, come le zone curatoriali del lato delfini o le grandi torri del sistema di filtrazione che molto spesso vengono mascherate. Volendo evitare che lo studio del progetto divenga una mera ostentazione delle scelte fatte, andremo adesso a discutere nel dettaglio i soli aspetti funzionali e distributivi.

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3.3.2 Aspetti funzionali e distributivi

Premessa come detto la difficoltà nel descrivere il tutto con un limitato utilizzo del supporto grafico, cercheremo di ridurre il problema attraverso una analisi svolta da due punti di vista :

1. punto di vista del visitatore 2. punto di vista del personale

Prima di cominciare dobbiamo però ribadire come lo sviluppo dei percorsi sia stato fortemente vincolato alla necessità di garantire il benessere delle specie accolte e di permettere al fruitore una agevole visita. Analizzando infatti esperienze simili, emerge come molto spesso i percorsi proposti siano farraginosi e spesso adattati a soluzioni non propriamente pianificate, richiedendo così un dispiego di mezzi e persone non previste. La volontà di evitare tali situazioni ha richiesto notevoli attenzioni, dovute anche all’esigenza di dover necessariamente disporre attività di controllo adiacenti ad ognuna delle vasche. In questo senso l’idea di utilizzare una sorta di blocco quintuplo caratterizzato dalla successione: laboratorio - vasca - percorso espositivo – vasca – laboratorio, ha permesso di semplificare la matrice progettuale. Al fine di garantire l’accesso e l’uscita dalla piazza di arrivo si sono invece dovute studiare soluzioni di tipo “chiuso” imprescindibili da una caratterizzazione del percorso dal punto di vista altimetrico.

Alla luce di quanto detto, verranno descritte tali soluzioni avvalendoci come detto di stralci di elaborati estratti dalle tavole di progetto.

Analisi funzionale dell’area espositiva - Punto di vista del visitatore

L’accesso all’acquario dal livello zero (+180 cm), avviene tramite l’ingresso posto sulla piazza centrale del complesso. L’atrio in cui si viene immessi, oltre ad accogliere i servizi di biglietteria e guardaroba, permette al visitatore il dialogo costante sia con l’interno che con l’esterno dell’acquario, grazie ad un totale impiego di strutture trasparenti. In linea con l’obiettivo di rendere leggibili i propri connotati, si è scelto di rendere

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aggetti dei due piani superiori. In questo modo viene così permesso al fruitore di relazionarsi con quelli spazi che ritroverà poi durante il percorso. Atrio dunque, inteso come indice di lettura dell’opera.

+1,800 +1,800 +2,200 +1,800 ENTRATA LIVELLO 0 USCITA LIVELLO 0

PASSAGGIO M EZZI SOCCORSO

CURATORIAL HALL GUARDAROBA SICUREZZA BIGLIETTER IA FONTANA CON VASCHE A STRAMAZZO

SPAZIO VERDE ESTERNO

VASCATATTILE

Superate le porte girevoli di accesso all’area espositiva, si viene immessi nella parte curvilinea, rappresentante la chela del nostro granchio, che ci proietta la vista sul primo dei due polmoni verdi esterni, accogliente oltre a numerose alberature, la struttura in rilevato della vasca dei delfini.

La vista di tale spazio muta col procedere del visitatore fino ad indirizzarsi, arrivati nella prima sala espositiva, su una sorta di muro d’acqua accogliente specie marine di piccole dimensioni. A servizio di tale zona si è scelto di farvi affacciare una parte del vano accogliente la biglietteria in modo da permettere al personale ivi presente di assolvere i compiti informativi relativi al corretto comportamento dei visitatori in acquario. Da questa sala si passa quasi immediatamente in una seconda, accolta in uno dei due volumi simmetrici che si estendono all’interno del polmone verde. La vasca che incontriamo è una vasca tattile in cui le specie marine sono a diretto contatto con il visitatore, che può interagire con loro rimanendo sulla passerella aerea che oltre a permettere il passaggio consente alle specie accolte, di muoversi senza ostacoli all’interno dell’intero perimetro della vasca. La scelta di illuminare solo artificialmente tale zona, dettata da esigenze legate alla conservazione dell’habitat, ha

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reso necessario lo studio del percorso in relazione al fenomeno di abbagliamento che potrebbe generarsi in uscita dalla zona.

Pur dovendo utilizzare, in continuità con altre scelte che poi vedremo, vetri a basso assorbimento, ci accorgiamo dalla analisi del moto solare svolto sul modello 3d, come fattori come l’esposizione a nord, la presenza dell’aggetto del tetto e del rilevato della vasca delfini, limitino gia di per se stesse il problema dell’abbagliamento garantendo condizioni di benessere visivo.

Proseguendo nel percorso incontriamo il vano scale che, posto a ridosso dell’ampia zona accogliente i servizi igienici, funge da raccordo tra lo spazio adibito a bar-ristorante, e l’accesso alla zona tribuna.

+1,800 +1,600 +0,000 +0,800 +1,800 LAVA G GIO LOCALE IMPIANTI VASCHE OZZON IZZAT ORE OZZONIZZAT ORE ENTRATA DIPENDENTI QUADRI ELETTRICI PREPARAZ IONE FAST FOOD PR EPA RA Z IONE CIB I OZZONIZ ZAT ORE OZZONIZZATORE SERVIZI VASCA DELFINI VASCA QUARANTENA VASCA SECONDARIA INGRES SO DIPEND ENTI UFFICIO DEPOSITO ATTREZZI OFFICINA DEP . CAVEDIO DI AREAZION E E PASSAGGI O IMPIANTI ORIZZONT ALI SP. 1 PASSAGGIO DI SERVIZIO SP. 2 SP.2 SP.1

Il particolare tipo di vano scale a due blocchi, permette un utilizzo flessibile del collegamento verticale, ma soprattutto garantisce una completa gestione del maggiore numero di visitatori che in questo nucleo si addensa. Infatti, dovendo servire la tribuna destinata allo spettacolo dei delfini, ed essendo tali attrazioni per legge ripetibili soltanto quattro cinque volte al giorno, si verificherà inevitabilmente una concentrazione di persone in determinati periodi della giornata. Per evitare il mischiarsi dei flussi ascendenti e discendenti di persone, si è optato per la soluzione della scala a doppio blocco, ripetuta simmetricamente. Così facendo, una volta arrivati al primo piano si verrà immessi in un disimpegno che ci distribuirà nella zona di apprendimento e divulgazione della cultura del

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terminerà nel vano scale simmetrico al precedente che utilizzeremo salendo le due rampe ascendenti che si snodano in esso.

+6,300 +4,750 SALA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA SERVIZI SERVIZI +9,000 USCITA D I SICUREZZA USCITA DI SICUREZZA

Arrivati al piano superiore troveremo un ampio corridoio a servizio della tribuna che, con i suoi otto gradoni supera il dislivello del piano. In virtù di questo, ipotizzando il passaggio in uscita degli spettatori dalle uscite laterali alla tribuna poste al piano inferiore, avremo il quasi totale annullarsi del problema dello “scontro” tra i flussi ascendenti e discendenti. Relativamente allo spazio di divulgazione, noteremo come sia stato volutamente inserito nel percorso in modo da “costringere” i visitatori all’approfondimento della cultura del mare come indicato nell’analisi funzionale.

Scesi di nuovo al livello zero, dalla parte opposta a quella da cui siamo arrivati, possiamo scegliere se continuare il percorso anulare o usufruire del servizio di ristorazione, dal quale potevamo tuttavia accedere anche in precedenza. La zona di consumo pasti è stata disposta nella parte compresa tra il corridoio dal quale arriviamo e la parete circolare della vasca delfini. Tale superficie, attraverso l’utilizzo di policarbonati trasparenti speciali ad alta resistenza, permetterà di osservare dai tavoli il

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movimento dei delfini sotto il pelo dell’acqua garantendo il benessere degli stessi. L’aspetto scenografico creatosi viene rafforzato grazie all’utilizzo delle controsoffittature inclinate, poste a copertura dei gradoni della tribuna sovrastante, che paiono inquadrare l’intera zona.

Opposta a questa quinta scenografica troviamo invece l’ampio bancone collegato ai laboratori di preparazione che descriveremo successivamente.

Continuando nel percorso troviamo una vasca espositiva caratterizzata da un tunnel panoramico che permette la visione dell’interno a 180°. Ottenute attraverso l’utilizzo di lastre curvate in policarbonato fuso, tali superfici oltre a consentirci una completa immersione all’interno della vasca, garantiscono il benessere delle specie accolte grazie a particolari accorgimenti che le rendono insensibili agli sbalzi di luce indotte da eventuali fenomeni di abbagliamento indotti dagli spot luminosi inseriti inevitabilmente a terra. +1,800 +1,800 +2,200 +0,800 +1,500 +0,000 +0,000 +1,800 VASCA PANORAMICA CURATORIAL

PASSAGGIO MEZZI SOCCORSO

TUNNEL SP. DEPOSITO LABORAT ORIO ANALI SI CUCIN A E DEPOSITO VASCHE

SPAZIO VERDE ESTERNO INFERMIERIA

PASSAGGIO AUTOMEZZI

OFF.

SPAZIO FLORA

Terminato il percorso anulare arriviamo nella zona della serra in cui sono raccolte le specie vegetali tipiche del territorio costiero nonché i prodotti florovivaistici del luogo. L’area in questione, speculare all’atrio di ingresso, risulta visitabile grazie a vialetti pavimentati con doghe in legno, attraverso

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Grazie alla riproposizione del sistema di curtain wall vetrato, l’intera zona viene aperta alla vista delle colline e delle Alpi Apuane, creando così quel dialogo con la natura che permette di meglio identificare ciò che viene proposto. Al fine di garantire il mantenimento di adeguate condizioni termoigrometriche, è stato utilizzato un sistema di climatizzazione indipendente da quello del resto della struttura. Sulla base di esperienze simili si è scelto di utilizzare uno schema caratterizzato dalla presenza di canali di distribuzione posti al di sotto del terreno piantumato che trasportano l’aria a bocchette di mandata perimetrali. L’utilizzo di numerosi accorgimenti atti a garantire i necessari ricambi d’aria e la ventilazione naturale, permettono alla centrale di climatizzazione posta al terzo livello di lavorare in completa efficienza.

Tornati sul lato curvilineo che affianca lo spazio vegetativo, ci dirigiamo verso il vano scale che ci permetterà di salire al primo livello del corpo centrale, attraversando il locale adibito a infermeria e una delle uscite di sicurezza che ci portano nel loggiato posto a margine del polmone verde. Salite le scale raggiungiamo il primo livello dove troviamo l’altro ristorante previsto, inserito nel lato curvilineo e caratterizzato dalla presenza di due affacci, uno rivolto verso il polmone verde e la vasca delfini, e l’altro verso lo spazio della serra.

+6,300 +2,900 +6,300 DOPPIO VOLUME RISTORANTE PREPA RAZION E CIBI

L’ipotesi prevista dalle linee guida alla progettazione inerenti la possibilità di estendere anche oltre l’orario di apertura dell’acquario uno dei due ristoranti, viene sviluppato in questo caso. Infatti il vano scala dal quale si è appena saliti è compartimentato e presenta al livello inferiore una apertura sul corridoio di entrata dei mezzi di sicurezza. Utilizzando questo accesso nel periodo serale, si potrà avere un completo utilizzo del

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ristorante e dei relativi servizi igienici che, seppur esterni ad esso rimangono confinati nel vano adiacente l’ascensore e le scale, anche esso compartimentato rispetto al resto della struttura. Detto dei servizi igienici che lasciamo subito alla destra del percorso, muovendoci nel lungo corridoio espositivo incontriamo in successioni due grandi vasche che ritroveremo anche al piano superiore. L’estensione della superficie vetrata che ne permette l’osservazione, ha reso necessario l’opposizione di un paramento murario che evitasse riflessi dannosi sia per le specie accolte sia per i visitatori. Su tale area sono stati disposti gli alloggi per l’inserimento dei pannelli atti ad informarci sulla natura degli organismi accolti nelle vasche. Al fine di assicurare tempi di osservazione estesi ed una buona fruibilità intorno a tali zone, si è deciso di dare ampia profondità ai corridoi prevedendo luci di 5 metri.

+6,300 +5,100 VASCA CURATORIALE VASCA CURATORIALE SERVIZI UOMO CURATORIAL TORRE OZONO SERVIZI DONNA LABORATORIO TORRE OZONO VASCA 3 VASCA 2 VASCA 1 SPAZIO ESPOSITIVO LABORATORIO BIOLOGIA CURATORIAL TORRE OZONO TORRE OZONO PASSERELLA SP.3 SP.4

PASSAGGIO DI S ERVIZIO

PASSAGGIO DI S ERVIZIO

A monte e a valle delle due vasche in posizione simmetrica, troviamo la porta di accesso al corridoio di servizio ai laboratori utilizzabile dal personale addetto, e l’ingresso ai vani scala utilizzabili nei soli casi di emergenza.

Proseguendo ancora, ci ritroviamo in uno spazio che divide una vasca di Immagine 3.12 – Livello 1 corpo centrale con indicazione del percorso espositivo e lavorativo

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del lungo corridoio espositivo veniamo di nuovo immessi nella chela dove una scala a giorno ci porta al piano superiore. Di fianco a questa scala sono stati inseriti i locali adibiti a biglietteria utilizzabili dai visitatori provenienti dall’entrata pedonale o dal percorso aereo che serve le tre unità e aggetta sull’atrio come precedentemente descritto.

Arrivati al secondo livello ci troviamo invece di fronte all’ingresso vetrato della zona commerciale a servizio del locale. Supponendovi di entrare ci troviamo di fronte ad una zona che presenta le medesime caratteristiche degli altri locali posti nella parte curvilinea. Usciti da tale spazio transitiamo in una piccola hall destinata a coloro che desiderano fare il percorso di approfondimento. Infatti, scegliendo tale soluzione, un gruppo di massimo 80 persone viene indirizzato nella sala convegni e istruito su vari aspetti che ha visto e che vedrà durante il continuo del percorso. Terminata questa fase il gruppo riprenderà il cammino guidato che sarà in parte lo stesso degli altri visitatori, ed in parte maggiorato.

+11,200 +11,200 +13,300 +13,300 +11,200 +11,200 DOPPIO VOLUME SHOP

Tornati nel lungo corridoio espositivo la situazione risulterà inversa rispetto al piano inferiore. Le grandi vasche saranno infatti coperte da un muro che permetterà analogamente a quanto sotto detto, di rendere migliore la vista alle due vasche di media dimensione poste invece sul lato opposto e servite da laboratori posteriori accessibili da entrate ricavate nella struttura e allineate con le porte dei corridoi di servizio.

Continuando il rettilineo affronteremo un’altra diversificazione del percorso dettata dal fatto che coloro che hanno scelto l’approfondimento, visiteranno la grande voliera posta al di sopra della sala ristorante,

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mentre, gli altri, continueranno il loro percorso svoltando a sinistra del corpo scale di sicurezza per reimmettersi in un corridoio parallelo al precedente passante nello spazio compreso tra le due grandi vasche ed i laboratori. +11,200 +11,200 +11,200 +12,200 +5,100 PASSAGGIO DI SERVIZIO PASSAGGIO DI SERVIZIO LABORATORIO ANALISI LABORATORIO BIOLOGIA PROIEZI ONE SU VASCA CURATORIALE CURAT. PEDANAESPOSITIVA PASSERELLA SERVIZI CURAT.

Tali vasche potranno quindi essere viste dall’alto con la possibilità di osservare da vicino le specie in esso contenute, e il loro comportamento fuori acqua grazie alle scenografie marine riproducenti habitat marini. Per garantire una buona interfaccia con le specie, questa parte del percorso è stata confinata tra due aperture in modo da evitare flussi d’aria inadeguati. Usciti da tale zona i visitatori comuni termineranno il loro percorso in una ultima sala caratterizzata da ampi cilindri riempiti di acqua e specie marine di piccole dimensioni, e attraverso il vano scala di testata raggiungeranno le uscite poste sia al piano terra che al primo piano. Riguardo al percorso integrativo invece, si avrà una ulteriore appendice salendo le medesime scale e raggiungendo il livello terzo della struttura dove ulteriori spazi espositivi e didattici permetteranno il completamento del percorso formativo.

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Punto di vista del personale

Avendo destinato un anello dei percorsi distributivi dell’area alla mobilità dei dipendenti, si è scelto di porre l’entrata del personale a termine del viale anulare che fiancheggia il parcheggio e rifornisce l’auditorium e il centro commerciale.

Superato l’ampio corridoio di sicurezza, creato per permettere l’accesso ai mezzi dei Vigili del Fuoco, troveremo immediatamente sulla destra la porta di accesso alla zona lavorativa. Appena entrati, i lavoratori destinati alle mansioni impiantistiche e di controllo dei macchinari, oltre a quelli in servizio allo spazio destinato ai delfini, troveranno due spogliatoi distinti rispondenti alle caratteristiche già citate in sede di analisi funzionale. L’accesso a questi locali avverrà in corrispondenza del corridoio di servizio posto in fronte alle porte degli spogliatoi.

+1, 800 +0,800 +1,800 +1,800 LOCALE IMPIANTI VASCHE OZZ ONIZ ZATO RE

PASSAGGIO MEZZI SOCCORSO

PASSAGGIO MEZZI SOCCORSO OZZONIZZATORE ENTRATA DIPENDENTI QUADRI ELETTRICI OZZ ONIZ ZATO RE OZZONIZZATORE UFFI CIO DEPOSITO ATTREZZI OFFICINA PASSAGGIO DI SERVIZIO SP.2 SP.1

Scesi al piano dei locali macchine (+80 cm), ci troveremo in grado di poter raggiungere le zone annesse ossia i locali accoglienti la centrale elettrica l’officina e i filtri, che si snodano simmetricamente attorno alla grande sala centrale, e raggiungibili dal corridoio di servizio opposto al precedente. Due ampie aperture permetteranno inoltre di risolvere il problema delle

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uscite di sicurezza garantendo uno sviluppo delle vie di fuga breve e ben fruibile.

Per quanto riguarda la sala controllo, essa è stata disposta in modo tale da essere accessibile alle utenze portatrici di handicap, per questo motivo avrà una doppia entrata, una posta sul lato impianti e l’altra sul lato del corridoio di sicurezza est. Superata la sala di controllo troviamo invece la scala che ci porterà al piano vasca delfini dove, in una sorta di enorme lanterna, troveremo i servizi curatoriali e le porte di accesso alla vasca. Il fatto che tale spazio sia lasciato a vista è dettato dalla volontà di mostrare ai visitatori gli aspetti legati al corretto mantenimento in cattività dei tursuopi.

Tornando all’ingresso dei lavoratori, andiamo adesso a descrivere gli spazi del piano superiore (vedere i percorsi blu nelle immagini: 3.12;3.13) ai quali arriviamo utilizzando la scala circolare, o l’ascensore, adiacente ai vani spogliatoio precedenti. Saliti al livello superiore ci troviamo in un corridoio protetto attraverso il quale raggiungiamo una zona più ampia che ci distribuisce agli spogliatoi, ad un laboratorio di analisi e alla zona curatoriale a servizio delle due grandi vasche precedentemente descritte. In questo spazio sono state inserite le due vasche curatoriali obbligatorie e lasciato lo spazio per altre due supplementari. Il meccanismo di trasporto delle specie avvenente dal piano superiore verrà descritto successivamente. Alcuni oblò posti sulla parete delle vasche permetteranno al personale di monitorare il comportamento assunto all’interno di esse. Proseguendo oltre troviamo il laboratorio di biologia marina a completare il quadro di un piano lavorativo che, come il precedente ed il successivo, potrà dialogare con l’area espositiva tramite i corridoi di servizio.

Il ruolo di tali collegamenti risulterà ancor più chiaro al secondo piano, dove tramite il loro utilizzo sarà possibile collegare gli estremi del cosiddetto blocco quintuplo. Parlando di questo piano lavorativo è bene soffermarsi sulla modalità di prelevamento della specie marina dalla

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centro della zone curatoriale, e manovrando la gru a bandiera ivi presente, sarà possibile arrivare sino al centro delle due vasche e prelevare l’animale bisognoso. Tramite la gru, l’animale raggiungerà la apertura nel solaio posta al di sopra della vasca curatoriale, e calato in essa. In questo modo viene garantito il collegamento tra le zone favorendo la collaborazione tra quelli che a pieno diritto possiamo dirsi i “reparti” dell’acquario.

Il terzo livello del cosiddetto corpo centrale accogliente le zone destinate agli impianti di condizionamento, è raggiungibile attraverso le stesse scale e segue lo sviluppo planimetrico della struttura sottostante, differenziandosi per il solo fatto che in questo caso gli spazi vengono lasciati aperti al fine di migliorare la fruibilità tra i macchinari. I corridoi di servizio in questo caso vengono utilizzati oltre che per raggiungere le due ali destinate alle centrali frigorifere, anche per accedere alla superficie terrazzata sovrastante le parti che non si è elevato fino al terzo livello. Al fine di permettere la sicurezza, attraverso la terrazza sarà reso possibile l’arrivo alle chele laterali della struttura raggiungendo le scale protette allocatevi. Inoltre, ciò renderà possibile l’utilizzo di parte della copertura per l’alloggio di unità esterne di trattamento dell’aria e di controllo climatico.

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+16,10 0 +15,000 TERRAZZA P RATICABILE TERRAZZA P RATICABILE LOCALE GRUPPI TERMICI LOCALE CE NTRALE FRIGORIFERA

LOCALE CEN TRALE FRIGORIFERA

Analizzando la struttura nel suo completo emerge chiara la presenza di due corpi fondamentali destinati alla attività lavorativa: uno appena descritto e l’altro posto nello spazio curvilineo che lo fronteggia.

Parlando di tale zona ci accorgiamo come esso sia stato affrontato tramutando la concezione del blocco quintuplo, in una visione tripartita: percorso espositivo – laboratorio – percorso dipendenti.

Utilizzando tale schema, e introducendo aperture nella zona di frontiera tra il percorso espositivo ed i laboratori, abbiamo permesso una completa interazione con l’interno della struttura e al tempo stesso una totale indipendenza da esso. Gli effetti di questa impostazione si tramutano in vantaggi derivanti dal fatto che attività come il trasporto delle specie marine all’esterno della struttura, possa avvenire dalla galleria interna, mentre ad esempio gli spogliatoi possano mantenersi nel corpo centrale precedente poiché facilmente raggiungibile. Tornando alla galleria interna notiamo come essa sia differenziata a seconda della tipologia di utenza, e come l’apertura delle serrande permetta il prolungamento del collegamento carrabile delle tre unità. Da un punto di vista termoigrometrico è rilevabile inoltre come essa rappresenti una vera e

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+1,600 +0,000 +1,800 +1,800 +2,200 +0,800 +2,200 +1,500 +0,000 +1,800 LAVAGGIO VASCA PANORAMICA VASCA PANORAMICA CURATO RIAL TUNNEL CURA TORIA L P R EP A R A Z IO N E FAST FOOD PREPARAZIONE CIBI SP. BIGLIETTERIA DEPOSITO

FONTANA CON VASCHE A STRAMAZZO LAB ORATO RIO ANALISI CUCINA E DEPOSITO VASCHE SERVIZ I

SPAZIO VERDE ESTERNO

SPAZIO VERDE ESTERNO

VASCA DELFINI VASCA QUARANTENA VASCA SECONDARIA PASSAGGIO AUTOMEZZI INGRESSO DIPENDENTI OFF. DEP. CAVEDIO DI AREAZION E EPASSAGGIO IMPIANTI ORIZZONTALI SP. 1 SP. 2

L’analisi particolareggiata della zona permette di identificare nella parte est, immediatamente dopo la serranda di accesso alla galleria, gli spazi a servizio del ristorante che avrà a piano terra i vani spogliatoio e deposito, e al piano superiore le celle frigo e la preparazione pasti. Proseguendo nella galleria incontriamo in successione

una zona di preparazione/deposito dei cibi per le specie marine e gli spazi curatoriali a servizio della vasca scenografica. Riguardo ai servizi annessi al ristorante bar posto nella zona sottostante la tribuna, ci accorgiamo invece come essi siano studiati in modo tale da garantire quei requisiti di benessere ed igiene esposti nel dpp. La disposizione planimetrica evidenzia tali rispondenze ponendo a monte della estesa zona di preparazione pasti, il deposito la cella frigo e la lavanderia, e lasciando a valle i servizi igienici e l’entrata dei dipendenti. A termine della galleria troviamo infine l’altro spazio curatoriale a servizio della vasca tattile.

Relativamente alle altre attività svolte nell’acquario, si rileva l’unità amministrativa raccolta nel terzo livello della chela posta ad est. Accessibile dalle scale utilizzate anche dal pubblico ai piani inferiori, si presenta come uno spazio ampio e completamente fruibile dove trovano collocazione gli archivi storici e la sala riunione seguendo l’impostazione planimetrica dei piani sottostanti.

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3.3.3 Scelte tecniche

Relativamente alle scelte tecniche strutturali, c’è da rilevare come il carattere preliminare della progettazione, ci permetta di effettuarle sulla base di predimensionamenti di massima che andranno poi sviluppati nel dettaglio nelle fasi successive della progettazione. Come sappiamo infatti, il titolo III del DPR 21/12/99 n°254 individua nel capo II, cinque sezioni di progettazione:

1. Disposizione generali 2. Progetto preliminare 3. Progetto definitivo 4. Progetto esecutivo

5. Verifiche e validazione dei progetti, acquisizione dei pareri e approvazione dei progetti.

Muovendoci nel campo delle prime due sezioni, è chiaro come le tipologie che andremo a descrivere assumeranno un carattere indicativo seppur in linea con predimensionamenti di massima e con la gestione dei costi di costruzione prevista.

Generalizzando, possiamo individuare l’utilizzo di due particolari categorie di intervento, una basato sull’utilizzo di sistemi in acciaio per quanto concerne gli spazi di ingresso, della hall e della copertura della tribuna, ed un altro fondato sullo sviluppo di strutture prefabbricate in ca per le zone espositive e di servizio.

Tale diversificazione, introdotta considerando le condizioni al contorno della struttura (carichi gravanti, luci, altezze,ecc.), ha permesso di stabilire una matrice operativa, secondo la quale si utilizzassero strutture in acciaio, laddove fosse necessario garantire ampie volumetrie e forti trasparenze, mentre, nelle parti pluripiano, si prediligesse l’utilizzo di sistemi prefabbricati.

In questa ottica possiamo più facilmente comprendere la scelta effettuata nella zona della serra in cui, luci massime di 23 metri, carichi esigui, e

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di colonne tubolari circolari in acciaio in grado di sorreggere le capriate tridimensionali poste in copertura (esempio fig.11), e vincolate dall’altro lato ai pilastri in ca presenti nello spazio curvilineo.

Per quanto concerne la zona del cosiddetto blocco centrale, sì è partiti dalla analisi di alcuni aspetti fondamentali come:

- Presenza di elevati carichi dovuti alle vasche

- Necessità di garantire il passaggio delle tubazioni della vasca - Richiesta di una elevata resistenza al fuoco delle strutture - Realizzazione di orizzontamenti particolarmente contenuti - Semplificazione dei sistemi costruttivi.

La definizione dello schema planimetrico a blocco quintuplo ha permesso di individuare nel blocco centrale una maglia strutturale semplificata e di ridotto sviluppo (9.5mx7.5m) permettendoci di utilizzare il sistema prefabbricato composto dalla combinazione di travi ad L e a T rovescia a sostegno dei tegoli a doppia T autoportanti in cap. Tale metodologia ha risolto il problema degli elevati carichi, riducendo i costi di costruzione e ottimizzando le risorse. Limitatamente alla zona delle vasche, si è visto però, come la presenza di volumi di acqua generi sui solai, carichi permanenti dell’ordine dei 60KNm, rendendo per essi impossibile l’utilizzo

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dei tegoli anche nella loro conformazione maggiore. Avendo invece per le travi, una rispondenza tra gli output del predimensionamento e quelli della tabella allegata (taglio max= 1380 Kn ; momento max = 3890 Knm); abbiamo deciso di sfruttare la trave a T rovescia abbinata ad un impalcato da ponte di tipo PAIL ad alta resistenza.

Per quanto concerne la zona tribuna sì è disposto anche in questo caso

l’utilizzo di strutture prefabbricate in ca relativamente alla parte riguardante il sostegno dei gradoni ed i gradoni stessi, mentre sì sono utilizzate travi in acciaio rastremate per la copertura in alluminio.

Riguardo alla struttura della vasca dei delfini anche in questo caso l’esigenza di doverla porre fuori terra ha obbligato a proporre una struttura che fosse in grado di assorbire le spinte laterali indotte dal moto dei delfini. Anche in questo caso siamo ricorsi all’utilizzo di strutture prefabbricate in pannelli di ca rinforzato, risolvendo il problema, seppur nel rispetto di geometrie circolari ben definite. A tal proposito si noti come lo sviluppo della vasca proposta sia ottenuto dalla successione di archi di circonferenza collegati tra loro. La foto sottostante ci permette di apprezzare la semplicità di esecuzione relativamente ad un intervento

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3.3.4 Gli involucri

Come ampliamente detto, l’edificio presenta un forte carattere di permeabilità visiva tra esterno e interno ottenuto grazie all’intenso utilizzo di superfici vetrate in grado, seppur nella loro trasparenza, di garantire i compiti tipici del paramento esterno ovvero:

- trasmettere alla struttura portante i carichi permanenti (peso proprio) ed accidentali (vento, sisma ed urti);

- separare e conformare gli spazi interni del sistema edilizio rispetto all’esterno;

- difendere gli spazi interni dagli agenti esterni;

- permettere e regolare la trasmissione dei flussi energetici tra interno ed esterno del sistema edilizio;

- consentire e regolare l’illuminazione naturale e la visibilità attraverso;

- consentire e regolare la ventilazione degli spazi interni;

- permettere e regolare il passaggio di persone e cose tra gli spazi interni ed esterni.

Nell’approfondire il concetto di “facciata continua”, è possibile rilevare come in ogni realizzazione vi sia la presenza di alcuni elementi caratterizzanti il sistema. Analizzando infatti gli interventi nelle foto di seguito, noteremo che:

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- la struttura della facciata si conforma come un reticolo strutturale; - la facciata non collabora con la struttura dell’edificio nel suo

complesso, quindi risulta essere esclusivamente autoportante; - la trasparenza appare gestita in modo variabile;

- il sistema di completamento e di chiusura della facciata spesso è costituito da pannelli opachi.

Sempre dall’analisi di esse notiamo come i supporti che permettono il sostegno del paramento vetrato si possano distinguere in due principali tipologie, una puntuale, caratterizzata da supporti discontinui collegati ad una struttura secondaria, ed una continua caratterizzata da montanti e traversi.

Scegliendo di utilizzare il secondo sistema per motivi legati ad esigenze di Immagine 3.21 – Esempi di sistemi di facciata in vetro

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siamo serviti dello schema di facciata a montanti e traversi, disposti seconda la gerarchizzazione in figura e utilizzanti un sistema di ritenuta della lastra a pressore e coprigiunto.

Optato per tale scelta, prima di andare a studiare le vetrature da utilizzare, abbiamo posto l’accento sull’ancoraggio del sistema di facciata alla struttura principale dell’edificio. Infatti, esso rappresentata un ruolo fondamentale per l’intero pacchetto inquanto assolve il compito di assorbire le tolleranze costruttive che sono proprie della struttura principale, e quelle della serramentistica.

Tale problematica, se non studiata, rischierebbe di creare soprattutto nella parte della chela, fenomeni di instabilità pressoflessionali, dettati da un differente grado di precisione delle strutture in ca, dell’ordine di qualche cm, e del serramento, di ordine millimetrico. A tal proposito abbiamo deciso di introdurre staffe di fissaggio ad ogni solaio in grado di assorbire, attraverso sistemi di asolature, gli spostamenti nelle tre direzioni spaziali.

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Spostando l’attenzione sulla vetrature abbiamo analizzato il grado di rispondenza con i termini di benessere visivo, acustico e termoigrometrico. Il vetro gioca infatti un ruolo fondamentale nella regolazione degli scambi energetici tra l’interno e l’esterno dell’edificio e questo ruolo assume degli aspetti diversi a seconda della esposizione della costruzione, ma anche della singola destinazione dello spazio che deve servire.

Dalla analisi della interazione tra l’ambiente e la facciata espressi in figura, è possibile individuare dei fattori tecnici la cui modellazione riferita agli spazi da progettare, permetterà di determinare la soluzione più favorevole da adottare.

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Definendo quindi gli spazi da studiare, ossia: 1. hall posta a ovest;

2. attività commerciale, teatro, spazio commerciale, poste a ovest 3. serra posta ad est;

4. ristorante, voliera, uffici amministrativi posti a est; 5. copertura della vasca e della zona divulgativa,

ci accorgiamo che per essi, le caratteristiche da ricercare saranno pressoché le medesime, ovvero:

- un buon isolamento termico,

- una ottimo controllo solare, capace limitare la quantità di calore entrante riducendo la trasmissione energetica verso l'interno degli edifici.

- un basso valore di riflessione - una elevata trasmissione luminosa - riduzione dei rumori

ed è proprio per questo che, seppur approfondendo il tema della copertura della vasca, si è ritenuto di optare per un sistema unico per tutte le zone. Ovviamente per sistema si intende la composizione di lastre vetrate componenti il cosiddetto vetro-camera.

Nella fase di selezione delle varie soluzioni ipotizzabili, ci siamo avvalsi di alcuni software forniti dalle imprese principali operanti nel settore (PILKINGTON, SHUCKO, ecc.) e abbiamo cominciato ad analizzare criticamente le soluzioni che permettevano l’adempimento degli obiettivi posti. Al termine della analisi ci siamo orientati sulla vetrata doppia descritta nella pagina successiva, dopo aver valutato la possibilità, poi scartata per via dell’accrescimento notevole dei costi e dei pesi strutturali che avrebbe generato, di utilizzare una vetrata tripla. In realtà tale soluzione sarebbe stata l’ideale per la copertura delle vasche, tuttavia si è pensato che le caratteristiche della vetrata doppia, supportate, da un sistema di frangisole adeguato, potessero ampliamente garantire la condizione di benessere richiesta.

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Dall’analisi dei dati prodotti accoppiando le due lastre PILKINGTON ACTIVE SUNCOIL e PILKINGTON OPTITHERM nei modi e dimensioni previsti, noteremo come alta sia la rispondenza con i requisiti di legge soprattutto relativi al dato della trasmittanza termica che come vediamo è molto contenuto.

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I paramenti murari utilizzati nel blocco centrale seguono la filosofia adottata per le strutture, proponendo l’utilizzo combinato di blocchi di tipo GASBETON affiancato da una seconda pelle in lastre di marmo bianco. I criteri base per la progettazione delle murature utilizzate sono dettate dalla ricerca e dalle analisi volte a:

- Costituire specchiature componenti un tutto rigido nel piano - Valutare gli effetti del ritiro e delle dilatazioni termiche

- Rendere indipendenti le pareti portate dagli effetti deformativi (elastici e viscosi) propri delle strutture portanti.

Dovendo inoltre garantire la copertura di superfici estese sono state considerate le azioni sollecitanti particolari, dovute alle spinte orizzontali del vento e prescritte dalle normative. A tal fine si è scelto, in linea con quanto suggerito dalla casa produttrice, di inserire irrigidimenti verticali ed orizzontali posti rispettivamente a 6 e 3 metri nei metodi rappresentati in figura:

Scorrendo le caratteristiche della tipologia proposta, ci accorgiamo come siano molti i benefici del sistema soprattutto in relazione alla destinazione d’uso della struttura. Infatti sono ampliamente garantite sia le condizioni di benessere acustico, ottenute attraverso la particolare presenza di alveolature che dissipano l’onda sonora incidente, sia la resistenza ed il comportamento al fuoco. Inoltre, la particolare miscela di origine minerale componente i blocchi utilizzati, permette di avere una salubrità ed igiene

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ben maggiore rispetto a prodotti che non presentano controlli chimici nel loro sistema produttivo. Ciò in un edificio di questo tipo risulta quanto mai importante.

Prima di passare a descrivere la seconda pelle, è utile ricordare come per l’esterno si sia scelto di adottare il blocco 30x60x24 cm, mentre nelle tamponature interne si sia adottato la tipologia 10x60x24 cm, ottenendo anche in questo caso ottimi risultati in termine di benessere e sicurezza. Venendo al sistema costituente l’involucro esterno, si deve premettere che l’utilizzo di questa tecnologia nasce non solo da esigenze di carattere funzionale ma anche dalla necessità di garantire un’immagine architettonica innovativa e funzionale in linea con i principi di sostenibilità. Il sistema della parete ventilata permette di assicurare, tramite l’effetto camino che si genera nell’intercapedine, una efficiente ventilazione utile a ridurre il carico termico estivo sull’edificio e mantenere il paramento in GASBETON asciutto in ogni stagione e con qualsiasi tempo. Il fatto di utilizzare tale blocco elimina la necessità di inserire isolante termico a ridosso del paramento interno, con conseguente diminuzione dei costi. Analizzando dal punto di vista termico il comportamento del sistema nella stagione calda, ci accorgiamo che la riflessione termica del rivestimento, la ventilazione della intercapedine, e la presenza del paramento murario, minimizzano la trasmissione del carico termico solare incidente sulla parete, mentre nella stagione fredda ci permette di minimizzare i disperdimenti di calore.

Realizzando tale schermatura assolveremo dunque al compito di imprimere all’edificio una forte valenza funzionale e prestazionale, nell’ottica di un miglioramento della qualità architettonica e tecnologica così come previsto dalla UNI 11018/2003.

I componenti del sistema assemblati alla maniera esposta in figura, assicurano un completo fissaggio delle lastre di schermo che come detto sono realizzate in marmo bianco nelle dimensioni 75x35x3 cm, ed intervallate laddove necessario da aperture per le finestrature o feritoie per

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La soluzione in definitiva permetterà di utilizzare componenti dall’elevato livello di industrializzazione, in grado di risultare completamente manutenibili, smontabili e riciclabili nel corso del loro periodo di servizio, con conseguente vantaggio per i costi e la gestione.

COPERTINA METALLICA D COPERTINA PREFABBRICATA IN CLS DETT. 2 DETT. 1 STRATO DI INTONACO SOLAIO ALVEOLARE H=42 E STRATO DI INTONACO : DAVANZALE I N PIETRA INTERRUZIONE DELLA PANNELLATURA IN CORRISPONDENZA DELLA FINESTRA E D ISPOSIZIONE A SCACCHIERA SOSTEGNO PUNTIFORME IN PROFILATO DI ALLUMINIO MONTANTE IN ALLUMINIO BLOCCO IN GASBETON 60X30X25 TRAVE IN CA

LASTRA IN MARMO BOTTICINO CM 75X35

T T

1 TELAIO MOBILE A TAGLIO TERMICO

5

TELAIO F ISSO A TAGLIO TERMICO GUARNIZIONE IN EDPM STRATO DI ISOLANTE 1 0 1: 1 A P RT GANCIO NYLON PIOLO STRATO DI LINER

MASSETTO DI PENDENZA PER ALLOGGIO TUBATURE 1 LASTRE IN MARMO BIANCO DE : T T 5 1 2

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