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1_STORIA DEL TERRITORIO

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Academic year: 2021

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1_STORIA DEL TERRITORIO

1.1. La citta` di Pietrasanta

L'area oggetto di studio in questa tesi si trova ai piedi dell'ingresso del centro storico della citta` di Pietrasanta, conosciuta da sempre come la sede di moltissimi laboratori per la lavorazione del marmo, del bronzo e dei mosaici.

L'interesse per questa area nasce dalla consapevolezza dell'avanzato stato di degrado, architettonico e funzionale in cui si trova, dal riconoscimento della qualita` architettonica di una acerba archeologia industriale delle costruzioni oggetto di recupero e dalla necessita` di mantenere viva la memoria storica di una delle ditte, la Ditta Pierotti & Co., fra le piu` importanti in ambito versiliese per la lavorazione del marmo.

Al fine di valorizzare il recupero dell'area e farla diventare motivo di richiamo sia per la cittadinanza che per le utenze esterne e` stato progettato un centro culturale, direzionale e commerciale collegato all'area in questione.

Il filo conduttore di questo intervento vuole essere la conservazione e la valorizzazione delle ricerca artistica e culturale, in particolare della scultura in marmo.

Laboratori Pierotti, foto storica del cortile interno negli anni '50

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1.1.1. Pietrasanta e il marmo

Pietrasanta e` uno dei comuni che compongono la Versilia, comprensorio, posto a nord-ovest della provincia di Lucca, formato anche dai Comuni di Massarosa, Viareggio, Camaiore, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema. In passato con l'idronomo Versilia venivano identificati esclusivamente i territori ricadenti all'interno dell'ex Capitanato mediceo: Pietrasanta, Seravezza e Stazzema. Infatti Pietrasanta, antica citta` di origine medioevale, e` da considerare il capoluogo storico della Versilia e la capitale della lavorazione artistica del Marmo; le prime cave furono messe in servizio addirittura durante il I e II secolo d.C..

Le origini di Pietrasanta possono essere fatte risalire alla meta` del XIII secolo: gia` da allora la citta` fu caratterizzata da uno schema ortogonale che rappresenta, in Toscana, il primo esempio d'urbanistica programmata.

L'attivita` estrattiva del comprensorio versiliese e` concentrata attualmente nel territorio dei comuni di Stazzema e Seravezza. Anche se molto ridotta rispetto ad un passato in cui Seravezza e` stata "capitale del marmo" al pari di Carrara, l'estrazione dei lapidei in Versilia vanta ancora una notevole importanza legata essenzialmente a due fattori: il primo risiede nella forte produzione di Marmo Arabescato, in assoluto la piu` alta dell'intera regione apuana; il secondo, riguarda la presenza unica, in ambito regionale, della Pietra del Cardoso, estratta nei pressi dell'omonima frazione del Comune di Stazzema.

Secondo gli studiosi di storia locale il marmo versiliese e` stato scoperto dagli antichi Romani in epoca imperiale, al tempo dell'Imperatore Tiberio (14-37 d.C.). Con la caduta di Roma pero`, le cave della Versilia cessano per molti secoli di essere attive. I primi segni di

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una lenta ripresa si hanno tra il 900 e il 1000 d.C., con la costruzione delle pievi locali e dei grandi cantieri ecclesiastici pisani, lucchesi e fiorentini.

Nella seconda meta` del Quattrocento, a causa del fiorire delle arti, l'utilizzo del marmo versiliese per l'architettura e la scultura decorativa aumenta notevolmente.

Pietrasanta si specializza nella lavorazione artistica dei marmi, grazie alla presenza di botteghe di "magistri marmoris" di alta professionalita`, mentre Stazzema e Seravezza rappresentano i due poli di riferimento per l'estrazione dei lapidei.

Nel 1494 la nobile e potente famiglia fiorentina dei Medici stabilisce il proprio dominio in questo territorio e valorizza ulteriormente l'estrazione dei marmi locali, incentivando l'apertura di nuove cave. Nel XVI secolo la citta` quindi, conobbe un periodo di prosperita`, grazie anche all'apertura delle cave di marmo ad opera di Michelangelo Buonarroti e all'apertura di alcune miniere di ferro; da ricerche storiche si segnala il passaggio del grande Michelangelo, che qui abito` mentre sceglieva i marmi delle sue opere nelle vicine cave di marmo e qui tratto` l'acquisto dei marmi per la facciata di San Lorenzo a Firenze. Lo scultore Donato Benti, procuratore di Michelangelo Buonarroti, realizza proprio in questi anni i lavori stradali per cavare e trasportare il Marmo Statuario dal Monte Altissimo a valle: in quell'epoca infatti mancavano le strade per raggiungere i giacimenti marmiferi piu` alti. Michelangelo lavora anche nella valle del Vezza, alle cave di Breccia di Stazzema e sfrutta in particolare quella del Rondone. L'amore del grande maestro per il marmo versiliese attira in questa terra scultori da ogni parte d'Italia: Giambologna, Stagio Stagi, Pollaiolo, Tacca,

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Civitali e tanti altri hanno lasciato numerosi capolavori conservati nelle chiese della Versilia, testimonianze del loro soggiorno.

Questo clima ricco di scambi artistici raggiunge il suo apice nel 1565 con l'apertura, voluta dal Granduca Cosimo I dei Medici, delle cave di Mischi a Stazzema.

Con la fine della dinastia della famiglia Medici le sorti dei marmi versiliesi subiscono un periodo di decadenza: nel 1737 infatti risultano attive solo le cave di Mischi e Brecce nei monti di Stazzema, marmi ai quali la Versilia deve la sua fama in tutto il mondo.

Solo nei primi anni del XIX secolo il marmo versiliese ritorna alla vita. Questa resurrezione e` dovuta soprattutto a Marco Borrini, imprenditore locale, e ad un francese, Jean Baptiste Alexandre Henraux, ex ufficiale di cavalleria al servizio di Napoleone Bonaparte: questi due uomini ridanno ai marmi locali tutto lo splendore che avevano al tempo dei Medici. Marco Borrini acquista dalle comunita` di Stazzema e Seravezza le cave di Monte Altissimo, gia` aperte da Cosimo I dei Medici e frequentate da Michelangelo, ma abbandonate dalla fine del Seicento e quasi inaccessibili.

Il patrimonio artistico di Pietrasanta, indubbiamente legato alle vicende cittadine, comprende pregevoli opere di famosi maestri dello scalpello.

Nel 1841 Pietrasanta fu elevata al rango di citta` nobile tenendo conto della sua antichita`, della bellezza degli edifici, della importanza delle istituzioni, dello sviluppo nella escavazione e lavorazione del marmo, del numero di famiglie nobili e facoltose.

Dopo la caduta dell'Impero Napoleonico e il ripristino degli antichi ordinamenti, la citta` divenne importante centro economico e culturale legato soprattutto all'estrazione dei marmi delle Apuane.

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Sotto l'impulso di Henraux e dei suoi discendenti si aprono cave ovunque, si costruiscono segherie idrauliche, si impiantano laboratori di scultura e di architettura. Per la qualita` pregevole di questi marmi viene attirata l'attenzione di imprenditori anche di paesi esteri, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti d'America compresi.

Importantissimo e` stato il contributo degli imprenditori anglosassoni per il rilancio del marmo apuano. E` stato un inglese, l'industriale Guglielmo Walton, attivo per moltissimi anni a Carrara, a far progettare e costruire, nel 1851, la prima grande struttura pre-portuale: un lungo pontile caricatore che permetteva, finalmente, l'attracco agevole delle navi. Per volonta` di Walton viene inaugurata nel 1857 a Carrara la piu` innovativa e moderna segheria italiana, capace di azionare, per mezzo della forza idrica, una turbina che distribuiva energia a ben 12 telai per la segagione del marmo. Walton investe inoltre nel settore marmifero di Seravezza e Stazzema.

Insieme all'imprenditore locale Giuseppe Barghetti intraprende nuove escavazioni di marmo sui monti di Seravezza, sul Monte Costa, dove vi estrae Marmo Bianco Ordinario e Marmo Bardiglio. Nella Comunita` di Stazzema invece, Walton e` attivo sui monti di Retignano, nella cava di Montalto, in cui e` presente il Marmo Bardiglio Fiorito, ossia marmo brecciato di qualita` altissima, e a Levigliani dove fa costruire una strada per giungervi da Ruosina e cavare Marmo Bianco Ordinario Venato.

Altri imprenditori inglesi sono attivi nel corso dell'Ottocento in Versilia, tra i quali, Giacomo Beresford che gestisce la bellissima cava del Rondone, nel Canale delle Mulina, dove e` presente la Breccia, marmo policromo largamente usato in scultura e architettura.

Egli inoltre, assieme al socio Gybrin, prende in affitto nel 1821 una cava di Marmo Mischio Bianco e Turchese, materiale che spedisce in Inghilterra raccogliendo cosi` tanto successo da dare luogo alla formazione di una compagnia.

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Giovanni Beresford e` attivo invece sui Monti di Levigliani , alle Svolte, mentre un certo Signor Francklin dal 1840 gestisce una cava sul Monte Corchia.

Il commercio del marmo assume una tale espansione che nel 1842 viene istituita a Pietrasanta la Scuola di Belle Arti, attiva ancora oggi con il nome di Istituto d'Arte, voluta dal Granduca di Toscana Leopoldo II, per la lavorazione artistica del marmo e in pochi anni fiorirono una miriade di laboratori. L'industria della lavorazione artistica del marmo continua a progredire, malgrado momenti ricorrenti di crisi legati a periodi di recessione dell'economia mondiale.

Gli artigiani e le botteghe di Pietrasanta sono ancora oggi famosi in tutto il mondo: la citta` infatti sta vivendo una sorta di "secondo Rinascimento". Gli abili maestri lavorano ancora, con strumenti antichi e rari, la materia lapidea. Accanto a loro scultori di fama internazionale e giovani artisti cercano di captare i segreti della loro arte. Essi hanno trovato a Pietrasanta l'ambiente e le persone a loro congeniali, al punto che taluni vi hanno eletto la loro residenza: tra di loro Ferdinando Botero e Igor Mitoraj. Il movimento ha assunto vaste dimensioni dall'ultimo dopoguerra quando sono venuti a realizzare i loro capolavori nei laboratori di marmo o nelle fonderie italiani e stranieri: Francesco Messina, Emilio Greco, Henry Moore, Juan Miro`, Marino Marini, Giacomo Manzu`, Salvador Dali`, Arnaldo Pomodoro, Gio` Pomodoro, Novello Finotti, Pietro Cascella, Hans Arp, Gonzalo Fonseca, Sandro Chia, Kan Yasuda, Folon, Ivan Theimer e tanti altri ancora. Sono testimonianze di quanto sia diffuso il nome delle maestranze di Pietrasanta nel mondo, tanto da meritare l'appellativo di "Piccola Atene".

Pianta topografica di Pietrasanta ,1600 ca

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La bellezza del centro storico si sposa perfettamente con le botteghe degli artigiani del marmo, con le rinomate fonderie di bronzo e con i laboratori dove si creano mosaici artistici apprezzati in tutto il mondo. I suoi artigiani hanno un'elevata professionalita`; l'organizzazione dei laboratori appartiene al patrimonio culturale non solamente della citta` versiliese, ma dell'intera cultura nazionale.

Elenco laboratori artistici del marmo piu` conosciuti: statuaria classica e contemporanea

Amedeo Antonucci (dal 1968 alla meta` degli anni '90) Ugo Antognazzi (dal 1953)

Enrico Arrighini e Figlio (dal 1870) Art Marmo (dal 1971)

Diego Balderi (dal 1890)

Balderi & Tosi (dal 1890 alla meta` degli anni '90) Barsanti Amerigo di Martino (dal 1884 al 1997) Enzo Belluomini (dal 1952 al 1981)

Benedetto Michele (dal 1978 alla meta` degli anni '90)

Fratelli Bertoni (dal 1905 al 1950 quando si divide ditte autonome) Giorgio Bertoni (dal 1950 alla meta` degli anni '90)

Lodovico Bertoni & Figlio (dal 1950)

Piero Bertoni (dalla fine della 2° Guerra Mondiale) Felice Bertozzi (dal 1948 alla meta` degli anni '90) Bertozzi, Frediani & Viti (dal 1915)

Fratelli Bertozzi Licio e Lorenzo (dal 1977 alla meta` degli anni '90) Bibolotti Piero (dal 1969 alla meta` degli anni '90)

Bibolotti Roberto e Umberto (dal 1973) Bottega Versiliese (dal 1977)

Ernesto Bovecchi (dal 1930 al 1957) Fratelli Bramanti (da fine '800) Agostino Bresciani (dal 1972)

Fratelli Cacciatori Di Bruno & Co. (dal 1925 al 1990)

Capitanini, Corfini & Co. (dal 1971 alla meta` degli anni '90) Pietro Ceccotti (dal 1910)

Stefania Cima (dal 1961) Franco Cervietti (dal 1962)

Dorica (dal 1979 alla meta` degli anni '90) Sirio De Ranieri

Francesco Federigi (dal 1967) Ferrari & Bacci (dal 1948) Fratelli Galeotti (dal 1948) Mario Galeotti

Paolo Nello Galeotti (dal 1884) Massimo Galleni

Livio Garibaldi (dal 1956)

Garibaldi & Lazzerini SdF (dal 1949 al 1972) Sem Ghelardini (dal 1952 alla meta` degli anni '90) Rino Giannini (dal 1962)

Giuseppe e Nicola Giannoni (dal 1932) Iacopo Giannoni (dal 1972)

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Riccardo Giannoni

Sergio Giannoni (dal 1964) Stefano Giannoni (dal 1990) Ulderico Giannoni (dal 1983)

Piero Giorgi (dal 1979 alla meta` degli anni '90) Ilaria Graziani (dal 1982 alla meta` degli anni '90) Odoardo Grossi (dal 1949 alla meta` degli anni '90) L'Apuano S.r.l.

Lazzerini & Betti (dal 1962)

Giovanni Leonardi (dal 1951 al 1975)

Ettore Mariani (da fine '800 alla meta` degli anni '90) Lino Mariani (dal 1923 alla meta` degli anni '90) Rolando Meliani (dal 1965)

Mirto Nannini (dal 1964)

Officina, di Erminio Cidonio (dal 1965 al 1972)

Onix Europa, di Angelici e Puccetti (dal 1973 alla meta` degli anni '90) Cavalier Ferdinando Palla (dal 1890)

Ferdinando Palla (dal 1990) Spartaco Palla

Silverio Paoli (dal 1890 alla meta` degli anni '90) Angelo Pardini (dal 1974 alla meta` degli anni '90) Aldo Pasquini

Fratelli Pasquini (dal 1962 al 1971) Pasquino Pasquini (dal 1860 al 1991) Pio Pasquini & Figli (dal 1948) Blasco Pellacani (dal 1958) Massimo Pellegrinetti (dal 1982)

Luciano Pera (dal 1906 alla meta` degli anni '90) Aldo Pesetti & Figli (dal 1946 alla meta` degli anni'90) Alvaro Pesetti & Figli (dal 1982)

Alessandro Pierotti & Co. (dal 1922 al1993)

Ponterosso Marmi (dal 1970 alla meta` degli anni '90) Resechi Marmi (dal 1900)

Alessandro Ricci (dal 1900) Pio Rossi & Figli (dal 1919)

Saico, di Bottini e Pardini (dal 1977 al 1986) Santoli & Rovai (dal 1945 al 1982)

Temistocle Sarti (dal 1880 alla meta` degli anni '90) Scultur Kamin (dal 1967 alla meta` degli anni '90) Sergio Martini Spadaccini (dal 1967)

Franco Spadaccini (dal 1948) Stagetti Marble Studio (dal 1959) Studio Sem Scultori Associati Umberto Togni (dal 1964)

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1.2. L'area dei laboratori Pierotti

Gli edifici oggetto dell'intervento sono situati su un lotto di forma pressoche` triangolare,

posto dove la strada statale Aurelia, cedendo un braccio alla viabilita` comunale, da` origine all'ascesa, detta "della Madonnina".

Il complesso assume una posizione nevralgica per segnare l'ingresso alla citta`, che, anche se oramai priva di mura, necessita comunque di un elemento significativo che ne ricostituisca un limite sia pur simbolico alla sua natura urbana.

Internamente l'isolato si fonda su un rapporto di chiusura verso l'esterno, infatti lo schema dell'organizzazione dell'attuale lotto consta di edifici perimetrali con limitate aperture lungo i fronti stradali (i laboratori di marmo), che si aprono invece con vasti portali verso sul piazzale interno dove sono depositate lastre e blocchi di marmi vari, provenienti dalle piu` varie parti del mondo e locali.

Volo Aereo fotogrammetrico, 1998

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Sino a pochi anni fa, all'interno dei laboratori, erano ancora conservati numerosissimi modelli di gesso per la realizzazione di opere in marmo.

1.2.1. Formazione del lotto

La caratteristica forma triangolare del lotto si deve a tre strade che ne creano i margini: tale forma era gia` presente alla redazione del catasto del 1825.

L'area e` delimitata dalla via realizzata per la necessita` di collegare direttamente alla Via Regia, oggi via Aurelia, la Porta Pisana delle mura della citta` di Pietrasanta; dalla via, oggi via Santini, che collega alla stessa via Regia Porta a Lucca e dalla via sulla quale nel secondo decennio del XX secolo vengono posate le rotaie della tramvia che andava dal centro cittadino fino alla marina. Si forma in questo modo l'area che mantiene lo stesso perimetro inalterato fino ad oggi.

1.2.2. I laboratori

Edificazione dei laboratori

In data 10 luglio 1922, la Ditta A. Pierotti & Co. fa domanda alla "Onorevole commissione edilizia" di Pietrasanta di poter costruire un laboratorio marmi, allegando un progetto di

Laboratori Pierotti

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massima, in localita` detta l'Osterietta, confinante con la strada provinciale, prospiciente il laboratorio Dati, la strada del tram e il tronco di strada gia` provinciale, allora comunale.

La commissione edilizia approva con riserve il progetto in data 13 luglio 1922; la Giunta Municipale prescrive che il fronte del fabbricato, prospiciente la Via Comunale di accesso al piano della ferrovia nella quale e` situata la linea tranviaria, dovra` distare 1,5 m dal confine tra la proprieta` e la via stessa. Il 18 febbraio 1924 viene data l'abitabilita`.

La storia dell'azienda sarebbe sicuramente interessante e strettamente intrecciata alla vita produttiva di Pietrasanta. Purtroppo per motivi non noti, poiche` Giovanni Filippo Schweitzer,

Comunita` di Pietrasanta, particolare, Carlo Ristori Geometra di Prima Classe, Catasto 1825

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penultimo proprietario che oggi ha venduto tutto il lotto ad un gruppo di cinque soci, non ha ritenuto opportuno argomentare, le informazioni in questo ambito sono limitate, anche se la "A. Pierotti & C." e` stata una delle piu` grandi aziende marmifere del passato e ha eseguito lavori di notevole importanza fino alla sua chiusura.

Il laboratorio, sito all'entrata di Pietrasanta, occupava uno spazio molto grande e aveva tanta attrezzatura, in gran parte composta di macchinari per la realizzazione di opere architettoniche.

Fondata nel 1922 da Alessandro Pierotti e Giovanni Gualtiero Schweitzer, l'azienda nell'ultimo periodo e` stata gestita dai loro eredi. Sia Pierotti che Schweitzer prima di mettersi in proprio avevano lavorato presso la ditta Barsanti: Pierotti era scultore e Schweitzer si occupava della conduzione generale dell'azienda. All'inizio il laboratorio era una industria che impiegava dalle 50 alle 80 maestranze con le varie specializzazioni e

Macchinario all'interno dei Laboratori Pierotti

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personale tecnico: disegnatori, architetti, progettisti e personale d'ufficio; la ditta inoltre commissionava parte dei lavori ad altri laboratori della zona. Una prima significativa riduzione del personale si ebbe alla ripresa delle attivita` dopo il secondo conflitto mondiale; vi lavoravano allora circa 30 persone; una seconda riduzione, questa volta drastica, si ebbe nel 1972 quando il laboratorio prese sostanzialmente l'assetto che ebbe fino alla chiusura, negli anni '90, con circa 10 addetti fra cui 5 architetti. La ditta si avvale inoltre, a seconda delle necessita`, di prestatori d'opera -scalpellini, ornatisti, anatomisti, pannisti, lucidatori- e di maestranze per l'elaborazione di bozzetti in creta e gesso.

Pur essendo in grado di effettuare qualsiasi tipo di lavorazione del marmo, l'attivita` cardine della ditta e` sempre stata l'arte sacre e liturgica, con particolare riferimento all'arredo delle chiese, che copriva circa l'85% della produzione; anche quando, a causa del rinnovo liturgico voluto da Giovanni XXIII, la richiesta e` drasticamente diminuita , il laboratorio ha mantenuto, sia pur ridimensionandosi, questa specializzazione che negli ultimi tempi si alimentava della progettazione di mosaici per le chiese cattoliche del medio oriente.

L'attivita` dell'azienda era caratterizzata soprattutto dalla realizzazione di grandi opere di arredo sacro, dai transetti, cappelle, altari, bassorilievi della via Crucis, fino alle acquasantiere, alle cassette per le elemosine, per una committenza prevalentemente straniera, statunitense e mediorientale. Per fare un esempio significativo bastera` citare la cattedrale del Sacro Cuore di Newark (New Jersey) per la quale la ditta realizzo` l'intero complesso degli arredi in stile neogotico che comprendeva, fra l'altro, oltre 250 statue di varie dimensioni: per l'esecuzione della commessa occorsero circa dieci anni. Si ricordano inoltre le realizzazioni degli arredi interni della chiesa National Schraine a Washington; di due chiese in Portorico commissionate dal Vaticano; i bassorilievi per la facciata della chiesa di San Paolo a New York su progetto dello scultore Winter; gli arredi interni ed esterni del Mausoleo del Bahai ad Haifa in Israele e di un centro commerciale a Singapore; la statua di S. Lucia Filippini collocata nella prima nicchia a sinistra nella cattedrale di San Pietro.

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Prima della sua chiusura, pur proseguendo nella lavorazione del marmo, la ditta ebbe importanti commesse per la progettazione di mosaici, sia sacri che civili. Il laboratorio Pierotti poteva essere considerato l'ultimo dei grandi laboratori artistici di Pietrasanta.

Il laboratorio era composto da diversi fabbricati, presenti ancora oggi:

- Il primo edificio costruito risale agli anni '20, ha una vasta superficie e si presenta come un unico vano con una copertura a capriate. La pavimentazione e` in parte a grosse piastre di marmo e in parte a battuto di terra; all'interno vi e` sempre conservato un carroponte e le relative vie di corsa.

- Un secondo edificio, adiacente al primo costruito negli anni sessanta, conserva diverse testimonianze di vecchie macchine per la lavorazione del marmo.

- Un terzo edificio costruito negli anni '50 e` diviso in piu` parti a seconda delle lavorazioni che vi si svolgevano.

- Un quarto fabbricato, risalente agli anni '30 si sviluppa su due piani: al secondo sono presenti due appartamenti e lo studio del laboratorio. A piano terra vi era il laboratorio; tale struttura comprende spazi per la lavorazione, per l'esposizione, una gipsoteca, un deposito, oltre che una parte destinata ad uso abitativo per il guardiano.

Il laboratorio Pierotti ha una struttura architettonica e organizzativa di grande pregio e rappresenta una importante testimonianza di come era organizzato nel passato un laboratorio per la lavorazione del marmo nelle sue diverse forme, dall'architettura alla scultura.

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Adiacente al laboratorio ex Pierotti si trova una marginetta posta sul bivio tra via Aurelia e via Santini che riporta scritto sul piano appeso all'ingresso "non grave sit a vobis dicere ma(t)er ave". Il tipo edilizio della marginetta era, tradizionalmente, riparo per il viandante e per gli animali domestici che, secondo la transumanza, si portavano sugli alpeggi; era ricovero temporaneo degli attrezzi contadini, ma, soprattutto, era luogo di preghiera del singolo come della collettivita` che in particolari ricorrenze, la adornava di fiori e la rischiarava con il lume delle candele o col fioco lumino ottenuto dalle chiocciole svuotate e riempite d'olio. La maesta` oltre la funzione di evidenziare i confini e i limiti, assumeva il ruolo di tutela della casa, della stalla, del podere, della fonte rivestendoli quasi di un manto di sacralita`. L'iconografia ha come soggetto principale o comprimario la Madonna, tema dominante della predicazione degli ordini mendicanti, e attinge a piene mani all'ispirazione mariana sia dei dogmi che dei privilegi. La marginetta ha assolto pienamente alla sua funzione di riparo dei viandanti, ha soddisfatto il bisogno devozionale del montanaro religioso, ha trasformato il panorama divenendo un elemento decorativo del paesaggio ed e` entrata a pieno titolo nella cultura dei paesani tanto da sconvolgerne la toponomastica. Questo vasto patrimonio culturale, non piu` difeso dalla fede degli uomini, ha bisogno di un programma serio basato sulla conoscenza, la conservazione, la valorizzazione di queste opere. Dobbiamo riconoscere che l'interesse teorico e l'impegno al recupero di queste testimonianze sono arrivati tardi, anche dove sono arrivati, e cosi` la dispersione delle maesta` ha impoverito il territorio versiliese di un patrimonio eccezionale. L'insieme degli edifici dell'area Pierotti, nel loro complesso, anche per la caratteristica forma del lotto su cui insistono, sono degni e meritevoli di tutela come testimonianze storiche della citta` e della sua economia; in uno dei suddetti edifici si trova a tutt'oggi l'unico esemplare di calco in gesso del Cristo in bronzo che si trova all'interno del Duomo di Pietrasanta realizzato da Pietro Tacca nato a Carrara nel 1577 e allievo del Giambologna, che opero` in tutta Europa.

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Il Consiglio Comunale di Pietrasanta ha approvato una delibera che prevede la realizzazione di due rotonde lungo la via Aurelia, una delle quali realizzata in corrispondenza tra l'incrocio tra la via Santini e la via Aurelia, la cui realizzazione prevede tra l'altro l'abbattimento della marginetta e di parte dell'edificio destinato un tempo al laboratorio Pierotti.

Attivita` originaria: scultura funeraria; scultura monumentale; scultura sacra e Statuaria classica

Denominazione o ragione sociale: anni '90: "A. PIEROTTI & C." era la ragione sociale di una ditta con dipendenti di proprieta` al 50% dell'ing. Giovanni Filippo Schweitzer, figlio di Giovanni Gualtiero, e per l'altra meta` di proprieta` degli eredi di Alessandro Pierotti.

Descrizione: Il laboratorio, che era di proprieta`, si trova appena fuori dal centro storico. E` uno spazio molto grande, di 5000 mq circa, parzialmente attrezzato al coperto con grandi capannoni. C'e` inoltre una casa adibita a ufficio tecnico dove venivano realizzati disegni e progetti, tuttora ivi conservati. Permangono ancora oggi i macchinari di quella che fu una grande industria della lavorazione del marmo, anche se negli ultimi tempi furono sottoutilizzati: in gran parte sono macchine che sono state utili per la realizzazione di opere architettoniche (tre diverse frese, lucidatrici, torni, ecc.).

Cronologia dell'attivita` a) data di inizio: 1922

b) anni di attività accertata: 71 senza interruzioni c) chiusura: intorno al 1993

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2_ATTI AMMINISTRATIVI

L'intervento progettato deve essere conforme sia al Piano Regolatore Comunale in via di dismissione e al Piano Strutturale approvato nel 2001, al quale manca ancora il Regolamento Urbanistico in via di Redazione.

Si riportano dunque gli stralci dei due piani che indicano le destinazioni d'uso previste per le aree oggetto di studio e gli interventi possibili.

2.1. Piano regolatore comunale

Secondo il vecchio Piano Regolatore Comunale l'area Aurelia e` una zona D5 (D5: zone per insediamenti commerciali e di servizio alla produzione -art. 42-42 bis N.T.A.-), l'area Pierotti una zona D1.2. (D1.2.: zone produttive esistenti di valore storico-architettonico -art. 38 N.T.A.-)) e l'area Santini una zona G4 (Zone G4: Verde pubblico attrezzato di quartiere).

2.1.1. Prescrizioni edilizie

Edifici di valore architettonico e ambientale (V.A.A.)

La denominazione V.A.A. si applica a edifici che per conservazione degli elementi costruttivi e decorativi tradizionali, per caratteristiche tipologiche, per epoca d'insediamento e per criteri di inserimento nel tessuto urbano o nel territorio agricolo si definiscono come componenti integranti della morfologia urbana e territoriale. Essi, si dividono in:

tipologia 1) edifici censiti nel catasto storico Mazzoni del 1792, sistemi costituiti da frantoi, mulini, edifici cosi` detti archeologici industriale, edifici liberty;

tipologia 2) gli altri; Criteri di intervento

Su tali edifici e' ammessa: A) Manutenzione ordinaria B) Manutenzione straordinaria

C) Restauro e Risanamento Conservativo

D) Ristrutturazione Edilizia di tipo D1a, ovvero opere che comportano la riorganizzazione funzionale interna delle singole unita` immobiliari senza che ne siano alterati i volumi e le superfici, con modifiche agli elementi verticali non strutturali, e fermi restando i caratteri architettonici e decorativi dell'edificio nonche` gli elementi costituenti arredo urbano. E` consentita la sopraelevazione fino ad un massimo di 40 cm per la realizzazione del cordolo. Gli interventi di ristrutturazione non potranno comportare modifiche tipologiche tali da alterarne l'aspetto esistente: dovranno essere conservati fregi, cornici, modanature ecc. ed in particolare dovra` essere mantenuta la dimensione delle aperture esterne e della gronda.

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2.1.2. Prescrizioni urbanistiche

Zone produtttive esistenti di valore storico ed architettonico (D 1.2.)

Fanno parte di complessi edilizi morfologicamente strutturati, riconosciuti di valore storico ed architettonico.

Le destinazioni d'uso ammesse sono principalmente attivita` industriali e artigianali, nonche` laboratori, depositi, magazzini ed attivita` di trasporto e di spedizione. Sono ammessi uffici, attivita` espositive ed altri servizi funzionali all'esercizio delle attivita` produttive, fino ad un massimo del 30% della S.U.L. del complesso degli edifici di ogni singola unita` produttiva. E` altresi` ammessa l'abitazione per il proprietario (conduttore) o per il personale di sorveglianza e manutenzione degli impianti, con una S.U.L. non superiore a 150 mq. Sono consentite modifiche di destinazione d'uso. Eventuali interventi di riqualificazioni morfologica e funzionale, volti al fine di sviluppare o trasformare le attivita` produttive esistenti, si attuano per intervento preventivo, tramite redazione di specifico Piano di Recupero del patrimonio edilizio esistente, di iniziativa pubblica o privata.

Zone per insediamenti commerciali e di servizio alla produzione (D 5)

Aree dove sono localizzate attivita` commerciali o destinate alla formazione di nuovi insediamenti commerciali e di servizio alla produzione.

Le destinazioni principali ammesse sono attivita` di commercio all'ingrosso e di commercio al dettaglio (centri commerciali, supermercati, ecc.), attivita` espositive, attivita` di trasporto e di spedizione (autotrasporto containers, depositi), artigianato di servizio (officine di riparazione, laboratori specialisti) ed altri servizi per la produzione, quali banche, uffici, agenzie di assicurazione, rappresentanze commerciali, studi professionali.

Sono ammesse attivita` complementari compatibili, quali attivita` ricreative, sociali e culturali e di ristoro purche` non superino nel complesso il 30% dell'intera S.U.L. prevista. In tali zone la V.G. si attua per intervento edilizio diretto rispettando le seguenti limitazioni e prescrizioni:

-La S.U.L. complessiva non puo` superare la meta` della superficie fondiaria dell'insediamento.

-La superficie libera da costruzioni non puo` essere inferiore al 50% della superficie fondiaria (RC=50% della S.f.).

-Il numero dei piani fuori terra non puo` essere superiore a tre e in ogni caso non puo` essere superata l'altezza massima di ml. 10,00.

-La superficie da destinare a parcheggi nei fabbricati di nuova costruzione e` stabilita come segue:

-Pa -Parcheggi e autorimesse di pertinenza degli edifici -20mq per ogni 100 mq di superficie utile netta destinata alle attivita`

-Pb -Parcheggi di urbanizzazione primaria -40mq per ogni 100 mq di superficie utile netta destinata alle attivita`

-Parcheggi ex lege Toniolo 122/1989 Verde pubblico attrezzato di quartiere G4

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Aree destinate a spazio di incontro e riposo per gli abitanti, al gioco dei ragazzi e ad altre attivita` spontanee e del tempo libero (comprese piccole attrezzature sportive non organizzate). All'interno dell'area non e` ammesso l'edificazione di nuovi edifici e nella progettazione si dovra` tener conto delle essenze arboree caratteristiche della zona, del tipo di pavimentazione, dell'inserimento di elementi di arredo e di attrezzature leggere, dei punti di accesso e delle aree di parcheggio qualora non definite dal piano.

2.2. Piano strutturale

2.2.1. Sistemi e subsistemi territoriali

Le aree oggetto di intervento ricadono nel Sistema Territoriale della Pianura (art. 44 N.T.A.) e in particolare nel Sub Sistema territoriale della pianura alluvionale (art. 53 N.T.A.)

Per questo subsistema il P.S. prevede la tutela del patrimonio storico edilizio esistente, il completamento e la riqualificazione del sistema insediativo di recente formazione, sia residenziale che produttivo e di servizio e la riorganizzazione del sistema infrastrutturale. In particolare il P.S. individua come obbiettivi principali:

- la densificazione e il riordino morfologico degli insediamenti piu` recenti e dei tessuti radi e informi delle aree marginali e di frangia;

- l'incremento e la riqualificazione del sistema degli spazi pubblici mediante un disegno unitario morfologicamente definito;

- la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente; - l'incentivazione dell'attivita` turistico-ricettiva;

- la riqualificazione e il riordino delle aree produttive anche in funzione dell'utilizzazione specialistica o plurima e complessa;

- il recupero e la riqualificazione delle aree produttive dismesse;

- il riordino e la compatibilita` delle suddette con i tessuti insediativi delle aree in cui sono collocate le attivita` e le funzioni marginali.

- la valorizzazione delle risorse agro-ambientali;

- la realizzazione di percorsi turistici-ambientali, in particolare lungo le aste fluviali.

2.2.2. Sistema funzionale insediativo

Le aree oggetto di intervento ricadono all'interno del Limite Urbano -art. 37 N.T.A.- che rappresenta l'ambito in cui, in sede di R.U., dovranno essere individuati in dettaglio gli interventi di conservazione, mantenimento, densificazione, ristrutturazione urbanistica ed ampliamento del tessuto insediativo esistente e dovra` essere localizzata la parte di maggior consistenza della nuova offerta edilizia prevista dal P.S.. Inoltre, l'area fa parte, per quanto riguarda il Subsistema funzionale insediativo della residenza -art. 32 e seg. N.T.A.- della Citta` Compatta. La citta` compatta -art. 77 N.T.A.- e` l'ambito delle aree urbane edificate con sostanziale continuita` per lo piu` sviluppatesi intorno agli insediamenti storici principali, caratterizzate generalmente da lottizzazioni edificate con tipi edilizi misti con prevalenza di edifici mono-bifamiliari. E` inoltre l'ambito nel quale

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individuare la nuova urbanizzazione a completamento, come occasione di riqualificazione dell'esistente struttura urbana. Il P.S. si pone come obiettivo l'individuazione e il riconoscimento di quelle parti costitutive riguardanti l'assetto urbano, l'impianto fondiario, il tipo edilizio, il sistema degli spazi verdi e scoperti, l'individuazione e il riconoscimento di quelle parti in cui tali caratteristiche sono state alterate o contraddette, garantendo il mantenimento della maglia insediativa, della giacitura, della larghezza della viabilita` nello sviluppo dell'assetto urbano.

2.2.3. U.T.O.E. -Unita` territoriali omogenee elementari-

U.T.O.E. n°4 -La citta` di Pietrasanta-

L'area Pierotti ricade all'interno di tale U.T.O.E.

Caratteristiche: Impianto storico compatto ed omogeneo sviluppatosi secondo le direttrici della viabilita` antica (Via Francigena) nella stretta fascia pedecollinare che ne definisce l'insediamento. L'agglomerato urbano e` segnato da un notevole dislivello territoriale delimitato dalla linea ferroviaria che ne definisce i limiti verso la pianura. Il tessuto urbanizzato si presenta eterogeneo con insediamenti di tipo residenziale misto ad amministrativo, commerciale e produttivo. Il centro storico-artistico e le attivita` artigianali qui collocate, con la notevole presenza di gallerie d'arte ad esse congiunte, rappresentano una peculiarita` ed un'attrattiva di forte richiamo turistico e commerciale.

Per questa U.T.O.E. il P.S. prevede:

- la tutela e recupero della fasce comprese tra il centro storico e la ferrovia e tra la ferrovia e la Via Aurelia;

- il recupero del patrimonio edilizio esistente; - il recupero dell'ex ospedale Lucchesi; - la realizzazione del museo della scultura;

- la realizzazione di un parco urbano nell'ex stadio comunale; - viabilita` carrabile di collegamento con la Rocca di Sala;

- la sistemazione e il potenziamento della viabilita` carrabile e ciclopedonale.

Misure di mitigazione: Gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente e la realizzazione di nuovi alloggi, non possono prescindere da una verifica della capacita` della rete fognaria relativa alle acque bianche. La fognatura nera attualmente serve nella sua interezza il territorio in oggetto, cosi` come la rete di adduzione del metano. Gli interventi infrastrutturali relativi al potenziamento della viabilita` carrabile, dovranno essere accompagnati da azioni di risanamento acustico, relativo al traffico veicolare attuale, nonche` da quello previsto. In particolare i tratti interessati sono la Via Sarzanese, la Via Aurelia (nel tratto in cui attraversa il centro) e Via Oberdan. La riorganizzazione funzionale della viabilita` carrabile dovra` essere accompagnata dall'individuazione di un sistema efficace e rapido di piste ciclo-pedonali che disincentivino l'uso dei mezzi di trasporto privati ed in subordine pubblici, a favore di soluzioni ambientalmente compatibili, per i trasferimenti all’interno della citta`, o per i trasferimenti tra la citta` ed i quartieri periurbani.

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Qualsiasi intervento relativo alla viabilita` carabile ed in particolare quello relativo al collegamento con la Rocca di Sala, dovranno essere accompagnati da opere di mitigazione paesaggistica ambientale (al fine di minimizzarne l'impatto), nonche` opere di regimazione delle acque superficiali, volte anche al recupero ed al riutilizzo delle medesime per l'irrigazione. Su tale tratto, data l'esiguo volume di traffico, non dovrebbero essere presenti problematiche legate al rumore.

Tra gli interventi relativi al recupero della fascia compresa tra la ferrovia ed il centro storico e` necessario prevedere delle opere di bonifica per mitigare l'inquinamento acustico che il traffico ferroviario induce sul centro urbano.

Ultimo aspetto e` relativo (per il tratto che interessa questa U.T.O.E.) al recupero, risanamento, valorizzazione e ripristino delle fasce riparie del corso d’acqua denominato "Canale Santa Maria". Lo stato della qualita` delle acque del Canale Santa Maria, e` legato prevalentemente a problematiche di inquinamento da reflui urbani presenti nella situazione a monte, in particolare dovuto alla frazione collinare di Capezzano Monte. La riapertura del canale nel tratto tombato potrebbe essere un intervento di grande impatto positivo in una zona della citta` particolarmente povera di verde e dove le attivita` artigianali ed industriali hanno determinato un forte impatto sulla morfologia del territorio.

U.T.O.E. n°7 –I quartieri periurbani-

L'area Aurelia e l'area santini ricadono all'interno di tale U.T.O.E.

Caratteristiche: Vasta area urbanizzata attorno al centro storico di Pietrasanta che si espande dalla zona pedecollinare, sul lato Nord-Ovest del centro, fino alla pianura alluvionale, ad Ovest e Sud-Ovest della citta`. A Nord e` delimitata dal Fiume Versilia che segna per quel tratto anche il confine comunale. La parte pedecollinare e` divisa dalla zona pianeggiante dalle infrastrutture viarie della ferrovia e della Via Aurelia. A Sud e` delimitata

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dalla campagna prossima al Fiume Baccatoio. E` attraversata dall'arteria di congiungimento con la costa (Viale Apua).

E` la zona di naturale sviluppo della citta`, dove sorgono i quartieri di espansione, ma che vive in diretta corrispondenza con il centro storico. Le importanti vie di comunicazione che l'attraversano costituiscono barriere fisiche che determinano la necessita` di ricucitura tra le parti della citta`. E` caratterizzata da impianti insediativi eterogenei, alcuni dei quali necessitano di interventi volti alla riqualificazione del tessuto urbano o al miglioramento della rete infrastrutturale.

Per questa U.T.O.E. il P.S. prevede: - aree 167;

- nuovi insediamenti residenziali;

- il recupero delle aree industriali dismesse o in zona impropria; - il potenziamento e proseguimento della Via Pisanica;

- l'individuazione e valorizzazione di un centro nei quartieri Africa, Crociale e Macelli; - piazze attrezzate e parco giochi a Ponterosso e Crociale;

- la trasformazione e destrutturazione dei comparti edificatori presenti nella Variante Generale vigente;

- la riqualificazione delle aree Torretta e Torraccia; - il recupero area Salesiani;

- strutture ricettive in localita Traversagna.

Misure di mitigazione: Questa U.T.O.E. e` difficilmente connotabile in quanto racchiude tutti i quartieri limitrofi al centro citta` e con essi le diverse problematiche che comportano. Gli interventi previsti sono numerosi e comportano un ingente impegno di territorio. Infatti solo per gli insediamenti relativi all'edilizia residenziale e legata al terziario-direzionale e` previsto un impegno di suolo pari 3% dell'intero territorio dell'U.T.O.E.. Tali interventi debbono essere inderogabilmente accompagnati, cosi` come previsto, da azioni di recupero delle aree industriali dimesse o in zona impropria, prima di occupare nuove porzioni di territorio. La realizzazione di nuove strade come il proseguimento della Via Pisanica, comportano un aumento delle problematiche ambientali legate al traffico, quali: l'inquinamento atmosferico (anche se il contributo complessivo rimane inalterato in quanto il traffico diminuisce su altre arterie) e l'inquinamento acustico, per il quale e` necessario, gia` in questa fase, prevedere delle azioni di mitigazione: barriere antirumore, zone cuscinetto, asfalti fonoassorbenti, ect.. Si riportano di seguito gli interventi necessari da accompagnare alle trasformazioni previste: - completamento della rete fognaria e/o degli allaccianti alla medesima; completamento degli allacciamenti alla rete di adduzione del metano; recupero e rinaturalizzazione dei corsi d'acqua che scendono dalle colline quali: Canale dei Frati, Canale Sobardino, ect.; - recupero, rinaturalizzazione e valorizzazione dei corsi d'acqua che solcano la pianura quali: Fiume Versilia ed in particolare il Rio della Colombetta; realizzazione di zone a verde limitrofe ai parchi giochi previsti;

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- salvaguardia e rispetto delle zone ad alto valore ambientale che in parte interessano questa U.T.O.E.: le aree di "San Bartolomeo" in particolare dalla Via Aurelia sino all'abitato del Crociale e la zona tra la Via Aurelia e la localita` Crocialetto.

Il Dimensionamento del Piano Strutturale

Il dimensionamento complessivo del P.S. e` stato elaborato secondo i seguenti criteri:

- dagli studi e dalle analisi svolti in sede di Quadro Conoscitivo, contenente i dati inerenti alle tendenze demografiche e migratorie;

- dalla lettura dell'attuazione del vigente strumento urbanistico;

- dall'attuazione e dall'effettiva esistenza o reperibilita` degli standards urbanistici; - dalla valutazione della criticita` delle risorse;

- dalla verifica dei limiti ammissibili prescritti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

Il dimensionamento comprende anche parte delle previsioni del Piano Regolatore vigente non attuate come i lotti edificabili della Zona Residenziale- B e piccoli comparti della Zona di Espansione- C. Le previsioni edificatorie residenziali e produttive del P.S. verranno localizzate dal Regolamento Urbanistico prevalentemente all'interno delle U.T.O.E..

Si riportano di seguito le tabelle sinottiche del dimensionamento.

Abitazioni

ERP Abitazioni Edilizia Privata Ricettivo Turistico Artigianale Industriale Commerciale Direzionale U.T.O.E. Alloggi Alloggi per

residenti

Alloggi per non

residenti Alloggi

TOTALE

ALLOGGI Camere S.U.L. S.U.L.

N.C. N.C. N.C. REC. N.C.+REC. N.C. N.C. N.C.

Pietrasanta - 17 8 95 120 30 - 1.000

Quartieri

Periurbani 400 150 100 100 750 20 2.000 10.000

Il dimensionamento delle aree residenziali: Il P.S. individua i parametri massimi di riferimento per il dimensionamento delle aree residenziali da distribuire all'interno e all'esterno delle U.T.O.E. per un totale di 2.010 alloggi, distribuiti come segue:

a) massimo insediamento di alloggi all'interno delle U.T.O.E.: 1.900 di cui

- 647 di nuova edificazione di edilizia privata (400 per residenti e 247 per non residenti); - 369 interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente (derivanti da frazionamento e

cambio di destinazione d'uso); - 884 di nuova edificazione di ERP;

b) massimo insediamento di alloggi fuori delle U.T.O.E.: 110 di cui

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- 30 interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente (derivanti da frazionamento e cambio di destinazione d'uso).

Tale parametro costituisce limite massimo inderogabile per il dimensionamento del Regolamento Urbanistico e di tutta la strumentazione attuativa del P.S..

Il dimensionamento delle aree a destinazione commerciale-direzionale: Il P.S. individua i parametri massimi di riferimento per il dimensionamento di nuova costruzione a de-stinazione commerciale-direzionale da distribuire all'interno delle U.T.O.E. per un totale di 74.000 mq di Superficie Utile Lorda.

Tale parametro costituisce limite massimo inderogabile per il dimensionamento del Regolamento Urbanistico e di tutta la strumentazione attuativa del P.S..

2.2.4. Invarianti strutturali

Invariante strutturale relativa alle infrastrutture

Via Aurelia: fa parte della viabilita` storica presente al 1825, ovvero i tracciati viari fondativi come la Via Provinciale per Vallecchia e la Via Sarzanese.

Attribuzione degli interventi:Il grado di tutela previsto e` il recupero (ove sia necessario intervenire per ripristinare i livelli di prestazione e di funzione dell'Invariante Strutturale, criterio da conseguirsi anche con parziali interventi di modificazione e trasformazione che comunque conservino i caratteri e la memoria dell'Invariante Strutturale stessa), attraverso il mantenimento degli aspetti strutturali quali il tracciato, la giacitura, le sistemazioni e le relative opere d'arte e, se non sussistono particolari esigenze, le caratteristiche dimensionali essenziali, al fine di garantirne la percorribilita` e l'accessibilita` con prestazioni consone all'attuale sistema di mobilita`.

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