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3. IL PROGETTO 3.1. Profilo generale dell’intervento

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3.

IL PROGETTO

3.1. Profilo generale dell’intervento

3.1.1. Caratteristiche ed organizzazione del lotto

La lettura del luogo costituisce un materiale sempre utile alla formulazione di un’architettura radicata e aperta al contesto in modo da godere e sfruttare a pieno la specificità e l’eccezionalità del sito. L’opera si deve inserire nel tessuto territoriale promuovendo la trasformazione verso un miglioramento del luogo, sfruttando le potenzialità che il sito ha in sé e non deve imporsi a priori, indipendentemente da ciò che vi preesiste.

Il progetto si è evoluto, quindi, partendo da una scala urbanistica e non esclusivamente architettonica, non confinata, quindi, esclusivamente al lotto di intervento. Per valutare la disposizione all’interno del territorio del nostro edificio, sono stati considerati molteplici fattori tra i quali: l’orientamento solare, le distanze dalle arterie stradali, la prossimità al lago Sibolla, e ai canali d’acqua limitrofi, l’edilizia e il degrado da schermare agli occhi degli utenti, gli affacci paesaggistici su cui sviluppare il parco esterno. Inoltre un complesso come quello natatorio, che si integrerà con il futuro palazzetto dello sport, determina una forte rivalutazione dei flussi pedonali, ciclabili e soprattutto stradali inerenti il tessuto urbano, condizionanti l’accesso e la fruibilità alla futura zona sportiva-ricreativa.

La progettazione del polo natatorio non poteva avvenire in modo stagno rispetto all’ottica di assetto complessivo del lotto. L’edificio piscina si deve integrare col territorio, col paesaggio, col terreno con l’ambiente, e col tessuto costruito.

L’ubicazione dell’edificio, ma ancora prima, del lotto di intervento, consente un duplice vantaggio:

 Il primo quello di avere sui versanti nord nord-est, est e sud-est ampie zone campestri o alberate;

 il secondo, il fatto di avere un’importante via di comunicazione nel raggio di poche centinaia di metri quale è l’autostrada A11 ed il relativo casello di Altopascio. Due situazioni che consentono di far apprezzare ancora la bellezza della natura pur usufruendo dei vantaggi e delle comodità che il processo d’urbanizzazione e modernizzazione portano con se.

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Proprio a riguardo di questa ultima tematica, con i dovuti riferimenti al capitolo 1, riguardante l’inquadramento del luogo di intervento, non possiamo fare a meno di evidenziare come il nostro lotto di intervento, sul quale dobbiamo organizzare la planimetria, risieda su una sottile linea di confine tra la campagna e la zona industriale. Sicuramente, la campagna e la zona industriale costituiscono due mondi diversi nei ritmi, nei valori, nei colori e nelle immagini; tuttavia, analizzando il tessuto costruito limitrofo, industriale e rurale, si possono individuare degli aspetti in comune come la semplicità formale e distributiva ed una elevata efficienza funzionale dei componenti. Nell’industria, la distribuzione planimetrica ottimizza i collegamenti tra i reparti e segue il processo produttivo, così come la casa rurale toscana doveva ottimizzare il lavoro quotidiano dei contadini.

Queste caratteristiche, come vedremo, oltre a condizionare l’organizzazione planimetrica del lotto, caratterizzeranno anche l’evolvere del progetto della piscina. La morfologia del lotto, assieme alle linee di forza determinate da accessi, viabilità ed orientamento rispetto agli assi cardinali, hanno determinato la scelta planimetrica del progetto.

L’analisi del territorio suggerisce due direzioni prevalenti, individuate anche dalla presenza dei canali per l’irrigazione. Abbiamo studiato le preesistenze sul territorio ed osservato, in effetti, come la planimetria presenti un’accentuata centuriazione, con suddivisione dei campi a sviluppo prevalentemente longitudinale sull’asse sud-ovest, nord-est. Tale centuriazione, di origine antichissima, non poteva lasciarci indifferenti e ci ha suggerito ,sin dalla fase degli schizzi, di sovrapporre un grigliato regolare col solito orientamento della centuriazione alla planimetria della zona di cui il lotto fa parte. E’ da notare come la griglia dettata dalla centuriazione del luogo sia fortemente compatibile con la direzione individuata dall’asse eliotermico alle nostre latitudini (circa 18° ruotando in senso orario da nord verso est).

Questo fatto confermerebbe l’attenzione che nei tempi passati si poneva all’adeguato orientamento degli edifici, quando gli impianti, in quanto inesistenti , o ridotti, non potevano sopperire alle esigenze ambientali.

L’altro grigliato geometrico regolare, già accennato, riportato e sovrapposto è relativo alla direzione degli assi cardinali.

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L’orientamento trasversale alla direzione nord-sud, coincide con l’asse preferenziale di orientamento per piscine indicato dalle norme CONI, in quanto garantisce che le attività natatorie non vengano disturbate da un’eccessiva insolazione e dall’abbagliamento degli atleti.

Figura 3-1- Individuazione dei grigliati territoriali e degli schemi geometrici

LEGENDA:

Accessi al lotto di intervento

______________ Grigliato Centuriazione

______________ Grigliato direzioni Cardinali Geografiche

Entrambi i grigliati sono stati elaborati con una maglia multiplo del modulo 0,60m, modulo base per l’organizzazione interna degli spazi e dei passaggi, di un eventuale telaio strutturale, ma anche esterna per gli accessi, i viali, i parcheggi, ecc…

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La seguente procedura operativa è comune a tutte le successive fasi di sviluppo delle soluzioni progettuali.

Con la precedente figura si intende sottolineare l’importanza che ha assunto, nella prima fase progettuale, la valutazione degli schemi geometrici basilari su cui organizzare il lotto, e successivamente, l’edificio.

L’area massima occupabile dall’intervento di realizzazione del complesso natatorio è imposta dal Comune in circa 10.500 mq, complessivi anche delle sistemazioni esterne di pertinenza delle strutture. Ricordiamo che l’area complessiva del lotto è circa 25500 mq.

Abbiamo dovuto concepire il progetto nella complessità degli spazi organizzativi, anche per la parte che non sarebbe stata necessariamente di nostra competenza.

In relazione a quelle che sono le invarianti del territorio, si è scelto di destinare le zone più opportune alle diverse funzioni da svolgere sul lotto complessivo.

Le principali zone sono:

 Gli accessi ed i percorsi distributivi sull’area;  I parcheggi e le zone di sosta e/o fermata;

 L’area da destinare allo sviluppo del progetto della piscina;  L’area da destinare al blocco del palazzetto dello sport;

 Lo spazio per il parco acquatico estivo, o laguna ecosostenibile;  La zona connettiva e distributiva centrale.

 Le aree verdi;

3.1.2. Accessi e percorsi distributivi

Gli accessi al lotto sono stati individuati su entrambi gli unici lati in comunicazione diretta con le due arterie stradali. L’ingresso da Ovest, quello realizzato in una prima fase dei lavori garantirà il raggiungimento diretto della piscina e del palazzetto per mezzo della piazza distributiva e di direttrici a raggiera. L’accesso da Sud, consente un più rapido raggiungimento del palazzetto e si prevede venga utilizzato maggiormente dagli utenti di tale struttura, anche se può costituire una valida alternativa di sosta dei veicoli per gli utenti della piazza, del parco acquatico e della piscina, qualora siano esauriti i posteggi preferenziali per dette porzioni dell’intervento.

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I percorsi sono stati da noi concepiti come più diretti possibili, dettando una chiara indicazione sull’individuazione degli accessi agli edifici di interesse e agli spazi comuni da utilizzare. Le direttrici seguono gli evidenti schemi geometrici proposti dalla planimetria. I due assi principali di accesso convogliano e si incontrano nella zona da destinarsi alla cerniera connettiva. Cerniere connettive secondarie sono disposte ai nodi dove avviene un cambio di direzione dei percorsi.

Figura 3-2- Sistemazione e organizzazione della planimetria del lotto di intervento

Molto spesso, nelle progettazioni, gli accessi ed i percorsi vengono pensati superficialmente e solo a progetto dell’edificio finito. Si inventano allora, viali e vialetti curvi e tortuosi, che se non devono far apprezzare la complessità dell’edificio, come può essere il caso della chiesa di S.Giovanni Battista di Michelucci, portano ad allungare il tragitto dei visitatori inutilmente.

Si pensi alle giornate di forte pioggia, quante volte spesso si ricorre a tagliare i percorsi dettando col tempo dei viottoli, dei tracciati, che esplicano quelle che sono le reali esigenze di passaggio da parte dei fruitori.

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Si è cercato inoltre, di “invitare” all’ingresso e alla fruizione degli spazi progettati più interni al lotto, giocando sul sistema assiale di convogliamento e di viste prospettiche dinamiche lungo i percorsi, (quella che in architettura moderna viene definita temporalità dello spazio). I volumi costruiti si disporranno in posizione inclinata rispetto all’asse centrale che dal parcheggio accogliente conduce alla piazza. Giunti alla zona centrale distributiva in comune, gli utenti potranno con chiarezza individuare i percorsi diretti per raggiungere gli ingressi della piscina o del palazzetto.

I percorsi sono stati concepiti come ben evidenziati e marcati anche da filari di alberi. Questa soluzione comporta un maggior invito alle zone di ingresso o sosta, contribuisce alla chiarezza delle linee direttrici di sviluppo del complesso, costituisce un importante fattore di ombreggiatura estiva dei viali interni stessi e delle zone di sosta secondarie attrezzate con panchine.

I percorsi che dai parcheggi conducono prima alla piazza e successivamente agli edifici godono di una quasi impercettibile pendenza in salita. Se da un lato questo accorgimento non costituisce alcun impedimento all’accessibilità, dall’altro ne valorizza la visione d’insieme, evidenzia con maggior chiarezza i volumi di destinazione e fa in modo tale che la zona dei parcheggi non ostruisca la visione accogliente del complesso.

3.1.3. Dotazione parcheggi

Ragionando sull’assetto complessivo dell’intervento si può notare come, ad esempio, la scelta dell’individuazione delle aree da destinare a parcheggio e manovra dei mezzi occupino parti distinte del lotto, accorpate in due blocchi principali. Abbiamo realizzato nella nostra planimetria una soluzione per il parcheggio del futuro palazzetto dello sport, anche se non richiesta, in modo tale da poter lasciare la libertà al committente di realizzare in una prima tranche la piscina col proprio blocco di parcheggi,e per questo, singolarmente non sovradimensionato, ed in una seconda fase realizzativi, il secondo blocco di parcheggi.

In futuro è già prevista l’ipotesi di collegamento delle zone a mezzo di viali pedonali e piste ciclabili.

Anche se hai margini della città consolidata l’area oggetto di intervento risulta essere

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sostanzialmente distante dalla zona più densamente abitata, le distanze sono state stimate sostanzialmente da un minimo di 300 metri a 1 km. Di qui la decisione di

aumentare l’accessibilità veicolare al 60% e stimare al 10% l’accesso ciclo-pedonale. In base alla normativa C.O.N.I gli spazi di dotazione per il parcheggio sono stati previsti in ragione del fatto che:

Il numero totale degli utenti quantificati in orari di massimo afflusso è stato stimato in 200 unità.

Si stimano 10 persone che lavoreranno nel palazzetto nei momenti di massimo afflusso il numero dei parcheggi sarà incrementato di 6 stalli per le auto e 2 per i motocicli. Si è optato per degli stalli con vicino fasce verdi per la piantumazione , una decisione in linea con un’idea di progetto che propone per l’area un organico inserimento paesaggistico ed ambientale con il territorio e la progressiva riqualificazione della zona orientale di Altopascio. I parcheggi previsti sono:

79 stalli per auto per un totale di 1550 mq

35 stalli per motocicli per un totale di 105 mq

1 stallo per autocorriera per un totale di 60 mq

2 stalli per disabili per un totale di 50 mq

Il totale dei mq occupati da parcheggi previsti è di 1765 mq I restanti :

 63 stalli per auto

 18 stalli per motociclette  3 stalli per autocorriere  3 stalli per disabili

Rientrano nella predisposizione per l’inserimento futuro del palazzetto dello sport. Una volta realizzati entrambi gli spazi dei parcheggi, funzioneranno in modo fortemente interconnesso. I collegamenti pedonali e ciclabili, tra di loro, e con le strutture previste sul lotto, ne garantiranno un’elevata versatilità di utilizzo da parte degli utenti del palazzetto, della piscina, del parco estivo acquatico, e degli spazi comuni caratterizzati da una piazza aggregativa.

Riportiamo per chiarezza, uno stralcio della planimetria dove si evidenziano con più attenzione le peculiarità dello spazio destinato a parcheggio principale.

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Figura 3-3- Estratto di planimetria generale con in evidenza la sistemazione dei parcheggi

I blocchi dei parcheggi attestati sui fronti delle strade principali, includono, ma non occludono, gli accessi. Nonostante la loro necessaria forma compatta, per ottimizzare l’occupazione territoriale e non ridurre eccessivamente la superficie permeabile ed assorbente del lotto, i blocchi, non costituiscono un ostruzione, un tappo alla fruizione funzionale e visivo-percettiva del complesso. Il loro studio accurato si è basato essenzialmente su di un’integrazione tra quelli che sono gli spazi prettamente necessari alla funzione di posteggio e sosta, con i passaggi e gli accessi al complesso sportivo e alla piazza, contenuti all’interno dei blocchi sosta. L’integrazione avviene per mezzo di banchine, rialzi delle zone pedonali e ciclabili rispetto alle aree di mero posteggio, adeguata scelta delle essenze arboree ed una buona superficie di verde che intervalla le file di parcheggi e gli spazi di manovra. Si può raggiungere il viale principale di accesso, ben delineato da un asse di attraversamento rettilineo, per mezzo di vialetti secondari e rampe di piccola pendenza che fiancheggiano le testate dei posti auto.

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Una oculata scelta della sistemazione della zona parcheggi garantisce un maggior senso dell’ospitalità, molto spesso rinnegato da molte opere contemporanee.

Le zone destinate ai parcheggi sono ubicate ad una quota inferiore delle zone dove sorgono gli edifici.

3.1.4. Aree per il complesso natatorio e per il palazzetto

L’area individuata per la realizzazione del blocco natatorio, è come già accennato, collocata nella zona nord del lotto di intervento.

Godendo di un declivio naturale molto lieve che dalla zona individuata scende fino alle strade, domina l’intera superficie adiacente da una quota altimetrica leggermente rialzata. La superficie oggetto di interesse, opportunamente distanziata dalla più meridionale porzione destinata al palazzetto, usufruisce di un ottima insolazione. Questa area è la più distante dal rumore delle arterie stradali, che dopo l’intervento si presuppone divengano ancor più trafficate. Ad est, direzione di provenienza predominante per i venti della zona, troviamo la predisposizione di un’ottima schermatura naturale determinata da una estesa piantumazione costituita da pioppi. La scelta di destinare la porzione nord del lotto alla realizzazione della piscina è stata determinata anche dal fatto di una preliminare scelta da parte dell’amministrazione comunale (prestazione attesa), di far occupare alla piscina la porzione settentrionale e nell’aver riquadrato espressamente l’area su cui sarebbe stato realizzato il palazzetto. Tale area è stata delimitata da una linea rossa nella planimetria inserita nelle tavole allegate alla tesi, e di cui in precedenza abbiamo riportato un estratto.

3.1.5. Area per il parco acquatico estivo

Per questo intervento abbiamo voluto dedicare un’ampia porzione di area libera, strettamente connessa, per ragioni funzionali, all’area su cui deve sorgere il polo natatorio coperto. L’area gode di un’esposizione solare massima nell’arco della giornata, essendo rivolta a sud. I corpi di fabbrica retrostanti, a nord, non costituiscono un ombreggiatura invasiva e dannosa anche a quelli che dovranno essere gli apporti gratuiti alle vasche della laguna acquatica.

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Il parco, ubicato in tale posizione, è oggetto di interesse visivo da parte del visitatore che tenderebbe ad imbattercisi procedendo dalla zona parcheggi in direzione della piazza aggregativa-distributiva. Pur essendo posto ben in evidenza, è stata pensata come confinata da basse alberature e recintata. L’accesso alla stessa dovrà necessariamente avvenire previo ingresso al blocco delle piscine coperte.

Porzione del lato ovest sarà protetto, nella scelta definitiva di progetto, dall’ala ristorazione che si diparte dal blocco atrio e si slancia verso il palazzetto, costituendo una cornice anche per la piazza secondaria di ingresso al blocco natatorio.

Va da sé l’importanza che riveste la protezione laterale della zona dai venti provenienti da est, eseguita per mezzo di opportune essenze arboree.

3.1.6. La piazza come cerniera aggregativa e distributiva

La zona centrale, racchiusa tra il palazzetto dello sport a sud-est, il blocco natatorio a nord-est, e dal parco acquatico recintato ad est, viene concepita come spazio organizzato sia per la distribuzione dei flussi ciclabili e pedonali inerni verso gli edifici e le zone di interesse, sia come polo aggregativo valorizzante. Tale area viene pensata collocata sul territorio, ad est del blocco principale dei posteggi. Il suo sviluppo si basa su di una concezione centrifuga, o centripeta, a seconda della funzione di volta in volta compiuta, ed il suo disegno si basa su una serie di archi di cerchio concentrici attraversati da tre raggiere poste tra di loro col solito angolo di rivoluzione. Le raggiere e gli archi tracciati per mezzo della pavimentazione e dei prati confluiscono in un semicerchio pavimentato che apre la visuale agli utenti provenienti dal parcheggio, su tutto il complesso costruito e ambientale del parco sportivo. Contrapposta a questa prima zona ve ne è un’altra completamente circolare e più raccolta intorno ad una fontana con vasca, rappresentante “la piazza nella piazza”.

3.1.7. Aree verdi

Si è cercato di destinare al verde, allo studio accurato delle piantumazioni la massima superficie possibile, sia in ragione di massima permeabilità del terreno, sia in ragione di una maggiore integrabilità con l’ambiente del tessuto costruito, e far emergere la futura

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zona sportiva come un polmone verde rivitalizzante della zona industriale e commerciale di Altopascio.

Il verde e le essenze arboree sono diffusi su tutto il lotto, a cominciare dalle stesse aree di parcheggio. Si è provveduto a creare delle isole di contorno di vegetazione e prato ai viali inseriti all’interno dei blocchi per il posteggio.

Il verde si ammorsa e si alterna col ritmo radiale e concentrico della piazza centrale, per la quale contribuisce in estate, a mitigare il calore, sia per mezzo delle ombre degli alberi, sia per mezzo dei manti erbosi alternati alla pavimentazione.

I filari di alberi sono serviti nella progettazione per evidenziare, oltretutto, le direttrici principali dei percorsi e di fuga delle visuali prospettiche del complesso.

Gli alberi consento un isolamento tra il giardino e la strada, attenuando il rumore grazie alla capacità di assorbire le onde sonore, trattenendo le polveri con il fogliame e fissando i gas nocivi in modo da ridurre il livello di inquinamento dell’aria. La vegetazione influenza anche il microclima, creando un naturale ombreggiamento dei percorsi e degli edifici e al raffrescamento estivo.

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3.2. Aspetti tipologici e caratteri distributivi

La fase metaprogettuale, attraverso l’analisi delle funzioni e la determinazione delle relazioni tra le diverse sezioni funzionalmente omogenee, ha permesso di ottenere delle gerarchie e delle connessioni tra le diverse unità ambientali.

Queste relazioni si devono trasformare, mediante la fase di progettazione, in un edificio che, non solo soddisfi le esigenze espresse ed implicite del committente in termini di sicurezza, di funzionalità e di benessere, ma che instauri un dialogo con il sito in cui sorge. Per mezzo di un approccio rigoroso e di un metodo affidabile di valutazione, seguendo la traccia del Dpp da noi realizzato, abbiamo potuto determinare degli Ambiti Spaziali Omogenei (ASO) da accorpare e relazionare tra loro mediante il processo della composizione architettonica.

Il Dpp è servito nella fase di redazione del progetto come una grande check-list di controllo e verifica per il raggiungimento della qualità.

Si è proceduto all'individuazione degli ambiti funzionali omogenei principali e alla successiva concretizzazione in ambiti spaziali omogenei. I blocchi compositivi esplosi denotano un primo dimensionamento di massima dei volumi occorrenti alle diverse funzioni di maggiore interesse dell'edificio.

Le principali componenti spaziali-volumetriche associate ai maggiori ambiti funzionali omogenei sono state identificate nei 7 gruppi seguenti:

 Corpo vasche, attività sportive  Corpo spogliatoi e servizi igiene  Centro benessere e servizi vari  Accoglienza, distribuzione, uffici  Blocco ristorazione e bar

 Spazi per gli spettatori

 Ambiente tecnico per impianti

Ovviamente, all’interno di ciascuno di questi AMIF (ambiti di maggior incidenza funzionale) possiamo operare, all’occorrenza, una più dettagliata suddivisione.Come ogni progetto, anche quello della piscina di Altopascio, si è evoluto per fasi, via via, sempre più accurate e determinanti di quelle che rappresentano le peculiarità del nostro impianto natatorio.

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 Fase 1

Il primo schema, il più semplice, si è sviluppato dall'affiancare su di un grigliato ortogonale i diversi volumi. La zona bar/ristorazione in comunicazione con l'atrio si slancia verso la piazza in comune col palazzetto nell'ipotesi di asservire ad entrambe le strutture. Vi è una connessione con l'ambiente del parco acquatico sia da parte del blocco ristorativo, nel funzionamento estivo, sia dal blocco vasche. Gli impianti sono ipotizzati allocati al piano interrato sotto il volume vasche. tali locali sono ipotizzati raggiungibili indipendentemente dall'esterno. Il blocco dell'atrio e degli uffici fiancheggia lateralmente l'ingresso dal viale esterno e mette in comunicazione con gli spogliatoi al piano terra e con il centro benessere al piano primo, indipendente dal blocco vasche separato da esso mediante una terrazza.

Figura 3-4- Disposizione all’interno del lotto della prima ipotesi progettuale

LEGENDA:

Corpo vasche, attività sportive Corpo spogliatoi e servizi igiene Centro benessere e servizi vari Accoglienza, distribuzione, uffici Blocco ristorazione e bar Spazi per gli spettatori Ambiente tecnico per impianti

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Le tribune disposte in senso longitudinale sono di tipo classico in c.a. e fisse. Il blocco spogliatoi a nord ripara gli altri volumi e in parte si innesta sotto le tribune. Questa prima soluzione anche se ineccepibile dal punto di vista funzionale non si integra armoniosamente con l'ambiente e rimane troppo rigida nella modularità, impedendo tra l'altro uno slancio scenico dell'atrio come corpo dominante.

Figura 3-5- Assemblamento e composizione dei blocchi spaziali, prima soluzione

LEGENDA:

Corpo vasche, attività sportive Corpo spogliatoi e servizi igiene Centro benessere e servizi vari Accoglienza, distribuzione, uffici Blocco ristorazione e bar Spazi per gli spettatori Ambiente tecnico per impianti

 Fase 2

I volumi vengono riassemblati e di nuovo esplosi intorno alla cerniera del parco acquatico esterno, a creare una sorte di corte interna. Questa soluzione prevede una centrifugazione dei blocchi compositivi tutta su di un unico livello,ad emulare in un certo senso le vicine costruzioni industriali. I blocchi delle vasche vengono separati

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all'interno di un unico ambiente molto aperto che tende a far avvicinare gli spazi dei visitatori-spettatori al bordo vasca su più lati.

Figura 3-6- Disposizione all’interno del lotto della seconda ipotesi progettuale

LEGENDA:

Corpo vasche, attività sportive Corpo spogliatoi e servizi igiene Centro benessere e servizi vari Accoglienza, distribuzione, uffici Blocco ristorazione e bar Spazi per gli spettatori Ambiente tecnico per impianti

L'atrio assume una conformazione più ristretta a scapito del successivo ambiente aperto sulle vasche, ma da esso diviso da cancellate per motivi funzionali dettati, ad esempio dalle norme CONI 2008. L'atrio inoltre ruota per cercare una disposizione frontale al flusso dei visitatori dal viale esterno che li conduce qui dal parcheggio. La rotazione del blocco ristorazione inizia a conformare una barriera di separazione dal flusso esterno nei confronti del parco acquatico interno, ed allo stesso tempo, a convogliare il flusso di accesso verso l'atrio. Il blocco spogliatoi rimane arretrato sulla parte nord dell'edificio non avendo bisogno di particolare insolazione. Il centro benessere ridimensiona la sua grandezza con l'abolizione di funzioni reputate superficiali e si sposta anch'esso al piano terreno. Il locale impianti rimane quasi interamente concentrato ed isolato al piano interrato.

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Figura 3-7- Assemblamento e composizione dei blocchi spaziali,seconda soluzione

LEGENDA:

Corpo vasche, attività sportive Corpo spogliatoi e servizi igiene Centro benessere e servizi vari Accoglienza, distribuzione, uffici Blocco ristorazione e bar Spazi per gli spettatori Ambiente tecnico per impianti

Figura 3-8- Vista concettuale di insieme della seconda fase

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 Fase 3

Figura 3-9- Disposizione all’interno del lotto della terza ipotesi progettuale

LEGENDA:

Corpo vasche, attività sportive Corpo spogliatoi e servizi igiene Centro benessere e servizi vari Accoglienza, distribuzione, uffici Blocco ristorazione e bar Spazi per gli spettatori Ambiente tecnico per impianti

Nella più recente soluzione organizzativa degli spazi, anch'essa evoluta con ulteriori accorgimenti, l'atrio si impone decisamente come protagonista della scena architettonica sopraelevandosi notevolmente e svettando su gli altri volumi. La sua conformazione si sviluppa da una rivoluzione e denota un profilo curvo che racchiude un doppio volume sul quale si affaccia il centro benessere per mezzo di un ballatoio esterno. le vasche vengono riaccorpate in un unico volume netto parallelepipedo sagomato a shed che riallaccia un forte rapporto con l'architettura industriale limitrofa.

La netta scomposizione dei volumi sagomati con geometrie diverse si basa su una costruzione a cerchi e giuochi d'archi da un lato, e su un grigliato ortogonale (molto più funzionale) vincolato dalle norme specifiche di progettazione per impianti natatori. Si denotano mediante volumi trasparenti delle fasce divisorie lungo direttrici rettilinee che

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staccano otticamente il volume vasche dal corpo dell'atrio e quest'ultimo dal blocco spogliatoi. La rotazione dei moduli è giocata su angoli multipli di 12° che si adattano bene, sia alla modularità strutturale a raggiera lamellare, sia in relazione all'angolo di inclinazione dell'asse solare. Il corpo ristorazione ospita sulla copertura una terrazza che si affaccia sul parco esterno e la rimanente parte si innesta nel volume dell'atrio e vi compenetra.

Figura 3-10- Assemblamento e composizione dei blocchi spaziali,prima soluzione

LEGENDA:

Corpo vasche, attività sportive Corpo spogliatoi e servizi igiene Centro benessere e servizi vari Accoglienza, distribuzione, uffici Blocco ristorazione e bar Spazi per gli spettatori Ambiente tecnico per impianti

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Figura 3-11- Render fotorealistico del complesso

Il collegamento con il palazzetto dello sport è realizzato per mezzo di una piazza che funge da elemento cerniera, distributiva e compositiva, sulla quale si estende il volume del blocco ristorazione, con la duplice funzione di quinta scenografica per un lato della piazza e di chiusura protettiva del parco esterno acquatico.

Figura 3-12- Pianta a livello del piano terra dell’intero complesso

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3.3. Analisi delle principali unità ambientali

Avendo brevemente inquadrato quella che poi si è rivelata la migliore scelta progettuale tra quelle proposte, ci accingiamo ad analizzare più nel dettaglio i vari ambienti interni (ed esterni) all’edificio sottolineandone la coerenza col Dpp elaborato in fase di programmazione (o meglio metaprogettazione).

3.3.1. Spazi per le attività ludico-sportive – il Blocco vasche

Come già abbiamo avuto occasione di osservare, il blocco delle attività sportive viene fortemente influenzato in fase di progettazione da quelle che sono le vigenti disposizioni normative, quali ad esempio: le norme CONI 2008 e le norme FIN e FINA che devono garantire l’omologazione dell’impianto ai requisiti indicati, oltre chiaramente alle particolari norme di sicurezza e per la prevenzione incendi.

Il blocco vasche rappresenta l’ambiente fondamentale per una piscina, senza il quale non avrebbe ragione di esistere. E’ anche la porzione di edificio su cui concentreremo nei successivi capitoli una particolare analisi energetica impiantistica e strutturale e antisismica. Dagli studi e ricerche condotte sull’evoluzione tipologica degli impianti natatori e di benessere, dai greci ai romani, dai centri termali ottocenteschi ai moderni impianti natatori, anche olimpionici, lo schema distributivo spaziale di tale organismo edilizio presenta sempre un’accentuata razionalità e regolarità assiale, dettato per lo più dall’uso della linea retta e dalla simmetria. Si parte a progettare l’involucro intorno alle vasche e alle attività che vi si svolgono; le vasche natatorie hanno forma rettangolare, con dimensioni, praticamente standard, a seconda del tipo e del livello di attività agonistica che vi si deve svolgere. Forme molto diverse dal blocco parallelepipedo, comporterebbero necessariamente degli sprechi di spazio, volume e quindi maggiori dispendi energetici, nonché inutili complicanze strutturali con relativi maggiori costi globali.

Il volume per l’attività sportiva, che ingloba al suo interno anche la terrazza del centro benessere che si affaccia sulla vasca principale, mantiene un’organizzazione razionale lineare, sviluppandosi intorno alle superfici delle vasche, che per le loro dimensioni, si prestano ad essere affiancate e allineate, una nel senso longitudinale e l’altra in senso trasversale, ottimizzando al massimo il risparmio di superficie, altrimenti sprecata. Il

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blocco natatorio rimane fortemente fedele alla griglia geometrica dettata dalla centuriazione locale e dall’orientamento dell’asse eliotermico, adagiandosi perfettamente sulla maglia di progetto che regola la distribuzione planimetrica delle attività all’interno del lotto. In questo modo l’intera parete sud, realizzata in vetro triplo, riceve la massima insolazione durante i mesi invernali ed è protetta dai freddi venti di nord-est. Con la disposizione in senso longitudinale del blocco in direzione est-ovest si garantisce una ottimale illuminazione della sala durante la giornata ed è ridotta la possibilità d’abbagliamento degli atleti e la formazione dei coni d’ombra permanenti. Nella modalità di funzionamento estivo, anche le vasche indoor possono essere utilizzate in quanto le vetrate si spalancano sul parco acquatico esterno. Le ampie vetrate costituiscono un elemento di integrazione e continuità tra ambiente interno ed esterno, facendo fruire i bagnanti, oltre che di un gradevole irraggiamento, di una buona vista sul parco esterno, celando la visuale della zona industriale a ovest (benessere visivo).

L’involucro del blocco vasche è stato oggetto di un accurato studio energetico. Il vetro triplo e le innovative pareti in legno con ben 24 cm di isolante termico tendono a garantire un grado di isolamento termico eccezionale per la tipologia.

Figura 3-13- Dettaglio della parete opaca di involucro dell’ambiente vasche

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Le dimensioni di bordo vasca rispettano le più restrittive norme CONI garantendo una larghezza sempre maggiore di 2,50 m sui lati lunghi delle vasche. La struttura è concepita in telai con travi reticolari di legno lamellare a passo costante per consentire una benefica regolarità della struttura al comportamento antisismico e per facilitare la standardizzazione in fase esecutiva e di montaggio dei pannelli.

Gli elementi di baraccatura delle pareti sono realizzati in acciaio e celati all’interno dello spesso strato di isolante dell’involucro.

Figura 3-14- Vista a volo d’uccello da sud-est, in primo piano il blocco vasche ed il corpo spettatori

Figura 3-15- Vista a volo d’uccello da Nord-Est del complesso, con in primo piano il blocco vasche.

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Di seguito riportiamo le caratteristiche dimensionali definitive del blocco vasche: Sup. interna netta P.T. (m2) Sup. vasche interna (m2) Sup. pavimentata interna (m2) Sezione trasversale interna (m2) larghezza interna (m) 790,86 387,50 403,36 137,81 18,00 Sup. esterna lorda P.T. (m2) Sezione trasversale lorda (m2) larghezza esterna (m) 828,82 144,34 18,56 lunghezza (m) altezza min livello corrente inf (m)

altezza max livello corrente inf (m) altezza media libera (m) volume interno (m3) 43,94 4,64 7,44 7,66 6055,37 lunghezza (m) altezza min esterna (m)

altezza max esterna (m) altezza media esterna (m) volume lordo (m3) 44,65 6,31 9,35 7,78 6444,78

Per lo sviluppo altimetrico ed il rapporto col piano interrato riportiamo la seguente figura:

Figura 3-16- Estratto di sezione effettuata sul blocco vasche

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L’impianto coperto del blocco vasche, in rispondenza dei requisiti previsti dal Dpp, sarà costituito da:

Vasca natatoria 25 x 12,5 m a 6 corsie, con profondità media di 1,60 m utilizzabile per corsi di nuoto e attività natatorie amatoriali/agonistiche.

Vasca per bambini 12,5 x 6 m, con profondità variabile da 0,60 m a 0,80 m utilizzabile per tutti i corsi dei piccoli nuotatori, attività riabilitativa, acquagym e fitness.

Nello spazio aperto pavimentato tra le due vasche si prevede l’area per l’attività di ginnastica pre-natatoria e di riscaldamento, nonché attività di fitness. L’aver distanziato di oltre 4 m (minimi) le due vasche ha consentito, oltre il raggiungimento dell’obiettivo sopra citato anche una maggiore funzionalità contemporanea in caso di gare di nuoto. Nello spazio tra le due vasche si evidenzia la presenza di una fascia pavimentata di colore diverso, che traccia una virtuale separazione del volume dedicato alla vasca grande e a quella piccola. Tale fascia acquisisce forza in quanto evidenzia la linea lungo la quale sono ubicate delle uscite a sud verso il parco, e a nord una fascia vetrata verticale, che crea una lama di luce e contribuisce dall’interno ad avvertire una parziale separazione degli ambienti.

La vasca più piccola è oltretutto ubicata in posizione sottostante alla terrazza del centro benessere al primo piano. L’altezza tra il pelo libero dell’acqua e l’intradosso della terrazza è di 3,50 m, e contribuisce a creare un microambiente più raccolto e concentrato sulle attività dei bambini o sui corsi di acqua fitness.

Le uscite di sicurezza sono sovrabbondanti rispetto all’affollamento massimo previsto e garantiscono un rapido esodo all’esterno in caso di pericolo.

I collegamenti tra le aree delle attività sportive e quelle per i servizi di supporto, sono stati pensati brevi ed il più possibile lineari per permettere un agevole utilizzo e per semplificare al massimo le operazioni di manutenzione ordinaria e di pulizia, con tempi e costi di esecuzione contenuti ed impiego limitato di personale addetto.

Lo spazio di attività è separato fisicamente dagli spazi destinati ai visitatori e agli spettatori per mezzo di vetrate, che consentono quindi una relazione di sola visibilità. Le vie d’accesso e di uscita alla sala vasche sono differenziate per il pubblico e per gli atleti.

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Figura 3-17- Estratto della pianta del piano terra con in evidenza il corpo vasche

L’accesso al piano vasche avviene attraverso un presidio di bonifica, ovvero un passaggio obbligato non eludibile, dotato di pediluvio con liquido disinfettante ed anti micotico. Il rientro dal piano vasche verso i servizi avviene, invece, con accesso unidirezionale privo di vasca lava piedi, affiancato al passaggio precedente.

L’involucro del blocco vasche rispetta ampiamente le valutazioni sul carico di incendio. La copertura rappresenta un forte allaccio all’architettura industriale limitrofa, essendo costituita da una serie di falde a shed esposte a sud, mentre i vetri in copertura si rivolgono a nord per ricevere una funzionale luce diffusa e indiretta. Tali vetri sono basculanti e apribili nella stagione estiva per favorire una gradevole ventilazione ed evacuazione di un eventuale eccessiva umidità nell’ambiente.

L’idea su cui si è evoluta la copertura, è quella di calare il suo involucro all’interno della struttura e non appoggiarcelo superiormente, come viene fatto convenzionalmente con le strutture il legno lamellare.

Le falde degli shed sono sostenute da una particolare struttura lignea di travi secondarie di collegamento tra i telai principali. Tali falde sono nate dal compromesso strutturale di ottenere i dimensionati campi delle travi reticolari, impiantistico, di possedere una

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ottimale inclinazione per l’esposizione solare con possibilità di installazione di collettori solari termici, ed illuminotecnica, atto a favorire il giusto dimensionamento delle vetrate. La soluzione di copertura ha richiesto, a causa della sua conformazione a shed e dell’importante sviluppo longitudinale, un accurato studio dello smaltimento delle acque meteoriche, che potrete dettagliatamente osservare nelle tavole grafiche allegate alla tesi.

Tutta la zona pavimentata di calpestìo sarà realizzata in materiale antiscivolo e sarà conformata con le dovute pendenze di compluvio per smaltire l’acqua fuoriuscita dalle vasche e non tracimata negli sfiori laterali.

Le vasche sono realizzate in cemento armato rivestite interamente con materiale impermeabile all’interno e con materiale isolante all’esterno per garantire una performante coibentazione nei confronti del locale tecnico non riscaldato.

Per le vasche è previsto un impianto di adduzione a mezzo bocchette erogatrici distribuite sul fondo delle vasche e sfioratori laterali, vasche di compensazione, filtri e pompe di ricircolo, con impianti dimensionati in modo da garantire il filtraggio completo nei tempi previsti dalla UNI 10637:2006.

Le vasche sono ricalate all’interno del volume del sottostante locale tecnico interrato per gli impianti.

3.3.2. Spazi per i servizi di supporto

L'altezza dei locali di servizio è conforme alle normative edilizie locali. In ogni caso, l'altezza media non risulta inferiore a m 2,70 e comunque, in nessun punto, inferiore a m 2,20. nei servizi igienici tale altezza media potrebbe essere ridotta a m 2,40 ferma restando l'altezza minima di m 2,20, ma per non creare volumi più bassi, all’interno, ad esempio, del blocco spogliatoi, l’altezza si estende a tutta a quella dell’ambiente in cui sono inglobati. Si evitano in questo modo depositi di polvere e sporcizia e formazione di muffa all’estradosso di quello che sarebbe, eventualmente, il soffitto del servizio igienico.

I materiali impiegati sono tali da consentire la facile pulizia di tutte le superfici evitando l'accumulo della polvere ed i rivestimenti risultano facilmente pulibili e igienizzabili con le sostanze in comune commercio.

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Spogliatoi per utenti, istruttori / giudici di gara, personale e servizi

Si è provveduto a creare un blocco funzionale e spaziale ben evidenziato ed indipendente, dal punto di vista formale, nella composizione architettonica del complesso. Tale blocco riguarda i servizi di spogliatoio e relativi servizi igienici, come docce, wc, lavabi, ecc. Il blocco occupa la porzione nord, nord-ovest dell’intero edificio e si presenta con un’altezza di circa 4 m.

In pianta trova una continuità armoniosa con la costruzione del blocco atrio e uffici, concepita sugli archi di cerchio. Il blocco spogliatoi ne continua il tracciato planimetrico, ma volumetricamente la scomposizione netta dei volumi avviene mediante una fascia di vetro, che copre il corridoio degli uffici e prosegue con lo sviluppo delle scale che portano al piano primo del centro benessere, cambiando di pendenza. Tutto l’assetto planimetrico è basato su una quota di pavimento che rimane costante, dall’ingresso, alla sala vasche. In questo modo si è potuto assicurare una completa fruibilità anche da parte di utenti DA su carrozzella.

La forma, anche se cerca di dialogare col complesso dell’atrio, in una logica geometrica complessiva, è fortemente condizionata dalle funzioni interne e non stabilita a priori. L’elemento del blocco spogliatoi, “gioca” e dialoga per mezzo delle ali laterali curve, che accentuano l’invito e l’uscita dal nucleo centrale da parte degli utenti, ma per il resto di sviluppa su una concezione molto simmetrica e razionale lineare. Questo consente una disposizione dei percorsi interni, delle aree da destinare agli spogliatoi, della sistemazione dell’arredo e dei servizi, molto funzionale col minimo spreco di spazio. Tale organizzazione interna, che all’apparenza può sembrare rigida, favorisce anche notevolmente l’esodo del pubblico in caso di emergenza, accorciando nel limite del possibile i percorsi fuga e rendendoli percettivamente chiari ed individuabili.

Ai fini del dimensionamento delle vie d'esodo, l'affollamento massimo previsto nello spazio di attività, è stato stabilito tenendo conto del tipo e livello di attività sportiva praticato, computando il numero di utenti contemporaneamente presenti.

Nell'individuazione delle vie d'esodo si è tenuto conto dei tempi di deflusso dagli spazi anche da parte degli utenti DA.

Si è fatto riferimento a n. 1 utente ogni 2 m2 di superficie di vasche servite.

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Nella seguente immagine, estratta dalle tavole grafiche inerenti la valutazione della sicurezza, alle quali rimandiamo, si nota come il blocco spogliatoi si presenti come una delle porzioni più articolate dal punto di vista delle vie di esodo ed abbia necessitato di uno studio accurato anche per quanto concerne la dislocazione di dispositivi acustici, luminosi, ed estintori.

Figura 3-18- Piano di evacuazione e di emergenza antincendio del blocco spogliatoi

Le uscite di sicurezza si trovano ubicate ai lati contrapposti del blocco spogliatoi ed in ogni caso, il percorso più svantaggiato è nell’ordine dei 35 m, inferiore ai requisiti dettati dal D.M. 6 giugno 2005, che fissano il percorso più lungo in 40 m (addirittura 50 m, se in presenza di idonei impianti di smaltimento dei fumi asserviti ad impianti di

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rilevazione o segnalazione di incendi). Nel nostro caso, gli shed possono aprirsi automaticamente per consentire la fuoriuscita dei fumi.

Sulla copertura piana, si innesta per tutto lo sviluppo centrale del corpo, una copertura caratterizzata da shed curvi realizzati con struttura in legno. La sua struttura è semplice e si basa su di un telaio in cemento armato a maglia regolare e nel complesso, pseudo simmetrica. Gli shed, anche in questo caso sono orientati a nord, disposti in file parallele e garantiscono un’adeguata illuminazione naturale e diffusa all’interno dell’ambiente spogliatoio, grazie anche alla ridotta altezza delle cabine a rotazione interne rispetto alla quota di intradosso del soffitto. La fascia d’aria aperta che rimane interposta tra il livello delle cabine a rotazione e l’intradosso del soffitto di copertura consente un efficace ricircolo d’aria all’interno del volume, reso ancora più efficiente in estate qualora i vetri degli shed, per mezzo di un sistema basculante, possano essere aperti, consentendo una rapida evacuazione del vapore.

La copertura conformata a shed illumina ed eventualmente si occupa di aerare gli ambienti che ingannevolmente, dalla pianta possono sembrare occlusi all’interno del blocco, senza alcuno sfogo all’esterno.

Dato il favorevole orientamento delle falde degli shed di copertura, anche in questo caso, come in quello della copertura del blocco vasche, si può pensare di predisporre i collettori dell’impianto solare termico necessario per una integrazione del sistema di riscaldamento dell’acqua delle docce.

Si individuano diversi ambienti all’interno del blocco spogliatoi, alcuni dei quali sono associati alla stessa funzione; a ciascun AFO sono associati più ASO:

 Zona di accesso filtrato ed uscita mediante tornelli  Spogliatoio comune per uomini

 Spogliatoio comune per donne

 Spazi per corridoi distributivi ed evacuativi  Cabine a rotazione individuali per uomini  Cabine a rotazione individuali per donne  Spogliatoio per istruttori e direttori gara uomini  Spogliatoio per istruttori e direttori gara donne  Blocco servizi igienici uomini

 Blocco servizi igienici donne

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 Blocco docce uomini  Blocco docce donne

 Spazio di distribuzione con annesso presidio di bonifica

Figura 3-19- Il blocco spogliatoi e servizi igienici, estratto dalla pianta del piano terra

I locali spogliatoio sono protetti contro l'introspezione; Il numero dei posti spogliatoio realizzati è commisurato al numero di utenti contemporanei, tenendo conto delle modalità di avvicendamento e del tipo di pratica sportiva. I locali degli spogliatoi comuni tendono ad essere conformati spazialmente in modo da ottimizzare la presenza massima degli utenti. Un loro sviluppo inferiore, avrebbe comportato una non

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ottimizzazione della fruibilità da parte di un numero sufficiente di utenti, un loro maggiore sovradimensionamento sarebbe stato sconsigliato dalle norme CONI, che ci avrebbero suggerito di scomporli in più ambienti di minori dimensioni.

Il dimensionamento dei locali spogliatoio (spogliatoi in locale comune) è stato

effettuato considerando una superficie per posto spogliatoio non inferiore a m2 1,60,

comprensiva degli spazi di passaggio e dell'ingombro di eventuali appendiabiti o armadietti.

Per ragioni igieniche gli spogliatoi costituiscono elemento di separazione tra i percorsi effettuati in abbigliamento normale (percorsi a piedi calzati) e quelli in abbigliamento sportivo (percorsi a piedi nudi).

Gli spogliatoi in locale comune sono progettati in modo da non essere utilizzati come elementi di percorso di altri tipi di spogliatoio. Gli spogliatoi dovranno risultare accessibili e fruibili dagli utenti diversamente abili; a tal fine si sono previste le porte di accesso con luce netta non inferiore a m 0,90; l’apertura delle porte dei servizi igienici e preferibilmente degli altri locali di servizio, è stata progettata nella direzione di uscita. i corridoi, disimpegni e passaggi consentono il transito e la rotazione della sedia a ruote, secondo la normativa vigente. Negli spogliatoi è prevista la possibilità di usare una panca della lunghezza di m 0,80 e profondità circa m 0,50 con uno spazio laterale libero di m 0,80 per la sosta della sedia a ruote. Da ogni locale spogliatoio si accede ai propri servizi igienici e alle docce.

Per gli spogliatoi degli istruttori e dei giudici di gara, tenuto conto della destinazione e del livello di attività dell'impianto, ogni locale spogliatoio è stato dimensionato, per un minimo di 2 utenti contemporanei, mediamente 4 utenti, considerando una superficie per posto spogliatoio, anche in questo caso, non inferiore a mq 1,6 comprensiva degli spazi di passaggio e dell'ingombro di eventuali appendiabiti o armadietti. Da ogni locale spogliatoio si accede ai propri servizi igienici e docce. Ogni locale spogliatoio ha a proprio esclusivo servizio almeno un WC idoneo anche agli utenti DA in locale proprio ed una doccia al suo interno, anch’essa attrezzata per DA.

Le cabine a rotazione possiedono una dimensione minima di m 0,90 x 1,20; le cabine fruibili dagli utenti DA hanno dimensione minima di m 1,40 x 1,50, con porte di

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accesso di luce netta non inferiore a m 0,80. Le porte di accesso alle cabine a rotazione sono apribili verso l'esterno. Si ricorda che per la maggiore fruibilità e i ridotti tempi di utilizzo, la cabina a rotazione viene computata come due posti dello spogliatoio comune.

La norma CONI suggerisce che il numero di posti spogliatoio complessivo (per entrambi i sessi) da prevedere per il dimensionamento degli spogliatoi sia di almeno uno

ogni 9 m2 di vasche servite (approssimando il calcolo per eccesso). Tuttavia, per una

migliore gestibilità dell’impianto si consiglia di prevedere un numero di posti

spogliatoio maggiore, intorno a uno ogni 6 m2 di vasche servite.

Condizioni minime di numero posti spogliatoi: (312,575)m2 /943 posti Condizioni raccomandate di numero posti spogliatoi: (312,575)m2 /665 posti Nella nostra soluzione progettuale, considerando il funzionamento estivo come parco acquatico e il contemporaneo utilizzo da parte dei fruitori del centro benessere, abbiamo deciso di prevedere i seguenti posti:

Spogliatoio comune uomini: 47,12m2/1,6

m2/p

29 Spogliatoio comune donne: 46,96m2/1,6

m2/p

29 Cabine a rotazione uomini: 152

p/cab

30

Cabine a rotazione donne: 152

p/cab

30

Spogliatoio istruttori uomini: 9,56m2/1,6

m2/ p

5 Spogliatoio istruttori donne: 9,56m2 /1,6

m2/ p

5 Totale = 128 posti in contemporanea

In pratica, per tenere conto dei fattori sopra citati si prevedono il 97% in più di posti rispetto alla situazione raccomandata.

La norma CONI raccomanda di realizzare almeno il 25% dei posti spogliatoio mediante cabine a rotazione. Noi abbiamo realizzato il 47%.

Ogni locale WC ha accesso da apposito locale di disimpegno (antibagno), a servizio di più locali WC, nel quale potranno sono installati i lavabi.

Per gli spogliatoi atleti si è previsto almeno un WC ogni 12 posti spogliatoio (approssimando il calcolo per eccesso).

Infatti, i posti minimi raccomandati per lo spogliatoio sono 43, quelli suggeriti 65.

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I WC da noi progettati sono 5+5 =10 (12 considerando anche gli spogliatoi degli istruttori), che rispettano abbondantemente i 65/12 = 5,4

Sono inoltre relazionati al numero effettivo di spogliatoi previsti, in quanto, 128/12 = 10,7 ricoperti dai nostri 12 previsti.

I servizi igienici hanno una dimensione minima di m 1,00 x 1,20 con porta apribile verso l'esterno. I servizi igienici per utenti DA hanno dimensioni minime di m 1,80 x 1,80 con porta di accesso apribile verso l'esterno.

Almeno un servizio igienico per gli spogliatoi degli uomini ed uno per quello delle donne sono fruibili da parte degli utenti DA.

Le docce sono realizzate in apposito locale, al quale si accede tramite zona filtro, in comune con il locale filtro dei servizi igienici.

Sono state preferite docce a pavimento in locale comune, senza divisori fissi onde consentire un'agevole uso anche da parte degli utenti DA. Ogni doccia dovrà avere una dimensione minima (posto doccia) di m 0,90 x 0,90 con antistante spazio di passaggio della larghezza minima di m 0,90, in comune con altri posti doccia. In ogni locale doccia almeno un posto doccia è fruibile da parte degli utenti DA; a tal fine la doccia ha uno spazio adiacente per la sosta della sedia a ruote. Il posto doccia per gli utenti DA è dotato di sedile ribaltabile lungo m 0,80 profondo circa m 0,50 e di accessori conformi alla normativa vigente.

Il numero delle docce dovrà essere è stato calcolato in funzione del numero di posti spogliatoio destinati agli utenti piscina, prevedendo almeno una doccia ogni 3 posti (approssimando il calcolo per eccesso).

Numero docce previste = 1313=26 > 65/3 =22.

In questo caso si tenga conto che nel periodo di funzionamento estivo, altre docce sono ubicate all’esterno e che il piano primo del centro benessere ospita ulteriori box doccia per trattamenti aromaterapeutici.

In ogni caso, si ricorda che per le norme CONI, dovranno essere realizzate almeno quattro docce per lo spogliatoio maschile e quattro docce per quello femminile. Almeno una doccia per gli uomini ed una per le donne dovranno essere fruibili da parte degli utenti DA.

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Gli asciuga capelli sono posizionati negli spogliatoi e nello spazio di disimpegno, orientativamente in numero non inferiore a quello delle docce. Per la loro installazione si è tenuto conto dell'età degli utenti e della fruibilità da parte degli utenti DA.

Il servizio per il deposito abiti è completamente affidato agli armadietti posti negli spogliatoi comuni e lungo i corridoi. Ogni modulo è composto da due spazi incolonnati per il deposito indipendenti. In questo modo, oltre ad ottimizzare lo spazio, si riducono notevolmente le spese per il personale di custodia.

Numero armadietti previsto: 2139278>2128256

Gli armadietti si apriranno e chiuderanno mediante braccialetto magnetico fornito agli utenti all’ingresso.

Primo soccorso – infermeria

Resta ubicato lungo il percorso di accesso agli spogliatoi atleti e in modo tale da aversi un agevole accesso sia dallo spazio di attività che dall'esterno dell'impianto. Il collegamento tra il primo soccorso e la viabilità esterna risulta agevole e senza interferenze con le vie d'esodo degli eventuali spettatori presenti. Le dimensioni degli accessi e dei percorsi sono tali da consentire l'agevole passaggio di una barella. Si è

operato con una superficie netta superiore a 9 m2, al netto dei servizi, con almeno un

lato di dimensione non inferiore a 2,50 m. Infatti il locale possiede una superficie netta

pavimentata di 19,40 m2; la larghezza minima è di 3,16 m.

Il locale è dotato di proprio WC accessibile e fruibile dagli utenti DA, con anti WC dotato di lavabo.

Date le dimensioni particolarmente fruibili, il locale di primo soccorso potrebbe estendere la sua utilità alla funzione di visite mediche per gli sportivi, o come studio medico per la medicina sportiva e la fisioterapia.

Insieme all’adiacente deposito per le attrezzature, costituiscono un unico blocco accorpato al fianco nord di quello maggiore per l’attività natatoria.

Dalle piante contenute nelle tavole grafiche allegate alla tesi si può notare la disposizione dell’arredamento.

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Figura 3-20- L’infermeria ed il deposito attrezzature

L’illuminazione diffusa è garantita dall’esposizione a nord delle finestre e dalla loro conformazione a nastro. La piazzola asfaltata antistante all’uscita esterna garantisce il necessario spazio di manovra ai mezzi di soccorso.

Si ipotizza la temperatura operante di detto locale di 22°C1.

Magazzino e deposito attrezzatura

Sono stati posizionati a nord e attestati al volume del blocco vasche. Con questo accorgimento, tale ambiente accessorie funziona da cuscino termico nei confronti di una porzione della superficie di involucro del blocco vasche. Esternamente presentano lo stesso tipo di parete utilizzata per le altre porzioni di prospetto del blocco vasche, consentendo una uniformità formale ed il rispetto della classe di esigenza dell’aspetto. Sottili finestre a nastro evidenziano lo sviluppo longitudinale e garantiscono un’illuminazione diffusa del deposito proveniente dalla zona alta della parete che non è ostruita da scaffalature e attrezzature varie.

Per i magazzini sono state adottate altezze in relazione alle necessità connesse al tipo e alle dimensioni delle attrezzature da immagazzinare, comunque mai superiori a 3,50 m. La percezione del loro volume dall’esterno , fa in modo che essi non prevarichino il blocco vasche ed il suo nastro delle finestre a shed.

1

Riferimento alle Norme CONI 2008

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Viene raccomandato di dimensionare il deposito attrezzi sulla base di 1/20 della superficie delle vasche servite; nel nostro caso il rapporto è soddisfatto da

2 2 2 27 , 19 20 / ) 75 5 , 312 ( 72 , 28 m   mm

Atrio, reception, uffici amministrativi

Si osserva come l’ingresso, generalmente caratterizzato da un ampio atrio, sia il nucleo che caratterizza il più importante spazio di accoglienza e dal quale si origina la distribuzione degli spazi.

Figura 3-21- Il complesso da ovest con l’importante volume dell’atrio che predomina la composizione

Nell’evoluzione delle fasi progettuali che hanno interessato la piscina di Altopascio, si può cogliere come il corpo destinato all’atrio ed all’accoglienza sia stato oggetto di particolari attenzioni. In ogni fase, il corpo dell’accettazione, ha assunto dimensioni sempre più rilevanti, in pianta, ma soprattutto in elevato, oltrepassando il livello del blocco vasche ed imponendosi come chiara emergenza, riconoscibile a distanza, dell’intero complesso.

Tale processo si è reso necessario per far percepire in modo immediato il senso di accoglienza al fruitore e per indirizzarlo con chiarezza all’ingresso; le forme planimetriche concave ed a tratti convesse giocano proprio su questo fattore.

Un doccione sporgente dalla copertura che con una lieve pendenza si affaccia verso l’esterno, identifica e sottolinea con forza quello che rappresenta l’asse centrale di sviluppo della rivoluzione plano-volumetrica.

La struttura dell’atrio si compone di travi in legno lamellare curve disposte a raggiera con sfasamento angolare costante di 12°, per una complessiva rivoluzione del volume di 60°. Nella parte più esterna e bassa della copertura le travi, sempre disposte a raggiera assumono un profili rettilineo a lieve pendenza. La scomposizione dei volumi viene

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accentuata da delle lame di luce realizzate con vetro, che marcano le zone a cambio di pendenza della copertura.

Figura 3-22- Vista fotorealistica dalla direzione di ingresso degli utenti

Due fasce rettilinee di altezza ridotta in vetro trasparente affiancano il settore circolare del corpo dell’atrio su entrambi i lati, favorendo una scomposizione percettiva architettonica, ed evidenziando per mezzo della luce filtrata i percorsi, risaltati anche da una pavimentazione in pietra differenziata dalla restante dell’intera superficie.

La soletta di pavimento del piano terra, sarà realizzata mediante la formazione di massetto non armato di sottofondazione, una platea con nervature incrociate a raggiera e a sviluppo di archi, e con successiva formazione di vespaio aerato altezza totale 50 cm realizzato con elementi in plastica riciclata tipo "Igloo", con forma a cupola avente nervature di irrigidimento ortogonali con scanalature incrociate atte a contenere i ferri di armatura e il getto in calcestruzzo per il riempimento dei casseri, il getto della soletta superiore e la rete elettrosaldata.

Verrà realizzato un sottofondo per le nuove pavimentazioni, in massetto di cls tirato a frettazzo fino, spessore 1 cm. Saranno necessarie, procedendo dall’interno verso il vespaio, una barriera al vapore, uno strato isolante ed una guaina impermeabilizzante per la eventuale risalita di umidità.

Per l’analisi dettagliata dei materiali e degli spessori degli strati si rimanda alle tavole grafiche allegate al lavoro di tesi.

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Figura 3-23 Dettaglio della realizzazione del vespaio e della fondazione del piano terra dell’atrio.

Sul lato nord-est dell’atrio si può accedere agli spazi destinati al pubblico spettatore (genitori dei piccoli frequentatori i corsi di nuoto spettatori di gare di nuoto).

Dalla zona ubicata in prossimità della galleria vetrata destinata agli spettatori, si può accedere ai servizi igienici.

La superficie di involucro curva del blocco atrio si presenta per lo più come opaca e adeguatamente coibentata, atta a conferire un adeguato grado di isolamento termico e non creare uno spiacevole effetto serra in estate. Questo provvedimento tecnico può favorire un più ristretto fabbisogno annuale da parte degli impianti di riscaldamento e raffrescamento. Un pozzo di luce costituito da una porzione vetrata collocata nella zone centrale della copertura curva costituisce la fonte di apporto luminoso all’ambiente. La luce è diretta ed investe una zona in cui si è ricavato uno spazio a verde con tanto di alberature a basso fusto. Altra fonte di illuminazione, questa volta indiretta, giunge dagli shed in copertura. La superficie esterna di involucro del volume dell’atrio potrà con semplicità essere rivestita di pannelli fotovoltaici qualora un giorno ve ne sia la convenienza economica ed un tempo di ritorno dell’investimento adeguato.

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Figura 3-24 Lo spazio dell’atrio osservato in pianta

Internamente l’atrio è comunicante solo visivamente con una parte del centro benessere, ubicato al piano terra. Al piano primo, un ballatoio ad andamento di arco di cerchio si affaccia sul sottostante spazio dedicato all’accettazione, alla sosta e alla ristorazione. La fruibilità è integralmente garantita dalla presenza di un ampia scala in acciaio che conduce al piano primo e da un ascensore di dimensioni nette interne 1,10 x 1,40 m. Un nastro vetrato fisso sospende la copertura alleggerendo il corpo compatto dell’atrio percepito dall’esterno.

All’interno dell’ampio open-space dell’atrio trovano allocazione nella zona nord di attestazione al blocco spogliatoi, la reception e l’ufficio gestionale accorpati in un unico ambiente per una maggiore versatilità di utilizzo.

Passando necessariamente a fianco del bancone di accettazione, si può raggiungere il passaggio selettivo di ingresso alla zona spogliatoi per mezzo di tornelli automatici, di cui uno di dimensioni adeguate agli utenti diversamente abili su carrozzella.

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Figura 3-25 Sezione trasversale sull’atrio di ingresso e sul centro benessere

Particolare cura è stata posta nello studio dello smaltimento delle acque piovane, con elaborazione di dettagli raffigurati nelle tavole grafiche allegate di cui riportiamo, in questa sede, un estratto.

Si è fatto ricorso per la realizzazione del manto, a pannelli sandwich innovativi, composti all’intradosso da un tavolato di abete, barriera al vapore, 12 cm di isolante in lana di vetro, interposto tra i travetti, su cui viene fissata una lamiera grecata. Una guaina e la presenza di scossaline in lamiera zincata assicurano una impermeabilizzazione del manto e la realizzazione del canale di raccolta delle acque. La presenza di un lucernario a fascia crea una lama di luce in corrispondenza dello stacco tra i cambi di pendenza dell’involucro di copertura. Il vetro doppio con trattamento basso emissivo garantisce una diffusa illuminazione dell’ambiente riducendo le dispersioni termiche.

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Figura 3-26 Dettaglio dell’attacco di copertura nella porzione più alta dell’atrio

Per la realizzazione della vetrata di separazione tra l’atrio ed il centro benessere si è fatto ricorso al vetro doppio. In tale situazione, data l’entità dello scambio termico tra i due ambienti l’utilizzo del vetro triplo non era giustificata dal punto di vista economico.

Figura 3-27 Il vetro doppio a taglio termico per la realizzazione delle vetrate interne tra ambienti diversi

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3.3.3. Centro benessere

Il centro benessere si sviluppa su due livelli ed occupa la porzione a settore circolare retrostante l’atrio, dal quale è separato per mezzo di una vetrata al piano terra e da parete in laterizio e vetrata al piano superiore. Il centro benessere si profila come un ambiente versatile in cui i trattamenti per la cura o la riabilitazione possono essere svolti nella totalità, su entrambi i livelli, o parzialmente, su uno solo dei due livelli. In tal senso, l’accesso avviene direttamente dagli spogliatoi in comune con la piscina, per mezzo di un’area di disimpegno circondata da vetrate. Nel biglietto di entrata si potrà scegliere se usufruire del solo trattamento benessere o stipulare l’accesso anche al piano vasche. Diversamente, si può scegliere di usufruire del solo piano superiore per i trattamenti specifici di sauna e massaggi, e allora, si può raggiungere il piano primo accedendo dalla scala in acciaio o dal vano ascensore vetrato ubicati nell’atrio. Raggiunto il ballatoio che si affaccia sull’ambiente ricettivo sottostante, si entra dall’ingresso superiore e si può acquistare dal banco reception l’opportuno biglietto. Delle cabine spogliatoio e dei servizi igienici sono a disposizione dei fruitori.

La struttura è comune a quella dell’atrio, già osservata. Le colonne sono realizzate in tubolari d’acciaio riempiti con cls.

Figura 3-28 centro benessere al piano terra

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La superficie netta del piano terra si estende per circa 145 m2 comprendendo le vasche per i trattamenti riabilitativi e di idrokinesi, l’idromassaggio ed il percorso flebologico. Mediante una scala interna al volume del centro benessere, o in caso di necessità, dal limitrofo ascensore ubicato nell’angolo nord ovest dell’atrio, si può giungere al livello superiore.

In sommità alle scale interne al volume si trova uno sfondo da utilizzare in caso di emergenza che conduce al luogo individuato come “sicuro” e costituito dalla porzione pianeggiante della copertura dell’ala degli spogliatoi.

Al piano primo si trova, come già accennato, un altro piccolo ufficio con bancone ricettivo, delle cabine spogliatoio, i servizi igienici, un piccolo deposito, ed un ambiente più raccolto per il relax post trattamento. A questo ambiente sono collegate le tre stanzette per il trattamento fisioterapico e per i massaggi. La superficie del piano primo è di circa 120 m2.

Mediante un corridoio vetrato che passa per un breve tratto all’esterno, ci si può collegare al blocco natatorio. Si giunge infatti ad un livello soppalcato che si affaccia sulla piscina grande e copre quella piccola. La terrazza è dotata inoltre di un ulteriore sbalzo balconato circolare.

Figura 3-29 Centro benessere ed ambienti limitrofi al piano primo

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In questa zona trovano allocazione il gruppo dei trattamenti costituiti dalle saune, dal bagno turco, dal bagno romano e dalle docce per il trattamento aromaterapico e cromoterapico. La superficie netta utilizzabile della terrazza del centro benessere,

comprensiva dei blocchi delle saune e trattamenti è di 120 m2.

La terrazza interna al blocco vasche si può espandere all’esterno mediante accesso alla terrazza esterna che copre il corpo volumetrico dedicato agli spettatori. La terrazza esterna costituisce un gradevole solarium con affaccio sul parco acquatico estivo disposto a sud ed offre un’ampia visuale sul paesaggio campestre, celando quello industriale imbruttito anche da enormi tralicci dell’alta tensione.

La terrazza esterna è raggiungibile pure dal ballatoio curvo che circuisce il blocco superiore del centro benessere. Il ballatoio costituisce una promenade su tutto l’ambiente dell’atrio e fa raggiungere la terrazza esterna (altro luogo sicuro in caso di incendio), partendo dal pianerottolo superiore delle scale in acciaio e dell’ascensore in vetro.

Anche le condizioni termoigrometriche di operatività del centro benessere si suppongono prossime a quelle del blocco vasche, con temperature medie di 30°C e umidità relativa del 70%. Questo comporta un’accurata selezione dei materiali costituenti l’involucro.

Per questo motivo, riportiamo un estratto dalle tavole grafiche con in evidenza il dettaglio dell’attacco parete, colonna – solaio, a livello del piano primo del centro benessere. La vetrata di separazione tra atrio e centro benessere al piano terra, è realizzata con vetro doppio e taglio termico, la quale garantisce pure un buon livello di isolamento acustico. Gli strati delle pavimentazioni evidenziati denotano l’utilizzo di isolanti termici ed acustici sia per rumori aerei, sia per trasmissione delle vibrazioni tra ambienti da proteggere. Notare l’importante utilizzo di una fascia elastomerica desolidarizzante tra le strutture rigide della parete e del solaio. Il solaio in legno è munito di connettori metallici per la collaborazione strutturale della soletta armata.

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Figura 3-30- Dettaglio dell’attacco strutturale a livello del piano primo dell’atrio, con in evidenza gli spessori e la stratigrafia della parete e dei solai

Figura 3-31- Spaccato per illustrazione della disposizione dei vari strati impiegati

3.3.4. Spazi per gli spettatori

Il blocco per i visitatori e gli spettatori dei corsi di nuoto o delle gare di nuoto è costituito da un corpo vetrato attestato alla parete sud, anch’essa vetrata, del blocco vasche. Durante la stagione di funzionamento invernale, l’ambiente natatorio e lo spazio per gli spettatori rimangono separati, tranne in caso di emergenza con le porte che si

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possono aprire dal blocco natatorio verso il corpo spettatori per fluire in maniera diretta all’esterno. In estate, quando non ci sono i corsi di nuoto o le gare le vetrate sono spalancate per connettere l’ambiente esterno del parco acquatico con quello interno delle vasche coperte. La versatilità dell’elemento è elevata.

L’asse di forza direzionale che parte dall’interno del volume vasche e si estende all’esterno nel parco acquatico, evidenziato dalla pavimentazione in pietra di porfido, rompe la continuità dell’ambiente per gli spettatori, operando una scomposizione volumetrica in due corpi: uno configurato ad arco di cerchio, l’altro, di forma trapezoidale. Entrambi si estendono parzialmente all’esterno della fila di colonne in legno costituenti i telai dell’ossatura principale del corpo vasche.

In inverno i vetri tripli riescono a garantire un basso valore della trasmittanza, consentendo un pieno apporto solare da sud che investe il dorso degli spettatori rivolti a nord, verso le vasche. In questo modo non si crea abbagliamento, né ai bagnanti, né ai visitatori.

Figura 3-32- Il blocco vetrato degli spettatori

Non si sono previste tribune fisse, in quanto in un impianto come quello progettato, con attività natatoria prevalentemente amatoriale e rivolta all’insegnamento, le affluenze si ipotizzano relativamente ridotte. La scelta di eliminare le tribune fisse si rivela vincente per una gestione più versatile degli ambienti, un minor ingombro degli spazi, e la possibilità di adattare l’edificio in cambio di destinazione d’uso. Il corpo si sviluppa longitudinalmente affiancando il blocco vasche, ma mantenendo un’altezza di 4 m

Figura

Figura 3-3- Estratto di planimetria generale con in evidenza la sistemazione dei parcheggi
Figura 3-4- Disposizione all’interno del lotto della prima ipotesi progettuale
Figura 3-6- Disposizione all’interno del lotto della seconda ipotesi progettuale
Figura 3-7- Assemblamento e composizione dei blocchi spaziali,seconda soluzione
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