• Non ci sono risultati.

Allegato 1 Interviste alle istituzioni

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Allegato 1 Interviste alle istituzioni"

Copied!
56
0
0

Testo completo

(1)

Allegato 1

Interviste alle istituzioni

Intervista all’ assessorato all’agricoltura tutela della Flora e della Fauna della Regione Piemonte: Dr. Moreno Soster

D. Ci sono leggi regionali che tutelano il germoplasma locale?

R. Non ci sono leggi regionali. L’attività della Regione in questi anni è stata quella di finanziare e partecipare a progetti di ricerca che, tramite la ricognizione del territorio, caratterizzassero la biodiversità locale. I primi tentativi per la tutela delle risorse frutticole si sono avuti agli inizi degli anni ’90 con la costruzione di campi catalogo con tutte le accessioni. Inoltre sono state pubblicate delle schede pomologiche su melo, pero, dei quali abbiamo fatto la ristampa aggiornata, e inoltre vi sono pubblicazioni più datate su vitigni e ortaggi autoctoni.

D. Come avviene l’accesso alle antiche varietà di mele? Sono protette da brevetto? Sono iscritte al

registro nazionale delle varietà?

R. Non sono protette da brevetto, non ci sono problemi di diritti di proprietà. Probabilmente le 8 varietà che costituiscono il paniere sono iscritte al registro, le altre no. I vivaisti possono accedere ai campi catalogo. I vivaisti hanno le piante madri per la produzione. Sembrava all’inizio che potessero essere reintrodotte facilmente, invece la richiesta è in calo per problemi agronomici di produzione alternante,mentre è in aumento per agriturismo e biologico.

D. Ci sono incentivi alla produzione?

R. Attualmente No. Nel nuovo P.S.R. 2007-2013, nelle misure agro ambientali c’è il riconoscimento di un premio, ma abbastanza scarso: 600-900 euro/ha. Nelle due programmazioni precedenti questa azione non era stata accettata.

(2)

Intervista alla scuola Malva Arnaldi di Bibiana: sig. Re Dario, agricoltore appartenente all’Associazione Antiche Mele Piemontesi, socio Scuola Malva Arnaldi

D. Perché è nata, da chi è partita, come si è sviluppata e chi ha coinvolto l’ iniziativa di tutela delle

antiche mele del Piemonte?

R. Alla fine dell’ ‘800 il Piemonte era la regione con la più ricca varietà di mele e di pere, aveva circa 600-700 varietà sul mercato.

Negli anni ’50 è arrivata la mela Golden e i fitofarmaci, si preferivano varietà più belle ma più sensibili. La Golden piace perché è bella e grossa, non perché sia più buona, e soppiantò le vecchie varietà soprattutto nelle aree intensive come il Saluzzese. La frutticoltura passa da promiscua a sesti definiti senza prato con solo frutta.

Le vecchie varietà resistono nelle zone collinari e rimangono come piante isolate, ci sono ancora oggi piante monumentali.

Alla fine degli anni ’70 primi ani ’80 si è avvertito il problema della perdita di varietà e cominciato tramite esperti C.I.F.O.P. e l’istituto agrario di Osasco a raccogliere e catalogare le antiche varietà.Le provincia di Torino, Cuneo e Alessandria realizzarono campetti per la conservazione, che era all’epoca la preoccupazione principale.Nella provincia di Torino erano presenti il campo di Osasco e quello dell’Università di agraria di Chieri.

Per quello che riguarda la scuola Malva Arnaldi è nata negli anni ’30 come ente morale per l’insegnamento dell’agricoltura, a seguito della donazione del podere da parte dei proprietari al comune, nel dopoguerra il podere è stato affittato e condotto come una normale azienda agricola. Era gestito dal comune di Bibiana e di Pinerolo dalla Camera di Commercio e dalla Regione. Poi nel 1998 si è deciso di ricostituire la fondazione e l’ente morale, si sono inseriti in un settore scoperto come quello della biodiversità. Nel 1998 e nel 2000 con il finanziamento di due progetti INTERREG, si è costituito il campo da collezione che raccogliesse tutta la biodiversità frutticola regionale

La scuola Malva si occupa di reperire documentazione storico bibliografica, fare test agronomici e descrivere le varietà.

Le marze sono state prese dai campi provinciali dal campo dell’università di agraria a Chieri e dalle collezioni private degli hobbisti. I vivaisti sono stati la fonte più importante, poiché continuavano a propagare numerose varietà per gli hobbisti. Sono state raccolte 430 varietà di melo.

Il campo è stato realizzato come un frutteto moderno per vedere le produzione, le piante sono innestate su portinnesto debole M26 che è usato nella moderna frutticoltura e ci sono tre piante per ogni varietà.

Quando le piante sono entrate in produzione è cominciato lo studio, i principali compiti che si svolgono qui sono:

1) Conservazione

2) Studiare le caratteristiche e caratterizzare le varietà con l’obiettivo di reintrodurre in coltura le migliori. Quindi determinare: parametri vegetativi, alternanza di produzione ( che occorrono 10 anni), caratteri dei frutti come caratteri qualitativi, aspetto nutraceutico che viene fatto nei laboratori dell’università di Torino. Il lavoro ha il

(3)

finanziamento della regione, e deve essere completato sono state descritte finora 129 varietà.

3) Valorizzazione. Slow Food già nel 2001 individua nell’ambito delle 430 varietà 8 di queste, di cui costituisce il presidio.Si è fatto un censimento per capire chi le coltivava e quanto produceva e si sono individuati i produttori. Poi sono sorte alcune iniziative: la giornata delle antiche mele che si organizza qui alla malva, e numerose sagre. Un anno dopo la Provincia creò i prodotti del paniere facendo un censimento delle produzioni tipiche, tra queste sono comprese le 8 varietà del presidio slow food. Si costituì l’associazione delle antiche mele Piemontesi con uno statuto per la valorizzazione: logo, imballaggio, i produttori sono sovvenzionati dalla Provincia che paga lo stend e lo spazio, così possono partecipare agli eventi come le sagre e il salone del gusto.

All’inizio i produttori erano una decina e sono raddoppiati. Le produzioni sono aumentate e alcuni fanno nuovi impianti con le vecchie varietà. I frutticoltori coltivano per la maggior parte le varietà normali, e attirano i turisti in azienda con le antiche mele e poi vendono anche le altre; è un modo per accorciare la filiera. Ultimamente per avere tutto l’anno un prodotto in azienda fatto col le antiche mele si sta puntando sulla trasformazione in succhi. Con il progetto INTERREG è stato realizzato anche un laboratorio per i succhi nell’ istituto Agrario di Verzuolo (CN). I frutticoltori si prenotano e la frutta viene lavorata in giornata, la trasformazione costa 1,50 euro/l e il succo è venduto a 3 euro/l. il succo da la possibilità di sfruttare anche le mele più brutte non adatte alla vendita. La resa in succo è bassa: 50% del peso delle mele, contiene almeno il 70% di antiche varietà e si sta lavorando per capire le migliori miscele.

Alcune aziende producono anche vin cotto, che è una specie di mostarda di mele. C’è una sperimentazione sul sidro si sta controllando la legislazione.

D. Come è regolato l’accesso alle varietà? Esistono brevetti? Sono iscritte al registro nazionale delle

varietà?

R. La scuola non è autorizzata a dare marze, ma a volte si danno agli hobbisti e anche ai vivai, la cosa avviene amichevolmente, per piccole quantità.

Non ci sono brevetti e non credo che nessuno le abbia mai iscritte al registro nazionale delle varietà. Non c’è controllo sull’ identità varietale perché il mercato prima era legato agli hobbisti, ci sono anche vivaisti lombardi che commercializzano le mele piemontesi con nomi di fantasia, e ci sono molte sinonimie.

Dovrebbe essere istituito un repertorio regionale come in Toscana….. D. Perché sono state scelte le 8 varietà per la produzione intensiva?

R. Era importante partire da coltivazioni già esistenti, dalle quali è nato il presidio….sono rimaste in produzione per le loro caratteristiche di resistenza alle malattie e produzione, poi erano organizzate in modo da coprire il calendario: Magnana è alternante ma si consumava tardi, Grigia di Torriana è resistente alle malattie, è buona per i dolci, Calvilla invece era la mela nobile ma non molti la producono ancora è stata inserita per la tradizione. Anche altre varietà di mele sono state scoperte come adatte alla produzione intensiva ma non ci sono i produttori.

(4)

Intervista alla Provincia di Torino Servizio Sviluppo Montano, Rurale e Valorizzazione Produzioni Tipiche:

Dr. Elena Di Bella.

D. La creazione del paniere dei prodotti tipici e dell’associazione antiche mele Piemontesi. Come e

quando è partita l’iniziativa? Come funziona? Quali sono i finanziamenti? Quali sono gli eventi organizzati e gli ulteriori progetti? Come vengono comunicati?

R. Il paniere è un progetto strategico nato nel 2001, i finanziamenti sono stati di 4 milioni di euro in 6 anni. Sono stati inclusi 30 prodotti che hanno un disciplinare di produzione, un marchio collettivo di impresa registrato e 30 associazioni costituite davanti al notaio.

Sono coinvolti inoltre 80 ristoranti con carta di qualità che usano i prodotti del paniere, 15 negozi. Sono organizzate 40-50 manifestazioni anche internazionali dove ad ogni prodotto viene fornito uno spazio e uno stend. Inoltre sono state costituite 4 DOC dei vini. I prodotti del paniere sono venduti anche ad Eataly e hanno un distributore per i trasporti. Stiamo trattando anche con altri rivenditori della distribuzione organizzata. Altri eventi che coinvolgono i prodotti del paniere sono eventi sportivi, ed eventi gastronomici, in cui il paniere sponsorizza e fa da catering, open bar. L’associazione dei produttori delle antiche mele Piemontesi è una delle 30 associazioni che come le altre associazioni ortofrutticole si impegna nell’ampliamento delle superfici e nell’ informazione ai soci.

D. Le 8 varietà sono registrate nel registro nazionale? R. Non saprei...chiedi alla Malva.

D. In mancanza di una normativa regionale, quale effetto avrà sulla diffusione delle antiche mele la

costituzione del registro delle varietà rare?

R. E’ una cosa importante che permetterà ai piccoli produttori di continuare ad esistere resistendo alle pressioni delle multinazionali sementiere, inoltre sarà più facile costituire delle IGP. In precedenza volevamo costituire il peperone di Carmagnola ma un ibridatore Cecoslovacco aveva chiamato un ibrido Carmagnola e noi non abbiamo potuto mettere il nome di Carmagnola nell’ IGP.

D. Si pensa di creare delle DOP o IGP per le antiche mele?

R. Per il momento no, anche se è in fase di costituzione un IGP per le mele rosse di Cuneo nelle quali sono state inserite alcune delle vecchie varietà.

(5)

Intervista al prof. Dario Martina socio della Cooperativa agricola il frutto permesso, Bibiana (To), Presidente del presidio Slow Food delle vecchie varietà di mele piemontesi , della scuola Malva Arnaldi e Professore all’Istituto Agrario di Osasco.

D. Qual è il coinvolgimento della scuola di Osasco nell’iniziativa di tutela delle antiche mele?

R. Con la scuola di Osasco agli inizi degli anni settanta abbiamo fatto il primo conservatorio per le antiche mele piemontesi, con 70 varietà, in anni in cui non gliene fregava niente a nessuno. Poi queste varietà sono confluite alla Malva insieme con altri conservatori, e qui le abbiamo spiantate. Adesso la scuola continua ad avere un piccolo campetto dove le coltiva e fa parte dei produttori.

D. Le antiche varietà sono iscritte al registro nazionale? R. Assolutamente No.

D. Esistono brevetti? R. No

D. Come è regolato l’accesso alle varietà?

R. Avviene in forma spontanea e selvaggia, perché riteniamo che le varietà un po’ come gli uomini possono accoppiarsi con chi vogliono. Io sono contro ai brevetti e con Petrini e altri riteniamo che il brevetto sia una cosa abominevole. Facciamo i fuorilegge e lo diciamo. Diamo le marze a chi le vuole. Chi vuole le marze, la scuola Malva gliele da, facendo anche un opera pubblica. Cercando di essere tecnicamente corretti e quindi di non dare una marza al posto di un’altra. Ovviamente nell’ambito vivaistico si deve sottostare alla regolamentazione regionale. Cerchiamo di non diffondere del materiale non sano, di evitare gli scopazzi. Ovviamente tenuto presente che siamo dei tecnici e quindi riconosciamo le malattie. Tutte le scempiaggini come quelle di brevettare la vita le riteniamo un abominio e certo non lo pratichiamo ne lo incentiviamo. D. Qual è il ruolo del Presidio Slow Food nell’iniziativa di tutela delle antiche mele?

R. Esistono due strutture parallele che coincidono: il presidio slow food delle vecchie varietà di mele piemontesi e l’associazione antiche mele piemontesi creata successivamente dalla provincia di Torino con il paniere. I prodotti già presidio slow food come le antiche mele sono entrati a far parte del paniere di diritto. Sono due iniziative di valorizzazione parallele. Il presidio ha attività più culturale sulla biodiversità, l’associazione è invece un operazione commerciale. Siamo 10 o 12 in tutto.

Se ci sono da fare operazioni come degustazioni, confronti sensoriali, argomenti di biodiversità ci vado io con il presidio.

Se ci sono operazioni commerciali: la vendita, la produzione del succo di mela tutti assieme con un solo nome, i regolamenti di produzione… c’è l’associazione, perché il presidio non vuole essere un operazione commerciale.

(6)

Allegato 2

Questionario aziende vivaistiche

INFORMAZIONI GENERALI

Nome vivaio, luogo

Dimensioni del vivaio (fascia di fatturato, n.

di piante vendute)

Numero di specie/varietà vendute

% di ciascuna delle più importanti

specie/varietà vendute sul totale delle

vendite

% delle vendite di specie/varietà minori

Principali clienti del vivaio (tipologia:

piccole aziende/grandi aziende; aziende

specializzate/aziende despecializzate ecc.)

Storia delle specie/ varietà autoctone presenti in vivaio:

Da quanto tempo le ha in

vivaio?...

...

...

Quali/quante ne vende e quali/quante ne tiene

vivaio?...

...

...

...

Dove, da chi le ha

trovate?...

...

...

...

Sono presenti anche nei campi da

collezione?...

...

...

...

Quali sono le caratteristiche delle principali varietà

(7)

...

...

...

...

...

...

...

Sono state migliorate o utilizzate per

miglioramento?...

...

...

...

...

Perché sono state

abbandonate?...

...

...

...

...

Svolge ricerca attiva di queste

varietà?...

...

...

...

...

Scambia queste varietà con altri? Con

chi?...

...

...

...

...

Quali sono i clienti di questi tipi di specie/varietà (eventualmente farsi dare i

nomi)?...

...

...

...

...

Ci sono rapporti con le istituzioni, altre associazioni ecc. per la valorizzazione di queste

specie/varietà?...

...

...

...

Quali sono i problemi principali per la diffusione di queste

(8)

...

...

...

...

Quali sono le condizioni perché queste specie/varietà si possano

affermare?...

...

...

...

...

Secondo lei hanno una

prospettiva?...

...

...

...

(9)

Interviste

Intervista al vivaio Cascina Bozzola di Maffeo Marco, Occhieppo (Bi)

Il vivaio ha piccole dimensioni ed è affiancato ad un’ attività di orticoltura e di vendita diretta dei prodotti della cascina nei mercatini locali.

La produzione di piantine riguarda solo le antiche varietà, ha un volume molto limitato, avviene esclusivamente in vaso ed è riservata principalmente agli hobbisti e agli agriturismi. Nonostante questo il vivaio è importante per la conservazione di numerose specie locali essendo l’unico del Biellese.

Il proprietario si dedica da oltre 20 anni alla ricerca e alla collezione delle antiche varietà di mele e di pere ma anche di numerose ortive. L’azienda, non essendo strettamente produttiva, ospita così una grande biodiversità, tanto che il proprietario si definisce non imprenditore agricolo ma contadino, ricercatore e conservatore di biodiversità. La biodiversità e la diffusione delle antiche specie è tenuta in grande considerazione in questa azienda e il proprietario scambia e regala il proprio materiale. Inoltre è un profondo conoscitore delle antiche varietà di mele del biellese di cui ha pubblicato un libro edito dalla comunità montana Bassa valle Elvo, tanto che spesso non concorda con le foto delle mele nella pubblicazione della regione Piemonte.

I suoi rapporti istituzionali riguardano maggiormente la regione Lombardia e l’università di Milano dove collabora alla realizzazione di un campo collezione nell’Oltre Po Pavese, e il Trentino per la valorizzazione di mele locali, inoltre partecipa a fiere ed esposizioni di antiche mele. I rapporti con le istituzioni in Piemonte sono invece meno stretti.

INFORMAZIONI GENERALI

STORIA DELLE ANTICHE MELE PRESENTI IN VIVAIO Dimensioni del vivaio (fascia di fatturato,

numero di piante vendute).

8 ha l’intera azienda, 2000-2005 vasi anno.

Numero di specie/varietà vendute. Dispongo di 200 varietà di melo di cui ne vendo una cinquantina e 100 di pero di cui ne vendo una quarantina.

% di ciascuna delle più importanti specie/varietà sul totale delle vendite.

Vendo soprattutto varietà locali del Biellese: Piatlìn Biellese, Rigadìn, Renetta champagne, Limunìn, Rigiulènt, Pum de la Biula, Bèl ad magg, Dosc piàt, Saun-a, Gran Alexander, Presec.

% delle vendite di specie/varietà minori Vendo solo antiche varietà. Principali clienti del vivaio

(tipologia:piccole/grandi aziende, aziende specializzate/despecializzate.

Vendo soprattutto ad hobbisti, agriturismi, piccoli meleti per il mercato di nicchia in Trentino, qui non ci sono aziende.

(10)

D. Da quanto tempo ha in vivaio le antiche varietà? R. Venti anni.

D. Quali quante ne vende e quali quante ne tiene in vivaio?

R. Vendo esclusivamente in vaso e uso come porta innesti M26 e M111 franco e Antonovca per i meli che vendo in Trentino...Rimane poco in vivaio circa 300 vasi, inoltre ho le piante madri, mentre per alcune varietà nell’Oltrepò Pavese e del Trentino che sto riscoprendo, vado alla pianta madre sul posto, per riprodurre.

D. Dove, da chi le ha trovate?

R. In giro, ricercandole autonomamente, girando in macchina. Trovavo una pianta, mi informavo sul proprietario, controllavo se si trattava di una varietà nuova e prendevo le marze... Ho reperito circa 150 varietà diverse in questa zona, poichè qui non c’è mai stata un frutticoltura intensiva e inoltre molti agricoltori portavano varietà dalla Francia dalla svizzera dall’America e questo ha permesso che ci fosse grande varietà.

D. Sono presenti anche nei campi da collezione?

R. Si, ho costituito buona parte del frutteto della Malva....Damadè...Isabella (Elenca alcuni errori nella

pubblicazione delle antiche varietà di mele in Piemonte: alcune mele non sono correttamente rappresentate nell’ illustrazione es: il Piatlin)

D. Quali sono le caratteristiche delle principali varietà di mele vendute?

R. innanzi tutto la bontà del frutto...hanno mille caratteristiche, di polpa, sapore...poi la resistenza alle malattie, non deve importare della pezzatura, del colore...hanno diversi periodi di maturazione e coprono un periodo molto lungo... inoltre c’è l’effetto del ricordo, molti vengono a cercare la mela del nonno.

D. Sono state migliorate o utilizzate per il miglioramento?

R. Migliorate no, non è competenza mia, il materiale è a disposizione nei campi, non è il mio scopo pensare a migliorare, io sono un ricercatore e un conservatore di biodiversità.

D. Perchè sono state abbandonate?

R. Per l’abbandono dell’agricoltura non solo in questa zona ma ovunque, per la globalizzazione del mercato: nessun supermercato può permettersi di tenere 20 varietà, è scomparsa la massaia non c’è più il tempo di fare la spesa e la scelta del consumatore deve essere indirizzata verso poche varietà: quella rossa, quella gialla....Quando vado al mercato, dietro al banco ci sono io che ti spiego tutto quanto, oltre la mela ti vendo anche la storia, se le mettessi al supermercato non venderei nemmeno una mela perchè la gente non le conosce...D. Quindi lei vende anche direttamente? R. Si ma la mia è una piccola produzione di 25 tipi di mele... D. Ci sono altre aziende che vendono direttamente antiche mele? R. no, sono l’unico nella zona.

D. Svolge ricerca attiva di queste varietà?

R. Si, adesso ho contatti con il Trentino e l’Oltre Po Pavese, nel quale la Regione Lombardia ha finanziato un progetto FAOPAV per la costituzione di un campo collezione da quale chiunque può attingere materiale e che conta 64 varietà di melo e 41 di pere, di cui mi sentirei di consigliarne una decina per la valorizzazione. D. Scambia queste varietà con altri, con chi?

R. Si, sono per la liberalizzazione dei semi...scambio con altri vivaisti, non c’è problema anche per i privati, queste varietà sono sempre state oggetto di libero scambio.

(11)

D. Quali sono i clienti di queste varietà/specie (eventualmente farsi dare i nomi)? Vendo principalmente ad hobbisti, poi sono in contatto con l’associazione Spadona di Ronzone in Val di Non, ho contatti in Friuli, e con la Lombardia.

D. Ci sono rapporti con le istituzioni, altre associazioni ecc. per la valorizzazione di queste mele? R. Si, con l’ Università di Milano e la Regione Lombardia, con la Scuola Malva Arnaldi, con l’associazione antiche mele di Pordenone, con la pro loco di Quaregna (Bi) che organizza la manifestazione “Mela mangio e mela bevo”

D. Quali sono i problemi per la diffusione di queste varietà/specie?

R. Mancano i terreni, manca il contadino...io per esempio sono un contadino perchè faccio un pò di tutto nella mia azienda e non un imprenditore agricolo, c’è spopolamento delle campagne, mancano i giovani... qui nel Biellese non si fanno nuovi impianti.

D. Quali sono le condizioni perchè queste specie varietà si possono affermare?

R. Io per esempio non vendo solo le mele ma anche la storia che c’è dietro, ho insegnato alla clientela che ci sono le stagioni e la frutta c’è quando c’è e non sempre se vuoi le pesche di inverno non venire a cercarle da me...

D. Secondo lei hanno una prospettiva?

R. Si, per il mercato di nicchia, parte dei consumatori soprattutto giovani sono interessati... non tanto qui dove più o meno tutti hanno un loro alberello, ma nelle grandi città... è importante la filiera corta, per esempio l’associazione piccoli produttori del biellese raccoglie prodotti locali dai produttori mediante ordinazione del cliente via internet e li consegna a domicilio....

(12)

Intervista al vivaio Mela-Mangio in Monferrato di Claudio Caramellino, Odalengo Piccolo (Al)

Il vivaio è di piccole dimensioni ed è gestito part-time dal proprietario. Il volume delle vendite è molto ridotto, vende solo a radice nuda, ed è rivolto principalmente agli hobbisti; non mancano però alcuni acquirenti quali aziende e agriturismi, alcune delle quali hanno costituito l’Associazione di produttori della Madia Monferrina, e che si sono rivolti a questo vivaio poichè è l’unico che tratta questo tipo di piante nell’Astigiano e nell’Alessandrino.

Il vivaio è presente da circa 12 anni ed è stato costituito dall’attuale proprietario, che ha trasformato un iniziale hobby in una piccola attività. Raccoglie numerose specie e varietà locali, alcune delle quali sono state donate al campo catalogo, e anche varietà straniere. Anche in questo caso il proprietario del vivaio, che è un profondo conoscitore delle antiche varietà, rileva alcuni errori di rappresentazione nella pubblicazione della Regione Piemonte.

La raccolta degli esemplari è avvenuta sia da parte del proprietario, che fin da giovane si è dedicato a questa attività, e che per questo si è guadagnato il soprannome di “Noé della Val Cerrina”, sia da parte della gente del posto, che spesso porta al vivaio le marze di antichi esemplari o presunti tali.

Il proprietario partecipa a fiere e mostre pomologiche per far conoscere le varietà antiche e indurre i clienti a comprare le piantine, e attualmente sta impiantando un piccolo filare di antiche varietà per incrementare la sua produzione di mele. A differenza di altri vivaisti, non scambia le marze presenti in vivaio.

I rapporti con le istituzioni non sono molto stretti, e in questa zona si stenta a prendere iniziative per favorire i produttori. Al momento solo quattro delle mele della zona figurano tra i P.A.T. ma non ci sono altre iniziative per valorizzarle e la loro diffusione è affidata alla conoscenza locale.

(13)

INFORMAZIONI GENERALI

STORIA DELLE ANTICHE MELE PRESENTI IN VIVAIO

D. Da quanto tempo ha in vivaio le antiche varietà?

R. Ho costituito il vivaio da 12 anni, ma la conservazione genetica dura da 30 anni ho circa 1000 piante madri suddivise in quattro frutteti, uno di sole mele, un altro di mele e pere, uno di albicocche e pesche e uno di ciliegie e prugne, in questo modo posso fare meglio i trattamenti...io coltivo con il metodo biologico...uso i portinnesti GF 677 mandorlo francese per pesche e albicocche perchè si adatta ai terreni ardi e non fa polloni, per le mele uso m106 che e un portainnesto a vigoria intermedia che si adatta al terreno calcareo e non deve essere ancorato, uso anche il franco che però è alternante, per le pere uso il cotogno o il franco, per le prugne il mirabolano, e per il ciliegio il selvatico. Tutti i materiali sono certificati. D. Quali, quante ne vende e quali, quante ne tiene in vivaio?

R. Il vivaio è diviso in 4 parti e quando le piante hanno raggiunto i 4 anni spiano tutto con il trattore, perchè devo mandare il terreno a riposo, io vendo solo a radice nude e faccio pochi vasi, così in vivaio di solito non rimane niente.

D. Dove, da chi le ha trovate?

R. Ho iniziato più di 30 anni fa come hobby con un frutteto familiare, raccogliendo le marze in giro... mi ero accorto che con la moderna agricoltura tendevano a sparire le varietà e la biodiversità, ad esempio mi ricordo, del Biciulin rosso fuori, bianco dentro, croccante...si è estinto... poi 20 anni fa sono stato reso “famoso” da un articoletto su un giornale locale, la gente arrivava con le marze e io non sapevo più dove metterle, dovevo verificare che non ci fossero doppioni e questo richiede alcuni anni perchè devi

Dimensioni del vivaio (fascia di fatturato, numero di piante vendute).

12000 m2 di cui 3000 m2 per la vendita essendo diviso in 4 parti: piante del 1° anno , piante del 2° anno, piante del 3° anno e riposo. La vendita annuale è di circa 2000 piante totali

Numero di specie/varietà vendute. 90 varietà di meli, 13 di peri, 13 di susini, 11 di ciliegi, 8 di albicocchi 24 di peschi e piante varie.

% di ciascuna delle più importanti specie/varietà sul totale delle vendite.

Vendo più peschi che meli. Tra i meli quelli che vendo di più sono varietà locali del Monferrato: Marcun, Ruscai-o, Canditina, Ciucarina, Carlo bianco, Carlo rosso, Carpandù, Piatlin alessandrino, Pum calvin, Grigio Piemonte.

% delle vendite di specie/varietà minori Circa il 90% Principali clienti del vivaio

(tipologia:piccole/grandi aziende, aziende specializzate/despecializzate.

Hobbisti ma il mestiere di vivaista da frutto andrà a finire perchè i miei clienti sono tutti sopra 50 anni, poi ci sono alcuni agriturismi

(14)

aspettare il frutto e assaggiarlo...poi ho iniziato a fare mostre, sono diventato vivaista a 40 anni imparando da solo, ha varietà non solo locali ma anche americane ed europee...

D. Sono presenti anche nei campi da collezione?

R. Ho 450 tipi di frutta, alla Malva ho dato 25 tipi di mele e una decina di tipi tra albicocche prugne e pesche, 10 anni fa poi più niente. ( non vuole più dare materiale, perchè non l’hanno più contattato, non gli hanno spedito il fascicolo delle antiche varietà di mele del Piemonte, nel quale trova degli errori di rappresentazione es: Pom Marcun).

D. Quali sono le principali caratteristiche delle principali varietà di mele vendute?

R. Ognuna ha le sue caratteristiche e nessuna è uguale all’altra. Sicuramente una caratteristica è la lunga conservazione, una volta venivano usate per sfamarsi insieme alla polenta, la Canditina ad esempio veniva mangiata a fine Giugno per dissetarsi durante al mietitura ( durava quindi molti mesi) il Pum Marcun veniva interrato con paglia e mangiato nella primavera successiva fino all’arrivo della nuova frutta, il Ruscai durava fino ad aprile... Naturalmente oggi con queste temperature la conservabilità si è abbassata... Per le malattie hanno un pò di problemi di ticchiolatura, ma sono più predisposte a resistere e ad essere trattate biologicamente...sono resistenti perchè si sono salvate nei secoli...

D. Sono state migliorate o utilizzate per il miglioramento? R. Per fortuna no!...forse la Malva non so,... ma non credo... D. Perchè sono state abbandonate?

R. Perchè ingombravano durante le lavorazioni con il trattore...andare a comprare al supermercato è più comodo...prima la vigna forniva anche la frutta e il grano tra i filari, adesso si fa a stento solo l’uva... D. Svolge ricerca attiva di queste varietà?

R. Si, ho cominciato da giovane 30 anni fa piantando la frutta nei terreni che mio padre non lavorava più, raccoglievo le informazioni dagli anziani...poi anche la gente ha cominciato a portarmi le marze...

D. Scambia queste varietà con altri, con chi?

R. Nessuno!...una volta davo le marze, adesso ho smesso, perchè sono da solo, e nel periodo di dare le marze ho anche la potatura e non c’è la faccio con il tempo a prepararle...ho dato alla scuola Malva 25 tipi di mele 10 anni fa...all’Università di Torino ho dato invece il Pum Madlea una varietà rappresentata dal Garnier Valletti che gli mancava...

D. Quali sono i principali clienti di queste varietà/specie (eventualmente farsi dare i nomi)?

R. Soprattutto hobbisti, ma adesso anche gli agriturismi per costituire il frutteto personale...un agriturismo mi ha ordinato 200 piante...

D. Ci sono rapporti con le istituzioni, altre associazioni, ecc. per la valorizzazione di queste

varietà/specie?

R. Il Comune di Asti ha consegnato gratuitamente ad alcune aziende 1500 piante di Pum Marcun del quale vogliono fare l’IGP, la provincia di Alessandria aveva fatto delle iniziative silili nella precedente amministrazione con Giuseppe Nervo regalando le piante all’associazione il Paniere di Casale che hanno creato anche il PAT di 4 tipi di mele: Canditina, Pum Marcoun, Ciucarina bianca e rossa...D. Quindi in questa zona si stanno facendo nuovi impianti con le nuove varietà? R. Si, all’interno del paniere di Casale c’è un altra associazione di aziende la Madia Monferrina che hanno fatto da poco degli impianti...sono di alcune centinaia di piante...

(15)

R. Il problema è che non ci sono ancora impianti che producono in questa zona, poi la gente ancora non conosce bene queste varietà...

D. Quali sono le condizioni perchè queste specie si possano affermare?

R. Io faccio delle mostre...solo due all’anno, una ad Asti e una ad Odalengo perchè coincidono con l’estirpo e la vendita...così la gente si interessa e viene a comprare la pianta, non ne faccio altre in posti più lontani perchè aspetto che le aziende mi garantiscano una produzione, altrimenti la gente vuole comprare le mele e non ci sono....

D. Secondo lei hanno una prospettiva?

R. Fin quando c’ho voglia di lavorare si!...c’è un grande squilibrio ambientale, non ci sono più stagioni, diventa difficile anche per me che ho 30 anni di esperienza, figurati per chi vuole iniziare...non c’è prospettiva di grandi impianti, rimarrà un mercato di nicchia...il ritorno dei giovani in agricoltura sarà improbabile, perchè si devono fare investimenti troppo grandi, una azienda costa minimo mezzo miliardo...poi le piccole aziende non ci sono più...

(16)

Il vivaio è di dimensioni medio grandi, nel complesso prevale la parte delle piante ornamentali. Si trova in una zona molto vicina a Torino e ricca di ville con giardino, per questo il vivaio ha una buona quantità di prodotto venduto e buoni profitti, perchè le piante da giardino sono più remunerative. I clienti del vivaio sono hobbisti, ma anche enti pubblici, comuni, comunità montane.

Le antiche varietà sono vendute sia in vaso che a radice nuda, e coprono la quasi totalità della vendita degli alberi da frutta; anche tra la piante da giardino sono presenti numerose specie esotiche e rare ed entrambe sono rivolte al mercato hobbistico: il vivaio quindi punta molto sulla capacità delle varietà antiche e “strane” di attirare clientela.

Anche il proprietario di questo vivaio possiede le antiche varietà da molto tempo, le ha raccolte personalmente da più di 30 anni e riceve materiale anche dai clienti, controllando la sanità del materiale. Le specie provengono da tutto l’arco alpino e da altre regioni di Italia nonché dall’estero. Il catalogo è molto fornito, anche se forse con qualche sinonimia, ed il vivaio possiede due piante madri per ogni varietà.

I rapporti con le istituzioni sono buoni e comprendono una collaborazione per costituire la sezione delle drupacee nel campo catalogo. Lo scambio delle marze avviene principalmente con la scuola Malva di Bibiana ( TO ).

(17)

STORIA DELLE ANTICHE MELE PRESENTI IN VIVAIO

D. Da quanto tempo ha in vivaio le antiche varietà?

R. Abbiamo cominciato 40 anni fa prima della Regione e dell’Università, le ho raccolte da 35 anni e le piante madri hanno più di 20-25 anni.

D. Quali, quante ne vende e quali, quante ne tiene in vivaio?

R. Il 35% rimane in vivaio nel magazzino, poi le metto in vaso e le vendo come esemplari grandi, alcune le faccio solo su ordinazione. Ho almeno due piante madri per ogni specie di mele, pere, albicocche...D. Vende in vaso o a radice nuda? R. Vendo l’80% a radice nuda e il 20% in vaso, gli esemplari grandi li vendo in vaso.

D. Dove, da chi le ha trovate?

R. Dove, in tutte le valli alpine del Piemonte, anche dalla Liguria, dai dintorni di Lucca e dalla Sardegna. Da chi, andando in giro la Domenica, e continuiamo a trovarne... oppure ce le porta il cliente sapendo che noi facciamo questo...

D. Sono presenti anche nei campi da collezione?

R. Si diamo costantemente frutti, la Malva è stata qui per la sezione delle drupacee....anche nella vite diamo varietà locali della Val di Susa e del Pinerolese

D. Quali sono le principali caratteristiche delle principali varietà di mele vendute?

R. Resistenza alle malattie, l’unico problema che hanno è la Carpocapsa. Sono conservabili, molte stanno sulla pianta fino a tardi. Hanno un profumo e un gusto che non siamo più abituati. Hanno nella media piccola pezzatura, e alcune sono un pò acidule.

D. Sono state migliorate o utilizzate per il miglioramento? Dimensioni del vivaio (fascia di fatturato,

numero di piante vendute).

12 ha l’azienda 4 ha il vivaio, 10000 piante da frutto per anno, più quelle da giardino ed erbacee

Numero di specie/varietà vendute. Sulla frutta 400 specie di meli, 150 specie di peri, 36 di ciliegi,32 di fichi, 84 di peschi, 36 di susini più albicocchi, actinidia, frutti minori, e le specie da giardino

% di ciascuna delle più importanti specie/varietà sul totale delle vendite.

Vendo soprattutto meli, poi albicocchi, susini, cachi, pere, pesche. Tra le mele le varietà che vendo d più sono Runsè, Dominici, Bella di Barge, Losa, Florina, Annurca

% delle vendite di specie/varietà minori Vendo quasi esclusivamente piante di antiche varietà, circa al 90%

Principali clienti del vivaio (tipologia:piccole/grandi aziende, aziende specializzate/despecializzate.

Vendita diretta ad hobbisti, enti pubblici, comuni, comunità montane, istituti, ingrossi, raramente aziende.

(18)

R. Migliorate no...non faccio tentativi, l’unica cosa per migliorarle è la potatura, il sesto di impianto e il porta innesto che aumentano la pezzatura, con M9, M26 fruttificano al secondo anno, altrimenti ci vuole 5-6 anni. D. Perchè sono state abbandonate?

R. Per l’abbandono della montagna, per i soliti motivi per cui è stata abbandonata l’agricoltura, e per le mode....però chi ha le varietà antiche se le tiene gelosamente e fa tutto per propagarle, spesso con qualche problema fitosanitario. Tutti i rametti che mi portano i clienti io li faccio analizzare...

D. Svolge ricerca attiva di queste varietà?

R. Si, noi continuiamo con tutte le vecchie varietà, tutto quello che riusciamo a trovare lo raccogliamo... D. Scambia queste varietà con altri, con chi?

R. Con altri vivaisti, ma soprattutto con Università e Regione.

D. Quali sono i principali clienti di queste varietà/specie (eventualmente farsi dare i nomi)?

R. Principalmente hobbisti...su alcune varietà c’è interesse della comunità montana e di Comuni, varietà come Runsè, Dominici, Bella di Barge, Grigia di Torriana sono piantate regolarmente nel Cavourese nel Cuneese e anche in Val di Susa.

D. Ci sono rapporti con le istituzioni, altre associazioni, ecc. per la valorizzazione di queste

varietà/specie?

R. Si. con la Regione, con l’Università, con la Scuola Malva, con la Comunità Montana, con i comuni che fanno manifestazioni. Noi il lancio grosso che abbiamo fatto fu a Masino durante la manifestazione della FAI...

D. Quali sono i problemi per la diffusione di queste specie/varietà?

R. L’orientamento del consumo... è un consumo di nicchia, che si allarga sempre più, ma è un 5% dei consumatori, legati al biologico e alle varietà locali che fa la scelta di privilegiare i consumi locali...

D. Quali sono le condizione perchè queste specie/varietà si possano affermare?

R. La gente si convinca di non scegliere sulla base della pezzatura e poi bisogna farle conoscere... hanno proprietà organolettiche anti-cancerogene maggiori delle altre varietà. Hanno molti meno problemi di conservazione. Si fanno meno trattamenti... se si fa un trattamento per i pidocchi ad un impianto di Runsé è già tanto. Hanno buccia grossa e non vengono attaccate.

D. Secondo lei hanno una prospettiva?

R. Sì, non sostituiranno del tutto le nuove varietà perchè sono più produttive ed uniformi. Però le antiche varietà richiedono meno cure e risultano più economiche. Facendo delle buone potature cresce anche la pezzatura.

(19)

Intervista al vivaio Buffa Vivai, Cavour (To)

Il vivaio è di grandi dimensioni, si trova in una zona con una sviluppata frutticoltura e rifornisce di piantine molte aziende del luogo.

L’attività svolta in prevalenza è la produzione di piantine per i nuovi impianti di frutteto, ma non manca anche una parte di piante ornamentali.

Le antiche varietà costituiscono una minoranza delle vendite e sono rivolte maggiormente alle aziende che impiantano le varietà promosse dalla Provincia di Torino, infatti il vivaio conserva tra le mele antiche solo quelle maggiormente vendibili e accettate dalle aziende.

Il vivaio conserva da ormai più generazioni piante madri di Runsè, Magnana, Grigia di Torriana, Dominici, che in questa zona hanno sempre avuto una seppur minima richiesta da parte delle aziende, mentre ha recuperato dal campo catalogo dalla scuola Malva alcune varietà. Il vivaio è coinvolto nell’iniziativa di valorizzazione delle antiche mele piemontesi.

(20)

INFORMAZIONI GENERALI

STORIA DELLE ANTICHE MELE PRESENTI IN VIVAIO

D. Da quanto tempo ha in vivaio le antiche varietà?

R. Non abbiamo mai smesso di produrle, le abbiamo da sempre dal tempo di mio nonno...in numero sempre limitato, abbiamo sempre fatto Grigia di Torriana, Magnana, Runsè, Dominici, poi abbiamo ripreso da cinque anni a fare Calvilla, Carla...

D. Quali, quante ne vende e quali, quante ne tiene in vivaio?

R. Generalmente vengono richiese tutte quelle che produciamo, alcuni anni avanzano circa 1500 piante tra tutte le specie e varietà; le mettiamo in vaso e le vendiamo come pianta di due anni...Il resto lo vendiamo tutto a radice nuda

D. Dove, da chi le ha trovate?

R. Runsè, Magnana, Grigia di Torriana, Dominici, avevamo noi le piante madri che abbiamo fatto analizzare, il resto le abbiamo recuperate alla Malva.

D. Sono presenti anche nei campi da collezione? R. Si.

D. Quali sono le principali caratteristiche delle principali varietà di mele vendute? R. Sono resistenti a ticchiolatura, qualcuna che è resistente alla ticchiolatura è più sensibile

all’oidio, in genere richiedono meno trattamenti rispetto alle varietà standard, sono varietà valide dal punto di vista agronomico...dal punto di vista organolettico hanno gusti particolari, diversa consistenza della polpa, sono conservabili a lungo, arrivano fino a febbraio marzo...

Molte sono vendute ad hobbisti, ma ci sono anche aziende che hanno fatto nuovi impianticon queste varietà, nel Cavourese, nel Pinerolese...D. Hanno comprato le piante da voi? R. Si.

D. Sono state migliorate o utilizzate per il miglioramento? Dimensioni del vivaio (fascia di fatturato,

numero di piante vendute).

12 ha di vivaio, 100000 piante da frutto vendute, più quelle ornamentali

Numero di specie/varietà vendute. 12-14 tipi di pesche, 12 di pere ( alcune antiche ), 8-9 di susine (di cui i ramasin sono antichi),10-12 di ciliegio, 7-8 di albicocche 11 di mele antiche più 10 standard che sono Golden, Gala, Red Chief, Jona gold. Mentre le principali mele antiche sono Grigia di Torriana, Runsè, Magnana, Dominici, Calvilla, Carla.

% di ciascuna delle più importanti specie/varietà sul totale delle vendite.

Vendo soprattutto mele di cui la maggioranza sono Golden, Gala, Jona gold.

% delle vendite di specie/varietà minori Sono un 10-15% del totale delle vendite Principali clienti del vivaio (tipologia:

piccole/grandi aziende, aziende specializzate/despecializzate.

Un pò di tutto, hobbisti, aziende grandi, piccole, agriturismi...

(21)

R. Che io sappia no, non penso. D. Perchè sono state abbandonate?

R. Perchè sono uscite varietà come la Golden, la Gala, la Red chief, che hanno pezzatura più elevata e sono più appariscenti, chi va a comprare la frutta è più attratto da questi frutti, più grandi e con più colore...la legge del mercato ha portato alla scomparsa. D. Non ci sono quindi motivi agronomici come produttività, alternanza, all’origine della scomparsa? R. anche varietà recenti come la Fuji sono alternanti...tra le vecchie varietà la Losa e la Magnana sono alternanti, non penso sia stato quello, ma più che altro è una questione visiva...

D. Svolge ricerca attiva di queste varietà?

R. Si, se è una varietà che viene richiesta, le ricerchiamo come abbiamo fatto per Calvilla e Carla...noi produciamo solo le più richieste...io faccio le piante per venderle, se non le vendo è inutile che le tengo li...

D. Scambia queste varietà con altri, con chi? R. Con altri vivaisti. D. Con privati? R. No.

D. Quali sono i principali clienti di queste varietà/specie (eventualmente farsi dare i nomi)?

R. La Cooperativa agricola il Frutto Permesso, Cascina Roncaglia di Bricherasio,l’agriturismo Cascina Mombello a Cavour...altri a Cavour a Luserna... D. Le aziende appartengono all’associazione Antiche mele del piemonte? R. Si.

D. Ci sono rapporti con le istituzioni, altre associazioni, ecc. per la valorizzazione di queste

varietà/specie?

R. Si, con la scuola Malva, per la collezione nel campo sperimentale, con l’associazione Antiche mele Piemontesi, con la regione Piemonte e la Comunità montana.

D. Quali sono i problemi per la diffusione di queste specie/varietà?

R. Farle conoscere, far conoscere al cliente le caratteristiche, sia per il gusto che abituare alla pezzatura piccola e al diverso impatto visivo, Più che altro è un problema di mercato, non di produzione. Si deve imparare che se una mela non è bella non è detto che non sia buona...

D. Quali sono le condizioni perchè queste specie si possano affermare?

R. Bisogna farle conoscere...D. Che ci siano rivenditori? R. Sì, bisogna avere rivenditori soprattutto nelle grandi città, e specialmente farle assaggiare come avevano fatto per le olimpiadi, dove c’erano dei punti di assaggio a Pinerolo, Pragelato, Perosa Argentina. Adesso stanno mettendo le mele nei distributori automatici delle scuole, a Saluzzo, Pinerolo, Cuneo...

D. Secondo lei hanno una prospettiva?

R. Con tutto il lavoro che si sta facendo sì, si vedono i risultati, anche se ci vuole tempo...Negli ultimi anni abbiamo avuto richiesta di queste varietà da altre regioni: Liguria, Lombardia,Emilia Romagna, Val d’Aosta, Trentino... Aziende locali costruiscono piccoli impianti, di 30-40 piante di 4-5 varietà, alcuni vendono anche a Torino...D. Quale quota di mercato raggiungono? R. Circa il 3%, ancora poco, ma c’è molta più richiesta rispetto a 10 anni fa.

(22)

Intervista al vivaio Bassi vivai, Trucchi (Cn)

Il vivaio è di medie dimensioni e produce principalmente varietà antiche destinate ad hobbisti e rivenditori, ed in misura ridotta aziende. Il proprietario si dedica alla raccolta di antiche varietà da vent’anni e le ha reperite presso i campi catalogo da numerose università.

Sono comprese varietà locali delle principali specie frutticole ma anche piante originarie di altri paesi europei e americane. Il proprietario, laureato in Agraria, controlla sempre l’identità varietale dei vari esemplari reperiti nelle pomografie, per evitare errori e sinonimie.

La produzione di piantine si svolge su ordinazione, ed interessa tutte le regioni italiane. La vendita delle antiche varietà avviene ad un prezzo pari a quello delle nuove, perchè il proprietario è interessato più che al maggiore guadagno che la vendita delle antiche varietà può dare, alla loro maggiore diffusione possibile. Per lo stesso motivo scambia e regala gli innesti con chiunque lo richieda.

(23)

INFORMAZIONI GENERALI

STORIA DELLE ANTICHE MELE PRESENTI IN VIVAIO

D. Da quanto tempo ha in vivaio le antiche varietà? R. Da vent’anni, cioè da quando ho cominciato l’attività.

D. Quali, quante ne vende e quali, quante ne tiene in vivaio?

R. Non è un mercato fermo, il catalogo viene rifatto ogni due anni. Ci sono 20-25 varietà che non produciamo, ma continuiamo a tenerle. Facciamo un po’ di conservatoria anche noi anche se lo spazio è poco.

D. Dove, da chi le ha trovate?

R. Prevalentemente dall’Università di Bologna e Firenze e da altri Enti statali…Perché mi sembrava che dessero più garanzie. In più controllo anche io stesso con le pomografie prima di riprodurre le piante. D. Sono presenti anche nei campi da collezione?

R. Sì, ma spesso i campi vengono smantellati. Bologna, Cesena, Scandicci, il campo sperimentale di Roma…questo avviene perché tendono ad accumulare piante che però poi non riescono a controllare. D. Quali sono le principali caratteristiche delle principali varietà di mele vendute?

R. Innanzitutto, sono antiche. Sono poi difficili da trovare e da reperire sul mercato. Inoltre secondo me sono anche più buone. Come gusto delle mele, di solito, si prende come esempio quello della Golden, che è un aborto nella specie... Tutte le altre mele hanno un gusto diverso. La Golden è la meno mela delle mele, ha un gusto dolce- piatto, perché la gente vuole il dolce e le nuove varietà si adattano a questo… La Renetta Champagne, ad esempio, è dolce-acidula, con retrogusto amarognolo, profumata... Lo standard di adesso è di sole 10 varietà, chi va nei negozi trova quelle e le altre non le conosce neanche. Si è persa la possibilità di

Dimensioni del vivaio (fascia di fatturato, numero di piante vendute).

Il vivaio è attivo dal 1987. Ha un’estensione di 5 ha. Produce sia convenzionalmente che biologicamente 25.000 piante all’anno e le vende tutte.

Numero di specie/varietà vendute. 15 specie diverse. Specie principale: melo, 140 varietà, tutte in vendita, di cui le principali sono: Carla, Renetta Champagne, Runsé, Contessa, Grigia di Torriana, Bella di Barge, Gamba Fina, Magnana, Bella di Bosco, circa 15 varietà di Renette, anche non della zona. Pero, 60 varietà; ciliegio, 30 varietà; albicocco, 25 varietà; castagno, 10 varietà. % di ciascuna delle più importanti

specie/varietà sul totale delle vendite.

Produce 25.000 piante all’anno di cui 20.000 di vecchie varietà. Di queste, 6000 sono meli. % delle vendite di specie/varietà minori 95 % di antiche varietà, 5% di nuove varietà Principali clienti del vivaio

(tipologia:piccole/grandi aziende, aziende specializzate/despecializzate.

(24)

scelta, c’è stata una omogeinizzazione. Hanno deciso dall’alto come devono essere le mele, e tutti devono seguire questi standard. D. Quindi le antiche varietà non hanno problemi agronomici? R. Li hanno, li hanno…molte sono state abbandonate per questo. Ad esempio, alcune hanno un tipo di fruttificazione su legno vecchio, che porta all’alternanza… Le dimensioni non sono al passo con i tempi, ma sono anche tempi in cui si mette il piede sul freno, non conta più tanto la quantità quanto la qualità…se una vecchia varietà mi permette di essere raccolta con due trattamenti all’anno contro 15-25 della Golden, la gente mi chiede quella che richiede meno trattamenti…il problema è che spesso non conosce queste antiche varietà!

D. Sono state migliorate o utilizzate per il miglioramento?

R. Non da me. Ma molte delle nuove varietà hanno le basi delle antiche varietà. D. Perché sono state abbandonate?

R. Per problemi agronomici e per la non rispondenza agli standard commerciali moderni. Si sono messi d’accordo e hanno standardizzato la frutta, anche se la funzione della frutta non è quella di essere bella ma di essere buona…il cibo non è come i bulloni, che devono essere tutti uguali per avvitare…non importa se una mela è piccola e un po’ bruttina, basta che sia buona…e poi non è neanche vero che le varietà antiche sono brutte!

D. Svolge ricerca attiva di queste varietà?

R. Sì, non ho detto basta, anche se sono molte e fatichiamo a moltiplicarle tutte. Alcune se non le vendiamo più si possono sostituire. Ho anche varietà antiche americane….

D. Scambia queste varietà con altri, con chi?

R..Regaliamo gli innesti, quindi con chiunque. E’ importante che vengano diffuse. Credo che la conservatoria non basti, ci dev’ essere il privato…preferisco dare 100 piante a 100 persone diverse piuttosto che 100 piante ad una sola persona, così sono maggiori le possibilità di salvarle.

D. Quali sono i principali clienti di queste varietà/specie (eventualmente farsi dare i nomi)?

R. Vendo in tutte le regioni italiane, nessuna esclusa, principalmente a privati. Le aziende agricole, ahimè, sono quelle che servo meno… quelle che servo sono piccole produzioni familiari, che integrano le varietà normali con piccole produzioni di antiche varietà. Altre sono aziende condotte da giovani che non arrivano dall’agricoltura, che sono molto radicati con i metodi biologici, per cui richiedono le vecchie varietà che si prestano al biologico…ma questi ragazzi non sanno potare , non sanno gestire la pianta, mentre i coltivatori bravi, che potrebbero gestirle bene, puntano sulle nuove varietà.

D. Ci sono rapporti con le istituzioni, altre associazioni, ecc. per la valorizzazione di queste

varietà/specie?

R. Sì, nel senso che spesso sono loro che chiedono a me…Università di Firenze, Torino, Bologna… D. Quali sono i problemi per la diffusione di queste specie/varietà?

R. Problemi commerciali, di conoscenza. In Italia non c’è cultura pomologica. Quando si parla di vecchie varietà vengono sempre citati tre testi: il Tamaro, di inizio 900, che contiene degli errori. La “Pomona Italiana” di Gallesio, dell’inizio 800, e il Molon, di inizio 900. Non abbiamo pomologie, al contrario di Gran Bretagna, Germania, Francia, che hanno anche molti siti Internet.

D. Quali sono le condizioni perché queste specie si possano affermare?

R. Farle conoscere, farle assaggiare, perché chi le assaggia magari poi la cassetta di Golden non la compra più…c’è questo rischio!

(25)

R. Sì, se no non starei qua. Quello che mi dà fastidio è che non ci sia la possibilità di scelta, che ci sia stata una limitazione e non sia possibile avere più di tre varietà, Golden, Stark e Renetta. Mi dà fastidio che a Nizza e a Mentone, dove sono stato, vendano ancora la Bella di Bosco in Categoria A, cioè tra le mele da riprodurre e commercializzare, e qui chi ce l’ha la vende a 2 euro al kg….la Renetta Canada è la peggiore delle Renette, ma la fanno in Trentino e quindi dobbiamo farla tutti!

(26)

Allegato 3

Questionario aziende produttrici

INFORMAZIONI GENERALI

STORIA DELLE ANTICHE VARIETA’ DI MELE PRESENTI IN AZIENDA

1. Da quanto tempo coltiva le varietà

antiche?...

...

2. Qual è la motivazione che l’ha spinta a coltivare le varietà

antiche?...

...

...

...

...

...

...

3. Da chi le ha acquistate o

ricevute?...

...

...

...

4. Quali sono le caratteristiche delle principali antiche varietà

vendute?...

...

...

...

...

Nome azienda e luogo

Dimensioni dell’azienda, fatturato,

quantità di frutta venduta all’anno

Numero di specie e di varietà vendute

Percentuale di ciascuna delle più

importanti specie e varietà vendute sul

totale delle vendite

Percentuale della superficie e delle

vendite delle antiche varietà di mele

Percentuale della rendita che danno le

antiche varietà di mele sul totale

dell’azienda

(27)

...

...

5. La produzione è di tipo biologico o

convenzionale?...

...

...

...

6. Le antiche varietà presentano problemi

agronomici?...

...

...

...

...

...

...

7. Quali sono i clienti di queste

varietà?...

...

...

...

...

...

...

8. I clienti delle antiche varietà restano legati al

prodotto?...

...

...

...

9. Vi è un aumento nelle richieste delle antiche

varietà?...

...

...

...

...

...

10. Vende prodotti derivati dalle antiche

mele?...

...

...

...

11. Quali modalità di vendita adotta? [vendita in azienda/al negoziante ecc,

condizionamento, confezione,

pubblicità]...

...

...

...

...

12. Rispetto alle nuove varietà, quelle antiche hanno un prezzo minore, maggiore o

uguale?

Perché?...

...

(28)

...

...

...

13. Ci sono rapporti con le istituzioni e le associazioni per

valorizzarle?...

...

...

...

...

14. Quali sono i problemi che ostacolano la loro diffusione? E quali le condizioni perché

si

affermino?...

...

...

...

...

15. Ci sono prospettive di sviluppo per queste

varietà?...

...

...

(29)

Interviste

Intervista all’azienda agricola e agrituristica di Magnano Giuseppe, Cavour (TO)

L’ azienda, in cui lavora il proprietario e alcuni salariati, ha un impianto di frutta di 3 ha costituto da sole mele, in cui prevale la Golden. Le antiche mele sono presenti in una percentuale rilevante nelle varietà Grigia di Torriana e Runsè.

La vendita dei prodotti dell’azienda è tutta diretta, essendo questa anche agriturismo e trovandosi sulla statale che collega Pinerolo con Cavour. L’ azienda è dotata di una cella di conservazione, di un magazzino e di uno spaccio aziendale, dove vende le mele sfuse, divise in tre categorie di scelta: 30 cent/kg, 60 cent/kg, 90 cent/kg. Le antiche mele sono vendute ad un prezzo leggermente maggiore. Sono venduti anche prodotti trasformati delle antiche mele.

Il proprietario si dimostra ottimista per il mercato delle due antiche varietà vendute, ed è intenzionato a dedicare più spazio alla loro coltivazione, creando nuovi impianti.

Secondo il proprietario la richiesta è abbondante, e non coperta dalla produzione.

INFORMAZIONI GENERALI

STORIA DELLE ANTICHE VARIETA’ DI MELE PRESENTI IN AZIENDA

D. Da quanto tempo coltiva le varietà antiche?

R. Sei anni, ma le abbiamo sempre avute un pò in azienda. Dimensioni dell’azienda, fatturato, quantità di frutta venduta all’anno

14,30 ha, di cui 3 ha circa il frutteto, la quantità di frutta è circa 650 q/anno (5000 cassette)

Numero di specie e di varietà vendute Solo mele, di 11 varietà

Percentuale di ciascuna delle più importanti specie e varietà vendute sul totale delle vendite

Soprattutto Golden, poi Jonagold, Jonagoret, Gala, Renetta, Grigia di Torriana, Runsè, Florina, Fuji, Pin Cross

Percentuale della superficie e delle vendite delle antiche varietà di mele

Sono 3500 mq di frutteto, la produzione è di 120 q/anno in media

Percentuale della rendita che danno le antiche varietà di mele sul totale dell’azienda

Circa il 15-20% del reddito dell’azienda

Principali clienti dell’azienda Il consumatore finale, perchè vendiamo tutto in azienda

(30)

D. Qual è la motivazione che l’ha spinta a coltivare le varietà antiche?

R. All’inizio è stata la Provincia che ci ha spronato...sono mele che hanno un gusto particolare, noi che facciamo la vendita diretta abbiamo riscontrato la voglia da parte del consumatore di comprare queste varietà, la mela antica ti invoglia di più e migliora la vendita diretta, sul mercato invece non puoi discutere...anche la Florina e la Fuji che sono mele nuovissime vanno molto bene perchè di qualità. D. Da chi le ha acquistate o ricevute?

R. Compriamo sempre dal vivaista...D. Quale? R. Buffa Vivai qui a Cavour. D. Quali sono le caratteristiche delle principali antiche varietà vendute?

R. La Grigia di Torriana è vecchissima, é valida per la conservazione e la trasformazione, va bene per la cucina, noi la trasformiamo in un intingolo per il bollito, la polenta e il formaggio. Runsè è aspra, ha lunga durata di conservazione fuori dal frigo è buona cotta, una buna parte da tre anni la trasformiamo nel succo, perchè gli da un gusto particolare, il succo è registrato e si chiama “Tuttomele”

D. La produzione è di tipo biologico o convenzionale? R. Non siamo ancora biologici, seguiamo il metodo intergrato D. Le antiche varietà presentano problemi agronomici? R. C’è alternanza, in tutte le vecchie varietà

D. Quali sono i clienti di queste varietà?

R. Sono clienti un pò particolari, spesso trovi il cliente facendo assaggiare il prodotto...D. sono turisti? No, sono spesso gente del posto

D. I clienti delle antiche varietà restano legati al prodotto? R. Sicuramente si.

D. Vi è un aumento nelle richieste delle antiche varietà?

R. Si, tutti gli anni la richiesta aumenta, però le vecchie varietà non sono come le altre ci vogliono 6-7 anni per fare un buon raccolto...

D. Vende prodotti derivati dalle antiche mele? R. Si, succo di mele, vin cotto, sidro, marmellate...

D. Quali modalità di vendita adotta? [vendita in azienda/al negoziante ecc, condizionamento,

confezione, pubblicità]

R. La vendita in azienda, con mele sfuse, perchè la quantità è bassa, andando avanti si potrà vedere di vendere a qualche negoziante, ma al negozio finale non al commerciante. (Ha la camera di conservazione) D. Rispetto alle nuove varietà, quelle antiche hanno un prezzo minore, maggiore o uguale?Perché? R. Hanno un prezzo leggermente maggiore, perchè non c’è ne una grande quantità e poi perchè si adattano meglio ad essere biologiche e quindi il prodotto biologico ha un prezzo maggiore.

D. Ci sono rapporti con le istituzioni e le associazioni per valorizzarle?

R. Si, la Provincia, la Scuola Malva, il consorzio Pinfruit che è nato da poco, la pro loco di Cavour che ha dato il nome al succo e con la manifestazione “Tuttomele”, organizzata da tanti anni, è un veicolo valido di informazione per far conoscere il prodotto.

D. Quali sono i problemi che ostacolano la loro diffusione? E quali le condizioni perché si affermino? R. Soprattutto la mancanza di tempo, chi produce e fa la vendita diretta, non ha tempo per seguire le fiere, ma la richiesta è tanta...C’è un pò di rammarico, la Provincia ti da una mano ad organizzare la fiera ma non

(31)

è semplice, magari vendi poco e ti va a buca la giornata, ci si potrebbe unire con altre aziende ed altri prodotti ed essere presenti.

D. Ci sono prospettive di sviluppo per queste varietà?

R. Io ci credo, abbiamo messo a disposizione anche un nuovo spazio al coperto...non tutte le varietà ma alcune come la Grigia di Torriana e la Runsè si sono adattate molto bene, bisognerebbe cercare di svilupparsi attraverso la catena della grande distribuzione ma non abbiamo ancora quantità sufficienti, c’è diffidenza da parte degli agricoltori a fare gli impianti.

(32)

Intervista all’azienda agricola di Dalmasso Luigi, Frazione Serravalle Piasco (CN)

L’azienda, a conduzione familiare, dispone di 2 ha di frutteto, ed è costituita per buona parte da castagneto e bosco. Si trova in una frazione di una decina di abitanti all’imbocco della val Varaita, a circa 700 m di quota.

Il proprietario coltiva e preserva numerose specie vegetali antiche. Sono prodotti anche l’antico mais varietà Pignoletto, il quale viene macinato a pietra in azienda e impacchettato, antichi fagioli impacchettati, antiche cipolle, e numerose varietà di castagne. Le zone di castagneto proprietà dell’azienda sono state salvate dal proprietario dall’inevitabile degradazione dovuta all’abbandono e al cancro del castagno, che è invece evidente in altri appezzamenti.

L’azienda dispone di un cospicuo assortimento di frutta, le mele vendute sono per buona parte antiche e locali. Alcune varietà sono state reperite solo in questa azienda.

La produzione è limitata, e la vendita avviene direttamente (è presente una camera di conservazione), o a cooperative e negozi specializzati; è venduto anche il succo di mele.

Il proprietario sottolinea che la richiesta di mele stenta a decollare, sia per timori ad impiantare da parte dei produttori, che per mancata conoscenza dei consumatori; il succo è il prodotto di maggiore successo. La motivazione che l’ha spinto a impiantare antiche mele è soprattutto la preservazione della biodiversità.

Riferimenti

Documenti correlati

Nel caso n ≥ 3 tutte le dimostrazioni sfruttano la teoria dell'omologia e la teoria della comologia (si veda [8], [4]), entrambe rami della topologia algebrica.. Nell'ipotesi che X ⊂

La classificazione attuale si basa sul passaggio graduale dagli organismi più semplici a quelli più complessi, ovvero sull’evoluzione degli esseri viventi. organismi

I presupposti di tale decisa presa di posizione, che riprende e sviluppa alcuni spunti di Massimo Severo Giannini (oltre a le Lezioni di diritto amministrativo del 1950, sulle

Observe that a change in the participating probability has an ambiguous effect on Γ: First, for a given ¯; it increases the likelihood that a coalition with many lenders will form,

sappiamo che ogni varietà di Fano ammette famiglie dominanti di curve ra- zionali (Teorema 2.3.1) e famiglie orizzontali rispetto ad una brazione (Teo- rema 2.3.2); pertanto

Le prove di texture (Tab. 1) hanno permesso di distinguere le varietà considerate nei seguenti gruppi: la Granny e la Golden agli estremi, con i valori rispettivamente più alti e

nella diffusione della lingua nazionale un ruolo preminente: se il lati- no della bibbia negò elaborazioni personali e consapevoli delle verità teologiche, la predicazione

tenendo fissa una metà del mandarino (quattro caselle a sinistra), le differenti distribuzioni delle rimanenti quattro caselle senza semi (bianche) o con semi (nere) sono le