I disilicati di Zr-Ti-Nb-REE delle sieniti a nefelina delle Iles de Los (Guinea)
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8. Conclusioni 8 8. . C C o o n n c cl lu u s s i io o n n i i
Nel corso di questo studio, condotto per il conseguimento della laurea specialistica in Scienze Geologiche, abbiamo esaminato campioni di sienite a nefelina delle Iles de Los prelevati presso il Museum National d’Historie Naturelle di Parigi nei quali abbiamo identificato 24 specie mineralogiche differenti, una delle quali è risultata una nuova specie. Particolare attenzione è stata rivolta allo studio di alcune fasi non identificate in un precedente lavoro di Parodi & Chevrier (2004) ed alla corretta determinazione delle specie appartenenti alle famiglie mineralogiche di cuspidina e rinkite; incrociando dati chimici, diffrattometrici e strutturali abbiamo identificato quattro specie appartenenti alla famiglia della cuspidina e due della famiglia della rinkite.
Dopo un’accurata osservazione dei campioni al microscopio binoculare, sono stati eseguiti diffrattogrammi di polvere con camera Gandolfi ed analisi chimiche qualitative e semi-quantitativa con il sistema SEM-EDS. Le fasi delle famiglie di cuspidina e rinkite sono quindi state studiate con tecniche di cristallo singolo e su di esse sono state effettuate raccolte di intensità ricorrendo anche, dove necessario, all’utilizzo della luce di sincrotrone. Abbiamo così raffinato e/o risolto le strutture di questi rari disilicati di Zr-Ti-Nb-REE.
Il gruppo della cuspidina è rappresentato, nelle sieniti nefeliniche delle Iles de Los, da låvenite, normandite, wöhlerite e hiortdahlite I. I risultati dei raffinamenti strutturali hanno condotto a fattori di accordo promettenti, con valori dell’indice R1 compresi fra il 3% della normandite e della wöhlerite ed il 7% della hiortdahlite I. Ulteriori studi saranno tuttavia necessari per definire correttamente la wöhlerite delle Iles de Los, la quale presenta i più alti contenuti in MnO riscontrati nella letteratura esaminata; per questa specie tale elemento potrebbe sostituire il Nb nel sito Nb ma rimane da comprendere quanto questa sostituzione sia estesa. Alla famiglia della cuspidina appartiene anche il campione UK9 di Parodi & Chevrier (2004) che è risultato essere una intercrescita di analcime e normandite; analogamente il campione LOS 180, non identificato dagli autori citati, è stato identificato con ragionevole sicurezza con la normandite.
Più complesso è stato lo studio dei minerali della famiglia della rinkite, a causa delle piccole dimensioni dei cristalli e della debolezza dei riflessi che hanno obbligato ad esposizioni particolarmente lunghe (fino a 15 giorni per raccogliere i riflessi di uno strato di reticolo reciproco) durante la fase di studio con metodo Weissenberg. Per questi minerali si è così resa necessaria la raccolta dei dati di intensità utilizzando la luce di sincrotrone presso il Laboratorio Elettra di Basovizza (Trieste). Lo studio ha condotto all’identificazione di due specie distinte. Una di esse, precedentemente indicata da Parodi & Chevrier (2004) come UK7, può essere definita, sulla base
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dei dati diffrattometrici e chimici quantitativi disponibili come mosandrite; al momento non è stato possibile eseguire il raffinamento strutturale per problemi nella integrazione dei riflessi con il programma DENZO (Otwinowski & Minor, 1997), raccolti presso il Laboratorio Elettra di Basovizza (Trieste). La seconda specie, indicata con la sigla UK11 da Parodi & Chevrier (2004) e da loro tentativamente identificata con la nacareniobsite-(Ce), è risultata invece una nuova specie.
Sin dagli studi di cristallo singolo è stato evidenziato il raddoppio dell’asse di cella b; il proseguimento delle ricerche ha mostrato, con un ragionevole grado di sicurezza, la novità della struttura presentata da questo minerale. Utilizzando i dati di intensità raccolti con luce di sincrotrone è stato possibile raffinare la struttura di questa specie ottenendo un fattore di accordo R1
intorno all’11%. Il modello strutturale sarà probabilmente perfezionabile una volta che sia stata raggiunta una migliore conoscenza della composizione chimica di questo campione, sinora unicamente basata sui dati riportati da Parodi & Chevrier (2004). Rimane comunque la certezza di avere a che fare con una nuova fase, la cui definizione ed approvazione come nuova specie mineralogica saranno prossimamente presentate alla Commission on New Minerals, Nomenclature and Classification (CNMNC). Nel presente lavoro di tesi riportiamo la descrizione del modello
strutturale di questo nuovo minerale e mettiamo in evidenza il carattere OD di tale specie, ricavando, sulla base della teoria OD, le caratteristiche metriche ed i gruppi spaziali dei due politipi a massimo grado di ordine.