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Riguardo al primo macroargomento linguistico affrontato, ovvero il turpiloquio, si è rilevata una discordanza tra quella che era l’ipotesi di partenza e ciò che si è accertato con la ricerca

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Academic year: 2021

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CONCLUSIONI

Dall’analisi e dal confronto condotti sulle due diverse modalità di sottotitolazione del film Juno emergono degli aspetti interessanti che ci permettono di giungere ad una conclusione del percorso condotto finora.

Riguardo al primo macroargomento linguistico affrontato, ovvero il turpiloquio, si è rilevata una discordanza tra quella che era l’ipotesi di partenza e ciò che si è accertato con la ricerca. L’ipotesi prevedeva che il turpiloquio sarebbe stato attutito nei sottotitoli ufficiali, considerata la predisposizione tipica della pratica della sottotitolazione tradizionale ad attenuare i toni e innalzare il registro. Ciò che invece si è riscontrato con l’analisi di alcune scene del film è stata una tendenza generale, da parte dei traduttori professionisti, a mantenere il livello di volgarità dei dialoghi, se non ad intensificarlo, e un atteggiamento opposto da parte dei fansubbers, che hanno dimostrato una particolare attenzione nell’attenuare il più possibile il linguaggio volgare (cfr. esempio 1)1.

Nella maggior parte dei casi in cui si è manifestato il turpiloquio la scelta dei sottotitolatori professionisti è stata quella di restare fedeli al testo originale, non solo riportando il turpiloquio in maniera integrale tramite espressioni o termini equivalenti in italiano, ma anche, in certi casi, esagerando intenzionalmente la connotazione scurrile (cfr. esempio 6)2. Al contrario, i fansubbers hanno preferito ridimensionare e quasi annullare la volgarità delle espressioni usate dai personaggi, sostituendole con delle

1 TESTO ORIGINALE J: Jeez, Banana, shut your frigging gob okay?

SOTTOTITOLI UFFICIALI J: Dio, Banana, chiudi quella ciabatta di merda!

FANSUBS J: Silenzio, Banana. Chiudi quella cavolo di bocca, va bene?

2 TESTO ORIGINALE B: I think kids get bored and have intercourse. And I think Junebug was a dummy about it, Mac.

SOTTOTITOLI UFFICIALI B: I ragazzi si annoiano e scopano. E Junbruco è stata un po’ scema.

FANSUBS B: Credo che i ragazzini si annoino e per questo facciano sesso. E credo che Juno abbia preso la cosa con leggerezza, Mac.

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locuzioni o delle perifrasi più blande, in grado però, allo stesso tempo, di esprimere la medesima carica emotiva del messaggio. Nonostante la maggiore libertà di linguaggio che possiedono, data anche dal fatto che il loro pubblico è composto soprattutto da adulti, i sottotitolatori amatoriali in questo film hanno quindi manifestato un atteggiamento insolito, probabilmente riconducibile alle inclinazioni “puriste” di questo specifico gruppo di fansubbers.

Riguardo al secondo tema trattato, e cioè i riferimenti culturali, è possibile anche stavolta constatare una divergenza, seppure non netta, tra l’atteggiamento dei traduttori professionisti e quello dei fan rispetto alla traduzione di questi elementi. Le strategie traduttive più utilizzate sono state il prestito, cioè l’uso della stessa parola del testo d’origine, e l’esplicitazione, ovvero il ricorso a un termine o a un’espressione che aumenti il livello di esplicitezza nel testo tradotto.

Ricorrendo ad una statistica, vediamo che su dieci casi analizzati ve ne sono quattro che presentano pressoché la stessa resa dei rimandi culturali (cfr. esempio 13)3, quattro in cui la soluzione migliore è quella proposta dai fansubs (cfr. esempio 17)4 e infine due dove la versione migliore è quella dei sottotitoli ufficiali (cfr. esempio 19)5.

Per soluzione migliore si intende una traduzione del riferimento culturale che sia chiara e fruibile per il pubblico italiano, e che non crei

3 TESTO ORIGINALE J: Look, I just drank my weight in SunnyD and I gotta go pronto.

SOTTOTITOLI UFFICIALI J: Mi sono appena bevuta un ettolitro di succo e devo farla al volo!

FANSUBS J: Ascolta, ho appena bevuto il mio succo d’arancia e devo fare pipì.

4 TESTO ORIGINALE J: Oh, well, I’ll sell you some of my Adderall, if you…

SOTTOTITOLI UFFICIALI J: Ti vendo un po’ di Adderall.

FANSUBS J: Dovresti provare un rimedio.

5 TESTO ORIGINALE M: What have you done, Junebug? Did you hit someone with the Previa?

SOTTOTITOLI UFFICIALI M: Che hai fatto? Hai investito qualcuno?

FANSUBS M: Cos’hai fatto, Junebug? Hai tirato sotto qualcuno con la Previa??

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effetti di straniamento a causa del mancato riconoscimento dell’elemento in questione.

In particolare, nei fansubs si nota una maggiore attenzione relativamente alla resa dei cosiddetti culturemi piuttosto che nei sottotitoli ufficiali. La modalità utilizzata dai fansubbers, che si sono trovati a dover tradurre i riferimenti culturali tipici della cultura americana, è stata quella di rivolgersi alla cultura d’arrivo, ovvero a quella italiana, per cercare degli elementi che potessero avvicinarsi al riferimento stesso ed essere comprensibili agli spettatori. L’atteggiamento dei traduttori professionisti, invece, denota un certo disinteresse nei confronti della resa dei rimandi culturali e, di conseguenza, in alcuni esempi proposti notiamo delle traduzioni inefficaci ed inappropriate, proprio perché falliscono in quello che dovrebbe essere l’obiettivo principale del sottotitolatore di fronte ad un termine culture-bound, ovvero “find an alternative that will allow the viewers to fill in the target culture gap as adequately as possible”.6

Alla luce di questo confronto, quindi, ciò che traspare è che l’approccio del sottotitolatore amatoriale si discosta molto da quello di un traduttore audiovisivo professionista. Generalmente, rispetto ai professionisti, ai fansubbers sono riconosciuti alcuni “privilegi”, come il fatto di avere limiti temporali meno stringenti, di possedere una migliore conoscenza del film o della serie tv che stanno traducendo e di non dover sottostare alle regole e alle restrizioni della sottotitolazione ufficiale. Senza dubbio tutto ciò facilita l’attività del sottotitolatore amatoriale, che ha quindi maggior tempo a disposizione per informarsi, correggere e revisionare il suo lavoro. Non si deve tralasciare, però, un altro aspetto importante, e cioè la dedizione e la passione incondizionati che spingono i fansubbers a realizzare sottotitoli curati, coerenti e attenti a non tralasciare nessun particolare. La loro passione, come sappiamo, nasce dalla conoscenza molto approfondita dei film o delle serie televisive che

6 J. Díaz Cintas, A. Remael, op. cit., qui p. 201.

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traducono, e si riflette anche nell’impegno che mettono nell’indagare il contesto narrativo e culturale del testo che si accingono a tradurre, consapevoli che la loro traduzione si rivolge soprattutto ad appassionati come loro. Al contrario, chi si occupa della sottotitolazione ufficiale spesso non sa nulla del prodotto su cui si trova a lavorare, sia nel caso in cui si tratti di film che di serie televisive, e quindi spesso adotta scelte traduttive poco appropriate. Gli esempi specifici qui analizzati ci confermano dunque che il sottotitolaggio amatoriale può rappresentare una valida alternativa a quello professionale, non solo perché più adatto a una fruizione da parte di fan, ma anche perché a volte il lavoro dei fansubbers è di ottima qualità.

I fansubbers si preoccupano molto della qualità dei sottotitoli e impiegano una grande quantità di tempo non solo nella traduzione dei dialoghi originali ma anche nell’adattamento dei riferimenti testuali e culturali che i film o le serie televisive contengono. Spesso, per adattare termini propri delle culture di altri paesi, ricorrono a fonti collaborative online, come i dizionari di slang Urban Dictionary o le enciclopedie sul web quali Wikipedia e Lostpedia7. Per mantenere alta la qualità dei sottotitoli, inoltre, i gruppi di fansubs hanno introdotto un processo di selezione in base al quale i fan devono prima superare un test di sottotitolazione e poi svolgere un periodo di prova per dimostrare il loro impegno in questa attività.8

Altro aspetto rilevante sulla cultura dei fansubs è quello evidenziato da Denison9, il quale esalta il forte legame di amicizia e di collaborazione che si trova alla base dei gruppi di fansubbers. Denison sostiene che oggi i fansubs stanno raggiungendo un livello semi-

7 Enciclopedia online multilingue della famiglia Wikia interamente dedicata al mondo di Lost, la famosa serie televisiva statunitense, dove si possono trovare diverse informazioni sia sulla serie vera e propria che sui personaggi, sui luoghi, sull’universo espanso e sulle teorie formulate dagli appassionati della serie.

8 A. Vellar, “Lost (and Found) in Transculturation. The Italian Networked Collectivism of US TV Series and Fansubbing Performances”, op. cit., qui p. 8.

9 R. Denison, “Anime fandom and the liminal spaces between fan creativity and piracy”, International Journal of Cultural Studies, 14 (5), 2011.

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professionale di specializzazione e di organizzazione in grado di offrire un servizio molto qualificato agli altri fan, ma tutto ciò non sarebbe possibile se non si fosse creata un’atmosfera di amicizia e di supporto all’interno dei gruppi, poiché sono proprio la salda struttura organizzativa e l’atmosfera familiare e accogliente che portano a formare delle comunità operative stabili e di lunga durata.

L’età che stiamo vivendo è caratterizzata da uno straordinario dinamismo e da un’attività sempre più creativa nel mondo della sottotitolazione in generale, con strategie diverse in competizione tra loro che danno vita a quello che Díaz Cintas chiama “processo di ibridazione”.10 Finora sono stati pochi gli studiosi che si sono cimentati in questo campo, ma sarebbe molto interessante ricercare ed analizzare ancor più nel dettaglio questa nuova pratica amatoriale, approfondendo i punti di contatto che si possono stabilire con le pratiche tradizionali e riconoscendole il valore che si merita. Le convenzioni nella sottotitolazione non sono indissolubili e solo col tempo scopriremo se queste convenzioni sono solo una moda passeggera oppure il principio di un nuovo tipo di sottotitolazione che prenderà il sopravvento sulle modalità tradizionali.

10 J. Díaz Cintas, “Back to the Future in Subtitling”, op. cit., qui p. 16.

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