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ESGnomics Dicembre 2021 I n 1

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Academic year: 2022

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ESGnomics

Dicembre 2021 I n°1

(2)

Le changement climatique, la réduction des inégalités et de meilleurs systèmes de gouvernance sont autant de défis pour rendre notre monde de demain plus juste et durable, et Rothschild & Co est engagé dans cette démarche.

La recherche économique du Groupe s’insère dans cette approche en apportant une analyse sur les principaux risques et opportunités auxquels sont exposés les acteurs économiques. Nous sommes donc fiers de vous présenter notre première Newsletter ESGnomics qui a pour but de transmettre de façon pédagogique les apports des sciences économiques à la réflexion sur les thématiques Environnementales, Sociales et de Gouvernance.

Premessa

Il cambiamento climatico, la riduzione delle disuguaglianze e una migliore Governance sono sfide per rendere il nostro mondo più giusto e sostenibile in futuro. Rothschild & Co si impegna attivamente affinché questi obiettivi vengano raggiunti.

La Ricerca Economica del Gruppo sposa questo approccio, fornendo analisi sui principali rischi e opportunità cui sono esposti gli attori economici. Siamo pertanto orgogliosi di presentare il nostro primo numero di ESGnomics, che mira a divulgare con scopo educativo i contributi dell’economia sulle tematiche ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social and Governance, ESG).

(3)

Il riscaldamento globale …

Il consumo globale di combustibili fossili

- carbone, petrolio e gas - è cresciuto costantemente dall’era preindustriale. Ciò è dipeso principalmente dalla forte domanda delle economie avanzate nel periodo post-bellico, e, dalla fine degli anni ’90, delle economie emergenti, in particolare di Cina e India. Fino al 2020, i combustibili fossili hanno rappresentato la principale fonte di energia, superando l’80% del consumo globale(1). Molti indicatori, come l’aumento del livello medio del mare, indicano che il clima sta cambiando.

Oggi, le temperature sono le più alte mai registrate negli ultimi 12.000 anni(2), l’intero periodo di sviluppo della civiltà umana. Gli studi della comunità scientifica, riassunti dall’IPCC, concordano nell’attribuire

alle emissioni di gas a effetto serra (GreenHouse Gas, GHG) un ruolo primario in questo cambiamento.

L’anidride carbonica rappresenta tre quarti delle emissioni di gas a effetto serra e la combustione dei combustibili fossili è di gran lunga la sua principale fonte. In questo senso, le autorità pubbliche hanno messo in atto politiche mirate a ridurne l’utilizzo.

Il futuro non aspetta

(1) BP, Statistical Review of World Energy 2021.

(2) Network for Greening the Financial System, NGFS climate scenarios for central banks and supervisors, 2021.

Il cambiamento climatico minaccia gravemente l’ecosistema del nostro Pianeta e rappresenta

una sfida imprescindibile per la stabilità macroeconomica e finanziaria. L’incontro fra i leader mondiali a Glasgow in occasione della COP26 ha evidenziato come la necessità di tagli alle emissioni di carbonio si sia fatta più urgente per centrare l’ambizioso obiettivo dei due gradi Celsius.

33%

27%

22%

14% 5%

Petrolio Carbone Gas naturale Energie rinnovabili Nucleare

Mondo – Fonti energetiche

Fonte: Bloomberg, Rothschild & Co Asset Management Europe, 29/10/2021.

in %

CO2 Metano Altro 73%

20%

7%

Mondo – Fonti dei gas a effetto serra

Fonte: Bloomberg, Rothschild & Co Asset Management Europe, 29/10/2021.

in %

Marc-Antoine Collard

Chief Economist,

Direttore della Ricerca Economica Rothschild & Co Asset Management Europe

(4)

… e gli scenari di transizione

Si prevede che le temperature aumenteranno ulteriormente nei prossimi decenni a causa della continua crescita dei gas serra nell’atmosfera e che il cambiamento climatico proseguirà fintanto che le nuove emissioni saranno superiori alla capacità di assorbimento dei pozzi di carbonio

(foreste, terreni, oceani, etc.). Per contrastare questa tendenza, è necessario raggiungere la neutralità carbonica

(net zero o zero emissioni nette), e la quantità di gas serra emessi da adesso al momento in cui la neutralità sarà raggiunta determinerà l’entità dei cambiamenti climatici che verranno.

In questo contesto, il numero di paesi impegnati

a raggiungere la net zero entro la metà del secolo o subito dopo è in continua crescita e oggi pari a 135,

quasi il 75% degli emettitori globali di CO2(3). Tuttavia, secondo il Fondo Monetario Internazionale, non solo la maggior parte degli impegni presi non sono sostenuti da politiche attuative concrete, ma l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha anche evidenziato nel suo ultimo rapporto che gli impegni presi dai Governi sono probabilmente non sufficienti a limitare l’aumento della temperatura globale a 1.5°C e, di conseguenza, a evitare i danni del cambiamento climatico(4). Secondo tali studi, sforzi sostanziali dovrebbero essere intrapresi immediatamente e l’AIE raccomanda, ad esempio, di non investire più sin da subito in nuovi giacimenti

di combustibili fossili e di non vendere auto alimentate da motori a combustione interna oltre il 2035.

Un’analisi complessa del rapporto costi-benefici

I rischi del cambiamento climatico sono generalmente

divisi in due tipologie, ciascuna con diversi canali di trasmissione all'economia.

I primi sono i rischi fisici che derivano dagli impatti diretti del riscaldamento climatico. L'aumento della frequenza e della gravità degli eventi estremi - inondazioni, uragani, incendi - porterà alla distruzione di infrastrutture,

all'interruzione di attività commerciali e a massicci spostamenti di popolazioni con i conseguenti potenziali conflitti(5).

(3) IMF, Not Yet on Track: Climate Threat Demands More Ambitious Global Action, 2021.

(4) AIE, Net Zero by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector, 2021.

(5) La Banca Mondiale stima che il cambiamento climatico potrebbe spostare fino a 140 milioni di persone entro il 2050 nell'Africa sub-sahariana, in America Latina e in Asia. Groundswell - Preparing for Internal Climate Migration, World Bank, 2018.

L’AIE raccomanda il divieto di vendita di auto alimentate da motori a combustione interna non oltre il 2035....

Non ancora sulla giusta strada

Fonte: Intergovernmental Panel on Climate Change (2018, 2021) e calcoli IMF.

Note: emissioni di CO2 legate all’energia, escludendo aviazione e settore marittimo.

40 35 30 25 20 15

10

2000 2005 2010 2015 2020

Linea di base

Impegni dei paesi nel 2015 Impegni dei paesi nel 2021 (al 31 ottobre)

Scenario 2°C

Scenario 1,5°C

2025 2030 Intervalli in linea con il riscaldamento di:

2°c 1,8°c 1,5°C

Sono necessari sforzi più ambiziosi per ridurre le emissioni di carbonio e raggiungere gli obiettivi di temperatura stabiliti dall’Accordo di Parigi. (emissioni globali annuali, in miliardi di tonnellate di CO2)

2020 2040 2060 2080 2100

-15 -10 -5 0

Politiche attuali Net Zero 2050 (1,5°C)

Rischio fisico di perdita del PIL

Fonte: IIASA NGFS Climate Scenarios Database, REMIND model.

Perdite del PIL in %

(5)

A livello macroeconomico, potremmo pertanto osservare un aumento del tasso di svalutazione del capitale, un declino della produttività, interruzioni del commercio internazionale, o un deterioramento delle finanze pubbliche a causa

della riduzione delle entrate fiscali derivanti dalla ridotta attività economica e dall'aumento delle spese per la ricostruzione.

Prima sarà attuata la transizione, minori saranno le perdite derivanti da rischi fisici, anche se, dal 2050, la maggior parte dei rischi fisici sarà causata dalle emissioni del passato. Questa “inerzia” climatica spiega perché i benefici delle misure di transizione sui rischi fisici saranno percepiti solo più tardi.

La seconda tipologia riguarda i rischi di transizione che derivano dal processo più o meno ordinato verso un’economia

a basse emissioni di carbonio e dai cambiamenti economici strutturali ad esso associati. L’introduzione di carbon tax e regolamenti volti a limitare le attività che emettono gas serra avrà un impatto sulla redditività di alcuni settori.

Inoltre, le innovazioni tecnologiche dirompenti renderanno obsoleti i processi produttivi e gli investimenti effettuati.

Il settore automobilistico è ovviamente un caso emblematico, con lo stock di capitale utilizzato per produrre automobili con motore a combustione che sarà presto superato.

Una transizione disordinata, per esempio una transizione che arriva in ritardo o bruscamente, comporta inevitabilmente più rischi a causa dell'incapacità di alcuni settori

di adattarsi in breve tempo, andando ad impattare anche su ricavi e solvibilità. Di conseguenza, l'impatto sul PIL globale dovuto ai rischi di transizione sarebbe maggiore.

Inoltre, dietro gli impatti aggregati si nascondono importanti trasformazioni strutturali poiché alcuni settori - come i produttori di combustibili fossili e i grandi emettitori di gas serra - sarebbero severamente colpiti con effetti domino dovuti all'interdipendenza settoriale. In definitiva, queste trasformazioni saranno una fonte di opportunità e di rischi, e potrebbero originare forti disparità fra settori.

Tuttavia, una transizione attuata in modo efficiente e ordinato - cioè con una riduzione immediata e graduale delle emissioni di gas serra - genererebbe ricadute positive grazie ai massicci investimenti nei settori delle energie rinnovabili.

Prima sarà attuata la transizione, minori saranno le perdite

derivanti da rischi fisici...

Investimenti in energia cumulati al 2050

Fonte: IIASA NGFS Climate Scenarios Database, modello REMIND.

Trilioni di dollari USA

Politiche attuali Net Zero 2050 (1,5°C) 0

10 30 20 40 50

Elettricità

fossile Estrazione

fossile Elettricità green

e stoccaggio Nucleare

Impatto del PIL relativo al trend precedente

Fonte: IIASA NGFS Climate Scenarios Database, NiGEM basato su REMIND. Dati IAM e stime dei danni da Kalkuhl & Wenz (2020).

Cambiamento in % del PIL

Net Zero 2050

Ritardo nel processo

di transizione Politiche attuali

2030 2050 2100 2030 2050 2100 2030 2050 2100 -10

-5 0

Rischi fisici Rischi di transizione Totale

(6)

Rischi fisici

Raggiunti Non raggiunti

Obiettivi climatici Transizione OrdinataDisordinata Rishi di transizione

Transizione disgiunta Risposta improvvisa e imprevista che porta a un brusco aggiustamento, ma sufficiente per

raggiungere gli obiettivi climatici

Troppo poco, troppo tardi Azioni non sufficienti al raggiungimento di determinati obiettivi;

la materializzazione dei rischi fisici porta a una transizione disordinata

Transizione ordinata La riduzione delle emissioni è iniziata e sta raggiungendo gli obiettivi climatici

Verso un mondo più caldo Le emissioni crescono;

poche se non nulle, le azioni per contenere i rischi fisici

Matrice di rischio finanziario NGFS

(6) IMF, Not Yet on Track: Climate Threat Demands More Ambitious Global Action, 2021.

Inoltre, in molti paesi, il costo dell'abbandono

dei combustibili fossili può essere compensato da benefici sociali, come la riduzione delle morti per inquinamento atmosferico, che però sono difficili da quantificare(6).

Nel complesso, a certe condizioni, sembra che decarbonizzazione e crescita economica siano compatibili e che l'economia

mondiale non abbia bisogno di crescere meno - la teoria della decrescita - per raggiungere la net zero entro il 2050.

Torneremo su questi punti in modo più dettagliato nelle prossime edizioni. Tuttavia, una cosa sembra certa: nel lungo periodo, i benefici di una forte azione sul clima supereranno

i costi dell'inerzia.

Cifre chiave

• Nel 2020, Cina e India rappresentavano più del 30% del consumo globale di energia

• Le temperature oggi sono più alte

che in qualsiasi momento degli ultimi 12.000 anni

• Il numero di paesi che si sono impegnati a raggiungere emissioni nette zero entro la metà del secolo o subito dopo continua a crescere, ora coprendo 135 paesi, equivalenti a quasi il 75%

degli emettitori globali di CO2

X: raggiungimento o non raggiungimento degli obiettivi climatici Y: natura ordinata o disordinata della transizione

Fonte: NGFS (2019)

(7)

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