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VASI ETRUSCHI 0 ITALOGRECI

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(1)

INTORNO AD ALCUNI

VASI ETRUSCHI

0 ITALOGRECI

AKCEJfTEUENTE

SCOPERTI

OSSERVAZIONI

OBLI.*

Abate

GIROLAMO AMATI

Membro

del collegio Jilologico dellaromanauniversità,

interprete di linguagrecanellabibliotecavaticana,

censoreperpetuod'arcadia,sociodConore della ponti- JiciaaccademiadiS.Luca,ordinariodellaromana

di archeologia

,corrispondente della reale 8i Baviera,

dellasocietàitaliana,ecc.

ROMA

NULLA UTAMPKIMA DELGIOIINALEAIICADICO PLESSO ANTONIOBOULZALUK

1839.

^onO

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(2)
(3)

3

c

.

Wjtìinquestadisadorna edaffrettatascrittura an- nunciar potremo alcun che dinuovo e bello,forse nonaspettato, ecertamentedigrand’onoreallacara patria nostral'Italia, il principalmerito attribuir sidebbeall'eccelsapersonaggio, checongenerosidi- spendiecureinfiniteha saputotrarreinluce

mo-

numenti, natifattiperla scoperta d’ignoteverità.

Da

lungo tempo la famacelebrava lescavazioni, cheS.E* il sig. principe LucianoBonapartefacea eseguire nellasuasignoria di Canino,e le dotte ricchezze dietruschivasifigurati,chene avearac- colte. Trasportata una parte di queste in

Roma

,

piacqueall’E.S.chefosseroper noivedute, come da personadialcun

nome

nellagreca letteratura;e ciòfufattopermezzodelsig.cavaliereBoyer,che ciaccolseconla piùnubileed obbligante gentilezza.

I vasi veramente insigni sovra gli altri, per nomie parole scritta,richiamaronoapreferenzagli sguardied ipensieri nostri.Dalle lettere soltanto possiamoin fatti aspettarci

un

lume, cherischiari finalmente con isterica desiderata certezza l’etit di quelle maraviglie delgenio e delleartiantiche.Fra leiscrizionirelativeallamitologia,agliusi,edalle cerimoniedipintevi,lequaliabenespiegarsirichie- donomaturiladiInnghi studj,treciapparveropiù lieteefruttiferedellealtre;poichécontengono

ma-

nifestamenteinomidegliartefici,disegnatoriopit- toridiquelle rappresentanze.

La

primacidiede in antichissima ortografia,ed incarattericonservatissimi, escrittiduevolte,co- sicchénonv’hatimore di errare:

taeeONHONEAPXO

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(4)

4

inoiEZEN

;die nelleforme enella ortografìacor- rente rendevii

TAH£QM

‘O

NEAFXOY EnoiHXEN

,2Ve- soNearchifilius Jecit.

La

seconda:

TAENOOAEMB

con un' altra parola, che speria-

mo

poter dicifrare in ripetuta visita, opersus- sidiodialtro

monumento

;e ciò,

come

mostreremo più sotto,significa:

TAHIIOAEMOY

'flepoletni

A

maogiore sicurezza visi ripete:

TAENnOAEMO£: MEnoiESEN

,cioè

TAHnOAB- M02 ME noiHBEN

,ovvero M’

EnOlHSEN

,Tlepole- mu<t

me

Jecit.

La

terziintratti vaghissimi,esull’

orlo del vaso, cosa insolita, mostrò:

ANAOKIAES

EnOIE,cioè

ANAOKIAH2

EnOIEI, ovvero

EHOIHSEN

,

AndocUlesfaciciat,o Jecit.

Del

nome

di Tlesonenuli’altropossiam dire, se non eh’è formato,secondo le regole tutte di analogia,dal verbotA«4i

,tAÌ,tidero

,/ortiter et robustejero'.,come appuntolaprimapartediTle- polemo,

nome

più bello diquellodiCarteroroaco

,

cheassumersi volledal dottissimoScipioneForti- guerra.Niunartistaopittore antico, disimili

nomi

èancora pervenutoa notizianostra(i).Su quello diNcarco padrediTlesone,abbiamofortiargomen- ti, onde crederlo il Clearco pittore di Reggioin Calabria;cosi detto presso gli scrittori

, per isba- gliofacilissimone’codici;esu ciòesporremolera- gioni nostre innollrandoil discorso.

Erratoparimenticrediamoil

nome

diAndrocy- desperAndocides,inPlinioed inaltri autori.

Fu

(0 Troppo moderno,peitempi de' qualisitratta^

èun Tlepolemocibiratapittore,cheaTerre inSicilia era giudice peritodelletavole

,degli argenti lavorati, dellestovigliepittoriche

,qualisonolenostre;dicui Cicerone(inVcrremlibroIV.i3.)

(5)

questi uno decelebri dipintori;egliera eccellen- te nella esecuzione di cose minori ed accessorie,

come

ipesci»

Da

Plutarco inPclopida,eda Ate- neo e dettociziceno di patria:

ma

sapendosi,che avea operato famosa tavolaconlamostruosaninfa marinaScilla,eglisisar'a aggiratoperlaprofessio- ne suatralaSiciliael'Italia

Magna

Grecianostra.

Mentre volgevamoquestecosenell’animo,ven- nerecatain

Roma

1altragranderaccoltadietrusco vasellame,fallanel territorio de’ Vulcienti dalsig.Po- licarpo Candelori,assistitodagli egregj signori

Campa-

narietossati.Ancheinquesta

fummo

ammessiuna

zezza quasibarbaradegli antichissimiromani;comein

MACESTRATOD

della Duilliana,esimili.Quella con- sonante subissaappoggiavalavocale,sorreggevaidue tempi,che solifannolavocale lunga^e la indicaTia primadella introduzione diundiversosegno

H

,Q. Jl

TAENITOAEME

ci

unarcaismouguale dilungase- gnata perconsonante aggiunta inmezzo;arcaismoetru- sco delle epenteliche,sìbenosservatedalVesimio Lanzi,

Aa

foggia etrusca eradunquegrechissima.

Di

Antiope,

Amazone

coetanea diTeseo,cihaserbatePausaniaal- cunenotizie mitistoriche(Att.libroI.capp.a.et ).

Ze due compagne

Andromaca

edOtopile sarannostate nominate

da

EgiadiTrezene,autorediun Amazonia oraperduta.

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(6)

G

di più daunlato:

XErXE

,con una

X

certamen- te latina,

ma

dicuilalineatraversa ù quasi oriz- zontale, o

men

decussata.Dall'altro lato:Hr*sld ErpA«;EN. Perlainvestigazione isterica,allaquale solaoraintendiamo;accompagnarsideecon que- sto pezzoun’ampia ciotoladavino,nel cuimez- zo è dipinto unsatirello, che porgeun otre, e nella destratiene il rito.

Le

lettere possonsiren- dere nelle più prossimelatine:xf.sis EnoiEI.

Abbastanza esercitati nella scuoladegli spec- chiletterati, chesonoetruschi,o italogreci an-

eli*essi, e che, seciò dispiacead alcun erudito toscano,noidiremo semplicemcnieitniici;troviamo

.•convenientissimol’articolarein latino

Xeuxe

\poi- ché latinoromanofucertamentefiglio di greco e

^dietruaco.:Questo

Xeuxe

nonh

nome

diunadelle treAmazoni:checiascuna di essehailsuo;

Àndro- mache

,coleiche combattecon gli uomini,Antio-

pe

,coleichealzalafrontecontro,rAdiontatrice,

> Hothopyle,forsel’Abbattiporta;esonotuttietre formaticonquella viva espressione del carattere in- dividuale, propria de’tempieroici

,misti ciohd’isto- riaedi favola.

Xeuxe

non verboichò quistarebbeisolato contr’ogniragione.Resta

dunque,

che, sull’esem- pio deldocumento:

TAEKIIOAEME

TAENnOAEMOX

MEIIOIEXEN,siaessoil

nome

ripetu- to deldipintore.Difattivrggiamo all’ultimo an- golo del quadro: Hv«slsErPA^sER. Assuefatti a prenderele lettereditalimonumentirovesciate in tutti i sensi, ravviseremoin quella

H

una

Z

ar- caicissima;allaqualedandol’ausiliaresua

E,

rica-

veremo

Zeuphsis egraphsen,lutempisialti,eflut- tuantiframilledialettigreci, etruschi,umbri,osci, calcidesi,colici,dori,attici,nonèmaraviglia,se

.DigitAr- Coogle

(7)

7 fafattoscambiotradueletteredoppieaffini,e di seconda creazione,laX, x,cs, elaZ, z,ts,ds.

Un

similescambio,enel

nome

appuntodicuitrat- tiamoXeux'is,ècommessoda’

meno

attentiancheog- gidì. Appuntiamo adunque un

nome

Xeuxi.%,Zcii- xis, econ più forteaspirazione,ritenuta anco- rada alcuni de’greci moderni, Zenpfisis,ed il

suo genitivo

Znuxe

,

come

se fosse parisillaboin unadeclinazione anteriorea’grammatici,ovvero an- chetronco dall’imparisillabachecostoro riconosco- no,ZBV^iJìos,zei^tos

,ZEY2E«f(i). 11verbo h proprio e solennea’greciantichi per dipingere; ebasta citare ilvasodellaVaticana

AAKIM02

Er-

FATE

,incuiWinckelraannerròdiuna lettera,per

non

averconsiderato ladetrizione diun’asticella, cosa frequentissima in silTitti monumenti.

Accedea sostegno delnostro Xe/ixe latazza vinaria del satirello,nellaquale abbiamletto:XB- slsEnoiEI,Xesis

E

non vorremonoi con- donareall’artefice l’errore,seppurefctale,di aver quirappresentatoconunasolaEildittongoimproprio

EV

?

Ea

terzaletterapuò sembrare un r, oun

A

;

ma

ellaè,anostroavviso,un sigma

,per così di- re,trisnlco, dicui òsparito rultiinotrattinoda basso.Questaletteracorrenteatrelineetteful’im- mediatagenitricedellaSlatina;e per ciòl’abbiam resaconessa ne* nostri tipi.

Intreluoghiadunque abbiamocostituito fuori d’oirnidubbioil

nome

diziufis,

Zenxis

,

ammollitoin

(i)Facil sarebbe accumular csempjeragioni disi- m'ii genitivi,edingreco,edinetrusco.Semprepiù cre- sconoleparitàchesiscuopronofraleduelingue:

ma

purtroppolegià conosciutebastavanbeneapersuadere chiunquevogliaessereuomo discretoeragionevole.

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(8)

8

Zeusisda’latini,e da’ loro antenati grecoitali di tutta lapenìsola.Chimaisar'aquesto ZeusiP

Non

altricer- tamentecheilfamosissimo,ilbenemeritopadredell’

arteperluirosagrande.Egliera italiano:elagio- janostra s’accende.

Non

sappiamo veramente,seal- cunde' nostri abbiamaitoccoquesto aohilpunto.

La

non curanzadegl’ italianiperlegloriedellapa- trialoro:

ma

forseperchèson troppe!

Ora

parli per noiPlinio;dicuidare non sipuò

uomo

più intelligentedell’anticapittura,echemeglio neco- noscesse l’istoria.

Le

autorità de’classici,laborio- samentecitateda’seguacide’gravistudj,sogliono esseredisprezzate da’moderni,perchèperessinon leggonsimai.

M’aliretto(egliscrive,II.N.lib.

XXXV.

3G.)

a’iuminaridell’arte,

ad

luminaartis,(l’altrofu

„ Apollodoroateniese).Perle portedell’arte,già

spalancatedaquesto,entrò liberoZeus!eracleo-

„te,l’annoquartodellanovantesima quinta olim-

piade;e condussea grandegloria il pennello, ,,che giàsiardivapure alcunacosa.Questidacer-

tuni è collocatonella ottantesimanonaolimpiade

falsamente;poi eh’ ègiuocoforza essere stati pri-

ma

Demofilo imereo (siciliano),e Ncseadi

Ta-

sotdiqualede’dueeglisiastatodiscepolopen-

„ de ancoraquistione.IlsovradettoApollodorofe-

ce dilui un verso che dicea:l’artee.sseresta-

la involataperZeus! adessi tutti,e recatase-

„co.„ FrancescoGiunio(de picturaveterum), ed il

Winckelmann

passanomutolisudiciò.Ilso- lopadre Arduino,nellasuaedizionemaggiore,titu- bandofratanteEraelee,ammettepotersitenerepa- triadiZeusiquellavicina aCrotone,perun luogo di Tullio.

(9)

9

Tutte peròleautorità ditulligliscrittoricon- cordano solennementenell’assicurarcile

póme

^pe- rediZeusi,lepiù gloriose,condottein Crotone

,

inAgrigento,nelgrantempiodiGiunone Lacinia: tutti gli scrittori attestano concordemente,chele tavole diZeusi eranosparsepertutta Italia,e re- starono in Italiaconservatefinoa’tempimolto in- noltratidell’impero,qualisonquellidiMario Vit- torino. Diodoro, elegante autoredellagrecaanto- logia, attribuiscepropriamente aZeusiilcolorito elagrazia,due donicelestie patriidegl’italiani.

Ma

,si obbietti,

un uomo

si grande, sisa- rà egli abbassato a dipingerpentoledi terracot- ta ? Noigiudichiamodelle antiche età,secondole deviazioni elemutate manieredellanostra.

La

pit- tura ela scultura nacquero ecrebberofralena- turalimaestranzedellaplastica:icostami erano sem- plicissimi. AgatoclediSicilia,quel conquistatore,

chePlauto ed altriaccompagnarono con Alessandro

Magno

,uscia dall’artedi figulo; edinessapu- re per gentilezza esplendore distinguessifra’più nobilicavalieri. Questi figuli, dispositori d’ogni bellezzapittoricaedornativa,dovean beneaverle casepienedigiovani,chereplicassero fedelmente le istesselineecontornateda’ maestri. Cosi nelse- colo decimosesto i vasajdiUrbino adombrarsep- pero leggermenteinvernici lefatturediRaffaello;

onde alcunivenneroin opinione,che quel

sommo

avessedato operaa tale arte insuaprimagioventù.

E

la pittura noniella invenzionecerta del-

laGreciaposta di ladelmare?Sìcertamente:an- che dellaGrecia,detta dall’amenissimo Plauto exo- tica.Ascoltiamodi nuovol’istessoPlinio:

ma

nel suo latino,eh’àpiù gagliardo.Zeuxis.Pinxitet

monochromata ex

albo»Aetjuaìesejus et aemuli

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(10)

IO

/aere Timanthes,Anàocides,

Eupompus

,ParrJia- sius,-

.V.

.

FECIT

et figlinaopera.,quae sola in

Ambracia

relieta sunt;

cum

inde

Musas

Fui- viusNobilior

Romam

transferret

De

pic- turaeinitiisincerta, necinstitutioperisquaestio est.Aegyptii sexmillibus

annorum apud

ipsosin- ventata,

priusquam

in Graeciamtransiret qffir-

mant

; vanapraedicatione,ut

palam

est Primiiseas{linearesirnagines)colorare,testa,ut ferunt,trita,Cleophantus Corinthius. Ilunc,ani

eodem nomine

aliutn ftiisse

quem

tradit Cornelins

Nepos

secutuminJtaliam

Demaratum

,Tarquinii Prisci romaniregispatrem,fugientem a Corin- thoinjuriasCypselityranni,

mox

docebimus.

lAM ENIM ASSOLUTA ERAT PICTURA ETIAM JN ITALIA.

Sentiamo promuoversiuna quistioneben anco maggiore di questa: ed è; se lenobili stoviglie reputar si debbano fabbricatein Italia, in

Cam-

pania,inEtruria;oseabhiansi a giudicare piut- tosto manifatture della Grecia oltremarina, recata in Italiapercommercio, operconquistefatteda- glietruschie da*romani. L’immensaquantità peròdi esse, già venutainlucedal soloterrenod’Italia,

ed ora accresciutadi tante centinaja;rinlinitava- rietàcheinessescorgesidi grandezze,forme,

ma-

niere,dallepiùpiccole e rozzissime, finoallepiù considerevolie superbe; i nomi finalmente di ar- tistidella

Magna

Grecia,che inesse ora comin- ciamoascuoprire;semprepiùdimostrano,ciòche d’altronde agli esperti era certissimo

,eh’elle son

proprieedoriginarie dell’Italia.Nell’onoredique- stefabbricheindicatricidellapiùammirabile primi- tivacoltura,tengano quindisenza contrastoiprin- cipaliposti la

Magna

Grecia,laCampania

,laSi-

(11)

1 1

cilia,ed anchel’Etruria nostra vicina fra il

Te>

veree Gossa,eh’è la vera conquistatrice erega- le:e l’Etruriatenga il suoposto,perchhin ori- ginedi grecoceppomistoconaltrianeli’essa,nel decorso de’tempi maggiormente grecizzò;e perchè fuella persecolisignora della

Campania

,poten- tein

Magna

Grecia edin Sicilia.

Frattantol’eccellenteguidanostra, Pliniociri- chiama.Egli stabiliscel’eia di Fidia nellaolimpiade ottantesima terza, cioè alsuoconteggiare,circiter

CCC.

nostrae urbisanno.

Ponendo

quindi Zeusiall’

olimpiade

XGV.,

noiterremo conlui,cheZeusiab- biafioritoversolameladelsecoloIV.di

Roma.

Sarà perciòdaloagliamatoridell’arte fissare,conat- tenta elungaosservazione,lo stile o la maniera deltoreumasegnatoZeusi,ediquellonotato

An-

docide,manieraveramentebella indisegnoecon- torni,viva e graziosissima;adattribuire all’anno di

Roma CGCXLV.

in circa tuttigli altri lavori diuna manierasimile, chenon abbiano indizjdi età.L’altramanieraseccaetagliente,cheglistessi artistinostrichiamano concordementeetrusca,deesi per gradi andar distribuendo ne’ secoli anteriori; finchegiungasi co’ più rozzi e grossolania’tempiben alti de’Tarquinj.

La

forma delleletterein questi, dalmediocrementeantiquatogreco,universale nelle anzidette parti d’Italia,salirà

mano

a

mano

fino alpiùarcaicoedoscuro,ch’èl’etrusco.Questacro- nologica sistemazione,dasostenersicontutteleclas- sicheautorità degli antichi scrittori, fu perspica- cemente vedutaepropostadall’impareggiabile

Lan-

zi,nelsuolibro semprepiùvittoriosopeidottie pei saggi.

Gliepoi lefelici contrade dell’Italia meridio- nalecontinuasseroanchesotto gl’imperadoriaprov*

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(12)

vederedivasellame pregiatoil

mondo

romano,al>- bondevolmente provasidaMarziale,che lodaicali- ci,oletazzediPollenza{lib.

XIV.

epigr. 157.)»le cumane(i surrentine,nonvilide pulvere(ioa.), cui paragona allefamose murrine{lib.XIII.110).

Meglio peròMacedonio,che troviamoscritto an- cheMacedone,autorgrecodell’antologia

,che nel

famosocodice Palatino già nostro,ed in

un

altro Vaticano da noi veduto,s’intitola vntocTos, e che ammetteremo perconsole,allorchéil eli.sig.Bor- ghesicifarà saperediconoscerlo.

Abbiamo

tentato una versione latinadelsuo esastico;

ma

cièriu- scitadi ninnaeleganza,sebbenebastantementefe- deleal sensodeltesto{Brunck. Analeci.tomoIII.

XXXIII.

pag. 120).

XJngnentumredolensSurrentioh!tuaspera pulvis,

Et Ponentini mellea glebasoli!

Vbs

mihitercharae,

quod

vestroecorpore

odoram

MiscelamBrotnio danttriplicesCharites.

Salvete,oh!cunctis

hominum

vosprompta supelleXy Divitibusque

una

,pauperibusquesiniul.

Istisvasetenim

quod

amet jubeatque necessum, Illis,

haud

alioquae superenturopes.

11poeta inteseperle tre Grazie letredoti pre- cipuedisiffattestoviglie:bontàdell’argilla

,o cre- ta,chei naturalisti diconomarna,mistaconpol- verevulcanica (i);vaghezzadellaforma;eccellen-

zadelle pitture.

(i)

La

polverevulcanica, naturalmenteaspretta

^

Jbsca,riarsa,cuopreimmensopaeseall'occidentedel Tevere,edegliApenninimeridionali. Essa

fu

trovata da' valenti chimici nostrinellacomposizione delle olle

(13)

i3 Perioduzione,fondatasullauniformitàde'la- Tori e delgusto, giudichiamo antichi artefici di quelle parti,ediquelle ottimeetà,eTlepolemo e Tlesone.

A

questo,poichéfortunatamente scrive- si TlesonefìgliodiNearco,potremo un giornoac- costareilnostrocanonecriticosullaistoriadelle ar- tigrecoitaliche,oraappena abbozzato. Pausania (£a- cori.seulibro IIIcap. 17.)celebra

un

Learcodi Reggio.

Ma

questo

nome

uon husitato,perchédi mal augurionellasua originedallafavola.L’istes- soPausania{Eliac.poster,seu libro

VI

cap.4) scrive,come vedesi, GlearcoTìstessissimo artefice di Reggio.

Havvi

erroresenza dubbio e neltesto di Pausania, ed in quello diPlinio, seguiti cie- camentedalGiunio,edamolti altri. Learcoéla primacorruttela;Glearco laseconda. Siamo debi- torialsolonostro pregevolissimo fittile della uni- ca lezione vera Nearco.

Ghc

più, se dall*istesso Plinio(Uh.

XXXV.

4o.) civien lodatafralepit- tricioxl AristaretaNearchifiliaetdiscipula ?

Que-

stoNearco fumaestrodell’altro splendoredi Reg- gio lo statuario Pitagora,dicui pochi hannoag- guaglialolafama.Entribeneinmentea’nóstrilet- tori,chetulli questigrandiartisti attenevanoall’

cineraried'Albano.'Eranqueste opera di soldati,oriun- di do' paesi settentrionali, chea'tempidellimperomol~

toinoltrato^taranoil*dipnnrdiacontroitumulti di Roma.Fahbricaronessileolle,giustaleformebarba- redella patria;quanto mailontane dalle squisitissime eleganze de' nostri modelli!Ciòbenescorgemmoallora, 'dagli arnesistessirinchiusifraleceneri:eposciaavem-

mo

una confermadel giudizionostroin'alcuneiscrizio- nidiufficialidique' soldati,vedutenegl'ipogeidella islessacittà.

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(14)

arie vascularia:perche l’arte vascularia

,primissi-

ma

fìj{lia ecompagna della plastica,era natural-

mente laregolatriced’ognipittura,d’ognifusione, d'ogni scultura,siperlestatuepiùantiche,com- poste di piùmaterie, sìper «[uelledi una sola; comepotremmofacilmente dimostrare.

Tantesignorili spogliedegl’italioti,rinvenute nel territoriode’

WLCIbiNTES

,centraledellave- ra Etruria confinantecon

Roma

,fanno bencono- scere, chequel popolo fu uno dellagrande con- federazione

,per cui l’Italias’incivilì,la Campania ebbe reggimentoeprotezione,leartibelleprospe- rarono,esidiffusero. Questo popolostendeasi da’

limitidellealtre due

magne

citt'a,TuscaniaeTar- quinia,fino aCossa,fondazioneo colonia vulcien- te,edal portocelebre Cessano,cioèfinoadOr- betello. Questo popolo fu potente inarmi:chèi

romani il soggiogaronoben tardi, a proporzione della vicinanza,i fasti capitolini trionfali.

TI .CORVNCA.MIVS .TI.F.TI.N.COS. AN.CDI.XXIII.

DE.VVLSINIUMSIBVS.ET.VVLCIENTIB. X.FSBR.

La

citta,composta dialtre minori,diceasi f^ol- ceii,f^olcejorum;come impariamoda’ latercolimi- litari. y^olceium era nella Lucania;egliabitan- ti appellavansi volcejanie volceulani.

Preghiamo ipossessoridelle scoperte raril'aa voler esserci cortesi di benigno lor favore:onde possiamovedere econsiderarbenetuttiquestipre- ziosidocumentidelsapere,quelliinispeciccheso- no inestimabiliperlettere.

A

noi sarisempre gra- tissimoil ritornaremeglioistruiti

,perquanto per- metterannolenostredeboli forze, sovraun argomen- todi

sommo

edugualeinteressee pei dotti,cper gli artisti.

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