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Oggetto: Ordine del giorno – Crisi economico-sociale: mobilitazione dell’intero territorio

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PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

Delibera n: 23 Data: 25.09.2012

Oggetto: Ordine del giorno – Crisi economico-sociale: mobilitazione dell’intero territorio

Prot. n.

del

L’anno DUEMILADODICI, addì VENTICINQUE del mese di SETTEMBRE in IGLESIAS, nella sala consiliare del Comune di Iglesias, in piazza Municipio, alle ore 11.30, previo invito diramato a norma di legge, come da documenti in atti, si è riunito, in seduta pubblica, il CONSIGLIO PROVINCIALE per trattare gli argomenti compresi nell’Ordine del Giorno.

Sono presenti i Sigg. Consiglieri:

PRES ASS PRES ASS

1) CHERCHI SALVATORE

X

14) BALDINO MARCO

X

2) SUNDAS ELIO

X

15) ROMBI ACHILLE IGNAZIO

X

3) TOCCO GIOVANNI

X

16) RUBIU GIANLUIGI

X

4) LENZU PIER

GIORGIO

X

17) VIGO ANTONIO

X

5) CANI EMANUELE

X

18) STERA ATTILIO

X

6) MADEDDU EMANUELE

X

19) PERSEU LUIGI

X

7) PIANO BRUNO UGO

X

20) CORONGIU MARIO

X

8) CROBU LIVIA

X

21) LOCCI IGNAZIO

X

9) RUBBIANI MARA

X

22) ACCA PIER PAOLO

X

10) LODDO ROSSANO

X

23) SPIGA ELEONORA

X

11) CAU MARCO

X

24) TRONCI ELIGIO

X

12) MASSA SALVATORE

LUIGI

X

25) PINTUS TERESA

X

13) CREMONE ANGELO

X

Totale presenti: 22 - Totale assenti: 3

Presiede la seduta il dott. Elio Sundas, Presidente del Consiglio.

Partecipa il Segretario Generale Reggente, Dott. Franco Nardone.

Sono altresì presenti gli assessori Cicilloni Carla, Grosso Marinella, Pili Alberto, Pintus

Alessandra e Vacca Guido.

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PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

Visto l’art. 42 del d.lgs 267/2000, intitolato: “Attribuzioni dei Consigli”;

Richiamato l’art. 33 dello Statuto della Provincia di Carbonia Iglesias, intitolato:

“Competenze del Consiglio”;

Considerato l’art. 21 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio provinciale, avente ad oggetto: “Diritto di iniziativa sulle proposte deliberative”;

Considerata la grave crisi economico-sociale del Sulcis Iglesiente, in cui è presente circa il 40% del totale dei lavoratori della Sardegna in cassa integrazione o in mobilità in deroga, a causa di gravi problemi strutturali che hanno determinato la chiusura di numerose industrie e la conseguente difficoltà di piccole e medie imprese;

Richiamato il Piano Sulcis che si articola nei tre capitoli della salvaguardia del settore industriale, del polo delle tecnologie energetiche pulite e della pianificazione dello sviluppo nei settori diversi da quello industriale;

Preso atto che è stata avviata l’attività istruttoria sul Piano Sulcis con il concorso dei Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e con il coordinamento del Ministero per la Coesione;

Richiamate le conclusioni cui è pervenuta l’Assemblea degli Amministratori locali svoltasi in Portovesme il 20.09.2012;

Nominati scrutatori i consiglieri i consiglieri Piano Bruno Ugo e Cremone Angelo per la maggioranza, e la consigliera Spiga Eleonora per l’opposizione;

Richiamati gli interventi in aula:

Il presidente Cherchi anticipa che farà un’introduzione più ampia rispetto a quanto fatto per illustrare la delibera sugli equilibri di bilancio; non si soffermerà sulla situazione, ampiamente nota.

Anche stamattina ci sono stati episodi di fatti di particolare tensione a Cagliari.

I lavoratori degli appalti dovrebbero essere interessati, per affermazione concorde del Governo e della Regione, da misure più o meno identiche a quelle che riguardano i lavoratori delle società madri.

Tuttavia non sono stati attivati i tradizionali strumenti di protezione sociale.

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Darà informazioni aggiornate suddividendo la sua illustrazione in 3 paragrafi:

industria; energia e polo tecnologico e la nuova pianificazione.

Per quanto riguarda il primo filone, relativo all’industria ripercorre la situazione relativa ad alcune vertenze:

- Alcoa: il Governo ha messo a disposizione una serie di misure per avere nel breve e nel medio termine un costo dell’energia allineato ai prezzi europei.

Sono in corso valutazioni da parte di primari soggetti industriali.

Ora sono due le proposte giacenti presso Alcoa, di cui un’offerta formale e una manifestazione d’interesse.

La terza proposta è della Glencore e oggi dovrebbe essere all’attenzione dell’alta dirigenza della multinazionale svizzera, per decidere se procedere con la formalizzazione dell’offerta.

Potrebbe essere realizzata un’operazione industriale molto importante di integrazione delle produzioni di materiali non ferrosi, in modo da fare di Portovesme un polo integrato e diversificato che sarebbe, per il settore dei non ferrosi, il più importante in Europa.

- Eurallumina: è stato definito un memorandum d’intesa molto impegnativo fra Regione, Governo, Provincia e azienda.

Tale memorandum, costituente una sorta di contratto, non un protocollo d’intesa, stabilisce gli obblighi a carico di ciascun contraente.

È in fase di valutazione.

Potrebbe essere sottoscritto nella prima parte del mese di ottobre. In caso affermativo, ci sarebbe una svolta nella prospettiva futura.

- Rockwool: ha trasferito le sue attività in Istria per questioni di dumping, ovvero di produzione in condizioni di minor tutela sociale e ambientale.

Vi è la necessità di avere legislazioni adeguate.

Solo la Provincia ha rivendicato la necessità che sul piano ambientale venissero sistemate le cose.

I lavoratori hanno diritto di chiedere alla Regione di farsi carico della loro situazione.

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Rinnova l’invito, affinché sia rispettato integralmente l’accordo sottoscritto da molti mesi e vengano fatte le bonifiche ambientali che attualmente segnano un gravissimo arretrato nella realizzazione e si proceda con la ricollocazione del personale in modo onesto, rivolgendosi a tutti, senza fare figli e figliastri fra lavoratori.

Il consigliere Lenzu Pier Giorgio (gruppo PD) domanda se il caso della Ila sia stato risolto.

Evidenzia che i lavoratori sono stati licenziati.

Il presidente Cherchi risponde che qualora l’imprenditore che ha rilevato l’azienda non stia riassumendo i lavoratori, non si stiano rispettando gli accordi.

Nell’impegno sottoscritto era prevista l’integrale riassunzione dei lavoratori.

Il consigliere Lenzu Pier Giorgio replica che quei lavoratori non potevano andare in mobilità. È stato sottoscritto un accordo che è carta straccia.

Il presidente Cherchi rileva che tale accordo sia stato firmato dall’organizzazione sindacale.

L’accordo doveva servire a garantire che i lavoratori restassero in carico alla nuova società.

Se non è così, solidarizza con i lavoratori, condividendone la protesta. Occorre muoversi.

Non occorre considerare la vertenza chiusa.

Precisa di avere richiamato unicamente 3 vertenze in atto, senza con questo voler dare per risolte situazioni che non lo sono; se le avesse elencate tutte avrebbe dovuto fare un elenco lunghissimo.

I dati dicono che non sia possibile fare a meno del settore industriale, pena il tracollo di una già gravissima situazione sociale. Vi può essere l’idea che ci possa essere un altro motore che sostituisca totalmente il comparto industriale. Nel frattempo, bisogna affrettare la realizzazione di altri motori dello sviluppo.

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I cicli industriali nascono e muoiono, però si rigenerano in molti luoghi.

Il problema occupazionale del territorio è di almeno 10 mila addetti. Dall’inizio della crisi si sono persi circa 4 mila 300 occupati. Oltre 3 mila sono in cassa integrazione. Tali numeri sono al netto della situazione Alcoa. Da sola impatta per 1.500 occupati equivalenti sull’economia del territorio.

Afferma di non concordare con la pura e semplice cancellazione. Il giudizio degli economisti è spesso sommario. Può essere che determinate produzioni siano superate dal tempo. Ci sono i cicli industriali; i cicli di produzione. Si innova e si avviano altri cicli produttivi. Altra cosa è la pura e semplice cancellazione.

A conferma di ciò sono state chiuse tutte le miniere ad Iglesias, ma ciò non ha portato un radioso avvenire. Non basta chiudere, affinché le cose vengano di conseguenza.

Il punto più delicato riguarda la questione dell’energia.

Nelle analisi che si fanno non si considera mai la struttura della produzione dell’energia in Italia e specificatamente in Sardegna.

In Italia l’energia costa circa 30 euro in più per Mwh rispetto alla Germania e alla Spagna.

La ragione del maggior costo dell’energia deriva da come è organizzato il sistema della produzione dell’energia che è pieno di rendite costose ed inefficienze che si scaricano sui cittadini e sulle imprese.

In Sardegna, vi sono:

- la Saras che produce senza avere nessun rischio di mercato, in quanto tutta l’energia prodotta viene obbligatoriamente ritirata in rete e pagata in via incentivata e

- l’Enel di Portovesme: gli impianti sono inefficienti. Hanno rendimenti energetici del 30-32% e costi di produzione pari a 110 euro/Mwh contro 48-50-52 euro/Mwh delle centrali a carbone della Germania e della Cecoslovacchia.

Questo è possibile perché il servizio elettrico essenziale di rete consente di avere oltre 100 milioni di euro di rimborso per questo servizio, quindi anche con impianti inefficienti consente questa situazione.

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- Su Fiumesanto c’è una situazione analoga. Vi sono decine e decine di milioni di euro che vengono pagati dalla cassa conguaglio con la questione del servizio elettrico essenziale di rete. Capita che vengano tenuti in produzione gruppi inquinanti e vecchi. Non viene dato l’avvio alla realizzazione di un gruppo moderno a basso costo.

Per quanto concerne le energie rinnovabili, su cui è a favore, sottolinea che sia cresciuta una particolare categoria di imprenditori a rischio zero. Cita l’esempio dell’Enel. Ha realizzato a Portovesme la più grande centrale eolica in Italia.

L’energia viene ritirata a 160-180 euro/Mwh. Si scarica sulle bollette. Lo pagano le imprese.

È cresciuto un sistema di produzione inefficiente dell’energia che si scarica sui cittadini e le imprese, determinandone la chiusura.

O si adottando misure conseguenti o non si va molto lontano. I Governi decidano esplicitamente che non si possano fare produzioni di base, chimica, carta, plastica, vetro, siderurgia, metallurgia, e ne affrontino le conseguenze, senza lasciare marcire le situazioni.

Per l’insieme dei problemi in esame, si sta cercando una soluzione di carattere amministrativo (interconnector, interrompibilità semplice, super interrompibilità), ma la soluzione industriale sarebbe quella di realizzare un gruppo super critico ad alto rendimento, aggiornato alla tecnologia, che sostituisca tutti i gruppi, mediante l’ammodernamento degli impianti di produzione di energia elettrica, sostituendo ciò che è vecchio, in modo da dare energia elettrica ad un costo di produzione europeo.

Allo stato attuale non si vedono all’orizzonte soluzioni industriali, perché l’insieme degli interessi particolari cozza contro tali soluzioni. Si guadagna senza fare investimenti.

Per l’energia, il motore dell’innovazione è determinato dalla protezione sull’ambiente.

Il fenomeno delle piogge acide è stato sconfitto con l’adozione di determinate forme di produzione.

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La frontiera oggi è la protezione dell’effetto serra. Lungimiranza nel settore energetico significa fare i conti con la frontiera che è determinata dall’esigenza che è quella di fare energia elettrica a costo zero, catturando tutti i gas, tutte le polveri che possano nuocere all’ambiente. Si può fare in diverse modalità.

Per quanto riguarda le nuove iniziative, ovvero turismo, agro-alimentare, infrastrutture e servizi: c’è stata una seconda riunione con il Ministro per la Coesione territoriale Barca, il Ministero del Lavoro e quello dello Sviluppo Economico. Ce ne sarà una terza giovedì prossimo.

Sono stati accantonati aggiuntivi 127 milioni di euro, a valere sui fondi Fas.

La Regione ha fatto una delibera, ma non è suffiente. Occorre una delibera del Cipe, per finalizzare le risorse.

Si discute affinché i 300 milioni di euro derivanti dalla sanzione Alcoa vengano utilizzati nel territorio.

C’è un punto di decisione politica cui saranno chiamate tutte le istituzioni, comprese quelle locali.

Il nuovo piano si rivolge a tre assi fondamentali: infrastrutture, questioni di carattere fiscale per le imprese e vuole attrarre, attraverso bandi internazionali, investimenti privati.

Il Governo farà un conto unico circa le risorse nazionali. Non ci saranno 3 tavoli.

Il piano Sulcis comprende 3 capitoli: industria, energia e nuovi settori, ma il conto sarà unico.

Si dovrà intervenire con scelte appropriate. Qui c’è un margine per la decisione politica.

Questo è lo stato dell’arte per quel che riguarda il confronto con il Governo e la Regione, promosso dagli enti locali: Provincia e comuni.

Durante l’assemblea tenutasi al consorzio giovedì scorso, si è deciso tutti insieme di intensificare l’iniziativa, sia sul piano sociale che su quello istituzionale.

Sul piano istituzionale è stato rivolto un invito al Governo per inviare una delegazione di ministri nel territorio. Sono stati fatti tutti i passi necessari per fare

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questo. Ha informato il presidente della Repubblica dell’iniziativa assunta dalle Istituzioni locali, perché ci sia una sollecitazione al Governo.

Il presidente durante la sua visita in Sardegna aveva invitato tutte le Istituzioni ad operare con determinazione, per produrre decisioni atte a contrastare la crisi.

La sollecitazione del Presidente della Repubblica è più che mai attuale.

Il Governo che si reca in un territorio in grave crisi faccia un atto che va anche oltre il merito della decisione. È un dialogo diretto con cittadini e Istituzioni. È necessario alimentare un circuito di fiducia rispetto alla situazione che, a causa della gravità dell’emergenza sociale, getta discredito sulle Istituzioni.

Sul piano istituzionale, tra oggi e giovedì dovrebbero svolgersi le riunioni di tutti i Consigli comunali del territorio. Ciascuno deve assumere degli impegni.

Con l’iniziativa istituzionale, sarà organizzata una manifestazione a Roma per sollecitare il Governo sulle decisioni del piano Sulcis. Tale manifestazione non dovrà essere limitata ai soli lavoratori dell’industria, ma deve avere carattere popolare e coinvolgere tutte le categorie produttive.

L’attività organizzativa è già concretamente in atto. Affinché abbia carattere popolare, occorre che ogni Istituzione, ogni soggetto politico, sindacale e culturale, si impegni a dare un contributo di partecipazione e di sottoscrizione.

Infatti, occorre noleggiare una o due navi. Non può farlo la finanza pubblica. Lo può fare il volontariato. Si noleggiano con sottoscrizione.

In concomitanza con la manifestazione a Roma l’intero territorio dovrà essere interessato da una giornata di mobilitazione generale.

Il Consiglio provinciale, ove condivida le conclusioni dell’assemblea di Portoscuso, è chiamato a dare un concreto contributo, affinché la piattaforma rivendicativa, che si riassume nei 3 grandi capitoli indicati, sia adeguatamente sostenuta e le iniziative, istituzionali di carattere sociale, trovino effettivo riscontro.

Il consigliere Cremone Angelo (gruppo Idv) rileva di aver auspicato questa discussione. Ritiene che non si possa esaurire qui.

Ricorda che al consorzio ha votato contro la proposta presentata dai sindaci.

Riconosce che il presidente si stia impegnando molto.

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E’ contrario che si vada a Roma.

I ministri sono andati a Taranto.

Ritiene sia più facile avere 10 mila persone a Cagliari, piuttosto che portarle a Roma, e tenerle chiuse in uno spazio angusto.

Ribadisce che si debba fare qui in Sardegna.

Osserva che la manifestazione si farà in ritardo, una volta che la fabbrica sarà già stata chiusa.

È un imbroglio; così come fu, a suo tempo, il passaggio da Allumix ad Alcoa.

Il Governo persegue i pensionati che hanno sbagliato per pochi euro, ma non procede allo stesso modo con quelli dell’Alcoa che hanno preso migliaia di miliardi di euro. Devono restituire quanto preso e reinvestire nel territorio. Non se la possono cavare con una sorta di scambio di favori fra Glencore e Alcoa.

L’Alcoa non vuole pagare ciò che è tenuta a pagare.

Ricorda di essere stato licenziato da quella fabbrica, perché si opponeva agli imbrogli di allora che l’Allumix stava perpetrando. Ha fatto condannare per corruzione il direttore di quella fabbrica.

Questo è il territorio degli imbrogli. Si presentano progetti di stramiliardi. Anziché cercare di catturare la CO2, si presentano progetti per catturare gli euro. Sono progetti che hanno fallito.

Nel piano Sulcis si sta ancora votando, affinché la Sotacarbo abbia altri finanziamenti, nonostante abbia fallito 1-2-3 volte. In Regione è stata votata una mozione per cacciare quella dirigenza che ha sprecato e sta sperperando. Sta presentando progetti che non servono al territorio.

Sottolinea che non si possa essere presi in giro con la proposta di andare a Roma e stipulare dei memorandum. Andrebbe invece, sottoscritto un accordo. Occorre rigettare queste proposte.

Ribadisce di essere contrario ad andare a Roma per manifestare e fare le riunioni a fabbrica chiusa. Ciò è accaduto anche per l’Eurallumina: si è manifestato una volta che la fabbrica era già stata chiusa.

Non si è parlato di investimenti per la ristrutturazione degli impianti.

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Si vuole salvare la fabbrica dando all’imprenditore tutto ciò che vuole e senza alcuna garanzia per i lavoratori. Ne vorrebbero licenziare 350.

Si deve chiedere all’Alcoa di rendere conto dei miliardi di cui non c’è traccia. Non essendocene traccia significa che derivano da azioni illegali, per cui si possono sequestrare gli impianti.

Ritiene che lo Stato, che ha dato fior di quattrini alla Fiat, alle banche, al mercato degli elettrodomestici e dei mobili, non debba impegnarsi a favorire la Glencore, come invece sta facendo. Si deve invece, impegnare a mettere su una serie di imprese italiane, facendo ritornare l’Italia ad essere uno delle più grandi produttrici di alluminio al mondo, com’era un tempo.

Chiede che il Consiglio costringa il Governo a far sì che l’Alcoa restituisca il maltolto. Si sono presi indebitamente svariati milioni di euro che possono salvare il territorio, rilanciandolo con una riconversione.

Se i conti del dott. Fierro, in cui dice che la fabbrica è stata acquistata per 398 miliardi di lire e ne ha preso circa 4 mila di miliardi, sono veri, vi è stato un imbroglio.

Chiede che il Consiglio produca un documento dove denuncia con forza questo imbroglio e si opponga a passaggi di proprietà non chiari, evitando prese in giro come questi termini del memorandum.

Il consigliere Cani Emanuele (gruppo Pd) esprime solidarietà alla sindacalista dei metalmeccanici della Uilm del Sulcis Iglesiente, Daniela Piras, che nel corso della manifestazione odierna dei lavoratori degli appalti, presso l’assessorato regionale del lavoro a Cagliari, è stata picchiata con calci e manganellate nella schiena e ora non riesce a muovere un braccio.

La situazione è molto seria e va trattata come tale, con serietà, equilibrio e compattezza, e soprattutto cercando di essere uniti.

Sottolinea che oggi il presidente della Provincia, così come concordato giovedì scorso con l’Assemblea dei sindaci, non si sia limitato a portare in Consiglio una sua idea, una sua soluzione alle questioni, ma abbia organizzato una sintesi, più o meno condivisa, dal territorio. Tale sintesi costituirà un’introduzione a tutti i Consigli comunali. La sintesi non è un punto di partenza rispetto alla discussione.

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Condivide tale sintesi e la da per approvata, comprese le ipotesi di soluzione che il presidente poneva sulle 3 questioni, ovvero lo stato delle vertenze e la discussione che vi è in atto sulle stesse, la macroquestione sui problemi energetici e le cose già dette e discusse sul piano Sulcis.

Ha colto con una certa preoccupazione il fatto che in questi giorni si sia discusso meno di alcune vertenze, perché altre hanno preso la scena rispetto alla gravità.

Bisogna sempre prestare attenzione e avere ben presente all’ordine del giorno tutte le vertenze, da quella più piccola che riguarda un singolo lavoratore a quella che ne riguarda 1.500.

Nel territorio del Sulcis sono in bilico migliaia di posti di lavoro.

Conseguentemente è messo in discussione tutto l’assetto sociale del territorio.

Devono essere considerate tutte le vertenze per la loro importanza, non solo numerica, ma anche di sostanza.

Tutto deve essere tenuto presente e nulla deve essere trascurato.

È fondamentale che il territorio sia coeso.

Il documento proposto dal presidente coglie questi aspetti: la coesione del territorio e una visione politica generale che metta insieme le forze che hanno un ruolo, ovvero il Governo nazionale, la Regione Sardegna e gli Enti locali.

La Provincia è riuscita a costruirsi una sua posizione di visibilità, anche sul piano nazionale, rispetto a queste vertenze.

Non capita quasi mai che sulle grandi vertenze industriali ci sia un’altra Provincia in Italia che abbia sul piano politico-istituzionale la stessa visibilità che ha la Provincia di Carbonia Iglesias.

La Provincia sta facendo il suo dovere, nonostante la situazione di grande difficoltà sul piano politico-istituzionale, in quanto la sua esistenza è continuamente messa in discussione. Le va dato il merito di esserci sulle cose e di pensare a raggiungere gli obiettivi, malgrado le difficoltà.

Questi momenti di mobilitazione, difficili e complicati, hanno consentito alla politica di occuparsi di queste problematiche, anche a livello nazionale.

Ritiene che i problemi non si risolveranno andando a Roma. Gli accordi infatti, non si firmano con le manifestazioni. Però potrà dare l’idea di un popolo intero che

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combatte per un diritto, di un territorio che è arrabbiato e non regge questa situazione.

È importante quest’ulteriore momento di grande mobilitazione.

Occorre continuare col lavoro fin qui intrapreso di presenza, impegno e mobilitazione.

Il piano del Sulcis rappresenta la speranza che ci si sta dando. Ha un percorso.

Su questi temi la Provincia ha sempre qualcosa in più da dire rispetto agli altri.

Il consigliere Locci Ignazio (gruppo Pdl) condivide pienamente quanto evidenziato dal collega Cani durante il suo intervento.

Il suo gruppo raccoglie tale invito.

Riconoscono al presidente Cherchi la guida istituzionale, al di sopra delle parti, non avendo badato solo al mantenimento dei livelli occupazionali nel polo industriale, ma è andato oltre, programmando anche un altro futuro.

Tale futuro era stato rivendicato anche dal suo gruppo all’inizio della consiliatura.

Non si può rinunciare al doppio binario della conservazione del polo industriale, congiuntamente allo sviluppo che vada verso un nuovo terziario.

Ritiene che la mozione sul management della Carbosulcis, pur essendo dettata da principi condivisibili, rischi di mettere in pericolo il progetto, funzionale alla conservazione dei livelli occupazionali.

Si tratta di un progetto che non ha alternative.

Si deve auspicare che possa essere realizzato, pur con i necessari adeguamenti.

Invita il presidente Cherchi a farsi parte vigile, in ragione dell’alta credibilità che si ha nei rapporti con il Governo.

Il gruppo Pdl sarà al fianco dei lavoratori e delle istituzioni locali della Provincia di Carbonia Iglesias, per combattere e portare a casa risultati concreti, di continuità di condizioni di vivibilità per le genti del Sulcis Iglesiente.

Il consigliere Massa Salvatore Luigi (gruppo Psi) ritiene che sarebbe opportuno che il Consiglio provinciale si riunisse per approfondire quest’argomento, con il coinvolgimento delle parti sociali.

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Ci sono aspetti che vanno affrontati. Esiste il problema delle emergenze, ma c’è anche l’aspetto della rinascita.

Si deve evitare che nella realizzazione del piano Sulcis si commettano gli errori del passato.

Il piano Sulcis è un’opportunità.

Il consigliere Madedde Emanuele (gruppo Pd) propone di votare l’ordine del giorno sulla mobilitazione e di aggiornare la discussione sul piano Sulcis ad un successivo Consiglio.

Il presidente Cherchi sottolinea che con l’ordine del giorno in discussione si stia dicendo che il Consiglio condivide e aderisce all’iniziativa dell’organizzazione della manifestazione a Roma.

La Giunta adotterà le iniziative, d’intesa con i capigruppo.

Il consigliere Cremone Angelo afferma che sarà al fianco dei lavoratori e della manifestazione. Anticipa che si asterrà dal voto.

Ritiene che nella discussione odierna manchi qualcosa che metta in evidenza una maggiore responsabilità politica, a seguito dei dati elencati prima.

Sarà a Roma alla manifestazione. Ci deve essere l’unità.

Visto l’esito della votazione, avvenuta tramite votazione per alzata di mano:

favorevoli: 21 (ventuno);

contrari: nessuno;

astenuti: 1 (uno): Cremone.

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D E L I B E R A

di approvare l’ordine del giorno discusso in aula sulla crisi economico-sociale e le iniziative di mobilitazione, scaturito dalle conclusioni cui è pervenuta l’assemblea degli amministratori locali riunitasi in Portovesme il 20.09.2012, con cui:

- Si stabilisce che il Piano Sulcis deve comprendere come parti tra loro inscindibili i tre obiettivi della salvaguardia della base industriale, del polo tecnologico per le energie pulite del carbone e i programmi per la diversificazione nei settori dell’agro-alimentare, del turismo, dell’ambiente e dei servizi.

Si rivendica al Governo e alla Regione l’adozione delle misure indispensabili (energia, infrastrutture), per assicurare il futuro della produzione dell’alluminio, agendo con la decisione necessaria per concludere la collocazione dello stabilimento primario presso un’altra società e per definire con la proprietà l’accordo per la ripresa produttiva di Eurallumina.

Il polo tecnologico per l’energia pulita dal carbone è indispensabile per l’ammodernamento delle produzioni energetiche.

Allo sviluppo dei nuovi settori deve essere finalizzato il ricavato della sanzione di 300 miliondi di euro versata da Alcoa.

Per le piccole imprese occorre una fiscalità di vantaggio.

- Reitera, congiuntamente ai consigli comunali, l’invito al Presidente del Consiglio dei Ministri, perché una delegazione di ministri si rechi nel territorio, per rendersi direttamente conto della situazione, incontrando le rappresentanze istituzionali e adotti i conseguenti provvedimenti;

- Sarà organizzata una manifestazione a Roma per sollecitare il Governo ad adottare le decisioni sul Piano Sulcis, come indicato sopra.

La manifestazione avrà carattere popolare.

In concomitanza l’intero territorio sarà interessato da una giornata di mobilitazione generale;

- Le rappresentanze istituzionali si coordineranno nell’organizzazione delle iniziative con i sindacati dei lavoratori e con le associazioni imprenditoriali;

- Rivolge un appello affinché si realizzi la massima unità di popolo, fra i lavoratori,

le categorie produttive e l’insieme delle rappresentanze sociali.

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PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

Letto, approvato e sottoscritto:

Il presidente del Consiglio Il segretario Generale

Dott. Elio Sundas Dott. Franco Nardone

f.to f.to

REFERTO DI PUBBLICAZIONE

Il sottoscritto _________________ ATTESTA che, ai sensi dell’art. 124 del D.lgs. n. 267/2000, copia della presente deliberazione è stata posta in pubblicazione all’Albo della Provincia di Carbonia Iglesias a partire da oggi e per 15 giorni consecutivi.

Lì, ___________________________

Il Funzionario

________________________

ATTESTAZIONE DI ESECUTIVITA’

Il sottoscritto ____________________ CERTIFICA che la presente deliberazione è divenuta esecutiva il ______________________________

Lì, ____________________________

Il Funzionario

____________________

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