26 Novembre 2020
Luca Mariotto
Direttore Settore Ambiente
Analisi dei fabbisogni di trattamento RU in Italia allo stato attuale e al 2035
LO SCENARIO AL 2035 E BENEFICI
AMBIENTALI
INTRODUZIONE
18% raccolto
(= 2016)
Dai dati finora presentati emerge che il centro, il sud peninsulare e la Sicilia in una visione prospettica risultano lontani dagli obiettivi del
"Pacchetto Economia Circolare" con il rischio di non poterli conseguire se non si assisterà, nei prossimi anni, ad un adeguato sviluppo del parco impiantistico, soprattutto relativamente al trattamento della frazione organica e al recupero di energia delle frazioni non altrimenti recuperabili, con realizzazione di inceneritori.
Infatti, queste macroaree soffrono già oggi di un deficit che costringe ad esportare i rifiuti verso il nord.
Questa situazione, verosimilmente, verrà acutizzata nei prossimi anni con l’atteso sviluppo delle raccolte differenziata dalle quali discenderanno maggiori quantità di organico e di scarti da trattamento.
Nel seguito vengono presentate le valutazioni sul fabbisogno al 2035
ASSUNZIONI PER I CALCOLI
18% raccolto
(= 2016)
L'affidabilità e la tenuta di una stima del fabbisogno impiantistico a livello nazionale su un orizzonte temporale così ampio può essere valutata sulla base della correttezza delle assunzioni per la sua valutazione
• 65% di resa dell'effettivo riciclaggio al 2035, coerente con gli obiettivi del pacchetto "Economia circolare"
• Utilizzo della Discarica al 2035 per non oltre il 10% della quantità complessiva con obiettivi differenziati per macroarea e in coerenza con quadro evolutivo prospettico
nord = 5%
centro, sud peninsulare e Sardegna = 8%
Sicilia = 10%
• Produzione rifiuti stabile e in linea con l'ultimo dato di riferimento disponibile
• Intercettazione della quota di rifiuto organico ancora presente nel rifiuto residuo
• Capacità di trattamento su cui determinare il deficit di fabbisogno desunto dall'effettiva quantità di rifiuto trattato e non sulla capacità autorizzata
• Valutazione del fabbisogno su base macroregionale .
LA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI
18% raccolto
(= 2016)
Produzione rifiuti stabile e in linea con l'ultimo dato di riferimento disponibile (Rapporto ISPRA 2019 su dati 2018)
Questa assunzione conservativa e prudenziale è suffragata da diverse evidenze.
Come si evince la produzione dei RU è sostanzialmente stabile dal 2012, con un decoupling apparente da due indicatori chiave quali il PIL e la spesa delle
famiglie. Una maggiore ripresa, negli anni futuri, di questi indicatori economici potrebbe essere verosimilmente
neutralizzata dalla necessaria attuazione di politiche di prevenzione della
produzione dei rifiuti su un orizzonte temporale così ampio (che dovrebbe neutralizzare anche l'effetto COVID)
25.000 26.000 27.000 28.000 29.000 30.000 31.000 32.000 33.000
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
RU (tx1.000)
95 97 99 101 103 105 107 109 111
2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018
Produzione RU dal 2005 al 2018
PIL, spesa famiglie e produzione RU dal 2002 al 2018
LA RESA DI EFFETTIVO RICICLAGGIO
18% raccolto
(= 2016)
Come evidenziato in premessa, il dato dovrà essere al netto degli scarti delle operazioni di selezione delle frazioni raccolte in modo differenziato e dovrà essere pari alle quantità effettivamente riciclate. Si supera quindi, di fatto, il concetto di mera raccolta
differenziata che, stante l’obiettivo fissato e note le percentuali di impurezze, dovrà attestarsi, a livello nazionale, su valori pari a circa l’82%
Per appurare la correttezza dei calcoli, sono state effettuate verifiche incrociate: è stata semplicemente calcolata la quantità di rifiuti pari al 65% dei rifiuti urbani totali ed è stata poi confrontata con il
quantitativo risultante dalla somma dell’organico netto intercettabile a regime (al quale è stata sottratta una quota di scarti pari al 20%, una perdita di peso per trasporto pari all’8% ed il compostaggio domestico praticato nel 2018) e degli imballaggi intercettabili a regime (alla cui quantità è stata sottratta una quota di scarti pari al 20%).
I valori risultano confrontabili e quindi il valore è stato considerato come avente una buona dose di
attendibilità
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
%
% riciclaggio (met. 2) % riciclaggio (met. 4) % RD Andamento della RD e del riciclaggio dal 2010 al 2018 (fonte ISPRA)
Confronto tra 65% dei RU e somma di organico e imballaggi intercettabili
0 1.000.000 2.000.000 3.000.000 4.000.000 5.000.000 6.000.000 7.000.000 8.000.000 9.000.000 10.000.000
nord centro sud peninsulare Sicilia Sardegna
65% di RU somma organico e imballaggi
ORGANICO INTERCETTABILE A REGIME
18% raccolto
(= 2016)
Si assume che poter conseguire l’obiettivo di riciclaggio del 65%, dovrà essere intercettato con altissima resa l’organico contenuto nei rifiuti urbani.
Questa quantità è ricavabile dai dati resi dalle analisi merceologiche effettuate da ISPRA e
relative alle tre macroaree del Paese (nord, centro e sud)
A questa quantità totale è stata sottratta una perdita di peso pari all’8% dovuta al trasporto e trasferenze (dato desunto da analisi interne Utilitalia suffragate dal Consorzio Italiano Compostatori) e che risulta dalla media delle
minore perdite in caso di conferimento ad impianti di prossimità con le maggiori perdite in caso di trasporti a lunga distanza
Sono state inoltre sottratte le quantità di
compostaggio domestico del 2018 effettuate nelle varie regioni e le stesse sono state considerate stabili negli anni, analogamente a quanto assunto per il totale dei rifiuti urbani
Come evidenziato si stima che nel 2035 verranno intercettate circa 9,6 milioni di tonnellate di organico (umido + verde) di cui il 45% al nord, il 23% al sud peninsulare, il 20% al centro, il 9% in Sicilia e il 3% in Sardegna
Intercettazione organico per macroarea nel 2035
0 1.000.000 2.000.000 3.000.000 4.000.000 5.000.000
nord centro sud
peninsulare Sicilia Sardegna
tonnellate
CAPACITÀ IMPIANTISTICA FRUIBILE
18% raccolto
(= 2016)
Dall’analisi dei "Rapporti sui Rifiuti urbani" di ISPRA è stato possibile rilevare che risulta diffusamente una discrepanza, in difetto, tra le quantità
effettivamente trattate dagli impianti di
compostaggio, di digestione anaerobica e di incenerimento rispetto alle quantità autorizzate indicate negli stessi rapporti
A vantaggio della sicurezza è stata pertanto assunta, come capacità impiantistica disponibile, non la somma delle capacità autorizzate ma la somma delle capacità effettivamente trattate nel 2018
Inoltre, siccome l’analisi è focalizzata sulla stima del fabbisogno impiantistico al 2035 per i rifiuti urbani e per i rifiuti speciali da urbani, nella
capacità disponibile non sono state computate le quantità di rifiuti speciali trattate negli impianti considerati.
Infine, per quanto riguarda il recupero energetico è stata considerata anche la quantità di RS da RU recuperata negli impianti produttivi
ORGANICO - Differenze tra capacità autorizzate e quantità trattate
RECUPERO ENERGETICO - Differenze tra capacità autorizzate e quantità trattate
0 1.000.000 2.000.000 3.000.000 4.000.000 5.000.000 6.000.000 7.000.000 8.000.000
nord centro sud peninsulare Sicilia Sardegna
tonnellate
autorizzato trattato
0 1.000.000 2.000.000 3.000.000 4.000.000 5.000.000 6.000.000
nord centro sud peninsulare Sicilia Sardegna
tonnellate
autorizzato trattato
STIMA FABBISOGNO DI IMPIANTI PER ORGANICO:
MODALITA’ DI CALCOLO
18% raccolto
(= 2016)
Per stimare il fabbisogno di impianti per organico sono stati effettuati i seguenti calcoli:
Quantità da avviare ad impianti di compostaggio e digestione anaerobica = pari alla totalità dell’organico contenuto nei rifiuti urbani
Questa quantità è ricavabile dai dati resi dalle analisi merceologiche effettuate da ISPRA e relative alle tre macroaree del Paese (nord, centro e sud)
A questa quantità totale è stata sottratta la quota del compostaggio domestico e una perdita di peso pari all’8% dovuta al trasporto (dato desunto da analisi interne Utilitalia) e che risulta dalla media delle minore perdite in caso di conferimento ad impianti di prossimità con le maggiori perdite in caso di trasporti a lunga distanza
STIMA FABBISOGNO DI IMPIANTI PER ORGANICO:
MODALITA’ DI CALCOLO
18% raccolto
(= 2016)
Organico
intercettabile (t)
Compostaggio domestico (t)
Organico netto a seguito di perdita di peso (t)
Capacità disponibile (t)
Fabbisogno impiantistico (t)
Nord 4.860.744 170.822 4.314.728 4.307.632 -7.096
Centro 2.158.864 82.241 1.910.493 684.698 -1.225.795
Sud peninsulare 2.475.775 9.342 2.269.119 832.390 -1.436.729
Sicilia 913.405 4.545 836.152 267.693 -568.459
Sardegna 299.229 0 275.291 241.362 -33.929
TOTALE 10.708.017 266.950 9.605.783 6.333.775 -3.272.008
Confronto del deficit al 2035 rispetto all’attuale capacità disponibile
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
nord centro sud peninsulare Sicilia Sardegna
Capacità disponibile (t) fabbisogno ulteriore
Emerge che il nord e la Sardegna
saranno appena autosufficienti, mentre il centro, il sud peninsulare e la Sicilia presenteranno un importantissimo deficit. Rispetto alla capacità
attualmente disponibile, il deficit del
centro e quello della Sicilia sarà pari al
doppio e quello del sud peninsulare pari
ad oltre 1,7 volte
STIMA FABBISOGNO DI INCENERIMENTO:
MODALITA’ DI CALCOLO
18% raccolto
(= 2016)
Per stimare il fabbisogno di impianti di incenerimento con recupero energetico sono stati effettuati i seguenti calcoli:
• Ai rifiuti urbani totali si sottrae il 65%, riciclaggio effettivo, e la percentuale di discarica, differenziata per macroaree geografiche come prima precisato;
• Non si computano gli scarti della selezione degli imballaggi e dell’organico in quanto già inclusi nella quota che eccede il valore imposto del 65% del riciclaggio effettivo
STIMA FABBISOGNO DI INCENERIMENTO:
MODALITA’ DI CALCOLO
18% raccolto
(= 2016)
• Tutte le macroaree presenteranno un fabbisogno
• la Sardegna presenterà un deficit di piccola entità, ma che comunque rappresenta un raddoppio della attuale capacità
• il centro, il sud peninsulare e la Sicilia
presenteranno un importantissimo deficit.
Rispetto alla capacità attualmente
disponibile, il deficit del centro è pari al doppio della capacità attualmente
disponibile e quello del sud peninsulare pari a circa il 70% della capacità disponibile Rifiuti residui da
trattare
Capacità disponibile (t)
Fabbisogno impiantistico (t)
Nord 4.301.544 4.147.762 -153.782
Centro 1.777.114 590.892 -1.186.222
Sud peninsulare 1.675.337 1.053.552 -621.785
Sicilia 572.309 0 -572.309
Sardegna 202.486 119.774 -82.712
TOTALE 8.528.790 5.911.980 -2.616.810
Confronto del deficit al 2035 rispetto all’attuale capacità disponibile
STIMA FABBISOGNO DI INCENERIMENTO:
MODALITA’ DI CALCOLO
18% raccolto
(= 2016)
• Tutte le macroaree presenteranno un fabbisogno
• la Sardegna presenterà un deficit di piccola entità, ma che comunque rappresenta un raddoppio della attuale capacità
• il centro, il sud peninsulare e la Sicilia
presenteranno un importantissimo deficit.
Rispetto alla capacità attualmente
disponibile, il deficit del centro è pari al doppio della capacità attualmente Rifiuti residui da
trattare
Capacità disponibile (t)
Fabbisogno impiantistico (t)
Nord 4.301.544 4.147.762 -153.782
Centro 1.777.114 590.892 -1.186.222
Sud peninsulare 1.675.337 1.053.552 -621.785
Sicilia 572.309 0 -572.309
Sardegna 202.486 119.774 -82.712
TOTALE 8.528.790 5.911.980 -2.616.810
Confronto del deficit al 2035 rispetto all’attuale capacità disponibile
VALUTAZIONI AGGIUNTIVE
18% raccolto
(= 2016)
La previsione di mantenimento di una capacità di smaltimento in discarica non è funzionale a un indirizzo nella realizzazione di nuovi invasi, policy in pieno contrasto con le direttive "Economia Circolare" ma semmai a un approccio prudenziale
Comunque una tale disponibilità consentirebbe di conservare un margine a livello nazionale di sicurezza rispetto all'obiettivo comunitario al 2035, anche al fine di evitare procedure di infrazione, in considerazione del fatto che diversi flussi di rifiuti, quali ecoballe stoccate in Campania, pulper di cartiera, fanghi di depurazione civile, potrebbero non trovare collocazione in impianti di trattamento come anche tener conto della necessità di manutenzione, revamping e turn over degli impianti esistenti di recupero energetico e alle risorse necessarie per la realizzazione degli impianti necessari per incrementare le percentuali di riciclaggio
Si tenga presente però che le discariche attive nel nostro paese hanno, ai ritmi attuali di utilizzo, una vita residua media che non supera i 3 anni, tale fabbisogno potenziale di discariche che non è stato affrontato nello studio ma potrebbe essere compensato solo da un ulteriore investimento in recupero energetico per i rifiuti valorizzabili in tal senso e comunque non più possibile dal 2030 a seguito del nuovo decreto discariche (D. Lgs 121 del 3 settembre 2020).
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE (1/3)
18% raccolto
(= 2016)
Dall’analisi dei dati emerge che attualmente il Paese, ad eccezione del nord, soffre di importanti deficit impiantistici per il trattamento dell’organico raccolto in modo
differenziato e per il recupero di energia dei rifiuti residui, degli scarti delle attività di selezione delle raccolte differenziate e dei rifiuti urbani trattati negli impianti di TMB e TM.
Questo comporta, ogni anno, migrazioni di rifiuti, principalmente verso le regioni del nord ma anche tra regioni limitrofe del centro e del meridione.
Complessivamente, circa 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti sono state trattate in regioni diverse da quelle di produzione e di queste circa 1,7 milioni di tonnellate sono state trasportate a grandi distanze verso le regioni del nord.
Le quantità trasportate nel 2018 sono notevoli e pari a:
• 1,3 milioni di t di organico di cui 970 mila sono migrate dal centro-sud verso il nord e 330.000 sono migrate tra le regioni limitrofe delle stesse macroaree
• 810 mila t di rifiuti speciali da urbani recuperati energeticamente di cui 490 mila dal centro-sud verso il nord e 320 mila sono migrate tra le regioni limitrofe delle stesse macroaree
• 600 mila t di rifiuti speciali da urbani smaltiti in discarica di cui 300 mila dal
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE (2/3)
18% raccolto
(= 2016)
La situazione, con il progresso delle raccolte differenziate e con il conseguimento degli obiettivi fissati dalla direttive europee sull’economia circolare, verrà acutizzata relativamente alla gestione delle frazioni organiche.
Si stima, infatti, che dal 2035 il fabbisogno impiantistico ulteriore delle macroaree considerate sarà il seguente:
• il nord sarà appena autosufficiente
• il centro presenterà un fabbisogno di circa 1,2 milioni di tonnellate
• Il sud peninsulare presenterà un fabbisogno di circa 1,4 milioni di tonnellate
• La Sicilia presenterà un fabbisogno di circa 0,6 milioni di tonnellate
• La Sardegna sarà appena autosufficiente
Il Paese, per poter conseguire gli obiettivi dell’economia circolare, dovrà pertanto realizzare diversi impianti, auspicabilmente di digestione anaerobica con produzione di biometano.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE (3/3)
18% raccolto
(= 2016)
Relativamente alla gestione dei residui non riciclabili, pur diminuendo grazie al
conseguimento del riciclaggio effettivo del 65%, non presenteranno quantità trascurabili e a questi andranno comunque sommati gli scarti delle attività di selezione delle raccolte differenziate che, come illustrato precedentemente, tenderanno ad aumentare con l’incremento delle percentuali di raccolta differenziata.
Si stima, infatti, che dal 2035 il fabbisogno impiantistico di incenerimento ulteriore delle macroaree considerate sarà il seguente:
• il Nord presenterà un fabbisogno di circa 150.000 tonnellate
• il centro presenterà un fabbisogno impiantistico di circa 1,2 milioni di tonnellate
• il sud peninsulare presenterà un fabbisogno impiantistico di circa 0,6 milioni di tonnellate
• la Sicilia presenterà un fabbisogno impiantistico di circa 0,5 milioni di tonnellate pari a un impianto di incenerimento
• la Sardegna presenterà un fabbisogno impiantistico di circa 80.000 tonnellate
Queste stime, è bene precisare, sono state condotte considerando ancora il ricorso alla discarica, ancorché in linea con le direttive europee dell’economia circolare e non considerando gli impianti necessari per il trattamento delle frazioni secche da
I BENEFICI
18% raccolto
(= 2016)
INTRODUZIONE
18% raccolto
(= 2016)
Lo studio è stato integrato con alcune stime valutative circa i benefici ambientali e le ricadute economiche e sociali di cui godrebbe il paese a fronte di autosufficienza impiantistica a livello macroregioni e sugli attuali impatti causato dalle importanti migrazioni di flussi di rifiuti sia tra regioni limitrofe sia verso aree del settentrione.
Gli aspetti considerati sono i seguenti:
emissioni in termini di CO
2-equivalente;
benefici in termini di emissioni di CO
2climalterante grazie alla produzione e all’utilizzo del biometano;
compost prodotto dal trattamento della frazione organica;
energia elettrica, rinnovabile per il 50%, prodotta dagli inceneritori;
quantità di ceneri pesanti degli inceneritori recuperate;
impatto occupazionale;
investimenti necessari.
MANCATE EMISSIONI DA VIAGGI DEI RIFIUTI
18% raccolto
(= 2016)
Complessivamente, per poter gestire i rifiuti in regioni diverse da quelle di produzione vengono percorsi
49.520.000 km ogni anno
107.000 viaggi
Il numero di km è stato stimato, in difetto, calcolando la distanza tra i baricentri delle regioni
Sono noti i quantitativi di rifiuti esportati dalle regioni ed i quantitativi trasportabili in ogni viaggio
Adottando valori medi di consumo medio di un autoarticolato (23 lt gasolio/ 100 km (
fonte:Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
) e emissioni (3,2 kg CO
2-eq/kg gasolio) si deduce che le
emissioni stimate di CO2 equivalente sono pari
a circa 31.000 tonnellate/anno
BENEFICI DERIVANTI DALLA PRODUZIONE DI BIOMETANO
18% raccolto
(= 2016)
Con la realizzazione degli impianti previsti e dal trattamento di ulteriori 3,2 milioni di tonnellate di organico vi è una produzione potenziale di
biometano di 227 milioni di metri cubi con una sostituzione totale di fonti fossili
Il risparmio di emissioni in termini di CO
2-eq sarebbe pari a 410.000
t/anno
La produzione potenziale di
biometano è pari a 71 m3 per ogni tonnellata di organico trattato (Fonte:
Rapporto sul recupero di energia da
rifiuti, Utilitalia 2018)
ENERGIA PRODOTTA DAI NUOVI IMPIANTI DI RECUPERO
18% raccolto
(= 2016)
Con la realizzazione degli impianti previsti sarà possibile trattare ulteriori 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti non riciclabili dai quali recuperare energia
Energia producibile: 2,5 milioni di MWh elettrici (di cui il 51%
avente natura rinnovabile)
Il risparmio di emissioni in termini di CO
2-eq sarebbe pari a 510.000 t/anno
Tale contributo potrebbe esprimere anche un importante
potenziale in teleriscaldamento
BENEFICI COMPLESSIVI IN TERMINI DI EMISSIONI CO
2-eq
18% raccolto
(= 2016)
In funzione degli accordi
internazionali per contrastare i cambiamenti climatici, l’Italia dovrà ridurre entro il 2030 le
proprie emissioni di 428 milioni di tonnellate di CO
2-eq, una quota pari al 30% sull’attuale produzione Tale quota di riduzione per il
settore dei rifiuti vale circa 5,6
milioni di tonnellate, le 900.000
tonnellate di CO2 evitate con la
costruzione degli impianti da sole
darebbero un contributo del 16%
ULTERIORI BENEFICI
18% raccolto
(= 2016)